sabato 12 marzo 2011

Federali del Mattino. 12 marzo 2011. Questi untori di notizie tendenziose, portino le prove se vogliono essere credibili, guardino prima il trave che hanno nei loro occhi e si chiedano perché i loro Governi non hanno mai contrastato nel nascere l’espandersi di questo cancro che ha già reso in fase terminale il Paese dei Poeti e dei Navigatori e che ha diramato le sue metastasi anche fuori dei propri confini. C'è la speranza che in futuro potremo risolvere insieme anche le questioni più spinose, dialogando tra noi e senza lasciare spazio a incendiari che vengono da fuori.

Forza Luis, sei un duro:
Bozen. Unità d'Italia, Durnwalder: "No all'inno di Mameli alle partite di calcio in Alto Adige".
Bozen. Unità d'Italia: la Provincia invita Napolitano
Udine. Anche Franz (Lega) interviene: «Friuli Doc deve essere difeso».
Aosta. I principali provvedimenti della Giunta regionale.
San Marino. 150 anni d’unità….di mafia!

Padani:
Modena. La mafia a Modena non spara ma fa i suoi buoni affari.
Bologna. «Lega più forte delle ideologie. Prenderemo voti in fabbrica».
Liguria. Regione, 600mila euro per riqualificare i mercati.

Florence, oh cara:
Firenze. Se l'Unità d'Italia va di moda...Stilisti, designer e marchi toscani hanno voluto firmare per l'occasione capi a tema e collezioni ad hoc.
Firenze. Letteratura e omossessualità. Convegno internazionale a Firenze.

Da lontano vede male, o nulla:
Basilicata. L’Italia unita da festeggiare oltre ogni equivoco.


Bozen. Unità d'Italia, Durnwalder: "No all'inno di Mameli alle partite di calcio in Alto Adige". BOLZANO. L'inno di Mameli prima delle partite di calcio? ''Non se ne parla nemmeno''. Lo ha detto il governatore Svp dell'ALto Adige Luis Dunrwalder.
Il presidente - che attualmente si trova in Nepal nel quadro dei progetti di cooperazione-sviluppo della Provincia autonoma - risponde così al giornale Dolomiten, che gli chiede di prendere posizione su una disposizione del Coni che prevede che sia intonato l'inno prima dell'inizio di tutte le partite di calcio da oggi a domenica in occasione del 150/o dell'Unità d'Italia.
''Non vedo alcuna ragione perché si debba intonare l'inno'', dice Durnwalder, spiegando che la Provincia ha competenza primaria sul settore dello sport e che, quindi, non ci sono ragioni giuridiche valide perché la disposizione del Coni sia applicata. Le affermazioni di Durnwalder giungono poco dopo l'eco che aveva avuto il suo rifiuto di partecipare alle celebrazioni ufficiali dell'anniversario dell'Unità d'Italia che gli era valsa una bacchettata del presidente Giorgio Napolitano.
La questione dell'inno alle partite di calcio era stata sollevata da due formazioni della destra sudtirolese - i Freiheitlichen (liberal-nazionali) e Suedtiroler Freiheit, il partito separatista di Eva Klotz - che avevano parlato di una ''provocazione'' da parte dello Stato nei confronti della minoranza sudtirolese.
Tania Cagnotto: celebriamo il compleanno e vinciamo tutti. Di diverso parere è invece Tania Cagnotto, il volto più popolare dello sport altoatesino, impegnata in questi giorni ai campionati europei di tuffi a Torino.
''Celebriamo il compleanno dell'Italia e vinciamo tutti'': a poche ore dal debutto ai Campionati Europei di tuffi di Torino, Tania Cagnotto racconta i suoi sentimenti per i 150 anni dell'Unità nazionale. ''Vedo un Paese - dice in un'intervista pubblicata sul sito di Esperienza Italia - che, con l'avvicinarsi del 17 marzo, mi pare abbia sempre
più voglia di festeggiare.
Torino è piena di tricolori ai balconi. Una bella atmosfera che spero contagi tutta la penisola. Il sentimento è forte. Vivo a Bolzano, dove si parla anche il tedesco, ma mi sento italiana e orgogliosa di esserlo. Sono abituata alle competizioni, ma qui non si tratta di primeggiare sugli avversari.
Siamo tutti uguali, dobbiamo essere uniti e mettere da parte i contrasti che in Italia non mancano mai, anche quando si tratta di una festa. Celebriamo questo compleanno e vinciamo tutti''.
Per quanto riguarda lo spirito di appartenenza da parte degli atleti, Tania Cagnotto sottolinea che ''lo sport è un grande veicolo di promozione nazionale. Giro il mondo - conclude - e di noi all'estero non hanno sempre l'idea di un Paese unito. E' il momento di smentire tutti''.

Bozen. Unità d'Italia: la Provincia invita Napolitano - Dopo le polemiche sul caso Durnwalder, il 17 marzo a Roma per le celebrazioni ufficiali ci saranno il vicepresidente Christian Tommasini e il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli. E nel'occasione Napolitano verrà invitato in Alto Adige. BOLZANO. «A nome della Provincia inviterò il capo dello Stato a venire in Alto Adige: servirebbe a ricucire gli strappi e riportare un clima di distensione». Ufficialmente la decisione verrà presa nella riunione di lunedì del Pd, ma ufficiosamente si sa già che il 17 a Roma, alla seduta congiunta delle Camere con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per festeggiare i 150 dell'Unità d'Italia, andrà il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini. Alla cerimonia ufficiale sarà presente pure il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli. In realtà, anche l'assessore Roberto Bizzo avrebbe voluto partecipare alla cerimonia prevista nella capitale, però ci sono le manifestazioni bolzanine che non possono essere trascurate.

NELLA CAPITALE. Giovedì mattina alle 8.30 Tommasini sarà in piazza Municipio per l'alzabandiera, momento ufficiale della manifestazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Quindi, partirà per Roma. La seduta congiunta delle Camere è prevista per le 16.30. «Spero - dice Tommasini - di poter parlare anche solo per un attimo - e se non sarà possibile quel giorno lo farò successivamente - con il presidente Napolitano. Voglio rinnovargli l'invito a nome della Provincia - per primo si era mosso il presidente Durnwalder che lo aveva anticipato in occasione del forum fatto presso il nostro giornale - a venire quanto prima in Alto Adige. Napolitano, che quando è stato ministro degli Interni ha avuto un'attenzione particolare per questa terra, gode di grande stima anche tra la popolazione sudtirolese. La sua è una figura che unisce ed è di questo che abbiamo bisogno dopo settimane di tensioni. Oggi più che mai sarebbe importante una visita del presidente della Repubblica in Alto Adige: contribuirebbe a rasserenare il clima».
I FESTEGGIAMENTI. Mentre Tommasini, dopo il no di Durnwalder, sarà a Roma a rappresentare la Provincia o come precisa lui "a rappresentare tutti coloro che intendono festeggiare"; l'assessore Bizzo sarà a Bolzano: al mattino alla cerimonia dell'alzabandiera, al pomeriggio alle 17 all'auditorium di via Dante, per il concerto della fanfara dei carabinieri preceduto da una sfilata. «Avrei voluto - dice Bizzo - esserci anch'io nella capitale ma l'evento romano e quello locale sono di fatto in concomitanza, non ci sono alternative».
Tra gli appuntamenti ufficiali, in programma il 16 marzo al teatro Cristallo, il concerto «Italia 150 anni di musica» dell'Istituto Vivaldi. «Sarà un mix - spiega Tommasini - di storia e musica: la storia del nostro Paese rivisitata attraverso le musiche di Giuseppe Verdi». Il vicepresidente della Provincia insiste sulla necessità di lasciar perdere le polemiche che - non solo in Alto Adige, ma qui come di consueto hanno assunto una connotazione etnica - stanno rovinando l'atmosfera di questo storico anniversario. «Le tensioni hanno fatto passare in second'ordine il fatto che questa è un'occasione di festa, perché questo è un Paese dove, pur con una serie di problemi, ci sono dei valori che accomunano tutti come la democrazia, la solidarietà, le pari opportunità tra nord e sud».

SGARBI. Intanto proseguono le polemiche sul paragone fatto da Vittorio Sgarbi: italiani come ebrei sotto Hitler. «Sgarbi - commenta la presidente del consiglio provinciale Julia Unterberger - prima ha messo in relazione la situazione degli italiani in provincia con quella degli ebrei sotto Hitler, adesso parla di ghetti. È stato bello vedere come l'intera provincia ha reagito con un rifiuto unanime alle provocazioni: partiti, associazioni e organizzazioni, rappresentanti dello Stato e privati cittadini, di tutti i gruppi linguistici». «Al di là di ogni differenza - prosegue la presidente - esiste un comune sentire e il rispetto reciproco tra i gruppi linguistici è visto come un valore al quale si vuole restare ancorati: c'è la speranza che in futuro potremo risolvere insieme anche le questioni più spinose, dialogando tra noi e senza lasciare spazio a incendiari che vengono da fuori».

Udine. Anche Franz (Lega) interviene: «Friuli Doc deve essere difeso». di Federica Barella. Dopo due giorni di silenzio da parte degli esponenti regionali del centro-destra decisa presa di posizione dell’esponente del Carroccio: «Serve uno sforzo da parte di tutti» UDINE. Una lotta fra Udine e Trieste, una lotta tra una kermesse regionale e l’altra, ma ora una lotta anche all’interno dei vari partiti. A iniziare dalla stessa Lega Nord. Con polemiche, per ora non esplicite, e dichiarazioni solo a mezza voce. Ma con la discesa in campo chiara e netta del presidente del consiglio regionale, l’udinese Maurizio Franz, anche lui del Carroccio, come gli assessori accusati dei “tagli”. E il suo impegno a «far sì che Friuli Doc trovi tutti gli adeguati sostegni per il suo svolgimento e per ulteriori qualificazioni».
Una “discesa in campo” meditata per almeno due giorni. Nell’attesa che qualche suo collega di giunta rilasciasse dichiarazioni più convincenti o che si chiarisse in qualche modo, e fino in fondo, la vicenda dei fondi destinati a Friuli Doc, passati nel capitolo del turismo da 130 mila del 2010 a 40 mila per il 2011. Poi ieri la decisione. Gli 85 mila euro dati direttamente agli artigiani per partecipare a Friuli Doc non convincono quindi il Comune di Udine, né le categorie. Ma neanche, a quanto pare, Maurizio Franz. «Intervengo - ha detto a ora di pranzo Franz - per far sapere a tutti gli udinesi e a tutti i friulani che la manifestazione si farà: Friuli Doc non è in pericolo. Certo, servirà uno sforzo in più di tutti, a partire dalla Regione per arrivare fino alla Provincia. E servirà anche un nuovo tipo di dialogo tra il Comune e gli altri enti. Ma questa kermesse è troppo importante».
Il presidente del Consiglio regionale Franz ne è convinto: quello in calendario ogni settembre è un appuntamento «insostituibile non solo per la città di Udine ma per l’intero territorio regionale».
La manifestazione, come ha voluto ricordare lo stesso presidente, coinvolge infatti numerosi settori strategici del territorio regionale e ha un altissimo gradimento di pubblico testimoniato dalle centinaia di migliaia di persone presenti ogni anno con qualsiasi condizioni meteorologiche durante i giorni di svolgimento della kermesse.
«Essa non è quindi solo - ha ricordato Franz - una grande e partecipata festa di gusti e sapori tipici locali e vetrina di eccellenza e di qualità per il nostro settore agroalimentare e vitivinicolo, ma è un’ottima occasione di affari per centinaia di artigiani ed operatori economici di tutta la regione. Il ruolo promozionale di questo appuntamento annuale che si ripete ormai da più di tre lustri, considerata anche la partecipazione di pubblico e la presenza di numerose pro-loco è quindi strategico pure nei confronti del turismo regionale, senza dimenticare le occasioni di cultura proposte con conferenze, incontri, mostre ed esposizioni che andrebbero ulteriormente potenziate».
Ed ecco allora l’intenzione e l’impegno diretto dello stesso presidente del consiglio regionale. «Farò tutto quanto necessario - ha rimarcato Franz – affinchè questa manifestazione trovi tutti gli adeguati sostegni per il suo svolgimento ed ulteriore qualificazione».
E a marcare il distinguo, questa volta anche politico, rispetto a certe decisioni assunte a Trieste, sarà molto probabilmente anche il direttivo udinese della Lega Nord, che questa sera si riunirà per discutere anche di questo tema.

Aosta. I principali provvedimenti della Giunta regionale. 11/03/2011. AOSTA. La Giunta regionale nel corso della riunione odierna ha approvato l'indizione di una gara di appalto, a procedura aperta, per i servizi di assistenza tecnica personalizzata del sistema informatico e di comunicazioni della Centrale Unica del Soccorso della Regione, per un periodo di tre anni, con facoltà di opzione per ulteriori due anni.
E' stata deliberata l'organizzazione di una riunione del Comitato tecnico del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia (ALCOTRA) 2007/2013, il 14 aprile 2011, ad Aosta.
Su proposta dell'Assessorato Attività produttive, l'Esecutivo ha indetto il concorso per l'ideazione grafica del manifesto (VISUAL) della 43ème Foire d'été e delle altre manifestazioni estive di artigianato valdostano di tradizione, per l'anno 2011 e approvato lo svolgimento delle manifestazioni estive per la promozione dell'artigianato di tradizione della 43ème Foire d'été e il relativo regolamento.
E' stata adottata la convenzione 2010/2011 tra la Regione e l'Istituto nazionale per il commercio estero, in attuazione dell'Accordo di programma sottoscritto in data 20 febbraio 2009 tra la Regione e il Ministero dello sviluppo economico.
Per l'Istruzione e la Cultura, è stata decisa la realizzazione di corsi di sci alpino, sci nordico, snowboard e slittino su pista naturale, rivolti a studenti principianti e di primo livello delle istituzioni scolastiche secondarie, da svolgersi nel mese di marzo 2011.
Per quel che riguarda l'Assessorato alle Opere pubbliche è stato determinato il IV ammontare di risorse per il finanziamento delle ultime 95 domande presentate nell'anno 2010, ai sensi della legge regionale n. 76 del 1984 Costituzione di fondi di rotazione per la ripresa dell'industria edilizia.
Su proposta dell'Assessorato Sanità, Salute e Politiche sociali la Giunta ha deciso di proporre al Consiglio regionale il disegno di legge Disciplina dell'esercizio delle funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria trasferite alla Regione ai sensi del Decreto legislativo n. 192 del 2010 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione recanti il trasferimento di funzioni in materia di medicina e sanità penitenziaria).
E' stato approvato il Piano di formazione continua e le iniziative formative correlate per il personale socio-sanitario, socio-assistenziale e socio-educativo.
Infine, per il Turismo, è stato concesso un contributo straordinario di 29 mila euro alla Fondazione per la formazione professionale turistica di Châtillon, per l'acquisto di attrezzature.

San Marino. 150 anni d’unità….di mafia! 11/03/11 10:26 Di Paolo Forcellini. A sentire la risposta data a Montecitorio dal Sottosegretario all’Economia, all’interpellanza sui frontalieri , sembra che la  causa principale che non permette la normalizzazione dei rapporti fra Italia e San Marino sia  il fatto che a San Marino esistono ancora leggi che permettono l’infiltrazione della malavita organizzata, Mafia, Camorra  ‘ndrangheta fate voi , a voi la scelta. Mi domando con quale faccia e con quale coraggio questi signori  si permettano di affermare  che San Marino è un luogo dove i delinquenti trovano asilo ? Guarda caso lo denunciano ora ( in tempi sospetti durante i quali continua l’attacco mediatico alla Repubblica) .  mentre vogliono far  credere che ciò avviene da tempo e che a San Marino nessuno se ne è mai accorto o  ha fatto finta di non accorgersene Ma . se sapevano da tempo non potevano informare le nostre istituzioni prima?  Tante illazioni, tutte da verificare, che poi trovano cassa di risonanza in quei giornali che non sanno mai come riempire le loro pagine locali .. Ecco allora che da paese meraviglioso quale eravamo, quel paese che tutti ci invidiavano siamo diventati improvvisamente agli occhi del mondo alla pari di una Sodoma e Gomorra, quando invece Sodomia e Gomorra sono ormai ridotte tutte  le citta’ italiane, una per una , dove più dove  meno, si è instaurata e prolificata la malavita organizzata , senza incontrare alcun ostacolo. Basta ascoltare i notiziari per rendersene conto. Clan malavitosi che il Bel Paese ha l0onore di aver esportato nel mondo , in America ne sanno qualche cosa. Questi untori di notizie tendenziose, portino le prove se vogliono essere credibili, guardino prima  il trave che hanno nei loro occhi e si chiedano perché i loro Governi non hanno mai contrastato nel nascere l’espandersi di questo cancro che ha già reso in fase terminale il Paese dei Poeti e dei Navigatori e che ha diramato le sue metastasi anche fuori dei propri confini. E quelli che dovevano essere i loro dottori cosa hanno fatto?  Malasanità questa volta  anche in politica. Paolo Forcellini direttore de lo Stradone.

Modena. La mafia a Modena non spara ma fa i suoi buoni affari. Tutti sanno, ma pochi ne parlano facendo finta che non esista. Lirio Abbate, inviato de L'Espresso, da sempre si occupa di organizzazioni malavitose. Minacciato dalla mafia, vive da anni sotto scorsa. Per la Gazzetta commenta la relazione della Direzione nazionale antimafia che cita casi di infiltrazioni criminali in Emilia Romagna e in particolare a Modena. Nel mirino dei clan anche "grandi appalti pubblici". di Lirio Abbate. Tutti sanno, tutti la vedono ogni giorno, ma nessuno ne parla, fanno finta che non esista e così anche se è sotto gli occhi di tutti è come se non ci fosse. Come se fosse nascosta. Potrebbe essere considerato un segreto di Pulcinella - direbbero a Napoli - e ci sarebbe da ridire se non fosse che in questo caso non fa ridere per niente perché si tratta di una cosa seria. Perché questo è il segreto della mafia al Nord, nel distretto della Corte d'appello di Bologna, a Modena e nella sua provincia.
Qui le mafie ci sono, ma si fa finta di non vederle. Le mafie: Cosa Nostra, la 'ndrangheta, la Camorra posseggono case e beni immobili, comprano e gestiscono esercizi commerciali, si procurano appalti, ripuliscono soldi, controllano politici e amministratori, trafficano in armi e rifiuti tossici, chiedono il pizzo e uccidono. Meno che al Sud, a volte, in modo diverso che al Sud. A volte, la mafia al Nord c'è eccome. E se c'è qualcuno che fa finta di non vederla, si sente. Eccome. La 'ndrangheta arriva in queste zone già negli anni Ottanta ed ha interessi economici nell'edilizia, nella gestione dei locali notturni, nel traffico di droga e nelle estorsioni. E la stessa cosa la fanno i Casalesi. In dieci anni, fra il 1961 e il 1971, al Nord arrivano più di mille persone sospettate per mafia. Sono boss mandati al confino che approdano in varie regioni compresa l'Emilia Romagna.
A Budrio, in provincia di Bologna, per esempio, nel 1969 arriva un distinto signore di Corleone, che si chiama Giacomo Riina. Secondo il giudice che lo fa arrestare nel 1982, è lui il rappresentante dei Corleonesi in Emilia Romagna, e per loro gestisce gli affari delle cosche al Nord, il soggiorno dei latitanti e il traffico di droghe e di armi con la Turchia e la Croazia che si estende fino alla Toscana. Ma cosa fanno i mafiosi di Cosa Nostra al Nord? Fanno le stesse cose dei mafiosi che stanno al Sud: si sparano fra cosche rivali per il controllo del territorio, si ammazzano, fanno affari con la criminalità organizzata locale. All'inizio accumulano capitali con il sequestro di persona. Poi investono questi soldi dei riscatti in droga.
Le mafie vedono questi territori come un fiume di denaro in cui tuffarsi, la sede ideale per ripulire capitali sporchi. E dietro a queste operazioni mangiano solo loro. I loro guadagni li portano via da questi territori, investono in altre zone ancora vergini dal punto di vista di anticorpi contro la mafia. Si installano dove è più facile infiltrarsi. E così, quando le mafie diventano invisibili, si inabissano, e la gente ha la tendenza a dimenticarle.
Non se lo dimenticano le forze dell'ordine che proseguono le indagini e gli arresti. Ci si chiede: se le mafie sono così forti e così ricche e sono dappertutto, come si fa a batterle?
Ritengo che ci si può riuscire. Basta ricordarsi che esistono anche quando non sparano, Basta andarle a cercare anche dove si pensa che non ci siano. E soprattutto non bisogna cercare non soltanto i killer con la pistola, ma anche i colletti bianchi e i prestanome. Come diceva Giovanni Falcone: la mafia è un fatto umano, 11 marzo 2011
ha un inizio, un centro e una fine. Anche nel Nord.

Bologna. «Lega più forte delle ideologie. Prenderemo voti in fabbrica». Bernardini: «I poster sugli stranieri restano, chi li attacca ha paura. Bologna per noi è un sogno, tra i nostri elettori ci sono molti ex Pci» «Facciamo paura alla sinistra di questa città perché tra i nostri elettori ci sono molti ex Pci e perché votano per noi gli operai. Per questo la nostra campagna si farà soprattutto nelle fabbriche». Questo il cuore della sfida politica che il candidato sindaco in pectore del centrodestra, Manes Bernardini, oggi consigliere regionale della Lega Nord, lancia al centrosinistra e al suo sfidante Virginio Merola.
Abbiamo pubblicato i manifesti che esporrete per la campagna elettorale e contengono un messaggio un po’ forte contro gli stranieri della città. Ieri nel partito si è discusso se era il caso di rivederli. Cosa avete deciso?
«I manifesti — spiega Bernardini — restano così come sono e non vogliamo subire strumentalizzazioni».
Nel manifesto sono raffigurati un asiatico, una donna rom, un uomo di colore e un arabo che precedono nei servizi un anziano e un bambino italiani. Il Pd vi accusa di incitare all’odio. Cosa risponde?
«Dimostrano solo di avere paura, Merola abbaia alla luna e continua a non capire».
Provi a spiegare allora il senso del manifesto?
«Noi sosteniamo che oggi la maggior parte dei servizi comunali viene ottenuto dagli immigrati perché questi servizi vengono erogati solo in base al reddito. Non è che noi facciamo un discorso di razze o di nazionalità, diciamo solo che se questa cosa non viene corretta e passa il messaggio che basta venire a Bologna per avere la casa, allora incentiviamo migrazioni di massa. Se arriva uno con cinque figli e con la moglie che non lavora è molto probabile che in graduatoria passi davanti a un anziano solo».
E voi cosa proponete?
«Di inserire anche la durata della residenza come criterio per erogare i servizi, ma questo dovrà valere per tutti, cittadini italiani e stranieri. Si stabilisce che chi risiede a Bologna da più di dieci anni debba essere premiato con un punteggio e così via: al crescere degli anni di residenza si ha una facilitazione progressiva per accedere ai servizi».
Ma perché ritenete di far paura alla sinistra?
«Perché ormai nella nostra base elettorale ci sono molte persone di sinistra, ex Pci che votano per una forza politica che non ha barriere ideologiche. Il nostro è un voto di popolo, ci votano gli operai e per questo la nostra campagna elettorale sarà fatte nelle fabbriche. Di fronte ad un candidato sbiadito del centrosinistra ci saranno molti che proveranno a votare Lega».
Però partite dal 3% dei consensi e di certo il Pdl non vi aiuta perché sembra un circo Barnum e a due mesi dal voto non ha ancora preso una decisione sul candidato. Nonostante tutto sembra proprio che sarà lei il candidato sindaco del centrodestra. È così?
«Abbiamo preso il 3% e sono entrato in consiglio comunale, ma alle regionali abbiamo triplicato i voti a Bologna e siamo passati al 9%. Non c’è dubbio che dobbiamo decidere sul candidato il più presto possibile, ma noi della Lega Nord siamo tranquilli e sereni perché intanto cominciamo la campagna elettorale come partito. Chi ci vota sa che vota innanzitutto una proposta programmatica».
Toccherà a voi secondo lei?
«Il nostro sogno è avere il candidato a Bologna, tifiamo per questa soluzione. Vogliamo avere Umberto Bossi qui in campagna elettorale e speriamo di amministrare Bologna come Tosi amministra Verona».
Su cosa punterà il vostro programma?
«Sulla sicurezza, sulla lotta al degrado e sull’emergenza casa sopra ogni casa. Inoltre vogliamo cambiare sulla viabilità mettendo finalmente a punto un piano del traffico serio».
Sulla sicurezza che cosa proponete nello specifico?
«Intanto vogliamo utilizzare fino in fondo i nuovi poteri che le leggi nazionali attribuiscono ai sindaci. Finora non lo si è fatto per ragioni di carattere ideologico. Vogliamo intervenire fortemente contro l’abusivismo commerciale che danneggia i commercianti che pagano le tasse, vogliamo migliorare la vivibilità di alcune zone della città e riformare il corpo dei vigili urbani». Olivio Romanini

Liguria. Regione, 600mila euro per riqualificare i mercati. 11 marzo 2011 Genova - Contributi per 600 mila euro, destinati a progetti di riqualificazione del commercio dei mercati su aree pubbliche, sono stati stanziati dalla giunta della Regione Liguria, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli. I fondi sono destinati ai Comuni e ai consorzi di imprese titolari di posteggi sui mercati.
Per accedere ai contributi, la delibera approvata prevede che le domande per il bando, pubblicato nei prossimi giorni sul sito della Regione Liguria e nel Bur regionale, dovranno essere presentate a Filse Spa dal primo al 30 giugno prossimi. I contributi, concessi con il limite massimo di 150 mila euro per ciascuna domanda, sono a fondo perduto. L’agevolazione riguarda le spese di investimento sostenute dai Comuni e dai consorzi per il progetto ammesso.

Firenze. Se l'Unità d'Italia va di moda...Stilisti, designer e marchi toscani hanno voluto firmare per l'occasione capi a tema e collezioni ad hoc. L'Unità d'Italia va di gran moda. E non solo per il tourbillon di eventi, feste e notti tricolori che a Firenze come in tutta la penisola stanno per animare il prossimo long week end (che per molti potrebbe essere anticipato a partire dal dibattuto giovedì 17 marzo).
Stilisti, designer e marchi toscani hanno voluto firmare per l'occasione capi a tema e collezioni ad hoc. Ci sono le borse di Gherardini che in co-branding con AmazonLife ha creato il bauletto “Desert” in stile militare con tessuto riciclato (da giacche desert safari anni ’40) e caucciù, aggiungendo come decoro la coccarda tricolore; le giacche brand CITY TIME (proprietà di TEXTURA di Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo) tinta unita o millerioghe che la coccarda la hanno sul polsino, oltre a bottone tricolore del taschino interno e pins decorativo da appuntare sul colletto; gli stivali di Garibaldi di Alexander, marchio non locale che però proprio nella settimana dei festeggiamenti dell'Unità apre a Firenze il suo primo monomarca (inaugurazione lunedì 14 marzo dalle 17 alle 20) in via della Vigna Nuova angolo Via De' Federighi mettendo in vendita la calzatura limited edition tributo all'Unità d'Italia (costo dello stivale 550 euro).
C'è poi chi i colori dell'Italia li mette in automobile, arriva così la “500 by Gucci”, edizione speciale dell'iconica Fiat 500 personalizzata dal direttore creativo Gucci, Frida Giannini, con il centro stile Fiat. Mentre il marchio di abbigliamento Koon, simbolo del made in “Prato” per la sua prossima campagna pubblicitaria ha voluto modelli barbe garibaldine. Infine l'intimo. A reinterpretare il tricolore in versione Pop ci pensa Intimissimi che anche nei negozio fiorentini mette in vendita boxer attillati verdi bianchi e rossi, evergreen come la bandiera d'Italia ma qui il tricolore diventa un cocomero. Laura Antonini

Firenze. Letteratura e omossessualità. Convegno internazionale a Firenze. Realizzato grazie al lavoro scientifico dell'Istituto di Scienze Umane, il convegno inserisce all'interno della campagna contro le discriminazioni e per la valorizzazione delle differenze - 'Libertè, Fraternitè, Differenza'. Firenze, 11 marzo 2011 -  'L'arte del desiderio. Omosessualità, letteratura, differenza' , ovvero il primo convegno di alto profilo internazionale dedicato alla letteratura gay, organizzato dalla Provincia di Firenze e dall'Istituto Italiano di Scienze Umane a Firenze giovedì 17 e venerdì 18 marzo, nelle sedi di Palazzo Medici Riccardi e di Palazzo Strozzi. Il tema portante del convegno sarà il ' racconto del desiderio omosessuale' . Come relatori  interverranno gli scrittori Franco Buffoni, Paul Burston, Maureen Duffy, Mario Fortunato, Massimo Fusillo, Tommaso Giartosio, Adam Mars-Jones, Marco Mancassola, Sarah Schulman, Walter Siti e Valeria Viganò.
Realizzato grazie al lavoro scientifico dell'Istituto di Scienze Umane, il convegno inserisce all'interno della campagna contro le discriminazioni e per la valorizzazione delle differenze - 'Libertè, Fraternitè, Differenza' portato avanti dalla Provincia di Firenze e voluta dal presidente Andrea Barducci e dall'assessore alle Pari opportunità Sonia Spacchini. L'esistenza di una 'letteratura omosessuale', hanno ricordato gli organizzatori del convegno, è da sempre una questione controversa: appare tuttavia evidente come la nuova visibilità attribuita all'esperienza di uomini e donne omosessuali abbia fatto emergere negli ultimi decenni un mondo di relazioni affettive, politiche e artistiche di grande varietà e ricchezza.
Difficile stabilire in modo nitido che cosa ne delimiti i confini: la vita erotica, presunta o dichiarata, di chi scrive? I temi trattati? La presenza di scelte formali legate da un rapporto privilegiato all'argomento omosessuale? Certo è che un gruppo variegato e complesso di scrittori e scrittrici ha dato corpo e parola alle diverse omosessualità che abitano la cultura contemporanea e ha così preso parte a una trasformazione che ha incoraggiato una nuova capacità di pensare ed abitare quella che Audre Lorde ha definito «la casa della differenza».
Il convegno di Firenze si propone di creare un'occasione di confronto sul rapporto tra scrittura e sessualità,
accogliendo testimonianze e riflessioni intorno ad alcune aree particolari tematiche. La prima di queste riguarda le scelte di libertà. Gli scrittori presenti all'assise si interrogheranno su che cosa è cambiato con la diffusione, a partire dal 1970, di un movimento per i diritti civili degli omosessuali, e in che modo questo cambiamento ha influito, se ha influito, sulla pratica artistica degli scrittori omosessuali.

Basilicata. L’Italia unita da festeggiare oltre ogni equivoco. 11/03/2011 di TOMMASO MARCANTONIO. Il Consiglio dei ministri nel mettere la parola fine a un vespaio di polemiche - con un decreto - ha stabilito che il prossimo 17 marzo sarà giornata festiva per ricordare il 150mo dell'Unità d'Italia. Saranno chiuse scuole, fabbriche e uffici con l'innalzamento della bandiera Tricolore. È stato stabilito che chi lavorerà quel giorno percepirà il doppio degli emolumenti. I costi - stante alla crisi che attanaglia il Paese - anche per le vicende insurrezionali del continente nero e per la tragedia della Libia di Gheddafi, e per gli sbarchi continui dei disperati che tentano di raggiungere l'Italia, saranno ridottissimi. Ma se per un verso Confindustria e le altre associazioni di categoria, quali imprese e aziende artigiane - pur condividendo la natura eccezionale di questo storico patrio evento della unificazione - hanno poco condiviso la scelta della giornata (il giovedì 17 è infrasettimanale e sollecita ad allungare la vacanza con un ponte), alcuni ministri della Lega Nord hanno manifestato il proprio dissenso. A costoro si è accodato il presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder. Anche se ipocritamente sottaciuta, è evidente la disapprovazione di tale festività per il localismo della Lega che ha distinto il voto contrario di Bossi e Calderoli, mentre più subdolamente e pilatescamente, se n'è lavato le mani il ministro degli Interni Maroni. Trascurando orbene la follia di questo sciaugurato governo, chi ha invece inferto una vigliacca pugnalata all'amato Presidente della Repubblica - Giorgio Napolitano è stato il biasimevole Luis Durnwalder, in qualità di presidente della provincia autonoma di Bolzano. Che, per giustificare la sua acredine e il recondito astio per l'Italia, ha espresso contrarietà a suo dire per il rispetto della (piccola e residua) popolazione austriaca per la celebrazione del 150mo dell'Unità d'Italia. Poi però, per aver compreso la gravità della sua sparata, ha cercato un recupero con Napolitano inviandogli una lettera di ravvedimento e invitandolo a una visita in Alto Adige. È evidente che il Presidente della Repubblica, on.le Giorgio Napolitano, se la sia presa a male e gli si sia spezzato il cuore. Egli ha non solo onorato la bandiera in quel di Reggio Emilia, quanto si è prodigato e si sforza ogni giorno di tenere amalgamata questa nostra Italia, guidata una scalcinata compagine governativa, per il bene primario dell'Unità del Paese. Per questo è commovente la manifestazione di affetto che gli tributa la popolazione di ogni centro d'Italia che attraversa. Sono valori universali da non scartavetrare. È tardivo che Durnwalder abbia precisato, in un’intervista a un quotidiano locale, di apprezzare l'unificazione del regno d'Italia nel 1861 e che, in ogni caso, non parteciperebbe alle celebrazioni per evitare il ripetuto risentimento dei sudtirolesi di lingua ladina e tedesca. L'eccellente Presidente della Repubblica non ha commentato. Ma quello che distingue l'illustre presidente della Provincia autonoma di Bolzano è una pletora di carenze anche di storia recente. Dimentica l'impegno politico di Alcide De Gasperi, che ha guidato l'Italia subito dopo la liberazione superando le barriere dell'irredentismo. Alle due province di Trento e Bolzano era stata concessa l'autonomia istituzionale, amministrativa e i contributi finanziari extra, permanenti, oltre quelli ordinari. Un quesito. Come si fa a dimenticare il sangue versato dai nostri padri sui monti a confine con Garmish? Senza dimenticare il contributo di italiani e di tanti meridionali che rendono Bolzano sempre più una cittadina cosmopolita, brillante e operosa? Val la pena rinfrescare che il benessere è rappresentato proprio da quei terroni che - vincitori di concorso con esami bilingue - hanno apportato ricchezza con la propria professionalità, impegno e onestà. Attraverso queste note si chiede di informare Durnwalder che ci sono miei compagni di scuola colà, capi-stazione ormai in pensione, a Chiusa all'Isarco, congiunti primari ospedalieri, e dirigenti bancari e tecnici nelle varie imprese e nella pubblica amministrazione, provenienti dalle stupende province di Salerno, dalla Calabria e dalla Lucania. Di questa regione - la Basilicata - un ex presidente del Governo - tale Ascanio Branca di Potenza, scrisse nel libro “La campagna dei volontari italiani nel Tirolo”: “A fianco alle armi regie della monarchia, evvi il popolo armato, che vuol combattere da sé le battaglie della propria redenzione” per il contributo dato all'Unità d'Italia. Questa è la nostra identità e il nostro orgoglio.

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