domenica 9 gennaio 2011

Quale futuro per gli operai del Molise?

Difficile la ricollocazione per gli ex dipendenti GeomeccanicaAumento del 14% nel terzo trimestre dell'anno. Su base annua 182mila in più
VENAFRO «E ora che chi darà lavoro? La verità è questa: siamo stati messi in mezzo a una strada». Hanno tra i 35 e i 50 anni. Erano oltre un centinaio.


Poi, con il passare dei mesi, sono diminuiti. Qualcuno è riuscito a trovare un lavoro, qualcun'altro andrà in pensione. Si sono ricontati di recente: arrivano a una settantina. Sono i lavoratori della Geomeccanica, gli ormai ex operai della fabbrica metalmeccanica di Venafro. Oltre quarant'anni di media, alcuni di loro quella fabbrica l'hanno vista nascere e l'hanno fatta crescere. Le migliori attrezzature per trivellazioni, pali e micropali, derivati del ferro e dell'acciaio che il mercato italiano poteva produrre ed esportare, si facevano qui. Fino in Spagna, in Brasile, a Dubai dove la Geomeccanica (ex Cmv) poteva vantare una rete commerciale e uffici di rappresentanza, sono arrivate queste macchine. La notizia della dichiarazione di fallimento da parte del tribunale di Isernia a seguito del rigetto dell'istanza di concordato preventivo proposta dalla proprietà, era nell'aria. Ma da mesi lo spettro della disoccupazione per queste maestranze, altamente qualificate ma dalle caratteristiche difficilmente spendibili in un mercato in atavica crisi, era l'ipotesi alla quale ciascuno sperava di non arrivare. Un anno fa erano davanti ai cancelli della fabbrica. Iniziarono uno sciopero della fame perché, proprio durante le festività, c'era stato il passaparola: qualcuno iniziava a pignorare i macchinari. La crisi di liquidità era nota. Lo era anche tra i creditori. E, in quei giorni, mentre gli operai si scaldavano davanti ai falò, coloro che avanzavano iniziavano a farsi vedere: un'occhiata allo stabilimento per capire se altri erano arrivati prima. Mesi di trattative, riunioni in prefettura, dichiarazioni di sindacalisti e politici. Erano i mesi in cui il termine crisi, in Italia, serpeggiava come il peggiore degli incubi. E nel Molise, quello del nucleo industriale di Venafro-Pozzilli, Geomeccanica era l'emblema della crisi, dopo Ittierre, Proma, Fonderghisa. Fu la Egt di Parma che, per prima, si fece avanti. Non se ne fece nulla. Poi, più di recente, la spagnola Hermagar. Lunedì, nella sede di Venafro della Cgil, ci sarà una riunione nella quale si discuterà anche di quale futuro occupazionale potranno avere i dipendenti. Alla fine accadrà che qualche fortunato forse un lavoro, in qualche modo, lo rimedierà. Ma gli altri? Per chi ha oltre quarant'anni, ha una famiglia monoreddito e vive in questa zona dove di nuove assunzioni non si parla da anni, il fallimento di Geomeccanica è la fine di una speranza. Roberta Muzio
09/01/2011
 

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