sabato 26 febbraio 2011

Mezzogiorno del Mattino, politica economica e finanza pubblica. 26 febbraio 2011

Palermo. Mpa, Lombardo: In nuovo soggetto politico non c'è spazio a convenienza.

Reggio Calabria. Reggio, Naccari ironico: "Che strano turismo...".

Crisi, trasferta a Nuoro per Cappellacci.

Palermo. Regione, società partecipate a dieta.

Palermo. 293 milioni di euro per l’autostrada Palermo-Agrigento

Termoli. Fino a 10 ore di attesa: mancano infermieri, Pronto Soccorso al collasso

Angeletti: i costi della politica sono un tumore che cresce, 24,7 miliardi, pari al 2% del Pil.

Campania, vola benzina. Pronto sciopero dei consumatori: auto a casa.

Chieti. Golden Lady, un freno agli entusiasmi.

Dalla Regione 50 mln per lo sviluppo tecnologico.

Al sud la cosa più vicina al mercato è la cosca.

Quote latte: una proroga da 170 euro a contribuente.
Palermo. Mpa, Lombardo: In nuovo soggetto politico non c'è spazio a convenienza. Palermo, 25 feb (Il Velino/Il Velino Sicilia) - Pubblicato un nuovo post sul blog di Raffaele Lombardo. "C’è una grande confusione nei partiti. Il Pdl è sconquassato dalla rottura con Fini e poi tutto il resto - scrive il governatore della Sicilia -, il conflitto istituzionale, le perplessità del presidente della Repubblica sull’azione di governo. Partitini che nascono e si sciolgono, il gruppo dei responsabili, il terzo polo che non si sa se c’è o no, il Pd con una frangia che mostra segni di crisi e di disagio". E aggiunge: "Io credo che sia il momento di fare una proposta politica forte all’insegna dei valori del territorio, degli interessi della gente, di una rappresentanza più fedele all’elettorato che può vedere l’esperienza del Movimento per l’Autonomia centrale e fondativa, o rifondativa, di un contenitore politico che parta da quei presupposti ma che valorizzi questa esperienza di sei anni come una esperienza alla quale guardare ma da superare". Poi entra nel merito del Mpa. "Io ho contribuito a fondare il Mpa e non c’è dubbio che ci sia una identificazione eccessiva con la mia persona, naturale, visto che sono anche il Presidente di una regione importante. Ma questa identificazione non giova alla politica. Bisogna mettere in piedi un soggetto politico nuovo con una classe dirigente arricchita da energie che vengano al di fuori dell’appartenenza politica. Penso a gente che guarda la politica anche con diffidenza - prosegue -, dovuta agli errori che si sono commessi. Ecco perché vale la pena aprire le porte e affidare la guida di questo processo nuovo a gente che con la politica non ha niente a che vedere ma che pensa, se ci mette le mani e la passione, di usarla al servizio della gente superando quella diffidenza che oggi non giova alla politica e quindi alla società. In questa fase costituente bisogna mettere insieme movimenti della società, lavoratori non inquadrati in schemi tradizionali, professionisti, giovani, donne, agricoltori, indipendentisti, gruppi culturali che dibattono sulla nostra storia. Deve essere questo un movimento libero dall’appartenenza agli  schieramenti. Se così non fosse, sarebbe subalterno ad uno dei due grandi partiti del centrodestra o del centrosinistra, una appendice che serve a rubare un po’ di voti ma che poi farà gli interessi del partito nazionale. Oggi noi abbiamo avuto come Mpa una classe dirigente che è quella che è, a cominciare da me. Molta gente oggi - conclude - non si ritrova non tanto nell’ideale autonomista ma nella identificazione che di questo ideale, nel piccolo comune o nella grande città, si fa con questo o quel soggetto che magari nell’autonomia ci ha creduto o non ci crede più oppure vi ha aderito per secondi fini, mortificando quell’ideale. Ecco perché tanta gente che ci guarda con attenzione, resta fuori dal contesto. C’è un pezzo di classe dirigente onesta, per bene, leale, disinteressata che dovrà avere un ruolo importante in questo nuovo grande movimento. Ma chi ci sta per convenienza o per comodità non può essere emblematico di tutto il movimento perché se la gente lo identifica con il movimento finisce con il non aderirvi e non guardarlo con l’attenzione che merita". (fol) 25 feb 2011 17:59

