venerdì 8 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 8 aprile 2011.

“L’Italia che non cresce”: I finanziamenti per il Sud

Campania, fondi da Miur per imprese. Trombetti: siamo orgogliosi

Napoli, Rispoli: parlamentari Napoli silenti su schiaffo di Tremonti

Fiat, a Melfi la telenovela della Fiom

Fondi Fas, il timore di Lombardo

Sicilia. Hahn: “Impiegare bene e presto le risorse europee”

Lombardo: “Più partiti regionali in uno federale”

Sicilia. Emergenza immigrati, la Regione candida Lampedusa “Zona franca per la legalità”

Lampedusa, primo volo di rimpatrio in Tunisia

Lampedusa. Paura per i rimpatri, disordini nel centro di accoglienza

Tornano i roghi di cassonetti nel palermitano

Catanzaro. «Agghiaccianti le cifre sul deficit del Pugliese»

Taranto rivuole la «Persefone Gaia»

Cagliari, i tunisini attendono i permessi.

Santa Maria Capua Vetere, nel campo profughi rissa, tensioni e nuove fughe


“L’Italia che non cresce”: I finanziamenti per il Sud
Giovedì 07 Aprile 2011 17:24 Direzione
«Ingiustizia è fatta (e certificata)». E’ questo il commento secco e lapidario dell’Organo Direttivo di Confindustria Calabria rispetto ai risultati che emergono dall’inchiesta condotta dal Sole 24 Ore su “L’Italia che non cresce” con particolare riferimento al capitolo dedicato a “I finanziamenti per il Sud”.
Più di qualsiasi considerazione esplicativa, a giudizio dei vertici degli industriali calabresi, serve riportare in maniera testuale quanto fatto rilevare dalla Banca d’Italia nel corso dell’audizione sul federalismo fiscale.
“E’ utile rammentare che l’insieme delle risorse in conto capitale aggiuntive è di poco superiore al 5% dell’intera spesa pubblica nel Mezzogiorno. Se la restante parte della spesa pubblica, in larga misura corrente, produce risultati insoddisfacenti nei servizi essenziali (istruzione, giustizia, sanità, eccetera) le politiche regionali hanno poca possibilità d’incidere significativamente sullo sviluppo delle aree in ritardo”.  «In questa maniera - sottolinea il Direttivo di Confindustria Calabria-  viene sancito in modo netto ed inequivocabile il tradimento del principio della “addizionalità”, rispetto alla spesa ordinaria, dei fondi comunitari specificamente destinati alle politiche di sviluppo per le aree in ritardo. Tutto ciò - continua la nota di Confindustria Calabria - al più alto livello di autorevolezza e di terzietà come è quello garantito da Bankitalia. Giova ricordare - evidenziano gli industriali calabresi - che alla fine degli anni 90 il Governo determinò degli obiettivi molto precisi: il Sud, tra risorse ordinarie, Ue e Fas, sarebbe dovuto essere destinatario del 45% della spesa in conto capitale».
«Ancora una volta il Sud viene privato di qualsiasi forma di “intervento ordinario” da parte dello Stato, - è il commento dei vertici di Confindustria Calabria – riservando una funzione sostitutiva e mai aggiuntiva ai fondi comunitari. Quando si sviluppano delle analisi occorre essere rigorosi ed intellettualmente onesti. Se si vogliono affrontare in maniera vera le ragioni del ritardo che caratterizza le regioni del mezzogiorno, occorre partire da questi dati di fatto dando vita a politiche efficaci e di giusto respiro, prevedendo procedure snelle, trasparenti e tempi certi». 
«Non ci soddisfa poter affermare che “noi lo avevamo detto e denunciato con forza, seppur in splendida solitudine” – conclude la nota del Direttivo di Confindustria Calabria – quello che serve è prenderne coscienza con dignità e senso di ruolo, recuperando il tempo perduto e le occasioni sprecate, per dare vita ad una nuova stagione di confronto ed attenzione con il Governo che sappia guardare oltre i luoghi comuni che limitano il tutto alle problematiche relative alla criminalità organizzata (che pure ci sono come nel resto del Paese) e curandosi in maniera esclusiva delle apparenze senza intervenire con forza sulle cause che, come testimonia la storia, sono essenzialmente di natura strutturale ed economica».
Monica Perri

Campania, fondi da Miur per imprese. Trombetti: siamo orgogliosi
Napoli, 7 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - Il ministero dell’Università e della Ricerca ha incrementato la dotazione economica a sostegno della ricerca industriale in Campania, in attuazione del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013. Le risorse aggiuntive stanziate per le imprese della regione sono pari a 535 milioni di euro e portano lo stanziamento complessivo a circa mille milioni di euro. L’iniziativa del Miur ha registrato in tutte le regioni dell’Obiettivo Convergenza la presentazione di 533 progetti per una domanda di investimento di circa 6.000 milioni di euro, di cui 252 in Campania per un valore economico di 2.400 milioni di euro. “La decisione del Miur di concerto con le Regioni, di mettere a disposizione risorse aggiuntive sul bando Pon Ricerca e Competitività, ci consente di soddisfare ancora più compiutamente la domanda di ricerca che proviene dal mondo delle imprese campane”, sottolinea l’assessore regionale alla Ricerca scientifica Guido Trombetti. “È motivo di orgoglio per tutti noi la leadership della Campania. La scelta condivisa da Ministero e Regioni di non distribuire le risorse per aree regionali ma di finanziare i progetti di maggiore qualità premierà la grande capacità progettuale del nostro territorio. Le risorse economiche aggiuntive assicureranno il sostegno a quei progetti di elevato profilo scientifico e tecnologico che altrimenti non potrebbero essere ammessi al cofinanziamento per l’esaurimento degli stanziamenti iniziali. Stimiamo che almeno il 60 per cento delle risorse aggiuntive saranno destinate a progetti realizzati in Campania e questo è per noi un grandissimo successo. Con gli ulteriori finanziamenti vengono premiate la qualità dei nostri progetti, della nostra ricerca ed anche l’intensa attività di animazione che l’assessorato ha portato avanti per la divulgazione degli strumenti”, ha aggiunto l'assessore.
(rep/com) 7 apr 2011 15:30

Napoli, Rispoli: parlamentari Napoli silenti su schiaffo di Tremonti
Napoli, 7 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - "La proposta del ministro Tremonti di concedere sgravi per chi investe a Milano, creando un regime fiscale di favore per la città lombarda in grado di attrarre le imprese di tutta europa rappresenta l'ennesimo schiaffo alla città di Napoli ed al mezzogiorno d'Italia. Schiaffo ricevuto nel disinteresse generale dei Deputati e Senatori, di centrodestra e di centrosinistra, eletti nella nostra città". Così Luigi Rispoli, presidente del Consiglio provinciale di Napoli. "Sono anni che ci si batte per consentire a Napoli di avere un regime fiscale di vantaggio o Zone franche urbane in particolare per Napoli Est e il centro storico e dopo anni di discussione, anche in parlamento, Napoli ancora una volta non rappresenta una priorità - ha aggiunto -. Favorire lo sviluppo, attrarre investitori nelle aree urbane consentendo un’attrazione e localizzazione di investimenti è la strada indispensabile per garantire un futuro di sviluppo per Napoli e per la sua provincia, anche nella prospettiva di creazione della città metropolitana. I nostri parlamentari dovrebbo riflette su questo e dare al mandato ricevuto un senso e una giustificazione".
(rep/com) 7 apr 2011 16:36

Fiat, a Melfi la telenovela della Fiom
“Ni” al nuovo sistema produttivo
Scontro fra i delegati della fabbrica e i vertici nazionali
Rinviato il taglio delle pause, ma il sindacato va in panne
ROMA - Un sindacato di lotta e di noia? A giudicare dagli ultimi fatti potrebbe essere questo il nuovo profilo della Fiom dopo il caso della vertenza sindacale della Fiat di Melfi. Una telenovela brasiliana più che una trattativa. Riassumiamo i fatti.

1) Giovedì 30 marzo i delegati Fiom della Fiat, coordinati dal responsabile auto dell'organizzazione Masini, firmano un'intesa strategica che prevede l'introduzione dall'11 aprile del nuovo sistema organizzativo (l'Ergo Uas) e, in cambio, il rinvio a gennaio 2012 della riduzione delle pause di 10 minuti. Nel frattempo gli esperti di Fiat e dei sindacati avrebbero avuto il tempo di verificare i carichi di lavoro degli operai.

Breve commento: come si vede non c'è alcun ultimatum, non c'è nessuno dei punti dell'armamentario di Marchionne (straordinari obbligatori, delegati solo per i sindacati che firmano l'accordo, etc.) che lo scorso inverno hanno fatto parlare la Fiom di un attacco Fiat alla Costituzione. Siamo in presenza di un accordo sindacale magari perfezionabile ma che più accordo sindacale di così non si può.

2) Venerdì mattina la Fiom, su pressione della segreteria nazionale, sospende la propria firma e chiede alcuni giorni per avviare un'ulteriore consultazione.

3) Martedì 5 aprile, dopo un giorno di riunione, i delegati e la segretereia nazionale Fiom fanno partire una lettera per la Fiat nella quale chiedono tre chiarimenti da aggiungere all'intesa.

4) Mercoledì 7 aprile Fiat risponde con una breve lettera: abbiamo già trattato a lungo ed esaminato tutti i problemi, non c'è nulla da aggiungere.

5) Giovedì 8 aprile: ennesima lunga giornata di trattative fra gli esponenti Fiom. Si firma, non si firma. Alla fine si decide che la Fiom farà quello che decideranno le assemblee dei lavoratori. Si segnalano a margine le fortissime pressioni della Cgil locale, favorevole all'accordo.

Che morale se ne trae? Secondo tutti gli osservatori, anche quelli non lontani dalla Fiom, è evidente che fra i metalmeccanici Cgil si è aperta una spaccatura profonda fra l'impostazione della segreteria nazionale e quella dei delegati che operano sul territorio. Questi ultimi devono governare la gestione delle fabbriche giorno per giorno e pagano un prezzo molto alto (i permessi sindacali sono stati tagliati) a una linea di contrapposizione frontale a Marchionne che intende stoppare qualunque mossa della Fiat.

Senza ricorrere a Pietro Nenni cui piaceva ripetere che i fatti hanno la testa dura, comunque più dura delle ideologie, resta da capire quale profilo assumerà la Fiom nelle prossime settimane. Perché di lotta si può vivere. Di noia no.

Fondi Fas, il timore di Lombardo
"Rischia di non essere rispettata la scadenza del 2012"
"Il governo due anni fa aveva fissato il 2012 come scadenza per l'erogazione dei fondi Fas, io temo che neanche questo termine potra' essere rispettata". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, a margine di una conferenza stampa convocata a Palazzo d'Orleans a Palermo, per fare il punto sulla spesa dei fondi strutturali europei.
"Stiamo cercando di riqualificare la spesa dei fondi comunitari, - ha detto inoltre Lombardo - che invece di disperdersi in mille rivoli e mille procedure che portano ritardi, puo' essere concentrata e spesa meglio. Il lavoro e' immane, perche' da qui a fine anno bisogna individuare gli strumenti che ci porteranno a spendere tutto".

Lombardo, conversando con i giornalisti al termine di una conferenza stampa convocata a Palermo con il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e il commissario europeo per le politiche regionali, Johaness Hahn, ha aggiunto: "Con la Giunta e i dirigenti giorno per giorno faremo il punto della situazione e con il ministro Fitto ci incontreremo nei prossimi 15 giorni, almeno in due riunioni per parlare dei vecchi fondi strutturali, dellle risorse liberate del vecchio Fas e della rimodulazione di questo Fas, che deve essere riprogrammato".

Sicilia. Hahn: “Impiegare bene e presto le risorse europee”
di Antonio Schembri  7 aprile 2011 -
Anche nel prossimo esercizio finanziario europeo la Sicilia potrebbe continuare a rientrare tra le regioni della cosiddetta ‘convergenza’, ossia l’obiettivo fissato dalla Ue per accelerare la cooperazione tra Stati membri e Regioni in ritardo di sviluppo, allo scopo di migliorare le condizioni di crescita e occupazione di queste ultime. Un ‘club’, si fa per dire, al quale partecipano le regioni con un Pil inferiore al 75% di quello europeo.

A questa prospettiva ha fatto riferimento il commissario europeo alle Politiche regionali, l’austriaco Johannes Hahn, che oggi pomeriggio, insieme al ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, ha incontrato a palazzo d’Orleans il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo per fare il punto sui ritardi nella spesa dei fondi strutturali dedicati alle regioni meridionali. “Siamo nel mezzo di un momento molto delicato sul fronte dell’utilizzo di questi fondi, perché se da una parte siamo giunti al quinto anno di un ciclo di spesa settennale (dal 2007 al 2013), dall’altra stiamo già discutendo per il quinquennio successivo, mentre, però, urge spendere le risorse già assegnate”. Un’operazione, questo il principale tra i messaggi lanciato alla regione, da attuare alla svelta.

In base alla tempistica fissata con il governo nazionale, entro il 31 dicembre la Sicilia deve riuscire a spendere 1miliardo e 400milioni di fondi comunitari. E, come ha sottolineato il ministro Fitto, già entro la fine di maggio, di questa spesa dovrà avere impegnato il 100% degli importi. Se ciò non avverrà, si dovrà procedere alla revoca di queste risorse.
Una situazione tutt’altro che semplice visto che, ha sottolineato il ministro, “in 3 anni sono stati spesi 500milioni, mentre ne restano da spendere 900 soltanto nei prossimi sette mesi”.
Un lasso di tempo ridottissimo, nel quale, però, quest’obiettivo dovrà convogliare, hanno sottolineato Fitto e Lombardo, il massimo del’impegno amministrativo. Si tratterà, in particolare, di rispettare anche un altro impegnativo step concordato tra Governo, regione siciliana e Unione Europea: quello di ottobre, mese entro il quale, ha specificato Fitto, “la Sicilia dovrà avere speso almeno il 70% dei suoi fondi strutturali. Solo se riusciamo a dimostrare di poter impiegare bene le risorse già a disposizione potremo rivendicarne di maggiori per il nuovo periodo di programmazione, dal 2013 al 2020”.

La visita del commissario Hahn e del ministro Fitto, giunti a Palermo dopo avere incontrato questa mattina il presidente della regione Puglia, Niky Vendola, “ serve a stringere maggiormente l’avviato rapporto di collaborazione tra Regione siciliana, ministero e Unione Europea per accelerare la spesa dei fondi strutturali finalizzandola su progetti di qualità, soprattutto quelli infrastrutturali, quali i collegamenti stradali e ferroviari tra Palermo, Catania e Messina, ma anche su opere che dovranno essere realizzate, come l’interporto di Termini Imerese”, ha detto Lombardo. E anche, ha sottolineato Hahn, “sulla formazione professionale, un settore strategico per innalzare il livello di competenza dei dipendenti di pubbliche amministrazioni e imprese”.

Gli investimenti nelle economie delle Regioni, ha concluso il commissario europeo“sono sempre più strategici per l’Europa. Lo dimostra il fatto che a questi viene ormai destinato circa un terzo del bilancio comunitario. Più che la quantità delle risorse assegnate, quindi, è indispensabile incrementare in termini di efficienza i metodi della loro gestione”.

Lombardo: “Più partiti regionali in uno federale”
di Raffaella Pessina
Il presidente della Regione torna a parlare di un partito del Sud. Nessuna alleanza stabile con centrodestra o centrosinistra. PALERMO - Tempi stretti per la approvazione del Bilancio del 2011 della Regione Siciliana e della Finanziaria. Nonostante il presidente dell’Ars Francesco Cascio abbia dichiarato che intende far approvare in Aula i documenti finanziari entro Pasqua, i giorni per affrontare il dibattito a Sala D’Ercole, soprattutto con le controversie fra maggioranza ed opposizione sono veramente pochi.

Tra l’altro il Governo sta ancora trattando con lo Stato sulla quota di compartecipazione alla spesa sanitaria (circa 650 milioni di euro), la richiesta dei fondi Fas (da utilizzare anche a copertura del debito sanitario) è sempre in stand-by e in cassa c’é un buco di circa un miliardo di euro.

Si devono poi aggiungere i debiti delle società pubbliche a totale o parziale partecipazione regionale e che devono essere coperti. Non per nulla in queste ultime settimane la commissione Bilancio dell’Ars ha affrontato le audizioni dei vertici delle partecipate per poi esitare il ddl sulla riorganizzazione di queste società che da tempo sono nell’occhio del ciclone proprio per i costi chela regione deve affrontare per mantenerle in vita. Ma tornando ai documenti finanziari, fino a ieri le relative carte non erano state depositate in Commissione. L’opposizione attende di conoscere attraverso il progetto di Bilancio quali azioni il Governo  intenda intraprendere per la Sicilia. I prossimi giorni, dal 12 al 21, potrebbero essere utili per varare la finanziaria. Se non la si approva entro il 31 si dovrà sciogliere l’Ars.

A proposito di Società partecipate l’opposizione interviene ancora una volta contro Sicilia E Servizi. Salvino Caputo, presidente della Commissione Attività Produttive ha presentato una interrogazione parlamentare ed un ordine del giorno per bloccare le assunzioni, sempre sotto forma di precariato, di Sicilia E Servizi, Arpa, assessorati alle attività produttive e Territorio e ambiente.

Inoltre già dal prossimo anno nelle scuole dell’Isola si potrebbero tenere lezioni sulla lingua e la cultura della Sicilia. La commissione Cultura dell’Ars ha infatti dato il via libera al disegno di legge denominato “Norme sull’insegnamento della storia della Sicilia e dell’identità siciliana nelle scuole”. Il testo, approvato all’unanimità, dovrà passare adesso all’esame dell’Aula. Nella redazione dei nuovi programmi, dunque, si dovrà tenere conto della storia, della letteratura e della lingua siciliana “dall’età antica sino ad oggi”. Il testo varato dalla commissione Cultura riunifica una serie di provvedimenti provenienti da vari deputati.
Sotto il profilo politico il governatore ritorna a parlare di un partito del sud sul suo blog.

“Un nuovo grande partito del popolo meridionale non può che essere un partito federale – scrive il governatore – cioè un partito che metta insieme e faccia convivere e collaborare partiti regionali dotati di piena autonomia ma che si danno una politica comune sulle scelte nazionali. Non vedo un’alleanza stabile con il centrodestra o il centrosinistra. Un’alleanza con l’uno o con l’altro schieramento è finalizzata agli obiettivi da raggiungere. È necessario – dice Lombardo - un organismo federale che coordini le politiche dei partiti regionali e poi è necessaria una militanza diversa. Immaginiamo questa costituente come una sorta di meccanismo delle primarie rovesciato. Chi sarà – conclude Lombardo -  il candidato alle elezioni politiche o a quelle regionali? Chi avrà acquisito più titoli e non chi vuole Lombardo o un gruppetto che seleziona la gente in funzione della fedeltà”.

Sicilia. Emergenza immigrati, la Regione candida Lampedusa “Zona franca per la legalità”
L’assessore alle Attività Produttive, Marco Venturi: “Creeremo anche una linea di garanzia sulle scoperture bancarie”. Annunciati altri provvedimenti, tra questi anche la riduzione del prezzo del gasolio. LAMPEDUSA - Una linea di garanzia sul credito per gli imprenditori lampedusani, l’inserimento, anche delle Pelagie, tra i territori che rientreranno nella ‘Zona franca per la legalità che comprende l’intero territorio della provincia di Caltanissetta e alcuni comuni dell’agrigentino e dell’ennese. E ancora: la proroga della scadenza del bando Fesr per la ricettività turistica, con una quota riservata solo a iniziative con sede nell’isola e l’immediata erogazione del contributo già stanziato dalla giunta per i pescatori. E infine l’inserimento nel prossimo bando per l’incremento delle aree artigianali di Cala Pisana.
Sono i provvedimenti annunciati ieri a Lampedusa dall’assessore regionale per le Attività Produttive, Marco Venturi, incontrando una delegazione di Federalberghi, dei commercianti, degli imprenditori e dei pescatori dell’Isola.

“Inseriremo in finanziaria una norma - ha spiegato Venturi - per creare una linea di garanzia per intervenire sulle scoperture bancarie e le aperture di credito, per tutte le attività produttive dell’isola. Proporrò al presidente della Regione Raffaele Lombardo e alla Giunta di governo, già stasera (ieri sera, ndr), di potere inserire anche Lampedusa tra i territori che rientreranno nella ‘Zona franca per la legalità, con facilitazioni per far crescere il tessuto imprenditoriale come la fiscalitàdi vantaggio, e per la quale abbiamo gia’ individuato risorse finanziarie pari a 50 milioni di euro”.

“L’obiettivo della zona franca per la legalità- ha continuato Venturi - è creare un’area in grado di attrarre investimenti sul territorio, incentivare la crescita, rilanciare il tessuto socio-economico che ricade al suo interno, contrastando, al contempo, ogni possibile forma di infiltrazione criminale nel mondo dell’economia, delle imprese e della società. Credo che, anche in considerazioni dei drammatici fatti di cronaca di questi giorni, che hanno comportato la disdetta delle prenotazioni turistiche mettendo seriamente a rischio l’intera stagione estiva, Lampedusa debba essere inserita in questo progetto”.
Venturi ha poi annunciato che nel bando Fesr da 125 milioni per le ristrutturazioni alberghiere, una quota dal 10 al 15 per cento, verrà destinata “a quelle proposte progettuali che provengono da Lampedusa, quale area di crisi”.

Per il settore della pesca, Venturi ha assicurato che i primi 400 mila euro già stanziati dalla giunta verranno erogati immediatamente, e i successivi 400 mila lo saranno dopo l’approvazione del bilancio regionale. Per quanto riguarda, infine, la riduzione del prezzo del gasolio, che assorbe una quota considerevole delle spese delle imprese di pesca, la richiesta è stata accolta dal ministro Prestigiacomo.

Lampedusa, primo volo di rimpatrio in Tunisia
Un volo con a bordo una trentina di immigrati tunisini e' partito dall'aeroporto di Lampedusa con destinazione Tunisi. La conferma all'ADNKRONOS arriva dal sindaco della piu' grande delle Pelagie, Dino De Rubeis. Si tratta del primo rimpatrio dopo la firma dell'accordo con il governo tunisino. Stanno invece per essere imbarcati sulla nave Flaminia i 1.070 migrtanti ancora presenti sull'isola.

Lampedusa. Paura per i rimpatri, disordini nel centro di accoglienza
di BlogSicilia 8 aprile 2011 -
La notizia del rimpatrio di trenta tunisini con precedenti penali ha fatto scattare a Lampedusa una violenta protesta. All’interno del Centro di accoglienza di contrada Imbriacola, infatti, la polizia è dovuta intervenire per mettere fine ai disordini causati da una settantina di tunisini dopo che era decollato il volo, ieri sera, dall’aeroporto di Lampedusa (il primo dopo gli accordi italo-tunisini) che riportava i pregiudicati tunisini in patria.

I connazionali ancora ospiti nel centro, appresa la notizia, hanno protestato animatamente.  Solo a tarda notte gli agenti sono riusciti a sedare la rivolta.
Fol

Tornano i roghi di cassonetti nel palermitano
oggi, 08 aprile 2011 08:36
Tornano i roghi di cassonetti nel palermitano, dove per la seconda notte consecutiva i vigili del fuoco sono dovuti entrare in azione per domare le fiamme. A causa dei disservizi nella raccolta dell'immondizia nei comuni serviti dal Coinres, infatti, acuni cittadini hanno appiccato gli incendi ai cassonetti per i rifiuti a Carini, Capaci, Borgetto, Partinico, Terrasini e Montelepre. Situazioni critiche anche nel messinese e ad Agrigento, dove ieri il sindaco Marco Zambuto ha chiesto aiuto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al governatore siciliano, Raffaele Lombardo, invocando l'intervento dell'esercito per ripulire le strade cittadini invase dalla spazzatura.

Catanzaro. «Agghiaccianti le cifre sul deficit del Pugliese»
Venerdì 08 Aprile 2011 06:41 Redazione desk
Domenico Tallini
CATANZARO - «Le agghiaccianti cifre sul deficit accumulato dall’Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" durante la gestione del commissario straordinario dr. Enzo Ciconte, attuale consigliere regionale di centrosinistra, confermano quanto da me sostenuto negli anni scorsi e vale a dire che l’ospedale non era una fabbrica della salute, ma solo una fabbrica di potere e voti» si legge in una nota di On. Domenico Tallini, assessore regionale e capogruppo PdL Comune di Catanzaro. «Il dottor Ciconte ha potuto costruirsi la sua personale campagna elettorale a spese dei contribuenti, facendo lievitare di 16 milioni di euro la spesa nel 2009 e portando i debiti dell’Azienda a 140 milioni di euro, con un uso disinvolto delle risorse. Dai documenti emerge una crescita anomala e abnorme dei costi di produzione e degli acquisti di beni, come prodotti farmaceutici, ossigeno, presidi chirurgici, guardaroba, supporti meccanografici, ma anche un aumento del costo delle consulenze sanitarie - continua -. Un autentico disastro che la Corte dei Conti, dopo la bocciatura del bilancio 2009 da parte del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, farà bene ad esaminare dettagliatamente per individuare eventuali responsabilità gestionali. I calabresi sanno ora chi devono ringraziare per lo sfascio della sanità e per la voragine di debiti accumulata dal sistema sanitario regionale durante la gestione del centrosinistra. Il candidato a sindaco del centrosinistra - conclude - novello moralizzatore della politica nostrana, dovrebbe solo arrossire di vergogna per essere ufficial

Taranto rivuole la «Persefone Gaia»
di MARCELLO COMETTI 
TARANTO - Un nuovo tentativo per cercare di riportare a Taranto, quantomeno sotto forma di prestito temporaneo, la magnifica statua della Persefone Gaia, o dea in trono. Il manufatto in marmo, risalente al quinto secolo a.C. e scomparso da Taranto un secolo fa secondo gli studi del professore Vittorio Del Piano, si trova in pianta stabile al Museo Pergamon di Berlino.

E oggi è proprio Del Piano a tornare alla carica, indirizzando una lettera al nuovo ministro della Cultura, Gianfranco Galan, e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma Del Piano ha anche coinvolto il Comune di Taranto, proponendo al Sindaco Stefàno di farsi portavoce e capofila di una richiesta ufficiale al sindaco di Berlino e al Cancelliere tedesco, Angela Merkel, proponendo un prestito temporaneo di nostre opere archeologiche significative (anfore e altri reperti e oggetti, esposti o comunque detenuti dal nostro Museo Archeologico Nazionale) per ottenere in cambio la Persefone. Insomma, uno scambio alla pari.

Inoltre, secondo Del Piano, «occorrerebbe arricchire l'accordo con una particolare altra serie valida di operazioni artistiche, culturali ed economiche con un buon ciclo di "conferenze", "convegni", “mostre tematiche" del nostro patrimonio artistico con pubblicazioni studiate e dedicate (es. al "Romanico pugliese", al "Barocco Martinese e Leccese", alla nostra bella «Città Antica») e va posta molta attenzione ai dintorni paesaggistici lungo la storica «Antica Via Appia» per poter far leggere l’antica civiltà della terra dei “Messapi", della nostra “Grecìa”, dei "Peucezi”, i nobili e interessanti “Castelli Medioevali” e inoltre quelli ricchi di storia di «Federico II di Svevia».

E senza trascurare le nostre tradizioni popolari - i Miti e i Riti - tra le bellezze della «natura-cultura» del territorio, del sole, del mare e la luce delle architetture dei centri storici, con un pacchetto turistico del patrimonio della nostra “tradizione culinaria e della ospitalità del Mezzogiorno” dove la Persefone fu scolpita dallo "scultore tarantino” della Magna Grecia e dove la nostra Dea in trono di Taranto fu venerata».

Non è la prima volta, in verità, che l’argomento-Persefone viene affrontato. All’atto dell’inaugurazione del ristrutturato Museo Archeologico, l’allora Ministro Rutelli dette per certa l’operazione-prestito con la Germania. Nel 2008, addirittura, si ebbe notizia dell’interessamento della Regione Puglia e in particolare dell’assessore al Turismo, Massimo Ostillio, il quale mise a punto un accordo preliminare fra i ministeri ai Beni culturali e agli Affari esteri di Germania e Italia per riportare a Taranto, in prestito per tre mesi, l’importante reperto. Ma di quell’accordo si persero poi completamente le tracce.

Nel maggio del 2010 i parlamentari del Pd Vico, D’Alema e Madia indirizzarono un’interrogazione all’ex ministro Bondi. Nel testo, si ricordava lo «scempio sistematico» subìto nel periodo fra le due guerre mondiali dal nostro patrimonio storico artistico. Ma anche questa iniziativa cadde nel vuoto. Sarà ora la volta buona per un ritorno a casa - ancorchè provvisorio - della bella dea dagli enigmatici occhi?

Cagliari, i tunisini attendono i permessi.
In città scatta l'operazione solidarietà
Seconda notte nel centro di accoglienza di viale Elmas per i 700 tunisini sbarcati a Cagliari mercoledì pomeriggio. Dopo la firma del decreto che consentirà ai migranti di poter disporre del permesso di soggiorno temporaneo, gli ospiti attendono l'espletamento delle formalità burocratiche per il rilascio del documento.

Ieri sera diversi gruppi di tunisini sono stati visti in giro per le strade nel vicino quartiere di Sant'Avendrace, ma poi tutti sono tornati nel Centro ed hanno trascorso la notte nelle camerate allestite nel deposito dell'Aeronautica.

SOLIDARIETA' Continua, intanto, la gara di solidarietà dei cagliaritani: a dare il via erano stati ieri alcuni cittadini arrivati in viale Elmas con buste piene di generi alimentari e bevande. Ora la macchina della solidarietà si è messa in moto e sta coinvolgendo anche sindacati e associazioni di volontariato. Oggi in mattinata anche la visita di una delegazione di parlamentari sardi del Pd per verificare le condizioni nella struttura a due passi dal popoloso quartiere di Sant'Avendrace.

Santa Maria Capua Vetere, nel campo profughi rissa, tensioni e nuove fughe
Zuffa per una fila non rispettata e altri tentativi di fuga: uno dei fuggitivi, ferito, è stato trasportato in ospedale
CASERTA — Nuovo tentativo di fuga dalla tendopoli allestita nella caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere da parte di due immigrati ospiti della struttura dove da qualche giorno risiedono un migliaio di profughi per lo più tunisini. A rintracciarli, poco dopo, sono stati gli agenti del locale commissariato che hanno accompagnato uno dei tunisini all’ospedale di Piedimonte Matese a causa di alcuni tagli e fratture ai polsi e alla caviglia. I due immigrati erano riusciti a scavalcare il muro di cinta dell’ex struttura militare alto circa cinque metri e protetto da cocci di vetro ma sono stati bloccati dal servizio di vigilanza esterno delle forze dell'ordine.

SUI COCCI DI VETRO CON LE COPERTE - Per scavalcare il muro, i due si sono serviti delle brandine in ferro messe una sull’altra e hanno cercato di proteggersi coprendo i cocci di vetro con le asciugamani e coperte consegnate l’altro giorno corredo di tutte le tende. Dopo una sera di tensioni ieri, giovedì, è stata tranquilla la mattinata trascorsa nel campo-caserma dove stanno proseguendo i controlli sui mille immigrati giunti lunedì e mercoledì scorso da Lampedusa.

LE SIGARETTE E LA RISSA - Particolarmente avvertita tra gli ospiti fumatori, l’esigenza di poter disporre di sigarette. Un centinaio di stecche offerte dalla Caritas diocesana di Capua, insieme con scarpe, altri indumenti e generi di prima necessità, non hanno risolto il problema e le loro esigenze. Due minori, infine, dopo l'accertamento della loro identità, sono stati affidati ai servizi sociali del comune di Santa Maria Capua Vetere. Mercoledì sera, si è verificata anche una rissa, prontamente sedata, scoppiata tra alcuni extracomunitari durante la distribuzione della cena per il mancato rispetto della fila, e il tentativo di fuga da parte di due giovani.
Giorgio Santamaria

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