mercoledì 6 aprile 2011

Mezzogiorno-Mattino. 6 aprile 2011.

Sardegna. Usa rivogliono La Maddalena.

Solo la città di Napoli «brucerà» le immondizie dell’intera Austria

Napoli. Domani arrivano altri 500 immigrati

Cagliari, settecento migranti sono in arrivo da Lampedusa

Immigrati, il sindaco di Trapani chiederà risarcimento danni allo Stato.

Regione: Scopelliti punta sulla sanità per far svoltare la Calabria

Emergenza sanitaria: la Calabria è sulla "strada giusta" per uscire dal tunnel

Fotovoltaico, commissione Ue: Ok aiuto investimenti da 49 mln a 3Sun

Tendopoli di Santa Maria Capua Vetere, Carloni (Pd) resta fuori: chiarisca Maroni.

Sicilia. Autostrade, Marziano: “Governo si accanisce contro i siciliani”

Immigrati, a Manduria 800 i richiedenti asilo o permessi

Immigrati, sciopero della fame e della sete a Potenza

Bari. Emiliano: con Vendola leader del centrosinistra vinceremmo tutti campionati

Regione, «spese pazze» in Basilicata 32mln in consulenze

«Nel Materano sorgerà il "cimitero dei bimbi abortiti"»

Crisi nell'Mpa, Lombardo: «Sì  al dissenso, ma no alle correnti»

Briatore, mai più investimenti nell'Isola.

Per i migranti tutte le Regioni facciano il proprio dovere.


Sardegna. Usa rivogliono La Maddalena. Cappellacci: "Non se ne parla". Dopo i sopralluoghi sull’isola di alti ufficiali della Us Navy in vista di un possibile rientro delle navi americane, immediata e secca la replica del governatore Cappellacci: “Nessuno pensi di prendere decisioni senza ascoltare la voce del popolo sardo”.
E’ questa, dunque, la prima reazione del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, all'ipotesi di un ritorno delle navi americane a La Maddalena. “La Sardegna - afferma Cappellacci - ha già sacrificato porzioni significative del proprio territorio alla ragion di Stato e alle esigenze di difesa del nostro paese, ma ora i tempi sono cambiati e non possiamo tollerare nuove occupazioni. Occorre, invece, andare avanti nella direzione opposta e restituire gran parte dei luoghi interessati dalle servitù e dal demanio militare alla fruibilità pubblica, mettendole al servizio di progetti di sviluppo dei vari territori, che inderogabilmente prevedano la salvaguardia dei siti di interesse ambientale e paesaggistico”. “Questo, come accaduto in passato, comporterà anche delle difficoltà e delle criticità - conclude il presidente della Regione - ma, nonostante tutto, non può essere messo in discussione un principio: questa è terra sarda e nessuno può decidere cosa fare e cosa non fare senza il nostro consenso”.
Martedì 05 aprile 2011 11.15

Solo la città di Napoli «brucerà» le immondizie dell’intera Austria
Il report di Osservasalute 2011 della Cattolica
NAPOLI — «Bisognerà soffrire per tre anni in attesa degli impianti» che ridurranno la quasi totalità dei rifiuti campani in cenere, ammonisce la Regione. Ma intanto, perché le discariche si esauriscono prima del previsto? E perché non fanno anche gli impianti di compostaggio? Cosa hanno, di tanto speciale, gli inceneritori? La portata complessiva dei soli inceneritori di Napoli (1000 tonnellate al giorno) e Acerra (2000 tonnellate quotidiane a pieno regime nei tre forni tarati per bruciare 650.000 tonnellate annue) è pari alla portata giornaliera di tutti e nove gli inceneritori che servono l’Austria e maggiore dei ben otto impianti che servono l’Emilia, secondo elaborazioni Ispra su dati Eurostat. Perché se ne vogliono costruire altri tre? Se ne è discusso al convegno Ambiente e Salute con l’esperto oncologo Antonio Marfella, già perito di parte sui casi di Pianura e Acerra. La Campania punta ad incenerire 2.5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani l’anno esclusi gli inceneritori a biomasse e dei cementifici, quando complessivamente in Italia, oggi, se ne bruciano 3.5 tonnellate.

Secondo il rapporto Osservasalute 2011 della Cattolica, i campani producono 2 milioni e 723 mila tonnellate di rifiuti urbani l’anno e la produzione procapite diminuisce da 500 a 468 chili annui per abitante. Sempre secondo la Cattolica, la Campania tratterebbe «solo» 2.300 tonnellate di rifiuti speciali l’anno delle quali «appena» 107 pericolose. E qui i conti cominciano a non tornare. La Campania è anche l’unica regione del report che alla voce «speciali smaltiti in discarica» risulta n. d.», non determinati. Dove saranno trattati questi rifiuti «legali» , non è dato di saperlo. Forse in parte ad Acerra, dove reflui industriali «trattati» finiscono nella famigerata località Omomorto ai Regi Lagni? Le Regioni formalmente virtuose, le zone d’ombra le presentano invece fuori-report: il sito dell’Arpa Veneto, ad esempio, comunica che «alcune tipologie di rifiuti pericolosi per i quali non vi è possibilità di smaltimento in ambito regionale sono destinate a discariche per rifiuti pericolosi ubicate in altre regioni o all’estero». Ebbene il pm Donato Ceglie della Procura di Santa Maria ha trovato i fanghi di Porto Marghera «smaltiti illecitamente» a Castelvolturno, prima ancora che a Bacoli. E quando già quelli piemontesi dell’Acna di Cengio erano entrati a Pianura ma con una palese «tracciabilità» che oggi manca e, sospeso il sistema Sistri, mancherà del tutto per un anno ancora. Invece l’Arpac stima la quantità di rifiuti speciali complessiva «prodotta» in Campania in 4 milioni di tonnellate, e la produzione includerebbe il 38%di aziende in nero, ad esempio di borse o vernici, che non smaltiscono certo legalmente.

