lunedì 4 luglio 2011

Federali.Mattina_4.07.11. Quiz: chi e’ piu’ demente, 1. 2. o 3.? 1. Consideriamo questo evento un punto di partenza verso nuove e più importanti occasioni di promozione e di comunicazione riguardanti al Calabria, ha aggiunto Scopelliti, che ha detto di aver lavorato da più di un anno per riportare in Calabria questo evento.----2.Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo, ha spiegato intorno alle 12 ai circa 200 presenti che è Roma che ce li ha mandati e sono venuti da Vicenza. Lunedì chiamo Bossi e gli chiedo di lasciare questa maggioranza. Le sue parole sembrano sottintendere che siano stati esponenti del Governo a inviare l'ispezione del Nas.----3. La città dei siciliani, dei pugliesi, dei napoletani e dei lucani, che lì sono tutti “Terùn”, oppure semplicemente “Napuli”, in omaggio (o in dispregio) alla capitale del Sud.

Dalla Calabria messaggio positivo con Miss Italia
Niente banchetto a base di carne d'orso: i Nas bloccano i leghisti del Trentino
Quei lucani nostalgici della città di Torino


Dalla Calabria messaggio positivo con Miss Italia
REGGIO CALABRIA - «La finale di Miss Italia nel Mondo dalla Calabria trasmetterà sicuramente un messaggio positivo di questa terra». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della finale del concorso di bellezza che avrà luogo oggi a Reggio Calabria e sarà trasmessa in diretta su Raiuno. «Consideriamo questo evento un punto di partenza verso nuove e più importanti occasioni di promozione e di comunicazione riguardanti al Calabria», ha aggiunto Scopelliti, che ha detto di «aver lavorato da più di un anno per riportare in Calabria questo evento. Si tratta di un’occasione importante - ha aggiunto - per promuovere e valorizzare il nostro territorio». «Che bel ritorno al Sud. Che bel ritorno in Calabria» ha detto la patron del concorso, Patrizia Mirigliani. «Ho trovato - ha aggiunto - una Calabria meravigliosa, che ha accolto con calore le finaliste del concorso; una città come Reggio piena di vita, di tanti giovani e con molte ragazze che potrebbero benissimo aspirare al titolo di Miss». Alla conferenza stampa hanno partecipato i conduttori della finale televisiva di domani, Pupo e Elisa Isoardi, il responsabile Rai per la trasmissione Antonio Azzalini ed Kimberly Castillo Mota, Miss Italia nel mondo 2010. Secondo il capostruttura di Raiuno Antonio Azzalini, «Miss Italia nel mondo è un grande evento di comunicazione che ha lo scopo di mettere in mostra le cose più belle del territorio. Per la Calabria, in queste settimane, c’è stato un lavoro minuzioso di promozione». Pupo ha detto che «quella di Miss Italia nel mondo è una idea fortissima, più forte ancora di Miss Italia, proprio per le storie personali che si porta dietro e che per larga parte riguardano il Sud» ed ha anticipato che oggi, insieme a Roberta Morise, farà un "omaggio" a Mino Reitano cantando "Una ragione di più". Dopo aver ringraziato Patrizia Mirigliani, Scopelliti ha avuto parole di apprezzamento anche per la Rai, «grazie anche al sostegno del consigliere di amministrazione Guglielmo Rositani, che ci ha permesso di portare questo concorso molto più giù del Po. Una scelta che, come sempre ha scatenato le solite polemiche, da parte di chi, in passato ha fatto razzie delle risorse pubbliche. La nostra è una spesa intelligente. Sono fiducioso sulla riuscita e sui risultati di questa manifestazione». Quindi, una precisazione sui biglietti. «I posti previsti sono 750 - ha detto Scopelliti - 400 dei quali sono stati messi a disposizione di Miren (la società di Mirigliani) e della Rai. La Regione ha avuto 380 biglietti, 200 dei quali saranno distribuiti domattina al botteghino del Teatro Cilea; due per persona e dietro esibizione di un documento».

Niente banchetto a base di carne d'orso: i Nas bloccano i leghisti del Trentino
Carne acquistata in Slovenia ma senza la certificazione Cites. Boso: chiederò a Bossi di lasciare il governo
ROMA - I carabinieri dei Nas hanno bloccato il banchetto a base di carne d'orso allestito dalla Lega Nord alla festa di Imer, quando la cottura di bistecche e spezzatino era già stata fatta. La causa risulta nel «mancato certificato d'importazione della carne» dalla Slovenia. Il leghista Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo, ha spiegato intorno alle 12 ai circa 200 presenti che «è Roma che ce li ha mandati e sono venuti da Vicenza. Lunedì chiamo Bossi e gli chiedo di lasciare questa maggioranza». Le sue parole sembrano sottintendere che siano stati esponenti del Governo a inviare l'ispezione del Nas. Presente anche l'onorevole leghista trentino Maurizio Fugatti, impegnato in una serie di verifiche sul provvedimento che ha colpito il banchetto.
Gli organizzatori avevano acquistato 50 kg di carne di orso in Slovenia, congelata in sacchetti, con etichette a indicarne la provenienza. La cottura era iniziata di buon mattino. Il menu, oltre ai tipici polenta, tosella e salsiccia, prevedeva bistecche di orso alla brace e spezzatino di orso.

Alla Lega Nord di Imer è stata contestata la mancanza della certificazione Cites per la carne di orso. La Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, più comunemente conosciuta come Cites, ha lo scopo di proteggere piante e animali (in via di estinzione) regolando e monitorando il loro commercio internazionale. Si tratta di una convenzione entrata in vigore nel 1975, cui aderiscono 169 Paesi, che regola il commercio internazionale di circa 30.000 specie, di cui approssimativamente 25.000 sono piante. Ogni Paese ha un'Autorità di gestione, che nel caso dell' Italia è il ministero dell'Ambiente, che però non emette licenze e certificati. Le autorità amministrative italiane che, unicamente, possono emettere licenze e certificati per il settore Cites, sono il ministero dello Sviluppo economico-Direzione generale per la Politica commerciale Internazionale Divisione III-CITES (licenze di importazione ed esportazione), il ministero delle Politiche agricole e forestali tramite il Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato (notifiche di importazioni, certificati di riesportazione e certificati comunitari).

Quei lucani nostalgici della città di Torino
04/07/2011
di CHIARA LOSTAGLIO
TORINO è al centro delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia. Con le giornate Lucane in Piemonte di un anno fa, si mantengono sempre vivi i contatti con i tanti lucani del capoluogo piemontese, e soprattutto le nostalgie mai sopite fra coloro che lì hanno vissuto e che, dopo alcuni anni, hanno avuto la possibilità di “rientrare” nei borghi di origine. Alcuni sono andati in pensione (come Giuseppe che faceva il tranviere) o come Donato, carrozziere che, per aver contratto una malattia, è stato costretto a ritornare per respirare l'aria natia. E con essi, la propria famiglia, composta in molti casi di due figli. Ernesto, invece, è rientrato da oltre trent'anni anni, e ora ci ha rimandato il primogenito, sempre per motivi di lavoro. Rocco invece lì ci ha lasciato il cuore, nel quartiere Vallette, che oggi - ci dice - non riconosce più, smembrato com'è dalla metropolitana leggera. Enzo ci ha soltanto studiato, una laurea in ingegneria in tasca e l'assunzione tredici anni fa in Fiat: già la Fiat, ma non più a Torino, bensì a San Nicola di Melfi. Giulio invece ha lavorato nelle Poste e poi è rientrato come Michele e Peppino, nella città natia, dopo aver chiesto un trasferimento che, dopo sei anni, è stato duro da accettare. Perché Torino in fondo attrae: con la sua aria sorniona lascia ampi spazi di nostalgia, per le persone, per i parenti lasciati ancora lì: per molti è stato l'unico modo di conoscere gli italiani, quelli del Veneto come della Sicilia. E' la città di don Luigi Ciotti e del Gruppo Abele e Libera, di don Ermis Segatti e della Solidarietà internazionale, della Sacra Sindone e della Juventus, del Festival del Cinema-Giovane e del Museo nella Mole Antonelliana. Del Museo Egizio più importante d'Europa e della Fiat. Fiat ma non solo. Il Lingotto storico è casa di Cultura con la mostra del libro, e la metropolitana ha cambiato il volto delle stazioni, da Porta Susa a Porta Nuova. E la città del triangolo di magie, sotterranea ed oscura, almeno è quanto da conto certa letteratura noir. Vi è dunque una emigrazione verso la capitale piemontese che ha radici lontane: dal dopoguerra, interi nuclei familiari furono attratti come una calamita dal boom dell'auto: Fiat e Lancia, con i quartieri dormitorio di Porta Palazzo, delle Vallette, di Borgo Vittoria. Dai migranti con le valigie di cartone - che Visconti rese epici con “Rocco e i suoi fratelli” - molta acqua ha attraversato i ponti sul Po. I Murazzi sono adesso frequentati da studenti e da movide notturne, mentre molti sono gli immigrati di colore a rendere ancora più confuse le stradine contorte attorno a Via Po e Piazza Castello. Pianerottoli che un tempo ospitavano almeno due famiglie con il bagno in comune, in quella realtà grigia come il cielo dal colore plumbeo che il sole lascia a mala pena trasparire. La città dei siciliani, dei pugliesi, dei napoletani e dei lucani, che lì sono tutti “Terùn”, oppure semplicemente “Napuli”, in omaggio (o in dispregio) alla capitale del Sud. E' quella Torino che racconta il regista Gianni Amelio nel suo film (Leone d'oro) “Così ridevano”. O che si intravede nel film dei siciliani Scimone e Sframeli “Due amici” (premiato a Venezia come opera prima). Eppure molti si sono integrati, occupano spazi di rilievo dopo aver studiato al Politecnico o a Medicina. Quelli intorno ai cinquanta-sessant'anni hanno assunto ormai l'aspetto piemontese, parlano benissimo la loro lingua vagamente francofona, il torinese, e forse tifano anche per il Toro. La Juve è invece il colore dei “terroni”, degli “sfruttati” di Agnelli, si diceva un tempo. Ora che la Fiat vive momenti difficili, (è ciclica la sua crisi, primi anni 2000) la città tende al decremento, ma la sua “cintura” tiene: quella che va da Settimo a Nichelino, da Grugliasco a Pianezza: moltissimi sono i lucani ancora da quelle parti, molti si sono organizzati dagli anni 70 in poi attorno alle Associazioni degli Emigrati: c'è la “Carlo Levi” (un tempo vicina al PCI) e la “Giustino Fortunato” (un tempo vicina al PSI). Un tempo, l'altro secolo, o un secolo fa. Così tanto sembra il tempo che ci separa da quell'aria plumbea, dagli anni di piombo del terrorismo (del capo-colonna delle Br, Peci), dalle “gambizzazioni” e gli omicidi: gli anni '80, quelli del sindaco Novelli e delle “Estati all'aperto, dei "Punti verdi", per riconquistare gli spazi perduti. Corso Massimo - considerata la via dei viados e delle nigeriane - è uno dei tanti, troppi punti di degrado, in una città che ancora assume il fascino decadente delle nobiltà e delle aristocrazie reali in esilio (“ci fossero rimasti- secondo qualcuno - si sarebbero evitati ignobili spettacoli televisivi”). Quella Torino che “la sera diventa stella”, come in una vecchia canzone di Venditti. In quegli anni aprivo gli occhi in quella città, e non si allontana mai. Sono tanti i lucani l'hanno amata, continuano ad amarla, specialmente quelli che lì ci hanno vissuto e che non sono più ritornati.

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