domenica 17 aprile 2011

Federali-Mattino. 18 aprile 2011. Souad Sbai, parlamentare Pdl. Occorre bloccare gli ingressi in Italia e rimpatriare immediatamente.-----Antonio Ramenghi. E i bimbi che nascono qua sono tutti italiani. Con la pelle nera, gialla, rossa, bianchissima, ma sono italiani. Sono e saranno gli alunni di domani alle elementari, alle medie, al liceo, all'università. Domani diventeranno insegnanti, direttori di banca, docenti universitari, giornalisti, preti, chirurghi, deputati e perché no, presidenti del Consiglio (che ce ne sarebbe un gran bisogno...) grazie al lavoro delle mamme colf, badanti, infermiere e dei papà operai, artigiani, e pure vu cumprà o venditori di rose al ristorante, che a volte rompono un po'...Italiani e basta.

Illuminismo alla Sarko':
La Francia blocca i treni degli immigrati. Frattini: «Misure illeggittime»

Illuminismo padano:
Arrivati in Veneto i tunisini: sono 106 e non resteranno
Ferrara. Profughi di passaggio a Ferrara. Alla ricerca di famigliari e amici
Verona. «Basta con le moschee e rimpatriare i profughi»

Illuminismo
Modena. Quei bimbi sono i nuovi italiani


La Francia blocca i treni degli immigrati. Frattini: «Misure illeggittime»
 17 aprile 2011
Ventimiglia - Le autorità francesi hanno sospeso tutti i treni che si recano in Francia. Nessun convoglio, secondo quanto confermato dalla Polfer e dalla polizia di frontiera italiana, può varcare la frontiera di Mentone.
Un reparto della “Compagnie republicaine de securité” (Crf) si sta schierando al confine ferroviario di Mentone. È quanto si apprende da fonti francesi.

Disagi per centinaia di passeggeri diretti in Francia.
Intanto davanti alla stazione di Ventimiglia è in corso una manifestazione mentre sale la tensione. La notizia del blocco dei treni sta allarmando i tunisini che, dopo giorni di attesa, speravano di raggiungere la Francia. Non è escluso che tentino comunque di passare il confine a piedi, accompagnati dai giovani antirazzisti e dei centri sociali arrivati a Ventimiglia con il cosiddetto `treno della dignità`. Circa 300 attivisti si stanno dirigendo dalla stazione di Ventimiglia al vicino consolato francese, dove intendono dare vita insieme ad alcune decine di migranti ad una manifestazione di protesta.
A sbarrare loro la strada le forze dell’ordine, pronte a intervenire nel caso in cui la situazione dovesse degenerare. Intanto un portavoce del ministero dell’Interno francese riferisce che il blocco dei treni diretti in Francia è «una misura temporanea per ragioni di ordine pubblico motivata dal fatto che era in corso una manifestazione» pro-migranti davanti alla stazione di Ventimiglia. vv
Tra le persone che sono arrivate a Ventimiglia sul “treno della dignità”, l’iniziativa con la quale associazioni italiane e francesi si propongono di accompagnare e proteggere l’attraversamento della frontiera francese dei migranti, c’è anche Simone Savona dell’associazione Ya Basta! Radio 19 lo ha intervistato. «Siamo pronti a passare il confine anche con altre vie», dice Savona. (ascolta)

Le reazioni
Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni. «L’Europa della solidarietà ancora non c’è». Così ha dichiarato il ministro dell’Interno Maroni in un’intervista a Sky. «Se l’Europa è solo un’entità per definire quanto lunghi devono essere i cetrioli e quando c’è necessità di aiuto dice ‘sono affari tuoi’, non è l’Europa che abbiamo in mente». E ha continuato: ««La posizione della Francia sull’immigrazione, dura e ingiustificata nei nostri confronti, è incomprensibile».
Il coordinatore dei parlamentari liguri del Pd, Mario Tullo. «La decisione del Governo francese di bloccare i treni verso la Francia è assurda». Lo afferma il coordinatore dei parlamentari liguri del Pd, Mario Tullo, secondo cui «questa presa di posizione va contro i principi della Comunità Europea e degli accordi di Schengen crea forti disagi a molti cittadini che per ragioni di lavoro o turismo devono attraversare il confine». Abbiamo in collegamento proprioTullo...
La precisazione di Parigi: “Solo una misura temporanea”. E un portavoce del ministero dell’Interno francese comunica attraverso una nota che il blocco dei treni diretti in Francia provenienti da Ventimiglia è «una misura temporanea per ragioni di ordine pubblico motivata dal fatto che era in corso una manifestazione» pro-migranti davanti la stazione di Ventimiglia.

Frattini chiede alla Francia passo diplomatico. Dopo la «sospensione unilaterale del traffico ferroviario a Ventimiglia, il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha dato immediate istruzioni all’Ambasciatore d’Italia a Parigi di svolgere un passo diplomatico presso le Autorità francesi per esprimere la ferma protesta da parte del Governo italiano». Lo comunica la Farnesina in una nota spiegando che sono stati chiesti «chiarimenti per le sopraindicate misure che appaiono illegittime e in chiara violazione con i generali principi europei». È stato «altresì sollecitato il Consolato a Nizza per attivare contatti immediati con le Autorità locali e ottenere chiarimenti al riguardo».

Arrivati in Veneto i tunisini: sono 106 e non resteranno
 IERI POMERIGGIO. Scene simili a Verona, Padova, Mestre e altri centri
 Molti di loro, dotati del permesso di soggiorno temporaneo, hanno subito chiesto di essere accompagnati alle stazioni: l'obiettivo è la Francia. 17/04/2011
Il Veneto? «È solo una tappa. Voglio andare in Francia anche se qui mi sono trovato bene e sono stato trattato bene». È solo una delle voci raccolte ieri a Villafranca (Vr), dopo ore di viaggio in pullman, ma rappresenta di fatto il sogno dei 106 tunisini giunti proprio nel primo pomeriggio, i primi in Veneto dopo le tante trattative e discussioni di queste settimane sull'emergenza sbarchi dall'Africa del Nord.
In effetti i nuovi arrivati in gran parte, a quanto pare, hanno già rinunciato all'ospitalità «diffusa» predisposta dalle strutture caritatevoli in accordo con le prefetture del Veneto e la protezione civile per andare a caccia dei treni per raggiungere Ventimiglia.
Il viaggio con destinazione Veneto - di fatto «trampolino» verso altre mete - per i 106 immigrati tunisini, tutti muniti del permesso di soggiorno temporaneo e conseguente piena facoltà di movimento, era cominciato nella notte di venerdì con la partenza, in pullman, dalla Campania.
Paradigmatico è appunto quanto accaduto a Verona. Quando sono giunti nella base militare di «Caluri» a Villafranca i tunisini - quasi tutti maschi - erano stremati dalla fatica, dal caldo e dal sonno. Ricevuti dal comandante della base hanno mangiato un panino e dopo un messaggio di benvenuto di mons. Giuliano Ceschi, direttore della Caritas scaligera, e i controlli di rito, hanno chiesto di potersi riposare. Poi però da parte di molti di loro è arrivata la richiesta della via più breve verso la stazione ferroviaria anche se ad esempio ha osservato: «Qui sto veramente bene, altro che la Campania». Poi però, come pentito, ha aggiunto: «Ma andrò a Parma perché lì ho degli amici e poi vedrò come andare in Francia». I tunisini giunti in Veneto sono tutti giovani, con alle spalle soprattutto storie di sofferenza e povertà. I migranti hanno lasciato le rispettive famiglie in Tunisia e, secondo quanto hanno detto, la maggior parte di loro va appunto a caccia di un lavoro e del miraggio transalpino.
Così dei 106 destinati all'ospitalità in Veneto quelli che hanno di fatto usufruito delle strutture predisposte si contano sulle dita delle mani. E chi è rimasto, a quanto pare, lo farà solo per riposare, prendere un po' di fiato, e poi dirigersi nei prossimi giorni verso Nizza.
Nel Veronese erano attesi in una trentina: in otto hanno detto subito che volevano andarsene, poi se ne sono aggiunti altri. Analoga situazione a Marghera (ne erano attesi 24), Belluno, Feltre e Treviso. A Padova ne sono giunti in pullman 27 (anche lì quasi tutti giovani maschi), scortati e accolti come previsto nella "Casa a colori", centro di prima accoglienza.
«Si è verificato quello che immaginavamo - ha commentato nel pomeriggio il presidente veneto Luca Zaia - sono scesi dal pullman, hanno chiesto dov'è la stazione e si sono avviati verso Nizza». «Dei 106 - precisa Zaia - la quasi totalità è partita, ad eccezione di qualcuno che ha chiesto, per una notte, di ristorarsi».

Ferrara. Profughi di passaggio a Ferrara. Alla ricerca di famigliari e amici
In città una ventina di tunisini, due di loro non avevano nemmeno le scarpe. Molti sono già in partenza per altre province, giovedì riunione per fare il punto della situazione. I volontari: esperienza unica
FERRARA. Sono arrivati in numero doppio rispetto al previsto, ma a Ferrara rimarrà meno della metà. Dopo il pranzo e la visita medica al Centro della Protezione Civile di via Marconi, i profughi tunisini sono stati accompagnati alla struttura 'Ca' Frassinetta' gestita dall'associazione di volontariato 'S. Franceschi', ma i 20 iniziali si sono ridotti a circa la metà.
 La maggior parte infatti fin dalle prime ore del pomeriggio è stata raggiunta da amici e famigliari, molti già residenti da tempo nel Modenese. Altri avevano già in tasca un biglietto ferroviario per Bologna, per ricongiungersi con i loro parenti.
 In ogni caso l'accoglienza dei primi migranti non ha riservato intoppi nè particolari difficoltà, nonostante in queste ore si navighi a vista e le previsioni vengano puntualmente disattese. Ancora venerdì sera erano dati in arrivo 10 profughi nella giornata di sabato e altri 22 domenica.
 Invece dopo il primo 'contingente' di venti persone, oggi non sono annunciati altri arrivi. Se ne riparlerà nell'arco della settimana, con la speranza che la 'cabina di regia' convocata per giovedì in Regione serva a fare chiarezza.
 La giornata di ieri è servita da 'test' per misurare il grado di tenuta dell'organizzazione di accoglienza, e l'esito è stato positivo.

 Verso le 10 del mattino, provenienti da Bologna, quattro pullmini della Protezione Civile hanno accompagnato i venti profughi tunisini in Questura per il controllo dei documenti e dei permessi.
 Subito dopo è stata la volta del Centro della Protezione Civile di via Marconi, dove gli ospiti sono stati rifocillati, hanno pranzato, hanno potuto fare una doccia e verso le 14 sotto stati sottoposti ai controlli medici.
 «Abbiamo stabilito un ottimo rapporto con gli ospiti, abbiamo procurato loro scarpe, vestiti e saponi - commenta il responsabile del Coordinamento volontari della Protezione Civile Lucio Lodi - per noi è stata un'esperienza indimenticabile». In serata il trasferimento a 'Ca' Frassinetta'. 17 aprile 2011


Verona. «Basta con le moschee e rimpatriare i profughi»
 CONVEGNO. Un quadro allarmante dall'associazione Acmid Donna: «Colonizzano l'Europa»
 Souad Sbai, parlamentare Pdl: «Rischio islamico in Nordafrica» 17/04/2011
Non usa mezzi termini Souad Sbai, parlamentare del Pdl, marocchina naturalizzata italiana presidente dell'associazione Acmid Donna, descrivendo il pericolo di islamizzazione dell'Europa e in particolare dell'Italia.
Il suo è un autentico allarme: dice basta alle moschee, «ne sono state aperte tre solo nell'ultima settimana» e sostiene il «rimpatrio immediato dei profughi» ma, soprattutto, critica le rivolte nel mondo arabo, in particolare in Libia dove dice «l'attacco militare è stato azzardato e inutile, bisognava utilizzare i mezzi diplomatici per risolvere la situazione», rivolte che sarebbero per l'onorevole una «porta spalancata all'estremismo islamico e non alla democrazia».
Insomma, un quadro allarmante quello descritto ieri al Circolo Ufficiali dalla parlamentare nel corso del convegno «Il vero volto dei Fratelli musulmani. La rivolta del mondo arabo, l'Islam e il Veneto», promosso dall'associazione Saadia con l'assessorato alle Pari opportunità del Comune e la European foundation for democracy di Bruxelles. Un quadro cui si sono aggiunte le testimonianze della scrittrice Valentina Colombo, docente di Geopolitica del mondo islamico all'università Europa di Roma che ha portato anche un documentario sui «Fratelli musulmani», l'associazione islamista che punta all'unificazione del globo sotto la legge islamica, partendo dall'Europa, di Samira Chabib, presidente dell'associazione Saadia, dell'assessore Vittorio Di Dio e di Roberta Bonazzi presidente della European foundation for democracy.
É una profezia disastrosa quella che il convegno aveva lo scopo di diffondere, ovvero far sapere al mondo occidentale di essere sotto un attacco subdolo, una operazione di conquista e colonizzazione che passa per la demografia e la democrazia. Colombo spiega infatti: «Nel video i Fratelli musulmani lo dicono chiaramente che intendono usare la nostra democrazia, considerata da loro il nostro satana, per conquistarci con l'obiettivo di creare uno Stato islamico unificato. E quando poi avranno raggiunto lo scopo, demoliranno i principi democratici». E aggiunge: «Occorre stare attenti a tutte quelle associazioni islamiche che si definiscono moderate solo perché non professano ufficialmente il terrorismo e ascoltare con attenzione quello che dicono, ma soprattutto quello che non dicono».
Sbai rincara ulteriormente la dose e dice: «Negli ultimi anni gli islamici in Italia hanno cambiato tattica e persino abbigliamento. Si presentano in giacca e cravatta ma sono in realtà solamente travestiti da moderati. Con voi si comportano da angeli, ma dentro le moschee predicano contro l'occidente e contro la donna. Quasi nessuno di questi Imam conosce il Corano e spesso le moschee sono centri di odio dove si fa il lavaggio del cervello ai giovani per creare futuri terroristi».
Parole dure, parole pesanti quelle della parlamentare che, tornando alle rivolte in atto nel mondo arabo, aggiunge: «Questi raìs saranno stati anche malvagi, ma non si può negare che di fatto abbiano bloccato l'avanzata estremista. In Egitto alle ultime elezioni gli islamisti hanno ottenuto il 70% dei consensi e già si sta proponendo la polizia sharitica. Insomma, dalla padella alla brace».
Di Dio infatti si domanda: «Assistendo a questi tumulti mi chiedo se la democrazia che ne consegue dall'aver liberato il popolo dal dittatore sia reale democrazia e quanto possa durare. Il timore è che gruppi antidemocratici si avvalgano di questi movimenti per poi affermare un nuovo regime». E conclude: «Sono davvero rivoluzioni spontanee? Per esempio in Libia questo iperattivismo della Francia qualche dubbio me lo fa sorgere. Noi dobbiamo difendere le nostre radici, accogliere chi è in difficoltà ma senza mai perdere di vista la nostra identità altrimenti sarebbe il fallimento del multiculturalismo».
Dello stesso parere Sbai che aggiunge: «Occorre bloccare gli ingressi in Italia e rimpatriare immediatamente». E conclude: «Le amministrazioni di centrosinistra sbagliano se credono di poter integrare i fratelli musulmani perché non hanno capito che l'estremismo islamico è peggio del fascismo, è nazismo e avanza con il velo delle donne». Un «falso buonismo», secondo Sbai che «danneggia tutti, soprattutto la comunità straniera davvero moderata».
Occorre però aiutare i gruppi di donne e quella frangia di persone, come spiega Roberta Bonazzi, «che si sentono frustrate perché non vengono ascoltate dalle istituzioni. Bisogna creare una rete di questi gruppi moderati per fronteggiare quella più organizzata e finanziata dei gruppi islamisti che puntano a smantellare tutti i principi liberali».
Il disegno estremista secondo le relatrici è quello di governare l'Europa nell'arco di 20 anni attraverso una maggiore procreazione da parte degli musulmani in Europa che attualmente sono circa 25-30 milioni.
 Giorgia Cozzolino

Modena. Quei bimbi sono i nuovi italiani
Disseminare gli scolari alle primarie perchè considerati "stranieri" ?
di Antonio Ramenghi
MODENA Nei giorni scorsi il consigliere della Lega Nord, Stefano Barberini, ha sollevato il problema degli alunni "stranieri" presenti nelle classi della scuola primaria della città. E lo ha fatto con una preoccupata analisi della quale abbiamo dato conto nell'edizione di venerdì. Dice Barberini che gli "stranieri" vanno disseminati nelle varie scuole a prescindere dal luogo di residenza al fine di diluirne la presenza e, a suo parere, favorirne l'integrazione.

