lunedì 21 marzo 2011

Mezzogiorno-Mattino. 21 marzo 2011.

Lampedusa, tendopoli respinta

Rivolta immigrati. Disordini al Cie inagibili alcuni locali

Dopo l'alluvione a Metaponto. Fiumi senza più argini si rischia nuovo disastro

Meno cause civili nel tribunali: scatta la conciliazione obbligatoria

Molise. Fli, Api e NPsi lanciano il Terzo Polo: Campopiano candidato

Libia: Italia, congelati beni a Gheddafi


Lampedusa, tendopoli respinta
Il sindaco: "Abbiamo vinto"
Il campo per ospitare gli immigrati non verrà allestito: la decisione dopo la protesta dei cittadini che hanno bloccato il traghetto con i materiali proveniente da Porto Empedocle
LAMPEDUSA - Non verrà allestita la tendopoli per ospitare gli immigrati nell'area della ex base Loran di Lampedusa. Lo ha annunciato il sindaco dell'isola Dino De Rubeis alle centinaia di abitanti che da questa mattina stanno manifestando al porto proprio contro la decisione del commissario straordinario per l'emergenza Giuseppe Caruso di allestire il campo.

I cittadini hanno impedito al traghetto proveniente da Porto Empedocle di attraccare al molo, chiedendo che non fossero scaricati tende e bagni chimici per allestire la tendopoli. "Abbiamo vinto - dice il sindaco -, i tir con le tende rientreranno a Porto Empedocle, non si metterà neanche una tenda né alla Casa Fraternità né alla base Loran né da nessun'altra parte. Resteranno solo i bagni e le docce".

Il sindaco ha poi annunciato che in giornata 200 immigrati partiranno con la nave per Porto Empedocle e altri 300 dovrebbero essere trasferiti con un ponte aereo. La richiesta avanzata dagli abitanti è che, se nei prossimi giorni dovessero verificarsi ulteriori avvistamenti di migranti, le motovedette di guardia di finanza e capitaneria trasferiscano gli immigrati direttamente sulla terra ferma. "C'è il rischio che Lampedusa esploda - afferma De Rubeis -; siamo stanchi, lo Stato deve farsi carico di questa emergenza".

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha convocato per martedì alle 9.30 al Viminale i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni per ottenere la disponibilità "concreta e immediata" di luoghi per accogliere gli immigrati attualmente ospitati a Lampedusa. A renderlo noto è stato il commissario straordinario per l'emergenza, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, che ha sottolineato come la convocazione faccia seguito all'appello rivolto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, affinchè le Regioni mettano a disposizione "la più ampia accoglienza" dei migranti.

Il prefetto ha anche ribadito la richiesta alla marina militare di far avvicinare prima possibile a Lampedusa una nave per poter ospitare gli immigrati e trasferirli immediatamente appena ricevute le disponibilità delle Regioni. Intanto nella notte sono arrivati altri 38 immigrati.
20/03/2011

Rivolta immigrati. Disordini al Cie inagibili alcuni locali
BRINDISI – Alcuni locali del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Brindisi, in località Restinco, sono inutilizzabili dopo i disordini scoppiati l’altra sera quando un gruppo di immigrati ha tentato di bruciare materassi e suppellettili. Sarà il ministero dell’Interno, fa sapere la Prefettura di Brindisi, a decidere nei prossimi giorni se la struttura dovrà essere o no chiusa temporaneamente per consentire i lavori di ripristino.

Le fiamme appiccate dagli immigrati, per lo più tunisini, hanno provocato soprattutto un denso fumo, dato che il materiale utilizzato nella struttura è ignifugo. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, gli immigrati sono stati trasferiti in altri locali. Il Cie ospita attualmente 45 immigrati, e l’adiacente Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) 130. Si tratta delle capienze massime che sono suscettibili di variazioni in base alla situazione che si va determinando soprattutto a Lampedusa.

Dopo l'alluvione a Metaponto. Fiumi senza più argini si rischia nuovo disastro
di DONATO MASTRANGELO
«Gli insediamenti nelle aree golenali sono ad altissimo rischio, un rischio ancora maggiore rispetto a quanto provocato dall’alluvione dello scorso 1° marzo a causa degli argini dei fiumi Bradano e Basento in più tratti completamenti scomparsi oppure alterati». Lo sostiene Pio Acito, disaster manager che con gli altri operatori del Gruppo Volontari per l’Ambente di Matera sta effettuando una ricognizione nelle aree del Metapontino maggiormente colpite dagli avversi eventi climatici di inizio marzo.

A giudicare da quanto visto, fotografato e monitorato, il quadro dopo l’eccezionale fenomeno alluvionale è tutt’altro che confortante per il futuro. Perchè non ci sono soltanto i danni alle aziende agricole e alle colture, al settore zootecnico alle abitazioni rurali. Quello che potrebbe configurarsi secondo Acito è uno scenario ancora più drammatico se non si corre presto ai ripari. L’indice è puntato sulla cattiva gestione dell’uomo con la conseguenza di un territorio sempre più fragile ed esposto ai pericoli dei cambiamenti meteorologici. L’assenza di regimentazione idraulica e di stabilizzazione e difesa dei suoli, le errate pratiche colturali, il regolare andamento dei corsi d’acqua modificato da interventi di cementificazione oppure prelevando in maniera indiscriminata gli inerti fluviali. Un insieme di fattori, insomma che mettono a dura prova l’assetto idrogeologico.

«Il primi intervento che bisognerebbe mettere in atto - dice Acito - riguarda la delocalizzazione di alcune aziende agricole interessate dalla recente alluvione, soprattutto nella zona di Serramarina perchè questo sito dinanzi a delle piogge abbondanti potrebbe ben presto ritrovarsi sott’acqua nel giro di una decina di minuti. Parallelamente a questo tipo di azione occorrebbe realizzare delle vasche di espansione allo scopo di ridurre la portata durante i fenomeni di piena dei corsi d’acqua». Sono almeno sedici i tratti, su entrambe le sponde del Bradano e del Basento, dove gli argini sono stati ormai cancellati dalla furia dell’acqua. In alcuni punti le barriere sono state sventrate anche ad altezze superiori ai due metri. La zona dove più marcati sono i segni dell’esondazione è quella di Tre Confini.

«Ci sono dei tratti sommersi dall’acqua che variano da una decina di metri fino a circa duecento metri. Ormai si tratta di terreni estremamente vulnerabili come nelle contrade Girifalco, San Marco, Serramarina, Marinella lungo l’asse bradanico. «Va ripensata completamente - prosegue il disaster manager - la gestione del territorio, restituire ai suoli la loro permeabilità e non ingabbiarli e saturarli d’acqua con dannosi interventi come le serre che puntano solo a favorire l’ir rigazione senza tenere conto di altri aspetti non meno trascurabili. Centinaia di terreni sono inquinati e ostruiti dalle plastiche. A seguito dell’alluvione del 1° marzo sono deceduti trecento animali ma se non si interviene in maniera urgente ed efficace - conclude Acito - qualcuno in futuro potrebbe rispondere della vita delle persone».

Meno cause civili nel tribunali: scatta la conciliazione obbligatoria
Avvocati in sciopero: «Illegittima». Alfano: «Giustizia veloce»
ROMA - Al via la mediazione civile obbligatoria, mentre infuria la polemica. Da domani entra in vigore la mediazione che riguarderà un’area molto vasta della giustizia civile: dalle controversie sulle proprietà alle successioni ereditarie, dai patti di famiglia ai contratti assicurativi. Il provvedimento voluto dal Guardasigilli Angelino Alfano, ed altrettanto contrastato dagli Ordini degli avvocati, è dal nove marzo sotto la lente dei giudici del Tar del Lazio che dovranno valutare se, come sostengono l’Organismo unitario dell’avvocatura e molti Ordini forensi, sia illegittima la nuova normativa nata con l’obiettivo di deflazionare il contenzioso civile rendendo obbligatorio il tentativo extragiudiziale di soluzione delle liti.

Molti i settori nei quali bisognerà tentare la strada della soluzione davanti a un «risolutore di conflitti». Ossia un professionista - non necessariamente di formazione giuridica, anche un ingegnere o un geometra vanno bene - che, per ora, avrà una formazione specifica di 50 ore e che, in futuro, disporrà di una apposita laurea triennale. Il ”problem solving” deve essere capace di sviluppare il dialogo tra le parti e la ricerca di una soluzione condivisa che faccia rinunciare i contendenti dall’intraprendere il lungo percorso giudiziario che dura almeno 10 anni, dal Tribunale alla Cassazione.

Sono quasi sei milioni le cause arretrate. Locazioni, litigi ereditari, contratti bancari e assicurativi, risarcimenti del danno da colpa medica e diffamazioni a mezzo stampa, comodato, affitto di aziende, patti di famiglia e diritti reali: in tutti questi casi, prima di andare in tribunale, bisogna confrontarsi davanti al ”conciliatore”. E tra un anno l’obbligo scatterà anche per le liti condominiali e le cause per risarcimento danni da circolazione stradale e da natanti.

In Italia il numero delle cause civili è diminuito, informa il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. La mediazione va in questa direzione: «Darà la possibilità ai cittadini di avere giustizia in soli quattro mesi non attraverso una rissa ma presso un organismo di conciliazione pubblico registrato al Ministero della Giustizia. Se poi non si trova la soluzione in quattro mesi - ha aggiunto - è chiaro che il cittadino si potrà rivolgere al giudice».

Invano l’avvocatura - ma l’Oua, comunque, non demorde e per il 28 marzo ha ottenuto un incontro con il Presidente della Camera Gianfranco Fini - aveva chiesto al Guardasigilli di inserire nella nuova disciplina l’obbligo, per i cittadini, di essere assistiti da un legale di fiducia. La procedura, tuttora, non lo prevede e, dunque, rimangono in campo le barricate degli avvocati che ritengono la mediaconciliazione lesiva del diritto di difesa. Se la ”creatura” di Alfano funzionerà e si raggiungerà il risultato di abbattere anche solo del 20-30% l’iscrizione di nuove cause, per gli avvocati si stima un calo delle entrate.

