sabato 12 marzo 2011

Mezzogiorno della Sera. 12 marzo 2011.

I debiti fuori bilancio soffocano Regioni e enti locali

Golden Lady, fallisce la riconversione.

Salerno, De Luca fa aprire le sale scommesse dopo le 13.

Pisticci: no a centrale turbogas.

“I fondi Urban restano inutilizzati”

Scopelliti indagato per abuso d’ufficio a Reggio Calabria.

Nardò, ulivi incendiati per far posto al fotovoltaico.

Da truffato ad associato a delinquere dei propri truffatori e ricettatore.

Federalismo: si riunisce gruppo interdipartimentale Sicilia.

Economia: conclusa a Palermo visita delegazione cinese in Sicilia.

Mazzetta da 10.000 €, arrestato deputato regionale del Pd

Partito democratico: 5.000 firme contro Lombardo


I debiti fuori bilancio soffocano Regioni e enti locali
Le imprese siciliane sono soffocate dalle inadempienze contrattuali di Regione ed enti locali, che pagano mediamente le forniture di beni e di servizi a 400 giorni dalla data fattura. Se paragoniamo questo lasso di tempo con quello della Regione Lombardia, nostro benchmark (modello), che è di appena 60 giorni, comprendiamo benissimo che oltre alle difficoltà di mercato, le imprese  subiscono un’ulteriore gravosissima e gratuita difficoltà: l’enorme ritardo degli incassi.
Per sopperire ad esso, le imprese siciliane e non, sono costrette ad utilizzare gli affidamenti bancari in modo sbagliato perché, invece, essi dovrebbero essere indirizzati all’aumento del volume di affari o a nuovi investimenti.
Piove sul bagnato. Questo ulteriore onere non ci dovrebbe essere, ma anzi le imprese dovrebbero essere agevolate per creare nuovi posti di lavoro e nuova ricchezza tassabile. Questo grave handicap, da noi più volte riportato all’attenzione dei lettori, non viene esaminato dalle amministrazioni regionale e locali che invece sono prontissime a pagare gli stipendi dei propri amministratori, dipendenti e consulenti.
Se le imprese piangono, le stesse amministrazioni non ridono. Vi spieghiamo perché. Sui ritardi rispetto alla data di pagamento, i creditori hanno la facoltà di emettere note di debito per gli interessi di mora, che in atto si aggirano intorno all’8%. Dal che si deduce che, salva la mancanza di liquidità, il ritardo dà ai fornitori un beneficio economico.
Ma per i Comuni, gli interessi di mora costituiscono debiti fuori bilancio. Se ad essi si sommano le spese legali ed onorari per eventuali procedure esecutive, tali debiti fuori bilancio aumentano ancor di più. Ma, ancora, bisogna addizionare le controversie legali perse sia per la sorte capitale che per le relative spese. In aggiunta, le sanzioni della Corte dei Conti per danni erariali che, per la Regione in questi ultimi mesi, sono stati per decine e decine di milioni di euro.
I debiti fuori bilancio stravolgono la buona amministrazione dell’ente e stravolgono gli indirizzi e la destinazione di risorse per la costruzione di opere pubbliche e l’incentivazione di attività produttive.
Quando un sindaco, per la propria ignavia e la propria incapacità gestionale, paga cifre rilevanti per debiti fuori bilancio, non avendo la possibilità di indebitarsi con le banche (operazione vietata), in un clima di diminuzione dei trasferimenti, non essendo abile ad attivare procedure interne per riscuotere le imposte locali non pagate, né per scoprire gli evasori totali o parziali, è costretto a bocciare le spese per investimenti, con ciò danneggiando fortemente anche un esiguo processo di crescita.
I sindaci che si comportano così debbono essere denominati dall’opinione pubblica come viziosi ed incapaci,  quindi vanno cacciati a furor di popolo per far posto ad altri amministratori onesti e capaci che fanno funzionare bene la macchina amministrativa, pagando con puntualità i fornitori e indirizzando tutte le risorse possibili, tagliate alla clientelare spesa corrente, verso gli investimenti.
Come più volte scritto, il Federalismo attiverà il processo di selezione dei sindaci virtuosi, soprattutto con il decreto legislativo in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma ancor più cogente sarà il prossimo decreto lgs sulle sanzioni agli amministratori locali, anche con l’interdizione decennale dai pubblici uffici.
Battiamo molto sulla necessità che gli attuali sindaci diventino virtuosi o vengano sostituiti, perché il tessuto siciliano dei Comuni è il più importante della nostra regione. Solo attraverso lo sviluppo del singolo territorio comunale vi potrà essere lo sviluppo dell’intera regione. Mentre la Regione dovrà fare la sua parte facendo riforme quadro e di indirizzo generale, abrogando quelle norme clientelari e assistenziali che non sono proprie dell’ente ma servono solo a perpetuare il clientelismo.
Dal funzionamento organico di Regione e Comuni, nel processo virtuoso, potrà esserci quella svolta fondamentale perché la Sicilia cominci a ridurre il baratro del divario che la separa dalla Lombardia e dalle altre regioni virtuose del Nord. Non che lì non vi siano comportamenti viziosi. Ovunque vi sono le mele marce, ma lì la maggioranza delle mele è commestibile.

Golden Lady, fallisce la riconversione. I vertici dell'azienda non sono interessati alla cittadella commerciale. Appello del sindaco. GISSI. L'ipotesi di riconversione della fabbrica di collant Golden Lady di Gissi in una cittadella commerciale non c'è più. La notizia è stata data ieri sera dal sindaco Nicola Marisi nel corso del consiglio comunale monotematico convocato dal primo cittadino su richiesta dell'opposizione.  «Il 4 marzo scorso Nerino Grassi, dirigente dell'industria tessile, mi ha comunicato di non essere più intenzionato al progetto. La procedura affidata al dottor Storchi è stata così annullata».  Una doccia fredda per chi aveva riposto le proprie speranze di lavoro nel progetto. Nulla di inaspettato per chi in realtà non ci aveva mai creduto o comunque la considerava un'ipotesi utopistica. «Certo è che a questo punto è necessario che tutti si impegnino, ciascuno per quanto di propria competenza, per portare in porto la seconda proposta: trasformare la fabbrica di calze in un sito produttivo di pannelli solari in silicio», ha detto il primo cittadino, e l'opposizione si è detta d'accordo.  Maggioranza e minoranza hanno ammainato le bandiere politiche per redigere un unico documento da inviare ai responsabili del gruppo industriale di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e agli amministratori del Vastese.  L'amministrazione comunale di Gissi chiede alla Golden Lady di favorire l'ipotesi di riconversione della fabbrica, concedendo il capannone industriale della Valsinello a titolo gratuito, almeno per qualche anno.  Nel documento il Consiglio comunale invita i dirigenti della fabbrica a proseguire la produzione fino al termine della vertenza, senza mutilare gli impianti trasferendo in altri siti produttivi i macchinari. Ai sindaci del Vastese l'amministrazione di Gissi chiede invece di attivarsi per il mantenimento in vita di questo sito produttivo.  «I lavoratori arrivano da tutto il Vastese. E' giusto che a lottare per la loro occupazione e il loro futuro siano tutti i sindaci», ha detto Marisi tornando ad esprimere la solidarietà dell'intera assise civica alle maestranze in cassa integrazione da più di due anni. Si tratta di 382 lavoratori, e circa un terzo sono donne.  Anche i sindacati ritengono sia necessario incontrare prima possibile i dirigenti di Golden Lady per verificare la loro disponibilità all'ipotesi di riconversione. «L'unica certezza al momento è la volontà dei responsabili del gruppo di Castiglione delle Stiviere di trasferire gli impianti, non solo quelli di Gissi ma anche quelli della Omsa di Faenza, in Serbia», dicono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.  L'8 marzo le operaie della Omsa hanno manifestato in piazza e ieri hanno invitato le colleghe di Gissi a portare come loro il lutto al braccio.

Salerno, De Luca fa aprire le sale scommesse dopo le 13. di Giampiero Di Santo. Lo chiamano, a ragione, il sindaco sceriffo del centrosinistra, anzi, del Partito democratico. E spesso, per la sua durezza, ha ricevuto critiche più da sinistra che da destra, sia a sinistra. Ma con la sua ultima ordinanza, Vincenzo De Luca, primo cittadino di Salerno, ha raccolto consensi perfino a Napoli, città dove il centrodestra, in vista delle prossime elezioni municipali, viene dato in grande vantaggio sul centrosinistra. Sì, perchè De Luca, verificato che gli studenti delle scuole salernitane si assentano troppo spesso, ha anche scoperto che sono molti i ragazzi che ai banchi di scuola preferiscono le sale da gioco cittadine. Anzi, più che le sale da gioco, i giovani di Salerno sembrano prediligere. in orario scolastico, le sale scommesse e le sale bingo. Da ieri, però, tutto ciò non sarà più possibile. De Luca ha firmato infatti l'ordinanza che stabilisce orari severissimi. Durante il periodo scolastico a Salerno le sale potranno restare aperte dalle 13 alle 22. In estate lavoreranno dalle 9 alle 24 e non più fino alle 3 del mattino, Un colpo di freno davvero brusco, quello del sindaco, che ha spiegato così la sua scelta: «Eliminiamo così uno dei motivi più diffusi per cui i ragazzi troppo spesso non vanno a scuola», ha detto il sindaco. «Nonostante anche il ministero dell'economia incoraggi queste attività, pur lecite, perché le scommesse rappresentano introiti sicuri anche nelle casse statali, nessuna polemica o opposizione sarà possibile in quanto le sale giochi sono pubblici esercizi e l'orario lo fissa il sindaco». De Luca, insomma, non ammetterà deroghe e userà il pugno duro per garantire che gli studenti facciano il loro dovere invece di spendere soldi e tempo nelle sale da gioco e nelle sale scommesse. E la nuova ordinanza è piaciuta, perché nel commentare la notizia i lettori dei quotidiani on line non hanno lesinato elogi. Uno per tutti: «Chi è contro il rigore?», si legge in un commento. «Solo coloro che non vogliono essere puniti per continuare a fare i loro sporchi affari...La gente perbene lo acclama e lo desidera. A quando un De Luca a Napoli»? Ai candidati Mario Morcone (Pd-Sel), Luigi De Magistris (Idv-Fds) e Gianni Lettieri (Pdl), l'ardua risposta.

Pisticci: no a centrale turbogas. di PIERO MIOLLA. PISTICCI - La Regione ribadisce il suo no alla costruzione della centrale a turbogas a Pisticci. L’impianto, la cui realizzazione da parte di Energia spa era stata fortemente osteggiata a Pisticci e non solo, era stato pensato per una potenza di 1200 megawatt, poi scesi a 750. Gli elementi di contrarietà da parte di via Anzio, già manifestati in un recente passato, sono stati ribaditi in una riunione interlocutoria della conferenza di servizi convocata dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione unica per l’impianto, per il quale il progetto ha già ottenuto il parere positivo del Via (Valutazione d’Impatto Ambientale) da parte del Ministero dell’Ambiente.
I rappresentanti di via Anzio sono tornati ad esprimere la propria posizione negativa sull’impianto anche alla luce delle novità legislative intervenute dal momento del rilascio del Via Nazionale (previsto per impianti superiori ai 300 Mw). In merito, il decreto legislativo n.155 del 2010 impone preliminarmente un piano di zonizzazione, mentre il Via sanciva che il decreto esercitasse i suoi effetti ai fini dell’autorizzazione alla realizzazione del progetto solo dopo l’adozione da parte della Regione del Piano di risanamento della qualità dell’aria. Inoltre la materia deve necessariamente tenere conto che il Piano di indirizzo energetico ambientale regionale, adottato da via Anzio, pur non escludendo del tutto le centrali termoelettriche, al momento comunque non previste, prescrive che esse debbano prevedere la cattura ed il sequestro dell’anidride carbonica emessa dall’impianto. La Regione, dunque, nel ribadire le proprie perplessità, ha chiesto che tali considerazioni vengano attentamente valutate nel prosieguo dell’Iter autorizzativo che, in ogni caso, prosegue.

“I fondi Urban restano inutilizzati” Venerdì 11 Marzo 2011 14:29
TARANTO - “Quello che sta accadendo in questi giorni in città vecchia ha dell’incredibile! Gli ultimi due crolli avvenuti nel borgo antico nelle ultime settimane dimostrano la scarsa opera di prevenzione da parte dell’amministrazione comunale sul problema degli stabili pericolanti”.
Tiene banco la discussione sul presente e futuro dell’isola del Borgo antico. Ad intervenire nel dibattito è oggi il consigliere comunale Ugo Lomartire che parla anche di occasioni sprecate. “La città vecchia avrebbe potuto avere degli interventi di miglioramento se solo fossero stati utilizzati i fondi Urban II. In addirittura 4 anni di esistenza di questa amministrazione comunale ancora non sono stati utilizzati i fondi Urban II che esistono ancora e sono inutilizzati! Ciò è gravissimo perché tante cose si sarebbero potute fare e non ci venissero a dire che se i fondi che non vengono utilizzati è colpa del dissesto perché sono passati la bellezza di 4 anni non 4 giorni o 4 settimane o 4 mesi dall’esistenza di questa amministrazione: è una vergogna! Tali disponibilità di denaro hanno una finalità ben precisa e sono a disposizione del comune ancora oggi inutilizzati!”.
L’emergenza continua. “Nella mia qualità di consigliere comunale ho posto all’attenzione del Sindaco e dell’amministrazione il rischio imminente di crollo di uno stabile che si trova davanti al palazzo Latagliata: potrebbe venire giù da un momento all’altro. Non appena ho notato il rigonfiamento di uno dei lati del muro perimetrale di questo edificio ho allertato i vigili del fuoco che, intervenuti prontamente sul posto, mi hanno confermato che i timori erano fondati: lo stabile rischia di crollare. I tecnici dei vigili del fuoco hanno inviato tutto al comune che ancora oggi non è intervenuto nonostante la richiesta”. “Cosa si deve aspettare che avvenga una tragedia prima di intervenire e mettere in sicurezza l’immobile in questione?” si domanda Lomartire.
“L’amministrazione comunale deve immediatamente intervenire sia presso lo stabile in questione e sia per verificare altre eventuali situazioni di pericolo senza perdere più un solo secondo! Faccio presente che anche nei casi in cui gli stabili pericolanti siano di proprietà privata l’amministrazione comunale non può assolutamente scaricare il grave problema ai privati! Infatti il Comune ha l’obbligo di intervenire per garantire la pubblica incolumità dei cittadini. Si può effettuare un’ordinanza in danno dei proprietari ed in mancanza di un intervento dei proprietari il Sindaco con l’amministrazione devono fare effettuare i lavori in danno degli stessi puntellando gli immobili pericolanti o, in casi eccezionali, chiudendo il vicolo all’accesso dei cittadini”.
Le conclusioni: “E’ arrivata l’ora che il Sindaco e l’amministrazione comunale si diano una mossa per risolvere i problemi della città vecchia con i fatti e non con le parole poiché di parole se ne sono dette abbastanza ma di fatti ancora non se ne sono visti”.

Scopelliti indagato per abuso d’ufficio a Reggio Calabria. Sabato 12 Marzo 2011 07:38 Redazione desk. REGGIO CALABRIA- Abuso d’ufficio, è questo il reato contestato al presidente della regione Giuseppe Scopelliti, per cui risulta indagato in qualità di ex sindaco della città dello Stretto. È stata proprio la procura di Reggio Calabria ad aprire l’inchiesta relativa agli incarichi affidati alla dirigente comunale del settore Bilancio, Orsola Fallara, che si è suicidata alla fine dello scorso anno. Ne ha dato notizia il Quotidiano della Calabria. Scopelliti, accompagnato dal suo legale, Nico D’Ascola, è stato sentito per un paio d’ ore ieri dal Procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Ottavio Sferlazza, che dirige le indagini sul caso Fallara, dai sostituti Francesco Tripodi e Sara Ombra. Al centro dell’indagine ci sono le somme che Orsola Fallara si sarebbe autoliquidata come rappresentante del Comune nella commissione tributaria. Dalla documentazione acquisita dalla Procura - come riportato dal Quotidiano - quegli incarichi non potevano essere affidati. Il governatore, tuttavia, ha respinto tutte le accuse, dicendosi estraneo ai fatti e diffondendo un messaggio di tranquillità. «Sono molto sereno e fiducioso», ha commentato. «Su questa vicenda - ha detto ancora Scopelliti - non ho altro da aggiungere». L’ipotesi accusatoria di abuso d’ufficio riguarda la legittimità del conferimento degli incarichi esterni ad Orsola Fallara per rappresentare il Comune nella Commissione tributaria. Questi incarichi sarebbero stati affidati da Scopelliti sia quando era sindaco di Reggio sia successivamente alle sue dimissioni, intervenute un anno fa, dopo la sua elezione a Presidente di Regione. Non si è fatta attendere la reazione anche di franco Corbelli, che ha rivolto un appello al governatore: «Faccia subito chiarezza, ancor prima di conoscere i risultati dell’inchiesta della magistratura reggina», così il leader del movimento Diritti civili ha commentato la notizia sull’inchiesta che coinvolge Giuseppe Scopelliti nei casi di Orsola Fallara e dell’architetto Bruno Labate, relativa agli  incarichi milionari assegnati ai due professionisti. Corbelli parla di «quadro inquietante e accuse gravissime che potrebbero avere conseguenze devastanti per il presidente della Regione se dovessero essere provate sue responsabilità nelle due vicende». Corbelli è garantista nei confronti del presidente della regione e invita lo stesso Governatore a chiarire, senza aspettare i tempi lunghi della giustizia, il suo ruolo nelle due vicende.

Nardò, ulivi incendiati per far posto al fotovoltaico. NARDO' - La Forestale a testa bassa contro il fotovoltaico selvaggio. Numerose inchieste, forse almeno cinque, sono in corso e riguardano altrettante situazioni fortemente sospette: «campi di silicio» realizzati o in via di realizzazione lì dove, fino a poco prima, c’erano coltivazioni di pregio. Da tempo, del resto, i contadini più attenti stanno assistendo ad un singolare fenomeno: quello della completa scomparsa di uliveti, alcuni dei quali secolari.

A pochi mesi di distanza dal misterioso incendio degli alberi - e dalla completa estirpazione dei ceppi e del legname rimasto - i terreni sarebbero stati volturati e riqualificati come «seminativo». In poche settimane, poi, sarebbero state istruite le pratiche per realizzare, su quelle aree, le distese di specchi con ettari ed ettari destinati all’energia «alternativa». Almeno cinque, si diceva, sono le zone oggetto di indagine da parte degli agenti del Corpo forestale. Cinque casi specifici che sono stati individuati lungo il percorso che va da Nardò a Porto Cesareo. Uno si troverebbe a poche centinaia di metri da una masseria monumentale non lontana dal centro abitato.
Gli incendi «strani» di uliveti, del resto, sono all’ordine del giorno e si verificano come se fossero poltergeist che bruciano gli alberi in maniera selettiva. L’ultimo, in ordine di tempo, in contrada Arene-Serrazze dove, in uno splendido uliveto secolare che si trova in mezzo alla proprietà della Curia vescovile di Nardò sta bruciando in maniera scientifica: a ritmo di un albero sì e uno no. A pochi metri da lì, su una ex zona di macchia, sta sorgendo un enorme parco fotovoltaico.
La legge, del resto, è lacunosa per quel che riguarda la protezione degli uliveti dagli incendi dolosi ed è assurdo in una regione come la Puglia. Quando qualche anno fa andò bruciata una parte dello splendido uliveto della Sarparea (appena comprato per diversi milioni di euro da una società internazionale) la senatrice Adriana Poli Bortone propose una interrogazione per sapere se un incendio in un uliveto rientra nel catasto degli incendi che non consente di cambiare destinazione urbanistica alle aree percorse dal fuoco. La norma serve per salvaguardare le aree boschive da speculazioni edilizie. In quel caso specifico il Corpo forestale rispose al prefetto di Lecce che un uliveto «percorso» dal fuoco non rientra nel catasto degli incendi. Ed è evidente il motivo: nessun pazzo, fino a qualche anno fa, poteva pensare di incendiare un prezioso uliveto che resta comunque un bene produttivo. Fino a quando non è arrivato l’eldorado del fotovoltaico: ancora più produttivo.
Ultimo indizio riguarda l’attenzione di un gruppo malavitoso organizzato che, operando anche a Nardò, «procacciava» affari legati allo sviluppo di fotovoltaico. Sviluppi clamorosi in vista?

Da truffato ad associato a delinquere dei propri truffatori e ricettatore. Sabato 12 Marzo 2011 09:03. L'amara storia dell'imprenditore Taurianovese Domenico Avvento, assolto dopo otto anni dal GUP del Tribunale di Potenza dai reati di associazione a delinquere e ricettazione, che oggi a causa di quel processo rischia il fallimento.
Per anni ha dovuto fare la spola tra Taurianova e Potenza per difendersi da un'accusa infamante e contraddittoria: fare parte di un'associazione a delinquere che avrebbe truffato, tra gli altri, “La Suprema” la ditta di cui l'imprenditore Taurianovese Domenico Avvento era titolare.
L'indagine, condotta dall'ex Pubblico Ministero di Potenza Claudia De Luca – indagata nell'inchiesta Toghe Lucane condotta dall'ex P.M. Luigi De Magistris – vedeva l'imprenditore Taurianovese nella strana duplice veste di imputato e persona offesa da parte, tra gli altri, di se stesso.
L'Avvento, in seguito alla perquisizione, su delega della Procura della Repubblica di Potenza, presso la propria abitazione a Taurianova chiese di essere ascoltato dalla dottoressa De Luca ma le sue istanze non furono accolte.
Solo in seguito alla notifica dell'avviso di conclusioni indagini, avvenuto alcuni anni dopo, venne ascoltato dagli ufficiali di polizia giudiziaria di Potenza, in seguito alla richiesta del suo legale avvocato Antonino Napoli, producendo una mole di documenti da cui emergevano le truffe ai suoi danni commesse dai suoi presunti sodali.
Le accuse nascevano dal rapporto commerciale che la ditta “La Suprema” di Taurianova ebbe con la ditta “Club Tan” di Potenza, gestita dal commercialista Aldo Fanizzi e da Michele Saluzzi, agli inizi del 2002, quando la ditta potentina acquistò costosi macchinari per l'abbronzatura e bagno turco e prodotti per l'estetica di cui la Suprema era rappresentante per il meridione d'Italia.
In seguito a numerosi insoluti, che raggiunsero oltre 90.000 euro, il Saluzzi ed il Fanizzi si recarono a Taurianova, presso la sede della Suprema, lasciando al cognato dell'Avvento –  Vincenzo Falleti, che per questo è stato accusato di ricettazione –   due assegni circolari della Safety International Bank delle Seychelles: uno di € 89.500,00 e l'altro di € 98.950,00.
Nel vedere gli effetti l'Avvento rilevava delle anomalie poiché si trattava di assegni tratti su una banca straniera e per un importo totale superiore alla somma del suo credito e, per tale ragione,  chiedeva al Falleti di restituire gli effetti a Saluzzi e Fanizzi e di farsi pagare con modalità più affidabili.
La copia dei predetti assegni è stata consegnata dal Falleti al P.M. che li aveva aveva precedentemente, anche all'insaputa di Avvento, fotocopiati.
Successivamente, la moglie dell'Avvento, legale rappresentante della “Suprema”, ha presentato una querela con cui ha chiesto al P.M. il sequestro dei macchinari che non è mai avvenuto ed in seguito ha chiesto, al Tribunale di Palmi, l'emissione di un decreto ingiuntivo.
Il Pubblico Ministero di Potenza aveva chiesto per 20 imputati il rinvio a giudizio contestando, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, diverse truffe, falso in atto pubblico, minacce, violenza privata e ricettazione.
All'udienza preliminare, Avvento e Falleti, difesi dall'avvocato Antonino Napoli, hanno scelto il rito abbreviato.
La Pubblica Accusa aveva chiesto per entrambi la condanna per associazione a delinquere e ricettazione.
L'avvocato Antonino Napoli nella lunga arringa in difesa dei propri assistiti ha contestato le conclusioni del P.M., fornendo una lettura alternativa delle intercettazioni telefoniche e disquisendo su un recente orientamento delle Sezioni Unite che, pur riconoscendo la configurabilità del dolo eventuale in materia di ricettazione, richiede la rappresentazione della concreta possibilità della provenienza delittuosa della cosa da delitto e della relativa accettazione del rischio 
Il GUP di Potenza, dottoressa Rosa Larocca, accogliendo in toto le conclusioni del difensore ha assolto entrambi gli imputati da tutti i reati contestati.
Nel frattempo, tuttavia, la ditta “La Suprema” da solida realtà imprenditoriale, a causa anche delle indagini che hanno determinato la revoca del contratto di rappresentanza esclusiva per il mezzogiorno di una grossa casa produttrice di macchine solari e di estetica, rischia oggi il fallimento.

Federalismo: si riunisce gruppo interdipartimentale Sicilia. Si e' svolta questa mattina la prima riunione operativa del 'Gruppo di lavoro interdipartimentale' costituito dall'assessore per l'Economia, Gaetano Armao, per affrontare in modo organico e strutturato le dinamiche dell'attuazione del Federalismo fiscale in Sicilia e supportare le proposte della Regione nel confronto con lo Stato.
La riunione e' stata presieduta dal dirigente generale del dipartimento Finanze, Salvatore Taormina, e vi hanno preso parte dirigenti, funzionari ed esperti dei dipartimenti dell'assessorato. Al gruppo di lavoro si aggiungeranno a giorni due dirigenti dell'Assemblea regionale siciliana che saranno nominati dal presidente Francesco Cascio.
"Il federalismo fiscale potra' costituire un'opportunita' per i siciliani soltanto se sara' equo e solidale - ha precisato Armao - altrimenti si trasformera' in un cappio al collo che strozzera' la nostra economia. E' fondamentale contrastare, come e' stato fatto finora, tutti i tentativi di far prevalere le spinte che puntano ad un abbandono del mezzogiorno".
Nel corso dell'incontro sono stati approfonditi i temi delle ricadute del decreto sul federalismo municipale in Sicilia, le questioni aperte sul federalismo fiscale regionale, le tematiche relative alla perequazione infrastrutturale ed il calcolo dei 'costi della insularita', specificamente individuati dalla stessa legge sul federalismo fiscale.

Economia: conclusa a Palermo visita delegazione cinese in Sicilia. "L'incontro con la delegazione cinese, che da tre giorni si trova in Sicilia, apre nuove e interessanti prospettive all'economia siciliana, in un momento in cui l'Africa del Nord e' colpita da una grave crisi.
Questa circostanza deve rafforzare la nostra centralita' mediterranea, che dobbiamo saper mettere anche a servizio delle popolazioni del Maghreb cosi' duramente provate in questo periodo" Cosi' ha esordito l'assessore per l'Economia, Gaetano Armao, accogliendo oggi a Palazzo d'Orleans una delegazione di imprenditori e banchieri cinesi in Sicilia per conoscere alcuni settori produttivi, con particolare riferimento a quelli del fotovoltaico e delle infrastrutture.
Erano presenti,tra gli altri il dirigente generale del dipartimento per i rapporti internazionali, Francesco Attaguile, il capo della segreteria tecnica dell'assessorato per l'Energia, Tullio Pagano, il dirigente dell'assessorato alle Infrastrutture e Trasporti, Giacomo Monteleone, il dirigente generale dell'Irfis, Roberto Cassata, Antonino Laspina, direttore della sede di Pechino dell'ICE (Istituto commercio estero), Antonio Marano, in rappresentanza di Unicredit, Fortunato Covelli, per la societa' Ponte sullo Stretto, Vincenzo Coniglio, del Servizio di internazionalizzazione del Ministero degli esteri.
"La visita della delegazione cinese - ha spiegato Attaguile - fa parte dell'impegno che la Regione porta avanti da tempo nell'internazionalizzazione del sistema economico regionale coinvolgendo le economie mondiali emergenti".
L'incontro segue quello che si e' svolto nell'estate scorsa a Pechino tra una delegazione del governo regionale e le autorita' centrali della Repubblica popolare cinese. Successivamente nell'ottobre scorso a Roma e' stato siglato un 'memorandum d'intenti' tra la Regione siciliana e la 'China developpemente bank corporation' (organismo del governo cinese per gli investimenti nelle infrastrutture),individuando nel fotovoltaico un primo settore di collaborazione.
Nei giorni scorsi la delegazione ha visitato alcune installazioni siciliane delle energie alternative, esprimendo interesse per future collaborazioni imprenditoriali. Nella tre giorni siciliana i cinesi hanno espresso interesse anche per operazioni finanziarie a supporto di investimenti infrastrutturali strategici, tra cui il porto di Augusta, che si candida ad essere punto di approdo privilegiato per le merci cinesi che giungono in Italia e che troveranno nel Ponte sullo stretto una risorsa fondamentale per la penetrazione nei mercati europei.
Nel corso degli incontri la Regione siciliana ha prospettato alla delegazione cinese possibili collaborazioni di ingegneria finanziaria in alcuni progetti strategici, quali la rete metropolitana di Catania e Palermo, il Ponte sullo stretto e il Centro direzionale di Palermo.
I rappresentanti di Irfis e Unicredit hanno offerto la disponibilita' per elaborare le modalita' di intervento finanziario sul versante della Regione Siciliana.
Il rapporto che si va concretizzando sui progetti prioritari gia' individuati e sugli altri che verranno indicati dalla Sicilia, proseguira' con un prossimo incontro a Milano, prima che la delegazione cinese rientri a Pechino.

Mazzetta da 10.000 €, arrestato deputato regionale del Pd
Gaspare Vitrano colto in flagrante mentre intascava una tangente da un imprenditore in pieno centro di Palermo: avrebbe dovuto velocizzare una pratica. A denunciarlo è stata la vittima. Il partito lo sospende
PALERMO - Gli agenti in borghese lo hanno seguito. Il deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano, 49 anni, ha scambiato alcune parole al bar con l'imprenditore che gli ha passato una busta con oltre diecimila euro in contanti: la mazzetta pattuita per velocizzare una pratica relativa a un impianto fotovoltaico. Pochi secondi e i poliziotti lo hanno fermato, in pieno centro a Palermo, dopo avere filmato lo scambio.
Sarebbe stata la vittima a denunciare il tentativo di concussione. Arrestato anche un altro uomo che avrebbe avuto un ruolo di mediazione tra il politico e l'imprenditore. Pure il secondo fermato avrebbe ricevuto una tangente.

Vitrano è stato funzionario regionale. Nel 2001 era stato eletto deputato regionale all'Ars per la Margherita ed è stato componente della commissione Lavoro. E' stato rieletto nelle successive legislature nelle fila del Partito democratico e ora è deputato segretario e componente della commissione Attività Produttive.
Se sarà sospeso dall'Assemblea, come prevede la legge in caso di arresto, al suo posto subentrerà il primo dei non eletti nella lista del Pd, Salvino Pantuso. Pantuso, avvocato di 57 anni, è stato parlamentare regionale nella XII legislatura.
La notizia dell'arresto del deputato, che ieri aveva svolto il suo ruolo di segretario durante la seduta dell'Assemblea regionale, ha colto di sorpresa i dirigenti del suo partito. "Sono sorpreso, non so nulla", ha detto il segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo.
Poi dopo aver raccolto notizie il segretario in una nota "esprime piena fiducia nei confronti della magistratura" e annuncia che "in attuazione dello statuto e del codice etico Gaspare Vitrano è sospeso dal partito". Il capogruppo del Pd all'Ars, Antonello Cracolici, dice: "Sono senza parole, sconvolto, mi sembra inverosimile. Naturalmente aspettiamo di saperne di più. Vitrano ha sempre sostenuto la linea del partito al fianco del governo regionale". 11/03/2011

Partito democratico: 5.000 firme contro Lombardo
CATANIA - Se in Sicilia il Pd andrà al referendum per decidere di proseguire o meno nella linea del sostegno al governo "tecnico" di Raffaele Lombardo lo stabilirà l'assemblea regionale del partito convocata per il 3 aprile. Intanto il comitato promotore oggi ha consegnato alla segreteria 5.011 firme, il doppio rispetto a quelle che servivano per statuto a richiedere la consultazione. L'obiettivo dei referendari è di chiamare la base al voto a maggio, mese in cui si terranno le  amministrative in 27 comuni siciliani, tra cui Ragusa.
Il quesito, che ha messo insieme diverse correnti del Pd contrari alla strategia della maggioranza del partito, è semplice e richiama i referendum svolti a Caltagirone (Ct), Gela (Cl) ed Enna, dove il 70-80% dei votanti ha "bocciato" Lombardo: "Condividi la permanenza del Partito democratico nella maggioranza che sostiene il governo Lombardo?".
Diverse sono invece le posizioni quando si entra nel merito dell'eventualità di un dopo-Lombardo in caso di vittoria dei referendari: se il senatore Enzo Bianco pensa alle elezioni, la mozione che fa capo al deputato regionale Bernardo Mattarella è contraria al voto anticipato e c'è chi lavora invece per un Lombardo quinquies composto da politici e non da tecnici.
Insomma dietro al referendum si gioca una partita tutta politica interna al Pd, con la segreteria che fa leva sulla diplomazia per tenere bassi i toni in una fase complicata in Sicilia, con il Parlamento paralizzato dallo scontro tra maggioranza e opposizione.
Tra i gli anti-Lombardo più convinti c'è senza dubbio Enzo Bianco: "Io sto conducendo una battaglia politica e non personale contro il governatore, a cui bisogna togliere il sostegno non solo per un fatto politico ma anche morale, al di là dell'aspetto giudiziario che lo riguarda".
Anche perché "il Mpa è un nostro avversario, come il Pdl", e nei territori dove il partito di Bersani è alleato con gli autonomisti di Lombardo, come nella Provincia di Agrigento, lo è "per ragioni tattiche".
Chi quell'alleanza l'ha suggellata, come il deputato Angelo Capodicasa, afferma però che "il referendum vuole essere un contributo per fare chiarezza nel partito", ammettendo che "se adesso qualcuno chiedesse a ognuno dei promotori quale ricetta proponga per il dopo-Lombardo riceverebbe risposte diverse".
Tant'è che il referendario Miguel Donegani, deputato regionale promotore della consultazione a Gela, precisa che "non è in discussione l'alleanza con il Mpa, che funziona per esempio a Gela e ad Agrigento". In questo clima, con il movimento "Innovazioni" dell'ex ministro Salvatore Cardinale che spinge per un governo politico, il segretario Giuseppe Lupo, usa l'arma della mediazione: "Lavoro per l'unità del partito mantenendo aperto il confronto con tutti e ovviamente anche con chi ha formalizzato, con spirito costruttivo, la presentazione delle firme per la richiesta del referendum". 11/03/2011

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