lunedì 13 dicembre 2010

In Lombardia e nel Veneto le casse sono ormai a secco. Con i tagli in arrivo si rischia il crac prima del federalismo

MARCO ALFIERI - MILANO - Sui cartoncini di Natale c'e' il fermo immagine di un attaccante della nazionale Padana che calcia la palla in rete mentre sugli spalti il popolo verde esulta facendo ondeggiare uno striscione con su scritto «federalismo». Sono gli auguri di Umberto Bossi spediti ai militanti e agli oltre 350 sindaci leghisti.

«E' un sogno che si avvera...», scrive La Padania. Ma chissa' che ne pensano a Isola di Fondra, piccolo Comune di 180 anime in Alta Val Brembana, costretto a chiedere un contributo straordinario al Bacino imbrifero montano (Bim). Per finire sul lastrico e' bastato perdere una causa vecchia di 23 anni arrivata a sentenza coi soliti tempi biblici della giustizia italiana. Correva l'anno 1987: un camion precipita lungo la scarpata della vecchia strada provinciale. Per il Comune «e' un evidente errore del conducente - racconta il vice sindaco, Carletto Forchini ma per la magistratura la frana e' colpa dell'incuria». Del Comune, si intende. Il contenzioso e' un salasso per la piccola comunita' bergamasca: 180 mila euro da pagare sull'unghia. «Se non fosse per il Bim che ci ha acceso un prestito senza oneri, saremmo al dissesto». Per Forchini infatti il piatto piange. «Ci hanno tolto l'Ici e non possiamo alzare l'addizionale per via del blocco della leva fiscale. Ormai mandiamo avanti i servizi pubblici con il volontariato: la neve da spalare, la manutenzione dell'acquedotto». Sperando che ci siano i volontari. Il debito da rimodulare Anche la piccola Cunardo, Varesotto al confine con la Svizzera dove la Lega spopola, si e' vista tagliare di ben 55 mila euro i trasferimenti da Roma (su un totale di 500 mila). Il sindaco Angelo Morisi, di professione mobiliere, alla guida di una lista civica, ha dovuto chiedere la rimodulazione del debito alla Cdp per avere subito 18 mila euro di liquidita' e pagare un mutuo che va in ammortamento nel fondo sociale e al sostegno affitti della Regione, a sua volta falcidiata da Roma. Risultato: «Facciamo da anni un trasporto alunni: saremo ancora in grado?». Isola di Fondra e Cunardo, due paeselli lontanissimi dalle tentazioni dei derivati e dalla vanagloria del socialismo municipale, sono la metafora di un territorio affamato di federalismo che rischia di arrivare in apnea all'appuntamento. Il blocco delle aliquote, l'abolizione dell'Ici prima casa, i tagli lineari senza distinguere tra virtuosi e spreconi, il Patto di stabilita' sopra i 5 mila abitanti e il crollo degli oneri di urbanizzazione, stanno prosciugando i municipi, uccidendo in culla il sogno federalista, se mai arrivera'. Secondo i calcoli di Anci Lombardia, nel 2011 i 1536 Comuni della regione saranno costretti ad un ulteriore taglio del 30% nella spesa per investimenti.
In trecento in crisi. Gia' quest'anno piu' di 300 hanno sforato il Patto di stabilita'. Se poi confrontiamo le entrate correnti con le spese di personale e servizi, nella regione piu' ricca d'Italia ci sono almeno mille Comuni a rischio default (dati AidaPa/Il Sole240re)! Piccole realta' come Revere, Castelverde, Alme, Azzano Mella, Blevio, Landriano, Abbadia Cerreto o Cellatica, sono costrette a coprire il disavanzo con entrare straordinarie per valori intorno al 20-30% del totale spese correnti. Insomma il presidio al centimetro della Padania dei campanili a cui la Lega deve molto del suo successo, e' a rischio asfissia prima ancora di vedere «andare in gol il federalismo». Paradossale. Nell'altra Vandea forzaleghista, la situazione e' identica. Diego Marchioro e' il presidente della consulta finanza locale dell'Anci Veneto e sindaco di Torri di Quartesolo, 12 mila abitanti nel vicentino. «I tagli 2011 - spiega - peseranno per oltre 300 mila euro. Quest'anno ce la siamo cavata grazie a 550 mila euro di introiti da oneri di urbanizzazione: ha aperto un garden commerciale che ci ha dato un po' di fiato». Ma l'anno prossimo? «Oltre ai tagli non avremo piu' l'una tantum urbanistica. Abbiamo gia' ridotto gli orari di riscaldamento e della illuminazione pubblica. Purtroppo non bastera'». A Torri ci sono 4 scuole materne di cui tre private «a cui diamo da anni un contributo», prosegue Marchierň. «Dovremo ridurlo se non peggio. Lo stesso con l'asilo nido».
Senza fotocopie. Appena fuori da Torri molti Comuni sono sul lastrico. A Longare non hanno nemmeno i soldi per la carta delle fotocopie. Nel trevigiano ci sono scuole materne che chiedono ai genitori di mettere nello zainetto dei bimbi la carta igienica. E sono paesi ben gestiti. «Avanti cosi' al federalismo non ci arriviamo...», taglia corto Marchioro. La serie storica e' impressionante. Dal 2003 al 2009 i Comuni veneti hanno subito tagli pari al 27% del totale trasferimenti da Roma. Nel 2011 arrivera' un altro colpo di scure da 260 milioni (300 nel 2012). Ormai 320 municipi su 581 hanno i bilanci in rosso. Per un po' l'emergenza e' rimasta sottotraccia, dopata dagli oneri di urbanizzazione. Finché la bolla edilizia ha pompato, al prezzo di consumare suolo, i sindaci hanno barattato soldi facili con licenze a costruire. Ma oggi il Bengodi e' finito, e sul tavolo restano solo i tagli e il blocco della leva fiscale. Un'altra volta, in attesa del Godot federalista... «La verita' e' che stiamo diventando tutti dei Comuni creativi», racconta Enrico Rinuncini, giovane sindaco di Ponte San Nicolo, bassa padovana. «Noi abbiamo sempre avuto avanzi di cassa», precisa. I dipendenti sono ridotti all'osso pur avendo servizi importanti: 56 per 13 mila abitanti, «Ma i tagli (400 mila euro sul 2011 e 612 mila nel 2012) e il patto di stabilita' non ci permettono di sistemare l'illuminazione, tappare le buche nelle strade, pagare le imprese, dare i contributi alle societa' sportive, integrare gli affitti alle fasce deboli e garantire il trasporto disabili. Pensate che non ci hanno fatto scorporare dal Patto nemmeno le somme di massima urgenza per l'alluvione (viveri, ghiaia e legna)».
Lombardia, il 68% dei Comuni della regione (1.042 su 1.536) ha le spese che superano le entrate. La spesa corrente e' cresciuta dell'11,2%. 2004-2008 il saldo corrente dei Comuni lombardi si e' ridotto del 42%. Tagli ai comuni lombardi nel 2011: 300 milioni di euro. Nel quinquennio 2004-2008 i Comuni lombardi hanno ridotto del 20% le spese per investimenti. Contributo chiesto ai Comuni lombardi per il rispetto del Patto di stabilita' 2011: 350 milioni di euro.
Veneto, il tot.% dei Comuni della regione (320 su 581) ha le spese che superano le entrate. Nel periodo 2003-2009 i Comuni veneti hanno subito tagli dal governo centrale pari al 27% del totale trasferimenti. Tagli ai comuni veneti nel 2011: 260 milioni. Saranno 300 nel 2012. Contributo richiesto ai Comuni i Comuni veneti per il rispetto del Patto di stabilita' 2011: 280 milioni di euro. 2004-2008 i Comuni veneti hanno ridotto del 18,5% le spese per investimenti. Nel quinquennio la spesa corrente e' cresciuta del 12,4%.
Reference date : 13/12/10 Data Rassegna13/12/10 07.49
Fonte: http://tweb.interno.it/


Nessun commento: