martedì 12 aprile 2011

Mezzogiorno-Mattino. 13 aprile 2011.

Benevento. Trasporto illegale di rifiuti speciali, tre napoletani arrestati nel Sannio

Potenza. Le spese dell'ospedale San Carlo

Finanziamenti per il Piano Scuola Digitale

Così la salsa di pomodoro ha conquistato il mondo e integrato gli italiani negli Usa

Bari. Tagli ai posti letto, è caos in Consiglio

Napoli. Spazzatura e dignità perduta, il «Basta!» dei Vesuvi di Regina

Gioventù, 2 milioni 600 mila euro alle Province per progetti

Un nuovo vero partito del Sud fondamentale per la Sicilia

Catanzaro. Fondi regionali, chiesto rinvio a giudizio per Loiero ed ex assessori di due Giunte

Napoli. Galan a Pompei: archeologi agli Scavi ma verranno da fuori regione

Sicilia, è crisi nei siti culturali: in tre anni -25% di visitatori

Napoli. Fincantieri, la protesta sbarca a Roma

Sardegna. Eurallumina, operai a Roma


Benevento. Trasporto illegale di rifiuti speciali, tre napoletani arrestati nel Sannio
In manette tre ragazzi, trasportavano a bordo di un Fiat Iveco rifiuti speciali tra cui cucine, lavatrici e imballaggi
BENEVENTO - Tre sono i giovanni arrestati nel Sannio per trasporto illegale di rifiuti. Il lavoro consisteva nella raccolta, recupero e trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non.

Finiti in manette Vincenzo e Giuseppe Del Giudice, rispettivamente di 23 e 28 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine e residenti a Napoli, e Marco Pagano 23 anni di Casoria, Napoli. I tre sono stati fermati nella piazza centrale di Foglianise mentre trasportavano, a bordo di un Fiat Iveco Daily, un carico di rifiuti speciali fra cui cucine, lavatrici, imballaggi metallici ed altro materiale in ferro di varia natura.

Potenza. Le spese dell'ospedale San Carlo
Il San Carlo sborsa quanto la regione, il Crob non è da meno
12/04/2011 OTTOcentomila euro arrotondate per difetto. A tanto ammontano le consulenze che la Regione Basilicata ha dichiarato al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, nell’ambito dell’operazione trasparenza che dal 2008 vede on line molte cifre che prima erano semisconosciute al grande pubblico. Tra amministrazione e Consiglio sono 49 gli incarichi affidati all’esterno dall’ente regionale. Le spese più consistenti sono relative al settore ambiente e in particolare ad un progetto, Rete natura 2000, che da solo ha avuto bisogno di 9 consulenze per un totale di 200mila euro (non male su 800 di totale). Rete natura mira alla «conservazione della natura, attraverso la istituzione di una rete di aree protette individuate con rigore scientifico-naturalistico e paesaggistico», un’operazione che «costitiusce un dovere primario per una amministrazione che operi nell’ottica dello sviluppo sostenibile», scriveva l’allora assessore all’ambiente Erminio Restaino. Ecco quanto ci è costato individuare «dopo un’accurata indagine scientifica condotta dall’università della Basilicata, per conto della Regione», le aree rappresentanti habitat naturali di rilevanza comunitaria. Altre spese, 86mila euro in tutto, sono distribuite tra sette consulenti che si occupano di esaminare dati e conti relativi ai bilanci di previsione regionale. Altri 120mila invece si riferiscono ad ulteriori sei consulenti che hanno fornito assistenza tecnica per il Por Basilicata. A botta di 27mila euro ciascuno, tranne uno che ne vanta “appena” 12mila. Non tutti questi incarichi, infatti, sebbene la spesa sia prevista, sono stati effettivamente retribuiti. Per farsi un’idea bastava essere sabato alla manifestazione dei precari di Potenza, dove il creditore per servizi offerti alla Regione Basilicata era la categoria più frequente tra i protestanti. Per restare all’ambiente, eccoti altri 9mila euro affidati a una consulenza universitaria per il progetto Carg, per una carta geologica della regione, in una parola: percontenere i rischi del terremoto. E poi ci sono i microincarichi del Consiglio regionale, dalle delibere della presidenza alle decine di voci che rimandano all’organismo di controllo della comunicazione: tra relazione annuale Corecom (la cui stesura è affidata a una cooperativa, la Viceversa) e le «conciliazioni in materia di telefonia» dell’organismo stesso se ne sonono andati 10mila euro. Altri 6mila per una dirigenza e 6000 che riportavo per chi quel dirigente ha dovuto valutarlo. Trentamila euro sono andate invece ad un progetto di cooperazione internazionale chiamato Pays Med Urban, molto utile soprattutto adesso che quel Mediterraneo ci sta chiedendo il conto. E andiamo agli enti subregionali. L’Arpab dichiara per l’anno appena trascorso 95mila euro di affidamenti esterni. Tra incarichi amministrativi e consulenze legali, è una strana voce quella che attira l’occhio pure che uno non ce lo volesse buttare: 20mila euro per «la sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti». La “sorvegliante”, almeno, è una donna: quote rosa garantite. Capitolo sanità: spettacolare. Sapevate che il San Carlo spende per consulenze la stessa cifra dell’intera Regione Basilicata? A leggere i dati inviati a Brunetta sembra che l’ospedale regionale da questo punto di vista si comporti un po’ come un mini ente locale. Ottocentomila euro di affidamenti esterni per il nosocomio regionale che vanta una discreta schiera di consulenze legali per controversie che (dati gli importi delle parcelle, c en’è una da 28mila euro...) si spera almeno siano andati a buon fine. Nel dettaglio, le voci che fanno più impressione sono un incarico da 208mila euro per la direzione dei lavori di un edificio “per uffici e accoglienza” affidato all’ingegnere Giuliano Rosco e - non per l’importo, ma semmai per il nome - i 18mila destinati allo studio Margiotta per un collaudo tecnico su alcuni fabbricati. Una sessantina di incarichi a colpo di 15mila, 29mila, anche 62mila euro per la sicurezza dei padiglioni “in fase di realizzazione”. Il resto sono collaborazioni con altri istituti e prestazioni specialistiche. Secondo in classifica per il comparto sanità è il Crob di Rionero. Duecentoquarantamila euro in tutto per incarichi esterni nell’anno passato. Per la maggior parte delle 39 consulenze si tratta di borse di studio (anche cospicue, ce n’è una da 60mila euro) e attività di ricerca. Infine l’Asp di Potenza fanalino di coda (per modo di dire) con i suoi consulenti da - tutto sommato molto meno degli altri - 240mila euro. Qui la prima voce è da capogiro: 24mila euro per “consulenza aereonautica”, immaginiamo l’elisoccorso. Poi c’è parecchia assistenza psicologica (e non solo) nelle carceri e molte voci relative alla musicoterapia.
Rosamaria Aquino

Finanziamenti per il Piano Scuola Digitale
12 Aprile 2011
Finanziamenti per la scuola statale primaria e secondaria di secondo grado destinati all'acquisto di kit tecnologici a supporto della didattica in classe.

Pubblicato sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca l’ avviso che prevede finanziamenti per la scuola statale primaria e secondaria di secondo grado destinati unicamente all'acquisto di kit tecnologici a supporto della didattica in classe.

Possono richiedere il kit, composto da lavagna digitale, videoproiettore e computer, le scuole statali primarie e secondarie di secondo grado (gli istituti comprensivi possono presentare la richiesta solo per la scuola primaria);

Le richieste possono essere effettuate esclusivamente compilando il formulario on line disponibile sul Portale SIDI al quale sarà possibile accedere seguendo il percorso:
Rilevazioni > Osservatorio tecnologico > Rilevazioni > Denominazione: Richieste LIM.

Sulla base delle richieste pervenute sarà assegnato un kit ad ogni istituto di riferimento richiedente;

per le ulteriori assegnazioni si seguirà il principio di diffusione espresso dal rapporto numero LIM possedute e numero di alunni e verrà considerato titolo:
per la Scuola Primaria la realizzazione di percorsi di didattica inclusiva tramite l'utilizzo della LIM per supportare gli alunni con disturbi specifici di apprendimento e l'integrazione di alunni extra comunitari, di alunni in restrizione di libertà, di alunni ospedalizzati;
per la Scuola Secondaria di secondo grado l'adesione dell'istituzione scolastica al piano per l'insegnamento di una materia curricolare in lingua straniera.
Il formulario sarà accessibile dal 13 aprile 2011 fino alle ore 14,00 del 29 aprile 2011.
Onde evitare imprevisti si raccomanda la tempestiva compilazione del questionario in parola.

Così la salsa di pomodoro ha conquistato il mondo e integrato gli italiani negli Usa
di Elysa Fazzino
Viva la salsa di pomodoro! Quella più semplice, con aglio, olio e pomodoro, conosciuta in America come la "marinara", è omaggiata oggi sull'Independent, con una foto succulenta e il richiamo sulla copertina del sito web: "Come la salsa rossa ha coperto il globo".

La marinara – si legge sul quotidiano britannico - "ha fatto di più per integrare gli italiani nella società americana che Frank Sinatra o Joe Di Maggio" e "ha permesso alla cucina italiana di conquistare il mondo". La salsa, abbondantemente versata su spaghetti e polpettine di carne (le famose meatballs), è diventata sinonimo delle specialità italiane. L'Independent pubblica un estratto del libro "How Italian Food Conquered the World" in cui il critico e gourmet John Mariani, americano di origini italiane, racconta l'irresistibile ascesa della marinara.

Nel 1910, gli italiani erano i lavoratori peggio pagati d'America. Ma c'era chi faceva fortuna. Nella Little Italy di New York, un modo abbastanza facile per gli immigrati per farsi una nuova vita era di vendere cibo, soprattutto ai propri connazionali. Nel 1929 c'erano 550 pastifici negli Stati Uniti (solo in Italia ce n'erano di più). Nel 1938 in America si contavano oltre 10mila negozi alimentari gestiti da italiani. Dalle madri di famiglia italoamericane ci si aspettava che sapessero cucinare i piatti tipici. La marinara era una salsa veloce da fare, probabilmente si chiamava così – ipotizza Mariani - perché le mogli dei pescatori del Sud la cominciavano a preparare non appena vedevano tornare in lontananza la barca dei mariti. Divenne la "salsa rossa" multiuso, buona per condire la pasta, ma anche la carne, il pesce, le salsicce, i fritti, i peperoni, le melanzane... e la pizza "margherita".

Era la salsa per cui gli italiani erano famosi, eppure per decenni non se ne trova menzione nei libri di cucina o nei menu italiani. La prima citazione nella cultura popolare Usa la si trova nel film del 1930 di Frank Capra "Rain or Shine" (Luci del Circo), quando un personaggio parla di spaghetti con un po' di "marinara sauce". Il regista Martin Scorsese disse una volta che gli italiani della generazione dei suoi genitori erano tenuti insieme dalla nozione di famiglia: "Ecco perché la pasta al pomodoro è così sacra per la famiglia italiana". La pasta col pomodoro era sempre più diffusa e apprezzata anche tra gli italiani del Sud, ma fu negli Stati Uniti che divenne un cibo italo-americano "onnipresente".

Per Mariani, è stata proprio la salsa di pomodoro "marinara", generalmente associata a un'idea generica di cibo italiano e non a una cucina regionale, a far diventare il cibo italiano il più popolare del mondo. A suo modo, azzardiamo noi, è una salsa unitaria.
12 aprile 2011

Bari. Tagli ai posti letto, è caos in Consiglio
I sindaci buttano le loro fasce tricolori
Nel mirino Vendola e Fiore però assenti alla seduta
Il nervosismo si concentra su Stefàno e Matarrelli (Sel)
BARI - Il Piano di riordino ospedaliero (con tanto di taglio dei posti letto) fa infuriare i sindaci i cui comuni sono interessati dal ridimensionamento. Forti proteste fuori e dentro l’aula del Consiglio regionale pugliese, infatti, hanno caratterizzato la seduta. Aggressioni verbali si sono avute fuori dall’aula prima dell’inizio dell’assemblea e forti polemiche si sono accese dopo: uno dei sindaci che contestano fortemente il piano ospedaliero - il sindaco di Mottola, Giovanni Quero - ha preso la parola, infrangendo la prassi regolamentare e ha spiegato che la delegazione di sindaci presente in aula tra il pubblico abbandonava l’aula «lasciando sui banchi le fasce di sindaco, perché oggi la democrazia è morta, visto che da mesi chiediamo di incontrare Nichi Vendola senza esito».

LA POLEMICA - Sia Vendola, sia l’assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore, non hanno partecipato alla seduta del consiglio. Le proteste erano cominciate fuori dell’aula, da parte di alcuni gruppi di cittadini, che chiedevano di rivedere il processo di riordino sanitario: le proteste sono presto sfociate in intemperanze nei confronti dell’assessore alle risorse agroalimentari, Dario Stefano (malamente apostrofato mentre entrava in aula), e del consigliere regionale di Sel Antonio Matarrelli («Mi hanno impedito il passaggio in auto ed ho poi subito - ha detto - un tentativo di aggressione fisica impedito dalla polizia»).

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - Il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, in aula ha espresso solidarietà a Matarrelli a nome dell’assemblea: «Sono cose - ha detto - deprecabili. Ci sono gli animi sin troppo accesi e questo dipende anche dal clima che riusciamo a tenere in Aula, tanto che invito a spegnere e smorzare i toni». Sulla richiesta di concordare con i Comuni il processo di riordino sanitario si è invece accesa la polemica all’interno del Consiglio regionale della Puglia. I sindaci di Taranto, Massafra, Ceglie Messapica, Mottola, Bitonto, Castellaneta, Grottaglie, Cisternino, Minervino e Spinazzola hanno insistentemente chiesto un incontro con il presidente della Regione Vendola, e con l’assessore regionale alle politiche della salute, Tommaso Fiore. Poi la protesta di Quero e l’abbandono dell’aula da parte della delegazione di sindaci. «Vergognoso - hanno poi definito in una nota congiunta i consiglieri regionali del Pdl - il comportamento del presidente Vendola che snobba i sindaci pugliesi e non si presenta all’incontro sulla chiusura degli ospedali. Per quanto apprezzabile l’intervento del presidente del consiglio Introna, bene hanno fatto i sindaci a restituire le fasce tricolori in cambio degli inutili saluti di Vendola portati in aula da Introna».

Napoli. Spazzatura e dignità perduta, il «Basta!» dei Vesuvi di Regina
Da Marinella a Barracco, Dalla Vecchia a Sal Da Vinci
al Pan le frasi di chi ama Napoli e non s'arrende
NAPOLI - Mirella Barracco, Roberto De Simone, Pippo Dalla Vecchia, Maurizio Marinella. E Lello Esposito, Sal Da Vinci, Toto Naldi, Carlo Antonio Leone, i magistrati Antonio Ingroia e Antonello Ardituro. Hanno tutti detto «Basta!» . Il loro urlo, insieme con quello di altre persone (comuni o notabili che siano), uscirà fuori da 24 Vesuvi di Gennaro Regina, in mostra al Palazzo delle Arti di Napoli dal 29 aprile al primo maggio. La mostra del quarantaseienne artista partenopeo (esponente della storica famiglia di editori e librai antiquari a Costantinopoli) s’intitolerà appunto «L’urlo del Vesuvio» e raccoglierà tutte le frasi di disappunto a lui pervenute fino all’ultimo giorno prima dell’inaugurazione. Che, metaforicamente, erutteranno, come magma e lapilli, dal «cratere» di ogni sua opera.

Un’idea originale, quella del «Basta!» collegata al Vesuvio. Come le è venuta in mente?
«Dovevo dare un senso alla mia continua necessità. Ricorro al Vesuvio, presenza ingombrante e meravigliosa fonte ispiratrice che da sempre ha connotato e connaturato l’immagine stessa della città e del suo territorio. E all’archetipo dell’eruzione come centro propulsore di nuove energie, dalle cui viscere si estrinseca una sorta di catarsi liberatoria della città. Che, con un grido, sembra volersi scrollare della cappa di negatività e luoghi comuni che mortifica le potenzialità espresse dalla sua gloriosa trimillenaria storia» .

Come ha contattato suoi interlocutori per la mostra, insomma quelli che le hanno regalato le frasi da far «eruttare» ?
«Via mail. Ho fatto una cernita di persone più o meno conosciute e poi sono andato tanto in giro, dalle strade alle scuole, facendo pure del volantinaggio» .

Non solo famosi, quindi: tra le sue grida ci sono anche quelle degli uomini della strada e degli studenti.
«Certo. E ciò che più mi ha divertito è che spesso il commento di un notabile collima perfettamente con quello dell’ambulante» .

Sono tutti commenti negativi?
«Quasi al cento per cento, però, ce n’è anche qualcuno positivo. C’è chi ha interpretato quest’urlo come una speranza e non solo come invettiva. Ma si tratta di uno sparuto gruppo» .

In quanti le hanno mandato il loro «Basta!»?
«A tutt’oggi, 828 persone» .

Si aspettava una riposta del genere?
«Assolutamente no. E’ stata un’adesione ampia, popolare, variegata, di cui sono molto soddisfatto» . In che cosa consistono le sue opere e che tecnica ha usato? «In gran parte sono delle fotografie impresse su tela e poi trattate ad acrilico dopo aver selezionato un colore base al computer. Una tecnica che mi appartiene e da tempo mi coinvolge. Alcuni, invece, sono dei veri e propri dipinti» .

La mostra al Pan durerà soltanto tre giorni, poi che fine faranno questi pensieri?
«Verranno tutti raccolti in un catalogo che sarà pubblicato dalla Mondadori. Dove ringrazierò tutti, proprio tutti quelli che mi hanno dato una mano a costruire questa mostra» .

Un’esposizione che, pur essendo breve, ha avuto ed ha una lunga gestazione. Chi manca ancora all’appello?
«Siamo in attesa dei contributi di Maurizio Costanzo, Nicola Spinosa, Andrea Ballabio, del console americano Donald Moore e di tanti altri. Fra questi, tutti i candidati a sindaco di Napoli. Li ho invitati alla mostra e, pur non volendo rappresentare nulla che riguardi la politica, spero di dar loro una mano a capire che cosa non vogliono e che cosa veramente vogliono i napoletani» .
Vanni Fondi

Gioventù, 2 milioni 600 mila euro alle Province per progetti
Roma, 12 apr (Il Velino) - Due milioni e seicentomila euro: a tanto ammontano le risorse messe a bando per i progetti delle Province a favore delle giovani generazioni, grazie allo stanziamento del Ministero della Gioventù per la IV Edizione del Programma AzioneProvincEgiovani. Il programma, che nasce da un’intesa tra il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Unione delle Province d’Italia, finanzierà i progetti delle Province indirizzati alla promozione di attività dirette a sostegno dei giovani sui territori e nelle comunità. Sostenibilità ambientale e lotta ai cambiamenti climatici; occupabilità ed innovazione; sicurezza e salute; cultura digitale e nuove tecnologie: queste le tematiche intorno a cui le Province che vorranno partecipare al bando dovranno predisporre i propri progetti. Con particolare attenzione a temi trasversali, quali l’integrazione tra le politiche giovanili e le altre politiche che interessano le nuove generazioni; la promozione della cultura di genere; la promozione della cittadinanza attiva e l’utilizzo delle nuove tecnologie per l’informazione e per la comunicazione nella realizzazione dei progetti.

“Creare una filiera efficiente che permetta di raggiungere i migliori risultati possibili, coinvolgendo i giovani sul territorio dove sono più attivi. E’ questa la filosofia – dichiara il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni - che anche quest’anno muove il bando 2011 AzioneProvinceGiovani frutto della collaborazione del ministero della Gioventù e dell’Upi. Crediamo molto nell’efficacia delle azioni mosse di concerto tra istituzioni nazionali e istituzioni locali. Soprattutto quando le risorse sono scarse, è fondamentale cercare di non disperdere i fondi, ma individuare linee strategiche comuni. Malgrado i tagli, il ministero della Gioventù ha scelto di investire sul lavoro comune con le Province lo stesso importo dello scorso anno, in segno di riconoscimento per l’ottimo lavoro svolto fino ad oggi”.

“Siamo orgogliosi del fatto che, nonostante la generale contrazione delle risorse a disposizione, il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni abbia voluto invece confermare anche per quest’anno il finanziamento di questa iniziativa – commenta il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione – a dimostrazione del buon lavoro che nelle scorse edizioni le Province hanno saputo portare a termine. Grazie a questo Programma, dal 2009 ad oggi le Province hanno potuto realizzare progetti che hanno coinvolto migliaia di ragazzi in tutto il Paese, in centinaia di laboratori e di giornate di studio che hanno animato le scuole delle Province, con l’obiettivo di sostenere i giovani nella loro crescita nelle comunità e di accompagnarli in un percorso di conoscenza e affermazione dei loro diritti di cittadinanza, offrendo loro strumenti per affrontare al meglio l’ingresso nel mondo del lavoro”.
Nelle 3 precedenti edizioni di Azione ProvincEgiovani sono stati finanziati 71 progetti a livello nazionale in 87 territoriali provinciali e la quasi totalità delle Province italiane è stata coinvolta in progetti finanziati e/o presentati in qualità di capofila e/o partner, per un totale di 7.800 milioni di euro. Il Bando, pubblicato oggi sul sito www.azioneprovincegiovani.it, sul sito dell’Upi www.upinet.it e su quello del Ministero della Gioventù www.gioventu.it , scade il 10 giugno prossimo.
(baz) 12 apr 2011 16:02

Un nuovo vero partito del Sud fondamentale per la Sicilia
scritto da Staff
Ho incontrato gente a Messina e ad Agrigento e presto vedrò di andare un po’ dovunque. E devo dire sinceramente che ho riscontrato una grande attenzione verso un soggetto politico dei meridionali e dei siciliani che non si schieri con nessuna parte politica ma che viva le alleanze finalizzate agli interessi della Sicilia e del sud.
Il contributo del professore Barcellona è apprezzabile e importantissimo per la razionalità, la concretezza e la serietà scientifica che esprime. Un apporto fondamentale per un manifesto in cui il Mediterraneo ha un ruolo centrale per una Sicilia centrale nel Mediterraneo.
Tutto si gioca attorno alla forza politica. Noi riusciremo a muovere l’Europa verso il Mediterraneo, che oggi purtroppo non ha ottenuto grande attenzione, solo se avremo una politica meridionale e siciliana forte che incida sul governo centrale, così come oggi ha fatto la Lega per raggiungere i suoi obiettivi.
Una forza del sud, non certo quel partito finto nato dalle parti di Arcore e sotto l’egida della Lega, ennesimo strumento per ingannare i siciliani per raccattare voti. Un vero partito dei meridionali, libero e autonomo, se ottiene i consensi, avrà la forza presso il governo centrale perché l’Italia si faccia valere in Europa affinché ci sia nei confronti del Mediterraneo una politica che fino ad oggi non ha avuto.

Catanzaro. Fondi regionali, chiesto rinvio a giudizio per Loiero ed ex assessori di due Giunte
La richiesta della Procura di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti nella gestione di fondi regionali per progetti che non sarebbero mai stati realizzati
12/04/2011 La Procura di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti nella gestione di fondi regionali per progetti che non sarebbero mai stati realizzati, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e di quindici ex assessori dell’esecutivo di centrosinistra e del precedente di centrodestra, e ancora di altre otto persone.
L’inchiesta, coordinata dal pm Elio Romano, fa riferimento a fatti accaduti tra il 2005 ed il 2009 e riguarda, in particolare, un progetto che era finalizzato alla selezione e alla preparazione di disoccupati di lunga durata da reinserire per la manutenzione e la pulizia delle aree verdi dei parchi nazionali della Sila, del Pollino, e dell’Aspromonte.
Reinserimento che, secondo l’accusa, in realtà non ci sarebbe mai stato nonostante l’esborso di circa dieci milioni in tre anni da parte del ministero del Lavoro, destinati sia alle società che avrebbero dovuto selezionare i lavoratori, prima la Sial e poi l’Arssa, sia per il sussidio mensile per gli stessi lavoratori.
Le accuse contestate agli indagini sono abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Oltre a Loiero, il rinvio a giudizio è stato chiesto per gli ex assessori Mario Pirillo, Antonino De Gaetano, Mario Maiolo, Nicola Adamo, Doris Lo Moro, Sandro Principe, Diego Tommasi, Luigi Incarnato, Demetrio Naccari Carlizzi, Francesco Sulla, Domenico Cersosimo, Vincenzo Spaziante, Michelangelo Tripodi, Silvio Greco e Giovanni Dima; gli ex dirigenti della Regione Franco Petramala, Domenico Carnevale, Marinella Marino, Michelina Ricca, Rocco Leonetti; l’ex capo di gabinetto della Giunta di centrodestra, Francesco Morelli; Antonio Saladino, ex amministratore della Società Sial, incaricata per prima dell’opera di selezione dei lavoratori da reinserire, e Matilde Mancini, ex dirigente del ministero del Lavoro.

Napoli. Galan a Pompei: archeologi agli Scavi ma verranno da fuori regione
«La graduatoria in Campania non c'è. Investimenti? Inutile battere cassa da Tremonti: ci sono i fondi Ue»
NAPOLI - Il ministro dei beni Culturali Giancarlo Galan a Pompei annuncia il via del Governo al piano di recupero degli Scavi: un programma di manutenzione programmata attraverso anche l'uso di scanner laser per rilievi in 3D, per scongiurare altri episodi di crolli e cedimenti. Non solo: Galan promette il coinvolgimento dei privati, nuovi finanziamenti europei, assunzioni e fa balenare l'idea di aumentare il prezzo del ticket d'ingresso: «In un’aerea archeologica di queste dimensioni l’emergenza – avverte Galan - non finirà mai, ma la cura comincia da domani. Pompei è un simbolo, l’area archeologica più estesa ma anche la più importante; un simbolo dell’Italia nel bene e nel male. Nel bene perché ce la invidiano tutti, nel male perchè dobbiamo valorizzarla di più. È una emergenza nazionale e internazionale, ha una importanza incalcolabile».

Fin qui le premesse, poi Galan passa alle promesse: «Bisogna monitorare ogni minimo movimento. Il ministero non lavorerà da solo: penso di coinvolgere studiosi, università, i tecnici Mibac che sono bravissimi ma serve anche l'apporto dei privati. Un apporto discreto – precisa il ministro - e utile ad entrambi ma senza demonizzazioni, i privati servono». Non si può andare, però a battere cassa da Tremonti: Galan sottolinea che la capacità di spesa dei fondi europei in Campania è appena al 2,7%. E allora? «Ci sono a disposizione fondi europei – replica Galan - cento milioni di euro del progetto per i grandi attrattori culturali da dividere tra quattro regioni del Sud, ai quali si aggiungono altri cento milioni che la Ue si è detta pronta a stanziare solo dopo la presentazione di un piano dettagliato. Certo che se i visitatori diventassero 5 milioni rispetto ai 2,5 attuali e il biglietto passasse da 11 a 25 euro... le cose sarebbero diverse». Aumenti in vista? Dalle parole di Galan, secondo quanto riporta l'AdnKronos, questa sembra l’idea. Poi, l’annuncio di nuove assunzioni entro un mese. Occorrono 30 archeologi e 40 tecnici specializzati. Ma arriveranno da fuori regione, visto che la graduatoria ad hoc in Campania non c’è: «Si attingerà – spiega Galan - dalle graduatorie di concorsi già espletati in altre regioni, mentre in Campania partirà un bando ad hoc».

Sicilia, è crisi nei siti culturali: in tre anni -25% di visitatori
Rapporto Legambiente: Musei sono dimenticati, presenze concentrate solo nei “soliti noti”
Roma, 12 apr (Il Velino) - “Irrilevante” il contributo della provincia di Catania, addirittura “mortificanti” i dati per quelle di Caltanissetta e Ragusa. E perfino l’apporto della provincia di Palermo, malgrado l’estensione e l’importanza, risulta trascurabile. Una situazione di crisi che ha portato in appena tre anni i siti culturali siciliani a perdere un visitatore su quattro, pari a circa un milione di presenze (quattro milioni e mezzo nel 2007, poco più di tre nel 2010) e due milioni di incasso (da 14,2 a 12,3 milioni). È quanto emerge dai dati delle presenze nei musei siciliani, diffuse da Legambiente nella pubblicazione "Nuove strategie culturali per i musei siciliani", nell’ambito della campagna “Salvailmuseo”, presentata oggi a Palermo. Una contrazione frutto della difficile congiuntura economica, spiega il rapporto, ma non imputabile solo alla crisi ma anche a una “tecnica di gestione e valorizzazione non ancora messa a punto”.

Nonostante in Sicilia sia localizzata una delle più elevate concentrazioni di patrimonio culturale d’Italia e dell’area del Mediterraneo (oltre il nove per cento dell’intero patrimonio nazionale e un terzo dei beni archeologici presenti in Italia), la concentrazione delle presenze si registra in pochi, limitati contesti. Gli otto siti più visitati, anch’essi in flessione, attraggono infatti il 75 per cento dei visitatori: il Teatro greco di Taormina (568 mila presenza nel 2010), l’area archeologica di Siracusa (474 mila), la Valle dei Templi di Agrigento (460 mila), Palazzo dei Normanni a Palermo (284 mila), Segesta (280 mila), la Villa romana del Casale (244 mila), Selinunte (208 mila) e il Duomo di Monreale (183 mila). Ai restanti 55, le briciole: appena 600 mila visitatori. Insomma, anche i siciliani come i turisti visitano i “soliti siti”.

“I nostri musei non sono appetibili né promossi adeguatamente - afferma al VELINO Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia -. Dal 2000 al 2007 si erano stabilizzati attorno a 4-4,5 milioni di presenze poi c’è stato un crollo. Molti, come quello della Ceramica di Caltagirone o l’Archeologico di Ragusa da anni aspettano lo spostamento in sedi più moderne. Ma è anche un problema di mentalità: l’ex assessore Gaetano Armao ha promosso il biglietto a un euro per i residenti eppure non è cambiato nulla. Bisogna lavorare sulla testa della gente”. Una situazione in cui anche l’instabilità della giunta regionale pesa per l’avvio di politiche culturali durature: in due anni e mezzo sono stati già quattro gli avvicendamenti all’assessorato alla Cultura.
(fan) 12 apr 2011 17:01

Napoli. Fincantieri, la protesta sbarca a Roma
I lavoratori incatenati davanti la sede
Bono, ad del gruppo aveva definito la situazione «drammatica». Attesa dei 600 dipendenti cassintegrati
NAPOLI - Dopo i blocchi stradali e i volantinaggi delle scorse settimane il dissenso si è spostato a Roma sotto la sede del gruppo dove alcuni lavoratori si sono incatenati per protesta, chiedendo sia a Fincantieri che alla Regione Campania di realizzare investimenti anche per la costruzione del nuovo bacino a Castellammare, che potrebbe attrarre nuove commesse. Nei giorni scorsi l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, aveva lanciato l’allarme definendo l’attuale situazione della cantieristica, «drammatica», aggiungendo di aspettare «i tempi giusti» per la presentazione del piano industriale che riguarderà anche gli aspetti occupazionali, e chiedendo allo stesso tempo al governo di «ordinare le navi».

LE COMMESSE - Tra le quali ci sarebbero anche i due pattugliatori da tempo annunciati dall’esecutivo tra le commesse per Castellammare. Attualmente i dipendenti del sito stabiese sono 666, dei quali 600 in cassa integrazione. I lavoratori dell’indotto, invece, informa una nota congiunta di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, sono 1.200, tutti in cassa integrazione e senza stipendio dallo scorso gennaio. Le segreterie nazionali ribadiscono di essere contrarie a eventuali progetti di riconversione e sollecitano il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, affinché convochi al più presto le parti per avviare il confronto sulle scelte industriali del Gruppo Fincantieri. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha sollecitato inoltre l’intervento del presidente della Regione Campania, Caldoro, affinchè «si assuma le proprie responsabilità per gli investimenti per la costruzione del bacino e ci sia un impegno reale».

UILM: FORZE POLITICHE ASSENTI - Mentre Giovanni Maresca, della Uilm Campania ha aggiunto: «A differenza delle altre Regioni, dove si sono mobilitati le istituzioni e le forze politiche, noi vediamo, purtroppo in Campania registriamo una grave assenza». Solidarietà ai lavoratori che oggi hanno protestato a Roma è stata inoltre espressa dal vice segretario dell’Ugl Metalmeccanici, Laura De Rosa, che ha chiesto con urgenza la convocazione di «un tavolo sulla cantieristica a Palazzo Chigi, per dare risposte concrete ai lavoratori dei cantieri e dell’indotto».

I SENATORI PD: SOLIDARIETÀ - «Piena solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Castellammare che si sono incatenati davanti alla sede della Fincantieri di Roma per la difesa dello stabilimento di Castellammare» è stata espressa dai senatori del Pd Teresa Armato, Alfonso Andria, Annamaria Carloni, Franca Chiaromonte, Vincenzo De Luca e Maria Fortuna Incostante. «È gravissima l'assenza di risposte e di certezze. Troppi i ritardi. Ingiustificato l'immobilismo del Governo e della Regione Campania, nonostante le proteste di queste settimane e lo sciopero generale del 25 marzo scorso». «La nostra attenzione, come ha confermato il segretario nazionale del Pd Bersani - ha concluso Armato - su questa grave crisi è e sarà altissima».
Fr. Par.

Sardegna. Eurallumina, operai a Roma
Il Governo apre uno spiraglio
“Il Governo ha individuato la soluzione per l'approvvigionamento energetico dell'Eurallumina e sta favorendo la trattativa con il soggetto individuato per raggiungere un prezzo che renda competitivo lo stabilimento di Portovesme”. Lo ha detto il sottosegretario dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia.

Il sottosegretario ha incontrato i parlamentari sardi Mauro Pili, Settimo Nizzi, Bruno Murgia, Paolo Vella e Carmelo Porcu che avevano chiesto un colloquio urgente.

LA SOLUZIONE – “Stiamo seguendo con la massima attenzione - ha detto il rappresentante del Governo ai parlamentari sardi - la vertenza dell'Eurallumina e il ministro Paolo Romani è personalmente impegnato per la sua più rapida soluzione. La trattativa è giunta ad un punto decisivo e già nei prossimi giorni si dovrebbe giungere alla sua definizione”. Il sottosegretario ha anche riferito che il Governo sta dialogando con la stessa Rusal proprietaria dello stabilimento al fine di ipotizzare la ripresa produttiva, inquadrando lo stabilimento sulcitano nel sistema dell'alluminio primario con la produzione della materia prima necessaria alla stessa Alcoa.

LA GIORNATA - In mattinata i lavoratori dell'Eurallumina hanno incontrato l'ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd Walter Veltroni. “Ci ha garantito il sostegno alla vertenza - ha raccontato Corrado Marongiu, della rappresentanza sindacale unitaria presente a Roma - e inoltre ha spiegato di aver parlato con il ministro per trovare una soluzione al problema”.

Oggi i lavoratori hanno ricevuto il sostegno del presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi, e di alcuni sindaci del Sulcis Iglesiente. Domani è previsto un sit-in davanti al Ministero dello Sviluppo economico fino alle 13. “Nel pomeriggio ci sarà la protesta di altri lavoratori - spiega Marongiu - che hanno perso il posto e ai quali va la nostra solidarietà”.
Martedì 12 aprile 2011 18.02

Nessun commento: