martedì 12 aprile 2011

Federali-Mattino. 12 aprile 2011. Canton Ticino. Giuliano Bignasca: Sì, Bossi mi ha telefonato per congratularsi, ma gli ho detto io che non era il momento per lui di venire qui. Prima vogliamo trattare con Tremonti... ----Belluno. Sapevamo che sarebbe stato un cammino difficile - ha commentato Stefano Ghezze, presidente del Consiglio provinciale - . Ora i cittadini si vedono privati del diritto di auto-determinazione, un diritto a cui pare che tutti possano appellarsi, a meno che non si vada a toccare il Trentino Alto Adige.

Forza Oltrepadani!:
Lugano. Ticino, il ruggito della Lega
Aosta. I poveri sono sempre "il Sud" di qualche cosa

Stati di agitazione:
Nel mondo 205 milioni di disoccupati
Aborti in crescita del 10% in Valle d'Aosta
Belluno, referendum bocciato
Belluno. «I ragazzi saltano le lezioni e si sballano»
Milano. «Viviamo in un quartiere fantasma»
Verona. Truffa da 30 milioni di euro
Verona. Bocchino: «Se Tosi guidasse la Lega sarebbe tutta un'altra cosa»
Padova. «In Veneto la presenza mafiosa sta diventando sempre più forte»
Bologna. Il Comune mette all'asta il patrimonio
Pavia. Oro per contanti, è l'effetto crisi
Firenze. Donne discriminate a lavoro. Con la crisi, casi in aumento

Immigrazione:
Immigrazione: la Svizzera sulla stessa linea dell'UE
Migranti, l’ira di Maroni: «Ha senso restare nella Ue?»
Bozen. Profughi: 200 posti nelle ex caserme dell'Alto Adige
Milano. «Permesso agli immigrati è prematuro»
Modena. La Lega Nord: "Due profughi a Montefiorino? Per loro pala e piccone"
Ferrara: i primi sessanta profughi alla Protezione civile di via Marconi
Genova ospiterà 345 migranti
Bologna. Immigrazione, Cancellieri: "Arriveranno 320 persone, la situazione è gestibile"
Immigrati, sbarcano a Civitavecchia altri 400 profughi tunisini

Servitori dello Stato:
Roma. Gaetano Gifuni rinviato a giudizio
Milano. Non solo Ruby, arrestato Ferrigno


Lugano. Ticino, il ruggito della Lega
Balza al 30%, è il primo partito
Il movimento di Bignasca aveva dichiarato «guerra» ai frontalieri lombardi. «Adesso comandiamo noi»
LUGANO - Prima dichiarazione: «Adesso qui comandiamo noi!». Seconda dichiarazione: «Tremonti deve venire a trattare... ». Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi, ne fa anche una terza, piuttosto irriferibile ma tant'è: è il frutto dell'irruenza del personaggio, è il frutto soprattutto della notizia che da ieri la Lega è il primo partito anche in Canton Ticino. Si votava per il rinnovo del governo e del parlamento regionali e lo spoglio di ieri pomeriggio ha decretato lo storico sorpasso del movimento di Bignasca sul Plr, (partito liberale radicale) da sempre detentore della maggioranza relativa. La Lega passa dal 22 al 30%, il Plr scende invece dal 28 al 25. Sono in calo anche gli altri partiti storici del Canton Ticino: i popolari democratici scendono dal 21 al 19%, i socialisti precipitano dal 21 al 16 e ne traggono vantaggio in larga misura i Verdi che lievitano dal 2 al 6%.

In virtù di questo risultato Bignasca e soci guadagnano un posto in più nel governo del Canton Ticino mentre per sapere quanti seggi si sono assicurati nel parlamento cantonale occorrerà attendere la prosecuzione dello spoglio prevista per oggi. Quello che è chiaro fin da adesso è il dato politico che il voto di ieri oltreconfine ha determinato: la Lega - ma non solo la Lega - aveva impostato buona parte del suo battage elettorale sulla critica feroce ai lavoratori frontalieri italiani, almeno 42mila, accusati di sottrarre posti di lavoro ai ticinesi. E da oggi la vita per le imprese e gli operai lombardi che varcano il confine potrebbe farsi più difficile. Il Cantone non ha poteri diretti nei rapporti transfrontalieri, ma basterebbe inasprire i controlli sui cantieri o alle frontiere per accendere la miccia dello scontro. «Adesso chiudiamo i valichi per tre giorni» è un'altra delle manifestazioni di giubilo a cui si è lasciato andare Bignasca proprio ieri pomeriggio. Proclama impossibile da realizzare, almeno nel concreto ma che preannuncia un periodo di conflittualità con i vicini italiani. Non certo esorcizzato dal fatto che ieri a caldo Stefano Candiani, segretario della Lega Nord di Varese, ha salutato con entusiasmo la vittoria dei «cugini» elvetici: «E' come se il confine non esistesse più».

Aumento del lavoro frontaliero (+6% in un anno nonostante la crisi), effetti dello scudo fiscale: ecco i principali punti di attrito tra Ticino e Lombardia. Ma nei prossimi giorni si potrebbe aggiungere un terzo argomento, l'approdo a Chiasso o agli valichi di confine di profughi provenienti da Lampedusa. Come si comporterà la polizia elvetica? Non terrà conto dei permessi di soggiorno concessi da Maroni, così come ha già annunciato di voler fare la Francia? Respingerà i profughi verso la Lombardia? Al momento la domanda non ha risposta ma è assai probabile che anche la crisi nordafricana abbia finito per pesare sul voto dell'elettorato ticinese, aumentando la diffidenza nei confronti dell'Italia. Ma ieri, intanto per i leghisti ticinesi è stata la giornata dell'euforia: dopo l'arrivo dei primi voti, che già delineavano il grande balzo in avanti, Bignasca e i suoi fedelissimi si sono ritrovati in piazza della Riforma per brindare ed esultare. In serata è stato offerto risotto a tutti. Per tutto il pomeriggio si è rincorsa la voce che potesse unirsi ai festeggiamenti anche Umberto Bossi, ma il senatur non si è visto e allo stesso Bignasca viene attribuita una frase velenosa: «Sì, Bossi mi ha telefonato per congratularsi, ma gli ho detto io che non era il momento per lui di venire qui. Prima vogliamo trattare con Tremonti...»
Claudio Del Frate

Aosta. I poveri sono sempre "il Sud" di qualche cosa
11/04/2011   
AOSTA. E' di oggi la notizia che nel Canton Ticino, nella verde confederazione elvetica, la Lega Ticinese guidata dal Sig. Giuliano Bignasca ha vinto le elezioni cantonali conquistando la maggioranza relativa dei voti e portandosi a quasi il 30% dei consensi, con un aumento di circa 8 punti rispetto alle precedenti elezioni.
Il cavallo di battaglia del partito del Sig. Bignasca è quello di mandare "fora dai ball", per dirla al Bossi pensiero, i cantonali italiani che hanno tra i tanti torti quello di "rubare il lavoro agli svizzeri". Due concetti ripetuti fino alla noia dalla nostra Lega Nord riferendosi o ai meridionali che vivono e lavorano al nord Italia o ai migranti che fuggono in Italia per trovare una speranza di vita migliore.

Oggi, per un giorno, i migranti da mandare "fora dai ball" siamo proprio noi, uomini e donne Italiani, che pur non sbarcando come clandestini sulle coste Svizzere veniamo fatto oggetto di insulti - veniamo definiti "ratti" - e speculazioni simili a quelle che troppi di noi riservano a coloro che non hanno la fortuna di essere "come noi".

Ecco, questo "NOI", questa identità che si cavalca quando non si hanno più idee concrete per dare le giuste risposte è l'anello di congiunzione di molte realtà politiche che raccolgono consensi sul disagio della gente. E' facile trovare un capro espiatorio per non far scoprire i veri mali della società.

Nel passato i capri espiatori sono stati una vera manna per molti regimi, ma io mi auguro che in Italia, in Europa, la nostalgia del facile governare non prevalga sul giusto governare.

Da oggi qualcosa è cambiato: anche un Bossi si ritrova ad essere un meridionale del suo stesso pensiero e ora vorrei sapere cosa dirà ai tanti "lumbard" che ogni giorno attraversano la frontiera con la Svizzera per lavorare e portare i soldi a casa. Forse anche lui si sentirà a disagio se un elvetico gli dirà "fora dai ball".
Marco Camilli

Nel mondo 205 milioni di disoccupati
Rialzate le stime sul Pil italiano: «Ripresa resta debole». E sul debito: Roma più vicina di altri in Ue sui target
MILANO - Il Pil italiano crescerà nel 2011 dell'1,1%, ovvero 0,1 punti percentuali in più rispetto alla stima di gennaio. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel World Economic Outlook. Nel 2012 l'economia italiana crescerà dell'1,3% (stima invariata rispetto a gennaio). «In Italia la ripresa è prevista rimanere debole, con i problemi di competitività che limitano che limitano la crescita dell'export e il risanamento fiscale che pesa sulla domanda privata».

DEBITO PUBBLICO - Sul debito, invece, l'Italia è più vicina di altri paesi europei a raggiungere l'obiettivo di un deficit sotto il 3% nel 2013, ma servono ulteriori misure».

CONTI PUBBLICI E PETROLIO - I rischi al ribasso sull'economia mondiale, peraltro, restano anche se sono diminuiti. Fra questi il possibile aumento dei prezzi del petrolio, lo stato delle finanze pubbliche delle economie avanzate, squilibri nel mercato immobiliare e il surriscaldamento delle economie emergenti. La ripresa economica mondiale procede a diverse velocità, con il Pil delle economie avanzate che crescerà nel 2011 del 2,4% e nel 2012 del 2,6% mentre quello delle economie emergenti metterà a segno un +6,5% sia quest'anno sia il prossimo. Il Fondo taglia di 0,1 punti percentuali le stime di crescita delle economie avanzate nel 2011 rispetto alle previsioni di gennaio. La Cina fa la parte del leone, con un Pil in crescita del 9,6% nel 2011 e del 9,5% nel 2012 (stime invariate rispetto a gennaio). L'economia indiana rallenta, con il Pil tagliato di 0,2 punti percentuali sia nel 2011 sia nel 2012 rispettivamente a +8,2% e +7,8%.

MEGLIO EUROLANDIA DI USA - Per quanto riguarda l'economia mondiale, l'economia americana crescerà nel 2011 del 2,8%, ovvero 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Nel 2012 il pil statunitense si espanderà del 2,9% (+0,2 punti percentuali rispetto a gennaio). Il Fondo rivede invece al rialzo le stime per Eurolandia che crescerà del +1,6% nel 2011 e del +1,8% nel 2012. In ambedue i casi il ritocco al rialzo è dello 0,1 percentuali.

«205 MILIONI DI DISOCCUPATI» - Ma nell'Outlook dell'istituto di Washington la preoccupazione più rilevante è quella per i senza lavoro: un esercito di 205 milioni di persone. «Il tasso di disoccupazione è molto elevato - scrivono gli economisti - e va ridotto anche perché pone sfide economiche e sociali. Al mondo ci sono 205 milioni di disoccupati, 30 milioni in più rispetto al 2007». Il Fondo stima per Eurolandia una disoccupazione al 9,9% nel 2011 e al 9,6% nel 2012. L'Italia è sotto la media europea con una disoccupazione all'8,6% nel 2011 e all'8,3% nel 2012. «La disoccupazione pone questioni amplificate nelle economie emergenti e in via di sviluppo dagli elevati prezzi alimentari - scrive l'Fmi - A incontrare le maggiori difficoltà sono i giovani: in media nei paesi dell'Ocse il tasso di senza lavoro fra i giovani di età compresa fra i 15 e i 24 anni è due volte e mezzo quello degli altri gruppi. La disoccupazione fra i giovani aumenta durante le recessioni e in questa occasione l'aumento è stato più che in passato». Secondo il Fmi le tre linee di difesa contro un'elevata disoccupazione sono politiche macroeconomiche di sostegno, il rilancio del settore finanziario e misure specifiche per il mercato del lavoro.

GIAPPONE, STIME TAGLIATE- Anche le previsioni di crescita economica del Giappone sono state riviste al ribasso nel 2011, a causa dei danni dovuti al terremoto, ma all'opposto ritoccate al rialzo sul 2012 a riflesso dell'attesa spinta che dovrebbe derivare dalla ricostruzione. Secondo il Fondo monetario internazionale restano «elevate incertezze» su quelle che saranno le effettive ricadute economiche del cataclisma, specialmente sulle fughe di radiazioni alla centrale nucleare di Fukushima. Tuttavia «dando per scontato che i problemi sulle penurie di elettricità e che la crisi nucleare vengano risolti in pochi mesi», quest'anno il Pil dell'Arcipelago dovrebbe aumentare dell'1,4 per cento, mentre nel prossimo del 2,1 per cento. Valori contenuti nell'ultimo World Economic Outlook e se nel primo caso il dato è stato rivisto al ribasso di 0,2 punti dalle stime fornite nel gennaio scorso, sul 2012 invece è stato rivisto al rialzo di 0,3 punti.

Aborti in crescita del 10% in Valle d'Aosta
11/04/2011   
AOSTA. Torna ad aumentare il ricorso all'aborto tra le valdostane. Le interruzioni volontarie di gravidanza, dopo la diminuzione registrata tra il 2008 ed il 2009 (da 240 a 217 casi), nel 2010 sono state 243, il dieci per cento in più rispetto all'anno precedente.
All'ospedale Beauregard (foto) sono stati eseguiti 202 interventi mentre sono state somministrate 41 pillole abortive Ru486.
Quest'anno, tra gennaio e febbraio, 17 donne hanno optato per l'aborto farmacologico.
La procedura è preferita soprattutto da donne tra i 35 ed i 39 anni, laureate o con diploma, e sono soprattutto Italiane.

Belluno, referendum bocciato
«La richiesta è illegittima»
Impossibile il passaggio della Provincia in Trentino Alto Adige. Bottacin: «Ci sentiamo traditi, non siamo cittadini di serie B»
BELLUNO - Con un fax a Palazzo Piloni, la Corte di Cassazione ha reso nota l’ordinanza che dichiara illegittima la richiesta avanzata dalla terra bellunese, nata dalla raccolta di 17.500 firme, di traghettare dal Veneto al Trentino Alto Adige. In linea generale, le motivazioni che hanno portato a questa decisione sono contenute nel documento che richiama principalmente l’articolo 116 (comma 2) della Carta costituzionale, in cui la Regione trentina viene indicata come «costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano». «Stiamo valutando, con l’ausilio di giuristi di fiducia, il testo che ci è pervenuto - ha commentato il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin - . Come bellunesi ci sentiamo traditi: faccio ora appello al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, perché non è ammissibile che la nostra gente venga trattata come cittadini italiani di serie B, a cui viene negato il diritto sacrosanto di scegliere del proprio destino».

«Sapevamo che sarebbe stato un cammino difficile - ha commentato Stefano Ghezze, presidente del Consiglio provinciale - . Ora i cittadini si vedono privati del diritto di auto-determinazione, un diritto a cui pare che tutti possano appellarsi, a meno che non si vada a toccare il Trentino Alto Adige. Ho già dato mandato per una convocazione urgente dei capigruppo, nella giornata di martedì, per affrontare la questione ed eventualmente i prossimi passi da compiere».

Belluno. «I ragazzi saltano le lezioni e si sballano»
Linea dura di De Carlo contro l'alcolismo
Durante la Giornata Ecologica sono state raccolte 100 bottiglie da terra. Il sindaco di Calalzo annuncia sanzioni:«Il paese è diventato un bar a cielo aperto»

BELLUNO - L’area di Lagole diventa un bar a cielo aperto, rifugio ideale di gruppi di giovani che, soprattutto al mattino e nelle ore pomeridiane, consumano alcolici e si sballano senza alcuna regola. A lanciare l’allarme è il sindaco di Calalzo Luca De Carlo, che annuncia il pugno di ferro contro coloro «che non rispettano le regole basilari del vivere civile, provocando un danno, oltre che a se stessi, anche a tutta la cittadinanza e ad un’area a forte valenza identitaria come Lagole». Il fenomeno è emerso durante la Giornata ecologica che domenica ha visto impegnati 15 volontari: nella zona dei laghetti sono state trovate oltre 100 bottiglie e lattine, abbandonate dopo l’ultima pulizia di mercoledì scorso, evidentemente eredità «di gruppi di studenti che scelgono Lagole per ubriacarsi».

«Questi ragazzi - spiega il sindaco - saltano le lezioni del mattino, acquistano alcolici e li consumano sulle rive del laghetto. Contro questa cultura dell’alcolismo giovanile la mia amministrazione ha già emesso ad ottobre un Regolamento contro il consumo, la cessione e la vendita di alcolici ai minori di 16 anni, prevedendo sanzioni fino a 500 euro o un corrispondente numero di ore di lavori socialmente utili». Da oggi, dopo diversi mesi di informazione ed educazione sulla pericolosità dello sballo nell’età dell’adolescenza anche grazie alle campagne promosse dal camper del Sert, il sindaco annuncia misure ancor più drastiche. «Ho dato mandato ai vigili di applicare alla lettera l’ordinanza, punendo e sanzionando - sottolinea -. Non spetta al sindaco l’educazione e il controllo di cosa fanno i ragazzi in orario di scuola, ma di certo è nostra prerogativa la repressione verso chi non rispetta le regole del vivere civile». E sul rischio che il suo pugno di ferro non venga accettato è deciso: «Chi mi conosce sa che non sono un "bacchettone" e non temo certo di diventare impopolare: tra qualche anno questi giovani comprenderanno i danni che può fare la cultura dello sballo se intrapresa fin dall’età dell’adolescenza.

Infine, il sindaco annuncia la linea dura anche contro l'abbandono dei rifiuti: «Siccome per taluni evidentemente non è bastato tutto questo tempo per imparare l’educazione, già da oggi scatteranno controlli severissimi e di conseguenza le relative sanzioni. Ho dato personalmente mandato alla polizia locale, affinché l’inciviltà di pochi non vanifichi il lavoro e il rispetto delle regole da parte di tutti gli altri».

Milano. «Viviamo in un quartiere fantasma»
Gli abitanti di Figino: abbiamo perso l'edicola, la farmacia e ora anche la scuola
MILANO - Ha chiuso l'edicola. Poi toccherà alla farmacia e infine alla scuola. Figino muore. Borgo dimenticato ai margini della città dove portare ciò che è scomodo, l'inceneritore, non ciò che serve: i bus, strade e marciapiedi, le scuole appunto. Figino è conosciuto per la prostituzione, per le scorribande dei nomadi e per lo spaccio. Chi perde l'ultima corsa della 72 e non ha l'auto, può scordarsi di andarsene a piedi o in bicicletta. L'unica via che l'attraversa, di giorno, è poco diversa da una corsia autostradale in cui i Tir non danno tregua.
La scuola di via Silla è il capitolo più doloroso per gli abitanti di Figino. È mancato un «primino», perché si potesse formare in autunno la nuova prima classe di 15 alunni. E il sogno di tenersi la scuola è sfumato. Non importa che tra un paio d'anni il borgo di 1.800 anime sia destinato a raddoppiare. Perché proprio lì, alle porte della città, nascerà l'insediamento per il quale è stato bandito un concorso: «Figino, il borgo sostenibile». Paola D'Amico

Verona. Truffa da 30 milioni di euro
Arrestato latitante all'estero
Il 41enne Stefano Zambon si era rifugiato in Repubblica Dominicana. E' accusato di frode fiscale e bancarotta per il fallimento dell'azienda Mondialfruit di Montecchia di Crosara
VERONA - È accusato di essere la mente di una truffa da 30 milioni di euro il 41enne Stefano Zambon, arrestato dalla polizia di frontiera all’aeroporto di Malpensa, appena sbarcato da un volo proveniente dalla Repubblica Dominicana, dove si era rifugiato. Zambon era latitante dal 2008, quando la Guardia di Finanza aveva chiuso un’indagine legata al fallimento di un’azienda di Montecchia di Crosara (Verona), la Mondialfruit, eseguendo quattro arresti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Solo un uomo, Zambon appunto, ritenuto il capo dell’organizzazione, era sfuggito alla cattura riparando all’estero.

