sabato 28 maggio 2011

Proteste a Foggia rabbia nei quartieri sommersi dai rifiuti



FOGGIA - Occorre fare qualcosa perché a quasi due settimane dall’esplosione dell’emergenza per via dei mezzi in avaria la situazione ambientale in alcune zone di Foggia è a dir poco indecorosa. Le proteste più vibranti arrivano da alcuni quartieri periferici e soprattutto dal «villaggio artigiani» dove la produzione di rifiuti, soprattutto cartoni ed imballaggi di plastica, non viene assolutamente tenuta sotto controllo dall’Amica che, a questo punto, è letteralmente incapace di monitorare le aree urbane.
Si continua a lavorare con i «compattatori» che svuotano i cassonetti dei rifiuti indifferenziati, ma quel che resta dopo lo scarico meccanico dei cassonetti non viene raccolto perché manca appunto la raccolta manuale che si rende necessaria in alcune circostanze.

Situazione davvero incresciosa per quel che riguarda la raccolta differenziata. La città è sommersa da rifiuti di ogni genere, plastica, cartoni, vetro (anche se molto campane dopo mesi di attesa sono state effettivamente svuotate) ed anche in questo caso occorre mettere mano all’organizzazione perché le aree più sporche sono paradossalmente quelle dove i cittadini sono più virtuosi: insomma, più differenzi e più vieni penalizzato perché i contenitori sono pochi e soprattutto di piccole dimensioni e di conseguenza si riempiono in poco tempo. Certo che sarebbe interessante sapere come è stato possibile, ad esempio, acquistare i contenitori «bianchi», quelli per la carta e il cartone, piccoli che più piccoli non si può a fronte di materiali ingombranti come appunto i contenitori in cartone.

Altre situazioni di emergenza vengono segnalati dal rione della Macchia Gialla ma anche in alcune vie del centro. Molti cittadini hanno inoltre chiesto che l’Amica adotti un piano di spazzamento straordinario delle strade, in centro ed in periferia, che versano in condizioni indecorose. Altre emergenze con cumuli di immondizia vengono come sempre segnalati lungo gli ingressi «urbani» e poi lungo la tangenziale dove si scarica «monnezza» nella più totale impunità.

L’emergenza rifiuti deve fare i conti con l’altra faccia della medaglia che è la situazione dell’ex municipalizzata Amica: l’azienda deve fare i conti con un parco macchine vetusto ed insufficiente, il personale lavora senza indumenti adeguati, le spazzatrici automatiche sono praticamente ferme perché in avaria. E’ evidente che da questo punto di vista ci sono difficoltà oggettive, ma è altrettanto possibile organizzare meglio il servizio visto che l’azienda conta su oltre 250 dipendenti e che con il fallimento della Daunia ambiente ci sono almeno altre cento persone che potrebbero lavorare per ripulire a fondo la città. Il Comune, dal canto suo, sta preparando la nuova delibera per «alleggerire» Amica di tutta una serie di servizi che vengono effettuati senza corrispettivo e che in ogni caso non fanno parte del «core business» dell’azienda che deve occuparsi solo di raccolta dei rifiuti.


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