Reggio Calabria. Reggio, Naccari ironico: "Che strano turismo...". Venerdì 25 Febbraio 2011 17:07. Di seguito la nota diffusa da Demetrio Naccari Carlizzi
Finalmente una massa enorme di turisti a Reggio. Il corteo festante ha attraversato il lungomare e si è soffermato in piazza Italia apprezzando in particolare l’architettura dei palazzi del governo locale per poi visitare la prefettura. Certo è un po’ insolito che tanti turisti siano venuti tutti con dei mezzi poco maneggevoli: camion, gru, scavatori, motopale….
Certo, nessuno può contestare che Reggio con il suo modello sia veramente innovativa. La prima città turistica di esportazione, infatti esporta turisti a Malta (chissà perché) invece di ospitarli in loco. La prima città dove i turisti arrivano con i mezzi delle imprese edili, in un gioioso tripudio di elmetti e casacche da lavoro. E’ stato bello vedere per la prima volta il più bel chilometro d’Italia finalmente saturo di nuovi arrivi della nuova forma di turismo, quella edilizia. Forse i mezzi servivano a misurare la crescita della città e il noto fenomeno di …….allungamento del più bel km d’Italia!
Solo una cosa non mi sono saputo spiegare. Perché tutti i mezzi esponevano manifestini con i quali veniva richiesto al Comune di pagare gli arretrati di anni alle imprese e si dichiarava di “essere rovinati” , “chiuso per crediti”, “pago il durc e voi quando pagate noi?” etc.
Aspetto una vibrata protesta da parte della Camera di Commercio e del Governatore. Cosa c’entra tutto ciò con un Comune virtuoso e modello? Non è giusto che dei facinorosi, per di più turisti di altre città rovinino l’immagine e rompano un giocattolo così sapientemente difeso ed occultato. Non sanno questi signori della crisi nel Golfo persico, dei bond argentini, della rivoluzione in atto in Egitto e Libia, del caro petrolio? Cosa c’entra il Comune così accorto nel dispensare i soldi dei contribuenti tra dirigenti straordinari e professionisti sapienti e spesso ignari e totalmente disinteressati alla pecunia?
Demetrio Naccari Carlizzi in difesa del modello Reggio, io ci credo!

Crisi, trasferta a Nuoro per Cappellacci. "Insieme per lo sviluppo del territorio". Trasferta nuorese per il presidente della regione Cappellacci. Ha avuto incontri con gli amministratori locali e sottoscritto alcuni impegni. "Collaboriamo per trovare soluzioni di sviluppo nel territorio".
Il governatore Ugo Cappellacci ha firmato, col presidente della Provincia, Roberto Deriu, e il sindaco di Nuoro, Sandro Bianchi, alcuni interventi operativi contro la crisi del territorio. “Collaboriamo per trovare soluzioni di sviluppo per il nuorese - ha dichiarato Cappellacci - un processo che non si ferma e che preve ulteriori accordi concreti per le zone interne". In particolare è stato dato il via al decreto per il Museo della Ceramica, nella ex casa Chironi, per il quale la Regione aveva già stanziato cinque milioni di euro. Con la rimodulazione del Pia arriverà una seconda parte di finanziamenti, altri tre milioni di euro circa. L'assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, e lo stesso Cappellacci, hanno poi firmato il decreto con cui si intensifica la lotta contro la trichinella e la peste suina: tutti gli allevamenti verranno controllati ed i capi infetti saranno abbattuti ma risarciti, così come è avvenuto di recente in un allevamento di conigli a Oliena. Complessivamente dal 2005 - è stato spiegato - si sono registrati 26 ricoveri ospedalieri ed il provvedimento è stato emesso a difesa della salute pubblica”.

Palermo. Regione, società partecipate a dieta. di Antonio Schembri. 25 febbraio 2011 - Snellire e semplificare, accorpare e sforbiciare, quanto più possibile, la spesa pubblica. È sulla base di questi concetti guida che la Regione Siciliana si appresta a mettere ordine nel sistema delle società partecipate.
Ovvero, un comparto complesso e variegato che conta attualmente 33 società, alcune a controllo totale da parte della stessa Regione, altre a controllo maggioritario e, ancora, altre sulle quali l’amministrazione regionale detiene una quota di minoranza.
Un pianeta ‘produttivo’ che impiega nel complesso circa 7 mila dipendenti e determina un giro di affari (commesse) valutato in oltre 220 milioni di euro.
I dati sono stati illustrati questa mattina, a Palermo, nel corso di una conferenza stampa andata in scena a palazzo d’Orléans, sede della presidenza della Regione. Al tavolo, il presidente, Raffaele Lombardo, e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Per intervenire in quest’ambito, dove si contano diversi casi di società che perseguono finalità analoghe (talvolta si tratta di veri e propri doppioni), l’assessorato regionale all’Economia, guidato da Gaetano Armao punta a dar corso all’articolo 20 della legge finanziaria regionale del 2010, che riconosce all’assessore all’Economia la potestà di adottare le procedure necessarie alla dismissione delle partecipazioni strategicamente non rilevanti rispetto ai fini istituzionali della Regione.
Per dare un assetto organico al sistema delle partecipazioni regionali in società di capitali e imprese pubbliche, le attuali 33 società verranno perciò ridotte a 12: “Un dimagrimento che si tradurrà in una riduzione dei costi pari a due terzi: dagli attuali 4,5 milioni di euro a 1,5 milioni di euro”, ha specificato Armao.
Delle società che resteranno in piedi, quelle a totale partecipazione regionale sono 3 (la Beni culturali Spa, Cinesicilia Srl e Lavoro Sicilia Spa), 6 sono le società a partecipazione maggioritaria (Sicilia e servizi Spa, Sicilia Emergenza-Urgenza sanitaria Scpa, Riscossione Sicilia Spa, Parco scientifico e tecnologico della Sicilia Scpa, Mercati agroalimentari Sicilia Scpa e Irfis Spa) e 3 quelle a partecipazione minoritaria (Sicilia Acque Spa, Cape Sgr Spa e Stretto di Messina Spa).
A queste ultime se ne aggiungerà un’altra, in via provvisoria: si tratta della Mediterraneo Holding, newco attualmente in corsa per  acquisire la Siremar. “Quando l’operazione
sarà compiuta – ha detto Armao – la Regione provvederà a dismettere la propria partecipazione”.
Entrando nel merito dell’accorpamento delle società Biosphera e Multiservizi nella Beni Culturali spa, Armao ha assicurato che “la definizione del piano industriale è prevista per la prossima settimana, al fine di semplificare la struttura e la relativa ragnatela di contratti di lavoro”.
Riguardo all’Irfis, ha poi aggiunto l’assessore all’Economia “è stato avviato un confronto con alcune banche per decidere se applicare il modello della totale partecipazione oppure un partenariato pubblico-privato”. Sarà, questo, uno dei temi della conferenza regionale sul credito che, ha annunciato Armao, “si terrà il 21 marzo”.

Palermo. 293 milioni di euro per l’autostrada Palermo-Agrigento
di BlogSicilia. 25 febbraio 2011 - Il Consiglio di amministrazione dell’Anas, presieduto da Pietro Ciucci, ha approvato il progetto definitivo per i lavori di ammodernamento di un lotto funzionale dell’itinerario Palermo-Agrigento (tratto Palermo-Lercara Friddi), dalla rotatoria Bolognetta fino allo svincolo Manganaro incluso, in provincia di Palermo. L’importo complessivo d’investimento è di 293 milioni di euro, con un incremento che ha richiesto una rimodulazione generale del relativo quadro economico. L’intervento, lungo circa 34 chilometri, prevede, all’interno del tratto Palermo-Lercara Friddi, l’ammodernamento del lotto funzionale della strada statale 121 ‘Catanese’ compreso tra la rotatoria Bolognetta e lo svincolo Manganaro, compresi i raccordi con le attuali strade statali 189 ‘della Valle dei Platani’ e 121 ‘Catanese’.
Sono previste numerose opere d’arte e, in particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti. Il tempo di esecuzione, per la realizzazione delle opere è fissato in 1.200 naturali e consecutivi (circa 3 anni e 4 mesi). “Con il via libera di oggi -afferma Ciucci- il CdA dell’Anas conferma l’interesse per la prosecuzione dell’ammodernamento dell’itinerario Palermo-Agrigento che rappresenta una priorità strategica per la viabilità siciliana. Importante è stata l’attenzione all’impatto ambientale, prevedendo opere di mitigazione e di salvaguardia che consentono un inserimento ottimale dell’infrastruttura nel contesto naturale. Adesso il progetto definitivo sarà adesso trasmesso al ministero delle Infrastrutture e agli altri enti per l’avvio della procedura di approvazione prevista dalla legge obiettivo. Dopo questo passaggio, seguirà l’approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo, la redazione del
progetto esecutivo, della durata di 180 giorni, e l’apertura dei cantieri, prevedibile tra circa un anno”.

Termoli. Fino a 10 ore di attesa: mancano infermieri, Pronto Soccorso al collasso Il reparto più “assaltato” del San Timoteo a secco di personale, mentre la Asrem continua a mostrare indifferenza davanti alle problematiche che derivano dalla carenza di infermieri. Dai 4 infermieri per turno si è passati a 3 e a volte anche a due, col rischio di ulteriori “tagli”. «E’ una catastrofe – dicono in corsia – e a rimetterci sono i pazienti, che aspettano anche per ore. Ma non abbiamo alternative». Il primario ha scritto già diverse lettere sollecitando la direzione centrale, ma alla Asrem si fanno i conti solo sulla carta e non sostituiscono nemmeno il personale in malattia o maternità.
Il Pronto Soccorso del San Timoteo è il reparto più movimentato e delicato di tutti. Da quando quello di Larino è stato parzialmente “chiuso”, grazie ai tagli imposti dal piano di riordino, il numero dei pazienti che di giorno e di notte si riversano nell’Emergenza termolese è raddoppiato. Gli infermieri, invece, sono sempre meno. Il risultato è quello che i medici stessi definiscono, senza mezzi termini, «una catastrofe». E’ una parola grossa, ma coerente con quello che sta accadendo nel reparto del nosocomio adriatico, dove il minimo di infermieri per ogni turno dovrebbe essere quattro. «Per fare in modo che le cose funzionino – spiega il personale in servizio – servono almeno 4 infermieri nel turno di mattina, 4 in quello di pomeriggio e 3 la notte, quando la mole di pazienti si assottiglia un po’». La realtà è ben diversa: 3 infermieri al mattino, tre e spesso due al pomeriggio, due di notte. Col rischio che il numero due, «assolutamente insufficiente a gestire un reparto che prevede il triage», diventi la regola. Le turnazioni previste dalla Asrem per i prossimi mesi, decise sulla base delle “carte”, parlano di due infermieri per turno. «In pratica – paventano i dottori – non si potrà più nemmeno gestire correttamente i codici rossi o gialli». Già ora qualche difficoltà c’è, e se gli effetti collaterali delle cesoie imposte dalla riforma del Commissario Straordinario Iorio vengono attutiti, è solo grazie alla disponibilità pressoché illimitata di un paio di paramedici, talmente ligi al dovere da sottoporsi spesso a turni di 13 ore. Sembra incredibile, ma al Pronto Soccorso di contrada Macchiuzzo succede davvero. E il paradosso è che la Asrem ha pure mandato una lettera di richiamo ai solertissimi infermieri, diffidandoli dal fare «così tante ore». Insomma, la Asl ha intimato di non lavorare troppo. Ma l’alternativa è lasciare scoperto un reparto dove si rischia la vita, dal momento che malgrado i numerosissimi solleciti del primario, il dottor Occhionero, la direzione centrale non ha alzato un dito.
Succede perciò quello che in un ospedale degno di questo nome non dovrebbe mai accadere: a volte i pazienti aspettano ore e ore prima di poter essere visitati. Un esempio che vale per tutti: qualche giorno fa un signore è arrivato alle 8 del mattino ed è uscito alle 20 di sera. Era un codice bianco, dunque un caso classificato in fondo alla lista dal sistema che assegna le priorità sanitarie del Triage, ma era pur sempre un paziente che aveva bisogno delle cure mediche. Vero è, come più volte questo giornale ha denunciato, che troppi cittadini scambiano il Pronto Soccorso con il medico di famiglia, intasando il reparto, ma è anche vero che con due infermieri spalmati su un turno di 8 ore la situazione è oggettivamente impossibile.
A far traboccare il proverbiale vaso è arrivata la maternità. Che significa? Che un’infermiera in gravidanza un mese fa ha temporaneamente lasciato il lavoro, essendo prossima al parto. E non è stata sostituita. «Un infermiere stabile in meno basta, in questa situazione di precarietà, a far crollare un intero sistema» ammette una dottoressa legittimamente indignata per l’indifferenza con la quale i vertici regionali hanno accolto le infine richieste di sostituzione dell’unità operativa. «Ci hanno risposto che nessuno aveva risposto al bando pubblico, come se questo fosse possibile, con la carenza infermieristica che c’è e centinaia di giovani infermieri in graduatoria».
Naturalmente chi arriva in Pronto soccorso col mal di denti, la febbre o una ferita al polso non conosce la situazione e non ha nulla a che vedere con le “rogne” organizzative che caratterizzano il sistema sanitario locale. Così al danno si aggiunge la beffa: i malcapitati medici, a corto di infermieri e costretti a essere “multitasking”, ricoprendo contemporaneamente più mansioni, vengono perfino insultati per i lunghi tempi d’attesa. «Io li capisco – dichiara ancora la dottoressa – ma ultimamente sono arrivata a consigliare loro di andare a protestare altrove, nelle sedi competenti. Noi che possiamo fare? Stanno distruggendo la sanità, non so se se ne rendono conto». A giudicare dai fatti, non sembrerebbe. Al taglio di posti letti si aggiunge quello del personale medico e paramedico, che ormai non viene più sostituito, come se questa fosse una prassi. «Se l’unica logica che regola il sistema è il risparmio su servizi essenziali, allora bisogna rassegnarsi al peggio: questa non è più una sanità degna del nome che porta». Parole pesanti, soprattutto perché pronunciate da chi lavora con malati, con uomini donne e bambini che hanno bisogno di assistenza, di cure, e anche di sentirsi protetti e garantiti da un sistema efficiente. E invece ormai finire in ospedale è diventato un terno a lotto: se ti va bene, vinci le cure mediche. Se ti va male, perdi la giornata e esci messo peggio di prima. Dal canto loro i dottori e gli infermieri sono disperati. Fanno il possibile, sacrificandosi e saltando riposi e ferie. «Ma il peggio è assistere impotenti a questo smantellamento dei servizi: siamo al collasso». (Pubblicato il 25/02/2011)

