lunedì 21 marzo 2011

Federali-Sera. 21 marzo 2011. Dobbiamo difenderci dal nemico alle porte. Risalirà le valli che ha disceso con tanta tracotanza. Loro promettono servizi sociali e scuola solo a chi è nato qui. Ma lo sanno che in dieci anni in città il cinquanta per cento di abitanti è fatto da nuovi bolognesi?

Bologna. "La Lega è il nemico. Mai dialogo con loro".
Roma. Napolitano: «Ho dovuto metterci la faccia io»
Bruxelles. Frattini, è tempo di passare sotto l'ombrello della Nato.
L'esordio della Lega al tavolo delle nomine nelle aziende statali.
ENERGIA. Rinnovabili: Governo promette nuovi incontri sugli incentivi al fotovoltaico


Bologna. "La Lega è il nemico. Mai dialogo con loro". Virginio Merola (Pd): "Vincerò al primo turno". Bologna, 21 marzo 2011 - Epico: «Dobbiamo difenderci dal nemico alle porte. Risalirà le valli che ha disceso con tanta tracotanza. Loro promettono servizi sociali e scuola solo a chi è nato qui. Ma lo sanno che in dieci anni in città il cinquanta per cento di abitanti è fatto da nuovi bolognesi?». Virginio Merola, crociato anti-Lega. Non parla di «orde di barbari», come altri compagni giorni fa. Non la risolve con un «cretino», come fa invece un militante in assemblea, qui al circolo Pd del Fossolo. Alla fine si parla di tutto. Il candidato sindaco del centrosinistra segna comunque la rotta, puntando contro «la comunità del rancore», come l’ha definita più volte. Indica così i leghisti. S’immagina anche gli elettori. Chiarisce: «Mi chiede se un candidato sindaco della Lega rappresenti una mutazione genetica? No, è la conferma che non ci sarà mai dialogo tra maggioranza e opposizione. Con Bernardini si può parlare, con la Lega no».

Roma. Napolitano: «Ho dovuto metterci la faccia io»
21 marzo 2011 Vittoria Aleandri I
Roma - «L’Italia non può perdere la faccia». Giorgio Napolitano interviene da tre giorni, anche più volte al giorno, sull’attacco in Libia per cercare di dare un segnale di unità sia al Paese che ai partner internazionali. Dal primo momento, quando al termine dell’esecuzione del Nabucco per le celebrazioni del Centocinquantenario dell’unità d’Italia gli è stato annunciato che l’Onu aveva votato la risoluzione contro Gheddafi, ha capito che i giorni che lo attendevano non sarebbero stati facili per lui. Ai pochi che gli hanno parlato, Napolitano è si è detto «attonito: ci ho dovuto metterci la faccia io e francamente questo non si era mai visto». Oltre alla naturale preoccupazione per un’azione di forza, decisione che mai viene presa alla leggera, aveva infatti intravisto quanto sarebbe stato complicato interpretare in modo chiaro e inequivocabile le decisioni dell’Onu ed eventualmente della Nato. E già da venerdì mattina ha anche capito che il governo non sarebbe stato una sponda forte e indefettibile. E infatti fin dalle prime ore del pomeriggio di venerdì ha dovuto leggere prima le dichiarazioni affrettate del ministro della Difesa, poi quelle critiche del leader della Lega. E ha anche capito che l’ultimo ad essere “entusiasta” di questa operazione militare sarebbe stato il presidente del Consiglio. Ma il Presidente della Repubblica è insieme Capo di Stato e capo delle Forze armate, per dettato costituzionale, e infatti presiede il Consiglio supremo di Difesa.

Dunque ha la responsabilità di rappresentare il Paese, anche all’estero, oltre che dare copertura costituzionale alle decisioni prese dal governo in campo militare. Poco dunque gli sono piaciuti i tentennamenti di alcuni ministri, per nulla quelli della Lega, ma non ha gradito nemmeno troppo le fughe in avanti di Ignazio La Russa. Del resto anche a palazzo Chigi le acque non sono tranquille. Silvio Berlusconi ha preso obtorto collo la decisione di attaccare la Libia, tanto che ha dovuto più volte frenare le impazienze del ministro La Russa, che ha annunciato la disponibilità dell’Italia ai raid ancora prima che il premier ne discutesse con gli alleati a Parigi. E a Berlusconi non è piaciuta nemmeno la presa di distanza di Bossi, quantomeno avrebbe voluto un sostegno da parte dell’alleato, in un momento così difficile e dopo aver preso decisioni che teme impopolari. Forse per questo non ha voluto più di tanto “metterci la faccia”. E forse per questo, invece, ce l’ha dovuta mettere Napolitano, molto di più di quanto non abbiano fatto in passato i suoi predecessori in situazioni analoghe.

Bruxelles. Frattini, è tempo di passare sotto l'ombrello della Nato. Bruxelles, 21-03-2011
Per le operazioni in Libia "e' giunto il momento di passare sotto l'ombrello della Nato". Cosi' il ministro degli Esteri Franco Frattini al suo arrivo al Consiglio Esteri delle Ue a Bruxelles In Libia non ci deve essere una "guerra" e l'Italia intende verificare "la coerenza" dell'azione della coalizione internazionale con il pieno rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu.
"Il forte impegno della Lega Araba" per proteggere i civili in Libia "ha reso possibile l'adozione della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu".Lo ha affermato il segretario generale del Palazzo di vetro, Ban Ki-Moon, al termine del suo incontro con il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa.
Sito opposizione, morto un figlio di Gheddafi Sarebbe morto in seguito alle ferite riportate dopo un raid aereo su Tripoli uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, Khamis. Lo riferisce oggi il sito dell'opposizione al Manara, che trasmette anche su Facebook.
Secondo le fonti citate dal sito, Khamis e' morto ieri dopo che nei giorni scorsi era stato gravemente ferito durante un bombardamento sferrato da un aereo libico guidato da un pilota passato a fianco dei ribelli contro la caserma-bunker di Bab al Aziziya, dove sarebbe rifugiato Gheddafi e i suoi fedelissimi.
Massimo riserbo sulle operazioni italiane
Cresce il riserbo sulle operazioni che potrebbero essere condotte nella base militare di Trapani-Birgi nell'ambito dell'operazione "Odyssey dawn",(odissea all'alba) scattata per ordine della Nato nei confronti della Libia. Dalle poche notizie che trapelano nella base che ospita il 37/mo Stormo dell'Aeronautica militare, i dati certi sono che in giornata atterreranno altri due Euro Fighter che si aggiungeranno ai quattro gia' arrivati ieri. Inoltre si alzeranno in volo gli F-16 e gli elicotteri per "normali operazioni di addestramento".
La segretezza sulle operazioni, sostengono alla base, nasce per garantire la riuscita della missione e la sicurezza dei piloti.
I velivoli F-16 e Euro Fighter possono essere impiegati nell'ambito di operazioni aeree complesse per garantire la difesa degli altri velivoli impiegati nella missione contro eventuali aerei ostili. A Trapani-Birgi rimangono schierati i Tornado che ieri sono stati inviati in Libia per distruggere le controaeree avversarie.

L'esordio della Lega al tavolo delle nomine nelle aziende statali.
Inutile elencare tutte le cause che rendono il rimpasto un'operazione così complicata. Si sa degli appetiti dei "responsabili" e di quanti hanno salvato il Governo dopo lo strappo di Gianfranco Fini, si sa del malumore e dell' influenza di Claudio Scajola sul premier, si sa del dissenso di Giorgio Napolitano ad avallare operazioni di ampliamento della squadra di Governo che richiederebbero una revisione della legge Bassanini. Un incastro da rompicapo, soprattutto se si aggiunge un'altra partita altrettanto difficile e cruciale. Una partita di primavera, la più importante: le nomine in posti chiave nelle aziende partecipate dallo Stato.
Per capirci non c'è solo il ministro dell'Agricoltura in ballo ma – e ben più strategici – i nuovi vertici di Eni, Enel, Finmeccanica, Poste. Se la politica si incarta nel puzzle tra un paio di ministri e infiniti nuovi sottosegretari, le vere scelte di potere si svolgono su altri tavoli. E si negoziano con interlocutori che non somigliano propriamente a Scilipoti, Razzi o Saverio Romano. Diciamo che in quest'altro tavolo lo standing dei contraenti è un po' diverso e il puzzle che ne verrà fuori sarà la sintesi di nuovi equilibri tra poteri pubblici e privati. E, più di tutto, rappresenterà plasticamente cosa è accaduto tra Giulio Tremonti e Gianni Letta, i veri attori protagonisti di tutto ciò che si muove nel panorama più alto dell'economia italiana.
La novità sarà la Lega. Non tanto nel tavolo light delle new entry nel Governo e sottogoverno, quanto nella mappa delle nuove nomine. Andiamo con ordine. Nella squadra dell'Esecutivo i nuovi arrivi del Carroccio dovrebbero essere Marco Reguzzoni come viceministro dello Sviluppo economico, nel posto che fu di Adolfo Urso (passato con Fli) e Sebastiano Fogliato come sottosegretario all'Agricoltura, una postazione strategica per gli interessi del Carroccio, che già aveva scelto Luca Zaia.
Ma, appunto, non sarà il sottogoverno a far realizzare un salto di qualità del partito di Umberto Bossi. Il vero debutto ai piani alti del potere sarà, forse, in questa tornata di nomine. Il regista dell'operazione è il potente presidente della commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, "mente" economica del Carroccio, uomo fidatissimo di Bossi e molto vicino a Giulio Tremonti. Tra i desiderata del Carroccio c'è il vertice delle Poste ma anche di Finmeccanica ed Enel. Naturalmente anche nel Carroccio non tutto è pacifico vista la guerra sotterranea che si gioca tra Giorgetti-Maroni-Calderoli e il clan del cosiddetto "cerchio magico", costituito da Marco Reguzzoni, Federico Bricolo e Rosi Mauro. Insomma, perfino nel partito padano – un tempo un monolite – non è facile realizzare una sintesi, figurarsi in un quadro più esteso.
La composizione di un altro ordine in questo contesto è assai complicata proprio perché sono spuntati interessi recenti: in politica, quelli dei nuovi arrivi che hanno – fin qui – salvato la legislatura; sul piano del potere economico, l'esordio della Lega spalleggiata da Tremonti. Così come – forse – troveranno spazio nella nuova geografia di incarichi anche neonati feeling come quello tra il banchiere Massimo Ponzellini e il Carroccio. E si verificherà l'attendibilità di recenti rumors che parlano di un riavvicinamento tra Alessandro Profumo e il ministro dell'Economia.
È così che la tessitura della squadra di Governo o delle nomine pubbliche è diventata una tela di Penelope: viene disfatta la notte e ritessuta di giorno. Senza contare che in questa trama entrano pure i "corteggiati" dal premier, come Pier Ferdinando Casini, al quale – in prospettiva – si dovranno offrire nuovi spazi e ruoli.

ENERGIA. Rinnovabili: Governo promette nuovi incontri sugli incentivi al fotovoltaico
21/03/2011 - 10:55
"È intenzione del Governo procedere molto velocemente a dare certezze definitive al settore del fotovoltaico", attraverso tavoli tecnici e incontri previsti anche per questa settimana. È quanto ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani al termine dell'incontro di venerdì sul nuovo regime di incentivazione delle fonti rinnovabili, che ha visto la presenza dei ministri dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e dell'Agricoltura Giancarlo Galan, del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e di ABI, Giuseppe Mussari.

All'incontro hanno portato le proprie osservazioni il CNCU, per il quale è fondamentale il coinvolgimento dei consumatori nelle sedi decisionali, e i rappresentanti delle aziende, preoccupati delle conseguenze che le nuove norme sulle rinnovabili possono avere sulla vitalità di migliaia di aziende. Per il ministro Romani, si è trattato di una riunione "molto importante: "Il Governo ha voluto incontrare tutti gli operatori del settore, sia i produttori di energia che i consumatori, piccoli e grandi, e i rappresentanti delle associazioni dei consumatori. È stata una prima riunione propedeutica a tavoli tecnici ed incontri di questo livello per la settimana prossima (questa settimana, ndr). È intenzione del Governo procedere molto velocemente a dare certezze definitive al settore del fotovoltaico. Ci sono giustamente esigenze di certezze dei prossimi anni, non dei prossimi mesi, e quindi è giusto che il Governo dia risposte definitive".

"Sicuramente - ha proseguito Romani - bisogna fare un confronto con gli incentivi che vengono applicati negli altri paesi europei, con la riduzione dei costi delle tecnologie del fotovoltaico, per renderli compatibili con quelle che sono le ragionevoli possibilità di cittadini ed imprese. Questo è il tentativo, non è un tentativo facile, oggi sono in campo tutti gli interessi del settore e quindi come in tante altre occasioni gli interessi sono divergenti. Penso però che il sistema paese possa essere nelle condizioni di trovare la soluzione migliore".

Per il ministro Prestigiacomo, "il Governo sulle rinnovabili punta non solo a sostenere lo sviluppo del settore ma anche ad assicurare gli investimenti in corso. I tavoli tecnici approfondiranno le tematiche specifiche con l'obiettivo di trovare soluzioni condivise. Sono convinta che in pochissimi giorni produrremo un provvedimento che darà certezza, equilibrio, equità e futuro alle rinnovabili italiane".
2011 - redattore: BS

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