lunedì 13 dicembre 2010

Operai Geas da mesi senza stipendio: «Costretti a vivere a pasta e insalata»

L'UNIONE SARDA.it - Lunedì 13 dicembre 2010 07.39
Sergio Muscas, moglie casalinga e figlia all'università, spiega le ragioni che hanno portato i lavoratori Geas allo sciopero: «Siamo senza salario da 4 mesi, ormai non riusciamo più ad andare avanti».


Pasta in bianco e insalata. Da quasi due mesi è questo il pasto tipo che Sergio Muscas condivide ogni giorno con moglie e figlia. Qualche volta compra la carne. Il pesce invece costa troppo. «Purtroppo non possiamo permetterci altro - si dispera -, perché siamo una famiglia mono reddito, diventata da un po' senza reddito e basta. Mia moglie è casalinga e io non ricevo più lo stipendio da quattro mesi».
 
SENZA STIPENDIO Sergio Muscas ha 55 anni, vive in affitto in un appartamento di circa 70 metri quadri a Sant'Avendrace. È uno dei 104 operai della Geas che in questi giorni stanno bloccando i treni sardi. «Mi alzo sempre alle 5 del mattino - racconta -, e tra scioperi, sit-in, blocchi dei treni, incontri e manifestazioni passo tutte le giornate in stazione. Torno a casa a pezzi e di notte non riesco più a chiudere occhio perché sono troppo preoccupato». Nei primi due mesi senza salario, la famiglia Muscas è riuscita a tirare avanti dando fondo a tutti i risparmi. «Poi la situazione è precipitata - prosegue Sergio Muscas -, non avendo più i miei 1.000-1.100 euro mensili, andare avanti è diventato di fatto impossibile. Ormai non sappiamo più come pagare i 400 euro dell'affitto e non possiamo comprare niente. Il sussidio da 1.350 euro che ci ha dato di recente la Regione si è rivelato un aiuto prezioso, ma è finito subito. Per tornare a vivere è necessario che riprendano a darci lo stipendio ogni mese».
NUOVA POVERTÀ La famiglia Muscas ha rinunciato a tutto. «Sono mesi ormai che non posso mangiare una pizza con mia moglie e mia figlia o che non faccio colazione al bar coi colleghi - dice l'operaio -. In casa avremmo tutti bisogno di vestiti, ma non abbiamo i soldi. L'unica nota lieta è che mia figlia ha una borsa di studio, altrimenti si sarebbe dovuta ritirare dall'università, dove è iscritta a Scienze della Comunicazione».
LA VERTENZA Muscas lavora in ferrovia da trent'anni, eppure non si sente al sicuro. «L'impresa Nord Servizi voleva subentrare tagliando trenta di noi - ricorda -, per noi il futuro è sempre stato incerto, ma oggi la situazione è ancora più confusa. Ci auguriamo l'arrivo di una società seria che non licenzi nessuno e ci paghi regolarmente lo stipendio». Stasera il prefetto, Giovanni Balsamo, sarà a Roma per incontrare l'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano. I lavoratori della Geas, la cui precettazione è scaduta ieri, si attendono una svolta positiva. In caso contrario sarà nuovamente sciopero. PAOLO LOCHE
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