Ora, grazie all’interscambio di informazioni tra i finanzieri italiani e le altre forze di polizia, l’indagato è stato individuato al suo rientro in Italia e portato in carcere, a Busto Arsizio. L’indagine era scattata nel 2008 quando improvvisamente la Mondialfruit e altre nove aziende collegate - in realtà società di comodo create ad incastro - secondo l’accusa - proprio da Zambon - avevano cessato improvvisamente di rimborsare i fidi per un totale di 30 milioni di euro che erano stati concessi da ben 34 istituti di credito. Secondo la Gdf, le società collegate avevano il ruolo di cartiere per rendere credibile l’attività di Mondialfruit e consentire la fuga di capitali all’estero. Nel corso dell’inchiesta le fiamme gialle avevano già sequestrato circa 4 milioni di euro di patrimonio tra quote societarie, immobili, attrezzature d’ufficio, denaro contante e automobili. (Ansa)

Verona. Bocchino: «Se Tosi guidasse la Lega sarebbe tutta un'altra cosa»
IMMIGRAZIONE E GIUSTIZIA. L'esponente di Fli e il sindaco ieri su La7
11/04/2011
«L'antieuropeismo di Berlusconi è figlio di quello della Lega. Se la Lega fosse guidata da Tosi, sindaco di Verona, sarebbe tutto diverso, perchè Tosi si è dimostrato molto più intelligente e capace degli altri leghisti. Secondo me ha la possibilità in futuro di segnare il ruolo della Lega insieme con Maroni e altri». Lo ha detto Italo Bocchino nel corso della puntata di ieri sera di In Onda, il programma di approfondimento de La7.
Il sindaco di Verona, collegato in diretta con il programma, ha ringraziato. Ma Tosi ha risposto anche ad alcune domande sulla riforma della giustizia: «Forzare ora sulla prescrizione breve può stridere per la tempistica, però se Berlusconi fosse solo un imprenditore non avrebbe tutti questi problemi dalla magistratura. Ma è sacrosanto dire sì alla responsabilità civile dei giudici in caso di errore grave». Leggi ad personam? «Intanto portiamo a casa il federalismo... poi siccome siamo in una maggioranza, ci si deve bilanciare». Come finirà il processo Ruby? «Il processo non sta in piedi, i reati di concussione e di favoreggiamento della prostituzione a carico del premier non ci sono, non esistono».

Padova. «In Veneto la presenza mafiosa sta diventando sempre più forte»
Gli amministratori dell'associazione Avviso Pubblico: «La Dia ha segnalato 4 operazioni sospette al giorno, 78 sono i beni confiscati alla Mafia in questa regione»
PADOVA – «I casi Catapano e Caccaro (rispettivamente il faccendiere campano che svuotava le imprese del Nord Est in crisi e l'imprenditore padovano considerato il prestanome di uno dei boss dei rifiuti della camorra, ndr) sono solo il segnale preoccupante di una presenza mafiosa che in Veneto è sempre più forte». A dirlo è Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di «Avviso Pubblico», l'associazione degli amministratori pubblici locali che si battono contro le mafie. I dati, presentati dall'associazione a Padova, nel corso di un incontro con i sindaci della provincia, parlano chiaro: in Veneto sono 78 i beni confiscati alla mafia, tra cui 4 aziende; mentre nel primi sei mesi del 2010 la Direzione investigativa antimafia (Dia) ha segnalato 689 operazioni finanziarie sospette, cioè quattro al giorno. Il Veneto, inoltre, è la terza regione italiana per quantità di eroina sequestrata (130 chili nel 2009) e addirittura la seconda per la cocaina (510 chili, dietro solo alla Lombardia con 751 chili sequestrati). «Il fenomeno non si può più sottovalutare – ha chiuso Romani -, anche in Veneto ci sono sindaci che non parlano per paura».
Giovanni Viafora  11 aprile 2011

Bologna. Il Comune mette all'asta il patrimonio
Alienazioni per oltre 22 milioni
Nell'elenco c'è di tutto: ex uffici comunali, terreni, appartamenti e casolari. Tra i ‘pezzi’ piu’ pregiati c’e’ un grande edificio con corte interna che si trova in via Andrea Costa 187, stimato un milione di euro
Bologna, 11 aprile 2011 - Le casse, si sa, piangono. Per fronteggiare i tempi di vacche magre il Comune di Bologna conta allora (anche) sulla vendita del proprio ingente patrimonio. Solo per il 2011 il piano delle alienazioni elenca beni in dismissioni per una somma stimata di 22,5 milioni di euro.
Nell’elenco, approvato nei giorni scorsi dalla giunta commissariale di Palazzo D’Accursio, c’e’ di tutto: dagli ex uffici comunali di via Battistelli (valutati due milioni di euro) ad alcuni terreni edificabili a Minerbio (1,1 milioni) e a Castenaso (2,5 milioni); da alcuni rustici nella campagna dell’hinterland a diversi appartamenti in citta’.
Tra i ‘pezzi’ piu’ pregiati c’e’ un grande edificio con corte interna che si trova in via Andrea Costa 187, stimato un milione di euro. Nel piano si trova anche una permuta piuttosto ingente (4,9 milioni), alla pari, con il costruttore Pavirani, per il parcheggio dell’ex Aquarium e alcuni lotti edificabili a Ca’ dell’Orbo. Infine, vengono citati anche immobili le cui aste sono state gia’ approvate nel 2010 (spiccano i 2,2 milioni di euro del palazzo storico di via dei Poeti 4).

Pavia. Oro per contanti, è l'effetto crisi
Nei negozi di compravendita: «Rinunce dettate da necessità»
di Marianna Bruschi
PAVIA. Costa fatica prendere il bracciale d'oro dal portagioie, metterlo in borsa per andare a farlo trasforare in contanti. I ricordi lottano contro le necessità. Ma sempre più persone si affacciano alla porta dei negozi che comprano oro e pagano subito.

Per entrare si suona il campanello. Il dito preme sul pulsante, la porta si apre. «Arriva lo studente universitario come la signora anziana - dice Danilo Galmozzi, dentro a Compro Oro, aperto lo scorso ottobre in via Santa Maria delle Pertiche - hanno tutti bisogno di contanti». Una signora ha portato i regali del marito, ormai scomparso, perché non riusciva a pagare le spese. Un'altra ha deciso di liberarsi dei gioielli per aiutare il figlio a comprare casa. L'oro ritirato viene fatto fondere, insieme ai ricordi. «C'è chi porta ancora i regali della Comunione, sono rinunce per necessità», dice Galmozzi. «C'è chi viene da noi per la crisi e chi invece per disfarsi degli oggetti», spiegano da Gold Money, aperto da un anno. L'oro viene valutato in base alla quantità, al tipo di gioielli, spiegano in corso Manzoni. «Acquistiamo qualsiasi oggetto d'oro e d'argento anche rotto», recita il loro volantino distribuito in questi giorni.