E c’è anche un import export. La Regione Campania 23 marzo 2010 ha deliberato il Programma di gestione dei rifiuti speciali (Burc del 7/4/2010), mille pagine di ricerche e soluzioni operative prodotte in una manciata di giorni subito dopo la minaccia di sanzioni europee. Qui si apprende che la Campania importa, legalmente, scarti industriali (secondo l’Arpac da fonte Mud) da Lombardia, Veneto, Toscana, Abruzzo, Lazio, Molise, Calabria e Sicilia e dall’ «estero» , soprattutto residui di raffinazioni petroli o gas e scarti da processi chimici inorganici. Ora, la gestione dei rifiuti industriali è di competenza privata, ma in Campania diventa un problema pubblico e spesso di rilevanza penale. La Regione nella delibera del 2010 scrive che legalmente importiamo non meno di 260 mila tonnellate l'anno di rifiuti industriali anche pericolosi «che dovrebbero essere smaltiti in Campania e di questi non meno di 50 mila tonnellate l'anno di pneumatici usati, il famoso combustibile della Terra dei Fuochi. — spiega l’esperto, Marfella —. Il punto è che i nostri terminali ufficiali non sono in grado di smaltire una tale quantità di speciali. Ne esportiamo infatti 900 mila tonnellate l’anno. Facile per la camorra, in questo giro, gestire flussi paralleli di tossici o fanghi che si confondono con l’umido senza gli impianti di compostaggio» . Nel 2006 la Regione sovrastimava addirittura le «biomasse disponibili» in Campania, pari a 3.4 milioni di tonnellate annue (il 50 %della produzione della Germania) scriveva il consulente dell’assessore Cozzolino, Tombolillo, poi arrestato con le indagini sull’inceneritore a biomasse di Pignataro.
Luca Marconi

Napoli. Domani arrivano altri 500 immigrati
La nave Excelsior, attesa per ieri, arriverà mercoledì
NAPOLI - Arriverà a Napoli domani mattina la nave “Excelsior” della flotta Grandi Navi Veloci con a bordo 500 immigrati, quelli rimasti dopo che 500 sono sbarcati a Catania ieri sera (lunedì) e 700 questa mattina a Trapani. Lo rende noto l’agenzia Tm News. La nave “Excelsior” è partita da Lampedusa con a bordo 1.700 immigrati, che sta trasportando verso le diverse località individuate per l’ accoglienza.

LA EX CASERMA ANDOLFATO - L’arrivo a Napoli, che era già stato prima annunciato e poi smentito già per ieri pomeriggio, sarebbe in programma per domani alle 8 presso il molo 44 del porto di Napoli, lo stesso dove ieri sono sbarcati 471 immigrati trasportati poi con una colonna di autobus al campo allestito presso la ex caserma Andolfato” di santa Maria Capua Vetere. Non è ancora certo se i 500 nordafricani attesi per domani verranno trasferiti, tutti o in parte, a Santa Maria Capua Vetere, oppure se saranno destinati ad un’altra località. Carlo Tarallo

Cagliari, settecento migranti sono in arrivo da Lampedusa
Migranti tunisni
Il piano messo a punto dal Viminale per "spalmare" il flusso di migranti da Lampedusa entra nel vivo: domani circa settecento cittadini extracomunitari sbarcheranno nel porto di Cagliari. Nessuna ufficialità sul luogo di destinazione, ma è probabile che possano essere sistemati nei pressi dello scalo di Elmas.

Circa settecento migranti sbarcati a Lampedusa arriveranno domani mattina al porto di Cagliari a bordo di una delle navi utilizzate in questi giorni per svuotare l'isola. Lo si apprende da fonti investigative secondo le quali i migranti potrebbero essere ospitati non in una tendopoli ma in una struttura nei pressi dell'aeroporto di Elmas.

I COMUNI: SERVONO GARANZIE - Appena ieri l'Anci e i Comuni avevano garantito la disponibilità a collaborare col Governo nazionale per far fronte alla emergenza umanitaria legata all'arrivo di migliaia di migranti provenienti dai Paesi del Nord Africa. Ieri, infatti, è stato approvato un ordine del giorno (articolato su sei punti) con cui i sindaci dell’Isola chiedono chiarezza e univocità di scelte da parte della cabina di regia nazionale sul numero dei profughi destinati alla Sardegna e una preliminare verifica sulle possibilità di rimpatrio e di soluzioni alternative alle tendopoli.

Immigrati, il sindaco di Trapani chiederà risarcimento danni allo Stato. di Markez 5 aprile 2011 -
Annuncia battaglie legali e assicura che andrà “fino in fondo” contro quella che non esita a definire “un’imposizione”. Girolamo Fazio, il sindaco di Trapani nei giorni scorsi in prima linea nella battaglia per la riapertura dello scalo civile della città, è risoluto. “Hanno deciso di realizzare la tendopoli a Kinisia e non si sono degnati nemmeno di chiederci parere” denuncia.

Ora dopo le proteste e i sit-in dei giorni scorsi contro la struttura, in cui sono già stati trasferiti 700 migranti provenienti da Lampedusa, annuncia: “Per ogni danno che verrà arrecato a un cittadino, faremo partire la richiesta di risarcimento al ministero dell’Interno”.

Fazio critica la scelta da parte del Governo dei siti destinati ad accogliere i migranti, una scelta che, a suo dire, è discriminatoria e mirata a “tutelare il Nord”. A Trapani, ricorda, “abbiamo due centri il Serraino Vulpitta e Salinagrande. Noi sappiamo bene cosa significa accoglienza e abbiamo già fatto la nostra parte”.
Oggi intanto le operazioni di trasferimento dei migranti nella tendopoli di Kinisia si sono svolte senza particolari problemi, anche grazie a un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, che stanno presidiando la zona.

Agli immigrati sono stati distribuiti sacchetti con viveri ed acqua e nelle prossime ore saranno sottoposti ai necessari accertamenti sanitari. Ma per il sindaco Fazio, che teme una nuova Manduria, “i veri problemi cominceranno nei prossimi giorni quando gli extracomunitari inizieranno a scappare dalla tendopoli e a girovagare tra le campagne”.

Regione: Scopelliti punta sulla sanità per far svoltare la Calabria
Lunedì 04 Aprile 2011 12:51
di Stefano Perri (foto di Attilio Morabito) - Un vero e proprio giro di boa. Questo ha voluto rappresentare la conferenza stampa del Governatore Scopelliti convocata nella giornata odierna all’interno dell’Aula Magna dell’Università della Calabria.
“Dal bilancio orale alla certificazione dei dati” è il tema della conferenza, a voler rappresentare proprio l’inversione di tendenza, che questa Giunta sta tentando di dare in ambito sanitario, soprattutto dal punto di vista della gestione. Un percorso difficile, quello prospettato dal Presidente Scopelliti, nel corso del suo lungo intervento d’avanti alla platea qualificata e partecipe dell’Università della Calabria.
E le difficoltà evidenziate dal Presidente si esprimono ancor più alla luce dei cambiamenti di prospettiva che sono intervenuti negli ultimi anni in ambito sanitario regionale ed anche alla luce dell’ormai attuale Federalismo Fiscale che mette tutti gli enti locali di fronte alla responsabilità dei disavanzi. La Calabria, in sostanza, come spiega lo stesso Presidente, dovrà pagare autonomamente il suo debito in tutti settori, a partire da un settore tanto delicato come quello sanitario, e nel frattempo deve continuare ad erogare i servizi primari per i cittadini continuando ad erogare fondi per le spese ordinarie.
Il tutto con la difficoltà di non mettere in maniera troppo pressante le mani nelle tasche dei cittadini che giustamente non hanno nessuna voglia di pagare per un settore che in questi anni non ha certo brillato in quanto a qualità. Ma per farlo il Governatore annuncia non soltanto cambiamenti nella gestione delle risorse ma anche importanti modifiche in ambito gestionale logistico, a partire anzitutto dalla riconversione delle strutture, nella qualificazione delle prestazioni sanitarie, nel potenziamento dei serivizi sanitari territoriali, con l’eliminazione degli sprechi su beni e servizi e sulla riqualificazione del personale.
Un fatto certo è che negli ultimi decenni la politica calabrese si è spesso nutrita di questi aspetti legati alla sanità sul territorio. Il fatto che l’ambito sanitario venga considerato dalla gente come assolutamente primario, unito all’apporto ingentissimo di risorse che vengono spese in questo settore, ha determinato spregevoli prassi legate a clientele e giochi di potere. Non è sbagliato affermare che spesso in passato la politica si è impadronita dell’ambito sanitario. In taluni casi sembra scontato, ma probabilmente è sempre bene ricordare l’origine che ha determinato la situazione attuale. “Noi non abbiamo fatto contratti di questo genere – dichiara Scopelliti - anche da questo si comprende come tagliando sugli sprechi siamo riusciti ad ottenere gli importanti risultati che oggi stiamo presentando”.
In sostanza il Presidente punta tutto sul nuovo corso della politica in ambito sanitario. Un settore talmente delicato, quella della sanità, che il Presidente ha da subito tenuto come sua pertinenza diretta, e se cui ha fatto leva per rilanciare l’immagine regionale, anche attraverso un’azione improntata alla dinamicità dell’azione regionale. “Noi vogliamo avvantaggiare i calabresi, partendo da dati certi. L’obiettivo è anche quello di veicolare nel Paese un’immagine diversa di questa terra”
 “Non siamo noi a raccontare i risultati che abbiamo ottenuto fin qui – dichiara il Governatore – sono apprezzamenti che provengono direttamente dal tavolo Massicci.
“I soldi che abbiamo risparmiato evidentemente li abbiamo sottratti a qualcuno - conclude il presidente – probabilmente prima qualcuno si arricchiva alle spalle dei calabresi. Oggi non è più cosi. Abbiamo toccato benefici che erano appannaggio di lobbies e di poteri criminali”. E qui ritorna l’altro dei temi portanti della Presidenza Scopelliti, la legalità, sul quale il Governatore della Calabria ha puntato fin da subito.
“Noi non sappiamo in maniera chiara dove abbiamo messo le mani e a chi abbiamo rotto le uova nel paniere, ma sappiamo i risultati che abbiamo conseguito, e che conseguiremo nel tempo”. Gia, nel tempo, perché Scopelliti conclude il suo intervento facendo chiarezza rispetto alle prospettive future del lavoro della Giunta e della sua Presidenza. I risultati tangibili e sostanziali, riscontrabili dalla gente sui territori, non possono essere immediati, ma questo probabilmente nessuno lo chiedeva, ma promette il Governatore, verranno e saranno visibili a tutti. Restiamo in attesa.

Emergenza sanitaria: la Calabria è sulla "strada giusta" per uscire dal tunnel
Lunedì 04 Aprile 2011 12:36
di Peppe Caridi (foto di Attilio Morabito) - La Calabria può finalmente guardare con speranza al futuro del suo sistema sanitario: i dati certificati dal tavolo Massicci sono eloquenti e "ci danno al tempo stesso grande soddisfazione e forti stimoli per continuare così".
Nell'aula magna dell'Università di Cosenza, il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ha tenuto una conferenza stampa per illustrare la situazione del piano di rientro sanitario "Dal bilancio orale alla certificazione dei dati, un nuovo modello di gestione della sanità calabrese".

Al tavolo dei relatori erano presenti anche il Dirigente Generale del Dipartimento di Presidenza Franco Zoccali, il Generale Luciano Pezzi, Sub-Commissario per la Sanità in Calabria e il dott. Pino Orlando, Dirigente Generale del Dipartimento della Salute, presentati dal Capo Ufficio Stampa della Giunta Regionale, Oldani Mesoraca.

In apertura, il Magnifico Rettore dell'Università di Cosenza,  prof. Giovanni Latorre ha fatto gli onori di casa: "è la prima volta che abbiamo Scopelliti ospite nel nostro ateneo da Governatore, e ci fa molto piacere. L'Università della Calabria è una realtà importante per tutt'Italia e siamo orgogliosi di questo". E Scopelliti, all'inizio del suo intervento, ha innanzitutto voluto ringraziare l'università per "quello che fa ogni giorno per portare avanti i nostri giovani".
Il Governatore ha poi detto "grazie" a tutti i consiglieri regionali e gli assessori con in testa il presidente del cosiglio Talarico, e anche i parlamentari calabresi presenti alla conferenza stampa. "Sono tutti coloro che in questi mesi hanno ampiamente condiviso la nostra strategia e il nostro percorso che ci ha portato, nel settore della sanità, a conseguire tutti insieme questi risultati con uno sforzo importante della politica e dei commissari. Abbiamo fatto un lavoro incessante e soprattutto la struttura della sanità, dal direttore generale a tutti gli altri, s'è impegnata tanto e ha lavorato bene. Chi è innamorato di questa terra lavora per il bene di tutti i Calabresi", ha detto.

