martedì 14 giugno 2011

Federali.Speciale_Napoli_14.6.11. Azionista di riferimento nel mercato elettorale del Mezzogiorno: piena zeppa di geniali artigiani commercianti e fabbriche. Un fatturato export da capogiro. Napoli: lido dorato, ameno rifugio per cazzari monnezzari e trombati, retorici roccoco’ e cotonati, figli di zoccola e pure di mamma’. Cos’hanno in comune queste antropologie? Sguazzavano felici nel mercato del ricatto elettorale: belli di mamma’! Oggi sono perdenti a vista, il volto e’ inguardabile, il makeup s’e’ squagliato: patetici sul mercato della competizione economica, pietosi al tavolo del federalismo padano. Scetatevi deleteri, fate una cosa buona nella vostra inutile vita del cazzo: dimettetevi per manifesta incapacita’ tecnica. E tornate da mamma’. Ca tinit’ pure e’ corn.

Napoli infelix:
Parco del Vesuvio, ancora rifiuti speciali
Napoli. Caldoro: «Fincantieri, il mercato c'è»
Mario Martone: con de Magistris ritorna la speranza, non l'euforia
Campania, Consiglio approva documento Fincantieri
Campania, in una famiglia su cinque non c'è un reddito da lavoro


Parco del Vesuvio, ancora rifiuti speciali
Sette persone arrestate. La Guardia di Finanza di Napoli ne ha sequestrato 41 tonnellate stoccate in un'area
NAPOLI – Nel Parco Nazionale del Vesuvio continuano gli sversamenti in discariche abusive di rifiuti speciali. La Guardia di Finanza di Napoli ne ha sequestrato 41 tonnellate stoccate in un’area di 3mila metri quadrati. Sette le persone arrestate accusate anche di aver smaltito decine di tonnellate di rifiuti, non speciali, nelle fogne cittadine di Napoli. I militari su ordine della Procura della Repubblica del capoluogo partenopeo hanno sequestrato beni per 4 milioni di euro, tra cui 9 automezzi utilizzati per il trasporti degli scarti, e accertato profitti stimati intorno ai 10 milioni di euro.

ERCOLANO, AMIANTO LUNGO LA STRADA – Le guardie ambientali, volontari dell’Aeop, di Ercolano hanno scoperto in via Viulo, nella zona bassa del Vesuvio, una discarica a cielo aperto dove oltre a rifiuti di ogni genere c’era anche dell’amianto depositato agli argini della strada, a poca distanza da alcuni campi coltivati a pomodori. Nel corso dei controlli, i volontari hanno elevato anche i primi verbali di accertamento, per irregolarità nel deposito di rifiuti effettuati al di fuori degli orari consentiti.
Fr. Par.

Napoli. Caldoro: «Fincantieri, il mercato c'è»
Il sindaco Bobbio: spiragli positivi
«Per le commesse al cantiere ci stiamo attivando a patto che si verifichino determinate condizioni»
NAPOLI - La vertenza Fincantieri è legata in gran parte al mercato: se ci sono le commesse per costruire navi il cantiere può sopravvivere, e su quest'assunto, il governatore Stefano Caldoro ha concentrato il nocciolo della sua relazione in Consiglio regionale: «Il mercato c’è e, anche se non posso scendere nei particolari, stiamo riscontrando una disponibilità reale di commesse potenziali a patto che si verifichino determinate condizioni. Ci stiamo attivando, inoltre, anche per rafforzare la commessa pubblica con la Difesa per andare al di là dei due pattugliatori già previsti». Un passaggio è dedicato anche ad un piano di ammodernamento e di rilancio attraverso la realizzazione del bacino di costruzione.

SEDUTA MONOTEMATICA - Stamane l'assemblea regionale ha dedicato una seduta monotematica alla vertenza, che, ricordiamolo, ha subito una sterzata con il ritiro del piano da parte dell'ad Giuseppe Bono dopo la rivolta degli operai di Castellammare e di Genova nelle settimane precedenti. Caldoro ha anche ricordato i fattori della crisi che sono legati in parte al crollo delle commesse stimate attorno al 50% e per il resto alle condizioni avverse di un mercato sempre più globalizzato dove i margini di guadagno sono minimi.

«NAPOLITANO PREOCCUPATO» - «Ma ogni investimento pubblico - ha ricordato - oggi non può prescindere dal rapporto costi-benefici». Infine Caldoro ha riferito del colloquio avuto ieri con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla vertenza: «Il Presidente è preoccupato - ha detto - per le sorti di un cantiere di grande tradizione per Castellammare e tutto il Mezzogiorno. Il suo interesse per la vicenda - ha concluso - ci sarà di grande sostegno».

BOBBIO - «Prendo atto, con grande soddisfazione, nel susseguirsi degli eventi positivi di queste ultime ore, che il grande, assiduo e a volte silenzioso lavoro che da mesi sto svolgendo nella qualità di sindaco di Castellammare di Stabia, nonché di responsabile unico del contratto d’area, al fine prima di cancellare dall’agenda dei lavori la parola ‘chiusura’ del cantiere e poi di restituire al cantiere stesso e alla città un futuro di lavoro, sta finalmente riscontrando sostegno e condivisione da parte dei massimi livelli istituzionali».
Al. Ch.

Mario Martone: con de Magistris ritorna la speranza, non l'euforia
Demarco (che aveva scritto ): «E lei ricorda 'I vesuviani' con l'ascesa di Bassolino?»
NAPOLI - Botta e risposta tra il regista Mario Martone e il direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco che qualche giorno fa si era interrogato sull'euforia post-demagistrisiana in un articolo intitolato«Da Gomorra a Edenlandia»
LA LETTERA DI MARIO MARTONE - Il regista scrive: «Caro direttore, tornando da New York mi è capitato di leggere per caso su Internet un suo commento pubblicato alcuni giorni fa, intitolato Da Gomorra Edenlandia, alle note che mi erano state chieste dall'Espresso dopo l'elezione a sindaco di de Magistris. Come sa vivo a Roma, dunque non so se giornale da lei diretto si sia schierato in campagna elettorale, ed eventualmente per chi. Dal tono di questo suo pezzo immagino che l’esito del voto non l’abbia entusiasmata e io non posso che rispettare le sue opinioni. Le raccomando però, in una prossima occasione, di estrapolare le mie frasi senza alterarne il contesto. Quando mi fa dire: «ieri Napoli era una matassa di colpe e complicità» , oggi è «un luogo incantato» , io passo per cretino agli occhi dei lettori del suo giornale, i quali, se potessero leggere quanto ho scritto realmente, vedrebbero che il luogo incantato di cui parlavo non era affatto la Napoli di oggi, bensì il centro sociale dei Banchi Nuovi di sette mesi fa in una serata in cui tutto sembrava lontano dalla matassa di colpe e complicità» con cui destra e sinistra hanno avvelenato Napoli negli ultimi anni (la Napoli perduta» che lei mi rimprovera di aver dimenticato). Similmente, quando mi fa dire che «ora Napoli è capace di sperimentare e innovare» , il lettore mi troverebbe un po’ meno ingenuo se potesse leggere con i suoi occhi che la frase si limitava a un auspicio, peraltro molto circoscritto, quello relativo alla politica culturale della prossima giunta, che ci si augura più attenta a chi è capace di sperimentare e innovare».

«IL RITORNO DELLA SPERANZA» - E Martone continua: «Tale auspicio conteneva, mi pare con garbo, una critica nei confronti delle più recenti scelte in materia di politica culturale delle amministrazioni napoletane. Nel mio pezzo, sempre per corretta informazione dei suoi lettori, faccio riferimento all’«enorme responsabilità» che ha assunto la città con questa elezione: dunque, nessuna euforia fuori luogo. Io non so affatto cosa accadrà con de Magistris, non lo conosco e starò a vedere come noi tutti. Ma una cosa ce la potremmo augurare davvero da napoletani: che finisca l’era dei colpi bassi e dell’uso strumentale delle ragioni di chi la pensa diversamente da sé. Il punto è che nessuno immaginava sei mesi fa l’elezione di de Magistris, e poiché la sorpresa porta speranza, è al ritorno della speranza in una città che sembrava averla persa che si deve il mio entusiasmo; ma ogni persona seria sa quanto sarà difficile il compito del nuovo sindaco. Chi ha calcoli politici avrà buon gioco a tirare al bersaglio, chi non ce li ha, come un regista o un giornalista, e come tante persone della cosiddetta società civile, una volta e per tutte, e per amore di Napoli, stiano correttamente ai fatti».

