sabato 5 marzo 2011

Federali del Mattino Confederato Россия. 5 marzo 2011. La singolarità del caso valdostano che solo in parte trova giustificazione nei pochi abitanti della regione, come debbano essere altri, non i giudici, a interrogarsi sull'apparente contraddizione tra una situazione economica così florida ed un contenzioso fiscale così modesto. La sensazione che prevale è però quella di un singolare sospiro di sollievo: il sacrificio è toccato a chi non ne deve rispondere agli elettori (la Cancellieri) e, tutto sommato, meglio a lei che a noi.

Sezione Брянск:
Брянск. Putin: "Silvio non pensa solo alle ragazze".

Sezione Ei! Luis, non farti fregare da oca giuliva:
Bozen. Bolzano: mille nostalgici di "Casapound" sfilano per difendere il monumento del duce
Bozen. Alto Adige: appoggio alla Svp su presidenza del consiglio, centrodestra spaccato.
Roma. Fitto: "Sull'Irpef nessun attacco all'autonomia altoatesina".
Valle d’Aosta. Scarso contenzioso fiscale nella ricca Valle d'Aosta: troppo spazio all'evasione?
Aosta. La Regione investirà 371 milioni di euro per il piano di interventi 2011/2015.
Cogne. Cogne e Gressan avviano una collaborazione per sviluppare congiuntamente l'offerta turistica.
Trento. Incentivi alle imprese.
Arco. Trento. Bruciato «tricolore» su monumento di Arco.

Sezione Gheddafi e’ padano, con i segni distintivi:
Milano. Processo Ruby, la Procura: corsia preferenziale.
Venezia. Gheddafi figlio di un italiano e battezzato a Venezia.
Veneto, Federalismo: scontro sulle cifre per i nostri Comuni.
Mestre. Cacciari: «Non festeggio il 17 marzo».
Padova. Inaugurazione dell'Anno accademico, gaffe di Zaia e lancio di scarpe al Bo.
 Bologna. E i candidati (la) ringraziano. 

Sezione primato della Toscana:
Firenze. Mappatura dei siti gay-friendly.




Брянск. Putin: "Silvio non pensa solo alle ragazze". Il premier russo difende l'omologo italiano: Berlusconi pensa anche alle cose concrete, come l'ecologia. MILANO - «Il nostro amico Silvio Berlusconi si interessa non solo alle ragazze ma si occupa anche di cose concrete»: lo ha detto il primo ministro russo Vladimir Putin a Briansk durante una riunione regionale del suo partito, Russia Unita, presentando l'Italia come un Paese all'avanguardia in Europa nell'attenzione ai problemi ecologici.
GLI ITALIANI E L'ECOLOGIA - Nel corso della riunione fiume, trasmessa in diretta tv su Russia 24, un partecipante ha affrontato il problema della produzione di un materiale da imballaggio eco-compatibile. Il capo del governo russo ha risposto che «è molto importante sul piano della tutela ecologica la produzione di questo materiale da imballaggio biodegradabile». «I nostri colleghi in Europa - ha sottolineato - vi attribuiscono una grande importanza e, più degli altri, mi pare, in questa direzione sono all'avanguardia gli italiani: il nostro amico Silvio Berlusconi si interessa non solo alla ragazze ma si occupa anche di cose concrete», ha detto Putin, sottolineando che l'Italia in tale settore ha gli standard più severi tra i Paesi europei (Fonte: Ansa) 04 marzo 2011
Bozen. Bolzano: mille nostalgici di "Casapound" sfilano per difendere il monumento del duce / SONDAGGIO, L'associazione ha chiamato a raduno iscritti e simpatizzanti da tutta Italia per protestare contro l'accordo tra la Provincia e il ministro della cultura Sandro Bondi che dà il via libera alla rimozione del duce a cavallo da piazza Tribunale. Organizzato un contro-corteo antifascista. BOLZANO. Due distinte manifestazioni sono in programma sabato a Bolzano sul tema dei monumenti fascisti in città. Per protestare contro il recente accordo tra il ministro Sandro Bondi e la Svp che prevede il "depotenziamento" del Monumento alla Vittoria e la rimozione del Duce a cavallo che sorge davanti a Palazzo di giustizia scenderanno in campo un migliaio di esponenti dell'associazione di estrema destra "Casapound" provenienti da tutta Italia. La manifestazione partirà dall'arco di Piacentini alle 16.
Ci sarà poi un secondo corteo di stampo anti-fascista promosso dall'Anpi e dai partiti locali della sinistra. Vi prenderà parte anche il sindaco Luigi Spagnolli. L'assembramento è previsto per le 15.30 in piazzetta Innerhofer. Ingenti le misure di sicurezza per evitare contatti tra i manifestanti: mobilitati oltre 300 uomini tra polizia e carabinieri.
Da segnalare l'appello formato da quasi tutti i gruppi politici presenti in consiglio provinciale contro il raduno dell'estrema destra. «La nostra provincia - si legge - vuole essere anche in futuro un modello di convivenza, una terra in cui si punta a risolvere i conflitti in modo pacifico e non un luogo di sfilate di gruppi nazionalistici provenienti da altre regioni".
Nell'appello si sottolinea che "la convivenza pacifica rappresenta la conquista più importante della società sudtirolese" anche se "talvolta ci sono opinioni molto contrastanti su come affrontare la nostra storia o sul futuro sviluppo politico dell'Alto Adige".
"Pertanto è essenziale che il dibattito e le opinioni dei cittadini di questa provincia su determinati temi, quali ad esempio i monumenti e i simboli dell'epoca fascista, si sviluppino e si formino avviando un dialogo nel rispetto dei principi democratici", prosegue l'appello che si rivolge "alla popolazione di Bolzano e dell'Alto Adige affinchè non accetti provocazioni e mantenga la calma sul rispetto dei valori condivisi, quali la democrazia, l'autonomia e la convivenza pacifica". Il documento è sottoscritto da Elmar Pichler Rolle (Svp), Pius Leitner (Die Freiheitlichen), Sven Knoll (StF), Riccardo Dello Sbarba (Verdi), Christian Tommasini (Pd), Mauro Minniti (Pdl), Elena Artioli (Lega Nord) e Andreas Poeder (Union für Suedtirol).
Bozen. Alto Adige: appoggio alla Svp su presidenza del consiglio, centrodestra spaccato. Urzì: buona intesa su plurilinguismo e toponimi. Seppi: la Svp non ha concesso nulla. BOLZANO. L'elezione di Julia Unterberger alla presidenza del consiglio provinciale lascia ferite profonde nel centrodestra e in generale nelle minoranze. Urzì (Fli) difende la scelta - insieme a Vezzali (Pdl) - di rimanere in aula e consentire l'elezione della nuova presidente. Come membri delle opposizioni anche Minniti (Pdl) e Artioli (Lega) non avevano abbandonato la seduta già a febbraio.
E in questo quartetto del centrodestra italiano la Svp pescherà il prossimo presidente, perché la Unterberger resterà sullo scranno più alto del consiglio solo fino a maggio. Poi rotazione etnica. Donato Seppi (Unitalia) parla apertamente di «mercato delle vacche messo in scena da Pdl e Fli». Tra i quattro consiglieri le maggiori possibilità sono per l'attuale vicepresidente Minniti, la leghista Artioli e anche Vezzali potrà giocarsi le sue carte. Per Urzì, anche per essere espressione di un partito che sta all'opposizione a Roma, le «chances» sono decisamente minori. Alessandro Urzì si difende e prende a difesa del proprio operato le dichiarazioni dalla consigliera Svp Veronika Stirner Brantsch, quando «si scaglia contro il proprio stesso partito accusandolo di avere "messo in vendita la toponomastica" in cambio della semplice presenza, nel rispetto dei doveri istituzionali, dei due consiglieri del centrodestra (ossia Urzì e di Vezzali) in aula al momento del voto della Unterberger a presidente del consiglio». «Da sole quelle parole servono a smentire i detrattori di casa nostra, da Seppi ai Verdi», sottolinea lo stesso Urzì, aggiungendo: «Ovviamente disinteressati a buone intese e rinvii della discussione della toponomastica o a ragionamenti per potenziare gli strumenti per l'apprendimento della seconda lingua, come interessa invece al gruppo italiano, con relative commissioni».
«L'alternativa era di avere dei gruppi di lavoro ristretti solo a Pd e Svp sia su insegnamento della seconda lingua, che toponomastica», sottolinea il consigliere provinciale di Fli. «Vuole dire che abbiamo imboccato la strada giusta. Di certo non sarà il Pd a potere considerare d'ora in poi di sua esclusiva proprietà toponomastica e metodi di apprendimento della seconda lingua. Alla fine si convinceranno della bontà della cosa, rassegnandosi, anche Seppi e Dello Sbarba. Forse un po' meno Eva Klotz e Pius Lietner, ma a questo punto i Verdi ed Unitalia sarà bene che decidano se continuare a seguire le estreme destre separatiste di lingua tedesca o il buon senso», chiude Urzì. Ma di parere nettamente contrario si dice Donato Seppi, per il quale è «davvero grave e imperdonabile il comportamento di Pdl e Fli sulla concessione del numero legale alla elezione della Unterberger a presidente del consiglio». «Siamo di fronte alla svendita di ciò che restava del centro-destra nazionale, perché è stata dissipata, in un gesto di vero e proprio tradimento alla parola data, l'ottima intesa fra tutte le opposizioni che si riconoscevano in un accordo trasversale ritenuto inviolabile e che sarebbe evidentemente tornato utile anche in altre occasioni, non ultima la imminente elezione del presidente italiano e del vice tedesco dove servono ancora le 24 presenze in aula», continua Seppi. «L'avere giustificato l'orrido mercanteggiamento politico con l'ottenimento di una incredibile contropartita, che altro non è se non una ulteriore concessione alla Svp è un'operazione politica da definirsi "azione di auto-castrazione" per il Pdl e Fli, in quanto regala alla Svp ciò in cui nemmeno sperava: la discussione sulla toponomastica e sul bilinguismo in commissioni speciali in cui il voto dei componenti risulta ponderato, per cui il rappresentante della Svp, da solo, conta per 18 e quindi più di tutte le opposizioni messe assieme», afferma l'esponente di Unitalia, che invece vedeva spiragli per le opposizioni nelle normali commissioni legislative, così alla fine «la Svp ottiene tutto e non concede nulla».
Roma. Fitto: "Sull'Irpef nessun attacco all'autonomia altoatesina". ''L'impugnazione della norma sull'Irpef - spiega il ministro - è stata inevitabile trattandosi di una disposizione che viola la potestà esclusiva dello Stato in materia di sistema tributario". ROMA. ''Nessun attacco alle autonomie speciali''. Così il ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale, Raffaele Fitto, replica alla nota della Provincia di Bolzano sulla decisione adottata dal Consiglio dei Ministri di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale alcune disposizioni della legge provinciale n. 15 del 2010.
''L'impugnazione della norma sull'Irpef, contenuta nella legge finanziaria della Provincia autonoma di Bolzano - spiega Fitto - è stata inevitabile trattandosi di una disposizione che viola la potestà esclusiva dello Stato in materia di sistema tributario, come rilevato dalle amministrazioni centrali competenti e in particolare dal ministero dell'Economia e delle Finanze che ha ritenuto di non poter superare i rilievi di incostituzionalità neppure sulla scorta delle deduzioni fornite dalla Provincia e incentrate sul contenuto dell'Accordo di Milano.
Infatti, - ha sottolineato il ministro - dalla lettura dell'art.73 dello Statuto dell'Autonomia emerge con chiarezza che il perimetro di azione definito dallo Stato continua a rappresentare il confine entro il quale il legislatore provinciale può esercitare il proprio intervento.
In questi termini, inoltre, si è recentemente espressa la Corte Costituzionale in giudizi riguardanti il sistema tributario delle autonomie''. Lo stesso vale, prosegue il ministro, per le impugnative mosse alla Regione Friuli Venezia Giulia e alla Provincia autonoma di Trento che, pur riguardando fattispecie diverse, sono motivate da analoghe violazioni delle competenze statali. ''Ribadisco, comunque - conclude Fitto - la consueta disponibilità e piena collaborazione nei confronti della Provincia autonoma di Bolzano e delle altre Autonomie speciali''.
Valle d’Aosta. Scarso contenzioso fiscale nella ricca Valle d'Aosta: troppo spazio all'evasione? «Ricorre alla commissione tributaria solo chi paga le tasse, chi evade sfugge alla giustizia fiscale» 04/03/2011. AOSTA. Sono stati 260 i ricorsi fiscali presentati alla Commissioni tributarie valdostane nel periodo che va dal 1 luglio 2009 al 30 giugno del 2010. In leggera crescita rispetto ai 248 del periodo precedente, ma comunque «in numero modesto per una regione che ha il terzo Pil pro capite in Italia».
Questa mattina all'inaugurazione dell'anno giudiziario tributario il presidente della Commissione regionale Francantonio Granero, spiegando la singolarità del caso valdostano «che solo in parte trova giustificazione nei pochi abitanti della regione» ha sottolineato, dispiacendosi dell'assenza in sala del direttore dell'Agenzia delle entrate, come «debbano essere altri, non i giudici, a interrogarsi sull'apparente contraddizione tra una situazione economica così florida ed un contenzioso fiscale così modesto».
Per Granero infatti «sfugge del tutto alla giustizia tributaria il fenomeno imponente dell'evasione fiscale, costellata di condoni e proroghe di maxi condoni mentre giungono nelle commissioni solo le controversie che riguardano i cittadini che assolvono il totalmente o in maniera preponderante il loro obbligo con il fisco».
Dei 260 contenziosi, 215 hanno riguardato la Commissione tributaria provinciale e 45 quella regionale. In entrambe le Commissioni, è già stata definita la gran parte dei ricorsi: 174 nella prima e 35 nella seconda.
Nonostante la capacità dimostrata nel far fronte ai procedimenti, Granero ha sottolineato il grave deficit di giudici nella Commissione regionale: dei 12 necessari per legge, ne sono presenti soltanto tre. «In questo modo - ha affermato il presidente della Commissione tributaria regionale della Valle d'Aosta - viene meno la certezza dell'udienza nell'eventualità di impedimento di uno dei giudici, cui si accompagni l'impossibilità a tenerla anche dell'unico sostituto idoneo». Sostegno alla necessità espressa da Granero è venuta da Domenico Chindemi (foto), componente del Consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria che, dichiarando la volontà di mettere a concorso due posti per giudice tributario da assegnare alla nostra regione, ha parlato dei bassissimi compensi degli stessi giudici: «Con 200 o 300 euro all'anno non si può pretendere che si svolga un compito che richiede formazione e un continuo aggiornamento, perlopiù a carico del singolo magistrato». Thierry Pronesti
Aosta. La Regione investirà 371 milioni di euro per il piano di interventi 2011/2015. Aosta - La Giunta regionale con una delibera ha dato oggi mandato a Finaosta per il ricorso all’indebitamento in attuazione a quanto previsto dalla legge finanziaria regionale 2011/2013. Nei prossimi cinque anni la Valle d’Aosta spenderà 371 milioni di euro per i grandi interventi di interesse regionale. La Giunta regionale con una delibera ha dato infatti oggi mandato a Finaosta per il ricorso all’indebitamento in attuazione a quanto previsto dalla legge finanziaria regionale 2011/2013.
Il piano di interventi riguarda gli investimenti dell’Azienda Usl per 30,5 milioni di euro, il parcheggio dell’ospedale per 14 mln, l’ospedale per 124,6 mln, gli impianti funiviari per 20 mln, le caserme e gli eliporto per 25 mln, il Campus universitario per 8 mln, la Maison Caravex per 5 mln, la scuola polmone di Regione Tzambarlet per 23, 5 mln, la nuova sede dell’Institut Agricole per  18,4 mln, la caserma dei Vigili e della Protezione civile per 49,8 mln e la Funivia del Monte Bianco per 42,3 mln.
“Tutti interventi  - ha sottolineato l’Assessore alle Finanze, Claudio Lavoyer – che qualificano l’azione di questa maggioranza”. di Silvia Savoye 04/03/2011
Cogne. Cogne e Gressan avviano una collaborazione per sviluppare congiuntamente l'offerta turistica. 04/03/2011. AOSTA. I Comuni di Cogne e di Gressan hanno avviato un confronto "attivo e costruttivo sull'azione amministrativa" con un incontro che si è tenuto lo scorso 28 febbraio nel comune della plaine di Aosta e che, visto il risultato positivo, verrà ripetuto in primavera.
Le due Amministrazioni comunali, spiegano le stesse in un comunicato congiunto, "seppure con peculiarità proprie, per alcuni aspetti sono caratterizzati da interessi comuni".
Uno tra questi è certamente il collegamento tra Pila e Cogne e la tramvia Cogne-Charemoz. Tra i due Comuni è "emersa una piena condivisione sulla necessità e sui benefici di un futuro collegamento tra le due stazioni di Cogne e Pila", che sarebbe utile, se non fondamentale, per "potenziare la propria offerta turistica e conquistare un adeguato posizionamento competitivo sul mercato".
Trento. Incentivi alle imprese. Varato nuovo ddl. 04/03/2011 18:03nTRENTO - Un provvedimento molto atteso, il disegno di legge sugli incentivi alle imprese varato oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore all'industria Alessandro Olivi, che coordina il Tavolo a suo tempo istituito dalla Provincia con le categorie imprenditoriali per la creazione di valore. Si tratta di un testo che, oltre ad accorpare e semplificare la disciplina degli aiuti e dei servizi alle imprese prevista dalla legge 6 del 1999 e dalla legge 17 del 1993, introduce ulteriori forme di aiuto per l’innovazione, l’internazionalizzazione del sistema trentino, il trasferimento tecnologico, l’imprenditoria femminile e giovanile, il riequilibrio territoriale, insomma, tutti gli snodi fondamentali delle politiche provinciali di sostegno all'imprenditorialità. Il nuovo disegno di legge introduce inoltre, come più volte annunciato, criteri per una maggiore selettività degli aiuti, andando a premiare la qualità dell'impresa e del lavoro, nonché la predisposizione all'innovazione e all'apertura all'esterno. Il tutto raccordandosi con i contenuti dell'ultima Finanziaria, che ha introdotto la procedura negoziale e l’aiuto per l’assunzione di ricercatori. Contenuti dunque profondamente innovativi, come sottolineato dall'assessore Olivi, per il quale "la proposta mira ad innescare l'avvio di nuove imprese e rafforzare le alleanze fra le imprese esistenti, il tutto con l'obiettivo di accrescere la produttività del sistema nel suo complesso".
Arco. Trento. Bruciato «tricolore» su monumento di Arco. 04/03/2011 14:45. ARCO - «Mi hanno informato del gesto vandalico sabato mattina. Sono subito andato a vedere, ho scattato anche delle foto, quindi ho denunciato il fatto ai carabinieri e anche all'assessore comunale Renato Veronesi visto che quel monumento ai Caduti è appunto di proprietà del Comune. Si è pensato di non dar risalto a quanto avvenuto innanzitutto per non intralciare le indagini. E poi per evitare magari emulazioni.
Certo - ci ha detto ancora Zanoni - ad Arco non si ha memoria di atti di vilipendio della bandiera italiana. Perché proprio quella volevano bruciare. Hanno infatti calato dal pennone, dove ci sono anche la bandiera dell'Unione Europea e quella della Provincia di Trento, proprio il tricolore. È di nylon, facilmente infiammabile. Infatti ne abbiamo trovato solo i resti inceneriti o meglio, come succede con le materie plastiche, un informe coagulo nero. Non so cosa pensare».
La bandiera è stata sostituita l'altro giorno. Intanto si cercano indizi per risalire ai responsabili. «Difficile pensare ad una ragazzata» il commento di Zanoni. Certo, se confermato, l'episodio sarebbe grave, Non solo perché siamo nell'anno del 150° anniversario dell'unità d'Italia ma anche perché, come detto, la bandiera era a pochi metri dall'ufficio della polizia locale, peraltro oggetto già in passato di atti teppistici. E pensare che recentemente Claudio Zanoni, del Patt, ha proposto di collocare in municipio anche la bandiera del Comune di Arco.
Intanto, domenica 6 marzo la carovana ideata dall'orchestra «J. Futura» farà tappa nel salone delle feste del Casinò municipale di Arco con un concerto dedicato ad un rivisitatissimo Bach, solista l'eclettico violoncellista compositore palermitano Giovanni Sollima. Si tratta dell'anteprima delle celebrazioni dei Comuni di Arco e Riva per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il concerto inizierà alle 20.45, il biglietto unico numerato costa 7 euro. Prevendita nelle casse rurali. «La cultura ha un ruolo fondamentale nel favorire la crescita formativa - dice l'assessore alla cultura Massimiliano Floriani - e nel promuovere, con una serie di iniziative importanti, l'interesse al passato del nostro Paese e del Trentino, attraverso 150 anni pregni di storia. C'è qualcuno, ad Arco, che probabilmente non la pensa così.
Milano. Processo Ruby, la Procura: corsia preferenziale. MILANO. Tra i quattro processi nei quali è imputato Silvio Berlusconi, quello sul caso Ruby ha una «corsia preferenziale» e non può essere messo in coda, anche se è l'ultimo ad essere stato incardinato, perché si tratta di un processo per rito immediato, e per definizione celere, e che ha come parte offesa una minorenne. Lo si apprende da fonti della procura di Milano.
Venezia. Gheddafi figlio di un italiano e battezzato a Venezia. VENEZIA. Muhammar El Gheddafi sarebbe il figlio naturale di un ufficiale italiano che combatteva in Libia, nella Sirte. Il piccolo venne con il padre in Italia, a Venezia, quando aveva pochi mesi, e sarebbe stato battezzato. A rivelarlo, in un libro in uscita lunedì, è la giornalista e scrittrice Mary Pace che ebbe le informazioni sulle origini italiane di Gheddafi da tre fonti diverse, che si incrociano perfettamente negli elementi centrali. L'ufficiale italiano di stanza in Libia mise incinta la ragazza, la madre di Gheddafi. Il bambino, quando aveva 8-9 mesi venne portato in aereo dal padre a Venezia e battezzato da un sacerdote che non ha mai smentito né confermato il fatto. Mary Pace, scrittrice investigativa tesse la rete di queste rivelazioni in un libro intitolato «Il segreto di Gheddafi» edito da BookSprint edizioni.
«Gheddafi è cattolico e di padre italiano _ scrive la Pace _ e questa è la frustrazione di Gheddafi, non aver avuto il padre accanto a sé». E aggiunge: «Ora si spiegano anche le protezioni che ha avuto dai servizi italiani».
Veneto, Federalismo: scontro sulle cifre per i nostri Comuni. COSA SUCCEDERÀ? Un turbinìo di cifre fornito dalle parti politiche. Stradiotto (Pd) e Franco (Lega): calcoli opposti sugli effetti nel 2014 Ma intanto tutto finirà in un fondo "di riequilibrio": decide Roma. 04/03/2011. «Ecco le cifre, e dicono una sola cosa: che solo una piccola parte di Comuni veneti sono certi che dal 2014 avranno più soldi, mentre tutti gli altri dovranno attendere il verdetto del "fondo perequativo" che redistribuirà le risorse», sostiene il senatore democratico Marco Stradiotto, veneziano, che ieri ha diffuso un nuovo articolato studio sull'effetto per il Veneto del decreto sul federalismo municipale varato da Governo e Parlamento.
«Non è vero, le cifre sono chiare già adesso: il federalismo municipale porterà più soldi ai Comuni veneti e vicentini», risponde il senatore leghista Paolo Franco, vicentino, che ha già diffuso (come ha pubblicato il nostro giornale) le sue proiezioni. Insomma, è scontro di cifre.
OCCHIO AL "FONDO DI RIEQUILIBRIO". Una sola cosa è certa, nello scontro tra i due parlamentari della "bicamerale" sul federalismo: tutto questo succederà solo tra tre anni. Fino al 2013 infatti la legge prevede che tutte le somme destinate ai Comuni di cui si sta discutendo (imposte di registro e di bollo su locazioni e trasferimenti, catastali e ipotecarie, cedolare affitti) finiscano in un "fondo sperimentale di riequilibrio": la torta sarà comunque spartita a livello nazionale. Ed è su questo che, prima di tutto, i sindaci dovranno tenere alte le antenne, per verificare se si continuerà con i criteri della "spesa storica" che hanno sempre penalizzato di brutto il Veneto o se appunto inizierà a tirare un po' di aria federalista, basata cioè sulla virtuosità dei bilanci. L'altra novità immediata, come noto, è la facoltà per i sindaci di imporre una tassa di soggiorno, che è però di fatto un prelievo in più.
STRADIOTTO: «POCHI GUADAGNERANNO». Quanto al calcolo di cosa avverrà nel 2014, come detto i calcoli di Stradiotto e Franco divergono di molto, come segnala anche (a fianco) il sindaco vicentino Achille Variati e come evidenzia il grafico sopra. Secondo le tabelle di Stradiotto, infatti, ci sono sì e no 15 Comuni vicentini (Gallio, Roana, Tonezza e Asiago in testa) che sono già sicuri che con il nuovo sistema di "Imposta municipale" guadagneranno rispetto ai trasferimenti, tagliati, di quest'anno da Roma. E con loro Rosolina, S. Vito al Tagliamento (Bibione), Iesolo, Lazise e Bardolino (Garda), Cortina e il Cadore che nuoteranno nell'oro. Ma in tutto, valuta Stradiotto, sono circa 60 su 580 i Comuni veneti tranquilli: per tutti gli altri il verdetto sul guadagno o sulla perdita arriverà dal "fondo perequativo" che verrà costituito dal 2014 (al posto di quello "di riequilibrio").
FRANCO: «NUMERI PIÙ ROSEI». Perché le tabelle di Franco riportano numeri ben diversi? Secondo Stradiotto il senatore leghista ha sopravvalutato quello che arriverà ai Comuni dalla compartecipazione all'Iva e non ha tenuto conto che la cedolare sugli affitti non andrà ai Comuni ma finirà appunto nel "fondo perequativo". Ma Paolo Franco risponde con veemenza: «Non è vero: Stradiotto, amareggiato per il successo ottenuto dalla Lega col decreto, mistifica le cose: si legga la legge. Stabilisce che la compartecipazione all'Iva è fissata «in misura finanziariamente equivalente» al 2 per cento dell'Irpef, e sono le cifre che ho riportato io. Quanto alla cedolare, sempre il decreto stabilisce che "una quota" di questa come di altre voci (imposte di registro e di bollo e altro) andrà a formare il fondo perequativo. E siccome quel fondo dovrà coprire i "fabbisogni standard" dei Comuni, e non più la spesa storica, io ritengo che si porterà via una piccola parte, diciamo il 10%, della cifra dovuta ai singoli Comuni. Ecco perché - conclude Franco - è certo che i Comuni veneti incasseranno di più». Piero Erle
Mestre. Cacciari: «Non festeggio il 17 marzo». L'ex sindaco di Venezia: «Le uniche feste sensate sono quelle religiose. E poi questo paese non è mai stato unito». Il filosofo: «Pd, Pdl e Lega sono aborti di partiti, altro che Dc o Pci». E a Milano sosterrà il candidato sindaco di Fli. MESTRE – Non c'è alcun dilemma sui festeggiamenti del 17 marzo. «Non lo festeggio. Punto e basta». Massimo Cacciari lo dice così, quasi la frase non fosse destinata a creare polemiche. «Le uniche feste sensate sono quelle religiose, non vedo di che cosa stiamo discutendo, se l'università fosse aperta andrei a fare lezione regolarmente». Detto questo, di fronte alla platea degli studenti del Liceo Classico Franchetti di Mestre che insieme alla Fondazione Pellicani ha organizzato due giornate di dibattito sul federalismo con la partecipazione oltre che di Cacciari, degli storici Piero Bevilacqua e Alberto Melloni parte la puntualizzazione. «Va sottolineato però che al di fuori dell'Unità d’Italia lo scenario molecolare, individualista e disgregatore di questo paese, sarebbe solo più forte e avrebbe ripercussioni negative proprio sulle generazioni più giovani, i cui sogni si possono realizzare solo nell'unità del paese».
Per Cacciari infatti è necessario dare risposte concrete perché le «ridicole chiacchiere federaliste di destra e di sinistra non servono a nulla» e finiscono per portare sul rogo le immagini di Giuseppe Garibaldi. «L'Italia non è mai stato un paese unito fin dalla sua origine - aggiunge Piero Bevilacqua - per anni gli italiani si sono identificati nel partito comunista o nella democrazia cristiana che con le loro feste e i loro riti davano un senso di appartenenza». E con la scomparsa dei due grandi partiti di fatto il paese è tornato al suo stato originale: quella della totale frammentazione. «L'evento di tangentopoli ha portato a una catastrofe politica di cui è difficile immaginare la proporzione - continua Cacciari - dopo il Pci e la Dc non ci sono più stati partiti radicati sul territorio: quegli aborti che ci sono adesso, che si chiamino Pd o Pdl o Lega, non sono in grado di dare alcuna risposta». E' anche per questo che l'ex sindaco di Venezia ha deciso di sostenere il candidato indipendente di Futuro e Libertà a Milano contro il Pdl di Letizia Moratti e il Pd di Giuliano Pisapia. Cacciari comunque avverte che quella è una scelta esclusivamente milanese. «Il Pd ha scelto un candidato incapace di guardare al centro e non è riuscito a costruire una maggioranza condivisa come invece è successo a Venezia dove un'ipotesi di un candidato indipendente non avrebbe avuto senso», conclude il professore. Al.A.
Padova. Inaugurazione dell'Anno accademico, gaffe di Zaia e lancio di scarpe al Bo. Il governatore sbaglia la locuzione dello stemma marciano di Venezia. Non sfoggia la coccarda tricolore e si lamenta per l'assenza della bandiera veneta. Proteste di Disobbedienti e Cgil. PADOVA - Inaugurato il 789esimo anno dell'università di Padova, alla presenza del governatore del Veneto Luca Zaia. Fuori da palazzo del Bo, sede centrale dell'ateneo patavino, un gruppo di una trentina di Disobbedienti e una decina di attivisti della Cgil hanno manifestato contro la «blindatura» del palazzo, lanciando simbolicamente delle scarpe contro il portone di bronzo dell'edificio dove ha sede il rettorato. In aula magna, il governatore del Veneto Luca Zaia non ha indossato la coccarda sfoggiata dal rettore dell'ateneo di Padova Giuseppe Zaccaria e da molti professori presenti in aula magna di palazzo del Bo.
«La mia coccarda è il federalismo e poi la coccarda non mi è stato proposto di vestirla e in ogni caso non l'avrei fatto perchè c'erano molti professori che non la vestivano - ha detto Zaia a margine dell'inaugurazione del 789esimo anno dalla fondazione dell'università padovana - ci sono tre maniere di intendere l'unità e la storia d'Italia. La prima è quella conservatrice, la seconda quella revisionista, poi c'è la terza via ed è quella riformista di concludere il risorgimento, che deve prevedere assolutamente l'autonomia dei territori, il federalismo concreto e reale: è quello che invocavano i padri costituenti, basti pensare ad Einaudi. Queste celebrazioni che stiamo facendo per certi aspetti sono autoreferenziali, dedicate solo ai detentori di interessi. Se celebrare i 150 anni significa fare convegni e congressi per pochi eletti, sono solo uno spreco. La vera celebrazione dei 150 anni dell'unità è approvare a spron battuto il federalismo fiscale».
In aula magna, durante il suo intervento, Zaia si è scherzosamente lamentato della mancanza della bandiera della Repubblica veneta, incespicando sulla citazione «Pax tibi Marce Evangelista meus» citata priva del «tibi», e con «pace» al posto di pax. «Non possiamo fare come la orchestrina del Titanic - ha continuato Zaia -, che suona mentre la nave affonda. Abbiamo il problema della disoccupazione a cui guardare Vinyls e Elettrolux e molte altre aziende che soffrono e vedono i loro lavoratori andare a casa. La crisi ha pesato e pesa molto: 130mila lavoratori disoccupati non sono pochi. La partita del federalismo regionale è una partita in cui crediamo: Calderoli è la persona giusta al posto giusto. Troveremo la quadra anche in questa partita. Io voglio vedere i quattro mesi di proroga dell'approvazione del federalismo come attestazione di disponibilità: ci siamo portati a casa il fardello di inaugurare una nuova stagione di riforme e lo stiamo facendo bene». Alberto Gottardo
Bologna. E i candidati (la) ringraziano. Qualcuno l’ha definita un pesce d’aprile, in «omaggio» al giorno che segnerà l’esordio dei rincari targati Anna Maria Cancellieri. Ma la manovra da dopoguerra varata ieri dal commissario è tutt’altro che uno scherzo: è un macigno sulla strada, metaforica e non, percorsa tutti i giorni dai bolognesi. Dalla sosta ai nidi, dalle case pubbliche ai rifiuti, non si salva quasi nulla. Con la «ciliegina» di una tassa annuale sulle scuole d’infanzia fino ad ora totalmente inedita sotto le Torri. Al netto delle esenzioni su alcune voci per le famiglie meno abbienti, resta invariata praticamente solo l’addizionale Irpef, che pure sarebbe stata ritoccata qualora fosse arrivato il via libera dal governo.
Ma in una manovra passata sostanzialmente in cavalleria durante tre mesi occupati perlopiù dal dibattito su primarie, corvi, dossier e candidati possibili o reali — a stupire quasi quanto l’entità della stangata sono il semi silenzio dei candidati stessi (e dei partiti), da un lato, e l’approccio tutto sommato accomodante dei sindacati seduti al tavolo, dall’altro. Su questi ultimi, forse, è pesato più di ogni altra cosa il tentativo di evitare dure ripercussioni sulla categoria più direttamente rappresentata nella trattativa: i dipendenti comunali. Che se la caveranno, mettiamola così, con il blocco del turnover, il taglio degli straordinari e una riorganizzazione interna. Per quanto riguarda gli aspiranti sindaci e le forze politiche, invece, valgono le (poche) parole di circostanza: chi se lo poteva permettere ha scaricato la colpa sui tagli del governo, gli altri hanno allargato le braccia. La sensazione che prevale è però quella di un singolare sospiro di sollievo: il «sacrificio» è toccato a chi non ne deve rispondere agli elettori (la Cancellieri) e, tutto sommato, «meglio a lei che a noi». Era lecito aspettarsi qualcosa di più: al di là delle chiacchiere da campagna elettorale, il bilancio è lo strumento con cui si fanno le scelte per il futuro prossimo della città. Invece che di liste, simboli, alchimie politiche e pseudo-civisimo, non si poteva discutere di quello? Ma forse, in fondo, la mazzata fa comodo a tutti. Meno che ai cittadini. Simone Sabattini
Firenze. Mappatura dei siti gay-friendly. Primato della Toscana. ''Servirà - ha spiegato l'assessore Scaletti - a far emergere tutto ciò che di gay-friendly la Toscana già da tempo possiede, in termini di ricettività, offerta per il divertimento diurno e notturno, offerta culturale, servizi diversi per il turista''. Firenze, 4 marzo 2011 - La Regione Toscana, prima in Italia, mette in atto una mappatura turistica dell'offerta gay friendly presente sul proprio territorio. Lo ha annunciato l'assessore regionale al turismo Cristina Scaletti. ''Servirà - ha spiegato l'assessore - a far emergere tutto ciò che di gay-friendly la Toscana già da tempo possiede, in termini di ricettività, offerta per il divertimento diurno e notturno, offerta culturale, servizi diversi per il turista''.
La Regione Toscana si doterà di un canale tematico gay-friendly sul proprio sito dedicato www.turismo.intoscana.it (gestito da Fondazione Sistema Toscana), mettendosi al pari di molti enti turistici nazionali e regionali, come il British Tourism Authority, in Francia, Olanda, Australia, Spagna, Danimarca Svizzera, ma anche in grandi capitali europee. L'iniziativa nasce nell'ambito di ''Toscana Gay Friendly'', il progetto regionale cui collabora anche Gay.it, il portale internet con sede a Pisa, e si pone come obiettivo la mappatura delle strutture turistico-ricettive gay-friendly presenti sul territorio.

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