Il Presidente Scopelliti, poi, ha voluto citare l'opposizione con una vena timidamente polemica: "i nostri avversari dicono che facciamo solo parole, ma oggi stiamo dimostrando i fatti di questi primi otto mesi, anche se in realtà limiterei a questo lavoro il periodo che va da giugno 2010 a gennaio 2011. Sulla sanità oggi stiamo presentando dati ufficiali e certificati dal tavolo Massicci, non siamo qui solo per dire che siamo bravi, ma vogliamo informare i Calabresi su quello che stiamo facendo".

Entrando poi nel merito degli aspetti economici sulla sanità Calabrese, Scopelliti scorrendo le slides di una presentazione illustrata ai giornalisti ha spiegato che "chi ci ha preceduto ha prodotto 2 miliardi e 166 milioni di euro di debiti nel settore sanitario. Dagli esiti delle verifiche svolte da parte dei Ministeri competenti, è emerso un fabbisogno di copertura per il periodo 2006-2010 stimato pari a un miliardo e 45 milioni di euro".

Il Presidente della Regione è anche tornato sulla gestione di centro/destra precedente all'Amministratore Loiero, parlando di Chiaravalloti che "da galantuomo qual'è, non ha mai risposto alle critiche e alle polemiche fatte da Loiero & company in campagna elettorale contro di lui, come se avesse governato il centro/destra fino al 2010. In realtà, i dati ufficiali ci dicono che i debiti prodotti dalla Regione Calabria prima del 2005 ammontano a 232 milioni di euro, cioè una piccolezza rispetto ai danni prodotti dall'amministrazione Loiero che in cinque anni ha provocato un debito di oltre due miliardi di euro. Per completezza d'informazione è importante fare chiarezza su questo".

Parlando poi di quanto fatto da quando amministra la Regione, il Governatore ha illustrato i dati degli ultimi mesi: "abbiamo risparmiato molte decine di milioni di euro solo nella seconda metà del 2010. Abbiamo risparmiato risorse attraverso la contrazione dei contratti con i privati (53 milioni di euro), perchè tutti devono capire che con noi non potranno più tirare sangue e risorse dall'ente pubblico come hanno fatto fino ad ora. Abbiamo risparmiato sulla farmaceutica (22 milioni), ed è un dato molto importante perchè già dal 19 dicembre del 2009 la Regione aveva sottoscritto un piano di rientro secondo cui doveva dimostrare al governo nazionale e ai ministeri competenti che doveva esserci un'inversione di tendenza. Il deficit di fine giugno 2010 era di 120 milioni di euro, con una proiezione al 31 dicembre 2010 di circa 230 milioni di euro. Il trend non era affatto in sintonia con gli impegni sottoscritti al tavolo Massicci. La Regione continuava ad andare sulla stessa linea di consumare le risorse attraverso scelte nè obbligate nè necessarie. Noi, però, nella seconda metà del 2010, abbiamo chiuso l'anno invertendo la rotta, abbiamo risparmiato e abbiamo potuto chiudere con una perdita di circa 175 milioni. Oggi le perdite della sanità vanno colmate con il bilancio della Regione, perchè lo Stato non paga più. Una volta si diceva 'paga-pantalone', ma oggi non è più possibile. Purtroppo, per servire la malasanità calabrese, abbiamo sempre messo risorse dei calabresi, risorse della fiscalità (117 milioni di euro del bilancio regionale trasferiti dalla fiscalità alla sanità!), risorse del supermassimo (altri 53 milioni di euro che sono presi dalle tasche dei calabresi per la sanità). Penso che la risposta della sanità di qualità sia molto precaria, quindi ci siamo posti come obiettivo di passare da un disavanzo di 175 milioni di euro certificato del 2010, fino ad arrivare nel 2011 a diminuire di altri 58 milioni di euro il nostro disavanzo tramite la riconversione delle strutture, la qualificazione delle prestazioni sanitarie, il potenziamento dei servizi sanitari territoriali, l'eliminazione degli sprechi su beni e servizi e la riqualificazione del personale. Dobbiamo fare sul territorio una buona rete in grado di risolvere i problemi sanitari dei cittadini, erogando prestazioni appropriate e necessarie a partire dai medici di famiglia, per migliorare la situazione e le priorità del pronto soccorso. I medici di famiglia, ad esempio, anzichè dire 'ti mando dal mio compare di milano' potrebbero mandare dalle eccellenze che ci sono a Cosenza o Catanzaro, devono interfacciarsi bene con il territorio e potenziare i servizi esistenti in calabria. Dobbiamo ridurre la mobilità verso le altre Regioni. Inoltre dobbiamo portare avanti un sistema di monitoraggio della spesa più puntuale ed efficiente. E' così che nel 2011 contiamo di risparmiare altri 58 milioni di euro, portando il disavanzo a 117 milioni di euro. E' un obiettivo fondamentale, una grande sfida perchè dal 2012, così facendo, possiamo dire ai calabresi che 53 milioni di euro oggi prelevati dalle loro tasche, non saranno più prelevati e loro potranno risparmiarli. Nel 2012 l'obiettivo è quello di risparmiare ulteriori 60 milioni di euro, e questo vuol dire che a fine 2012 il disavanzo sarà di appena 57 milioni di euro. Per il ministero, già quando porteremo a 117 milioni di euro il disavanzo, teoricamente significa bilancio a zero, cioè la Calabria sarà in equilibrio e non avrà costi aggiuntivi da colmare. Ma noi sappiamo che quei 117 milioni di euro sono soldi che togliamo ai cittadini calabresi, e per questo nel 2012 contiamo di eliminare il supermassimo e di mettere in campo maggiori risorse per gli investimenti regionali, anche per realizzare interventi nel settore socio/sanitario. Questo signfica che se noi avremo l'opportunità di risparmiare ulteriori 60 milioni di euro, attraverso il completamento della riconversione delle strutture e la gestione accentrata con l'acquisizione di beni e servizi, potremo investire 60 milioni di euro per le politiche sociali, per le strutture sanitarie, per la nuova occupazione e per tutto ciò di cui questa terra ha bisogno".

Scopelliti poi ha lanciato un monito sul futuro: "nessuno si illuda che noi abbiamo già raggiunto il traguardo; siamo di fronte a una scelta importante. Siamo come gli scalatori nel ciclismo. Oggi abbiamo vinto un gran premio della montagna, ma ci manca ancora molto, il risultato finale. Quello che abbiamo fatto fino ad ora non sarà nulla di valido se non daremo seguito a tutto ciò. Prima di noi, la politica si era completamente impossessata del sistema della sanità. Oggi è diverso, a partire dai commissari. Prima si prendevano consulenti per soddisfare gli amici. Oggi, nella sanità, non ci sono contratti di questa natura. La politica è consapevole che la partita è talmente tanto grande e delicata che nessuno si permette più di fare determinate cose".

Illustrando le cose già fatte, Scopelliti ha voluto sottolineare "l'apprezzamento espresso dal tavolo Massicci per la disattivazione dei punti nascita richiesta dal piano di rientro. Nessuno nega i parti di emergenza, è ovvio che il soccorso c'è sempre. Ma se una donna è incinta, lo sa all'incirca nove mesi prima, e la routine è il parto ordinario senza nessuna emergenza. Avevamo un costo elevatissimo per i parti e le strutture. Anzichè partorire a San Giovanni in Fiore, ad esempio, ci sarebbe convenuto pagare un viaggio andata e ritorno con tutte le spese per andare a partorire a New York. Stiamo lavorando per migliorare la sanità: chiusura di un'ospedale significa che finiscono le attività operatorie, ma - ad esempio - qual'è stata a Taurianova l'ultima operazione che non sia relativa un'unghia incarnita o un'appendicite? Non dopo Garibaldi. Lo stiamo spiegando ai cittadini e lo capiscono; stiamo chiudendo gli ospedali, trasformandoli in pronto soccorsi o cose del genere, dove gli ospedali non servono e non funzionano".

Scopelliti ha concluso dicendo che "i consiglieri di centro/sinistra dovrebbero avere molto più rispetto di quest'amministrazione. Dovrebbero avere la voglia di tuffarsi insieme a noi in quest'avventura, anzichè criticare sempre. Chi c'era prima di noi non aveva neanche contezza di cosa doveva guidare. Noi, innanzitutto, abbiamo acquisito grande rispetto nei confronti dei ministeri competenti, veicolando un'immagine diversa di questa terra. Chi andava al tavolo Massicci prima di noi, rappresentando la Calabria, veniva insultato e cacciato fuori. Anche con noi, all'inizio c'era un approccio ostile, c'era sfiducia. Adesso è cambiato tutto, ci hanno fatto grandissimi complimenti. Il 31 marzo hanno approvato tutto il nostro piano. Ci hanno detto che siamo incanalati sulla retta via e per noi è stata una soddisfazione grandissima, da Calabresi. Dimostrare che anche la Calabria può esprimere qualcosa di positivo, anzichè subire mortificazioni, è motivo di grandissimo orgoglio. Sia il ministero della salute che il ministero dell'economia ci ha dato l'ok con tanti complimenti. Penso che dovremmo avere, per questi motivi, molto più rispetto da parte di tutti, non solo dai nostri avversari politici ma anche da una parte dell'informazione. Quei soldi che abbiamo risparmiato per la sanità, noi li abbiamo tolti a qualcuno, certo. Li abbiamo tolti a chi, negli scorsi anni, si arricchiva alle spalle dei Calabresi. In passato si dava di più, oggi stiamo togliendo soldi non ai semplici cittadini ma a chi ha vissuto nell'agio e nella ricchezza godendo delle risorse con benefici personali e clientelari. Si tratta di interessi di lobby e di poteri criminali individuabili in maniera chiara. Ecco perchè ci vuole più rispetto per chi, come noi, lavora in questo comparto. Non sappiamo ancora dove abbiamo messo le mani e a chi abbiamo rotto le uova nel paniere, ma l'abbiamo fatto a vantaggio di questa terra ed è solo ciò che ci interessa. Nel tempo avremo una sanità migliore, ci vogliono anni, certo, ma abbiamo iniziato bene e stiamo avendo grandi attestati di adesione e sostegno a livello locale e nazionale, da parte di tutti. Abbiamo fatto un lavoro importantissimo, portando avanti un'azione mirata per dare risposte serie. In meno di un anno abbiamo fatto un lavoro pregevole, e lo dico al Presidente Talarico, ai consiglieri regionali, a tutta la Giunta e a tutti i parlamentari calabresi, i commissari, gli uffici e tutti. Abbiamo dato segnali di discontinuità, con impegno, amore e dedizione, ottenendo risultati importanti. Dobbiamo continuare, con le difficoltà, a conseguire i prossimi traguardi che sono molto difficili. Chi pensa che abbiamo già vinto la partita, non ha capito nulla. Serve un incontro motivazionale, perchè abbiamo fatto pochissimo però abbiamo già dato segnali importanti. Questa prima tappa, oggi, è la vittoria di tutti coloro che credono in una politica capace e in grado di dare risposte. E' un primo tassello in un momento delicato della nostra Regione. Se lavoreremo ancora con l'unità, la compattezza e l'adesione che ci ha caratterizzato, daremo rispsote molto importanti a tutti i Calabresi".

Fotovoltaico, commissione Ue: Ok aiuto investimenti da 49 mln a 3Sun
Roma, 5 apr (Il Velino) - La Commissione europea ha autorizzato, conformemente alle norme UE in materia di aiuti di Stato, un aiuto agli investimenti a finalità regionale pari a 49,06 milioni di euro per 3Sun Srl, una joint venture tra STMicroelectronics NV, Sharp Corporation ed Enel Green Power SpA, per la produzione di moduli fotovoltaici a Catania. Il progetto comporta un investimento di 358,68 milioni di euro. La Commissione - si legge in una nota - ritiene che la misura sia compatibile con le disposizioni degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 perché, in definitiva, gli effetti positivi dell'investimento in termini di sviluppo regionale superano le possibili distorsioni della concorrenza provocate dall'aiuto. 3Sun, controllata congiuntamente da STMicroelectronics, Sharp ed Enel Green Power, produrrà moduli fotovoltaici a film sottile realizzati con tecnologia multigiunzione. L'investimento permetterà di raggiungere una capacità di produzione annuale di 240 megawatt.

I lavori nello stabilimento sono iniziati nel luglio 2010 e dovrebbero terminare per la fine del 2012. Il progetto d'investimento viene realizzato a Catania, in una zona ammissibile agli aiuti ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera a), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) in quanto regione con un tenore di vita anormalmente basso e una grave forma di sottoccupazione. La Commissione ha valutato il progetto basandosi sui suoi orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale e, in particolare, sulle disposizioni specifiche riguardanti gli aiuti ai grandi progetti d’investimento, che prevedono un aiuto di minore intensità e soglie specifiche riguardanti la quota di mercato e la capacità di produzione del beneficiario. Dall'indagine della Commissione è emerso che l'aiuto rientrerebbe nelle soglie previste dagli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.

Secondo i calcoli della Commissione, inoltre, le quote di mercato di 3Sun e Sharp sul mercato mondiale dei prodotti fotovoltaici risultano nettamente inferiori alla soglia del 25% sia prima che dopo l'investimento. Poiché, secondo i dati del 2004 e del 2009, il mercato dei prodotti fotovoltaici ha registrato un tasso di crescita a due cifre di gran lunga superiore al tasso di crescita economica complessiva dello Spazio economico europeo (SEE) per lo stesso periodo, la Commissione ha riscontrato che la capacità di produzione supplementare creata dal progetto non dà luogo a problemi sotto il profilo della concorrenza. Visto che queste due soglie (quote di mercato e crescita del mercato) non vengono superate, la Commissione ha concluso che gli effetti positivi dell'investimento in termini di sviluppo regionale superano le possibili distorsioni della concorrenza.
(red/ilp) 5 apr 2011 15:28

Tendopoli di Santa Maria Capua Vetere, Carloni (Pd) resta fuori: chiarisca Maroni. Opposizioni all'attacco, impedito l'accesso anche a un imam. Mercoledì previsto l'arrivo di altri 500 profughi

CASERTA - Impedito l'accesso a parlamentare e a un imam, impediti rifornimenti di sigarette, si respira aria pesante intorno alla tendopoli allestita a Santa Maria Capua Vetere per fronteggiare l'emergenza immigrazione di Lampedusa. Sono 471 gli immigrati arrivati a Caserta lunedì e nella struttura, l’ex caserma Andolfato, arriveranno presto altri 500 profughi. Già il primo impatto era stato brusco come ha spiegato Jamal Qaddorah, responsabile della Cgil immigrati della Campania: «Il fatto di non poter fumare ha provocato molti malumori e dovrà essere in qualche modo affrontato. "Questo non è certo un centro di accoglienza ma un carcere. Perchè ci portano qui?" hanno chiesto alcuni migranti».

CARLONI (PD) RESTA FUORI: È GRAVE - E dubbi sulla struttura allestita dal ministero dell'Interno vengono sollevati da Idv e Pd, le opposizioni che chiedono conto a Maroni sulla situazione all'interno della tendopoli sammaritana. La senatrice democratica Anna Maria Carloni non ha potuto avere accesso alla struttura. «C’è un muro alto cinque metri protetto da vetri e poliziotti a cavallo: questo sembra un carcere - ha detto la Carloni - Ero qui per svolgere la mia missione istituzionale di sindacato ispettivo come parlamentare ed è grave quello che è successo perchè il governo riferirà alle Camere: dobbiamo capire quello che accade dentro. Ho chiamato anche la Prefettura, per un’ordinanza del Ministero dell’Interno ci è vietato svolgere il nostro lavoro». Anna Finocchiaro, capogruppo del partito al Senato ha chiesto chiarimenti a Maroni: «Quanto sta accadendo deve essere discusso in aula con il ministro».
TENSIONI E NUOVI ARRIVI - «Non hanno fatto entrare nemmeno l’imam senegalese con il foglio delle preghiere e gli orari in cui recitarli» aggiunge Jamal Qaddorah sempre più preoccupato per le tensioni che potrebbero nascere da «tante piccole proibizioni». A questo punto una strada da seguire con assoluta celerità, a suo giudizio, «è la concessione di permessi temporanei di soggiorno che consentirebbero agli immigrati di potersi muovere liberamente. Il loro desiderio, a parte i pochi che hanno famiglia qui a Napoli, è di raggiungere la Francia, dove Sarkozy ha creato un vero e proprio muro. Se i permessi arrivassero questi immigrati non si sentirebbero più prigionieri come è ora». Gli altri 500 immigrati dovrebbero arrivare domani, mercoledì mattina, nel porto di Napoli per poi essere trasferiti nel centro di Santa Maria Capua Vetere che a quel punto sarà pieno. «Bisogna affrontare tutti i problemi che sono aperti perchè altrimenti, con l’aumento delle presenze, si rischia - è l’allarme di Jamal - di accrescere la tensione».

Sicilia. Autostrade, Marziano: “Governo si accanisce contro i siciliani”
di Markez 5 aprile 2011 -
”La decisione di accanirsi contro gli automobilisti siciliani è solo l’ultimo esempio della deriva nordista del governo Berlusconi. Le bugie hanno le gambe corte anche quando le dicono le ministre o i ministri”.
Lo afferma il parlamentare regionale del Pd, Bruno Marziano che ricorda come ”un mese fa ho lanciato l’allarme spiegando che il governo nazionale avrebbe adottato il pedaggio sulle autostrade siciliane gestite dall’Anas e, dunque, anche sulla Siracusa-Catania”.

”Il ministro Prestigiacomo – evidenzia Marziano- mi rispose stizzita dicendo che erano fantasie. Adesso però la notizia è ufficiale e allora delle due l’una: o il ministro non sa di cosa si parla in Consiglio dei ministri, oppure, e sarebbe peggio, ha mentito perchè i suoi interessi non coincidono con quelli dei suoi concittadini”.

Immigrati, a Manduria 800 i richiedenti asilo o permessi
di Markez 5 aprile 2011 -
Nella tendopoli di Manduria, dopo le proteste degli ultimi giorni, la situazione sembra tranquilla, almeno per il momento. Anche stanotte però un gruppo di migranti, circa settanta, ha dormito all’aperto nelle campagne circostanti, per protestare. Chiedono il permesso di soggiorno, almeno quello temporaneo. In totale a Manduria gli immigrati che hanno presentato la richiesta di asilo politico o per  il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari sono 800.

La tendopoli di Manduria dispone di 8 interpreti distribuiti sui vari turni giornalieri, che collaborano alle procedure di identificazione. Nel pomeriggio, a Bari, si terrà un vertice in Prefettura che avrà come oggetto il piano generale di accoglienza al quale parteciperanno i Prefetti, le Province, i Comuni, la Caritas, e le associazioni di volontariato.

Immigrati, sciopero della fame e della sete a Potenza
di Markez 5 aprile 2011 -
Rifiutano il cibo e l’acqua i 500 migranti ospiti della tendopoli di palazzo San Gervasio a Potenza. La protesta, avviata ieri sera, è stata decisa per sollecitare l’Italia a concedere permessi di soggiorno temporanei.
I migranti, infatti, temono che Italia e Tunisia trovino l’accordo per rimpatriare chi è sbarcato in Sicilia. Il digiuno, hanno spiegato i rappresentanti dei migranti, andrà avanti ad oltranza, senza la sicurezza di poter proseguire il viaggio per il Nord Europa, dove pensa di trasferirsi la maggior parte degli extracomunitari.

Bari. Emiliano: con Vendola leader del centrosinistra vinceremmo tutti campionati BARI – “Vorrei che Berlusconi cadesse per una presa di coscienza sul berlusconismo da parte dei cittadini votanti e non a causa di un processo. La mia parte politica si concentra sui guai giudiziari, invece dovremmo elaborare un progetto per il Paese”. Lo dice Michele Emiliano, magistrato e sindaco di Bari, intervistato da 'Settè che anticipa alcune sue dichiarazioni.
Per Emiliano, “Berlusconi non cambia le regole, le devasta. Dopodichè sono sicuro che lo faccia in buona fede. Lo dico da osservatore/investigatore: il premier è convinto di essere nel giusto. Questo lo rende ancora più pericoloso”.
Su un’eventuale scelta di Nichi Vendola a leader del centrosinistra, Emiliano dice: “Se Nichi venisse candidato come il poeta-profeta della nuova Italia e il Pd gli mettesse intorno una squadra di mediani, come si fa nel calcio con i fuoriclasse, vinceremmo tutti i campionati”.
Di una possibile saldatura tra il Pd e i vendoliani afferma “sia D’Alema sia Vendola mi dicono che è molto difficile”. Infine un giudizio su Bersani: “E' un galantuomo. Ma è stato eletto da milioni di persone. Dovrebbe essere molto più leader”.
Regione, «spese pazze» in Basilicata 32mln in consulenze
di Giovanna Laguardia
POTENZA - Trentadue milioni di euro all’anno spesi in consulenze esterne (in totale 2500) tra Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Provincia di Matera, Comune di potenza e Comune di Matera. Più dell’Emilia Romagna, che spende 28 milioni all’anno. Questo e altri sprechi dell’amministrazione lucana sono stati denunciati ieri mattina dal Pdl regionale in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i consiglieri regionali del Pdl Nicola Pagliuca, Gianni Rosa, Mariano Pici, Michele Napoli, Franco Mattia, Mario Venezia ed Emilio Sarra. In Basilicata, hanno detto i consiglieri, «esiste una questione morale» in tutti i settori della vita pubblica, che deve essere «affrontata prima di tutto in Consiglio regionale» con «atti di trasparenza e con la correttezza delle procedure».

I consiglieri del Pdl, riferendosi all’azione del partito in Consiglio regionale hanno parlato di «collaborazione sui grandi temi che riguardano la Basilicata come la governance e il petrolio» e di «intensa azione di controllo sul piano degli atti, perché è necessario inviare un messaggio positivo alla popolazione in questi tempi così difficili».

Tra i casi emblematici denunciati dal Pdl, quello del videogioco «Verdino», finanziato «in tempi oltremodo brevi all’associazione Ameno, il cui presidente fa capo ad un partito di maggioranza dal quale è partita l’iniziativa che ha poi portato all’approvazione della delibera di Giunta». A tal riguardo il Pdl chiede «il ritiro dell’atto, altrimenti la questione sarà portata in Consiglio regionale».

Ma il «caso Verdino» non è l’unica ombra sollevata dal Pdl sulla gestione della cosa pubblica in Basilicata. Tra gli altri nodi indicati da Nicola Pagliuca, Gianni Rosa, Mariano Pici, Michele Napoli, Franco Mattia, Mario Venezia ed Emilio Sarra, la mancata istituzione di una Commissione d’inchiesta per quanto concerne le assunzioni nella pubblica amministrazione, la nomina dei vertici aziendali delle Asl, la questione tuttora irrisolta dell’ospedale unico di Lagonegro che sta solo comportando una lievitazione dei costi, il progetto Salute e Ambiente per la verifica dei danni da idrocarburi in Val d’Agri, oggi sospeso, avrebbe comportato un impegno di spesa di 2,5 milioni di euro, il buco di 910 mila euro nel bilancio di previsione dell’Arpab approvato dalla maggioranza in Consiglio regionale. «La stessa Corte dei Conti - è stato detto - ha evidenziato forti criticità per quanto riguarda gli organismi consultivi e gli enti strumentali della Regione».

I consiglieri del Pdl hanno sottolineato che il richiamo alla questione morale in politica «risponde ad un bisogno della comunità lucana che invoca un’azione amministrativa cristallina e rigorosa nella gestione quotidiana delle risorse». Un bisogno, è stato detto, particolarmente sentito dalle giovani generazioni, che sono costrette ad emigrare da una regione pur ricca di petrolio e di altre risorse naturali».

Sostegno all’iniziativa del Pdl è arrivato anche dalla Dc, che in un comunicato ha scritto: «Condividiamo la forte denuncia del Pdl perché in Basilicata esiste una questione morale in tutti i settori della vita pubblica, che tocca direttamente aspetti economici, produttivi, sociali, culturali e civili», e ancora: «La Giunta regionale e il centrosinistra dimostrino nei fatti che non ci sono corsie privilegiate, scelte discrezionali, favoritismi, sottoscrivendo un codice di comportamento etico rispetto al quale chiedere ai cittadini valutazioni e quindi verifiche, senza fermarsi all’anagrafe finanziaria degli eletti».

«Nel Materano sorgerà il "cimitero dei bimbi abortiti"»
MONTESCAGLIOSO (MATERA) – Il Comune di Montescaglioso (Matera) ha deciso di realizzare in un’area “specifica” del cimitero del paese il “giardino dei bambini non nati”, dove seppellire le spoglie del “frutto del concepimento”, cioè del prodotto di un’interruzione di gravidanza, “volontaria, spontanea o terapeutica”. Lo hanno annunciato il sindaco facente funzioni, Vincenzo Zito, e l’assessore alle politiche sociali, Rocco Luigi Ditaranto.
I due amministratori hanno sottolineato che la realizzazione del “giardino dei bambini non nati” – che sarà benedetto dall’arcivescovo di Matera, monsignor Salvatore Ligorio, il prossimo 14 aprile – è stata decisa in attuazione della legge e che “non intende creare una battaglia ideologica nè colpevolizzare le donne che hanno scelto di abortire”.

Crisi nell'Mpa, Lombardo: «Sì  al dissenso, ma no alle correnti»
Dopo i contrasti con Lo Monte, il leader del partito dice: «Faccia la sua parte per le prossime amministrative»
PALERMO - «Ben venga un dissenso forte all'interno del Mpa. Sono nato e cresciuto in un partito in cui ci si confrontava e poi si votava, come è giusto che sia in democrazia. Le correnti no, ma il dissenso ha diritto ad essere alimentato e anche inventato se è il caso». Lo scrive, nel suo blog, il presidente della Regione Siciliana e leader dell'Mpa, Raffaele Lombardo.

In merito ai recenti contrasti con il capogruppo del Movimento per le autonomie alla Camera dei deputati, Carmelo Lo Monte, che si era detto «amareggiato» dai toni autoritari e aggressivi del governatore, Lombardo aggiunge: «Veda di fare la sua parte, cominci ad organizzarsi e veda di non farci trovare impreparati per le amministrative di Capo d'Orlando, Patti e dei comuni dove si vota. Sono stato a Messina e ho avuto la sorpresa bellissima di una grande disponibilità della società messinese per un soggetto politico che deve essere ricostruito bandendo le ansie, i nervosismi, i piccoli ricatti che di certo non appartengono a Lo Monte, uomo generoso e coerente e coraggioso che però molto spesso entra in una fase di intrattabilità che non si addice ad un capo politico che invece deve dare il senso della continuità per rassicurare i militanti e i dirigenti politici e li faccia andare avanti a prescindere dai mille problemi quotidiani».

Briatore, mai più investimenti nell'Isola. "I sardi devono imparare a fare turismo". "Mi piace la Sardegna ma non investirò più nell'Isola". Parola di Flavio Briatore. In una lunga intervista a Videolina, l'ex manager di Formula 1 parla del suo interesse per la Sardegna e le ragioni della sua delusione.
Tutto ruota attorno al Rubacuori, il centro servizi comunale sul lido di Capriccioli, in Costa Smeralda, trasformato in bar-ristorante di lusso dalla società Billionaire fondata da Briatore. L'attività, avviata nel 2008, aveva suscitato immediate le proteste e i sit-in di turisti e isolani per una politica del litorale diventata troppo esclusiva. "Il turista che viene in Costa Smeralda richiede determinati servizi, esattamente come succede in Grecia o in Spagna. Noi - spiega Briatore - ci abbiamo provato con una struttura molto bella, ma non si può fare l'imprenditore quando l'amministrazione comunale non ti sostiene. Sulla spiaggia del Billionaire Beach ho perso un milione di euro - confessa -, ma ho preferito chiudere a causa di situazioni imbarazzanti. A me la Sardegna piace, ma è sicuro: non investirò più, perché in questo modo non si possono fare cose nuove". La prossima puntata del Billionaire Beach proseguirà davanti al giudice di pace il 22 aprile: due fratelli artigiani di Arzachena sono stati citati a giudizio proprio in seguito alle proteste contro lo stabilimento balneare dei vip. Quanto al turismo, l'ex patron della Renault di F1 ha la sua ricetta. "I sardi - dice - dovrebbero imparare a 'fare' turismo, tutto ciò che è sardo dovrebbe avere un valore aggiunto, bisognerebbe avere una coscienza comune che spinga gli imprenditori a utilizzare i prodotti locali. Ecco perché i pastori che protestano hanno ragione".
Martedì 05 aprile 2011 16.47

Per i migranti tutte le Regioni facciano il proprio dovere. Dove sono i ministri siciliani? scritto da Raffaele Lombardo.
Questo è il governo della Lega. Ho accolto con piacere il presidente del Consiglio a Lampedusa. E’ vero, le navi sono partite con tanta gente e non possiamo che prenderne atto positivamente.
Ma il rubinetto non si è chiuso. E l’unica soluzione che si poteva adottare non viene adottata. Che ci vuole a fare una cosa di buon senso? Lo dico al ministro dell’Interno che in questa vicenda sta scommettendo tutto se stesso e la figura che il governo sta facendo non è delle migliori.

Il primo approdo bisogna farlo a 100 metri fuori dal porto e non sulla terraferma, con navi militari dove fare le operazioni di identificazione e le altre operazioni necessarie per poi smistarli nei centri ai quali sarebbero destinati.

Dicono che a Milano ci sarebbero 200 mila immigrati. E’ una vergogna. Li avete contati quanti sono quelli che stanno a lavorare in Sicilia? 150 mila? Al nord non ne possono andare immigrati?
Ma che vergogna di governo è quello che non riesce a far fare alle regioni la propria parte perché Bossi non permette. E dove sono i nostri cosiddetti ministri? In Puglia Mantovano ha avuto la dignità di dimettersi, qui non si dice neppure una parola. Dobbiamo forse fare una grande manifestazione perché ci sia finalmente l’Italia e un governo per tutta l’Italia?

Rispetto poi  all’ipotesi di cui ho letto sui giornali di portare in Sicilia la finale di Miss Italia, credo che al momento non ci sia nulla di concreto ma gli assessori competenti valuteranno, spero positivamente, se investi dalla problematica e soprattutto se l’ipotesi è quella di realizzare l’evento a Lampedusa.

Per Lampedusa è necessario un rilancio di immagine. Lo dico a tutti, a partire dai siciliani, che ci si potrebbe organizzare per andare a trascorrere le nostre vacanze pasquali a Lampedusa o nelle altre nostre isole dove scopriremo cose che non conosciamo della Sicilia.

Sono pezzi di Sicilia poco conosciuti con un mare pulito che non ha niente da invidiare rispetto alle solite mete turistiche, una terra bellissima con gente ospitale e generosa, dove si mangia benissimo e dove si può trascorre una vacanza senza dover affrontare costi enormi.
Anche questa estate programmiamo una vacanza accanto ai nostri fratelli e amici lampedusani.

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