sabato 5 marzo 2011

Federali della Sera. 5 marzo 2011. Gli alunni stranieri sono in aumento in tutti i gradi di scuola. Mix-ling - Eltern für una cultura plurilingue. Welcome in Tuscia. Una città multietnica. È disumano. Che c'azzecca? Mi darò fuoco. In cinque anni le esecuzioni sono più che triplicate. Zaia tirerà un sospiro di sollievo. Umberto Eco nel suo Il cimitero di Praga.

Sezione Forza Oltre padani:
Bozen. Steger: disumana la scuola monolingue.
Aosta. Finaosta accenderà un maxi mutuo di 371 milioni di euro.
La scuola valdostana è ultracinquantenne: nei prossimi anni forte ricambio del personale docente.

Sezione Gheddafi e’ padano, Gheddafi e’ padano, e’ padano:
Berlusconi ai magistrati: processi ogni lunedì.
05 marzo 2011 Treviso. Stop al fotovoltaico? "Mi darò fuoco".
Padova. Zaia a lezione da Ippolito Nievo.
Padova. L'Italia si fa con gli immigrati. Polemica sulla mozione per l'Unità.
Modena. Una città multietnica. Gli stranieri sono 1500, provenienti da 65 paesi.
Vigevano. Pavia. Mutui non pagati. In cinque anni boom dei pignoramenti.
Vigevano oltre quota 64mila Residenti in crescita costante.
 
Sezione barconi:
Viterbo. Welcome in Tuscia: al via il bando per il 2011.
Peschereccio soccorre barcone, due dispersi.




Bozen. Steger: disumana la scuola monolingue. L'Obmann cittadino di Bolzano: la Svp deve cambiare posizione e aprire al plurilinguismo. BOLZANO. «È disumano che chi vive in famiglia due culture sia costretto a scegliere tra una e l'altra al momento dell'iscrizione a scuola». Lo ha dichiarato l'Obmann cittadino della Svp Dieter Steger durante un incontro con una quarantina di genitori di bimbi mistilingui dell'associazione Mix-Ling. Sono sempre di più e sempre più disposti a darsi da fare in prima persona, i genitori di lingua italiana, tedesca e multilingui impegnati per ottenere una scuola aperta al plurilinguismo. E aumenta costantemente il numero dei partecipanti agli incontri proposti dall'associazione "Mix-ling - Eltern für una cultura plurilingue", che stavolta ha invitato a un confronto, al teatro Cristallo, anche l'ex presidente del consiglio provinciale Dieter Steger. Ormai da tempo, premette la neo-presidente di Mix-Ling Michela Gaspari, «Steger si è fatto paladino, anche in quanto rappresentante del mondo dell'economia, della necessità di offrire ai bambini fin dalla più tenera età l'opportunità di un insegnamento in più lingue». «Per raggiungere questo obiettivo», è stato questo il forte messaggio lanciato da Steger ai genitori presenti alla serata, «la spinta deve arrivare dalla società civile, perché solo con una continua pressione è possibile convincere i partiti, anche la Svp, della validità di questa proposta». «È disumano - ha proseguito raccogliendo l'approvazione dei genitori - che chi vive in famiglia due culture sia costretto a scegliere tra una e l'altra al momento dell'iscrizione a scuola». L'Obmann cittadino ha quindi sottolineato che la padronanza delle lingue è uno strumento fondamentale per affrontare la concorrenza, sempre più accesa, per i migliori posti di lavoro. «I nostri figli - ha detto - rischiano di vedersi superati da chi, venendo da fuori, padroneggia almeno tre lingue». A Steger mamme e papà hanno esposto le loro difficoltà nel promuovere la crescita dei propri figli in una cultura plurilingue; hanno raccontato i successi dei loro bambini ed espresso il desiderio che la politica si apra a questa richiesta. Steger ha sottolineato che il problema «non è di sicuro l'articolo 19 dello statuto di autonomia, ma semmai le persone responsabili a trovare soluzioni e strumenti per soddisfare le esigenze di sviluppo della nostra società». Sono state anche valutate le diverse vie di promozione al plurilinguismo nella scuola che già oggi, rispettando l'articolo 19 e la normativa vigente, è possibile percorrere: dagli scambi di classi fra scuole di lingue diverse alla frequenza di un anno nella corrispondente scuola superiore dell'altra lingua. Condivisa anche l'idea che il peso di questa sfida non può ricadere sugli insegnanti delle scuole materne, che troppo spesso si trovano a dover gestire bambini di madrelingua diversa senza un adeguato supporto, né su quelli del primo e del secondo ciclo di scuola primaria, cui la partecipazione a progetti di approfondimento della seconda lingua richiede un impegno più gravoso. A questo scopo, è stato ritenuto necessario un maggior coinvolgimento della Lub nella formazione degli insegnanti di seconda lingua e aperti al plurilinguismo. Alla riunione erano presenti anche la sovrintendente alla scuola italiana, Nicoletta Minnei, e l'ispettore di seconda lingua presso la sovrintendenza, Franz Lemayr, che hanno espresso il loro sostegno all'attività dei genitori di Mix-ling. All'incontro era presente anche l'ex rettore della Lub, il linguista Hans Drumbl.
Aosta. Finaosta accenderà un maxi mutuo di 371 milioni di euro. Servirà a finanziare numerose grandi opere che verranno realizzate tra 2011 e 2015. 05/03/2011   AOSTA. La nuova caserma dei vigili del fuoco, l'ampliamento dell'ospedale su viale Ginevra, la nuova università e la funivia del Monte Bianco sono alcune delle opere per cui la Giunta regionale della Valle d'Aosta ha disposto l'accensione, attraverso Finaosta, di un mutuo di 371 milioni di euro per il quinquennio 2011-2015. Per il solo triennio 2011-2013, Finaosta spa (nella foto, la sede) si indebiterà per 180 milioni di euro.
«Il ricorso a Finaosta -  ha spiegato l'assessore Claudio Lavoyer - è stato necessario per evitare di iscrivere tutti i 371 milioni di euro a bilancio e vincolare così una quantità importante di risorse. Attraverso la società finanziaria - ha aggiunto - sarà possibile inserire a bilancio solo la quota capitale utilizzata anno per anno e gli interessi».
Le opere che richiedono gli investimenti più importanti sono l'ospedale (oltre 124 milioni nel quinquennio), la nuova caserma dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile (49.800.000 euro) e la Funivia del Monte Bianco (42.300.000 euro). Rilevanti anche i dati riguardanti l'azienda Usl della Valle d'Aosta, (oltre 30,5 milioni di euro) e gli stanziamenti per gli impianti funiviari (oltre 20 milioni), le caserme e l'eliporto (25 milioni) e la scuola di regione Tzambarlet ad Aosta (23,5 milioni - nella foto). redazione - e.g.
La scuola valdostana è ultracinquantenne: nei prossimi anni forte ricambio del personale docente. Aosta - Più di 200 insegnanti, a fronte di 1866 di ruolo, hanno ormai superato la soglia dei 55 anni di età. Il dato è contenuto nel secondo Memento statistico della scuola valdostana, presentato oggi. I docenti con meno di 34 anni sono una scarsa minoranza. Seconda edizione del Memento statistico della scuola valdostana. Il volume, realizzato dalla Struttura regionale per la valutazione del sistema scolastico dell'Assessorato regionale all'Istruzione, è stato presentato oggi. Tra i dati più significativi messi in luce dalla ricerca: la riduzione del numero di iscritti nell'istruzione professionale a vantaggio di quella tecnica, la, ancora non significativa, presenza numerica degli alunni stranieri, l'imminente ricambio di personale nella scuola valdostana e per quanto attiene al sistema universitario, la prevalenza nel conseguimento delle lauree a carattere umanistico rispetto a quelle tecnico scientifiche.
"La pubblicazione annuale del Memento - ha sottolineato l'Assessore Viérin - richiede e, al tempo stesso, produce regolarità nella raccolta e nella diffusione dei dati. Aspetti questi che offrendo una visione più ampia e prospettica dei fenomeni scolastici, creano le condizioni non solo per conoscere las scuola valdostana di oggi ma anche per pensare in maniera razionale e documentata a quella di domani".
Gli alunni stranieri sono in aumento in tutti i gradi di scuola, sopratutto in quella dell'infanzia e primaria. Nell'anno scolastico 2010/2011 la maggior parte degli alunni (l'85%), con nazionalità straniera nella scuola dell'infanzia, è nata in Italia. La percentuale scende al 50% nella scuola primaria e al 30% nelle scuole medie e al 10% nelle superiori. "Un fenomeno - ha spiegato Mauro Tamborin dello Srev - ancora gestibile".
Altra anomalia del sistema scolastico valdostano riguarda poi il personale. Nella scuola primaria la maggior parte del corpo docente si colloca in una fascia d'età tra i 50 e i 54 anni il che comporterà nei prossimi 10 anni un grosso ricambio. Gli insegnanti con meno di 34 anni sono poi una scarsa minoranza in quasi tutti i livelli di istruzione.
Sempre sul fronte occupazionale il testo segnala come nell'anno scolastico 2009/2010 vi sia stato un incremento in tutti i livelli scolastici, ad esclusione delle secondarie di secondo grado, di insegnanti assunti a tempo indeterminato. Infine il mondo della scuola è ancora nelle mani delle donne che fanno la parte dell leone nelle scuole dell'infanzia e primaria.
Ultimo dato: la popolazione universitaria. Nell'anno 2008/2009 c'è stata una flessione del numero di iscrizioni da parte di studenti valdostani all'Università. In controtendenza sono aumentati gli iscritti all'Ateneo valdostano. Infine i valdostani preferiscono le lauree a carattere umanistico (il 37%) mentre sono ancora basse le percentuali di laureati in materie tecnico-scientifiche, quelle "che ad oggi però garantiscono una maggiore occupazione".
"La scuola valdostana -ha sottolineato la Sovrintendente agli studi Patrizia Bongiovanni -  è riuscita ad unirsi per offrire un prodotto scuola valido che sia l'Ocse Pisa che l'Invalsi hanno certficato di qualità" di Silvia Savoye 04/03/2011
Berlusconi ai magistrati: processi ogni lunedì. «Il premier ritiene opportuno scendere in campo in prima persona per difendersi», ha detto questa mattina l’avvocato Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi nei tanti processi che lo vedono imputando, annunciando la volontà del primo ministro di partecipare a tutte le udienze a Milano.
«Da parte nostra - ha aggiunto Ghedini - c’è la disponibilità a celebrare i processi e a farlo rapidamente, per questo abbiamo dato la disponibilità del lunedì per le udienze, purché non si tratti di due dibattimenti».
Ieri Ghedini ha incontrato il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro, per cercare di coordinare i diversi procedimenti a carico del premier, che a quanto pare vuole essere presente in aula, con i suoi impegni istituzionali e di governo: parlando con i giornalisti, l’avvocato ha sottolineato che bisogna «bilanciare gli impegni di governo con quelli giudiziari» e ha affermato che il presidente del Consiglio è disponibile «per quattro udienze al mese, il lunedì, e a recuperare, in casi estremi, il sabato: da noi è arrivato un notevole sforzo collaborativo, ed è il massimo che si può pretendere da un presidente del Consiglio»
05 marzo 2011 Treviso. Stop al fotovoltaico? "Mi darò fuoco". Industriale di vedelago minaccia protesta clamorose contro il decreto del governo che tagli gli incentivi al fotovoltaico. "Occuperemo la Statale 53 con i nostri furgoni. Il governo sta per distruggere il settore delle energie rinnovabili per fare le centrali nucleari. Sono pazzi».
E' deciso Tiziano Vivian, titolare della Gruppo Energia di Vedelago, società del settore pannelli solari e fotovoltaico.
«Se il governo taglia gli incentivi per il fotovoltaico la mia azienda fallirà _ aggiunge _ 120 famiglie resteranno senza sostentamento dall'oggi al domani. Sono pronto a darmi fuoco».
Scatta la mobilitazione del settore delle energie rinnovabili dopo l'approvazione del decreto governativo in materia di incentivi per il settore.
Se finora un privato che installava pannelli fotovoltaici riceveva 0,40 cent dallo Stato per ogni kilowatt prodotto (ciò gli consentiva di recuperare i costi di installazione dei pannelli in 6 anni e di azzerare i costi di bolletta) ora non sarà più così.
Il governo parla di rimodulazione dei fondi. In realtà si tratta di tagli degli incentivi, se non addirittura di azzeramenti. Un decreto che rischia di mandare sul lastrico le 300 mila ditte italiane del settore. Tra queste c'è anche il Gruppo Energia di Vedelago.
Il titolare Tiziano Vivian si dichiara pronto ad azioni clamorose. «Se passa questo decreto occuperemo la Regionale 53 con i furgoni e bloccheremo il traffico _ dice _ Il Governo pazzo mandare in rovina centinaia di migliaia di aziende come la mia. Per fare cosa? Spostare i fondi al nucleare. Le aziende come la mia moriranno in un giorno».
Gruppo Energia, 25 anni di storia alle spalle, 6 anni fa ha deciso di puntare sul rinnovabile. Produce pannelli solari termici e commercializza pannelli fotovoltaici. 15 dipendenti, più un centinaio di lavoratori indotti, commerciali e con altre mansioni. 120 persone che perderanno il posto qualora i fondi venissero tagliati.
«Siamo pronti a tutto _ dice Vivian _ Rischiamo il fallimento. Da oggi non pago più le tasse, lo scriverò su dei cartelloni e li appenderò fuori dalla ditta. Se passa il decreto siamo tutti rovinati».
Diverse aziende del settore si stanno coordinando per una massiccia mobilitazione contro questo provvedimento. Stanno preparando una lettera da inviare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per segnalare l'incostituzionalità del provvedimento.
Padova. Zaia a lezione da Ippolito Nievo. Dal Risorgimento una riflessione attuale sul «modello Italia». «Io nacqui Veneziano ai 18 ottobre 1775, giorno dell'Evangelista San Luca, e morrò per la grazia di Dio italiano». Parla Carlo Altoviti, cioè Ippolito Nievo. Che è arrivato ad un soffio dal morire italiano, ma non ce l'ha fatta, dopo tutto quello scrivere, dopo tutto quel donarsi alla causa, ai Mille, all'amministrazione delle terre garibaldine ma non ancora italiane. Nievo muore oggi, centocinquant'anni fa. Muore nel naufragio del vapore Ercole, nel mar Tirreno, sulla rotta per Napoli, nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1861. Non c'è l'ora, chi dice prima e chi dopo la mezzanotte: nessuno ha visto l'Ercole affondare. Muore ancora Veneziano, tredici (o dodici) giorni prima che il Parlamento piemontese dichiari costituito il regno d'Italia, il 17 marzo di quell'anno.  Oggi, nel giorno dell'anniversario della scomparsa di Nievo, l'Anno Accademico dell'Università di Padova si apre nel suo nome, ed è una coincidenza che non poteva non toccare nel profondo Cesare De Michelis, docente dell'Ateneo ma anche membro del comitato scientifico dell'edizione nazionale delle opere di Ippolito Nievo. Farà lui la prolusione, questa mattina in Aula Magna. La definisce «uno sforzo accademico», il racconto della «vicenda storica e culturale di una figura chiave della letteratura dell'Ottocento». Durerà meno di venti minuti, e non sarà solo questo. Non foss'altro perché ad ascoltare ci sarà anche il governatore Luca Zaia, uno che non vuole esclamare «Viva l'Italia» nell'anniversario dell'Unità, e nemmeno la derivata leghista e furbetta «Viva l'Italia federale». Ma, da quello che possiamo anticipare, l'intervento di De Michelis sarà il canto di un patriottismo intelligente, combattivo, progettuale, alla larga dalla retorica. Una visione, quella di Nievo, in qualche modo trasportabile ai tempi attuali: succede, alle idee migliori, di resistere nel tempo.  Perché Ippolito Nievo, nelle sue Confessioni di un Italiano e nella sua azione, ha le idee chiare su quale Italia avrebbe dovuto nascere. Innanzitutto gli sono chiare le ragioni che rendono indispensabile l'unificazione. Che non sono sentimentalismi tricolori, ma obiettiva analisi storica e soprattutto economica. Dice l'interprete De Michelis: «Aveva capito che la modernizzazione poteva nascere solo dal progetto unitario. E chi non lo capisce ancora oggi, dopo averlo constatato, semplicemente nega la storia». E sarà la prima botta al governatore leghista.  Nievo, veneziano con la V maiuscola e nato a Padova, fa un lavoro attento di costruzione di un modello Italia. Non è il romanziere che sogna e sospira. Ha un disegno molto originale, che è insieme culturale ed economico. Ippolito ha recepito le resistenze forti delle gerarchie ecclesiastiche, ha visto con i suoi occhi, in Friuli e nel mantovano, le condizioni dei contadini, i retaggi quasi ancora feudali delle loro condizioni di lavoro, e le considera un assurdo non solo sociale, ma economico. Ha visto, accanto ai proprietari terrieri, un nuovo ceto di industriali che si accaparra anche la terra, perpetuando una condizione contadina ai limiti del servaggio, se non della schiavitù. Non è questa l'Italia di Nievo, il passaggio dagli stati e staterelli ad un confine unico deve significare cancellazione dei residui feudali, deve far nascere un paese nuovo nella struttura. Dirà, De Michelis, del confronto acceso, molto polemico, tra Nievo e i suoi contemporanei: che erano meno avanti di quel trentenne dalle idee rivoluzionarie sì, ma soprattutto analitiche. Non a caso c'è chi sostiene, ultimo Umberto Eco nel suo Il cimitero di Praga, che Nievo sia stato eliminato, facendo saltare il piroscafo Ercole: perché portava con sé le casse con i conti della gestione amministrativa della Sicilia - esattissimi al centesimo - cosa che poteva dar fastidio a molti, e magari per questa sua "combattività nazionale". Chissà.  Ma nella prolusione ci sarà anche un altro aspetto, vicino a noi: lo sguardo veneziano di Nievo, il suo interpretare il processo unitario e il futuro dall'angolo visuale di un veneto, già italiano nell'animo ma ancora sottoposto ad un'autorità straniera. E magari Zaia tirerà un sospiro di sollievo. Ma si sentirà dire che Nievo, e praticamente nessuno con lui, voleva il ritorno alla Serenissima, meglio, alla Dominante. Soprattutto il popolo, che pure nei secoli precedenti andava in cernida gridando
Padova. L'Italia si fa con gli immigrati. Polemica sulla mozione per l'Unità. Salmaso (Pdl): «Che c'azzecca. «L'Unità d'Italia passa anche attraverso l'integrazione degli immigrati». E' la frase della discordia nella mozione congiunta, predisposta dal consiglio comunale e provinciale, in occasione del 17 marzo. «Che c'azzecca?» si chiede Alberto Salmaso, capogruppo del Pdl in consiglio comunale.  LA POLEMICA. Salmaso non usa mezzi termini: «Che cosa c'entra l'integrazione degli immigrati con l'Unità d'Italia? Proprio niente, non esiste, non è attinente. Sia chiaro: non ho nulla contro gli stranieri, le altre culture o l'integrazione, ma non si può annettere indiscriminatamente senza avere una ratio per gestirla». Il presidente del consiglio comunale, Daniela Ruffini, sottolinea: «Mi dispiace ci siano consiglieri che vogliono polemizzare anche sull'Unità d'Italia, ricorrenza che dovrebbe unire e non dividere. Ritengo che non riconoscere al Paese che ci siano nuovi cittadini, sia strumentale. E' comunque di una bozza di mozione che verrà discussa proprio oggi durante la conferenza dei capigruppo. Non è scritto che si debba fare l'Unità coi marziani - ironizza Ruffini - L'unità di un paese si valuta anche attraverso il livello di coesione sociale, che si condivide con chi paga le tasse e manda i figli a scuola». Gianni Berno, capogruppo del Pd in consiglio comunale, getta acqua sul fuoco: «Si tratta solo di una bozza elaborata da un piccolo gruppo di lavoro. L'obiettivo che ci poniamo - sottolinea - è che il testo sia il più possibile condiviso. L'intento, come maggioranza, è salvaguardare i contenuti, negoziandoli però con tutti. Il 16 marzo sarà un momento importante: i due consigli, quello comunale e provinciale, si congiungeranno, creando così un momento unitario. Sulla mozione - è convinto Berno - troveremo la quadratura». Luisa Serato, presidente leghista del consiglio provinciale: «In linea di principio la condivido, purché l'integrazione passi attraverso la condivisione dell'insieme di valori e leggi del Paese dove gli immigrati vanno ad abitare».   MANIFESTAZIONI. L'associazione Tre Erre organizza il 17 marzo, dalle 15 alle 17, in Prato della Valle, un girotondo col Tricolore. Su facebook, intanto, è nato il gruppo "Esponiamo il Tricolore alle nostre finestre".  INIZIATIVE. Il consiglio provinciale, ieri, ha fissato una nottata Tricolore tra il 16 e 17 marzo. Inoltre, verranno istituiti un fondo bibliografico e cinematografico e allestita una mostra delle mappe catastali. Previsto anche un progetto editoriale "I giovani e l'Unità d'Italia". Anche le scuole saranno coinvolte con rappresentazioni teatrali. L'Idv, in riferimento all'episodio del fantoccio di Garibaldi bruciato da Raixe Venete nel vicentino, ha presentato una mozione.  SONDAGGIO. Notte del Tricolore: sì o no ai negozi aperti fino a mezzanotte? E' il sondaggio lanciato nel sito del mattino. I primi risultati: il 61% è favorevole, il 21% dice no, il 18% è contrario alle aperture serali. (ha collaborato Simone Varroto) 
Modena. Una città multietnica. Gli stranieri sono 1500, provenienti da 65 paesi. FIORANO. Poco più di 16mila abitanti, che racchiudono quasi tutta l'Italia e quasi tutto il mondo. Nei giorni in cui lancia le sue celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Fiorano fa la conta dei suoi abitanti e, fedele al motto di Ciro Menotti, "Il tuo primo pensiero sia d'unire", scopre che, uniti nella fioranesità, ci sono quasi 1500 cittadini di 65 nazionalità diverse. E che sono presenti abitanti provenienti da 104 province italiane su 108.  Un segno evidente sia dell'apertura che Fiorano manifesta ai nuovi arrivati, sia del fatto che queste sono sempre state terre di approdo da tutto il mondo, grazie a una situazione florida in termini di economia e lavoro.  I dati diffusi dal municipio mostrano anche che non ci sono comunità numerosissime, nè prevalenze accentuate nè di fede musulmana nè di altre: la comunità più consistente è quella marocchina, con 441 abitanti; segue quella albanese con 230, poi quella ghanese con 192 e in un gioco di alternanza fra Africa e est Europa, scendendo troviamo rumeni (80), tunisini (56), ucraini (49).  Da sottolineare la rappresentanza anche per paesi molto meno noti e presenti nelle nostre zone: India e Sri Lanka, Iran e Kosovo, Australia, Cuba e Benin. A Fiorano c'è un solo statunitense, un francese, un irlandese, un olandese, uno svedese.  Interessante anche la provenienza regionale, ancora più simbolica nel periodo di festa per l'unità d'Italia. Si sa delle forti presenze dalle province sarde e di Reggio Calabria, che hanno comunità affermate e riunite anche in circoli (Nuraghe e Oasi). Ma mancano all'appello, fra le provenienze provinciali presenti a Fiorano, solo Gorizia, Ogliastra, Trieste e Vercelli. Tutte le altre province italiane sono presenti, comprese tutte quelle emiliano-romagnole, tutte quelle lombarde, ma anche tutte quelle campane e siciliane.  «I cittadini provenienti da altre province sono un patrimonio storico di Fiorano - spiega Luca Vallone, assessore alla partecipazione - e si sono integrati nel tempo, portando anche ai fioranesi di nascita la loro cultura, attraverso circoli importanti come per esempio il Nuraghe e l'Oasi. I cittadini stranieri si sono progressivamente organizzati con diverse forme di partecipazione. Il principale momento di conoscenza reciproca resta il week end interculturale al Maggio Fioranese, ma l'integrazione avviene ormai in modo naturale, tanto che la Consulta degli stranieri ha esaurito la sua funzione e si è sciolta: il Comune ha realizato le richieste dei componenti (tra cui scuola d'arabo, corsi per il codice della strada e per la conoscenza delle leggi) perciò ora è in atto una revisione di tutti gli strumenti di partecipazione, che riguarda sia gli uitaliani che gli stranieri».
Vigevano. Pavia. Mutui non pagati. In cinque anni boom dei pignoramenti. VIGEVANO. Si perde la casa perchè non si riesce a pagare il mutuo e a volte nemmeno le spese condominiali. E se i conti non tornano finiscono all'asta l'azienda o il negozio con tutto quello che contengono, arredi e macchinari. I dati registrati dal tribunale sui pignoramenti di beni immobili dimostrano che la crisi colpisce ancora duro. In cinque anni le esecuzioni sono più che triplicate. Le 172 procedure del 2006 sono diventate 562 l'anno scorso e nei primi due mesi del 2011 sono già 125.  Spulciando tra le vendite giudiziarie si trova di tutto. Dalla villa a schiera a 250 mila euro all'appartamento modesto con prezzo base di 50mila euro, fino al locale in zona Ticino dove sono stati pignorati tavoli, lampadari, il bancone del bar, le posate e persino 12 cartoni di pinot. Ma oltre l'80% dei pignoramenti riguarda le abitazioni. La situazione più ricorrente è la messa in vendita di appartamenti in condominio. «Alcune esecuzioni vengono avviate anche per il mancato pagamento delle spese condominiali - afferma l'avvocato Luigi Ottobrini -. E' una situazione sempre più diffusa nei condomìni, perchè bastano due o tre proprietari che non pagano a mettere in ginocchio l'intero condominio e l'amministrazione finisce per rivalersi promuovendo la procedura esecutiva. Ci sono casi in cui i proprietari pagano solo alcune rate del mutuo poi non ce la fanno più o addirittura situazioni in cui i condòmini si rendono irreperibili».  E' l'onda lunga della crisi. «Diciamo che la crisi ha il suo peso - continua Ottobrini - ma soprattutto ora vengono al pettine i nodi dei mutui "facili" concessi qualche anno fa. Una situazione che ha poi avuto come conseguenza la stretta creditizia. Le banche adesso chiedono più garanzie, ma il mercato non ha ancora smaltito i problemi nati cinque o sei anni fa, quando contrarre un mutuo era più facile, anzi in questo periodo i problemi sono esplosi e occorrerà ancora tempo prima di tornare alla normalità». Le difficoltà investono non solo chi compra casa, ma anche chi contrae un mutuo per ristrutturare un immobile degradato. «Se i costi legati all'intervento diventano insostenibili - dice un immobiliarista - scatta il pignoramento». 
Vigevano oltre quota 64mila Residenti in crescita costante. VIGEVANO. Il record era stato raggiunto nel 1974, con 68.306 residenti. Da quell'anno in poi, la popolazione ha registrato un calo progressivo. Ieri è stata superata la soglia dei 64mila abitanti.  Per l'esattezza, 64.008 residenti, come indica la lavagna all'ingresso del Palazzo Esposizioni, dove hanno sede gli uffici demografici: 31.011 maschi, 32.997 femmine. Dopo il 1990, quando i residenti erano 61.308, la popolazione vigevanese ha sempre oscillato tra i 59mila e i 60 mila abitanti. La crescita oltre i 60mila è avvenuta negli ultimi anni, con un impulso particolare dal gennaio 2007 in poi per l'ingresso della Romania nell'Unione europea. Avvenimento che ha permesso la regolarizzazione di molti immigrati dell'Est che erano già o stavano arrivando in città. «La differenza tra l'espansione demografica degli anni Settanta e quella odierna è molto semplice da spiegare - sottolinea l'assessore all'Anagrafe e ai Servizi sociali, Andrea Ceffa -. L'esplosione demografica di allora coincideva con il boom economico di Vigevano, che offriva molto lavoro soprattutto per la forza del settore calzaturiero». Molti operai arrivavano in città dal Sud, ma anche dal Centro e dal Nord Est (in particolare dal Veneto). «Oggi - evidenzia Ceffa, che è anche vicesindaco della giunta leghista - assistiamo a un'immigrazione straniera che non arriva a Vigevano per il lavoro, perché purtroppo stiamo vivendo una fase di crisi economica, ma solo perché qui ci sono già altri famigliari e conoscenti e cercano di aggregarsi. Il problema per noi è che non essendoci impiego, molte di queste persone poi chiedono un aiuto ai servizi sociali. E dai dati che abbiamo noi, tra cui lo stesso superamento di quota 64mila abitanti, a me non risulta che gli stranieri stiano rientrando nei loro Paesi di origine, come sostiene uno dei responsabili della comunità islamica». E' la tesi sostenuta da Mohamed Khamis: «Io sono certo - ribadisce Khamis - che ci sono tanti egiziani e marocchini regolari che sono tornati al Paese di origine, perché qui hanno perso il lavoro. E si tratta soprattutto degli stranieri arrivati a Vigevano anche quindici anni fa, i più anziani. Hanno guadagnato in tanti anni di lavoro a Vigevano quel che serve per vivere dignitosamente nelle zone di provenienza, mentre qui, adesso, sarebbero poveri. Se l'immigrazione continua, è perché la gente scappa dalle zone politicamente più calde del Nord Africa, perché ha paura, e il Paese più vicino da raggiungere è l'Italia. Io sono certo che quando il Nord Africa troverà un equilibrio politico, e penso che avverrà entro quattro-cinque anni, saranno gli italiani ad andare lì a lavorare, perché ci sono le materie prime». 
Viterbo. Welcome in Tuscia: al via il bando per il 2011. Terzo anno per il progetto che stimola le strutture ricettive della provincia di Viterbo a promuovere il turismo integrato. VITERBO - In occasione della Borsa del Turismo Sociale e Associato la Camera di Commercio di Viterbo lancia la terza edizione di «Welcome in Tuscia», il progetto finalizzato a promuovere il turismo integrato.
L’iniziativa è rivolta alle diverse strutture alberghiere, extralberghiere, all’aria aperta, agriturismi e Bed & Breakfast della provincia di Viterbo, affinché sviluppino offerte ricettive in concomitanza di eventi a valenza turistica e di iniziative di promozione dei prodotti tipici agroalimentari e artigianali.
«Nel 2010 sono state 50 le strutture ricettive aderenti al Progetto – spiega Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – puntando su un modo di fare turismo che valorizza tipicità, unicità e qualità della Tuscia. La natura di questo progetto identifica nel turismo tanto un fine quanto un mezzo per numerose e differenti attività, permettendo di creare un vero sistema a rete intersettoriale, capace di attrarre i diversi turismi».
L’Ente camerale mette a disposizione delle strutture che aderiranno al «Welcome in Tuscia» azioni di comunicazione e marketing tra cui: la realizzazione di un portale sul turismo integrato, un widget per gli eventi in corso nella provincia, una cartina animata del territorio, inserzioni pubblicitarie su testate nazionali specializzate sul turismo. I partecipanti al Progetto potranno prendere parte al laboratorio sul turismo integrato, particolarmente utile per la pianificazione annuale delle attività, e alle proposte formative realizzate ad hoc, con particolare riferimento al web marketing. Inoltre il bando quest’anno prevede l’istituzione del Premio «Welcome in Tuscia», destinato alle imprese che si distingueranno per le offerte ricettive in termini di creatività, attrattività turistica e capacità di coinvolgere le imprese e le strutture locali.
I soggetti interessati possono presentare la propria domanda di adesione entro martedì 15 marzo 2011. Il bando e il modulo di partecipazione sono disponibili sul sito www.vt.camcom.it e presso l’Ufficio Promozione e Sviluppo della Camera di Commercio di Viterbo VT.CAMCOM.it Sabato 5 marzo 2011

Peschereccio soccorre barcone, due dispersi. Palermo, 04-03-2011. Due naufraghi che erano su un barcone con altri 28 extracomunitari soccorso a 50 chilometri a est di Marsala dal motopesca di Mazara del Vallo "Alcapa" risultano dispersi. Alcuni immigrati sono finiti in acque durante le operazioni di trasbordo, ostacolate dalle cattive condizioni del mare: due di loro sono stati subito recuperati dai marinai del peschereccio, altri due risultano ancora dispersi. Sul barcone, che era in precarie condizioni di galleggiabilita' e stava per affondare, si trovavano dunque 30 persone, compresi i due naufraghi che risultano ancora dispersi. L'imbarcazione e' stata avvistata dal motopesca mazarese "Alcapa" in un tratto di mare molto al largo delle coste siciliane, tra Marsala e l'isola di Marettimo. Alle operazione di ricerca dei due dispersi, oltre a un pattugliatore della Guardia di Finanza e una motovedetta della Guardia Costiera, partecipa anche un elicottero dell'Aeronautica militare che sta perlustrando dall'alto la zona. 
E' probabile che la "carretta" sia stata spinta fuori rotta dalla corrente e dal forte vento. Le condizioni meteo nella zona sono difficili, con mare Forza 4-5 e vento Forza 6 da Nord-Nord Ovest.

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