LA RISPOSTA DI DEMARCO - Caro Martone, confesso di essere stato raramente tanto in imbarazzo. A me dispiace, per la stima che nutro nei suoi confronti, che a rileggersi nelle mie righe, lei abbia avvertito la sgradevole sensazione di cui parla. Eppure, non credo affatto di aver forzato il suo pensiero. Del resto, mai come in questo caso ho usato tutte le precauzioni per evitare possibili equivoci. Per distinguere, come lei dice, i fatti dalle mie opinioni, ho addirittura graficamente separato il suo articolo, di cui ho riportato ampi stralci, dal mio commento. Ed è lei, a me pare, che prima distingue la parte (il centro sociale come luogo di incanto) dal tutto (la città come «matassa di colpe e complicità»), e poi nega questa distinzione. «Mi sbagliavo», dice, perché «con l’elezione di de Magistris è stata la maggioranza dei napoletani a rivoltarsi contro quella matassa». E allora: è stato lei a ingenerare l’equivoco, o io a vederlo lì dove non c’era? In ogni caso, mi consola ora il fatto che nella sua replica lei attribuisce a se stesso «nessuna euforia fuori luogo» e a me «uno scarso entusiasmo».

CARO MARTONE, RICORDI «I VESUVIANI»? - E Demarco aggiunge: «Ne deduco che non siamo poi così distanti. Su un punto, però, mi permetta di insistere: perché ogni volta che si tenta di aprire una discussione franca su Napoli bisogna sentirsi accusare di manipolazione delle idee altrui? Lei sa bene quanto sia difficile capirsi. Ricorda quell’episodio del film I vesuviani in cui lei tratteggiava un sindaco che saliva lento e pensoso verso la cima del vulcano? Ebbene, dopo tanti anni ancora si discute se quello era un esagerato omaggio al Bassolino neoeletto o una metafora con «nessuna euforia». Molti l’hanno inteso, quell’episodio, nel primo senso. Lei ogni volta si ribella e propone, invece, la sua diversa interpretazione. Il suo recente articolo su Napoli credo contenga la stessa dose di ambiguità. Ed è un’ambiguità, come spiegavo nel mio articolo, tipica di una cultura che passa troppo disinvoltamente dall’apocalisse all’euforia del «nuovo inizio». Da «Gomorra» ai «luoghi incantati».
Redazione online

Campania, Consiglio approva documento Fincantieri
Il governatore Caldoro: "Ci sono le condizioni per ripartire. Napolitano preoccupato per Castellammare e intero Mezzogiorno"
Napoli, 14 giu (Il Velino/Il Velino Campania) - La vicenda della crisi di Fincantieri è stata al centro del dibattito in Consiglio regionale della Campania, presieduto da Paolo Romano, con l'intervento del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, di diversi consiglieri regionali e l'approvazione, a maggioranza (si sono astenuti i consiglieri dei Popolari per il Sud, Ugo De Flaviis e Sandra Lonardo, “perché - ha spiegato il capogruppo - la vicenda Fincantieri è il simbolo della grave disattenzione del Governo nazionale rispetto alle problematiche del nostro territorio”) di un Ordine del Giorno, promosso, inizialmente, dai consiglieri Luciano Schifone e Domenico De Siano, e, successivamente, arricchito a seguito del dibattito consiliare e firmato dai capigruppo consiliari, che ribadisce l'importanza strategica del cantiere navale di Castellammare di Stabia nel panorama del sistema produttivo regionale. L'ordine del giorno chiede al Governo nazionale il varo di un piano di commesse, a partire dall'assegnazione dei due pattugliatori già annunciati e un pacchetto di incentivi per spingere gli armatori privati a costruire navi in Italia; impegna la giunta regionale, nel quadro delle infrastrutture necessarie, a concorrere al finanziamento del bacino di costruzione funzionale a garantire la continuità per la costruzione delle navi oggetto delle nuove commesse; prevede un adeguato piano di investimenti in ricerca e formazione per aumentare la competitività del cantiere stabiese; impegna il Presidente della Giunta regionale a sostenere nelle sedi competenti il varo di misure europee per avviare il cd. Processo di rottamazione delle navi, a richiedere la convocazione del tavolo nazionale preannunciato dal ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani e a predisporre ogni provvedimento utile ad assicurare con tempestività, attraverso gli ammortizzatori sociali, il sostegno ai lavoratori e alle famiglie. Nel suo intervento, il presidente Caldoro ha ricordato che “Fincantieri è una delle unità prevalenti, dopo la Fiat e l'Alenia è l'azienda più forte, se consideriamo tutto l'indotto che copre l'intera area, c'è anche il tema di una grande storia, tradizione, della cantieristica meridionale che ha visto Fincantieri essere un'eccellenza europea e mondiale” - ha sottolineato il presidente Caldoro evidenziando che “dobbiamo confrontarci su come affrontare, come Paese e come Europa, il tema della crisi del settore che vive un doppio fattore: il primo è il crollo delle commesse che si aggira intorno al 50 per cento; il secondo fattore di crisi è legato alle condizioni di mercato”. Per Caldoro “vanno intraprese iniziative europee, iniziative nazionali e di carattere locale per intervenire su questi fattori di crisi, mettendo in campo diverse misure di sostegno, a cominciare dalla misura europea attualmente in essere che prevede un aiuto agli armatori per la costruzione delle navi, e le politiche degli incentivi, di agevolazione fiscale contributi sul lavoro, sul prodotto, tante iniziative che possono essere messe in campo, sulla parte di incentivi o di aree sostenute dal punto di vista della competitività e del sostegno economico. Questa è una questione nazionale - ha sottolineato il governatore della Campania - non locale e richiede un mix di intervento nazionale e regionale”.

 “Il mercato c'è - ha detto Caldoro - e, anche se non posso scendere nei particolari, stiamo riscontrando una disponibilità reale di commesse potenziali a patto che si verifichino determinate condizioni. Ci stiamo attivando, inoltre, anche per rafforzare la commessa pubblica con la Difesa per andare al di là dei due pattugliatori già previsti”. Caldoro ha parlato anche di un piano di ammodernamento e di rilancio che passi attraverso la realizzazione del bacino, ma - ha evidenziato - ogni investimento pubblico - ha ricordato - oggi non può prescindere dal rapporto costi-benefici”. Infine Caldoro ha riferito del colloquio avuto ieri con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla vertenza: “Il Presidente è preoccupato per le sorti di un cantiere di grande tradizione per Castellammare e tutto il Mezzogiorno. Il suo interesse per la vicenda - ha concluso - ci sarà di grande sostegno”. “La crisi di Fincantieri solleva un problema ancora più ampio, quello della cantieristica navale nel mondo e, particolarmente, nel nostro Paese” - ha sottolineato il presidente della IV Commissione, Domenico De Siano, per il quale "va creata la filiera del sistema portuale e di tutte le attività legate al mare affinché si creino le condizioni per il rilancio del settore”. L'esponente del PdL ha anche annunciato la presentazione di ordine del giorno che impegna il governo regionale a costituire un tavolo di confronto su queste problematiche con tutte le parti coinvolte e superando le distanze tra maggioranza e minoranza e per convergere tutti verso il rilancio dell'importante settore fondamentale per la tutela dei livelli occupazioni in Campania. Sullo stesso tema il collega di partito Luciano Schifone per il quale “l'impegno del Consiglio regionale e della intera Regione deve essere volto a rimarcare l'importanza strategica dei cantieri di Castellammare di Stabia ai fini del rilancio industriale di quel territorio e di tutta la Campania, nell'ottica di politiche di governo, nazionale e regionale, finalizzate a dare slancio all'economia delle Regioni del Mezzogiorno”.

