venerdì 20 luglio 2012

(5) XX.VII.MMXII/ Napoli: I dati che abbiamo, riferiti all'uso di quei territori come discariche di rifiuti tossici e illegali esportati dalle grandi fabbriche del Nord, segnalano che vi è una sorgente di rischio molto importante, dichiara Clini, secondo cui i dati dell'Istituto Pascale tornano. Le colpe non sono da imputare all'assenza dello Stato, sottolinea il ministro, quanto alla «assenza di capacità di governo di quei territori.

Napoli. Aumento tumori e rifiuti, il ministro chiede un interventi dei carabinieri
Palermo. Regione, perizie e incarichi: nel mirino dell'Ue appalti in 56 comuni                                                                           Province, ecco le 43 che si salvano
Grecia: Bce non accetta titoli greci come collaterale per prestiti banche
Spagna:regione Valencia chiede aiuto


Napoli. Aumento tumori e rifiuti, il ministro chiede un interventi dei carabinieri
Clini: «Le colpe non sono da imputare allo Stato ma alla «assenza di capacità di governo di quei territori»
NAPOLI - «Ho già chiesto al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di intervenire e farmi un rapporto, che credo arriverà sul mio tavolo entro pochi giorni. Potremmo prendere dei provvedimenti la prossima settimana». È quanto afferma, in un'intervista ad Avvenire, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, in merito all'aumento dei casi di morte per malattie oncologiche rilevato nel napoletano e nel casertano dall'Istituto per la cura dei tumori Pascale di Napoli, e che potrebbe essere correlato all'emergenza rifiuti e ai fumi tossici dei roghi di immondizia.
«I dati che abbiamo, riferiti all'uso di quei territori come discariche di rifiuti tossici e illegali esportati dalle grandi fabbriche del Nord, segnalano che vi è una sorgente di rischio molto importante», dichiara Clini, secondo cui «i dati dell'Istituto Pascale tornano». Le colpe non sono da imputare all'assenza dello Stato, sottolinea il ministro, quanto alla «assenza di capacità di governo di quei territori». Accanto a questo «c'è un circuito dell'illegalità che alimenta anche le componenti di malavita organizzata, che sui rifiuti hanno costruito molte fortune».
In questa situazione «vorrei far emergere di chi sono le responsabilità di intervenire, facendo subito in modo che chi ha tali responsabilità se le assuma davvero e le eserciti», prosegue Clini, che esclude l'ipotesi di commissariamento. «Coi commissariamenti - dice - chi ha le responsabilità in genere ne viene liberato. Deve invece accadere l'opposto».

Palermo. Regione, perizie e incarichi: nel mirino dell'Ue appalti in 56 comuni                                                                                                              
Da Bruxelles hanno constatato un bando del 2009 dell’assessorato alle Attività produttive con cui venivano assegnati circa 95 milioni per realizzare aree produttive destinate agli artigiani
di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Al Comune di Camporeale hanno affidato l’incarico di progettista dei lavori senza una gara pubblica. Il Comune di Castelbuono ha invece assegnato il ruolo di responsabile del procedimento a un funzionario che non aveva i titoli. A Chiusa Sclafani è stata autorizzata una perizia di variante che ha fatto lievitare i costi di 130 mila euro malgrado l’Europa vieti espressamente lavori aggiuntivi.
E così dalle carte della corrispondenza fra Regione e Bruxelles per evitare che diventi definitivo lo stop a 600 milioni, emerge il business delle perizie di variante e dell’affidamento degli incarichi tecnici negli appalti finanziati con i fondi comunitari. Ci avevano visto giusto, a Bruxelles, nel contestare un bando del 2009 dell’assessorato alle Attività produttive con cui venivano assegnati circa 95 milioni ai Comuni per realizzare aree produttive destinate agli artigiani. La Commissione europea ha contestato il fatto che la graduatoria avesse ammesso a finanziamento praticamente tutti i progetti arrivati: nessuna selezione, contributi quasi a pioggia. Da qui la richiesta: verificare i progetti e togliere il finanziamento nei casi in cui emerga che non sono tecnicamente validi. E dalle verifiche, avviate e non ancora inviate a Bruxelles, i primi errori e le prime irregolarità sono emerse subito. Il verbale che fa seguito all’ispezione presso il Comune di Camporeale, che ha ottenuto un finanziamento di un milione, «ha violato le norme comunitarie 92/50 e 93/38 che regolano l’affidamento della direzione dei lavori al progettista».
Ne consegue che sarebbe irregolare pure il pagamento della parcella. Un errore analogo lo hanno commesso a Castelbuono affidando il ruolo di responsabile di tutto il procedimento dell’appalto a un dipendente che non aveva i requisiti. La conseguenza di questa irregolarità potrebbe essere l’annullamento di tutti gli atti firmati dal funzionario e quindi lo stop al progetto con la revoca del finanziamento da quasi 2 milioni. Da Palermo gli ispettori si sono mossi parecchio su questo bando che all’Ue non piace affatto. Le verifiche sono state fatte anche se non hanno ancora portato a decisioni definitive. E irregolarità sono emerse in molti dei 56 Comuni che hanno ottenuto i fondi. In altri verbali si legge di affidamento dei lavori tecnici (progettista, direttore e collaudatore) fatto con chiamata diretta: la legge italiana prevede che sia possibile se la parcella è inferiore ai 20 mila euro ma per Bruxelles serve comunque una procedura selettiva. Nel caso di Chiusa Sclafani è stata contestata la mancanza di evidenza pubblica nell’affidamento di incarichi per direzione dei lavori, collaudi e verifiche geologiche che sono costati 116 mila euro. Bruxelles contesta inoltre la perizia di variante del Comune di Chiusa Sclafani che dallo stesso bando ha ottenuto quasi un milione e trecentomila euro salvo poi chiederne altri 130 mila a lavori iniziati. Per la Commissione europea «il fatto non è stato nè valutato nè rilevato in sede di verifica e in ogni caso non è giustificabile». Le perizie sarebbero consentite solo in presenza di un cambio di normativa nazionale o di calamità naturale. Altre perizie di variante contestate sono emerse Sambuca di Sicilia che ha ottenuto fondi per 3,2 milioni. Sull’assegnazione al Comune di Mascalucia di 3 milioni e 920 mila euro la Commissione solleva dubbi invece in relazione ai punteggi assegnati al progetto. Circostanza che ha portato ad ammettere a finanziamento anche progetti che hanno ottenuto 3 o 6 punti su 110 come nel caso dei Comuni di Vittoria e Aragona. Il blocco dei fondi europei non riguarda solo la Sicilia. Nella lista nera comunicata da Bruxelles ci sono anche Sardegna (circa 140 milioni), Calabria (190 milioni) e Campania mentre l’Abruzzo ha ricevuto un primo avvertimento.

Province, ecco le 43 che si salvano
ROMA - Sulla base dei criteri di riordino delle Province approvati oggi dal Cdm, l'Ansa ha calcolato, su dati Istat, le Province salve e quelle che invece verrebbero accorpate.
 In Piemonte, su otto Province attuali, quelle salve sarebbero Torino, Cuneo e Alessandria; via le attuali Province di Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara.
 In Lombardia rimarrebbero Milano Brescia, Bergamo, Pavia, mentre dovrebbero essere accorpate le attuali Province di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese.
 Nel Veneto rimarrebbero in vita Venezia Verona e Vicenza. Accorpamento in vista per Rovigo, Belluno, Padova, Treviso.
 In Liguria su quattro Province attuali ne scompaiono due, Savona e Imperia; salve Genova e La Spezia.
 In Emilia Romagna sì a Bologna, Parma, Modena e Ferrara; accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza.
 In Toscana, su 10 Province, si salverebbe solo Firenze (via Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno).
 In Umbria rimane solo Perugia, "salta" Terni.
 Nelle Marche sarebbero salve Ancona Pesaro e Urbino, mentre non hanno i requisiti per sussistere Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.
 Nel Lazio rimarrebbero Roma e Frosinone, ma dovrebbero essere accorpate Latina, Rieti e Viterbo.
 In Abruzzo non subirebbero accorpamenti L'Aquila e Chieti.
 In Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso.
 In Campania salve Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori solo Benevento.
 In Basilicata rimarrebbe in vita la Provincia di Potenza, esclusa invece quella di Matera.
 In Puglia su 6 Province se ne salvano solo 3: Bari, Foggia e Lecce, da accorpare Taranto, Brindisi e Barletta-Andria.
 Infine in Calabria, su 5 Province, si salavano Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro; da accorpare Crotone e Vibo Valentia.
 A queste sono da aggiungere le Province nelle Regioni speciali. In Sicilia su 9 ne rimarranno in vita solo 4: Palermo, Agrigento, Catania e Messina. La scure si abbatterà su Caltanisetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.
 In Sardegna una debacle: rimarrà solo la Provincia di Cagliari. Verranno eliminate le Province di Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano.
 Infine in Friuli, su 4 Province iniziali, due rimangono in vita, Trieste e Udine, due vengono tagliate o meglio accorpate: Pordenone e Gorizia.
Venerdì 20 Luglio 2012 - 15:47
Ultimo aggiornamento: 15:48

Grecia: Bce non accetta titoli greci come collaterale per prestiti banche
ultimo aggiornamento: 20 luglio, ore 15:38
Roma, 20 lug. - (Adnkronos) - La Bce non accettera' titoli di Stato greci come collaterale per i prestiti alle banche: lo scambio ''sara' per il momento non ammissibile''. Ad affermarlo in una nota e' la Bce in vista della scadenza del 25 luglio per l'uso di questo strumento. L'Istituto di Francoforte valutera' in seguito la loro ''ammissibilita''' una volta conclusa la missione della troika (Bce, Fmi e Ue), attualmente in corso e che deve essaminare ''i progressi compiuti dalla Grecia nell'ambito del piano''. Esigenze di liquidita', si legge nella nota, ''possono essere affrontate con la Banca centrale nazionale in linea con gli accordi dell'Eurosistema esistenti''.

Spagna:regione Valencia chiede aiuto
Primo ente locale a usare fondo nazionale da 18 mld
20 luglio, 16:34
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - La Comunidad Valencia ha chiesto il salvataggio allo Stato centrale usando, prima fra le regioni autonome, il nuovo strumento ideato da Madrid per fornire liquidita' agli enti locali. La decisione si e' resa necessaria ''per fare fronte alle scadenze di debito del 2012''. I governi locali potranno attingere risorse da un fondo da 18 miliardi di euro, ma in contropartita dovranno sottostare a una serie di impegni e sanzioni sulla falsariga di quelli europee.
 

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