giovedì 10 marzo 2011

Mezzogiorno del Mattino. 10 marzo 2011.

Sanità Campania, barelle in “doppia fila” e 300 precari a rischio

Mucca pazza, dopo 10 anni +650% consumi tipico

Lombardo: "No al villaggio di Mineo"

Unità d’Italia, in 160 sale Microcinema approda “Noi credevamo”

Parma, citta esempio per il social housing.
 
No allo statuto: salviamo la costituzione promuove referendum.
 
Il Comune di Avetrana vuole il mare.
 
Comunali a Napoli, Morcone: «Accetto candidatura del Pd per amore della città».
 
I rifiuti? Cotti nei forni, inquinano di meno.
 
Tedesco si difende e accusa Vendola: «Colpa sua, mi impose l'assessorato».
 
Approvato il decreto sulle rinnovabili, ma quante lacune.
 
Torre del Greco: vigile urbano arrestato e divieto di dimora per il sindaco e altre 4 persone
 
Caro-traghetti, la Regione in campo.
 
Poveri in aumento, Anas e Banco alimentare Opere Pie di carità si mobilitano.
 
Corte Costituzionale: ammissibile conflitto Senato-pm su caso Mastella.
 
Micciché: «Contro il decreto Romani siamo pronti a far cadere il governo».
 
Napoli. E la Regione cancella l'Arpac per errore.

Federalismo regionale, voto slitta al 23.



Sanità Campania, barelle in “doppia fila” e 300 precari a rischio
L'assessore regionale al Personale Sommese: "Cerchiamo soluzioni"
Napoli, 9 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - Da un lato l'emergenza barelle, con tanto di doppie file in corsia. Dall'altro la rabbia di 300 medici precari che dopo la sentenza n. 69 della Corte costituzionale vedono l'assunzione sempre più lontana e chiedono il concorso. Il fronte sanità in Campania è sempre caldo, meglio dire rovente. In buona parte dei nosocomi di Napoli in particolare, le corsie esplodono. Allarme rosso al Cardarelli e al Loreto Mare, gli ospedali di frontiera del capoluogo. In una nota al prefetto Andrea De Martino è stata denunciata la grave situazione in cui si trovano a operare i medici. Anche i camici bianchi hanno i loro problemi. Oltre a quelli in servizio nei reparti super affollati, ci sono i precari a rivendicare i loro diritti. È il caso dei 300 medici che si sono visti bloccare l'assunzione dalla sentenza n. 69 della Corte costituzionale emessa il 28 febbraio e pubblicata il 3 marzo. I giudici della Consulta hanno bocciato le procedure di stabilizzazione avviate nella legge di bilancio regionale del 2010. L'assessore al Personale della Campani, Pasquale Sommese, ha assicurato che sono allo studio di Palazzo Santa Lucia delle soluzioni. Gli uffici legali cercheranno una via d'uscita, intanto i precari “colpiti” dalla pronuncia della Corte Costituzionale chiedono i concorsi che, come sottolineato nella sentenza, sono l'unica porta d'ingresso per le pubbliche amministrazioni. (lr) 9 mar 2011 11:44