 Barberini accusa pure l'assessore comunale Adriana Querzé colpevole, a suo dire, di ostacolare proprio l'integrazione causa l'affollamento in poche classi di tanti "stranieri".
 Ho guardato le cifre e la tabella che ha distribuito Barberini relativamente a quattro elementari: Cittadella, Ceccherelli, De Amicis, Pascoli, tabella che pure abbiamo pubblicato venerdì. Bene: vi si legge che su 658 alunni totali nelle quattro scuole, il 39,7% cioè 261, sarebbero "stranieri".
 Continuo a scrivere stranieri tra virgolette e vi spiego perché: di questi 261 ben 153 sono nati in Italia. Sono italiani, certo figli di immigrati dall'estero, ma loro, i bimbi, sono italiani. E questo il consigliere leghista lo sa e gioca con i numeri e le percentuali.

 Sono 72 i nati in Italia su 114 "stranieri" alle Cittadella, 13 su 33 alle Ceccherelli, 31 su 56 alle De Amicis, 37 su 58 alle Pascoli. Per le Ceccherelli qualcuno in cerca di record è riuscito a scrivere, andando dietro a Barberini, che lì c'è il 100% di stranieri. In ogni caso in tre scuole su quattro i bambini "stranieri" nati in Italia sono in larga maggioranza rispetto agli stranieri se proprio, parlando di bambini, vogliamo chiamarli stranieri. Sbaglierò, ma per me nessun bambino come nessun vecchio è straniero. A dir la verità nessun uomo dovrebbe esserci straniero.

 Gli animali in questo hanno molto da insegnarci: avete mai visto un cane Barboncino che non va nel parco dove ci sono dei Shih Tzu (cinesi), o un cavallo lipizziano che si rifiuta di mangiare la biada dove la mangia un cavallo arabo? Ma torniamo a Barberini.
 Dunque se la sua tabella fosse rifatta come andrebbe fatta, ecco che le percentuali "straniere" calerebbero di molto e rientrerebbero, al momento, nella media nazionale come sostiene, a ragione, l'assessore alla scuola.

 Ma il bello è che in futuro queste percentuali sono destinate a crescere e di molto. I nostri figli si sposano tardi, figliano poco, pensano ad altro. O sono in difficoltà a farsi una famiglia o chi può e ne avrebbe i mezzi, spesso si sottrae alle responsabilità dell'allevare prole. Gli immigrati che magari hanno meno mezzi figliano di più. E quelli che hanno trovato un lavoro e si sono sistemati, vivaddio, figliano ancora di più. E i bimbi che nascono qua sono tutti italiani. Con la pelle nera, gialla, rossa, bianchissima, ma sono italiani.
 Sono e saranno gli alunni di domani alle elementari, alle medie, al liceo, all'università. Domani diventeranno insegnanti, direttori di banca, docenti universitari, giornalisti, preti, chirurghi, deputati e perché no, presidenti del Consiglio (che ce ne sarebbe un gran bisogno...) grazie al lavoro delle mamme colf, badanti, infermiere e dei papà operai, artigiani, e pure vu cumprà o venditori di rose al ristorante, che a volte rompono un po'... Italiani e basta.
 I bimbi "stranieri" di quelle quattro elementari sono in stragrande maggioranza ITALIANI, esattamente 153 sul totale di 261. Gli stranieri, ammesso che si voglia continuare a chiamarli così, sono 108. E tutti dovrebbero essere trattati, nati qui o nati là, come gli italiani. Altrimenti il problema è un altro. E si chiama razzismo. 17 aprile 2011

Nessun commento: