martedì 12 luglio 2011

Federali.Sera_12.7.11. Calabria, merda stipendiata. Quattro insegnanti dell’asilo di Mileto sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di un bambino disabile di cinque anni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, il bambino è stato ripetutamente picchiato, anche più volte al giorno, e sottoposto ad altre forme di vessazione.----Pompei, Vincenzo Esposito: la pioggia di denaro piombata sugli Scavi, ha prodotto o mostri o assurdità. Stiamo parlando degli oltre 12 milioni di euro dei progetti integrati del Por 2000-2006. Dieci interventi in tutto. Di restauro delle Domus ma anche di creazione di strutture ex novo che hanno del paradossale. Poi ci sono altri bandi come quello con i fondi europei da 3.796.100 euro effettuato nel 2007 per un mostro di cemento armato in corso di realizzazione, il cui costo è salito fino a 4.950.000 euro. Non è finita, il bunker che non sarà mai un museo, ma come spiega il bando un deposito, assorbirà altri 4,5 milioni dall’ultimo piano per salvare Pompei, voluto dal Governo, che ammonta a 45.509.873 euro. In tutto costerà, quindi, dieci milioni.

Calabria scioccata, maestre picchiano un bimbo disabile
Napoli. Tonnellate di rifiuti a quota 2000
Pompei: manca un tubo, mai aperto il maxi-ingresso costato cinque milioni
Messina. Immigrazione record, da inizio anno arrivati oltre 50mila: 566 gli sbarchi


Calabria scioccata, maestre picchiano un bimbo disabile
 Martedì 12 Luglio 2011 07:57  Redazione desk
MILETO - Quattro insegnanti dell’asilo di Mileto sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di un bambino disabile di cinque anni. Secondo quanto è emerso dalle indagini, il bambino è stato ripetutamente picchiato, anche più volte al giorno, e sottoposto ad altre forme di vessazione. Le indagini si sono basate su videoriprese in cui sono documentati i maltrattamenti subiti dal bambino. Le quattro insegnanti sono state poste agli arresti domiciliari, mentre nei confronti di una quinta, indagata nella stessa vicenda, è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dal bambino. Le quattro maestre sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica. Si tratta di Adriana Mangone, di 50 anni; Elena Magliaro (38); Maria Teresa Spina (57), tutte di Mileto, e di Francesca Cimino De Liguori (46), di Vibo Valentia. La quinta maestra indagata è Rosa Maria Riso, di 37 anni, di Vibo Valentia. Le indagini che hanno portato agli arresti erano state avviate nello scorso mese di aprile sulla base di informazioni confidenziali giunte ai carabinieri di Mileto, ai quali, in forma anonima, è stato anche recapitato un dvd con le immagini registrate di alcune donne che rimproveravano un bambino che piangeva ininterrottamente. I carabinieri hanno scoperto successivamente che i maltrattamenti avvenivano all’interno dell’asilo dopo avere installato nell’istituto alcune telecamere. «La maestra Adriana, ma anche tutte le altre». E’ il racconto del piccolo Domenico, cinque anni, delle violenze subite nell’asilo comunale di Mileto per le quali i carabinieri hanno arrestato quattro maestre. Il bambino, nella testimonianza fatta al consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia alla domanda "quanto botte ti danno?", risponde "tante" ed indic la faccia come punto in cui veniva picchiato. Gli schiaffi erano così violenti che il bambino spesso poggiava la faccia sul banco e sul pavimento per alleviare il calore che avvertiva. Elena Magliaro, una delle maestre arrestate per i pestaggi a Domenico, tra l’altro, era la sua insegnante di sostegno. I maltrattamenti subiti dal bambino sono stati documentati nelle riprese effettuate nell’asilo dai carabinieri. Tra l’altro, le maestre, per spaventare il bambino, lo portavano in una stanza buia in cui gli facevano credere si trovasse, secondo il racconto del piccolo, "uno con la maschera tutto brutto e tutto nero che chiamavano Don Rodrigo". I pestaggi cui viene sottoposto il bambino sono continui e ripetuti anche in uno stesso giorno. Gli schiaffi, in alcuni casi, sono anche quattro-cinque in rapida successione, con il bambino che tenta invano di difendersi proteggendosi il viso con le braccia. I maltrattamenti nei confronti del bambino finiscono dopo che cominciano le indagini dei carabinieri e le maestre vengono sentite dai militari. «Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre - scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare - viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze».

Napoli. Tonnellate di rifiuti a quota 2000
Giovedì 21 il sindaco incontra Berlusconi
Rossi (Asìa): «Siamo con l'acqua alla gola, conferite appena 416 tonnellate negli Stir invece di mille»
NAPOLI - Aumentano sempre di più, e neanche tanto impercettibilmente, visto la puzza e il caldo torrido. Le giacenze di spazzatura per le strade di Napoli toccano quota - dato dell'Asìa - 1950 tonnellate. Tra la mezzanotte e le 8.30 di questa mattina sono state conferite appena 416 tonnellate negli impianti di Tufino e Giugliano a fronte delle mille programmate. «Al momento abbiamo una cinquantina di mezzi in coda a Tufino - sottolinea Raphael Rossi, presidente di Asia - non riescono a conferire e si parla di circa 500 tonnellate». Tra i problemi legati ai turni di 24 ore che sono stati predisposti dal Comune di Napoli per l'Asia, le difficoltà legate alla pulizia e disinfezione dei mezzi. «Si lavora in condizioni di grande stress - conclude Rossi - Siamo nella parte più dura del guado, con l'acqua alla gola, in apnea».

INCONTRO A ROMA - Intanto, il sindaco de Magistris incontrerà il premier Silvio Berlusconi giovedì prossimo, il 21 luglio. A riferirlo è Tommaso Sodano, vicesindaco, che oggi è stato ascoltato in commissione Ambiente alla Camera. All'esame della stessa commissione si trova il decreto contenente misure urgenti per i rifiuti nella regione Campania. Sodano, parlando del provvedimento, chiede che venga «modificato l'articolo 2», dicendo che «l'epoca dei commissari è ormai finita» e che «non è il caso di rimetterli in mezzo». Inoltre, secondo il vicesindaco, «sarebbe opportuno un accesso diretto ai fondi Fas e a quelli comunitari».

Pompei: manca un tubo, mai aperto il maxi-ingresso costato cinque milioni
La commissione di verifica inviata dalla Regione: «Nessuna opera completata è fruibile al pubblico»
POMPEI — I francesi vogliono salvare Pompei, gli americani vogliono metterci mani sopra, e il ministro Galan fa da mediatore per offrire lo scavo archeologico al miglior «offerente». È cronaca di questi giorni. Due incontri sarebbero già stati fatti a Parigi: gli imprenditori francesi assicurerebbero 20 milioni di investimenti l’anno per i prossimi venti, ma chiedono garanzie. A collaborare con loro una cordata di industriali campani, nomi segreti ma a quanto pare «altisonanti». Lo stesso governatore Stefano Caldoro avrebbe già partecipato a un vertice privato con emissari della «Défense» , che vede tra i suoi funzionari Jean Sarkozy figlio del capo dell’Eliseo.
Insomma, se il ministero retto da Galan e la Soprintendenza di Napoli e Pompei daranno linee guida precise e stileranno progetti chiari, la cosa si può fare. Bisogna stare attenti, però, perché la legge salva Pompei prevede deroghe ai piani urbanistici. E fin qui, la pioggia di denaro piombata sugli Scavi, ha prodotto o mostri o assurdità. Stiamo parlando degli oltre 12 milioni di euro dei progetti integrati del Por 2000-2006. Dieci interventi in tutto. Di restauro delle Domus ma anche di creazione di strutture ex novo che hanno del paradossale. Poi ci sono altri bandi come quello con i fondi europei da 3.796.100 euro effettuato nel 2007 per un mostro di cemento armato in corso di realizzazione, il cui costo è salito fino a 4.950.000 euro.

Non è finita, il bunker che non sarà mai un museo, ma come spiega il bando un deposito, assorbirà altri 4,5 milioni dall’ultimo piano per salvare Pompei, voluto dal Governo, che ammonta a 45.509.873 euro. In tutto costerà, quindi, dieci milioni. Sprechi venuti alla luce soprattutto nella relazione inviata poche settimane fa dai componenti del nucleo di valutazione degli investimenti europei della Regione che ha prodotto una relazione «ex post dei progetti integrati del Por 2000-2006», in particolare quello denominato «Pompei e Ercolano e il sistema archeologico vesuviano». E si scopre che il bunker non è la cosa peggiore. Accanto a piazza Anfiteatro c’è nuova porta d’ingresso degli Scavi, una struttura avveniristica, che assomiglia un po’ al «nido d’uccello», lo stadio delle Olimpiadi di Pechino. È costato cinque milioni di euro. Biglietteria, deposito bagagli, ristorazione. Tutto terminato fin nei minimi particolari e anche collaudato. Ma mai aperto al pubblico. La ragione? Manca una condotta di trenta metri per l’aria condizionata. La relazione della commissione inviata dalla Regione sull’utilizzo dei fondi Por, non lascia dubbi. Nel maggio scorso scrivevano: «Tutti gli interventi sono stati fisicamente e finanziariamente conclusi. Tuttavia quanto alla possibilità di fruizione da parte dei turisti, l’attività di indagine diretta svolta dal Nucleo presso il sito di Pompei ha permesso di rilevare che nessun bene restaurato nell’ambito del Pi (Piano integrato) è accessibile al pubblico. Questo discende dall’impossibilità, comunicata dalla Soprintendenza, di assicurare nelle insule interessate dagli interventi il servizio di guardiania».

Dunque case restaurate da qualche anno, mai aperte al pubblico e nuovamente interessate dal degrado. Come i mosaici della casa di Cecilio Giocondo, quasi spariti sotto muffa e erbacce. Colpisce la relazione sul nuovo ingresso di porta Anfiteatro e lo sdegno della commissione: «L’area coperta è destinata ai servizi di bigliettazione, ristorazione e deposito bagagli. L’indagine diretta ha rilevato che il manufatto, seppur collaudato, non è attualmente in funzione (né mai è stato aperto al pubblico) per un problema legato alla impossibilità di realizzare una condotta di circa 30 metri per il collegamento con la centrale termo frigorifera realizzata in un’area adiacente» . La commissione parla di «impossibilità». Il che lascia pensare al peggio. «Certo — spiega Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio Patrimonio culturale— secondo alcuni tecnici gli interventi sarebbero stati completamente sbagliati e difficilmente recuperabili. Questo significa che mentre le Domus crollavano per mancanza di soldi e dimanutenzione, venivano gettati 5 milioni in una struttura che potrebbe non essere mai aperta e in un bunker di cemento armato». La relazione della Commissione si chiude con: «Ne discende dunque che, a marzo 2011, nell’area archeologica di Pompei, gli interventi di restauro e valorizzazione realizzati nell’ambito del Pi, finalizzati ad ampliare le aree di visita, non sono fruibili» . Ora forse arrivano i francesi, (quanti annunci simili sono stati fatti dagli anni Ottanta ad oggi?) e rischiamo di far colonizzare uno dei nostri beni archeologici più importanti. Tutto, magari, per trenta metri di tubo che non ci sono. «C’est la vie madame e monsieur» , cantavano i Queen in «Seaside Rendezvous».
Vincenzo Esposito

Messina. Immigrazione record, da inizio anno arrivati oltre 50mila: 566 gli sbarchi
In totale 50.236 persone provenienti da Tunisia,
Libia, Eritrea e Somalia. Nove su dieci sono profughi
MESSINA - Negli ultimi anni non erano mai stati così tanti: dal primo gennaio in Italia sono giunti via mare 50.236 immigrati, compresi gli ultimi intercettati nella notte su un barcone a largo di Portopalo in Sicilia. La crisi nord-africana ha spinto sulle nostre coste, secondo i dati ufficiali, 22.752 persone provenienti dalla Tunisia e circa 27mila da Libia, Eritrea e Somalia (di questi circa 9 su dieci possono essere considerati profughi) per un totale di 566 sbarchi.

Dal 5 aprile, data dell'entrata in vigore dell'accordo di riammissione con la Tunisia, dei 3 mila tunisini giunti in Italia oltre la metà è stata già rimpatriata. Nel 2010 tra gennaio e settembre gli immigrati sbarcati in Italia sono stati 2.868 contro gli 8.292 dello stesso periodo del 2009.

Dati, questi, già largamente previsti dal governo. Era stato il ministro Maroni a prevedere, anche a causa della situazione libica, un esodo biblico: 300mila migranti, secondo il ministro dell'Interno, sarebbero sbarcati in Italia nel corso dell'anno.

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