Angeletti: i costi della politica sono un tumore che cresce, 24,7 miliardi, pari al 2% del Pil. di Nicoletta Cottone. I costi della politica sono un tumore che cresce a danno dell'economia. Lo ha sottolineato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, presentando la campagna del sindacato contro i costi della politica. Che fra costi diretti e indiretti ammontano a 24,7 miliardi, pari al 2% del Pil e al 12,6% del gettito Irpef.
Esattamente 18,3 miliardi di costi diretti e indiretti più 6,4 miliardi per i costi derivanti da un sovrabbondante sistema istituzionale. Costi che con una riforma delle istituzioni e tagli agli sprechi possono essere ridotti di 10,1 miliardi , cifra che equivarrebbe all'azzeramento delle addizionali regionali e comunali Irpef o a far ottenere a lavoratori dipendenti e pensionati una permanente detassazione della tredicesima con un vantaggio economico pari a circa 400 euro in busta paga. La Uil lancia così una campagna per sforbiciare i costi diretti e indiretti. Solo le auto blu e quelle grigie, secondo una stima molto prudente della Uil, costano 4,4 miliardi l'anno.
Un esercito vive di politica
È un autentico esercito quello delle persone che vivono di politica, formato da almeno un milione e 300mila persone. Oltre 145mila tra parlamentari, ministri, amministratori locali di cui 1.032 parlamentari nazionali ed europei, ministri e sottosegretari; 1.366 presidenti, assessori e consiglieri regionali; 4.258 presidenti, assessori e consiglieri provinciali; 138.619 sindaci, assessori e consiglieri comunali. A questi vanno aggiunti gli oltre 12mila consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole città capoluogo); 24mila persone nei consigli di amministrazione delle 7mila società, enti, consorzi, autorità di ambito partecipati dalle pubbliche amministrazioni; quasi 318mila persone che hanno un incarico o una consulenza elargita dalla pubblica amministrazione; la massa del personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, Provincia, sindaci, assessori regionali, provinciali e comunali; i direttori generali, amministrativi e sanitari delle Asl; la moltitudine dei componenti dei consigli di amministrazione degli Ater e degli enti pubblici.
Negli ultimi 10 anni costi cresciuti del 40%
«Negli ultimo dieci anni - ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti - i costi della politica sono cresciuti del 40%, mentre i redditi dei lavoratori del 20% e i prezzi non sono aumentati del 40 per cento. Siamo in presenza di un tumore che cresce e non si arresta provocando danni all'economia e ai cittadini. Abbiamo deciso di fare una campagna per la riduzione dei costi della politica perché pensiamo che sia un vero problema, anche se non sarà facile, avremo ostacoli dall'insieme della politica». Secondo la Uil, ridurre del 25% assessori, consiglieri e consulenze farebbe calare del 30% le tasse comunali e con tre auto blu in meno si potrebbero avere tre classi di scuola materna. E ancora: sopprimere tre commissioni regionali consentirebbe di tenere due musei aperti tutto l'anno, eliminare un direttore generale assicurerebbe l'assistenza domiciliare a 40 persone non autosufficienti. «Non é nostro obiettivo - ha spiegato Angeletti - dare un'idea ulteriormente negativa della politica italiana, ma contribuire a far sì che la politica torni a essere un valore per i cittadini».

Campania, vola benzina. Pronto sciopero dei consumatori: auto a casa. Napoli, 25 feb (Il Velino/Il Velino Campania) - Vola il prezzo della benzina in Campania. Il record d'Italia si registra a Napoli, dove si è arrivati a 1 euro e 648 centesimi al litro. Oltre la media regionale, già alta, ben oltre la media nazionale. Tutta colpa della crisi in Libia. Il consequenziale aumento del carburante in tutto il Paese sta mettendo in allarme le organizzazioni sindacali e e le associazioni di consumatori. Secondo informazioni raccolte dal VELINO, si stanno preparando per la prossima settimana iniziative choc per chiedere di non gravare sulle tasche degli utenti campani. Uno sciopero di massa è l'idea più forte a cui sta lavorando. Si è tenuta nelle scorse ore una riunione nella sede di Federconsumatori al Corso Umberto proprio per fare un’attenta analisi della questione. “Come al solito la città partenopea è tra le più colpite – ha commentato il presidente della Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo -. Chiediamo a tutte le associazioni, ai sindacati e alle forze sociali della città di praticare uno sciopero della benzina di 48 ore: lasciamo le auto a casa – continua Stornaiuolo – e utilizziamo solo i mezzi pubblici, per due giorni i distributori di carburante non dovranno vedere nemmeno un’auto”. Un’azione forte lanciata dalla Federconsumatori, non nei confronti dei gestori dei distributori ma di chi sta speculando sui problemi politici della Libia. “Non è possibile – ha chiosato Stornaiuolo – che a Napoli la benzina costi di più, c’è un gap ingiustificabile in una Regione già tartassata con le tasse”. Ha sposato in pieno l'idea dello sciopero il segretario campano della Uil commercio, Gennaro Strazzullo, secondo cui “è arrivato ormai il momento che i sindacati e le associazioni di consumatori scendano in campo indicendo uno sciopero, quindi un'azione forte e compatta a difesa degli utenti che sono quelloi che pagano sempre”. (cp) 25 feb 2011 16:36

Chieti. Golden Lady, un freno agli entusiasmi. Centro commerciale o industria fotovoltaica: i sindacati chiedono chiarezza sui due progetti. di Paola Calvano
GISSI. Riconversione della Golden Lady: i sindacati frenano gli entusiasmi e invitano le istituzioni a trovare proposte di riconversione fattibili per il futuro dei 382 dipendenti dell'azienda di collant. Giuseppe Rucci (Cgil), Arnaldo Schioppa (Uil) e Franco Zerra (Cisl) nell'assemblea con i lavoratori, hanno annunciato un calendario di incontri con politici, amministratori e industriali.
«Al momento le ipotesi di riconversione sono solo teoriche. E' necessario verificare il prima possibile la fattibilità dei progetti. Anche dal punto di vista economico», dice Arnaldo Schioppa della Uil.
L'ipotesi della trasformazione della fabbrica tessile in una cittadella commerciale appare ai sindacati utopica. La proposta di riconversione dell'azienda in una fabbrica di pannelli fotovoltaici in silicio piace di più sia ai sindacati e sia alla Provincia.
«Sono passate, però, due settimane dalla presentazione del progetto e purtroppo gli imprenditori di Cupello intenzionati a produrre pannelli solari non hanno ancora incontrato i dirigenti della Golden Lady. Inoltre, il progetto deve essere supportato e garantito da una adeguata disponibilità economica. Dalle ipotesi è necessario passare ai fatti concreti», afferma Schioppa.
«I sindacati cercheranno di portare all'approdo il progetto, ma nel frattempo resteranno aperti a qualsiasi soluzione che riesca a garantire il futuro l'occupazione ai 382 lavoratori dell'industria di calze di Castiglione delle Stiviere», affermano Cgil, Cisl e Uil.
Il Comune, la Provincia e la Regione hanno un ruolo importante nella vicenda. «E' per questo che lunedì prossimo redigeremo un calendario di incontri con le istituzioni e i politici abruzzesi. Il tempo passa. I lavoratori hanno diritto ad un futuro concreto», insiste Arnaldo Schioppa.
I dipendenti della Golden Lady inizieranno a fine marzo 8 mesi di cassa integrazione in deroga.
La società di ingegneria meccanica di Cupello pronta a subentrare alla Golden Lady assicura di poter riassorbire i lavoratori ricalcando una iniziativa analoga sperimentata a Scandicci (Firenze) dalla Eurolux.
La riconversione dovrebbe essere modulare. Il costo dell'operazione diluito. E' previsto un aumento graduale della produzione. Manca però l'accordo fra le parti. La Provincia ha garantito il proprio impegno di mediazione.
«Non basta. A siglare l'intesa possono essere sono gli imprenditori. Per questo è necessario fare in modo che si incontrino», afferma Arnaldo Schioppa.
E intanto la vicenda Golden Lady continua a tenere banco su Facebook. Sono centinaia in tutta Italia le lavoratrici che attraverso internet fanno il tifo e mandano messaggi di solidarietà alle colleghe abruzzesi.

Dalla Regione 50 mln per lo sviluppo tecnologico. Venti sono subito disponibili per finanziare le piccole e medie imprese siciliane, gli altri trenta saranno destinati alla ricerca. PALERMO - Circa 50 milioni di euro in arrivo per la "diffusione della ricerca, dell'innovazione e della società dell'informazione". Di questi oltre 20 milioni di euro sono subito pronti per finanziare lo sviluppo tecnologico delle medie, piccole e piccolissime imprese siciliane. Ed entro l'anno altri 30 milioni di euro verranno destinati alla rete tecnologica e agli istituti di ricerca.
E' quanto emerso oggi a Palermo nel corso del convegno "L'innovazione come strumento di sviluppo del sistema Sicilia", organizzato nell'ambito del progetto Resint, la Rete siciliana per l'innovazione tecnologica promossa dalla Regione siciliana (dipartimento Attività produttive) e realizzata da Censis e Unioncamere Sicilia.
Nel corso dell'incontro sono stati presentati i nuovi bandi Ue destinati all'innovazione. Si tratta della misura 4.1.1.2, asse 4, del Po Fesr 2007-2013, la cui pubblicazione è prevista in Gurs nei primi 15 giorni di marzo. Le imprese avranno 60 giorni di tempo per presentare i progetti. L'istruttoria, di cui si occuperà Banca Nuova, durerà 90 giorni. Le imprese dovranno realizzare i progetti nell'arco dei successivi 18 mesi.
"La dotazione finanziaria di questa misura - ha detto Grazia Terranova, dirigente del servizio III dell'assessorato regionale alle attività produttive - ammonta a circa 15,5 milioni di euro, ma verrà rimpolpata dalle risorse di altre misure fino ad arrivare circa 20 milioni di euro. L'obiettivo è quello di concentrare i fondi europei su linee di finanziamento che promuovono realmente lo sviluppo tecnologico delle imprese, dando così un'accelerata alla spesa".
Entro l'anno andrà in Gazzetta anche la misura 4.1.2.3, asse 4, del Po Fesr 2007-2013, destinata all'offerta di ricerca. In questo caso la dotazione complessiva della misura è di 30 milioni di euro. 25/02/2011

Al sud la cosa più vicina al mercato è la cosca. di BlogSicilia 25 febbraio 2011 - La proposta della Banca del Mezzogiorno non ha suscitato obiezioni da parte della Lega e del Nord ma da altri. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sottolineando che l’operazione “sta finalmente venendo fuori”.
“Quando ho proposto la Cassa del Mezzogiorno o la Banca del Mezzogiorno – ha spiegato Tremonti intervistato da Stefano Folli del ‘Sole 24 Ore’ al congresso del Partito repubblicano – le obiezioni non sono venute dalla Lega ma da altri: questo dimostra la deviazione mentale”.
Finora, ha aggiunto il ministro, “se ci sono state difficoltà non sono venute dal Nord”.
E, ricordando il viaggio al Sud da poco compiuto, Tremonti ha osservato che “al Sud la cosa più vicina al mercato è la cosca: vai direttamente – ha detto – alla malavita”.
Per il titolare del Tesoro la Banca del Mezzogiorno “sta finalmente venendo fuori. E’ stata un’operazione complessa – ha spiegato – siamo in attesa dell’autorizzazione. Non possiamo mettere soldi pubblici” e “alla fine è una composizione mista che parte dalle Poste. Un cambiamento di questo tipo non avviene in un giorno”.

Quote latte: una proroga da 170 euro a contribuente. Il maxiemendamento che il Governo ha presentato all'inizio della settimana a proposito del decreto milleproroghe, e che oggi cerca il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, non introduce novità per quanto riguarda le quote latte. Quindi se il ddl passerà (domani andrà all'approvazione del Senato) la scadenza per le multe agli splafonatori verrà fissata definitivamente al 30 giugno prossimo. Si tratta dell'ennesima dilazione a favore degli splafonatori, fortemente voluta dalla Lega Nord; da essa cui scaturirà l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, e il conseguente pagamento di una maximulta per il nostro Paese. La sanzione, secondo alcuni analisti, costerà ad ogni cittadino italiano la bellezza di 170 euro.
Al danno si aggiungerebbe poi la beffa, in quanto - lo insinua lo stesso ministro Galan, questa vicenda «minerebbe la credibilità» - di per sé non proprio eccelsa - «che ha il nostro Paese in Europa». Così, la stessa posizione del ministro a livello europeo «risulterebbe assai indebolita a causa dell’ennesima "furbata all’italiana", volta a premiare chi non rispetta le normative comunitarie».
Ad aggravare le responsabilità della maggioranza di governo per questa operazione c'è la notizia secondo cui per finanziare la dilazione verrà utilizzato un decimo dei fondi previsti per la ricerca sul cancro (5 milioni di Euro su 50, ndr).
25 febbraio 2011

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