giovedì 16 dicembre 2010

La ricchezza (vera) delle regioni

14/12/2010 
Nell'ottava edizione del Rapporto Quars, la classifica del benessere sostenibile. In testa il Trentino Alto Adige, scendono Lazio e Lombardia, restano i problemi del Sud. Il Rapporto sarà presentato il 16 dicembre a Roma alla Conferenza nazionale di Statistica.

Sono passati vent’anni dalla prima edizione dell’Indice di Sviluppo Umano e otto dal primo rapporto Quars, anni in cui il paradigma della crescita è stato messo fortemente in discussione. Una diretta conseguenza della crisi del modello di sviluppo basato sulla crescita economica è stato l’insorgere di nuove questioni su parametri, modelli e indicatori per misurare il benessere, che ha dato vita negli anni a un dibattito molto vivace e a molti studi e ricerche, e si è assistito a un proliferare di indicatori alternativi al Prodotto interno lordo, sia nella forma di indicatori sintetici che in quella di vere estensioni del Pil. Il filo rosso che lega questi indicatori è quello di offrire una misura quantitativa che, al di là della crescita economica in senso stretto, tenga in considerazione gli aspetti sociali, ambientali e distributivi che rappresentano l’essenza del concetto della qualità dello sviluppo. Il Pil misura la ricchezza delle nazioni, è vero, ma non dà nessuna informazione sulla qualità sociale di un territorio, sulla sostenibilità ambientale, né sulla dimensione di equità e di ridistribuzione delle risorse. In questo contesto si inserisce il lavoro della campagna Sbilanciamoci! e la decisione di realizzare il Quars, un indicatore di benessere sostenibile. A differenza del Pil, il Quars tenta di coniugare diversi aspetti dello sviluppo al fine di ottenere una classifica delle regioni italiane che premi quelle in cui lo sviluppo economico è accompagnato a un elevato benessere, inteso come qualità ambientale e sociale.

Ambiente, Economia e Lavoro, Istruzione e Cultura, Diritti e Cittadinanza, Pari opportunità, Salute, Partecipazione: sono queste le dimensioni che definiscono il benessere sostenibile e misurano lo sviluppo di qualità secondo il Quars. Ed è dalla media semplice di questi sette macro indicatori che si ottiene la classifica finale delle regioni italiane, classifica che non favorisce una dimensione a scapito delle altre, ma attribuisce a tutte lo stesso valore e peso. È chiaro che questa scelta esplicita, ancora una volta, il modello che si vuole rappresentare, e attraverso di esso la traiettoria di sviluppo su cui i territori possono incamminarsi per incrementare il benessere in modo sostenibile.

Obiettivo del Quars, infatti, è non soltanto quello di offrire una fotografia del benessere che superi l’equazione ricchezza = benessere, ma anche monitorare e indirizzare lo sviluppo di un territorio in un quadro di sostenibilità del benessere, che includa aspetti di redistribuzione ed equità.

Le variabili che compongono il QUARS sono in tutto 41, raggruppate nelle 7 dimensioni
Ambiente: valutazione dell’impatto ambientale che deriva dalle forme di produzione, distribuzione, consumo e buone prassi intraprese per mitigarne gli effetti negativi.
Economia e Lavoro: condizioni lavorative e di reddito garantite dal sistema economico e dalle politiche redistributive eventualmente messe in atto.
Diritti e Cittadinanza: servizi ed inclusione sociale di giovani, anziani, persone svantaggiate e migranti.
Pari opportunità: assenza di barriere basate sul genere alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale.
Istruzione e Cultura: partecipazione al sistema scolastico, qualità del servizio, istruzione della popolazione, domanda e offerta culturale.
Salute: qualità ed efficienza dei servizi sanitari, prossimità, prevenzione
Partecipazione: partecipazione politica e sociale dei cittadini.

Nella classifica del Quars si distinguono nelle prime posizioni le regioni del Centro e del Nord (dove alcune regioni come il Veneto e la Lombardia evidenziano comunque difficoltà e lacune), mentre nella parte bassa seguono le regioni del Centro e del Mezzogiorno. Anche quest’anno la soglia dei valori positivi del Quars è al livello dell’undicesima posizione occupata dalla Liguria. Al di sotto di questa posizione si susseguono le regioni che ottengono risultati inferiori alla media. Questa soglia, ancora una volta, torna a marcare l’evidente divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. Tuttavia si riscontra un ri-posizionamento delle regioni centrali: se Lazio e Abruzzo continuano nel loro ruolo di cuscinetto fra le due Italie, è evidente che l’Umbria, con un guadagno di ben 4 posizioni, ha compiuto un notevole progresso verso la qualità del benessere, avvicinandosi alle prime posizioni della classifica e attestandosi su un livello pari a quello di Marche e Veneto. Le piccole regioni, quindi, sembrano essere quelle in cui le diverse dimensioni del benessere stanno andando in una direzione di sostenibilità.

Anche quest’anno il Trentino Alto Adige si conferma alla prima posizione dell’indice grazie ai risultati eccellenti ottenuti in Ambiente, Economia e Lavoro, e Partecipazione, ed alle buone prestazioni nelle sezioni sui Diritti e Cittadinanza e sulle Pari Opportunità. Al secondo posto si posiziona l’Emilia Romagna, con risultati ben al di sopra della media per tutti i macro-indicatori, eccezion fatta per quello relativo all’Ambiente che si colloca leggermente al di sotto di essa. Recupera due posizioni rispetto allo scorso anno e si piazza al terzo posto la Toscana: una regione che eccelle nelle pari opportunità (sempre relativamente al contesto regionale), nella dimensione economica e nel livello d’istruzione, e raggiunge buoni risultati in termini di partecipazione e qualità ambientale. La Valle d’Aosta si colloca al quarto posto, perdendo di una posizione rispetto al 2009. Questa regione riconferma valori fra i più alti della penisola in Pari opportunità e Ambiente, e continua un percorso di miglioramento nei diversi macro-indicatori, avanzando soprattutto nella dimensione dei Diritti; al contrario si riscontra un andamento negativo nell’indice relativo alla Salute e, anche quest’anno, il peggiore risultato in Istruzione e cultura. Il Friuli Venezia Giulia perde una posizione collocandosi al quinto posto; la regione conferma ottimi risultati in Salute, Diritti e cittadinanza e Economia e lavoro, a fronte però di valori leggermente al di sotto della media in Ambiente e Pari opportunità. Umbria, Marche e Veneto seguono con praticamente lo stesso risultato in termini aggregati in cui si distinguono però situazioni differenziate: per l’Umbria, che ricordiamo ha fatto un salto di ben 4 posizioni nella classifica, sono punti di forza Salute, Istruzione e Pari opportunità, mentre sono leggermente critici i dati sulla qualità ambientale e sulla Partecipazione. Le Marche ottengono risultati particolarmente buoni in Pari opportunità e Diritti, mentre il macro-indicatore Ambiente è di pochissimo al di sotto della media; infine il Veneto si colloca molto bene negli indicatori relativi a Economia, Salute e Partecipazione ma a un livello al di sotto della media in Istruzione e Cultura. La Lombardia perde un posto nella classifica del Quars: dalla nona posizione in poi inizia quella zona grigia della classifica dove a risultati buoni o molto buoni, si alternano performance poco o molto inferiori alla media. Il caso del Piemonte è abbastanza particolare: questa regione ha perso tre posizioni nella classifica del Quars di quest’anno, tuttavia i risultati ottenuti sono positivi in tutte le dimensioni, a testimonianza di come pur restando una regione piuttosto equilibrata, il Piemonte abbia perso leggermente terreno rispetto alle altre regioni italiane. La Liguria chiude la tornata di regioni che ottengono un Quars positivo: anche in questa regione le performance negative devono essere attribuite alla componente ambientale, mentre Diritti e Salute sono le dimensioni in cui ottiene i migliori piazzamenti.

Apre la parte negativa della classifica l’Abruzzo con un risultato praticamente in media, dal momento che quattro dimensioni su sette si collocano al di sopra della media e il valore del Quars è prossimo allo zero. Il Lazio quest’anno perde una posizione: anche se si colloca ancora una volta al primo posto in Istruzione e cultura, si evidenzia il trend negativo riguardo a Salute, Diritti e cittadinanza, Ambiente e Pari opportunità, anche se quest’ultimo macro-indicatore è molto prossimo alla media. Sardegna, Molise e Basilicata seguono con valori pressoché analoghi: la performance di queste regioni è simile, con risultati in prevalenza negativi ma con qualche dato sopra la media. Nel caso della Sardegna e della Basilicata il macroindicatore Ambiente si colloca sopra la media complessiva, mentre per il Molise i dati positivi sono quelli relativi a Diritti e Cittadinanza e Istruzione e Cultura.

Il cluster di regioni che segue e chiude la classifica del Quars mette in luce per l’ennesima volta quanto sia necessario intervenire nei territori del mezzogiorno per migliorare il livello di benessere e sostenibilità. Le restanti regioni, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, presentano valori al di sotto della media in tutte le dimensioni del Quars, risultato che ormai si conferma da tempo, andando così ad occupare, nell’ordine, le ultime quattro posizioni dell’indice. Su 41 indicatori utilizzati per la costruzione del Quars 2010 sono pochissim
asterisco.
Vent’anni son tanti. Una vita, direbbe un giovane padre che non c’e’ piu’, forse per la conseguenza della crisi del modello di sviluppo basato sulla crescita economica; ma direbbe: cazzo dici?
Parametri, modelli e indicatori a misurare il benessere, sintetici. Come se si potesse misurare il sapore dei maccheroni al sugo, quello della granita di caffe’, della pastiera piuttosto che del cannolo. Lo sciacquio sulla battigia o il belare nella stalla. O la sottile, aspra, filettata scia di fuligine mischiata all’evaporo dal terreno rigurgitante porcherie sintetiche nelle periferie padane. Come si potesse misurare la profondita’ di un sorriso, il suo grado di sincerita’ o di formalismo, dettato dalle circostanze.
Il filo rosso. Gia’, il filo rosso c’e’ da quando qualcuno pensa di poter dire, asserire, sentenziare affinche’ gli altri ascoltino assorti nelle scemenze: il filo rosso lega questo a quello, l’indicatore che è quello che offre la misura quantitativa che tiene in considerazione gli aspetti sociali, ambientali e distributivi che rappresentano l’essenza del concetto della qualità dello sviluppo. Troppi ‘che’, non mi piace.

Bella chiavica, direbbe un mio amico, vivente e sognante. Mi piacerebbe sentirlo commentare la “qualità sociale di un territorio”, sulla “sostenibilità ambientale”, sulla “dimensione di equità e di ridistribuzione delle risorse. Forse e’ meglio di no. Direbbe bella chiavica.
Poi c’e’ anche il Quars, indicatore di benessere sostenibile, come se uno col benessere azzeccato a dosso si preoccupi dell’eventualita’ di non poterlo piu’ sostenere addosso, come un bel vestito. Ai visto mai? Bella chiavica.
Pero’ - a differenza del Pil - il Quars tenta di coniugare diversi aspetti dello sviluppo al fine di ottenere una classifica delle regioni italiane che premi quelle in cui lo sviluppo economico è accompagnato a un elevato benessere, inteso come qualità ambientale e sociale. Bella cosa, geniale. Perche’ spesso, il benessere si trova, che so’, in alta carnia, nella provincia di rovigo, nella bassa cuneese, nell’entroterra ligure, sull’appennino tosco-emiliano, non certo in provincia di Matera, Caserta, Avellino, Lecce, Ragusa. Vuoi mettere?
Gia’, vuori mettere un piatto di alici fresche con la classifica delle regioni, ma che dici, scherzi? No, meglio la classifica, che fa il paio con quella del campionato di calcio. Lo scudetto te lo schiaffi sul petto, per un intero anno. Primo della classifica, regionale. Bella chiavica.
Ambiente, Economia e Lavoro, Istruzione e Cultura, Diritti e Cittadinanza, sono categorie distinte, obbedienti – ognuna – a leggi oggettive e casuali indipendenti. Se non fosse cosi’ gli USA sarebbero il paradiso terrestre.
E non lo sono. Non capite che non c’e’ base scientifica nel collegare tra loro categorie disomogenee, che questa operazione legittima la scintificita’ delle previsioni sul Lotto basate sui ritardi. Se voi avete il filo rosso, perche’ non dovrebbero averlo anche quelli che vendono previsioni del Lotto in tv, basandosi sul filo rosso dei ritardi? La media aritmetica delle classifiche comparate, che produce la classifica generale? De che? La media aritmetica come traguardo? Bella chiavica.
Adesso basta, chiavica, tieniti pure la sintetica coglioneria, ti auguro di vivere ancora – per tutta la tua vita – nell’ossidabile fiducia per gli indicatori sintetici, anche per quelli in brodo, vegetale. Da quello del Trentino a quello friulano.
La ricchezza (vera) delle regioni, eccola qua:
15 dicembre 2010 -
Più di 4.700 mamme ‘under 19′, per la precisione 4.732, concentrate per la metà in regioni del Sud come la Sicilia (780), che detiene il record nazionale, la Campania (644), la Puglia (441) e la Calabria (137).
Sono i dati del 2008, gli ultimi disponibili, resi noti oggi in occasione del convegno ‘Adolescenti, sesso, Internet e tv: comportamenti virtuali e rischi reali – A 35 anni dalla nascita dei consultori le esigenze dei ragazzi oggi’, organizzato dalla Societa’ italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo): ecc. ecc.
Il filo rosso della qualita’ della vita? E’ questo: migliaia di battesimi, comunioni, cresime, centinaia di matrimoni e decine di migliaia di battesimi, decine di migliaia di comunioni e via vivendo. Milioni di pranzi, sorrisi e lacrime, la vita, alla faccia degli indicatori del pietoso, secco, povero nord padano.

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