Mucca pazza, dopo 10 anni +650% consumi tipico
E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro «Mucca pazza: dieci anni dopo», promosso dalla Coldiretti e dalla Fondazione Univerde il 9 marzo. Fonte: © COLDIRETTI.it - Pubblicata il 09/03/2011
ROMA - L’emergenza «mucca pazza» ha contribuito a spingere nei dieci anni successivi i consumi di prodotti tipici degli italiani che sono aumentati del 650 per cento per un valore che ha raggiunto i 7,5 miliardi di euro. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro «Mucca pazza: dieci anni dopo», promosso dalla Coldiretti e dalla Fondazione Univerde il 9 marzo, a dieci anni dal varo delle misure emergenziali nazionali, che ha evidenziato come nello stesso periodo si sia verificato il raddoppio del numero di prodotti a denominazioni di origine protetta (Dop/Igp) nazionali riconosciuti dall’Unione Europea che ha consentito di sorpassare la Francia e di conquistare la leadership europea con gli attuali 221 prodotti tutelati.
«La mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi ed uno attento alla qualità, all’ambiente e alla sicurezza alimentare che si è affermato e ha permesso all’Italia di conquistare la leadership in Europa», ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «a cambiare è stato anche il modello di consumo che si è arricchito dei valori della eticità, della sostenibilità, della qualità e della sicurezza». Il cibo - ha precisato Marini - per il produttore non è più solo costo e per il consumatore non è più solo prezzo. Una svolta che è stato sostenuta anche dalla Riforma della Politica Agricola europea che dovrà presto affrontare nuovi e decisi cambiamenti.
Dall’emergenza mucca pazza è emersa dunque – evidenzia la Coldiretti - una agricoltura rigenerata attenta alla qualità delle produzioni, alla salute, all’ambiente e alla tutela della biodiversità come dimostra il fatto che, dopo aver rischiato l’estinzione, si è verificato un aumento record del 39 per cento negli ultimi dieci anni degli esemplari di bovini appartenenti alle cinque storiche razze italiane con la presenza sul territorio nazionale di 147mila animali iscritti al libro genealogico allevati in 5.366 stalle italiane. Di fatto la mucca pazza ha determinato un deciso cambiamento dell’allevamento italiano e «salvato dall'estinzione» - continua la Coldiretti - l'intero patrimonio di razze bovine Made in Italy come la maestosa chianina che ha avuto il più elevato tasso di crescita e può ora contare su 46.553 esemplari, ma anche la romagnola (15.416 animali), la marchigiana (52.344), la podolica (23.370) e la maremmana (9.212) il cui numero era sceso progressivamente fino al 2000 in tutta la penisola.
La decisa svolta nei consumi e nella produzione verso sistemi di produzione più sostenibili è confermato dal fatto – sostiene la Coldiretti - che il fatturato dei prodotti biologici in dieci anni è triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi di euro attuali mentre si è più che dimezzata la presenza di residui chimici nella frutta e verdura, con i campioni di frutta e ortaggi irregolari che sono scesi dal 2 per cento del 2000 ad appena lo 0,8 per cento attuali, rispetto alla media del 3,5 per cento a livello europeo secondo il rapporto sul «Controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale» del ministero della Salute. Un risultato sostenuto da un sistema nazionale di controllo da primato con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010, secondo la Coldiretti. Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si aggiunge l’attività degli organismi privati.
Con l’emergenza mucca pazza è anche iniziato in Italia un percorso, sostenuto dalla Coldiretti, per garantire la rintracciabilità delle produzioni dal campo alla tavola con un adeguato sistema di etichettatura di origine che ha portato, in dieci anni, all'obbligo di indicare la provenienza dal 1 gennaio 2002 per la carne bovina, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy dal 17 ottobre 2005, all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008 che è divenuta obbligatoria anche per l’extravergine di oliva dal 1 luglio 2009. Ad oggi tuttavia – precisa la Coldiretti - circa la metà della spesa resta anonima in attesa dell’attuazione della legge nazionale sull’obbligo di indicare l’origine in etichetta, approvata il 18 gennaio 2001, che prevede l’emanazione di decreti per i singoli prodotti ancora mancanti.
L’esperienza mucca pazza provocata dagli effetti dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame, a lungo suggerito dal mondo scientifico, ha anche rappresentato - conclude la Coldiretti - un precedente importante per l’attuazione del principio della precauzione nell’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito alimentare che di fatto ha contribuito ad evitare contaminazioni da Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) nell’agricoltura italiana.

EFFETTO MUCCA PAZZA SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI DOPO DIECI ANNI
+ 650 % consumo di prodotti tipici per un valore di 7,5 miliardi
+ 200 % consumo di prodotti biologici per un valore di 3 miliardi di euro
+ 63 % quantità di carne chianina consumata
- 60 % residui chimici irregolari in frutta e verdura
50 % della spesa con etichettatura di origine
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

LA LEADERSHIP NEI PRODOTTI DOP/IGP CONQUISTATA DALL’ ITALIA
2000 2004 2011
ITALIA 103 142 221
FRANCIA 118 141 182
TOTALE 547 - 1000
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

I CIBI CON L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza E quelli senza
Carne di pollo e derivati Pasta
Carne bovina Carne di maiale e salumi
Frutta e verdura fresche Carne di coniglio
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro Formaggi
Latte fresco Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce Carne di pecora e agnello
Extravergine di oliva Latte a lunga conservazione
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

Lombardo: "No al villaggio di Mineo"
PALERMO - "Il governo sta approfittando di questa emergenza clandestini per portare a concentrare a Mineo duemila persone richiedenti asilo che erano sistemate in venti centri diversi. Sono cittadini di nazionalità, religione e culture diverse che spero non costituiranno lì una bomba umana". Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a margine di un'iniziativa a Palermo ha ribadito la sua posizione facendo riferimento al Villaggio della solidarietà realizzato nel Residence degli aranci di Mineo dove verranno accolti i rifugiati richiedenti asilo.
"Queste persone - ha aggiunto Lombardo - dovrebbero convivere in un unico villaggio, libere di uscire giorno e notte in un contesto territoriale già difficilissimo. La soluzione che propongo è che se ne stiano lì dove sono, perché non creano nessun problema visto che sono alloggiati in venti centri diversi. Semmai c'è da affrontare il problema di aiutare Lampedusa che è in ginocchio". 09/03/2011

