sabato 19 marzo 2011

Federali-Mattino. 19 marzo 2011. Bolzano. In migliaia hanno trovato il modo di esporre il loro Tricolore. Non sempre in maniera ortodossa, nel verso giusto. Un'esposizione all'italiana, come viene viene, ché l'importante era avercela, dritta o storta, orizzontale o verticale. Il fatto è che ci sono regole condominiali. Non si possono esporre cose nelle parti comuni. Bastava guardare, per comprendere chi abita in quell'appartamento o nel tal condominio. È stata una sorta di censimento etnico spontaneo. Durnwalder: Vengo pagato per il lavoro che faccio e non per il tricolore. Moody's assegna la tripla A alla Provincia di Bolzano.

Landeshauptmann Luis e' vincente:
Bozen. UNITA' D'ITALIA.
Bozen. Durnwalder: "La Costituzione non prevede l'inno di Mameli prima delle partite"
Bozen. Economia: "Moody's" assegna la tripla A alla Provincia di Bolzano.
Bozen. Tommasini (Pd): "Giornata di festa, la nazione può andare fiera dell'autonomia altoatesina".

Coccarda si coccarda no, la padania dei cachi:
Modena. Espone il tricolore per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Padova. Coccarda tricolore al presidente Zaia per il 150° d'Italia.
Padova. Zaia: "La coccarda? Non si risolvono così i problemi dell'Italia" .

Omelia della Parola Stanca:
Napolitano: ancora difficoltà, soprattutto per lavoro giovani e Sud
Unità Italia, Fini: Rilanciare etica pubblica e rafforzare legalità.
Crocefisso, Corte europea dà ragione all'Italia



Bozen. UNITA' D'ITALIA. Bolzano: nei quartieri italiani migliaia di tricolori da balconi e finestre. In qualche quartiere di più, in altri molto meno. È stata una sorta di censimento etnico spontaneo. Bastava guardare, per comprendere chi abiti in quell'appartamento o nel tal condominio. BOLZANO. Se ne sono esposte a migliaia e, diciamocelo, non se l'aspettava nessuno. E invece, i bolzanini stavolta si sono orgogliosamente riscoperti dei veri italiani. Vista la pioggia fastidiosa e la quasi totale assenza di manifestazioni pubbliche ufficiali (e apartitiche) il bolzanino medio ha deciso di festeggiare l'anniversario in maniera assai elegante, sommessa, disciplinata, necessariamente casalinga: si sono riesumati i Tricolori e li si è esposti fuori casa, ovunque.
In qualche quartiere di più, in altri molto meno. È stata una sorta di censimento etnico spontaneo. Bastava guardare, per comprendere chi abiti in quell'appartamento o nel tal condominio.
Il particolare degno di nota è questo: nemmeno una punta di arroganza, senza tronfi trionfalismi, contro nessuno. Soltanto così: una festa e basta. Come sarebbe dovuta essere se qualcuno non l'avesse rovinata; com'è stata nel resto della Penisola. Uniti, assieme, almeno per una volta.
C'è chi ha cominciato giorni e giorni fa, ma i più si sono attrezzati alla vigilia, tornati a casa dal lavoro. Ieri mattina, poi, quando in tanti hanno alzato le tapparelle e si sono resi conto di cosa stesse accadendo, sono andati a rovistare nei cassetti, negli armadi, in cantina. Qualcuno ha telefonato ai genitori, ai nonni. Perché nel resto d'Italia a vendere le bandiere erano negozi e vucumprà. Ma da noi, vai a trovarne una nuova... Ma non ci si è persi d'animo e in migliaia hanno trovato il modo di esporre il loro Tricolore.
Non sempre in maniera ortodossa, nel verso giusto. Un'esposizione all'italiana, come viene viene, ché l'importante era avercela, dritta o storta, orizzontale o verticale.
Il clou si è registrato nei dintorni di piazza Matteotti, soprattutto nelle vie Torino, Milano, Palermo, Dalmazia. E allora, di primo acchito, verrebbe da pensare ai vecchi nostalgici, agli abitanti di una certa età. E invece no, perché bastava farsi un giro pure a Casanova e a Firmian, i nuovi quartieri dove i più sono coppie giovani con
figli piccoli, le nuove generazioni: pure qui vessilli verde-bianco-rossi appesi a finestre, balconi, giroscale.
Diversissime le dimensioni. C'è chi ha issato un vessilletto piccolo piccolo, con scritto sopra: viva gli Alpini; e c'è chi ha esagerato, esponendo dei bandieroni che chissà dove li hanno presi. L'oscar delle dimensioni a un balcone di via Resia: terrazza ad angolo con un sei metri per tre. Anche Tende Tiozzo, in Zona, avendo materia prima a disposizione, non ha lesinato sulla stoffa. Chi ha veramente esagerato, ma bisogna ammetterlo, con una maliziosa e beffarda alzata di ingegno, è stata la Biancofiore: un bandierone formato da triplice enorme drappo a coprire il duce: coperto sì, ma da un bel Tricolorone.
C'è chi non è riuscito a trovare la bandiera. E allora si è ingegnato altrimenti. Poco importa chi li abbia esposti. Decine di lampioni con tre palloncini: uno verde, uno bianco, uno rosso. Primo premio per l'arte di arrangiarsi, a un balcone di via Palermo: sul filo dello stenditoio pantaloncini verdi, maglietta bianca, maglietta rossa. In tinta, coordinate, addirittura le mollette. C'è poi chi ha riesumato la bandiera marittima, quella con gli stemmi delle quattro repubbliche marinare. E chi, ma pochissimi, hanno dimostrato di possedere conoscenze storiche esatte: dal cassettone della nonna, fuori il tricolore sabaudo.
Qualcun altro, invece, alla Haus der Kultur in via Sciliar, sede degli Schützen, a dieci metri in linea d'aria da palazzo Widmann, ma sul retro, semicelato, ha esposto un bandierone austriaco, listato a lutto. Subito rimosso.

Bozen. Durnwalder: "La Costituzione non prevede l'inno di Mameli prima delle partite"
Il governatore replica così alle polemiche sull'inno da suonare nei campi di provincia. "Il mio 17 marzo? Sono pagato per lavorare, non per il tricolore". BOLZANO. ''Vengo pagato per il lavoro che faccio e non per il tricolore''. Torna alla carica il governatore Luis Durnwalder, che ieri ha trascorso lavorando la giornata festiva dedicata alle celebrazioni del 150/o dell'unità nazionale.
''Io - afferma sulle pagine del Dolomiten - mi attengo alla Costituzione, che ho approfondito più volte''. E Durnwalder parla anche dell'inno di Mameli, dopo alcune polemiche suscitate in Alto Adige dalla richiesta del Coni di intonare Fratelli d'Italia prima delle competizioni sportive: ''Non ho trovato nulla nella Costituzione che indichi l'obbligo di cantare l'inno ad una partita di calcio'', afferma il governatore. ''Sarebbe estremamente auspicabile - conclude - che in Italia tutti si attenessero alla Costituzione come lo fanno gli altoatesini''. Al riguardo l'Alto Adige pubblica la notizia secondo la quale è in arrivo una multa per una squadra di calcio del Meranese, il Naturno, per un rilievo fatto dall'arbitro sulla mancata esecuzione dell'inno prima di una partita.
18 marzo 2011

Bozen. Economia: "Moody's" assegna la tripla A alla Provincia di Bolzano. BOLZANO. L'agenzia di rating Moody's ha assegnato, il punteggio massimo AAA alla Provincia autonoma di Bolzano.
''La conferma di un rating eccellente con previsione di stabilità, in un periodo in cui le economie europee e mondiali tendono ad essere declassate, è per noi motivo di grande soddisfazione'', commenta il governatore Luis Durnwalder.
''Il punteggio ottenuto dalla Provincia è, infatti, superiore a quello ottenuto dallo Stato italiano e dalle altre Regioni'', si sottolinea in una nota.

Bozen. Tommasini (Pd): "Giornata di festa, la nazione può andare fiera dell'autonomia altoatesina". Il vicepresidente della Provincia: "L'Italia può andare fiera dell'autonomia altoatesina". Anche Spagnolli a Roma: "Clima festoso". La presidente del consiglio Unterberger: "Rispettate posizioni diverse". Domenica i bersaglieri di corsa a Ponte Roma. BOLZANO. ''E' stata una bella giornata di festa'': questo il commento del vicepresidente della Provincia Christian Tommasini all'uscita dall'aula di Montecitorio a Roma, dove ha partecipato alle celebrazioni con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano - a Camere riunite - per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini ha partecipato a Roma alla cerimonia per il 150/o anniversario dell'Unità d'Italia.
Nell'aula della Camera dei deputati ha assistito, nei banchi con l'onorevole altoatesina Luisa Gnecchi e il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, al discorso celebrativo pronunciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti a deputati, senatori, rappresentanti di Regioni, Province, Comuni e Istituzioni dello Stato. Tommasini ha ricordato che ''questa occasione di festa è stato il modo migliore per rappresentare i tanti cittadini che hanno voluto ricordare un anniversario storico.''
A Montecitorio, ha proseguito Tommasini, ''ho vissuto il clima di festa già sperimentato in mattinata a Bolzano, due momenti nei quali istituzioni e cittadini hanno riaffermato i valori che ci uniscono e che sono ancorati nella Costituzione: la democrazia, la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà fra cittadini del nord e del sud''. E tra gli elementi di cui l'Italia può andare fiera, ha aggiunto il Vicepresidente della Provincia, ''c'è proprio l'autonomia altoatesina, una delle più avanzate del mondo nella tutela delle minoranze linguistiche.''

Spagnolli: clima festoso e positivo.
A Roma in Parlamento per i 150 anni dell'Unità d'Italia in rappresentanza della Città di Bolzano su invito del Presidente della Repubblica c'era il sindaco Luigi Spagnolli che, dopo aver partecipato alla cerimonia dell'Alzandiera in piazza Municipio , è volato nella capitale per prendere parte al programma dei festeggiamenti. Spagnolli ha sottolineato come le iniziative ufficiali promosse tanto in città quanto nella capitale si siano svolte in un clima festoso e positivo. Spagnolli ha anche sottolineato l'alto profilo del discorso pronunciato alle Camere dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Unterberger: rispettate posizioni diverse.
La presidente del Consiglio provinciale Julia Unterberger esprime soddisfazione per il fatto che le celebrazioni in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia si siano svolte senza scontri. ''Chi voleva festeggiare lo ha potuto fare indisturbatamente, mentre chi non voleva non ne e' stato costretto. Dovremo abituarci al fatto che i gruppi linguistici nella provincia autonoma di Bolzano non si distinguono solo per la lingua e la cultura, ma anche per punti di riferimento diversi: nella storia, nella patria, nei simboli e anche nelle festività. Per gli uni è più importante il giorno dedicato alla memoria di Andreas Hofer, mentre per gli altri lo è il giorno dell'Unità d'Italia. Dobbiamo imparare a rispettare i diversi stati d'animo, perché si ricollegano alla nostra storia, afferma.

Domenica i bersaglieri a Bolzano.
In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia l'Associazione Nazionale Bersaglieri, con il patrocinio del Comune di Bolzano organizza la manifestazione Camminando per le vie dell'Unità d'Italia con concerti della fanfara dei Bersaglieri (sezione di Mantova) e della banda degli Alpini del gruppo Gries. L'appuntamento è per domenica 20 marzo, alle ore 10 con i Bersaglieri che daranno vita ad una sorta di rievocazione storica riproponendo, al passo di corsa, l'attraversamento di ponte Roma.


Modena. Espone il tricolore per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il condominio lo denuncia
Inquilino espone la bandiera italiana, gliela tolgono e lui si arrabbia: querelato. "Mi sono venuti a dire che la dovevo togliere. Come si fa in occasione della festa sull'Unità di Italia a impedire l'esposizione del tricolore?". La caposcala voleva prima il via libera del condominio perchè era stato fissato in spazi comuni. BOMPORTO (Modena). Hanno discusso per l'esposizione della bandiera italiana nel cortile del palazzo dove vivono, ed è finita con una denuncia ai carabinieri, per minacce. Un diverbio prettamente condominiale, solo l'ultimo di una serie di precedenti. Ma che, in occasione della festa dell'Unità d'Italia, assume una connotazione tutta particolare, per così dire "tricolore".

Da una parte - di un colore - Romano, pensionato bomportese che vive nelle case popolari di via Pascoli: «Nei giorni scorsi - racconta - ho esposto la bandiera italiana - Mi sono venuti a dire che la dovevo togliere. L'ho fatto, ma poi ci ho pensato sopra, e non mi sembrava affatto giusto: come si fa in occasione della festa sull'Unità di Italia a impedire l'esposizione del tricolore? Così ho rimesso fuori la bandiera, nel cortile lì sotto. Ma dopo poco la caposcala me l'ha tolta, portandola sul retro. Sono andato da lei, ho chiesto garbatamente conto di quel gesto. Abbiamo discusso, ma non ho assolutamente offeso nessuno. Poi ho imparato di essere stato denunciato ai carabinieri. E comunque la mia vecchia bandiera italiana, di quelle che venivano esposte al Teatro di Bomporto, l'ho esposta dalla terrazza».

Dall'altra parte - altro colore - la caposcala: «E' una questione che esula dalla bandiera e che vorrei non fosse strumentalizzata - replica - Il fatto è che ci sono regole condominiali. Non si possono esporre cose nelle parti comuni. Occorreva dunque il consenso del condominio, come è stato spiegato al signore dall'amministratore, e non dalla sottoscritta. E questo specialmente in un condominio dove abitano in maggioranza stranieri, e dove, per evitare problemi, occorre condividere le scelte, anche perchè in passato c'erano già stati dei disguidi analoghi.

Così ho dovuto togliere la bandiera che era stata nuovamente esposta in cortile, l'ho piegata e riposta accanto al garage dell'inquilino. Il quale mi è venuto a cercare e in sostanza minacciato di botte se avessi osato "toccare" ancora la sua bandiera. Non ho potuto fare altro che denunciarlo, per i toni e i contenuti di quelle parole. Non sono certo contraria alla bandiera, sono italiana anch'io, nè esporla in occasione della festa avrebbe creato problemi. Peraltro quel signore la bandiera l'ha comunque esposta, nel suo terrazzo. Ma, al di là delle provocazioni, non ho potuto accettare le minacce». In mezzo, ora, ci sono i carabinieri. E il giudice.

Padova. Coccarda tricolore al presidente Zaia per il 150° d'Italia. CONSIGLIO REGIONALE SPECIALE. Inno e cerimonia senza polemiche
Accetta che il collega Ruffato (Pdl) gliela apponga Poi però scatta il "botta e riposta" con Zanonato. Antonella Benanzato. PADOVA. Coccarda tricolore, pochi centimetri sopra il fazzoletto verde d'ordinanza. Alla fine Luca Zaia, governatore del Veneto, leghista doc, ha dovuto arrendersi. Un po' per evitare le polemiche, un po' per non replicare il copione dei colleghi di partito nelle altre regioni, ha accettato di farsi apporre all'occhiello il simbolo dell'Italia unita nel 150° dal presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato. Una pioggia di flash si è immediatamente abbattuta sul governatore, e una selva di taccuini gli si è fatta intorno. Zaia un po' imbarazzato, un po' divertito, ha risolto con una battuta: «Sembra che tutti i problemi dell'Italia si risolvano col fatto che io mi metta o meno la coccarda tricolore». Anche se, a onor del vero, la coccarda tricolore se l'è subito tolta al termine della seduta «così come fanno i sindaci che si tolgono la fascia», ha spiegato.
Ma il gesto non è banale e tantomeno scontato, basti pensare cos'è avvenuto nei giorni scorsi a Milano e Bologna. In Regione Veneto, contrariamente a quanto si poteva immaginare tutto è filato liscio. Nel rispetto delle istituzioni con un consiglio regionale straordinario che si è svolto in uno dei luoghi simbolo del Risorgimento italiano: l'aula magna del Bo, sede dell'ateneo patavino. Furono proprio gli studenti padovani, l'8 febbraio del 1848, i primi a insorgere contro gli occupanti austriaci: erano guidati da Daniele Manin, laureato a Padova nel 1821. E dal Bo, del resto, uscirono patrioti come del calibro di Ippolito Nievo, l'autore delle "Confessioni di un italiano". In un'atmosfera ricca di rimandi storici, in una Padova tappezzata di tricolori, nell'aula magna dell'ateneo più antico d'Europa, la Lega autonomista e a tratti secessionista ha capitolato allo spirito patriottico. Artefice della scelta padovana è stato proprio il presidente del consiglio regionale, Ruffato, che dopo avere chiesto un minuto di silenzio per ricordare le vittime del sisma in Giappone e avere letto il messaggio di saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dato il via alla celebrazioni con l'Inno di Mameli eseguito magistralmente dalla banda cittadina.
E qui, di fronte agli sguardi dei pochi leghisti presenti - Federico Caner capogruppo, Paolo Tosato vice e Matteo Toscani vicepresidente del consiglio - lo spirito nazionale ha scaldato gli animi della platea. L'Inno nazionale è stato cantato - non dal presidente Zaia certamente, anzi ha detto di non conoscerlo - e salutato da un'autentica standing ovation. In un unisono di "Italia, Italia, Italia" scandito dal pubblico si è dato inizio agli interventi.
Ruffato ha messo subito in chiaro che il Veneto «che si stringe attorno al tricolore è lo stesso che rivendica il federalismo». La storia dell'ateneo in epoca risorgimentale è stato il tema sviluppato dal rettore magnifico, Giuseppe Zaccaria, e ancora di federalismo ha parlato la presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani.
A rendere pepata l'atmosfera ci pensa il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, che mentre rispolvera l'episodio della sommossa di Venezia contro l'Austria, ricorda che la bandiera del tricolore veneziano recava al centro il Leone di San Marco: a questo punto fa una pausa e si rivolge al presidente Zaia seduto al tavolo delle autorità: «Presidente dopo se vuoi te la dò». Il governatore non si fa prendere in contropiede e senza fare una piega replica asciutto: «Guarda che la conosco». Malgrado ciò Zanonato al termine dell'intervento fa dono dell'immagine del tricolore di Manin al governatore.
«Il federalismo unisce, non divide", sintetizza Zaia nel suo intervento in cui cita Einaudi, Gramsci e Benedetto XV, in un excursus storico e "personale" del Risorgimento. «Un Bignami - commenterà poi il sindaco di Padova - Zaia si è messo la coccarda ma il vuoto pneumatico sugli impegni è rimasto». «Il sindaco di Padova - ha detto poi Zaia ai giornalisti - infarcisce tutto quello che fanno gli altri di polemiche. Ho l'impressione che questo non serva a nessuno. Se Zanonato vuole fare polemica che la continui, non so cosa farci».
A chiusura della seduta prendono la parola uno a uno tutti i capigruppo in Consiglio (Bottacin-Verso Nord, Foggiato-Nordest, Pettenò-Sinistra, Franchetto-Idv, Valdegamberi-Udc, Puppato-Pd e Bond-Pdl) eccetto quello leghista Caner.

Padova. Zaia: "La coccarda? Non si risolvono così i problemi dell'Italia" . Il governatore scrive su Facebook: "Accettare la coccarda è stato un gesto di buona educazione, ma niente mi farà cambiare idea sul federalismo". Zanonato lo contesta: "Gli piace solo lo scodinzolio". PADOVA. Coccarda sì, coccarda no: una polemica che irrita il governatore del Veneto Luca Zaia che ha lasciato un messaggio su Facebook per spiegare quello che è successo ieri al consiglio regionale straordinario al Bo per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

"Ieri mi hanno messo la coccarda e sembra che tutti i problemi che ha l’Italia si risolvano - sottolinea il governatore - E' l'ennesima dimostrazione che i 150 anni sono autoreferenziali, ai simboli preferisco i contenuti, le risposte ai problemi veri come ho indicato nel mio intervento di ieri al Bo. E' stato un gesto di buona educazione verso chi ha organizzato la riunione del Consiglio regionale veneto. E' lo stesso rispetto che pretendo per i simboli del mio partito. Mi sono presentato, come sempre, con il mio fazzoletto verde ben visibile nel taschino della giacca. Ma quello che è peggio è che ancora una volta si è voluto anteporre la coreografia ai contenuti. E' assurdo che qualcuno possa pensare che una coccarda possa far cambiare l'idea e l'operato di una vita dedicata a degli ideali che sono quelli del federalismo e dell'autonomia della mia terra. Non sta nè in cielo nè in terra. Ancora una volta si è cercato di distogliere l'attenzione dai problemi veri che ho indicato, legati soprattutto ai temi dell'occupazione e alla piena attuazione della stagione delle riforme in ottica federalista".

Al governatore risponde il sindaco di Padova Flavio Zanonato, dopo che ieri era già stato protagonista di una polemica a distanza. Anche il primo cittadino "posta" la sua opionione su Facebook: "A Zaia piace solo lo scodinzolio. Ma a Padova ne ha trovato poco. Gli piace farsi chiedere se si mette la coccarda e a che ora se la toglie, favoleggiare del federalismo di Gramsci, di Trentin, di Einaudi, di Togliatti (per ora sono risparmiati Einstein, Madre Teresa, Cristoforo Colombo). Ai padovani, invece, interessa sapere cosa fa la Regione per fronteggiare l'emergenza idraulica, per la Ricerca e L'Università, per l'occupazione dei giovani e per il nuovo Ospedale. Ma su questo Zaia preferisce tacere e con lui far tacere tutti".

Napolitano: ancora difficoltà, soprattutto per lavoro giovani e Sud
Roma, 18 mar (Il Velino) - Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione della dodicesima edizione del Forum che si apre oggi a Cernobbio, promosso dalla Confcommercio - Imprese per l’Italia, ha inviato al presidente, Carlo Sangalli, ai relatori, agli organizzatori e a tutti i partecipanti, un messaggio: “Il Forum si propone - nell’anno in cui si festeggia il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia - di sviluppare una analisi accurata delle modalità che nel corso di quegli anni hanno portato una economia ancora prevalentemente agricola a diventare una delle economie industriali più sviluppate del mondo e delle prospettive di ulteriore crescita del nostro Paese, nell’ambito degli attuali, più ampi scenari di una economia globalizzata. È particolarmente importante ricordare che lo sviluppo economico e sociale dell’Italia deve molto alla capacità imprenditoriale, allo spirito innovativo, alla capacità di adattamento di tante piccole e medie imprese, spesso a carattere familiare, che hanno rappresentato il tratto caratteristico del nostro tessuto produttivo”.

“A queste peculiari qualità, alle quali non può mancare il supporto dei pubblici poteri per uscire dalle dimensioni individuali o locali e fare sistema - aggiunge Napolitano -, occorre fare riferimento ancora oggi per superare l’attuale quadro di persistenti difficoltà ed incertezze, che si ripercuotono negativamente sui livelli dell’occupazione, con particolare riguardo a quella giovanile e nel Mezzogiorno. Molto resta da fare per trasformare gli attuali segnali di ripresa in stabili e durevoli prospettive occupazionali; sono certo che l’iniziativa di Confcommercio offrirà un contributo importante su tali temi, prospettando scelte volte a promuovere più ambiziosi obiettivi di crescita, in un quadro di coerente e saldo ancoraggio alla cooperazione nell’ambito dell’Unione Europea, di forte coesione sociale e di superamento del permanente dualismo tra nord e sud”.
(com/mpi) 18 mar 2011 12:44

Unità Italia, Fini: Rilanciare etica pubblica e rafforzare legalità. Roma, 18 mar (Il Velino) - “Superare il perdurante divario tra Nord e Sud, rilanciare l’etica pubblica, rafforzare il senso della legalità, combattere la disaffezione verso la politica nutrita in una parte dell’opinione pubblica, colmare i ritardi nella modernizzazione del sistema-Paese”. Così il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, in un passaggio dell’intervento rilasciato ad Anci Rivista per numero monografico del mensile dell’Anci che sarà dedicato alle celebrazioni per il 150simo dell’Unità d’Italia.
Il presidente della Camera ricorda che l’Italia repubblicana ha raggiunto “grandi traguardi” ma tanto ancora c’è da fare a cominciare dalla necessità “di garantire alle nuove generazioni quelle opportunità di vita e di lavoro che sono purtroppo carenti in un’Italia in cui la disoccupazione giovanile sfiora ormai il trenta per cento”. Ripercorrendo la Storia d’Italia, il presidente Fini ricorda come sul processo di unificazione e sui decenni successivi “si possono legittimamente coltivare le idee e opinioni più diverse, ma su un punto dovrebbe esserci un implicito e generale accordo: l’unità dello Stato nazionale” che per Fini “ha permesso agli italiani di raggiungere traguardi di progresso civile, politico ed economico che sarebbero stati altrimenti impossibili”.

In tutta Italia fervono i preparativi per la festa del 17 marzo che per il Presidente della Camera “non è soltanto una “ricorrenza” ma qualcosa di più e di diverso: è un appuntamento con la nostra storia, che, può piacere o non piacere, ci costringe comunque a fare i conti con il “noi” italiano, con quello che siamo stati ieri, con quello che siamo oggi, con quello che intendiamo diventare domani”. Per Fini “l’Italia che rinasce nella democrazia dopo le drammatiche esperienze della dittatura della sconfitta militare e della guerra civile è certamente un Paese assai diverso da quello del 1861. L’allargamento dei diritti sociali, la tutela del lavoro e l’elevazione delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti diventano fattori costitutivi di una rinnovata identità nazionale”. Per il Presidente della Camera sono ancora attuali “i valori fecondi” delle generazioni “dei Cavour, dei Ricasoli, dei Minghetti, dei Sella, dei Lanza, dei Visconti Venosta, sono i valori dello stretto binomio tra unità nazionale e libertà civile, tra progresso economico e rigore morale, valori di una sovranità nazionale che persegue una via di affermazione non contro ma in armonia con la civiltà europea”. Infine un richiamo alle nuove generazioni: “E’ presso di loro, presso i nostri figli, che la patria deve potersi affermare come un grande ideale democratico e sociale. La patria di tutti, la patria per tutti – conclude Fini – è questa la grande sfida dell’Italia nei prossimi anni”.
(com/chi) 18 mar 2011 10:21

Crocefisso, Corte europea dà ragione all'Italia
STRASBURGO. L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo: la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo l'ha assolta dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche. La decisione della Corte è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari. I giudici hanno accettato la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l'eventuale influenza sugli alunni dell'esposizione del crocefisso nella aule scolastiche. La Corte di Strasburgo si è pronunciata sul ricorso di una cittadina italiana di orgine finlandese, Soile Lautsi, che contestava la presenza del crocefisso nella scuola pubblica frequentata dal figlio ad Abano Terme, affermando che è un attentato alla libertà di coscienza e al diritto di ognuno a ricevere un'istruzione conforme alle proprie convinzioni. La sentenza di primo grado aveva suscitato proteste non solo da parte dei cattolici. L'84% degli intervistati in un sondaggio di qualche giorno fa, si diceva favorevole alla presenza del crocefisso nelle scuole.

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