 “Il Presidente Napolitano ha incontrato i lavoratori di Fincantieri compiendo un gesto di grande forza e significato richiamando l'attenzione di tutti verso i problemi del mondo del lavoro e dell'occupazione nel Sud Italia" - ha evidenziato il consigliere del Pd, Antonio Marciano che ha aggiunto: “questo Consiglio regionale, mesi fa, ha chiesto al Governo di garantire le necessarie commesse a Fincantieri e alla Regione di aprire un tavolo di confronto sul futuro dell'azienda di Castellammare di Stabia, ma tutto il nostro lavoro è divenuto carta straccia perché nulla di tutto ciò è stato attuato dal Governo nazionale e regionale. Solo grazie ai lavoratori, che hanno messo in campo una grande mobilitazione sociale e popolare, il futuro di Fincantieri di Castellammare di Stabia è ancora in discussione perché essi indotto l'azienda al ritiro del piano industriale, riuscendo in quanto Governo nazionale e regionale hanno fallito” - ha proseguito Marciano - per il quale l'ordine del giorno che il Consiglio dovrà approvare “dovrà contenere indicazioni precise a cominciare dal fatto che il cantiere di Castellammare di Stabia è una realtà produttiva irrinunciabile e mettendo in campo un nuovo piano industriale che orienti commesse e investimenti in Campania”. “Tante altre realtà produttive e settori in crisi aspettano risposte - ha concluso Marciano - realtà alle quali questa Regione e questo Consiglio devono dare risposte rilanciando l'attenzione nei confronti del mondo del lavoro, dei lavoratori e delle imprese”. “La crisi dell'industria navale è molto ampia e investe l'intera Europa - ha ricordato il capogruppo di Noi Sud, Sergio Nappi, - per questo è necessario recuperare commesse per rilanciare Fincantieri. La Banca Europea degli Investimenti ha già focalizzato questo settore che è uno dei tanti settori di crisi del nostro territorio che subisce una fase di grave stagnazione. Il rilancio del settore industriale deve essere il centro della politica di governo regionale - ha sottolineato Nappi - e deve essere l'obiettivo fondamentale per il rilancio dell'azione di Governo”. “Il Governo nazionale deve impegnarsi senza demagogia per il futuro di Fincantieri - ha sottolineato il capogruppo del Pse, Gennaro Oliviero, che ha aggiunto: ritirato il piano industriale, occorre dare vero slancio al settore e al tavolo tecnico per la cantieristica recuperando il tempo perduto per Castellammare di Stabia e per l'area torrese stabiese rilanciando la produzione industriale in Campania”. Il parere del capogruppo dell'Udc, Luigi Cobellis, “per il rilancio del settore della cantieristica occorre un impegno determinato del Governo, come è avvenuto in altri Pesi europei. In Italia deve avvenire altrettanto puntando all'obiettivo primario del rilancio del settore e della salvaguardia di Fincantieri di Castellammare di Stabia, dei suoi livelli occupazionali, compreso l'indotto”. “I lavoratori di Castellammare di Stabia hanno riposto tanta speranza in questa seduta di Consiglio regionale ma questa assemblea non può limitarsi alle parole, occorrono fatti per far fronte alla crisi industriale nella nostra regione” - ha evidenziato la consigliere di IdV Anita Sala - ; purtroppo la politica conta poco di fronte alle politiche industriali dettate dalle lobbies - ha proseguito Sala - ma occorre fare fronte comune per resistere alle pressioni che provengono dai mercati globali e mettere in sinergia tutte le risorse, comunitarie, nazionali e regionali per rilanciare la cantieristica”. “Fincantieri è il antico cantiere di Italia ed è il simbolo di una delle più gravi distrazioni del Governo nazionale nei confronti del Sud - ha sottolineato il capogruppo dei Popolari per il Sud, Ugo De Flaviis - il nostro gruppo - ha sottolineato - non firmerà alcun documento di maggioranza se il Governo non intraprenderà veramente un'azione politica favorevole per il nostro territorio. Se ciò non avverrà, i problemi della Campania non potranno che crescere”. De Flaviis ha anche sottolineato che i parlamentari della Campania non hanno fatto sentire alcun peso rispetto alla vicenda Fincantieri e rispetto alle tantissime problematiche del nostro territorio. “Fincantieri è una realtà fondamentale per la Campania e per il territorio di Castellammare di Stabia - ha sottolineato il consigliere del gruppo Caldoro-presidente, Angelo Marino - che ha annunciato “grande impegno di Forza del Sud per il rilancio dei cantieri navali e per la difesa del territorio”.
(rep/red) 14 giu 2011 14:46

Campania, in una famiglia su cinque non c'è un reddito da lavoro
Il pil della regione è diminuito dello 0,6% e di 5 volte nell'ultimo decennio, l'occupazione è scesa sotto il 40%
NAPOLI - Il quadro è fosco. Se non si interviene subito, la Campania rischia di diventare (ancora di più) un cimitero industriale, una regione senza lavoro. La fotografia scattata da Bankitalia è questa: pil (il prodotto interno lordo, la ricchezza della regione) che diminuisce dello 0,6%, il tasso di occupazione che scende sotto il 40%, investimenti nel settore industriale che continuano a diminuire.

IL FALCIDIATO - E, a dimostrazione che negli ultimi anni non eravamo affattoalle prese con una regione che si muoveva, ma con un territorio che arrancava fortemente e perdeva colpi, c'è un'altra cifra che spaventa: negli ultimi dieci anni, il pil regionale è diminuito 5 volte. A prezzi costanti, fanno sapere gli esperti, si è verificata una perdita costante. Così mentre nel 2007 il pil era di 81 miliardi di euro, nel 2008 si è passati a 78 miliardi, nel 2009 erano 74,6 miliardi ed è diminuito ancora nello scorso anno fermandosi a 74miliardi.

OCCUPAZIONE - A pagare di più sono, come al solito, i lavoratori e i giovani in cerca di occupazione. In Campania, fanno sapere, ci sono 2,1 milioni di famiglie. Considerando solo quelle dove ci sono persone in età da lavoro, in regione ci sono 415mila famiglie nelle quali nemmeno un componente ha un lavoro. Queste famiglie costituiscono il 27%. I dati della Banca d’Italia confermano anche che tra i giovani di età compresa tea i 15 e i 34 anni ben 620mila persone non studiano nè lavorano. Le ombre investono anche il settore industriale, da un confronto tra i, biennio 1995-1997 e 2005-2007 (e cioè prima della crisi), il report ha registrato un calo negli investimenti del 17%, a fronte, invece, di un +11% delle altre regioni.

EXPORT E TURISMO - Non è tutto nero, esistono anche punti di forza. Va forte la Campania nel settore dell’export. Salerno, ad esempio, è la prima tra le province italiane le esportazione di frutta e ortaggi; Napoli terza per la pasta e pezzi di aeromobili. A detta degli esperti, la Campania dovrebbe puntare di più sul turismo. «Se in Campania si pensasse a uno sviluppo simile a quello del Lazio, Lombardia o Veneto - ha sottolineato Giovanni Iuzzolino, divisione analisi e ricerca della Banca d’Italia - si avrebbe un aumento del Pil del 3%». «I dati della Campania appaiono negativi nel confronto con il sistema italiano - ha concluso Giuseppe Boccuzzi, direttore della sede di Napoli della Banca d’Italia - la ripresa dell’economia campana è ancora più lenta rispetto al resto del sistema».

CALDORO E TROMBETTI - «La Banca centrale – sottolinea il presidente Stefano Caldoro – riconosce lo sforzo prodotto dalla Regione con la riorganizzazione degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo avviata l’anno scorso. Andremo avanti su questa strada nei prossimi mesi. E’ nostro intendimento produrre tutti gli sforzi utili per crescere ulteriormente in innovazione», conclude Caldoro. «E’ un fatto di straordinaria importanza - aggiunge l’assessore alla Ricerca scientifica della Regione Campania, Guido Trombetti - che la neonata Agenzia Regionale per l’Innovazione, Campania Innovazione, sia oggetto di citazione nell’importante documento economico stilato dalla banca centrale italiana. Con essa perseguiamo l’obiettivo di incrociare l’esigenza di innovazione delle imprese e la ricerca condotta nei nostri centri», conclude Trombetti.

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