Unità d’Italia, in 160 sale Microcinema approda “Noi credevamo”
Roma, 9 mar (Il Velino) - “Noi credevamo”, il film risorgimentale di Mario Martone, torna in sala. Microcinema, il circuito di sale digitali per la distribuzione di film e contenuti in HD, ha raggiunto un accordo con la 01 Distribution, per la diffusione digitale da domani, 10 marzo, del film di Martone, in occasione della celebrazione per il 150esimo dell’Unità d’Italia. È quanto Microcinema annuncia in una nota stampa. Il film, presentato il settembre scorso durante il Festival del Cinema di Venezia, racconta il Risorgimento italiano attraverso le vicende di protagonisti comuni della Storia. Episodi minori che si intrecciano ai grandi eventi che hanno segnato la nostra storia e la nascita dello Stato italiano nel 1861. “Noi Credevamo”, sostenuto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Comitato Italia 150, è uscito nelle sale italiane il 12 novembre 2010 ed ha incassato negli schermi monitorati da Cinetel euro 1.400.000 con un’uscita mirata nel circuito cittadino di qualità. La 01 ha sottoscritto l’accordo di distribuzione in digitale con Microcinema anche per soddisfare le richieste crescenti delle sale cinematografiche di proiettare il film in contemporanea nel periodo più importante delle celebrazioni. Grazie all’accordo di distribuzione digitale via satellite, il film potrà raggiungere altri 160 e più cinema italiani in alta definizione senza richiedere stampa né movimentazione di copie in pellicola.
“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Luigi Lonigro, direttore della divisione theatrical di 01 Distribution e artefice di questo importante accordo – di aver adottato questa nuova via per veicolare un film così importante e soddisfare in modo efficiente e snello le numerose richieste che provenivano da tutta Italia”. “Attraverso questo accordo, 01 Distribution e Microcinema dimostrano che è possibile un ottimo lavoro per divulgare e sostenere lo splendido patrimonio culturale italiano e i film di qualità; le sale coinvolte nell’iniziativa avranno a disposizione un film unico nel panorama cinematografico italiano e potranno proiettarlo ad impatto ecologico zero”, ha aggiunto Silvana Molino, direttore generale di Microcinema. L’elenco delle sale coinvolte sarà consultabile sul sito www.microcinema.eu; grazie alla tecnologia digitale il pubblico potrà richiedere di organizzare proiezioni del film on demand nei cinema del network Microcinema. (com/onp) 9 mar 2011 12:39