Ma non tutti gli avvocati si oppongono al cambiamento. Ad esempio Nicola Nanni dell’Ordine degli avvocati di Roma, tra i promotori del centro di formazione per conciliatori ”Adr-Unione europea conciliatori e arbitri”. «Un solo dato: in Francia, e faccio l’esempio di uno dei paesi comunitari a noi più simili - dice Nanni - ogni centomila abitanti si iscrivono ogni anno 2300 nuove cause a ruolo. In Italia se ne iscrivono ben 4800. Dunque si deve intervenire sui meccanismi dissuasivi, o alternativi, allo sbocco della lite nelle aule, già ingolfate, dei tribunali».

Molise. Fli, Api e NPsi lanciano il Terzo Polo: Campopiano candidato
L’indiscrezione verrà confermata nelle prossime ore: la nuova formazione centrista presenterà una propria coalizione autonoma in vista delle consultazioni di maggio. Sarà il 55enne avvocato termolese, ormai da mesi distante dalle posizioni di Iorio e del Pdl, a guidare il Nuovo Polo. Un’incognita in più che peserà di sicuro sul risultato della corsa a palazzo Magno, anche in vista di un eventuale ballottaggio.
di Stefano Di Leonardo
Il Terzo Polo fa sul serio. Centrosinistra e centrodestra dovranno fare i conti con un nuovo avversario alle prossime elezioni provinciali di metà maggio. Manca l’ufficialità ma è praticamente certo: Futuro e Libertà, Alleanza per l’Italia e Nuovo Partito socialista saranno ai nastri di partenza con una coalizione autonoma e un proprio candidato presidente: il nome che circola con insistenza è quello di Oreste Campopiano. In attesa della decisione definitiva da parte di Unione di Centro, le conferme ufficiali dovrebbero arrivare già nelle prossime ore.

La sfida del Terzo Polo alle due coalizioni “tradizionali” è lanciata. In linea con quanto sta accadendo a livello nazionale, la neonata formazione centrista si presenterà autonomamente alle prossime consultazioni. Sicure le liste dei finiani di Fli (fuoriusciti di destra) e dei rutelliani di Api (fuoriusciti di sinistra) oltre al Nuovo Psi, la formazione socialista che nel ventennio, o poco meno, di era berlusconiana era sempre stata col centrodestra, salvo tirarsi fuori proprio negli ultimi mesi e in aperta contraddizione col Popolo delle Libertà.

Ed è proprio il leader del Nuovo Psi in Molise l’uomo designato per guidare la coalizione allo scontro di maggio. Oreste Campopiano, 55 anni, sposato e padre di tre figli, avvocato termolese molto noto in città e nel resto della regione. Politixo di lungo corso, affacciatosi sulla scena con i Verdi e passato poi ai partito socialista. Dopo la scissione post-Craxi, Campopiano ha sposato la causa della corrente che ha seguito il cammino di Silvio Berlusconi. Nel centrodestra Campopiano ha tentato la scalata al Comune di Termoli dove, dopo essere stato presidente del Consiglio con Remo Di Giandomenico sindaco, tentò di conquistare la fascia di primo cittadino nel 2006, quando venne sconfitto al ballottaggio da Vincenzo Greco. Dopo quattro anni all’opposizione, nel 2010, e anche in seguito a diversità di vedute col presidente regionale Michele Iorio, decise di non ricandidarsi.

Proprio da allora è iniziato un lento ma netto distacco fra Campopiano e il vertice del centrodestra locale, regionale e nazionale. Di recente, il suo Nuovo Psi aveva annunciato l’intenzione di lasciare il centrodestra per presentare una propria lista autonoma alle provinciali. L’avvicinamento col Terzo Polo è stato quindi una diretta conseguenza. L’ufficializzazione, come detto, è attesa a breve. La nuova formazione centrista rappresenta quindi un’incognita di cui tenere conto in vista della corsa a palazzo Magno. Si tratta di voti che peseranno di sicuro anche in vista di un possibile ballottaggio. E l’adesione dell’Udc al Terzo Polo, finché il simbolo non verrà concesso al centrodestra, rimane ancora in ballo.
(Pubblicato il 20/03/2011)

Libia: Italia, congelati beni a Gheddafi
Per 7 miliardi, in attuazione della risoluzione Onu 1973.
(ANSA) - NEW YORK, 20 MAR - L'Italia, in attuazione della risoluzione 1973 approvata il 17 marzo dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha congelato i beni di Gheddafi o di entita' libiche per 6-7 miliardi di euro. Lo ha reso noto il rappresentante permanente italiano presso le Nazioni Unite, ambasciatore Cesare Maria Ragaglini. La cifra e' 'soggetta ad ulteriori verifiche da parte del Comitato di Sicurezza finanziaria'.

Nessun commento: