venerdì 8 aprile 2011

Mezzogiorno-Mattino. 8 aprile 2011.

Palermo. Il vescovo: questi morti pesano sulla nostra coscienza

Bankitalia: “In aumento prestiti a famiglie e imprese”

Energia, Ue: in Italia prezzi più alti anche se regolamentati. Più concorrenza

Inferno-Lampedusa, la rabbia e la disperazione

Acqua, lo strappo della Basilicata

Crisi rifiuti Napoli, barricate di immondizia e tangenziale bloccata

Processo rifiuti, solo due comuni si costituiscono parte civile

Tassa di soggiorno, è rinvio: Caserta fa ancora i calcoli

Agrigento sommersa dai rifiuti

Aversa si sente più insicura: «Subiamo rapine ogni giorno»

Napoli, rivolta per l'emergenza rifiuti: auto capovolte e cassonetti bruciati

Sardegna. Immigrazione, 700 tunisini nell'Isola

Sardegna. Cappellacci: il sito è inadeguato.

Settecento immigrati a Cagliari.

Sicilia. Immigrati, i superstiti del naufragio vanno a Brindisi

Fondi Ue non utilizzati. Oggi Hanh incontra Lombardo

Napoli. Gianturco, amianto e disperati  favelas nella discarica

Napoli. Metrò del mare a rischio, sindacati furiosi

Caltanisetta. Sospesi 33 dipendenti per assenteismo

Caserta. «Il compost che c'è, ma non si vede», blitz dei Comitati a San Tammaro

Bari. S’impicca in carcere, la sua morte è un caso


Palermo. Il vescovo: questi morti pesano sulla nostra coscienza
Polemiche del ministro con Malta per il soccorso al «barcone della morte». I sopravvissuti oggi in altri centri
PALERMO - Dall’1 gennaio ad oggi ci sono stati 390 sbarchi in Italia con complessive 25.867 persone arrivate, di cui 23.352 sulle isole pelagie: circa 21 mila i sedicenti tunisini provenienti dall’area sud, nei porti di Djerba e Zarzis. Dalla Libia sono giunti 10 natanti e 2.300 migranti, quasi tutti somali o eritrei. È quanto ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso di un’informativa alla Camera.

LA TRAGEDIA DEI MIGRANTI - Il ministro ha riferito che il naufragio del barcone con circa 300 migranti a bordo (ma il numero forse non si saprà mai) nella notte di ieri «è avvenuto in acque maltesi, ma le autorità di quel Paese hanno chiesto il nostro intervento e lo abbiamo fatto subito». Ha poi sottolineato che in passato c’è stata «una forte disputa tra autorità maltesi e italiane. È un problema che rimane aperto».

LA POLEMICA CON MALTA - «Sulla base dei primi accertamenti - ha proseguito - le forze armate maltesi hanno ricevuto alle 2.30 una richiesta di soccorso in mare da parte di una persona che segnalava il possibile affondamento di un natante. Le autorità maltesi hanno chiesto l’interveneto italiano perchè dicevano di non avere assetti navali disponibili. Trattandosi di un intervento d’urgenza, la capitaneria di porto di Lampedusa metteva subito a disposizione due motovedette, un elicottero e un ricognitore aereo». L’intervento, ha sottolineato il ministro, «ha consentito di salvare 51 persone, tra cui una donna e un neonato. I superstiti hanno riferito che c’erano altre 150 persone e le speranze di trovare qualcuno vivo si sono affievolite».

I SOPRAVISSUTI - Saranno trasferiti oggi giovedì con un ponte aereo da Lampedusa i sopravvissuti nel naufragio. La destinazione, spiega la Questura di Agrigento, non è stata ancora decisa. Dei 51 naufraghi salvati, i tre che avevano bisogno di cure mediche erano stati portati via ieri: due a Porto Empedocle e una donna, all’ottavo mese di gravidanza e con una broncopolmonite, a Palermo. È invece legato all’evolversi delle condizioni meteo il trasferimento dei circa 1.110 extracomunitari ancora presenti nel centro d’accoglienza dell’isola, che saranno imbarcati sulla nave «Flaminia» in rada davanti al porto di Lampedusa. Stamane il vento è calato, ma il mare, che ieri era forza 6, è ancora agitato.

IL VESCOVO DI AGRIGENTO - «Sono morti che devono pesare sulla coscienza di tutti, anche su quella dei cristiani, delle persone perbene, di chi non vuole che questa gente arrivi in Europa, di chi non li accoglie», afferma in una intervista ad Avvenire, il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, sottolineando che «di sicuro la colpa di questo naufragio non è del mare. Sono morti che graffiano, che lasciano una ferita profonda». Il pensiero di monsignor Montenegro va anche «ai marinai, ai ragazzi della guardia costiera». Sono esperienze, dice «che non si possono dimenticare, che lasciano una traccia indelebile». Chi lavora a Lampedusa, aggiunge, «oltre alla professionalià, porta con sè una grande umanità. Fanno di tutto per salvare quelle vite. Ho visto grande tristezza nella gente quando si parla di queste tragedie, che sono sconfitte per tutti». E spesso, le soluzioni che si trovano, come i rimpatri, «per quanto sembrano vincenti sono delle sconfitte. L’Occidente - conclude - deve liberarsi dall’idea della colonizzazione e aiutare i popoli dell’Africa. Deve mettere in campo veri progetti di cooperazione internazionale, che possano dare risposte alla gente nei loro Paesi. Altrimenti qualsiasi tentativo sarà inutile».

Bankitalia: “In aumento prestiti a famiglie e imprese”
Bankitalia precisa che a febbraio 2011, il tasso di crescita sui 12 mesi dei prestiti al settore privato, corretto per le cartolarizzazioni non rilevate nei bilanci bancari, si è attestato al 4,9%, costante rispetto a gennaio 2011.
Il tasso di crescita dei prestiti alle società non finanziarie è salito al4,9% dal 4,4% di gennaio, mentre il tasso di espansione del credito alle famiglie è pari al 5,1%, pressochè invariato rispetto al periodo precedente.
Quanto invece alle sofferenze, il tasso di crescita – non corretto per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche - scende a febbraio al 28,9% dal 30,4% di gennaio. Sul fronte dei tassi di interesse, invece, quelli sui nuovi finanziamenti alle imprese sono aumentati di 10 punti base al 2,79% a gennaio.
L'aumento ha riguardato sia i tassi sui prestiti di importo superiore a 1 milione di euro (2,49% rispetto al 2,35% di gennaio), sia i tassi sui prestiti di importo inferiore a tale soglia (3,32% dal 3,26% del mese precedente).
I tassi diinteresse sui mutui per l'acquisto di abitazioni erogati nel mese alle famiglie sono invece diminuiti al 3,30% dal 3,36% di gennaio, mentre quelli sul credito al consumo sono aumentati all'8,89% dall'8,78% di gennaio.

Energia, Ue: in Italia prezzi più alti anche se regolamentati. Più concorrenza
Caro bollette nel mirino dell'Unione europea che chiede all'Italia ed a altri paesi europei di allargare le maglie della concorrenza. Secondo l'ue nonostante esista in Italia un sistema di prezzi regolamentati, il costo dell'energia e' piu' alto rispetto a quello della media europea. Lo ha sostenuto la portavoce Marlene Holzner, motivando la decisione della Commissione Ue di inviare all'Italia un parere motivato (seconda tappa della procedura infrazione) per abolire il sistema di prezzi regolamentati dell'energia elettrica. Il prezzo di un KW/all'ora in Italia - ha riferito la portavoce - e' di 19 euro contro una media di 16 euro nella Ue.  ''Cio' conferma che il prezzo non e' piu' basso solo perche' e' regolamentato, al contrario anche se regolamentato e' piu' alto'', ha detto la Holzner. In Italia ''non c'e' abbastanza concorrenza'' ha aggiunto, e cio' non va a favore dei consumatori. Secondo studi condotti da Bruxelles, i consumatori, peraltro, pur avendo la possibilita' di farlo, sono restii a cambiare il loro prospetto tariffario.  L'obiettivo della procedura aperta dalla Commissione Ue contro l'Italia ed altri paesi ''e' di avere prezzi piu' bassi''. Un obiettivo non semplice per il settore energetico che, in Italia, ad esempio, deve fare i conti anche con ''l'insufficienza di condutture e di tasse elevate''. Le tasse rappresentano una componente importante del prezzo finale al consumo per l'energia elettrica in molti paesi della Ue. In Germania, ad esempio, l'Iva e' pari ad un terzo. A livello europeo la media delle tasse sul prezzo finale e' di tre euro.

Inferno-Lampedusa, la rabbia e la disperazione
di BlogSicilia 7 aprile 2011 -
Sono tutti morti. Lo dicono sommessamente, lo gridano. Lo pensano. Sono i superstiti dell’ecatombe in mare vicino a Lampedusa. Le autorità, dopo le lunghe ricerche di ieri, hanno ripreso stamane a pattugliare nell’area a 39 miglia dall’isola per recuperare eventuali sventurati. Ma il mare forza 9 ostacola le operazioni, tanto da sembrare un colpo basso tirato a chi è già al tappeto.
E per un Peter che ritrova a Lampedusa la fidanzata Mimì, salvata dall’odissea da un’altra nave, ci sono decine di uomini e di donne che in quel mare hanno detto addio a figli, mariti, sorelle.
La disperazione dei superstiti tocca il cuore degli isolani, che vi assistono impotenti. I lampedusani sono in fermento, si organizzano per nuove battaglie, dicono che l’isola è ‘sfregiata’.  Non ce l’hanno con i migranti, compagni di sventure in questo inferno. Ce l’hanno con lo Stato, che sembra averli dimenticati. Si studiano persino azioni legali.

Le organizzazioni umanitarie presenti a Lampedusa stilano intanto un bilancio degli interventi finora messi a punto. Ed è un bilancio che ritengono ‘magro’.  Lamentano soprattutto le lentezze nei trasferimenti dei migranti.
Ma l’inferno-Lampedusa non ha fine.  Come in un vecchio film della saga di Mad Max, si è scatenata la caccia al carburante. Non si contano i saccheggi nelle barche sequestrate: qui il gasolio è più caro. Sono solo due i distributori, uno solo il deposito. La Silvia opera in regime di monopolio.

E si spera nel futuro. Un futuro in cui l’isola ptrà riprendere a vivere. A sperare. Come le migliaia di disperati che vi approdano e ne ripartono verso mete sconosciute.

Acqua, lo strappo della Basilicata
La Basilicata si sottrae per tutelare le tariffe e difendere l'accordo con la Puglia
07/04/2011 BARI - La Basilicata è l’unica regione del Sud a non aver sottoscritto il Protocollo d’intesa tra le regioni meridionali per un unico accordo di programma per l’acquisizione e il trasferimento della risorsa idrica, attribuendosi così reciprocamente le risorse idriche e la sete che attualmente sono caratteristiche individuali per morfologia naturale. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati dopo l'avvenuta sottoscrizione a Roma del Protocollo d’Intesa per l'approvazione dell’Accordo unico di programma. La firma è avvenuta ieri presso la sede della regione Molise a Roma da tutte le regioni del Bacino idrografico meridionale (Puglia, Abruzzo, Lazio, Molise, Calabria, Campania), ad eccezione della Regione Basilicata. La scelta della Regione Basilicata, rappresentata in quella sede dall’assessore regionale all’Ambiente Vincenzo Mancusi, si spiega con due ordini di motivi: da una parte la nuova intesa comporterebbe il superamento dell'esistente Accordo di Programma tra Basilicata e Puglia; inoltre comporterebbe rilevanti incrementi per la tariffa del servizio idrico, che per la Basilicata vanno dal 32 per cento nel settore idropotabile, al 20 per cento per quello irriguo, al 27 per cento per quello industriale, mentre gli incrementi tariffari previsti per la Puglia vanno dall'84 per cento per l'idropotabile, al 67 per cento per l'irriguo, al 90 per cento per l'industriale, ed in generale per le altre regioni ricadenti nel Distretto idrografico dell'Appennino Meridionale gli incrementi tariffari previsti per settore variano dal 40 al 160 per cento. Scelta non condivisa da Amati che, invece, ha dichiarato: «Non riesco a capire – ha concluso – perchè la Regione Basilicata non abbia sottoscritto il Protocollo d’intesa. Faccio appello al Presidente De Filippo affinchè sottoscrivano un Protocollo che per le nostre regioni rappresenta un grande passo in avanti. Sarebbe anacronistico – ha continuato – non considerare che per meglio governare le esigenze dei moderni non ci si può più fermare all’uscio di casa, commercializzando anche tra soggetti pubblici i doni e le disgrazie naturali. L’Accordo di programma, a differenza, sancirà la consapevolezza che tutti abbiamo bisogno dell’acqua ma a tutti compete di contribuire per preservare i luoghi ove quest’acqua sorge, mettendo a disposizione risorse economiche di tutela ambientale». La sottoscrizione di un unico Accordo di programma per il trasferimento, l’acquisizione e il governo della risorsa idrica è previsto dalla delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino Liri, Garigliano e Volturno, integrato dai rappresentanti delle regioni appartenenti al Distretto idrografico, che ha adottato il Piano di Gestione delle Acque del Distretto idrografico dell’Appennino meridionale. L'Accordo è stato ufficialmente siglato anche a seguito delle sollecitazioni giunte da Amati, che aveva inviato lettere il 15 novembre ed il 21 marzo scorsi, allo scopo di condividere formalmente la bozza d’intenti già sottoscritta a Roma nel settembre scorso, con l’accordo tra le regioni di pervenire, in tempi rapidi, alla stipula di un unico Accordo di Programma, teso proprio a regolamentare i trasferimenti anche alla luce di una valutazione più aggiornata e precisa dei fabbisogni idrici e delle disponibilità attuali delle singole regioni. La firma dell’accordo del settembre scorso era giunta dopo un incontro durante il quale le regioni convocate, tra cui la Puglia, avevano convenuto sulla opportunità di pianificare l’utilizzo della risorsa idrica esistente e dei trasferimenti al fine di assicurare il superamento del deficit di approvvigionamento e di garantire gli obiettivi stabiliti dalle norme ambientali.

Crisi rifiuti Napoli, barricate di immondizia e tangenziale bloccata
Napoli, 7 apr (Il Velino/Velino Campania) - Emergenza rifiuti, tornano le barricate di immondizia per le strade di Napoli. Questa mattina alcuni cittadini hanno riversato per strada, nella zona alla periferia occidentale del capoluogo partenopeo, numerosi sacchetti di spazzatura che da giorni occupavano sia i marciapiedi sia la sede viaria. I cittadini hanno inoltre rovesciato un'automobile che si trovava parcheggiata nei pressi della rotonda di Agnano, a pochi passi dall'ingresso della tangenziale partenopea, rimasta a sua volta boccata. A causa della protesta il traffico della zona è rimasto paralizzato per diverso tempo. Sul posto, a seguito delle segnalazioni dei residenti, sono intervenuti sia i vigili urbani sia gli agenti della polizia stradale che il personale dell'Asia, l'azienda partecipata comunale che provvede alla raccolta e allo smaltimento dell'immondizia, che tramite un bobcat ha liberato la strada dai rifiuti. La situazione è lentamente tornata alla normalità anche se rimangono ancora gravi i disagi causati alla circolazione. Ieri, intanto, nel capoluogo campano vi erano circa 1.900 tonnellate di spazzatura ancora a terra e nonostante la raccolta compiuta dagli autocompattatori, resta difficile riuscire ad eliminare i sacchetti presenti sui marciapiedi e nei cassonetti. Al momento le zone che risultano essere maggiormente colpite dalla nuova emergenza sono quella orientale, con i quartieri di Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta. Registrati nel corso delle scorse ore anche numerosi incendi dolosi, causati dal tanfo dei rifiuti presenti in strada da ormai troppi giorni.
 (rep/red) 7 apr 2011 12:34

Processo rifiuti, solo due comuni si costituiscono parte civile
Napoli, 7 apr (Il Velino/Velino Campania) - Processo rifiuti a Napoli, 60 comuni campani indicati dalle prime fasi del procedimento come possibili parti offese nel rito penale che vede imputati, tra gli altri, l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino e i vertici della società Impregilo, accusati di truffa, abuso d'ufficio e falso, hanno optato per non costituirsi parte civile. Solo i primi cittadini di Cicciano e Casamarciano hanno deciso di prendere parte al processo in corso al Tribunale di Napoli. Gli amministratori dei comuni campani avrebbero dovuto spiegare ai pm che indagano sulla questione rifiuti, ovvero Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che cosa succedeva nei loro territori durante lo scoppio delle varie emergenze che hanno funestato il territorio partenopeo e casertano. Secondo quanto affermato dai due magistrati all'indomani dell'apertura del procedimento a carico dei 28 imputati, sarebbero dovuti essere circa 400 i comuni interessati a prendere parte al processo. Nel 2008, in particolar modo, e con l'infuriare dell'emergenza su numerosi fronti, erano stati molti i sindaci e gli amministratori locali che avevano invocato giustizia per il disastro ecologico, sociale e sanitario che funestava il territorio campano. A tre anni di distanza, tuttavia, e sull'orlo di una nuova crisi, il fervore delle comunità locali sembra essersi sopito. Il processo, comunque, è stato aggiornato per metà aprile e inizio maggio.
(rep/red) 7 apr 2011 12:32

Tassa di soggiorno, è rinvio: Caserta fa ancora i calcoli
Boccardi (Confindustria): «Qui è una follia». I maligni commentano: «Ci vorrebbe un indennizzo per chi arriva»
CASERTA— La battuta più simpatica che circolava ieri, mercoledì, nel capoluogo, alla vigilia dell’ennesimo appuntamento mancato, suonava così: «Una tassa per ogni turista? I coraggiosi che arrivano da queste parti meriterebbero un indennizzo». Oggi 7 aprile 2011 doveva essere il giorno dell’entrata in vigore della già odiosa «tassa di soggiorno» . Caserta — per fortuna, secondo molti— ne farà a meno ancora per un po’ perché si è fatta trovare impreparata all’appuntamento: in Comune, infatti, solo in questi giorni i dirigenti dei settori interessati hanno messo mano all’argomento. Poco male, si sospira dalle parti di Federalberghi: con questi chiari di luna e con una decisa contrazione del numero delle presenze da un po’ di anni in qua, albergatori e operatori commerciali sentono di poterne fare volentieri a meno.

Dice Rosa Boccardi, presidente della sezione Turismo di Confindustria Caserta e titolare della medesima delega in seno al direttivo degli imprenditori di Terra di Lavoro: «Creassero prima un territorio più confortevole e in grado di attirare flussi turistici e poi ne riparliamo». Ma tant’è, ritardi contingenti a parte, l’entrata sulla scena del «balzello» è figlia delle novità introdotte dal federalismo fiscale e servirà a rimpinguare le esanime casse degli enti locali. Nelle grandi città d’arte come Venezia, Firenze e Roma la «tassa di soggiorno» esiste già da tempo sebbene contrabbandata sotto altri nomi. Nella capitale ogni visitatore che pernotta è tenuto a «versare» 3 euro (la somma finisce tra soldi corrisposti agli albergatori).

A Caserta siamo ancora lontanissimi dalla quantificazione della cifra. Il dirigente del settore finanziario dell’ente, Gioacchino Petrella, e quello che ha la delega per il Belvedere di San Leucio, Marcello Iovino, pare si arrovellino — su disposizione del commissario prefettizio Piero Mattei— in una serie di calcoli basati sui flussi turistici. «Ma questa tassa, per un territorio come il nostro— riprende convinta Rosa Boccardi, rampolla di una famiglia di albergatori — è una follia pura. Oltretutto a Caserta una tassa è già stata imposta e proprio di recente: l’aumento del biglietto d’ingresso unico a Palazzo Reale, portato a 12 euro dall’inizio di aprile. Chi volete che venga più a queste latitudini? Possibile che a rimetterci debba essere sempre la nostra categoria?». Timidamente rispondiamo di no ma non siamo sicuri che basti. E infatti la chiosa è quanto dire: «Se si applica la tassa di soggiorno anche in un territorio che rappresenta una meta turistica minore— conclude Boccardi— tu lo uccidi definitivamente».
Piero Rossano

Agrigento sommersa dai rifiuti
Il sindaco: «Intervenga l'esercito»
Per lo sciopero dei netturbini che rivendicano pagamento degli stipendi non viene ritirata la spazzatura da 5 giorni AGRIGENTO - Agrigento sommersa dai rifiuti. In città, per lo sciopero dei netturbini che rivendicano il pagamento di tre stipendi, non viene ritirata la spazzatura dai cassonetti da cinque giorni. Sulla situazione di emergenza è intervenuto il sindaco di Agrigento Marco Zambuto che ha chiesto al presidente del consiglio Silvio Berlusconi di inviare l’esercito per liberare la città dai rifiuti.

«Mentre solidarizziamo con il personale che da tre mesi non percepisce alcun emolumento e nelle more dell’organizzazione di un apposito comitato regionale volto all’abrogazione della legge sugli Ato, chiediamo con forza», dice Zambuto, «al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Presidente della Regione che dispongano l’immediato invio dell’esercito per procedere alle operazioni di raccolta dei rifiuti».

Aversa si sente più insicura: «Subiamo rapine ogni giorno»
Protesta di cittadini e commercianti e cittadini: «I ladri agiscono quando le telecamere comunali non funzionano»
CASERTA - «Siamo sempre sul chi va la’, in balia di chi sente di avere campo libero. Nonostante questa sia via Roma, la strada più importante di Aversa, quando chiudo mi sembra di essere nel Bronx». Enzo Cannavacciuolo parla dal suo Gran caffè Roma stringendo tra le mani la denuncia della rapina subita due giorni fa, alle due del pomeriggio. La terza in quattro giorni ad attività commerciali: sabato mattina alcuni malviventi hanno tentato di rapinare un gioielliere, sempre a Via Roma, domenica pomeriggio altri delinquenti hanno rapinato l’incasso di una farmacia in via San Felice, a pochi passi dal Comune. «Agiscono anche nel fine settimana - aggiunge Cannavacciuolo - perché sanno che le telecamere comunali non funzionano, come quella posizionata fuori il mio bar. Chiediamo più controlli e sicurezza». Poco distante, da un tabacchi, il titolare Giovanni Cuozzo racconta: «Due domeniche fa, qui vicino, hanno rubato a un mio amico lo scooter parcheggiato fuori il bar di mia sorella. Siamo spaventati, siamo tutti nel mirino». L’allarme dei due commercianti viene lanciato da tutte le associazioni di categoria.

Vittorio Scaringia, presidente locale di Unimpresa, afferma di aver chiesto già due anni fa il poliziotto di quartiere. «Ora c’è solo un carabiniere di quartiere - dichiara - che però opera su un territorio troppo vasto e la zona del centro storico è completamente scoperta. Molti associati si sono lamentati». Il presidente locale dell’Ascom, Franco Candia, insiste sulla necessità di tutori dell’ordine in borghese: «E poi occorre la videoregistrazione - suggerisce - anche delle telecamere interne ai negozi». Vittima di una tentata rapina della propria automobile, il 31 gennaio, è stata anche il presidente cittadino di Confesercenti Pina Giordano, che sbotta: «I commercianti si lamentano continuamente e sono terrorizzati, come lo sono anche i clienti. L’amministrazione sta facendo tanto ma i risultati non bastano. Le telecamere comunali sono poche e non funzionano costantemente. Occorre anche più personale addetto alla sicurezza. Si potrebbero utilizzare anche i vigili urbani che ora sono accanto ai pilomat quando apre l’isola pedonale: regolano l’accesso ai residenti, che invece già avrebbero dovuto avere una scheda magnetica, come da noi chiesto più di un anno e mezzo fa».

Giordano fa due richieste: «Un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in questa città e un distaccamento della polizia municipale nel centro storico, che lavori in sinergia con le forze dell’ordine».
Marilena Mincione

Napoli, rivolta per l'emergenza rifiuti: auto capovolte e cassonetti bruciati
NAPOLI - Svincolo della tangenziale chiusa, blocco stradale di cento metri con rifiuti in mezzo alla strada, traffico in tilt: protesta violenta ad Agnano per l'emergenza rifiuti.

Nottata di superlavoro per i vigili del fuoco a Napoli e in provincia a causa delle decine di incendi appiccati ai cumuli di rifiuti da cittadini esasperati dall'emergenza.

Nella zona flegrea, nelle prime ore del mattino, le proteste particolarmente accese degli abitanti di Agnano sono sfociate in dimostrazioni violente con il ribaltamento di una macchina in via Augusto Righi. Anche in mattinata i centralini della centrale operativa dei pompieri sono intasati dalle numerose richieste d'intervento.

Sardegna. Immigrazione, 700 tunisini nell'Isola
Solidarietà da parte dei cagliaritani
Una vera e propria gara di solidarietà: questa mattina diversi cagliaritani si sono avvicinati al centro e hanno offerto ai migranti generi alimentari e bevande.
Gara di solidarietà dei cagliaritani per aiutare i circa settecento migranti tunisini da ieri ospitati nella struttura dell'Aeronautica militare a Cagliari: diverse persone si sono avvicinate questa mattina alle reti di recinzione della struttura e stanno offrendo buste con generi alimentari e bevande ai nuovi arrivati. Si tratta di un modo per fraternizzare: assieme ai doni si scambiano anche quattro chiacchiere con i tunisini nonostante le difficoltà di comunicazione legate alla lingua. Il clima all'interno del Centro di accoglienza è molto sereno: vi è molta attesa per la decisione del Consiglio dei Ministri sul decreto che dovrebbe portare al rilascio del permesso di soggiorno per i migranti.
Giovedì 07 aprile 2011 13.27

Sardegna. Cappellacci: il sito è inadeguato. Il sito in città è inadeguato sia per l'accoglienza sia per la sicurezza. Lo ha ribadito il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sul trasferimento a Cagliari di 700 tunisini.

“La Sardegna, in nome del principio di solidarietà e in virtù della propria posizione geografica baricentrica nel Mediterraneo, ritenendo di dover esercitare un ruolo attivo dinanzi all'emergenza causata dalla crisi del Nord Africa, ha dato inizialmente la propria disponibilità a ospitare i profughi in fuga dagli scenari di guerra. Nel corso delle riunioni a livello locale e nazionale tuttavia - ha sottolineato Cappellacci - abbiamo chiesto che fossero rispettati due tipi di esigenze: quelle di accoglienza umanitaria da un lato e quella di sicurezza dei nostri concittadini dall'altro". "Contesto la scelta di un sito - ha aggiunto Cappellacci - non rispondente né all'una né all'altra indicazione e, come dimostra la fuga di circa 40 immigrati, non adeguatamente vigilato. Il rapido avvio delle procedure per la concessione del permesso temporaneo annunciato dal ministro Maroni rappresenta una svolta positiva perché, consentendo una certa libertà di movimento agli immigrati, potrebbe portare a una loro distribuzione più equilibrata, sia a livello nazionale che europeo: una soluzione che è più conforme anche alle esigenze di chi ha attraversato il mare in cerca di una vita migliore”.
Giovedì 07 aprile 2011 13.28

Settecento immigrati a Cagliari. La protesta dell'Anci. Il Comitato esecutivo dell'Anci Sardegna, riunitosi oggi d'urgenza in seduta straordinaria, ha espresso la propria preoccupazione per la decisione del Governo di concentrare 700 tunisini a Cagliari.

"Abbiamo appreso la notizia dai giornali - ha dichiarato il presidente dell'Associazione, Anselmo Piras - una decisione presa senza alcun coinvolgimento o concertazione con le Autonomie locali e in totale disaccordo con quanto ribadito dai sindaci nell'assemblea di lunedì a Oristano, così come la scelta della caserma di viale Elmas è stata fatta in autonomia dal Prefetto, senza alcun coinvolgimento del Comune. Abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e all'assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, per capire il da farsi". Questa assenza di condivisione di percorso, ha ribadito l'organo esecutivo dell'Anci, è stata presa "quasi dimenticando il principio costituzionale di equi-ordinazione fra Stato e gli altri Enti che formano la Repubblica, anche considerando il fatto che il problema sociale graverà tutto sul Comune di Cagliari". Durante l'assemblea dello scorso lunedì, i sindaci avevano condiviso la necessità di evitare grandi assembramenti in un unico centro e avevano proposto alcune soluzioni in centri minori, mettendo a disposizione dei migranti strutture non utilizzate.
Giovedì 07 aprile 2011 14.48

Sicilia. Immigrati, i superstiti del naufragio vanno a Brindisi
di Markez 7 aprile 2011 - Partiti alle 14, dall’aeroporto di Lampedusa, i superstiti della tragedia del Canale di Sicilia. Cinquantatre i sopravvissuti, tra cui una donna incinta, alla 34esima settimana. L’aereo condurrà i migranti a Brindisi: destinazione un Cara, centro per i richiedenti asilo.

Tre di loro restano a Palermo, dove erano stati trasferiti ieri: la donna in stato di gravidanza, il marito, nonchè un uomo rimasto ferito nel corso della drammatica traversata.

Chi parte, va via con un bagaglio di dolore e speranza. “Ho perso tutti i miei fratelli – dice uno dei superstiti – ora voglio una vita migliore”. “Eravamo in trecento e molti di noi non ci sono più – dice una donna – prego per loro. Spero di potere dimenticare quanto mi è accaduto e di potermi ricostruire una vita”.
C’è chi spera di ricongiungersi presto ai propri cari: “I miei familiari sono fuggiti dal mio Paese tempo fa, ora spero di unirmi a loro al più presto”.

Fondi Ue non utilizzati. Oggi Hanh incontra Lombardo
di Salvatore Calafiore 7 aprile 2011 -
Oggi a Palermo, il commissario europeo per le politiche agricole, Johannes Hanh, accompagnato dalle ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, incontrerà il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, per parlare della spesa del Po Fers 2007-2013. Attualmente la spesa va molto a rilento e la Sicilia  dovrà spendere oltre un miliardo di euro entro il 31 dicembre prossimo se vorrà evitare il disimpegno automatico.

Nei prossimi giorni il commissario incontrerà anche Nichi Vendola, governatore della Puglia e quello della Campania, Stefano Caldoro. Il governo, lo scorso 30 marzo, ha concordato con le tre regioni interessate un piano per velocizzare l’attuazione dei programmi in materia di politica di coesione, minimizzare le perdite e agevolare la riprogrammazione. Inoltre con la crisi economica e finanziaria in atto, tutti gli Stati membri dell’Ue sono stati invitati ad accelerare  l’erogazione di finanziamenti nelle zone con maggiori potenzialità di crescita.
La Sicilia ha a disposizione 3,7 miliardi di euro per il Po Fers; circa 2 miliardi di euro per il Fondo sociale europeo e oltre 2 miliardi per il Piano di sviluppo rurale. Il commisario Hanh arriva in Sicilia per supportare la Regione ad impiegare al massimo le risorse a sua disposizione.

Napoli. Gianturco, amianto e disperati  favelas nella discarica
NAPOLI. Per visitare le favelas non c'è bisogno di spingersi fino in Brasile. Basta andare in via Gianturco, a pochi passi dal Centro direzionale dove, da tempo, si sversano abusivamente materiali di risulta di ogni genere e, tra questi, anche il tanto temuto amianto. Ma non solo, all'interno di questa ennesima discarica abusiva presente sul territorio cittadino, infatti, si trovano anche alcune fabbriche dismesse in cui qualche disperato ha deciso di trovare ricovero trasformando un rudere abbandonato in una casa. Probabilmente si tratta di rom che, nonostante le precarie condizioni igienico-sanitarie di quella che rappresenta una vera e propria bomba ecologica per il quartiere, hanno approfittato della scarsa attenzione destinata alla zona per insediarsi in uno degli stabili abbandonati. Una situazione paradossale, visto che la discarica si trova, in linea d'aria, a circa duecento metri dalla sede della quarta Municipalità e che, nonostante sia sotto gli occhi di tutti, nessuno provveda a mettere in atto un capillare intervento di bonifica. D'altra parte, basta fare un giro nella discarica per scoprire gli evidenti segni di un insediamento. Un pezzo di stoffa diventa una tenda per proteggere gli interni dalle intemperie. Addirittura, ad una delle finestre dello stabile si vedono alcuni panni stesi. In mezzo al materiale di risulta di ogni sorta che giace abbandonato da non si sa quanto tempo compare un filo a cui è stato appeso un tappeto. Insomma, scene di vita ordinaria che stridono con le carcasse dei motorini, i copertoni e i rifiuti di ogni genere che circondano l'area. In alcuni bidoni è stata accantonata una scorta di acqua per provvedere all'igiene personale. Non manca nulla. La segnalazione arriva dal consigliere indipendente del parlamentino di quartiere, Mario Costagliola che, già in diverse occasioni, ha fatto presente il degrado in cui ormai versa l'intera area. «Stiamo parlando – spiega Costagliola – di una emergenza continua che si svolge a pochi metri dall'unità operativa dei vigili urbani in via Gianturco e dallo stesso consiglio di Municipalità, possibile che nessuno prenda provvedimenti? Tra l'altro, recentemente, sono stati effettuati diversi controlli sulle auto in sosta proprio in quella zona, possibile che nessuno si sia mai spinto poco oltre per scoprire questa favela». «Tra l'altro – prosegue ancora – è evidente che in questa zona ci vivono, io mi chiedo come è possibile che questi fabbricati siano accessibili a chiunque. Si tratta di vecchie fabbriche abbandonate che andrebbero smantellate proprio per evitare che qualcuno possa approfittarne». «Siamo nel terzo mondo – conclude provocatoriamente il consigliere indipendente – anzi, arrivo finanche a pensare che in Africa si viva meglio. Almeno lì ci sono le associazioni umanitarie che sono molto attive. Ci vorrebbe un'organizzazione umanitaria anche per Napoli».
Marta Cattaneo

Napoli. Metrò del mare a rischio, sindacati furiosi
La Regione non ha fondi: dopo 10 anni stop al servizio
di collegamenti marittimi veloci. Filt: «È inaccettabile»
NAPOLI - Potrebbe interrompersi dopo 10 anni l'esperienza del metrò del Mare, la linea di collegamenti marittimi veloci che rende accessibili da Napoli diversi centri flegrei, della costiera e del Cilento.

La Regione Campania starebbe per rinunciare al servizio per mancanza di fondi. E, appresa la notizia, i sindacati s'infurtiano. «E' inaccettabile la soppressione di un servizio che era un formidabile volano di sviluppo per il turismo, che incontrava il favore crescente dei cittadini, che rappresentava una valida alternativa al trasporto su gomma e aveva contribuito a ridurre il traffico veicolare in modo rilevante» afferma il segretario generale della Filt Campania Salsano. «La Giunta regionale della Campania - denuncia il segretario - continua nella sua opera di demolizione del sistema del trasporto pubblico: dopo l'aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti, il taglio dei servizi, arriva anche l'interruzione del metrò del mare».

«Una decisione - sottolinea Salsano - inspiegabile», che con il mancato finanziamento di 5 milioni di euro da parte della Giunta regionale della Campania rischia di avere «effetti devastanti per l'industria del turismo e per l'occupazione dei circa 500 marittimi delle compagnie di navigazione SNAV - Alilauro - Gruson e Libera Navigazione». «I collegamenti marittimi - aggiunge - dal 2001 al 2008 hanno visto una forte espansione del servizio di trasporto marittimo, con nuove linee e nuovi scali e un bacino di 1.650.000 passeggeri. Chiediamo al presidente Caldoro di rifinanziare il servizio del metrò del mare, che deve essere priorità nelle politiche di sviluppo della Regione Campania. E' necessario, inoltre - conclude - che le forze politiche, sociali, le amministrazioni comunali interessate facciano sentire la loro forte protesta nei confronti di un provvedimento inaccettabile e devastante per lo sviluppo del territorio».

Caltanisetta. Sospesi 33 dipendenti per assenteismo
Il Comune si ferma, sindaco in allarme
Sono più di un terzo del personale complessivo di Butera
Il primo cittadino chiede di incontrarsi con il prefetto
CALTANISSETTA - L'assenteismo sul posto di lavoro è un problema per le aziene e le pubbliche amministrazioni. Ma alle volte i provvedimenti contro questa piaga possono risultare peggiori del male. È il caso paradossale del Comune di Butera, in provincia di Caltanissetta dove il gip di Gela, Veronica Vaccaro, ha disposto la sospensione temporanea dal servizio di 33 dei 95 dipendenti dell'amministrazione, più di un terzo del personale, indagati per truffa aggravata e falso ideologico nell’ambito di un’operazione antiassenteismo dei carabinieri.

Secondo gli investigatori, che per mesi li hanno pedinati e ripresi con telecamere, gli impiegati, subito dopo avere preso servizio, si allontanavano spesso dagli uffici di competenza per andare a fare la spesa e sbrigare faccende personali, a volte senza più tornare in Municipio. A timbrare il cartellino al termine della giornata di lavoro ci pensavano colleghi compiacenti, fratelli, amici e persino amministratori con cui avevano legami di parentela. Tutto sarebbe documentato in decine di videocassette. La sospensione varia dai 45 giorni di sospensione, inflitti a due dirigenti, ai 30 giorni a 10 indagati, tra impiegati e qualche capoufficio, ai 15 giorni di 21 esecutori amministrativi, tra cui il fratello del vicesindaco, un ex comandante dei vigili urbani e un ispettore della polizia municipale. Il sostituto procuratore della Repubblica Vittorio Nessi aveva chiesto per alcuni gli arresti domiciliari, per altri l’obbligo di firma. La sospensione decisa dal Gip sguarnisce di fatto un terzo dell’organico del comune di Butera. Il sindaco, Luigi Casisi, che ha espresso fiducia nell’azione della magistratura e stigmatizzato ogni forma di abuso, ha chiesto di incontrare il prefetto.

Caserta. «Il compost che c'è, ma non si vede», blitz dei Comitati a San Tammaro
L''ncursione degli attivisti nell'impianto di compostaggio adiacente la discarica: «L'emergenza si può risolvere»
CASERTA - Issando a braccia uno striscione con su scritto «le discariche sono tutte inutili se apre questo sito: sì al compostaggio», gli attivisti di Commons! sono entrati in azione questa mattina a San Tammaro, penetrando all'interno dell'impianto che sorge a pochi metri dalla discarica. La Rete dei comitati per i beni comuni denuncia l'abbandono dell'impianto che una volta a regime potrebbe servire al trattamento della frazione umida nell'ambito del piano di ciclo e riciclo integrato dei rifiuti con lo scopo di combattere l'eterna emergenza campana. «Il sito di compostaggio è assolutamente nuovo e funzionante – hanno commentato Antonio Musella ed Egidio Giordano di Commons! – con tanto di vasche, motori, tutti integri ed in perfetto stato. È la prova più evidente di come per governo ed enti locali la logica speculativa delle discariche e degli inceneritori è una scelta precisa così come quella dell’emergenza permanente».

IL BUCO NELLA RETE DI RECINZIONE - In realtà l’impianto realizzato su una superficie estesa che consta di due ampi capannoni utilizzando i fondi europei Por 2001-2006, risulta funzionale solo all'80 per cento. Per due anni adibito allo stoccaggio di ecoballe, fino al 2009, potrebbe ad ogni modo trattare parte degli scarti provenienti dalla raccolta regionale, che in buon numero finiscono al contrario nella vicina discarica. I manifestanti sono entrati nell’area passando da un buco della rete di recinzione, a circa un centinaio di metri dall’ingresso della discarica presidiato dai carabinieri. Prima di uscire e venire bloccati dai militari, gli attivisti hanno lasciato all’interno del sito scritte come «Con il compostaggio si chiudono le discariche. In 18 anni di emergenza questo sito non ha mai aperto! Vergogna!», lenzuola e striscioni portati sul motore dell’impianto che sovrasta le vasche.

I RITARDI E LA MANIFESTAZIONE - «Ci chiediamo con quale astrusa motivazione la Regione Campania possa giustificare il fatto che l’impianto non sia mai entrato in funzione» recita una nota del Comitato che chiama all'appello i cittadini per sabato 9 aprile in piazza Dante. «La rete dei cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti – spiegano Musella e Giordano – sarà in piazza con una grande manifestazione popolare per dimostrare che le alternative ci sono e sono più semplici, economiche e sostenibili della logica delle discariche e degli inceneritori».

Bari. S’impicca in carcere, la sua morte è un caso
07 aprile 2011
Bari - Si è impiccato in carcere mentre il processo ai suoi presunti aguzzini veniva mandato in prescrizione. E dopo aver denunciato altre violenze in carcere, dopo quelle subite da ragazzino.

Carlo Saturno è morto oggi dopo un’agonia di alcuni giorni. Sta per esplodere un caso per certi versi simile a quello di Stefano Cucchi nelle carceri italiane.

Perquisizioni sono in corso nel carcere di Bari da parte della polizia giudiziaria su disposizione della Procura, nell’ambito dell’indagine sulla morte del detenuto 22enne di Manduria Carlo Saturno. La polizia giudiziaria sta acquisendo fascicoli e documentazione utili a ricostruire i giorni precedenti a quello che sembra essere un suicidio.

Dopo la morte, avvenuta questa mattina nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari, la Procura ha modificato l’iscrizione del fascicolo d’inchiesta che fino a ieri era a «modello 45», cioè senza indagati né ipotesi di reato. L’aggiunto Pasquale Drago e il sostituto Isabella Ginefra, ai quali è affidata l’inchiesta, indagano ora per istigazione al suicidio contro ignoti. È stata disposta l’autopsia e nelle prossime ore sarà affidato l’incarico ad un medico legale.

Da fonti giudiziarie si apprende, inoltre, che il giorno precedente al presunto suicidio, Saturno era stato arrestato in carcere, dove era detenuto per furto, in seguito ad una colluttazione con alcuni agenti di polizia penitenziaria. Nei giorni successivi, durante il coma, l’arresto era stato convalidato dal gip per i reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Ieri era finito il processo di primo grado ai nove agenti del carcere minorile di Lecce accusati di violenze sui detenuti, processo rimandato a dopo la prescrizione dei reati. Carlo Saturno era parte civile nel processo, che il giudice monocratico del Tribunale di Lecce Fabrizio Malagnino ha rinviato al 19 giugno 2012, tra più di un anno, quando tutti i reati saranno ormai prescritti. Cominciato due anni fa, passato attraverso tre diversi giudici, di volta in volta sostituiti perché trasferiti in altri collegi, e ancora oggi alle questioni preliminari, il processo è stato aggiornato a «data immediatamente successiva - ha spiegato il legale di parte civile che rappresenta Saturno, l’avvocato Tonia Rizzo - alla prescrizione dei reati».

ANTIGONE
«L’autopsia faccia luce, senza lasciare dubbi, sulle reali cause della morte di Carlo Saturno e su ciò che è accaduto nei suoi ultimi giorni di vita». Lo chiede Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone che si batte per i diritti nelle carceri, dopo la morte del giovane detenuto del carcere di Bari. «L’inchiesta interna disposta dal Dap faccia anche chiarezza sul perché - aggiunge - il ragazzo fosse stato posto in isolamento e se ciò fosse legittimo». «È inoltre da verificare se fossero state adottate misure di sostegno - prosegue Gonnella - per una persona che aveva manifestato paura e depressione». Il presidente di Antigone annuncia, infine, che il caso di Carlo Saturno sarà segnalato alle autorità sovranazionali e che «sulla vicenda del processo alle guardie penitenziarie, in cui il giovane era parte lesa, rinviato a dopo la prescrizione dei reati, è pronto un esposto al Csm».

Nessun commento: