martedì 13 settembre 2011

Federali.mattino_13.9.11. Istat: produzione industriale in calo. Tra le regioni che forniscono il maggior contributo alla crescita delle esportazioni nazionali si segnalano la Sicilia (+29,2%) e il Lazio (+20,8%). Rilevanti incrementi tendenziali riguardano anche Liguria, Puglia e Abruzzo. Sui mercati extra Ue forti incrementi delle vendite si registrano per Calabria, Basilicata, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia. Verso l'area Ue gli aumenti, di minore intensità rispetto all'area extra Ue, riguardano soprattutto Umbria, Puglia e Abruzzo.----Fino a poco fa da Napoli si scappava, adesso, invece, assistiamo a una immigrazione di imprenditori che vogliono venire qui per investire perchè hanno interesse a farlo. Parole del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in occasione dell'inaugurazione dei cantieri per la realizzazione del porto turistico di Vigliena a San Giovanni a Teduccio, che prevede una collaborazione tra pubblico e privato.

Istat: produzione industriale in calo
Lombardo: «Al setaccio 139 capitoli di spesa con lo spending review»
«Da Napoli non si scappa più, ora gli imprenditori vengono ad investire»
Grecia: deficit di bilancio +22% anno su anno nel periodo gennaio-agosto
Bce ha acquistato la settimana scorsa 13,96 miliardi di euro di titoli di Stato
La Svizzera semina zizzania nell'Unione europea
Crisi: Fmi, migliorare analisi bilanci


Istat: produzione industriale in calo
Scesa a -1,6% su base annua e a -0,7% nel mese di luglio. Si tratta del primo calo tendenziale dal dicembre 2009. Crolla a -20% il settore abbigliamento.
La produzione industriale a luglio è scesa dello 0,7% (dato destagionalizzato) rispetto a giugno, con una diminuzione dell' 1,6% su base annua, considerando il dato corretto per gli effetti di calendario. Si tratta del primo calo tendenziale dal dicembre del 2009. Lo rileva l'Istat. La produzione autoveicoli segna a luglio un calo tendenziale del 16,3%. Crolla a -20% il tessile-abbigliamento.
Crescita delle esportazioni nel secondo trimestre 2011, secondo i dati Istat dove si rileva una crescita congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali, più intensa per le regioni nord-orientali (+4,4%). Seguono il Mezzogiorno (+2%), le regioni centrali (+1,4%) e quelle nord-occidentali (+0,5%). Nel corso dei primi sei mesi del 2011 la crescita tendenziale risulta sostenuta. Particolarmente elevato è l'aumento per l'Italia insulare (+20,8%), mentre per le altre aree si registra un aumento del 15% circa. Tra le regioni che forniscono il maggior contributo alla crescita delle esportazioni nazionali si segnalano la Sicilia (+29,2%) e il Lazio (+20,8%). Rilevanti incrementi tendenziali riguardano anche Liguria, Puglia e Abruzzo. Sui mercati extra Ue forti incrementi delle vendite si registrano per Calabria, Basilicata, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia. Verso l'area Ue gli aumenti, di minore intensità rispetto all'area extra Ue, riguardano soprattutto Umbria, Puglia e Abruzzo. Il più ampio contributo alla crescita delle esportazioni nazionali è fornito dalle vendite della Lombardia in Germania. Rilevante è anche il ruolo dell'export della Liguria e Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti e della Toscana e del Piemonte verso la Svizzera. Riduzioni significative delle vendite all'estero si registrano per il Friuli-Venezia Giulia nel Regno Unito e in Turchia, per la Sardegna nei Paesi Opec, per la Toscana nei Paesi Bassi e per la Liguria nel Regno.

Lombardo: «Al setaccio 139 capitoli di spesa con lo spending review»
Si va dalle spese di cerimoniale a quelle per l'ufficio stampa, dalle missioni del personale, all'acquisto di libri fino ad arrivare ai fondi d'investimento immobiliare
PALERMO - Al setaccio i capitoli di bilancio sulla spesa pubblica. È la decisione di Raffaele Lombardo che annuncia di voler avviare un'ispezione contabile e allo stesso tempo ha informato la dirigenza che ritiene immediatamente applicabile nell'isola, senza dunque dovere ricorrere a una legge di recepimento, il programma di controllo sulla contabilità amministrativa già adottato dallo Stato, noto come «spending review», che prevede un sistema di verifica molto rigido durante la gestione del bilancio, superando la prassi in vigore dei rendiconti spesso approvati anche a distanza di diversi anni.

139 I CAPITOLI SU CUI "VEDERCI CHIARO" - Sono 139 i capitoli di bilancio su cui il governo vuole vederci chiaro, sulla base delle segnalazioni delle ragionerie centrali e in raccordo con le amministrazioni che hanno emesso gli ordini di accreditamento di fondi pubblici. I controlli, secondo quanto stabilito da un decreto appena firmato dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, saranno estesi ai 12 assessorati e alla Presidenza della Regione, con l'esclusione degli ordini di accreditamento al di sotto dei 3mila euro. Gli uffici delle ragionerie passeranno al setaccio decine di voci: si va dalle spese di cerimoniale a quelle per il funzionamento dell'ufficio stampa; dalle missioni del personale, all'acquisto di libri, riviste e giornali, dalla spese per affitto o leasing di immobili utilizzati dalla Regione a quelle per comitati, commissioni, collegi e consigli. Ai raggi x anche il fondo d'investimento immobiliare, i costi per le manutenzioni e gli ordini relativi a pensioni, assegni, sussidi e assegnazioni di vitalizi. E ancora: utenze, servizi ausiliari, spese di pulizia e postali. Ma il governo si attende una maggiore trasparenza nella contabilità amministrativa dallo «spending review», la Riforma dei controlli di regolarità amministrativa e contabile e potenziamento dell'attività di analisi e valutazione della spesa, a norma dell'articolo 49 della legge 31 dicembre 2009, n. 196. Secondo Armao «la riforma, introdotta quattro anni fa dalla finanziaria nazionale che ha stabilito nuovi criteri per il controllo della spesa, può essere applicata in Sicilia fin da subito». In questo modo il governo potrà verificare in tempo reale la spesa e avere un controllo maggiore sul lavoro amministrativo di dirigenti e funzionari.

ADOZIONE DELLO «SPENDING REVIEW» - Con l'adozione del programma «spending review applichiamo in Sicilia il controllo permanente sulla spesa, ciò ci consentirà di fare un monitoraggio costante dei conti pubblici». Così l'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, commenta l'intenzione del governo di applicare immediatamente la riforma già adottata dallo Stato per il controllo contabile, senza dover passare attraverso l'Assemblea regionale per varare una legge di recepimento della normativa nazionale. «È un aspetto molto importante», aggiunge Armao, «finora il controllo si è fatto sui rendiconti. Ricordo che quelli relativi agli 2009 e 2010 sono stati approvati insieme poco tempo fa». Secondo l'assessore, «la Regione avrà la possibilità di operare come un'impresa privata, per esempio approvando relazioni trimestrali, con una gestione dunquye più trasparente».

«Da Napoli non si scappa più, ora gli imprenditori vengono ad investire»
De Magistris inaugura il cantiere di porto Fiorito
NAPOLI - Porto Fiorito, partono ufficialmente i lavori. «Fino a poco fa da Napoli si scappava, adesso, invece, assistiamo a una immigrazione di imprenditori che vogliono venire qui per investire perchè hanno interesse a farlo». Parole del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, in occasione dell'inaugurazione dei cantieri per la realizzazione del porto turistico di Vigliena a San Giovanni a Teduccio, che prevede una collaborazione tra pubblico e privato.
BONIFICA ULTIMATA - Le bonifiche a terra, realizzate dal Dipartimento competente della Asl Napoli 1 centro, hanno interessato un'area di circa 40mila metri quadrati; quelle marine, hanno riguardato uno specchio d'acqua di oltre 300mila metri quadrati. Il progetto generale interessa oltre il 70% delle aree in concessione. «Ereditiamo lungaggini vecchie di undici anni, però questa nuova amministrazione ha contribuito ad accelerare la situazione - ha proseguito de Magistris - Si tratta di lavori importanti in un'area strategica della città che va valorizzata con il porto turistico. Abbiamo motivo di ritenere che, nei tempi prestabiliti, si riusciranno a realizzare le opere». «L'area è stata finalmente consegnata dopo la bonifica - ha concluso -finalmente si parla di mare e i napoletani potranno riappropriarsi di rapporto per troppo tempo negato. Possiamo finalmente disegnare la città che vogliamo».

I COSTI E LA CORDATA DI IMPRENDITORI - Il costo dell'intervento è di 120milioni di euro e, in base al cronoprogramma, nel giro di 4 anni e 6 mesi, la realizzazione del porto consentirà il rilancio della costa orientale di Napoli. La consegna dei lavori, avvenuta oggi, è l'inizio dell'esecuzione di una prima fase che consentirà, già nel 2013, la messa in esercizio parziale di una parte del porto. Il progetto, avviato con la bonifica dei fondali e delle territorio, sarà realizzato con l'intervento di un gruppo finanziatori privati, imprenditori che fanno capo all'Acen, associazione costruttori edili napoletani.

Grecia: deficit di bilancio +22% anno su anno nel periodo gennaio-agosto
Il deficit di bilancio della Grecia è cresciuto del 22% su base annua nei primi otto mesi dell'anno, attestandosi a 18,1 miliardi di euro contro i 14,8 miliardi. Lo ha reso noto il Ministero delle Finanze ellenico.
Nello specifico, le entrate sono state pari a 30,7 miliardi di euro, in calo del 5,3% anno su anno, mentre le spese sono state di 47,4 miliardi, in rialzo dell'8,1%. Il target del deficit di bilancio della Grecia è pari a 17,1 mld di euro per quest'anno (7,6% sul Pil), in calo dai 24,1 mld del 2010.

Bce ha acquistato la settimana scorsa 13,96 miliardi di euro di titoli di Stato
La scorsa settimana la Banca centrale europea ha regolato acquisti di titoli di Stato per 13,96 miliardi di euro, in linea con i 13,305 mld di euro dei sette giorni precedenti.
Lo ha reso noto la stessa Bce, che comunque non fornisce le cifre sugli acquisti di titoli di Stato dei singoli Paesi. Domani l'Eurotower cercherà di effettuare operazioni di sterilizzazione per 143 mld di euro, pari all'ammontare di bond acquistati nell'ambito del Securities Market Program.

La Svizzera semina zizzania nell'Unione europea
Di Tanguy Verhoosel, swissinfo.ch
Gli accordi fiscali bilaterali che la Confederazione ha concluso in agosto con la Germania e la Gran Bretagna stanno creando una certa tensione in seno all'Ue. Secondo il Lussemburgo, essi dovranno condurre alla rinegoziazione delle regole sulla fiscalità del risparmio.
 Gli accordi secondo il modello di Rubik [cioé la proposta di tassare in Svizzera i capitali dei cittadini europei, riversando in seguito la somma ai rispettivi erari ma mantenendo la privacy del cliente] sono stati parafati in agosto e dovrebbero essere firmati in autunno. Seguirà la procedura di ratificazione, mentre l'entrata in vigore è prevista a inizio 2013.
Per Berna, l'interesse degli accordi in questione è la possibilità di preservare il più possibile la sfera privata dei clienti delle banche elvetiche; dal canto loro, Berlino e Londra sperano di riuscire a recuperare senza troppa fatica svariati miliardi di euro.
Il sistema di Rubik presenta due aspetti fondamentali: la regolarizzazione anonima degli averi che gli evasori tedeschi e britannici hanno nascosto nelle banche svizzere in passato, e – per il futuro – la tassazione effettiva di tutti i redditi patrimoniali e gli utili da capitale imponibili nei rispettivi paesi.
Dal canto suo, la Svizzera applicherà delle imposte liberatorie alla fonte sia per il passato, sia per il futuro. Il tasso d'imposizione effettivo si situerà tra il 20% e il 25% durante la fase di regolarizzazione. Per quanto concerne il futuro, il tasso d'imposizione varierà tra il 26,375% e il 48% in funzione della legislazione in vigore nel paese.

Riunione il 22 settembre
 Questi accordi sono compatibili con la legislazione europea sulla fiscalità del risparmio – attualmente in fase di ridefinizione – e con il relativo accordo che la Confederazione ha concluso nel 2004?
A questo proposito, il commissario europeo alla fiscalità Algirdas Semeta ha dichiarato l'8 settembre che la questione è ancora aperta: «I testi non sono ancora disponibili. Spero che la Gran Bretagna e la Germania li presentino il 22 settembre in occasione di una riunione del gruppo di lavoro sulla fiscalità dei Ventisette. Nell'attesa, è difficile prendere posizione».
Semeta ha però aggiunto: «Abbiamo avuto numerosi contatti con rappresentanti della Germania e della Gran Bretagna, i quali ci hanno assicurato che gli accordi bilaterali raggiunti con la Svizzera non violano la direttiva europea sulla fiscalità del risparmio né l'accordo in quest'ambito tra l'Ue e la Confederazione. Verificheremo tutto ciò, tenendo presente che dal profilo del diritto internazionale la direttiva e l'accordo Svizzera-Ue prevalgono su qualsiasi intesa bilaterale».

Cauto ottimismo
 A Bruxelles sembra comunque esserci un certo ottimismo: la conclusione degli accordi tra la Confederazione, la Germania e la Gran Bretagna potrebbe infatti facilitare la rinegoziazione dell'accordo tra la Svizzera e l'Unione europea sulla fiscalità del risparmio.
Infatti, il campo d'applicazione dei recenti accordi è molto più vasto rispetto a quello dell'attuale regolamentazione europea. Nella capitale belga si ritiene che ciò potrebbe aiutare i Ventisette a convincere la Svizzera a estendere la portata del suo accordo con l'Unione a nuovi prodotti, trovando nel contempo una migliore combinazione tra il principio della trattenuta alla fonte e quello dello scambio d'informazioni.

Il Lussemburgo si fa sentire
Il Lussemburgo rischia però di mettere i bastoni tra le ruote della Commissione europea. In una recente dichiarazione, il suo Ministero delle finanze ha infatti evidenziato che il modello di trattenuta alla fonte – sempre difeso dal Gran Ducato – costituisce un elemento chiave degli accordi sottoscritti dalla Svizzera. Di conseguenza, «ciò dovrà avere un impatto sui negoziati concernenti la fiscalità del risparmio».
In altre parole: se la Germania e la Gran Bretagna accettano di mantenere il segreto bancario elvetico, non vi è motivo di far pressione – in seno all'Ue – su Lussemburgo e Austria affinché accettino di passare dal sistema dell'imposta alla fonte a quello dello scambio automatico d'informazioni tra amministrazioni fiscali.
Algirdas Semeta non è d'accordo: «Lo scambio automatico d'informazioni è la regola vigente in seno all'Unione europea. L'applicazione della ritenuta alla fonte da parte di Austria e Lussemburgo è stata autorizzata soltanto transitoriamente. Il discorso è diverso per i paesi terzi: l'Unione esige che questi applichino delle misure equivalenti alle sue, ma non identiche. L'importante è che rispettino gli standard OCSE sullo scambio d'informazioni». Chi vivrà, vedrà.
 Tanguy Verhoosel, swissinfo.ch
Bruxelles
traduzione e adattamento: Andrea Clementi

Crisi: Fmi, migliorare analisi bilanci
Necessario per evitare nuovi casi 'insostenibilita''
12 settembre, 20:35
(ANSA) - NEW YORK, 12 SET - Il Fondo monetario internazionale deve migliorare le proprie analisi sul debito dei singoli Paesi per evitare nuovi casi Grecia o Irlanda, che non e' stato in grado di prevenire. Lo afferma lo stesso Fmi in uno studio.
 ''Ammodernare le analisi sulla sostenibilita' delle finanze pubbliche e del debito e' divenuto necessario, soprattutto alla luce della recente crisi e dei crescenti timori sulla sostenibilita' in alcune economie avanzate'', evidenziano gli esperti del Fondo.

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