Compra oro anche la gioielleria Pasimatho, in via Tasso. C'è chi entra per chiedere informazioni, chi porta già con sé i gioielli. I soldi servono per spese impreviste. «Ma anche per i regali di Natale, per le ferie», spiegano da Compro Oro. In via Santa Maria delle Pertiche l'ultima cliente ha portato due braccialetti: 16 grammi il primo pagato 300 euro, 22 grammi il secondo pagato 400. «Da quando abbiamo aperto manteniamo lo stesso prezzo - dice Danilo Galmozzi - un grammo di oro a 18 carati lo paghiamo tra i 18 e i 19 euro». Chi vuole aggrapparsi ai ricordi trattenuti dagli oggetti va ancora al banco dei pegni, in via Bordoni. «Con la crisi i clienti sono un po' aumentati, vengono per necessità», dicono in via Bordoni dove non impegnano più tappeti e pellicce, solo oro, argenti e preziosi. Però è un prestito. Chi è in difficoltà mette da parte l'amore per gli oggetti e cerca soldi per andare avanti.

Firenze. Donne discriminate a lavoro. Con la crisi, casi in aumento
Sono 35 i casi su cui si è concentrato il lavoro della consigliera di Parità della Provincia di Firenze, Maria Grazia Maestrelli, nell’anno 2010: di questi, nove hanno riguardato donne straniere
Il prolungarsi della crisi economica ha accentuato i casi di discriminazione sul luogo di lavoro, un dato nuovamente in crescita dopo due anni di relativa tendenza al ribasso. Sono 35 i casi su cui si è concentrato il lavoro della consigliera di Parità della Provincia di Firenze, Maria Grazia Maestrelli, nell’anno 2010: di questi, nove hanno riguardato donne straniere. L’età media delle lavoratrici si colloca principalmente nelle fasce 31-40 anni (40%) e 41-50 anni (36%). «La difficoltà economica in cui versano le aziende - spiega una nota della Provincia -, soprattutto quelle con pochi dipendenti, porta a vedere la riduzione del personale come unica soluzione per limitare i costi. Questo conduce talvolta a pressioni e minacce che colpiscono la componente femminile e la portano al licenziamento».

In dettaglio, si sono riscontrati dieci episodi relativi a problematiche connesse alla maternità, cinque a cessazione-sospensione del rapporto di lavoro, sei a problemi di flessibilità. Tre casi riguardano penalizzazioni nella progressione di carriera e nella retribuzione, cinque sono conseguenti a molestie verbali e fisiche, tre al trasferimento in sedi di lavoro lontane dal domicilio e tre a motivazioni diverse. Fra le questioni associate alla maternità, quattro sono dovute al cambio delle mansioni e degli orari al rientro dal congedo. Il quadro complessivo, con la prevalenza di situazioni determinate da una riorganizzazione delle aziende (trasferimenti, interruzioni del rapporto, modifica degli orari), conferma dunque la fase di transito e la forte instabilità che il mondo del lavoro sta vivendo, incertezza che ricade specialmente sulle donne quali soggetti deboli del mercato occupazionale. Le lavoratrici che si sono rivolte alla Consigliera provengono in larga maggioranza (27 casi) dal settore privato; otto sono invece le dipendenti pubbliche. A seguito dell’intervento della Consigliera, 19 casi si sono conclusi per mezzo di consulenza, quattro sono stati definiti con conciliazione o accordo, dieci sono ancora in corso. L’iniziativa della Consigliera si è invece interrotta in due casi per volontà del soggetto discriminato.

Immigrazione: la Svizzera sulla stessa linea dell'UE
Per la ministra svizzera Simonetta Sommaruga, la gestione italiana dell'ondata di profughi tunisini non è sostenibile (Keystone)
Di Alain Franco, swissinfo.ch
La Svizzera è solidale con l'Unione europea, con la quale condivide le preoccupazioni e le possibili soluzioni per far fronte a ciò che la Francia chiama enfaticamente "una crisi migratoria mediterranea".
Una "crisi" con due parti. Da un lato ci sono più di 400mila persone fuggite dalla Libia in guerra, tra cui numerosi migranti eritrei, sudanesi, egiziani, tunisini, ecc. Circa 200mila di loro sono ancora in campi di profughi, in particolare ai confini egiziani e tunisini. Si tratta di permettere loro di vivere in condizioni dignitose. Peraltro, un migliaio di persone sono arrivate a bordo di barconi sull'isola di Malta. Anche loro hanno bisogno di aiuto.
D'altra parte, più di 25mila migranti hanno lasciato la Tunisia per l'Italia, una pratica tappa, nel viaggio verso la Francia e, in misura minore, verso la Svizzera. Costoro devono tornare a casa.
La solidarietà si riferisce quindi al primo tipo di immigrati. Non si tratta di mettere in atto la procedura speciale di "protezione temporanea", come fatto dall'Europa per il Kosovo nel 1999. Comunque si deve aiutare Malta a gestire la situazione. Diversi paesi si sono impegnati ad ospitare tra 10 e 300 profughi.
Lunedì in Lussemburgo, nell'ambito del comitato misto, riunito a margine del Consiglio europeo dei ministri degli interni dedicato in gran parte all'immigrazione, Simonetta Sommaruga ha optato per un altro mezzo di solidarietà: "Ultimamente, i nostri consolati hanno ricevuto 200 domande di asilo, presentate soprattutto da cittadini eritrei. Le esamineremo molto rapidamente. È così che ci assumiamo le nostre responsabilità", ha detto la ministra elvetica di giustizia e polizia.

Tunisia
La solidarietà riguarda anche la Tunisia. Lunedì, la maggior parte dei ministri degli interni dell'UE si sono impegnati ad aiutare economicamente Tunisi. Ma tutti hanno legato questo aiuto a una condizione: che il nuovo governo si impegni fermamente a lottare contro la migrazione e a riprendere i migranti economici.
Simonetta Sommaruga è sulla stessa linea: "Anche la Tunisia deve fare degli sforzi. L'UE deve ottenere al più presto un accordo di riammissione e la Tunisia deve migliorare la lotta contro le bande organizzate di traffici di esseri umani. In compenso, l'Europa può aiutarla a controllare i propri confini e sostenere i suoi sforzi per la stabilità economica e politica".
Un dare per avere chiaro, che sarà messo sul tavolo martedì 12 aprile a Tunisi dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Il 18 aprile sarà seguito dalla Svizzera: a Tunisi si recheranno il segretario di Stato agli affari esteri Peter Maurer con una delegazione dell'Ufficio federale della migrazione.

Al confine
Nel frattempo, le guardie di confine svizzere hanno intensificato i controlli mobili alle frontiere con l'Italia. Roma infatti rilascia ai tunisini dei permessi di soggiorno temporanei per viaggiare per tre mesi nello spazio di Schengen. Permessi rilasciati a condizione che soddisfino determinati criteri, tra cui l'obbligo di avere "mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno e per il ritorno nel paese di origine".
"Il mese scorso, è stato constatato che il numero di persone provenienti dal Nordafrica giunte alle nostre frontiere è triplicato, raggiungendo quota 150 persone. La maggior parte sono immigrati venuti per cercare lavoro. Devono tornare in Italia perché è lì che sono entrati nel territorio di Schengen", afferma Simonetta Sommaruga. "L'iniziativa italiana è legale, ma non aiuta a trovare soluzioni ai problemi dell'immigrazione", ha puntualizzato la consigliera federale.

