giovedì 10 marzo 2011

Risorse per il Sud la verità nei fatti

di GIANFRANCO VIESTI – La Gazzetta del Mezzogiorno - 10 Marzo 2011
Ciò che più dispiace e preoccupa nell’attuale dibattito sulle politiche economiche in Italia, è la scomparsa dei fatti. Accade questo. Si confrontano molte opinioni, spesso con toni accesi. Ma queste opinioni non riescono quasi mai a condividere un punto di partenza analitico comune; non riescono quasi mai a partire dai fatti, che, in quanto tali, dovrebbero essere oggettivi, neutri, non di parte. Così la discussione diventa molto più difficile, confusa, inutile. Ogni volta non si discute solo su “quel che si dovrebbe fare”, ma anche, contemporaneamente, sul “come stanno le cose”. E così è molto più difficile confrontare ipotesi e proposte.


Questo vale per le grandi politiche di sviluppo del paese; vale per la scuola, l’università e la ricerca. Vale moltissimo per il federalismo fiscale, con l’aggravante che quella materia è particolarmente complicata, e dunque la confusione fra fatti e opinione rende davvero impossibile per i normali cittadini capirci qualcosa. E naturalmente vale per le politiche di sviluppo del Mezzogiorno. Anche questa materia non è semplicissima. Ma, volendo, si può rendere tale; e consentire ai cittadini di farsi un’opinione. Ma per questo servono i fatti. Serve condividere alcune informazioni oggettive. Se i fatti scompaiono, tutto diventa buio; non si sentono più ragionamenti ma solo grida.

Parliamo ancora una volta delle risorse per le politiche di sviluppo del Sud. Di un argomento scomodo: i soldi. Ma di un argomento che è fondamentale: senza soldi non si costruiscono ferrovie, non si ristrutturano gli edifici scolastici, non si modernizzano gli ospedali, e così via. Il tema è rilevante: quanto è grande lo sforzo che la politica economica italiana sta facendo per lo sviluppo del Sud? Questo sforzo è diminuito nel recente passato? Perché?

Il 4 marzo scorso il ministro Raffaele Fitto ha dichiarato alle agenzie che “la quota del fondo aree sottoutilizzate e le risorse europee nel loro complesso, tra la precedente e l’attuale programmazione ruotano intorno ai 100 miliardi di euro”. I famosi 100 miliardi. Una cifra rotonda, che fa dire che si sta facendo molto; al contrario, che fa dire a molti disinteressati alle sorti del Sud che si sta facendo troppo. 100; 100 erano e 100 sono. Ma è così? Non proprio. Tutto dipende dall’accezione che si dà al termine “ruotano”; per così dire, dall’ampiezza della rotazione.

I conti non sono difficili da fare. Li rendiamo più semplici possibile. Contiamo.

1) ci sono i Fondi Europei 2007-13; una parte per fortuna è già spesa, o comunque è stata impegnata (è stata destinata a specifici interventi, e quindi ci sono delibere, contratti, obbligazioni varie che non si possono cancellare); ce ne sono ancora circa 36.

2) C’è il FAS nazionale 2007-13; non ne è rimasto quasi più niente; documenti ufficiali del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) quantificano quanto rimane a meno di 1 miliardo

3) Ci sono i FAS regionali. Dato che il Governo centrale non ne ha ancora consentito l’utilizzo, sono tutti lì (in realtà sono stati significativamente ridotti): sono 15 miliardi.

4) Ci sono le risorse che residuano dalla programmazione 2000-06 (si veda questa rubrica “Scenari” del 24 febbraio. Fra “risorse liberate” dei Fondi Europei e risorse da riprogrammare del vecchio FAS (in quella rubrica si era provato a spiegare esattamente cosa fossero), siamo a circa 7 miliardi.

Facciamo il totale. Abbiamo 36+1+15+7. Fa 59. Il che è del tutto ragionevole. Come infatti qualche cittadino è riuscito a sapere molti dei 100 miliardi che c’erano non ci sono più perché usati per altri diversi obiettivi; una parte delle risorse è stata spesa. Quindi 59. La domanda è: 59 miliardi è una cifra che “ruota” intorno ai 100 miliardi? Come si diceva all’inizio, dipende dal significato che si dà alla “rotazione”. Si può dire che “ruotino”. Si può anche dire, con linguaggio più terra terra, che sono poco più della metà.

Questo è un fatto. Su questo fatto sarebbe bello che si confrontassero le opinioni. C’è chi può pensare che il Governo abbia fatto bene a destinare altrove le risorse del FAS. C’è addirittura chi sostiene, facendo un po’ di confusione, che siccome le Regioni sono lente a spendere, bene ha fatto il Governo a tagliare il FAS nazionale: fa confusione perché il FAS nazionale dovevano spenderlo i Ministeri, e quindi che le Regioni siano lente non c’entra nulla. Al contrario c’è chi può sostenere che si sia fatto un grave errore di politica economica, che acuirà moltissimo le difficoltà delle imprese meridionali e dei servizi pubblici al Sud nei prossimi anni (come su queste colonne si è più volte sostenuto). Opinioni. Come è normale in democrazia. Diverse e contrapposte, a partire dai fatti. Che sono quelli. Ma se i fatti scompaiono, o si mettono a ruotare, non ci si capisce più nulla. E’ un peccato che i cittadini non possano formarsi un’opinione. O no?

 

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