venerdì 7 gennaio 2011

La Cina compra qualsiasi bond, purche’ europeo

Arrotolato sornione sulle nostre cosce, Pechino nelle ultime settimane non perde occasione per farci le fusa. "Cara Europa, stai tranquilla, non lasceremo fallire nessuno dei vostri stati, con la valanga di liquidità che abbiamo compreremo noi i vostri bond", dice in soldoni con una costanza che rasenta la pedanteria.


Diversi Paesi dell`area euro sono in notevole difficoltà perché con una crescita del prodotto interno lordo rasoterra e con il rischio default dietro l`angolo non trovano sufficienti acquirenti per i loro titoli di Stato se non pagando rendimenti sempre più alti.
Perciò la ciambella di salvataggio della Cina dovrebbe essere musica soave per le nostre orecchie.
Eppure l`abbraccio di Pechino potrebbe rivelarsi letale. Sicuramente la Cina sta cercando di diversificare i propri investimenti e dopo essere diventata la maggiore detentrice mondiale di titoli statunitensi vuole utilizzare lo stesso canovaccio anche con il Vecchio continente.
Il problema non è la Cina in sé, ma il fatto che un un Paese così lontano, culturalmente parlando, da noi possa detenere una fetta rilevante di titoli in euro.

Non sono pochi i contrasti politici e strategici che Pechino ha con Washington e con Bruxelles. E un`arma che potrebbe utilizzare per convincere l`Occidente a prendere in maggiore considerazione le sue posizioni, oltre ai cannoni, è proprio l`uso della moneta e del debito pubblico nelle sue casseforti. A un certo punto potrebbe non ragionare più da "semplice" investitore che vuole massimizzare i profitti, ma da politico attento alla propria egemonia sul mondo. Già ora, secondo alcune stime girate ieri sulla stampa francese, controlla più del 7% del debito sovrano dei paesi dell`area euro, pari al 30% circa di quella fetta di titoli di Stato di Eurolandia detenuta fuori dai suoi confini. Ora, dopo aver promesso acquisti alla Grecia, all`Irlanda e al Portogallo, secondo i giornali spagnoli, Pechino si sarebbe comprato 6 miliardi di debito spagnolo.

Il quotidiano Il Foglio ieri ha citato l`economista Mario Deaglio secondo cui il paese della Grande muraglia ha in tasca circa il 15% del debito italiano. E tutti i segnali portano a stimare un incremento di questo investimento.

L`insaziabile appetito della Cina verso i titoli europei sarebbe iniziato la scorsa primavera per intensificarsi durante la recente ondata speculativa che si è abbattuta sulla moneta unica. Alla Bce, che si sta affannando per acquistare titoli pubblici dei paesi in difficoltà - Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna - lo zelo cinese tutto sommato fa comodo, così come ai singoli paesi che compongono l`acronimo "Pigs", (che La Cina è il maggiore detentore straniero di debito pubblico statunitense. Così Washington è sotto ricatto qualcuno vorrebbe integrare con una seconda "r" di Italia). Bruxelles, indaffarata com`è a mettere a punto il nuovo fondo salva-Stati, non reagisce più di tanto a questa avanzata cinese. E perché dovrebbe, visto che le toglie diverse castagne dal fuoco? Forse perché un giorno potremmo svegliarci, impotenti, sotto un pesante ricatto straniero. Per anni Pechino ha riempito le casse della sua banca centrale di valuta europea e statunitense, mantenendo artificialmente basso lo yuan, esportando così a mani basse i suoi prodotti. Di ieri l`ennesima promessa di impegnarsi a rafforzare la flessibilità del tasso di cambio.
Promesse che però non ha mai mantenuto. Anche per questo bisogna prestare la massima attenzione.
Sembra un gatto ma resta un dragone.
 

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