martedì 12 luglio 2011

Fmi: pil tedesco al 3,2% nel 2011, ma la Germania dipende troppo dall'export. Irlanda, nuovi piani per crisi positivi per Paese



Irlanda, nuovi piani per crisi positivi per Paese
Le nuove proposte per far fronte all'aggravarsi della crisi del debito dell'Eurozona sono "positive" per il salvataggio dell'Irlanda e rendono la situazione del debito del Paese più sostenibile. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze irlandese facendo riferimento alle proposte definite ieri dall'Eurogruppo, che comprendono il potenziale riacquisto del debito sul mercato secondario e tassi di interesse più bassi.

Queste sono tutte condizioni significative per l'Irlanda, ha aggiunto il ministro."Tutti quei tipi di strumenti politici che stavamo cercando sono ora stati accordati in termini generali", ha detto il ministro alla radio irlandese Rte. "Questo è un passo avanti significativo per l'Irlanda", ha concluso Noonan.

Fmi: pil tedesco al 3,2% nel 2011, ma la Germania dipende troppo dall'export
di Corrado Poggi
Il Fondo monetario internazionale ha confermato oggi le stime di crescita del pil tedesco nel 2011 al 3,2%, in linea con le proiezioni dello stesso governo di Berlino, ma ha espresso preoccupazione per l'eccessiva dipendenza dell'economia nazionale dalle esportazioni. E' quanto emerge dal consueto rapporto annuale ex articolo IV preparato dall'istituzione di Washington sull'economia tedesca.

«Certamente - si legge nel rapporto - la Germania ha ritrovato la ricchezza perduta durante la crisi» e può contare ora su un numero di posti di lavoro superiore a prima della recessione, ma «le sue prospettive di crescita a lungo termine rimangono deboli e dipendono in larga misura dalle esportazioni, il che riduce in misura sostanziale la sua capacità di contribuire alla crescita europea per non parlare di quella mondiale».

A medio termine dunque il Fondo ritiene che la Germania potrebbe avere un tasso di crescita basso, tra l'1 e l'1,25%, se non saranno varate importanti riforme strutturali. «Per queste ragioni - scrive Ashok Mody, capo della divisione Europa del Fondo - la Germania non può essere considerata una locomotiva economica per l'Europa»

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