Parma, citta esempio per il social housing. di Antonio Schembri 9 marzo 2011 - “Per le Regioni, soprattutto quelle del Mezzogiorno dove è minore la quantità di risorse private e di investitori istituzionali, è adesso il momento di approfondire ulteriormente con gli Enti locali le possibilità di coordinamento tra le risorse e cogliere al volo le opportunità offerte dal nuovo strumento dei fondi immobiliari per il social housing”.
Lo ha dichiarato Marcello Arredi, Direttore Generale per le Politiche Abitative del Ministero Infrastrutture e Trasporti, intervenendo ieri al convegno sull’edilizia privata sociale. Un invito raccolto da Pier Carmelo Russo, assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, che ha confermato l’intenzione della Regione di sfruttare lo strumento del Fondo ‘investimenti per l’abitare’ costituito presso la Cassa Depostiti e Prestiti. In Italia, non solo alcuni grossi capoluoghi di provincia italiani, come Milano Roma e Napoli, ma anche città più piccole del centro- nord, hanno già attivato il social housing e, attraverso questo sistema, riattivato l’attività edilizia. Uno tra gli esempi di maggior successo riguarda Parma. Nella città emiliana, “una abitazione sociale viene locata a un canone di 300-400 euro al mese piuttosto che ai 700-800 euro richiesti nel libero mercato, mentre viene compravenduta a un prezzo al metro quadrato che non supera i 1.800 euro, anziché i 2.500” – ha spiegato Stefano Brancaccio, responsabile per le relazioni territoriali di CDP Investimenti. Per fruire di un immobile grazie alle quotazioni agevolate del social housing, occorre rientrare in una rigida selezione, operata non soltanto in base al reddito del richiedente, ma anche in considerazione dell’utilità sociale della sua posizione lavorativa (per esempio infermiere, pompiere ecc). “Lo scopo – ha concluso Brancaccio – “è creare una comunità mista”.
No allo statuto: salviamo la costituzione promuove referendum. L’Associazione “Salviamo la Costituzione” si fa promotrice di un comitato referendario per il no allo Statuto della Regione Molise, approvato dal Consiglio regionale con seconda deliberazione in data 22 febbraio 2011 e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Molise in edizione straordinaria in data 2 marzo 2011.
A tal fine invita tutti i soggetti interessati, le forze politiche e sociali, i movimenti, le associazioni, i singoli cittadini a comunicare la loro adesione al seguente indirizzo mail fuscomg@libero.it per concordare la data di un incontro da tenersi quanto prima.
Il Comune di Avetrana vuole il mare. La proposta è ora al vaglio della Regione. Avetrana vuole l'annessione al mare delle zone vicine. «Chiediamo i territori di Torre Colimena e Specchiarica»
AVETRANA - Portare il mare ad Avetrana. Non è un punto del programma politico di un locale «Cetto Laqualunque», ma una proposta avanzata dal Comune salentino alla Regione Puglia.
LA RICHIESTA – Il paese non ha sbocchi sul mare, pur essendo molto vicino ad una delle zone marittime pugliesi più belle. Per questo da pochi giorni è deposta in Regione una richiesta di ampliamento dei confini con l’annessione ad una porzione delle frazioni di Manduria. La delibera municipale è giunta davanti alla settima commissione del consiglio regionale che ora la istruirà. La proposta fu avanzata già nel 2000 da due consiglieri comunali, ma decadde subito dopo. Oggi Avetrana, chiedendo «di ampliare la propria circoscrizione con le aree marine di Torre Colimena e Specchiarica», ha un motivo in più per finire sui giornali. Teresa Serripierro. 09 marzo 2011
Comunali a Napoli, Morcone: «Accetto candidatura del Pd per amore della città». Il prefetto correrà per la poltrona di sindaco. Ora si attende la scelta definitiva dei «vendoliani». NAPOLI - Mario Morcone si candida a sindaco di Napoli: è il prefetto stesso a comunicare la sua decisione: «Accetto - dice - la candidatura propostami dal Pd per amore della città». La notizia arriva dopo che questa mattina alla Camera si erano confrontati sull'argomento il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il presidente di Sinistra e Libertà Nichi Vendola.
«Dopo aver riflettuto a lungo ho accettato la candidatura a sindaco di Napoli per amore della mia città , spiega Morcone, attualmente responsabile dell’agenzia del Viminale per i beni confiscati alle mafie. «Pur non avendo mai militato in nessuna formazione politica - aggiunge - ho apprezzato che il Partito Democratico abbia manifestato una convergenza sul mio nome, chiedo che anche altre importanti espressioni e risorse dell’area di centrosinistra sostengano la mia candidatura e lavorerò per questo». «Metto a disposizione la mia passione, le mie competenze e la mia lunga esperienza maturate nella pubblica amministrazione. Il mio impegno prioritario - aggiunge - sarà rivolto ad avvicinare l’amministrazione comunale alla città nelle sue espressioni migliori».
A questo punto si attende la scelta di Sinistra e Libertà: entro pochi giorni agli organismi dirigenti dei vendoliani verrà sottoposta la scelta tra il sostegno a Morcone o l'appoggio a Luigi De Magistris, europarlamentare di Italia dei Valori già in campo con il sostegno di liste civiche. Carlo Tarallo
I rifiuti? Cotti nei forni, inquinano di meno. 09/03/2011 16:28. TRENTO - Il nome è complicato, Tiag, e sta per termoselettore inertizzante a gassificazione. Il suo utilizzo molto più semplice: sostituirsi all'inceneritore tradizionale smaltendo (senza emissioni) i rifiuti prodotti. A metterlo a punto è la Iti, Industrial Team Italia, in cui lavora anche l'ingegnere trentino Gino Buccella. Dopo la presentazione di fine gennaio a Vigolo Baselga, il termoselettore sarà presentato la settimana prossima anche alla commissione ambiente del Comune che spera - come spiega nell'articolo sotto il suo presidente Dario Maestranzi - di riaprire la partita sulla tecnologia da utilizzare per il futuro impianto di Ischia Podetti.
La teoria del Tiag si rifà agli antici filosofi greci del «nulla si crea, nulla si distrugge» e parte dai risultati di una ricerca scientifica sulla composizione del rifiuto urbano: oltre ad una presenza marginale (circa l'8%) di bucce, verdura e frutta guasta, carta e legno, l'85% della massa è composta da materiali artificiali o di sintesi (è il caso di tutti i materiali plastici, le gomme, le vernici, le colle, gli olii) che si dovrebbero, più correttamente, denominare «materiali dismessi».
L'ingegner Buccella, basandosi su questa ricerca scientifica, ha elaborato un originale processo tecnologico per trattare in modo totale e definitivo sia i rifiuti semplici che i «dismessi» urbani e industriali, senza rilasciare inquinanti in ambiente. Insomma, oltre a ridurre, riutilizzare e riciclare, il sistema Tiag introduce altre due «R»: recuperare e respirare. Esso infatti prevede la possibilità di recuperare tutti i metalli senza che - con la combustione dell'inceneritore tradizionale - essi si disperdano nei fumi. Di fatto si sottraggono i materiali e i composti potenzialmente dannosi prima che essi finiscano nell'ambiente e nei nostri polmoni (ecco la ultima «r», respirare). Anzi, rimettendo nel ciclo produttivo i metalli senza dover ripartire dallo scavo in miniera, si recupera il loro valore intrinseco ed economico. In seconda battuta si recupera anche l'energia contenuta nei materiali plastici, sotto forma di gas riutilizzabile.
Tedesco si difende e accusa Vendola: «Colpa sua, mi impose l'assessorato». L'audizione del senatore del Pdl a Palazzo Madama. Saro: Pdl verso il no all'arresto. Il Pd resta spaccato. ROMA - Il senatore Alberto Tedesco è ascoltato dalla giunta per le immunità di Palazzo Madama che dovrà decidere se accogliere o no la richiesta d'arresto dei magistrati baresi. A di Tedesco ci sarebbero le accuse di concussione e corruzione. L’audizione è in corso, ma Giuseppe Saro del Pdl uscendo dalla giunta ha dichiarato di aver rivolto a Tedesco molte domande tra cui quelle legate al conflitto d'interesse esistente tra l'incarico di assessore alla Sanità (ricoperto all'epoca dei fatti) e le aziende dei figli e della moglie e dei fratelli.
LA RISPOSTA - Tedesco, riferisce Saro, è stato chiaro. «Avrei voluto essere nominato presidente del Consiglio regionale, ma il governatore Nichi Vendola si impuntò. Nel caso avessi rifiutato la delega alla sanità sarebbe stata crisi con la caduta della giunta». Il senatore Saro, inoltre, appellandosi al garantismo ha fatto intendere che il Pdl dirà no ai magistrati baresi, mentre il problema resta circoscritto in casa Partito democratico (quello in cui è stato eletto Tedesco). Il Pd è diviso a metà tra garantisti e giustizialisti. Rosanna Lampugnani
Approvato il decreto sulle rinnovabili, ma quante lacune. Per il settore biomasse e biogas riscontri positivi ma adesso chiediamo un coinvolgimento del mondo agricolo sui decreti attuativi. Sulle rinnovabili si procede ma con incentivi più articolati. Dopo mesi si discussioni, il 3 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sull'energia alternativa. Il provvedimento, che recepisce la direttiva europea del 2009, definisce i principi su cui i successivi decreti attuativi regoleranno la produzione di “energia pulita” nei prossimi 10 anni.
Si tratta di un provvedimento che “presenta aspetti condivisibili dal punto di vista degli interessi agricoli, ma anche alcune lacune che devono essere rapidamente colmate al fine di consentire agli agricoltori di operare in un quadro di certezza normativa necessaria al proseguimento delle attività”. È quanto sostiene il presidente della Cia Giuseppe Politi in una lettera inviata al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.
Secondo la Cia, due sono gli aspetti che vanno attentamente considerati: i tempi di approvazione, per cui si deve evitare un vuoto normativo che duri troppo a lungo, e le condizioni di agevolazione per gli investimenti delle imprese. “Si tratta di garantire agli imprenditori che hanno investito sulla base di un quadro incentivante  definito il mantenimento delle condizioni agevolate”.
Per le agroenergie, cioè le rinnovabili di origine agricola e forestale, è una prima parziale risposta, ma è necessario fin da ora il coinvolgimento del settore nella predisposizione delle norme operative che stabiliranno nel concreto i livelli degli incentivi. Secondo la Cia bisogna agire in due direzioni ben precise per realizzare i prossimi provvedimenti:
- promuovere la generazione distribuita, i piccoli e medi impianti realizzati in sintonia e nel rispetto con le caratteristiche e le risorse del territorio, affinché i benefici si trasformino in sviluppo locale al servizio delle comunità;
- sostenere le iniziative realizzate dagli imprenditori agricoli e forestali nel campo della produzione energetica da fonti rinnovabili, come opportunità di reddito e occasione di sviluppo.
Teleriscaldamento a biomasse agroforestali
E’ stato istituito un fondo di garanzia a sostegno delle reti di teleriscaldamento.
Incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse, biogas, bioliquidi
Le tariffe omnicomprensive già previste per gli impianti di potenza inferiore a 1 MW restano costanti per l’intero periodo di diritto e ferme ai valori stabiliti per tutti gli impianti che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012. Lo stesso vale per i coefficienti di moltiplicazione già previsti per gli impianti superiori a 1 MW che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012. Gli impianti che entreranno in esercizio dopo il 31 dicembre 2012, con potenza fino a 5 MW elettrici, potranno beneficiare di una nuova tariffa che verrà definita con uno specifico decreto. Oltre i 5 MW è previsto un incentivo assegnato tramite aste a ribasso gestite dal GSE.
Energia Termica
Sono previsti specifici contributi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni, realizzati in data successiva al 31 dicembre 2011. Solo un successivo decreto attuativo definirà con precisione la tipologia degli interventi. Abbiamo proposto che in questo contributo venga considerata rottamazione di apparecchi a scala domestica, come stufe e caminetti obsoleti, da sostituire con apparecchi dotati di moderne tecnologie e conformi alle più recenti norme europee. Inoltre in sede di definizione del decreto attuativo proporremo l’istituzione di un sistema del tipo “conto energia”, ma specifico per l’energia termica prodotta da impianti alimentati a biomasse legnose (legna, cippato, pellet) e distribuita con piccole reti, che dimostreranno di essere conformi alle classi più restrittive in materia di emissioni e che presentano un alto livello di efficienza.
Certificati bianchi
Il decreto prevede una riforma dei “certificati bianchi” ovvero dei titoli di efficienza energetica. Il certificato bianco si applica già all’energia termica prodotta da impianti a biomasse, ma questo decreto legislativo modifica alcuni criteri fondamentali tra cui la durata che passa dagli attuali 5 anni a un periodo in accordo alla vita utile dell’intervento.
Incentivi per il biometano
Finalmente anche l’Italia si allinea agli altri paesi del nord Europa in tema di biometano, cioè di biogas purificato. Entro 3 mesi dall’entrata in vigore del decreto, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas emanerà le specifiche tecniche del biometano. E’ previsto un sistema di incentivi su tre diverse opzioni: a) per la produzione di energia elettrica in impianti di cogenerazione ad alto rendimento; b) mediante il rilascio di certificati di immissione al consumo di biocarburanti, qualora il biometano sia utilizzato nei trasporti; c) mediante l’erogazione di uno specifico incentivo nel caso in cui il biometano venga immesso nella rete del gas naturale. Un apposito decreto definirà durata ed entità dell’incentivo.
Cumulabilità
Per gli impianti di potenza elettrica fino a 1 MW, di proprietà di aziende agricole o gestiti in connessione con aziende agricole, agro-alimentari, di allevamento e forestali, alimentati da biogas, biomasse e bioliquidi sostenibili, è possibile cumulare le tariffe incentivanti con altri incentivi pubblici non eccedenti il 40 per cento dell’investimento.
Stessa opportunità ma senza limiti di potenza è consentita agli impianti cogenerativi e trigenerativi alimentati da fonte solare, biomasse, biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, inclusi i sottoprodotti ottenuti nell’ambito di intese di filiera, contratti quadro o filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 km dall’impianto che li utilizza per produrre energia elettrica.
Biocarburanti
La quota obbligatoria di biocarburanti da miscelare nei carburanti fossili da conseguire entro il 2014 è del 5 per cento.
Fotovoltaico nei terreni agricoli
Dalla data di entrata in vigore del decreto, per gli impianti fotovoltaici collocati a terra nelle aree agricole l’accesso agli incentivi statali è consentito a condizione che la potenza nominale di ciascun impianto non sia superiore a 1MW e nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario, gli impianti devono essere collocati a una distanza non inferiore a 2 chilometri. Inoltre non sia destinato all’installazione degli impianti più del 10 per cento della superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente. Detti limiti non si applicano ai terreni abbandonati da almeno 5 anni. I limiti al fotovoltaico nelle aree agricole non si applicano agli impianti che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del decreto, o per i quali sia stata presentata la richiesta del titolo entro il 1 gennaio 2011, a condizione che l’impianto entri in funzione entro un anno dalla entrata in vigore del decreto.
Torre del Greco: vigile urbano arrestato e divieto di dimora per il sindaco e altre 4 persone TORRE DEL GRECO. Un vigile urbano arrestato e pesanti accuse nei confronti del sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello (nella foto), destinatario, insieme ad altre cinque persone di un'ordinanza di divieto di dimora nel comune vesuviano. Sarebbero di fronte a una svolta le indagini sulla condotta degli appartenenti al settore antiabusivismo della polizia municipale di Torre del Greco: sei le ordinanze restrittive eseguite questa mattina dalla polizia, disposte dalla Procura di Torre Annunziata, che fanno seguito a quelle che, lo scorso 25 ottobre, portarono in carcere otto persone, tra vigili urbani e dipendenti comunali, mentre altre sette persone finirono invece agli arresti domiciliari. Il vigile urbano arrestato è Raimondo Dottrina, indagato per soppressione di atto pubblico e falso in atto pubblico. Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse anche delle testimonianze di alcune delle persone coinvolte nella prima fase, il sindaco Borriello avrebbe condizionato l'attività del nucleo antiabusivismo della polizia municipale di Torre del Greco. In particolare il primo cittadino, insieme con Nicola Donadio, impegnato in politica e padre del consigliere comunale Antonio, già finito ai domiciliari nella precedente operazione, avrebbe indotto Dottrina e un altro vigile urbano a far sparire un verbale di sequestro elevato ai danni del titolare di un esercizio pubblico della città vesuviana che stava effettuando lavori di ristrutturazione al proprio negozio. Al sindaco vengono contestate le accuse di soppressione di atto pubblico e abuso d'ufficio. Divieto di dimora anche per Nicola Donadio: per lui l'accusa è di soppressione di atto pubblico. Stessa sorte e toccata anche a Massimiliano D'Avino e Raffaele Vitiello, accusati di millantato credito, e per il dipendente comunale Bernardo Tamburino nei confronti del quale pende l'accusa di falso in atto pubblico.
Caro-traghetti, la Regione in campo. "Siamo pronti ad abbattere i costi". La Regione potrebbe intervenire per abbattere il caro-traghetti che sta penalizzando la stagione turistica nell'isola. Fra le misure allo studio quella di un abbattimento dell'Iva pagata dai viaggiatori che verrebbero così rimborsati di parte del costo del biglietto.
“Abbiamo l'esigenza di analizzare le condizioni di mercato del trasporto marittimo per consentire ai cittadini di spostarsi liberamente con tariffe adeguate, con la consapevolezza che viviamo una situazione di crisi economica che incide sui vettori ma soprattutto su coloro che vogliono venire in Sardegna. Stiamo valutando la possibilità di intervenire a favore dei viaggiatori per far si che agli stessi venga rimborsata la quota parte dell'Iva spettante alla Regione, consentendo un abbattimento dei costi dei biglietti”. Lo ha detto l'assessore regionale dei Trasporti, Christian Solinas, aprendo oggi la prima riunione del Tavolo tecnico sul trasporto marittimo a cui hanno partecipato l'assessore del Turismo, Luigi Crisponi, e le compagnie di navigazione Moby, Tirrenia di Navigazione, Grandi Navi Veloci, Snav e Grendi.
"E' necessario fare uno sforzo comune, soprattutto in un momento in cui i flussi turistici diretti verso i paesi del Nord Africa si stanno riposizionando, a causa della grave situazione di instabilità. Il Tavolo tecnico si dovrà chiudere in tempi rapidi - ha aggiunto Solinas - e proporrà soluzioni di breve, medio e lungo termine che serviranno a stabilizzare le tariffe all'interno di livelli accettabili anche per i prossimi anni". Nel corso della riunione di questa mattina Solinas ha aggiunto che anche la tematica del trasporto merci non può essere trascurata: "Nell'ultima finanziaria regionale sono stati stanziati tre mln di euro per agevolare il trasporto via mare delle merci dalla Sardegna, e assieme agli operatori marittimi vogliamo studiare l'attuazione del provvedimento".
Poveri in aumento, Anas e Banco alimentare Opere Pie di carità si mobilitano. di Antonella Folgheretti 9 marzo 2011 - Nel nostro Paese ci sono 19 milioni di persone che non possono essere definite tecnicamente povere per il livello di reddito e di consumo ma che portano le stigmate della minaccia di povertà.
Ci sono 4 milioni di persone che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, 3 milioni e mezzo di individui in difficoltà per le spese della vita quotidiana, e poi quasi sei milioni di “vulnerabili” dichiaratamente in difficoltà.
I dati sono delle Acli italiane, che li hanno messi nero su bianco. Ma non sono mere cifre, buttate lì per fare statistica. Questi 19 milioni non sono macchie di inchiostro su fogli di carta. Vivono.
Per aiutare, dove è possibile, l’Associazione nazionale di azione sociale, sede zonale di Palermo Oreto-Policlinico, e il Banco Alimentare Opere Pie di Carità di Sicilia hanno avviato una campagna per la distribuzione gratuita di alimentari a favore delle famiglie meno agiate della città di Palermo.
All’attività di volontariato partecipano, liberi dal servizio, anche diversi carabinieri del comando Provinciale di Palermo e del Comando Legione Sicilia.
L’attività di volontariato continuerà per tutta la settimana in via Filippo Corazza 20 B . Le due associazioni di volontariato distribuiranno generi alimentari (formaggi, pasta, latte, biscotti ecc.) consegnati in beneficenza da anonimi cittadini.
Organizzatore dell’iniziativa sono il luogotenente Diego Mannisi, presidente zonale dell’A.N.A.S. Palermo Oreto-Policlinico, e Francesco Ciulla, responsabile cittadino del Banco Alimentare Opere Pie di Carità. Domani mattina alle ore 12:00 in via Filippo Corazza avrà luogo la cerimonia di avvio dell’iniziativa.
Corte Costituzionale: ammissibile conflitto Senato-pm su caso Mastella. Napoli, 9 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - Per la Corte Costituzionale è ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal Senato nei confronti della Procura di Santa Maria Capua Vetere e del Gup di Napoli in merito all'inchiesta che riguarda Clemente Mastella. Palazzo Madama nel novembre 2010 aveva votato un ricorso alla Consulta lamentando che l'ex Guardasigilli fosse stato indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e poi da quella di Napoli alla quale furono trasmessi gli atti, senza che fosse stata informata preventivamente la Camera di appartenenza che aveva il diritto di esprimere la propria valutazione sulla natura del reato: dunque se questo fosse di competenza del Tribunale dei Ministri o meno. La Consulta esaminerà il merito della questione nei prossimi mesi per poi pronunciarsi. Il caso potrebbe rappresentare un importante precedente. (red) 9 mar 2011 17:35
Micciché: «Contro il decreto Romani siamo pronti a far cadere il governo». Critico sul testo sulle fonti rinnovabili di energia: «Con le nuove direttive migliaia di licenziamenti». PALERMO - Se il percorso del decreto Romani sulle fonti di energia rinnovabili dovesse andare avanti, il leader di Forza del Sud e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché sarebbe anche «pronto a far cadere il governo». Lo afferma in un'intervista al Clandestinoweb, riportata nel suo blog, nella quale ribadisce le sue critiche al provvedimento varato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri. «Sono convinto», dice Micciché, «che Romani e la Santanché siano in buona fede, ma stavolta hanno preso davvero una cantonata. Non si rendono conto del danno che riesce a creare un decreto del genere. Si tratta di conseguenze colossali: una recente analisi dice che lo Stato perderà cifre enormi di tasse, verranno buttati all'aria tantissimi investimenti, per non parlare dei posti di lavoro che verranno persi».
UN TESTO CHE DANNEGGIA IL SUD - Per Micciché il testo «deve essere per forza modificato. Spero si rendano conto che è stato fatto un errore. Può capitare che si sbagli, ma l'importante è rimediare. Io sono convinto che già ci sia questa posizione da parte di tutti, hanno capito che è stata fatta una stupidaggine e che bisogna correre ai ripari entro maggio». E nel caso in cui non ci fosse alcuna marcia indietro? «Facciamo cadere il governo», attacca Micciché, «Se passa un decreto di questo genere sono capace di lasciare il partito. E' una cosa gravissima. Io non ho particolare voglia di fotovoltaico, ma le nuove direttive darebbero il via a migliaia di licenziamenti in Sicilia, Calabria e Puglia. È un errore terribile», conclude, «che ucciderebbe quel poco di sviluppo che il Mezzogiorno ha conquistato con così tanta fatica. Quindi l'argomento non può essere oggetto di scontri. Se qualcuno non vuole capire ciò che stiamo dicendo, non c'è trattativa». Redazione online
Napoli. E la Regione cancella l'Arpac per errore. Pasticcio in finanziaria: «rimedieremo». Abrogata la norma che stanzia i fondi, dipendenti in allarme. L'assessore Romano: la ripristineremo subito. NAPOLI - «E’ stato un errore» dice l’assessore. Un errore che da giorni fa trascorrere notti insonni ai dipendenti dell’Arpac, circa 600, che si sono visti cancellare la norma da cui dipende la sopravvivenza dell’agenzia nell’ultima finanziaria regionale 2011 abroga l’articolo 42 comma 15 della legge del 2008 che assegna il finanziamento all’agenzia. Hanno letto e riletto il testo funzionari, ingegneri, semplici addetti dell’agenzia per l’ambiente: niente, sembra proprio che la Regione abbia cassato il comma “vitale”, quello che ogni anno determina l’assegnazione dello 0,35% del fondo sanitario, pari più o meno a 30 milioni di euro. L’assessore all’Ambiente Giovanni Romano prova a rassenerare gli animi gettando acqua sul fuoco. Ammette: sì c’è stato un errore materiale ma l’assegnazione dei fondi verrà ripristinata quanto prima”. Come? Vengono prospettate due soluzioni. Reinserire la norma in sede di definizione del testo della finanziara regionale, cioè prima della pubblicazione sul Burc, bollettino ufficiale. Oppure, lo stesso governatore Stefano Caldoro – spiega l’assessore – potrebbe firmare un decreto ad hoc per la resurrezione dell’articolo abrogato. Ma com’è stata possibile tale defalillance? “Forse in sede di voto – ipotizza Romano – è stato cancellato un intero blocco di norme” senza rendersi conto della presenza del comma pro-Arpac. Siccome il testo è passato con la fiducia, quindi senza la discussione sui singoli emendamenti, l’anomali non è stata subito sanata. L’agenzia per l’ambiente – ricordiamolo – è presente in ogni regione in base ad una legge dello Stato . La dotazione viene stabilita dai vari enti anno dopo anno. Adesso seicento dipendenti attendono fiduciosi, contando ore e minuti, la resurrezione della norma salva-Arpac cassata “per errore”. La Fp Cgil commenta: «Siamo contenti che la Regione si stia adoperando per ripristinare la norma. Ma è anche probabile che, tecnicamente, sia necessario un nuovo passaggio in Consiglio regionale» Alessandro Chetta
Federalismo regionale, voto slitta al 23. Governo lavora ad intesa. Roma, 9 mar (Il Velino) - Il voto in commissione bicamerale sul decreto di attuazione del federalismo regionale e sulla sanità slitta dall’11 al 23 marzo e la maggioranza non esclude la possibilità di poter arrivare ad un parere condiviso con la maggioranza. La proroga è stata chiesta dall’ufficio di presidenza della commissione presieduta da Enrico La Loggia, che ora si farà carico di formalizzare la richiesta ai presidenti di Camera e Senato. Durante la riunione della commissione di oggi è stato anche fissato il calendario dei lavori delle prossime due settimane. Domani si proseguirà con la discussione generale sul provvedimento. La prossima settimana, invece, sarà dedicata al lavoro tecnico-politico dei relatori per giungere alla definizione dei pareri, che dovrebbero essere depositati il 16 marzo. Successivamente si aprirà il confronto sul testo e non si esclude che ci siano i margini per arrivare ad “un parere largamente condiviso”, come auspicato dallo stesso presidente La Loggia. Ottimista il relatore della maggioranza Massimo Corsaro (Pdl). “Credo che il barometro del lavoro della commissione bicamerale volga al bello - ha commentato -. Oggi si è deciso di chiedere una proroga dei lavori perché nelle prossime due settimane i relatori di maggioranza e di minoranza possano concordemente provare a redigere un parere da sottoporre a tutta la commissione nell’auspicio reciproco che insieme si possa votare un parere che dia il via al federalismo regionale”.
Sulle richieste delle Regioni relative al finanziamento del trasporto pubblico locale e alla maggiore flessibilità del patto di stabilità, Corsaro non ha dubbi “che nel corso del lavoro della bicamerale si giunga ad un’intesa”. Dopo il voto del 23 marzo in commissione, poi, il governo dovrebbe presentare un disegno di legge ad hoc per prorogare di quattro mesi la delega sul federalismo che scade a maggio. Il Pd ieri aveva fissato i paletti nella trattativa con la maggioranza per l’approvazione del decreto legislativo, che a suo dire, se non cambierà avrà degli effetti “devastanti”. La risposta del governo è arrivata per bocca del ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli. “I temi li conosciamo, alcuni sono condivisibili, ora lasciatemi il tempo di leggere i testi, sono venti pagine... - ha affermato -. Il mio obiettivo è un parere condiviso”. E il relatore di minoranza Francesco Boccia (Pd) ha ribadito: “Abbiamo due settimane per migliorare il decreto: noi abbiamo intenzione di non perdere neanche un minuto pur di incidere positivamente su perequazione territoriale, garanzie sui livelli essenziali per istruzione, assistenza e trasporto pubblico locale e semplificazione fiscale. Sono convinto che in commissione bicamerale si possa fare un buon lavoro, con l’aiuto di tutti i gruppi, per ottenere una reale e proficua convergenza e trasformare il decreto attuale in un testo condiviso e utile al paese”. (ala) 9 mar 2011 20:07

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