lunedì 4 luglio 2011

Grecia: S&P giudica no buona la proposta francese. L’Eurogruppo dà l’ok alla quinta tranche




S&P boccia il piano che coinvolge le banche nel salvataggio di Atene: è ristrutturazione mascherata
di Andrea Franceschi
Nuova doccia fredda da Standard & Poor's. L'agenzia di rating ha indicato in una nota che la proposta francese per il coinvolgimento dei privati nel salvataggio della Grecia equivarrebbe a un default. Il commento analizza le proposte della Federazione bancaria francese che hanno incontrato il sostegno dei ministri delle Finanze europei.

Le proposte francesi
Parigi, i cui istituti di credito sono i più esposti in titoli di Atene (53 miliardi di euro), ha presentato due proposte per coinvolgere i privati nel salvataggio della Grecia, (che recentemente si è vista sbloccare la quinta tranche di aiuti Ue-Fmi). Una prevede di reinvestire in bond trentennali di nuova emissione a cedola fissa del 5,5% il 90% dei fondi ricevuti da Atene alla scadenza delle obbligazioni attualmente in vigore. L'altra abbassa la soglia al 70 per cento. Di questi fondi il 50% verrebbe destinato all'acquisto di nuovi titoli a 30 anni con cedola fissa al 5,5% e premio indicizzato alla crescita dell'economia greca. Il restante 20% verrebbe messo da Atene in uno speciale fondo obbligazionario (solo titoli molto sicuri) che farebbe da garanzia contro un eventuale default.

La bocciatura di S&P
Entrambe le ipotesi sono state bocciate da S&P come una sorta di ristrutturazione mascherata. Entrambe infatti restituirebbero meno valore agli obbligazionisti di quanto ne avrebbero visto sotto le condizioni iniziali del loro investimento. «È nostra opinione che ciascuna delle due opzioni di finanziamento descritte nella proposta della Fbf probabilmente equivarrebbe a un default in base ai nostri criteri» ha detto S&P nel suo comunicato stampa.

La nota di S&P non modifica il rating della Grecia, che rimane a «Ccc» dopo il downgrade del 13 giugno. «Crediamo - sulla base delle recenti dichiarazioni pubbliche dei politici della zona euro - che lo scopo delle opzioni di finanziamento sia quello di ridurre il rischio di un default a breve termine del pagamento del debito o di ristrutturazione del debito per dare al governo greco più tempo per effettuare il risanamento di bilancio e le riforme politiche» ha aggiunto l'agenzia di rating.

Cosa succede nel mercato dei derivati
Questa interpretazione di S&P non vale per far scattare i rimborsi dei credit default swap, i derivati che arricurano sul rischio fallimento di Atene. Su questo si dovrà pronunciare l'International Swaps and Derivates Association, associazione internazionale che supervisiona il mercato dei derivati. Toccherà a loro stabilire se il "credit event" (cioè il default) si è verificato o meno. Se la bancarotta viene accertata la palla passa alla società specializzata in swap Markit. Questa a sua volta tiene un'asta per determinare quanto valore è stato perso con il crack e valuta quanto dobba essere corrisposto ai possessori di credit dafault swap.
 4 luglio 2011

Grecia, rollover determinerebbe default selettivo
Il rollover del debito greco potrebbe determinare un "default selettivo". È quanto sostiene l'agenzia di rating Standard & Poor's. Già a metà giugno Standard & Poor Ratings Services aveva abbassato il rating a lungo termine della Repubblica ellenica a CCC da B. L'agenzia di rating sottolinea che il downgrade rifletteva la sua visione di un rischio crescente che un pacchetto di aiuti finanziari, per sostenere le necessità della Grecia nel periodo 2011-2014, potrebbe richiedere una ristrutturazione del debito del settore privato in una forma che "vedremmo come un default di fatto delle obbligazioni sulla base dei nostri criteri di valutazione" dice un nota si S&P's.

Nelle ultime settimane sono emerse diverse proposte relative a questo argomento e i dettagli in alcuni casi sono evidentemente ancora in evoluzione. S&P's guarda alla più importante delle recenti proposte, avanzata dalla Bancaire Federation Francaise (FBF) il 24 giugno scorso: "è nostra opinione che ciascuna delle due opzioni di finanziamento descritte nella proposta FBF porterebbe probabilmente a un default, secondo i nostri criteri", dice S&P's, perchè conterebbe come "distressed" e coinvolgerebbe perdite per i detentori del debito. "In tal caso, probabilmente, ridurremmo il rating della Grecia a SD, a indicare che ha effettivamente ristrutturato una parte, ma non tutto, il suo debito" dice l'agenzia.

S&P minaccia la D sulla Grecia, banche nel mirino delle vendite
Di Francesca Gerosa
La Borsa di Milano viaggia sempre in lieve calo in un mercato che sembra entrato in una fase di consolidamento dopo i recenti rialzi, complice la chiusura per festività di Wall Street. Gli investitori rimangono cauti sugli sviluppi per la Grecia, soprattutto dopo che Standard & Poor's ha detto che un rollover del debito della Grecia potrebbe comportare in via temporanea un "default selettivo" del Paese ellenico.

Una tale eventualità, ha specificato l'agenzia di rating, si verificherebbe nel caso dell'implementazione del piano proposto dalla Francia, dal momento che ricadrebbe nella casistica di "distressed debt" offrendo ai creditori un valore inferiore di quello promesso in origine con le obbligazioni.

"Riteniamo che ciascuna delle due opzioni di finanziamento descritte nella proposta della Federation Bancaire Francaise porterebbe probabilmente a un default", ha detto S&P aggiungendo che potrebbe assegnare al debito pubblico di Atene un rating D. A giugno S&P aveva declassato il rating a lungo termine della Grecia a CCC da B.

Entro la fine di luglio il ministero delle Finanze greco dovrà dare inizio all'attuazione delle nuove misure di austerità previste dal programma a medio termine varato dal Governo socialista in collaborazione con i creditori della Grecia. Entro la fine del 2011 dovrà incassare 6,8 miliardi di euro per coprire il buco presente nelle entrate fiscali.

A tutto questo ci penseranno, come sembra, i commissari dell'Unione europea che sono attesi ad Atene, come ha annunciato anche il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Junker. L'accordo fra Ue e il Governo greco prevede, fra l'altro, l'istituzione di una Commissione interministeriale che controllerà l'insieme delle riforme istituzionali messe in moto.

Nei prossimi giorni dovrà anche essere istituito l'Ufficio per le privatizzazioni, condizione necessaria per l'arrivo dei capitali europei del nuovo pacchetto di sostegno alla Grecia, mentre, come ha promesso il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, presto inizierà il dibattito per il nuovo sistema fiscale che sarà pronto per l'autunno.

A piazza Affari l'indice Ftse Mib perde lo 0,15%, l'AllShare lo 0,10% con i bancari sotto pressione dopo i netti rialzi di venerdì. Intesa Sanpaolo perde l'1,78% a 1,879 euro. Unicredit arretra dell'1,43%. La banca parteciperà all'iniziativa di rollover (riscadenzamento) del debito greco avanzata dalle banche francesi e alla quale hanno aderito anche quelle tedesche.

"Parteciperemo secondo quanto ci verrà richiesto", ha affermato stamani l'Ad del gruppo, Federico Ghizzoni, "ma bisogna ricordare che per le banche italiane si tratta di importi minimi". L'Ad ha ricordato inoltre come occorra partecipare poiché l'accordo è europeo ed è importante per l'Europa ma non solo". In calo anche il Banco Popolare (-0,19%) e di Mediobanca (-1,32%).

Invece Mps è in rialzo del 2%, dopo il balzo di oltre il 40% dei diritti venerdì, l'ultimo giorno in cui venivano trattati in Borsa, considerato di buon auspicio per l'esito dell'aumento. Positive anche Bpm (+1,59%) e Ubi Banca (+1,91% a 4,06 euro) di cui Ubs ha abbassato il target price da 6,10 a 4,40 euro, ribadendo il rating neutral.

Per Ubs Ubi Banca resta un nome di qualità nel retail banking italiano. Il broker ha però  tenuto conto dell'aumento di capitale e del nuovo piano industriale e ha tagliato le stime di Eps del 30-40% e di conseguenza il target price. Per Ubs il piano di Ubi Banca è realizzabile in un contesto macro in via di normalizzazione "e le nostre stime differiscono solo del 6% da quelle della società al 2013 obiettivi.

"Rimaniamo più cauti sul margine di interesse, mentre ci aspettiamo che Ubi possa sorprendere positivamente in termini di contenimento dei costi: abbiamo stime del 2% sotto la guidance".  Mentre nel breve termine il momentum a livello di Eps continuerà a dipendere dai tassi e spread sovrani, nel medio termine "vediamo Ubi Banca ben impostata per una crescita sostenibile".

Tra le banche a media capitalizzazione, Ubi rimane un leader in termini di profilo di rischio. Dopo l'aumento di capitale, l'istituto vanta un Core Tier 1 di oltre l'8% destinato ad aumentare ulteriormente grazie alla generazione organica di capitale (15-25bp per anno) e all'impatto positivo delle nuove normative sul capitale (i benefici AIRB superano l'impatto di 25bp di Basilea 3). Infine, Ubi mostra un asset quality sopra la media.

Crisi Grecia: Eurogruppo dà l’ok alla quinta tranche
Crisi grecia, ok al prestito. Dopo l'approvazione da parte del Parlamento della manovra di Austerity, tra rimpasti e violentissimi scontri di piazza, i ministri delle Finanze facenti parte dell'Eurogruppo hanno dato il via libera alla quinta tranche del prestito complessivo da 110 miliardi per salvare la Grecia e farla rimanere in area euro. 12 miliardi, parte dei quali provenienti dal Fondo Monetario Internazionale della neoeletta Lagarde, da assegnare entro il 15 luglio.
click to delete Entro il 2015 invece i miliardi destinati alla
penisola ellenica saranno 28. Il premier Papandreou chiede però da tempo ulteriori aiuti; i 110 miliardi di euro previsti, suddivisi in cinque parti e dei quali nelle ultime ore è stata approvata l'ultima tranche, sono stati giudicati insufficienti. La necessità è quindi quella di un secondo piano di aiuti.

Ancora tasse sulla Grecia. La manovra economica greca appena approvata porterà nuove tasse. tra le quali, una tantum tra l'1 e il 5% e l'abbassamento della soglia di esenzione fiscale, da 12 a 8 mila euro. A giugno S&P ha nuovamente tagliato il rating, motivando la decisione con il rischio che la nazione potrebbe non riuscire a rispettare il programma concordato con UE ed FMI, segnalando inoltre, un divario crescente tra i prestiti previsti e le necessità del paese. Il tutto sarebbe dovuto secndo Standard&Poor's ad un difficile accesso ai finanziamenti de mercato per il 2012 da parte della Grecia.

Italia a rischio, oggi l'incontro con la Consob. Dopo il declassamento della Grecia la stessa agenzia ha recentemente "avvisato" anche l'Italia, mettendo sotto osservazione 16 banche italiane. Le possibilità di un eventuale taglio di rating anche per l'Italia sono di una su tre, anche se in generale la manovra di Tremonti è stata giudicata in modo positivo. Uno dei problemi starebbe però nella lotta all'evasione fiscale, sulla quale S&P ha indicato che il governo potrebbe essere stato "troppo ottimista". Oggi la Consob incontrerà sia S&P che Moody's, convocati settimana scorsa. Il focus sarà probabilmente sui reporti delle due agenzie di rating, in riferimento alle modalità ed ai tempi con i quali questi ultimi vengono diffusi.
A.S.

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