Collera italiana
Il ministro italiano Roberto Maroni è peraltro stato attaccato da diversi colleghi europei. Il leghista ha lasciato furioso Lussemburgo, dichiarando: "Mi chiedo se far parte di questa Europa abbia ancora senso. Un'Europa più svelta a salvare le banche e ad andare in guerra che a dimostrare solidarietà".
Il dibattito su Schengen e sull'immigrazione non è chiuso: un Consiglio straordinario dei ministri degli interni dell'UE è convocato il 12 maggio. Dovrà presentare proposte ai dirigenti dei 27 per la fine di giugno.
Alain Franco, swissinfo.ch
Lussemburgo
(traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

Migranti, l’ira di Maroni: «Ha senso restare nella Ue?»
11 aprile 2011
Lussemburgo - La proposta dell’Italia e di Malta di attivare la direttiva sulla protezione temporanea dei rifugiati «non è passata». Lo ha detto il ministro degli interni maltese, Carmelo Mifsud Bonnici, nel corso di una pausa del Consiglio dei ministri degli interni della Ue in corso a Lussemburgo e dedicato all’emergenza immigrazione. «Ogni Stato membro - ha aggiunto il ministro di Malta - è rimasto sulle sue posizioni», con una larghissima maggioranza contraria all’attivazione delle norme in questione. Secondo quanto si apprende da fonti comunitarie, la riunione è stata a tratti tesa, con interventi molto polemici da parte di alcuni ministri, contrari alla proposta di suddividere tra i vari Stati membri gli immigrati che sbarcano in Italia.

Le prese di posizione più dure - riferiscono sempre le stesse fonti - sono state quelle espresse dal ministro tedesco, Hans-Peter Friedrick, dal ministro austriaco, Claudia Bandion-Ortner, dal segretario di Stato agli affari interni slovacco, Maria Kolikova, e dal ministro polacco, Jerzy Miller. Molto critiche sul principio del `burden sharing´ - riferiscono i presenti alla riunione - anche le parole dei rappresentanti di Francia e Belgio. «Non è stata una buona giornata per l’Italia», ha commentato un’altra fonte comunitaria

La presa di posizione di Maroni - «L’Italia è stata lasciata da sola»: così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha sintetizzato l’esito della riunione dei ministri dell’Interno della Ue, svoltasi a Lussemburgo sull’emergenza immigrazione.«L’Italia è lasciata sola a fare quello che deve fare e che continuerà a fare. Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare in questa posizione, a far parte dell’Unione Europea». Lo ha dichiarato il ministro degli interni, Roberto Maroni, lasciando il consiglio dei ministri Ue a Lussemburgo. Il ministro ha definito la Ue come «una istituzione che si attiva subito per salvare le banche, per dichiarare guerra, ma quando c’è da esprimere solidarietà concretamente ad un paese in difficoltà come oggi è l’Italia, si nasconde».
Bozen. Profughi: 200 posti nelle ex caserme dell'Alto Adige
BOLZANO. L'Alto Adige è disposto ad accogliere al massimo duecento profughi. Una trentina subito all'ex caserma Gorio dei Piani a Bolzano.

Gli altri - a seconda delle necessità - in altre strutture militari dismesse. Lo ha deciso la Giunta provinciale, facendo il punto sull'accordo raggiunto tra Stato e Regioni che prevede una distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale e maggiori funzioni esercitate dal sistema della protezione civile per garantire vitto e alloggio.

Come detto, in caso di ulteriori richieste dello Stato, la Giunta ha già individuato possibili soluzioni di accoglienza nell'ex caserma Druso di Silandro, nelle strutture militari dismesse di Colle Isarco, Naz Sciaves, nella "Haus Arnika" di Merano e nell'ex Casa del giovane lavoratore a Bolzano.

Milano. «Permesso agli immigrati è prematuro»
La Ue: «La maggioranza dei paesi ritiene che la direttiva può essere utilizzata ma che non siamo al punto di farlo»
MILANO - È «prematuro» decidere l'attivazione della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea per i profughi dai paesi del Nord Africa: la proposta italiana di attivarla per far fronte all'emergenza immigrazione è stata respinta dal Consiglio Ue, come ha confermato la Commissaria per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom. «La maggioranza dei paesi ritiene che la direttiva può essere utilizzata ma che non siamo ancora al punto di farlo». Condizione necessaria è infatti che ci sia una fortissima pressione di migranti da paesi in conflitto: «non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo - ha ribadito Malmstrom.

MALTA - La proposta dell'Italia e di Malta di attivare la direttiva sulla protezione temporanea dei rifugiati «non è passata» ha detto successivamente il ministro degli interni maltese, Carmelo Mifsud Bonnici, nel corso di una pausa del Consiglio dei ministri degli interni della Ue in corso a Lussemburgo e dedicato all'emergenza immigrazione. «Ogni Stato membro - ha aggiunto il ministro di Malta - è rimasto sulle sue posizioni», con una larghissima maggioranza contraria all'attivazione delle norme in questione.

Modena. La Lega Nord: "Due profughi a Montefiorino? Per loro pala e piccone"
"Per agevolare l'integrazione temporanea dei due profughi, appena si saranno riposati e rifocillati, offriremo loro la possibilità di rendersi utili alla comunità e li forniremo di pala e piccone per partecipare all'ultimazione dei lavori di restauro della Rocca"
MONTEFIORINO. A Montefiorino, sull'Appennino modenese, sono toccati due profughi, secondo la ripartizione approvata dalla riunione dei sindaci del distretto di Sassuolo. E la Lega Nord locale mugugna ("con la logica proporzionale ce ne toccava uno"), ma intanto fa buon viso a cattivo gioco: "Per agevolare l'integrazione temporanea dei due profughi, appena si saranno riposati e rifocillati, offriremo loro la possibilità di rendersi utili alla comunità e li forniremo di pala e piccone per partecipare all'ultimazione dei lavori di restauro della Rocca", annuncia Stefano Corti, consigliere comunale di maggioranza a Montefiorino e all'opposizione in Provincia.

"Infatti, benchè siano rifugiati, nulla gli impedisce di guadagnarsi il vitto e l'alloggio che i cittadini di Montefiorino gli hanno temporaneamente offerto", sottolinea l'esponente leghista. Che osa di più: "Nel tempo libero inoltre gli forniremo assistenza geografica affinchè, se lo desiderano, si possano trasferire rapidamente in Francia o Germania". In ogni caso, Corti si lamenta perchè "la proposta del Comune di Montefiorino di utilizzare un criterio proporzionale alla densità demografica, che avrebbe portato ad assegnare un profugo ogni 3.000 abitanti, è stata bocciata dai grandi Comuni amministrati dal centrosinistra che, come al solito, si fanno belli dietro roboanti affermazioni di principio e di solidarietà e poi scaricano gli oneri sugli altri. Così Montefiorino, dal momento che dispone solo di un piccolo appartamento, si è reso disponibile ad ospitare due stranieri, contro i tre richiesti e contro l'uno se si fosse seguita la logica proporzionale".

Ma "ancora una volta- conclude il consigliere del Carroccio- la generosità delle popolazioni montane non si sottrae al proprio dovere di fronte alle emergenze umanitarie, dando un grande esempio di solidarietà ai Comuni di sinistra".

Ferrara: i primi sessanta profughi alla Protezione civile di via Marconi
Un primo gruppo (60-65 uomini) dei profughi che verranno in provincia è in arrivo a Ferrara e verrà alloggiato alla sede della Protezione civile in via Marconi. Si tratta di prima acoglienza: dopo due o tre giorni verranno accolti da altri comuni, nel territorio comunale di Ferrara ne resterano 20-25
FERRARA. La macchina organizzativa per ospitare profughi a Ferrara e provincia si è messa in moto.

In settimana infatti è previsto l'arrivo in provincia del primo gruppo di 60-65 uomini, già con permesso di soggiorno. Il Comune di Ferrara - come riferisce una nota - si è reso disponibile ad individuare un primo punto di arrivo dei profughi che, successivamente, verranno smistati in altri luoghi meglio attrezzati sul territorio provinciale.

Questa mattina il sindaco Tiziano Tagliani e gli assessori comunali Chiara Sapigni e Aldo Modonesi, hanno fatto un sopralluogo al Centro di Protezione civile di via Marconi, verificando la possibilità di allestire un centro di accoglienza temporanea necessaria per un primo controllo delle condizioni fisiche dei profughi.

Successivamente, dopo 2-3 giorni di permanenza, saranno accolti da altri comuni della provincia, che veranno individuati nella riunione alla Provincia, in Castello.

Nel territorio comunale di Ferrara rimarranno 20-25 persone che saranno accolte dalle associazioni che in questi giorni hanno offerto la loro disponibilità e che da sempre si occupano di integrazione multiculturale e di 11 aprile 2011
convivenza pacifica tra popoli e culture diverse.

Genova ospiterà 345 migranti
11 aprile 2011
Genova- Sono 345 i migranti che il Comune di Genova si impegnerà ad accogliere dal 16 aprile appena approvato il piano nazionale d’accoglienza del governo. Lo hanno annunciato oggi pomeriggio a Genova gli assessori comunali a politiche sociali e demanio Roberta Papi e Bruno Pastorino.

Duecento potranno essere accolti in strutture pubbliche del Comune di Genova, 155 saranno accolti dal terzo settore: Caritas, Auxilium, Don Orione, Arci e Ceis. Le strutture d’accoglienza scelte dal Comune sono tre: l’ex scuola Marco Polo di Genova Quarto, in piazza Ippolito Nievo 1, l’ex scuola Barabino a Genova Sampierdarena in via Palazzo della Fortezza 14, e l’ex palestra Idrocarburi di via Robino 96c di Genova Marassi. I tempi di ristrutturazione e adeguamento delle tre strutture oscillano tra una settimana e trenta giorni.

I fondi chiesti dal Comune al governo per l’adeguamento sono 370 mila euro. Il Comune ipotizza di accogliere i migranti per sei mesi ovvero la durata del permesso di soggiorno temporaneo offrendo un tetto, la somministrazione di pasti, bagni e interpreti culturali ai profughi.

Sul piano delle risorse, indispensabili per rendere abitabili alcuni edifici si è incentrata la discussione tra i Comuni che chiedono certezze circa lo stanziamento del Governo. Lo stesso segretario dell’ANCI, Pierluigi Vinai ha ribadito la necessità di «sollecitare un’ordinanza della Protezione civile in modo da sgravare i comuni da ogni tipo di pratica amministrativa e burocratica e consentire interventi immediati».

L’assessore regionale all’immigrazione, Enrico Vesco ha ribadito che le risorse sono «certe anche se non si ha ancora la liquidità e il piano comprenderà il ripristino delle strutture identificate». Sul piano emergenza profughi spetterà alla riunione tecnica della Protezione civile che si domani a Roma dare le risposte a tutti gli interrogativi sollevati oggi dal Comune di Genova e da quelli della Provincia.

Bologna. Immigrazione, Cancellieri: "Arriveranno 320 persone, la situazione è gestibile"
Cosi’ il commissario giudica la prima fase di mobilitazione delle strutture di accoglienza situate nel capoluogo e nella provincia che si apprestano ad accogliere 70 persone
Bologna, 11 aprile 2011 - “Assolutamente gestibile”. Cosi’ il commissario straordinario del Comune di Bologna Anna Maria Cancellieri giudica la prima fase di mobilitazione delle strutture di accoglienza situate nel capoluogo e nella provincia che si apprestano ad accogliere una decina di adolescenti che partiranno stasera da Lampedusa (sono 30 quelli che arriveranno in tutta l’Emilia Romagna), piu’ i primi 60 adulti che saranno accolti sul tettitorio.

Una seconda tranche, di circa altri 60-70, adulti sono attesi per raggiungere la quota (circa 320 stranieri) che saranno destinati alla provincia di Bologna, in base al numero di residenti. Le risorse per l’accoglienza provengono dalle casse statali e saranno anticipate ai Comuni dalla Regione Emilia Romagna. I 10 adolescenti non accompagnati che troveranno alloggio nel bolognese, spiega ancora Cancellieri, verranno “verranno accolti dal personale dell’asp Irides, ma saranno dislocati tutti in provincia”, nessuno nel Comune di Bologna.
Non si conosce ancora la nazionalita’ di questi ragazzi che sono vicini alla maggiore eta’, ma ancora minori. “Per gli adulti, al momento non aspettiamo nulla - chiarisce Cancellieri - abbiamo avuto i primi 19, usciti dal Cie, che sono stati sistemati al dormitorio Sabatucci”

“In complesso - aggiunge il commissario - alla provincia di Bologna saranno destinate circa 320 persone, per la prima tornata sono circa 160 e meno di 60 interesseranno il Comune di Bologna” inclusi i 19 del Cie.
“Ci avvarremo di strutture messe a disposizione dalla Caritas - specifica il commissario - dall’opera Padre di Marella, dall’asp Poveri Vergognosi, con questi copriamo la prima emergenza, ma ancora non sappiamo ancora quando arriveranno”.

Una struttura tra le papabili all’accoglienza della seconda tranche di arrivi prevista, ma non ancora calendarizzata, riferisce inoltre Cancellieri, si sta valutando la struttura per anziani in via dell’Osservanza. Quanto all’ex caserma di Prati di Caprara, conclude Cancellieri, “l’ipotesi non e’ tramontata, ma al momento non ce ne e’ necessita’. Naturalmente stiamo guardandoci attorno, ma per la prima e la seconda tranche, riusciamo a risolvere cosi’”.

Immigrati, sbarcano a Civitavecchia altri 400 profughi tunisini
Roma, 11 apr (Il Velino) - Questa mattina a bordo del traghetto Flamina sono sbarcati a Civitavecchia altri 400 immigrati tunisini provenienti da Lampedusa. Con questi arrivi, sommati ai 680 della Clodia di martedì 5 aprile, sale a oltre mille il numero dei profughi giunti nel Lazio. Tuttavia dei nuovi arrivati soltanto 60 (anziché 100 come preventivato inizialmente) si fermeranno in regione: raggiungeranno in pullman l'ex caserma locale De Carolis, dove sono già ospitati 648 loro connazionali. Nello stesso centro di accoglienza sono stati trasferiti sabato sera 77 tunisini provenienti dal Cie di Ponte Galeria. Trecento passeggeri della Flaminia saranno, invece, trasferiti in Umbria. Altri 56, in base ai posti disponibili, saranno distribuiti tra i centri di accoglienza di Campobasso, Caserta e Crotone. (red) 11 apr 2011 11:52

Roma. Gaetano Gifuni rinviato a giudizio
Il pm: sperpero soldi del Quirinale
L'ex segretario generale del Colle sarà processato insieme ad altre 4 persone per abuso d'ufficio, peculato, truffa, falso materiale e falso ideologico. "Provo profondo disagio a trovarmi qui nelle vesti di imputato dopo cinquanta anni al servizio delle istituzioni". La prima udienza l'11 luglio prossimo
A giudizio l'ex segretario generale della presidenza della Repubblica, Gaetano Gifuni, sarà processato in relazione al presunto sperpero dei fondi destinati dal Quirinale alla tenuta di Castelporziano. Il gup Maurizio Caivano, in completo accoglimento delle richieste del pm Sergio Colaiocco, ha mandato a giudizio anche altre 4 persone. Abuso d'ufficio, peculato, truffa, falso materiale e falso ideologico, i reati contestati a vario titolo. Il processo comincerà l'11 luglio prossimo davanti ai giudici dell'VIII sezione penale. Oggi, davanti al giudice, è stato definito il patteggiamento, a 5 anni di reclusione, di cui tre condonati grazie all'indulto, per Gianni Gaetano, uno dei cassieri-contabili della tenuta.

Gifuni è coinvolto anche per il nipote acquisito Luigi Tripodi, ex capo del Servizio tenute e giardini del segretariato generale della presidenza della Repubblica. In base all'imputazione formulata dal pm Colaiocco Gifuni rispondeva di abuso d'ufficio perché "su istigazione e in concorso" con Tripodi, "dopo aver appositamente ricostituito nel dicembre 1993 il Servizio tenute e giardini e preposto Tripodi (figlio della sorella della moglie) a capo dello stesso, intenzionalmente gli procurava un vantaggio patrimoniale quale l'indebita assegnazione di un alloggio di servizio (villa abusivamente realizzata con oltre 180 mq con giardino) all'interno della tenuta".

Il peculato era contestato ai due perché "nell'esclusivo interesse del Gifuni, utilizzavano materiale acquistato dalla tenuta, per la falegnameria interna, per la realizzazione, e posa in opera di un armadio bianco, di un secondo armadio, con ante scorrevoli, di un tavolino e, infine, di una tettoia parasole all'interno dell'appartamento privato di gifuni in via Valadier". In relazione a quest'ultimo episodio ai due si contestava un altro abuso di ufficio: Gifuni, su istigazione e in concorso con Tripodi, avrebbe affidato ai dipendenti in servizio presso la tenuta "incarichi non compresi nei doveri d'ufficio" richiedendo in orario di servizio e in più occasioni a sei elementi della maestranza la realizzazione di quei lavori di falegnameria presso l'abitazione di via Valadier.
Per Tripodi il peculato riguarda l'appropriazione di oltre 4 milioni e mezzo di euro tra il 2002 e il 2008; oltre a lui, devono rispondere anche Alessandro De Michelis, già direttore della tenuta, e i cassieri-contabili Gianni Gaetano e Paolo Di Pietro: gli ultimi tre con la disponibilità di un conto Bnl presso il Quirinale e delle chiavi della cassaforte ove venivano custoditi i contanti. Per mascherare tali ammanchi si truccavano i libri mastri spediti al Servizio ragioneria.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Colaiocco la villa era abusiva ed è stata costruita, (fatto attribuito a Tripodi, De Michelis e al funzionario Giorgio Calzolari) forzando direttive e norme sugli appalti. Le indagini erano partite grazie a un esposto del Quirinale. L'amministrazione non si è costituita, per ora, parte civile. In aula, prima che il gup disponesse il rinvio a giudizio, Gifuni ha reso alcune dichiarazioni spontanee: "Provo profondo disagio a trovarmi qui nelle vesti di imputato dopo cinquanta anni al servizio delle istituzioni esclusivamente nel pubblico interesse e non avendo mai approfittato del mio ruolo presso il Senato e la presidenza della Repubblica".

Milano. Non solo Ruby, arrestato Ferrigno
Il fondo antiracket per favori sessuali
MILANO - Arrestato per millantato credito Carlo Ferrigno, prefetto di Napoli tra il 2000 e il 2003 e poi commissario nazionale antiracket su nomina del Consiglio dei ministri tra il 2003 e il 2006.
È indagato anche per prostituzione minorile. Secondo la Procura dal 2005 a oggi avrebbe fruito di prestazioni sessuali da parte di giovani ragazze, anche minorenni, in cambio della millantata agevolazione di pratiche presso la pubblica amministrazione.

L'arresto eseguito nell'ambito dell'inchiesta avviata dal pubblico ministero Stefano Civardi dopo la querela presentata dal presidente di Sos racket e usura. Nel documento Frediano Manzi riportava le testimonianze di alcune vittime di usura ed estorsione, secondo le quali Ferrigno provvedeva ad «accelerare le pratiche per accedere al fondo antiracket e antiusura, farle passare in commissione, se egli otteneva in cambio prestazioni sessuali». In merito Frediano Manzi era stato sentito come persona informata sui fatti, ma il pm aveva poi secretato gli atti. Secondo quanto Manzi scriveva sul sito dell'associazione «era abitudine del commissario antiracket inviare il suo fido segretario e autista (...) con la macchina in dotazione del ministero a prelevare prostitute giovani e soprattutto minorenni, per fare orge e festini presso l'abitazione del Prefetto a Roma; si afferma che il Prefetto facesse abitudinariamente uso di cocaina».

Il nome di Ferrigno è poi spuntato in un'intercettazione svolta nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby il 29 settembre scorso, in cui Ferrigno dice a un uomo parlando delle feste del presidente del Consiglio: «C'erano orge lì dentro non con droga, non mi risulta. Ma bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si è messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto solo le mutandine strette...». Ferrigno è stato arrestato per ordine del gip Franco Cantù Rajnoldi per millantato credito, ma è indagato anche per altri reati, tra cui la prostituzione minorile in qualità di presunto cliente di prostitute minorenni.

Oltre a Carlo Ferrigno è stato arrestato anche Massimo Abissino, titolare di un negozio di abbigliamento in via Farini a Milano. Secondo quanto denunciato da Sos racket e usura, quest'ultimo avrebbe accompagnato da Ferrigno una ragazza minorenne che avrebbe avuto rapporti sessuali con lui.

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