sabato 2 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 2 aprile 2011.

La naturale evoluzione: la proposta di nuovo manifesto politico per il sud

Immigrati, 1.300 arrivano in Campania: 500 verso Potenza

In agricoltura più occupati

Profughi a pensione completa

Rifiuti, topi attaccano studenti

Sicilia. Regione: arredi d’oro e regali di lusso

Palermo. A rischio le produzioni di qualità isolane

Calabria. Alla Regione nove milioni di euro per il fondo di non autosufficienza

Prenditi lo schiaffo e dimmi grazie

Immigrati, la Calabria dice "No" alle tendopoli ma apre alle strutture d'accoglienza


La naturale evoluzione: la proposta di nuovo manifesto politico per il sud
scritto da Raffaele Lombardo
Mi è stato segnalato che sul sito lanaturalevoluzione.com è stata pubblicata una proposta di manifesto politico, elaborata da un intellettuale di fama nazionale,  per il nostro movimento in fase di rifondazione. L’ho letta e mi è molto piaciuta perché tratta di un tema di grande attualità e importanza rispetto al quale credo dovrebbe attrezzarsi la Regione ma soprattutto la politica che deve ispirare l’amministrazione e i governi.

Costruire una sorta di politica estera della Regione che guardi a tutti i paesi del Mediterraneo che ci consenta di collegarci con le nuove forze che si stanno affermando, e mi auguro possano prevalere, nei paesi del nord Africa toccati dai moti rivoluzionari di questi ultimi tempi.

Con loro, e con tutti gli altri paesi della sponda sud del Mediterraneo, si devono reinstaurare quei rapporti che hanno caratterizzato la fase della centralità della Sicilia nel Mediterraneo anche dal punto di vista culturale, politico ed economico.

Una politica di questo genere è stata avviata già lo scorso 15 maggio quando abbiamo invitato i leader delle regioni e delle città che si affacciano sul Mediterraneo.

Questa è la strada per uscire dalla subalternità obbligata rispetto alle regioni del nord e per riconquistare una centralità, che va raggiunta attraverso scambi culturali e commerciali e la sinergia tra progetti di sviluppo del turismo e dell’agricoltura, e una collocazione strategica, politica ed economica nel Mediterraneo.

Oggi questo può essere il progetto di un partito siciliano che, raccordato con altri partiti del sud, riequilibri le sorti delle nostre regioni rispetto al resto del paese, costruisca una vera unità oggi inesistente e promuova lo sviluppo.

Immigrati, 1.300 arrivano in Campania: 500 verso Potenza
 Napoli, 1 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - Emergenza profughi, Campania e Basilicata pronte ad accogliere 1.300 immigrati provenienti da Lampedusa. Pochi minuti fa, a Napoli, si è concluso il vertice organizzativo per le operazioni di trasferimento, sistemazione ed accoglienza dei cittadini extracomunitari che dovrebbero raggiungere il porto partenopeo entro le prossime 72 ore. Presenti all'incontro il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, l'assessore regionale al Personale Pasquale Sommese, il vicepresidente della Provincia di Napoli Gennaro Ferrara e l'assessore comunale alle Politiche sociali Giulio Riccio. “Compatibilmente con le condizioni meteo-marine e secondo gli ultimi aggiornamenti – si legge nella nota diffusa dalla Prefettura – nelle prossime ore arriveranno due navi con a bordo complessivamente circa 1.300 persone, di cui 800 saranno trasferiti al campo allestito nella Caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere e 500 al sito organizzato in provincia di Potenza (Comune di Palazzo San Gervasio). Al fine di assicurare la migliore e più ordinata gestione del transito dei profughi sono state pianificate, d’intesa con le Forze dell’ordine, la Capitaneria di Porto, l’Asl Napoli1, gli interventi necessari”. Secondo quanto si apprende le autorità locali hanno individuato un'area del porto partenopeo destinata specificatamente allo smistamento degli stranieri che, scaglionati in gruppi e seguendo un percorso protetto, saliranno a bordo dei 26 pullman messi a disposizione da aziende di trasporto private del territorio, per raggiungere le rispettive destinazioni. “L’area – continua la nota – sarà vigilata dalle forze di polizia e verrà attrezzata con presidi medico sanitari permanenti. I pullman saranno scortati da pattuglie delle forze dell’ordine lungo tragitti già perlustrati dalla Questura. Tutti gli assessori presenti – conclude la nota –, hanno offerto la massima disponibilità a contribuire alle iniziative intraprese e in particolare la Provincia impegnerà un gruppo di 30 volontari nell’attività di assistenza ai migranti e il Comune di Napoli fornirà i generi di conforto per rifocillare i migranti. A tal fine sono state presi contatti con la Croce Rossa”. Sull'emergenza profughi è intervenuto anche Stefano Caldoro, presidente della Regione, che ha aggiunto: “La Campania ha dato la sua disponibilità a partecipare al programma umanitario, ora attendiamo il piano che elaborerà il Governo, sentite le Prefetture. Continuo a sostenere che la questione non deve essere considerata solo siciliana o italiana, ma interessa tutta l'Europa”.
(rep/fmc) 1 apr 2011 20:09

In agricoltura più occupati
Coldiretti Nel 2010 c'è stato un aumento dei posti dell'1,9% Un giovane su quattro trova collocazione in questo settore. Leonardo Ventura Cresce l'occupazione nell'agricoltura. In controtendenza rispetto all'andamento generale torna ad aumentare l'occupazione nelle campagne dove è giovane addirittura un lavoratore dipendente su quattro e si registra il più elevato tasso di crescita nel 2010. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in relazione ai dati dell'Istat che evidenziano come per un numero crescente di giovani il lavoro nei campi sia diventata una valida alternativa alla disoccupazione. Nel 2010 si è verificato un aumento degli occupati in agricoltura dell'1,9% a fronte del calo generale dello 0,7%. Sono 891mila gli occupati agricoli in Italia nel 2010 dei quali 462mila indipendenti (+0,6%) e 429mila dipendenti (+3,3%) che fanno registrare il record della crescita tra tutte le attività produttive. Nei campi - precisa ancora la Coldiretti - la crescita dell'occupazione riguarda sia le regioni del nord (+3,1%) che quelle del sud (+2%) mentre in flessione sono quelle del centro (-2%). Dopo anni - precisa la Coldiretti - si registra dunque un ritorno al lavoro nei campi legato soprattutto alle campagne di raccolta di frutta, verdura e la vendemmia che riguarda anche studenti e giovani sotto i 40 anni. Negativo invece l'andamento dei prezzi alla produzione che sono cresciuti nel 2010 dell'1,5%. Nel quarto trimestre si è registrato un aumento del 2,5% sul trimestre precedente e del 7,4% rispetto allo stesso trimestre del 2009. È quanto rileva l'Istat secondo cui gli indici mensili dei prodotti venduti dagli agricoltori hanno evidenziato, su base tendenziale, variazioni positive crescenti passando dal più 4,5% di ottobre al più 9,7% di dicembre, a conferma della tendenza iniziata nei mesi precedenti. Passando ai prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori, nel 2010 sono aumentati del 2,5%, nel quarto trimestre l'incremento è stato del 2,4% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2009. Gli indici mensili hanno segnato, su base congiunturale, un'accelerazione del tasso di crescita, passando dal +0,5% di ottobre al +1% di dicembre. Anche rispetto allo stesso mese dell'anno precedente la crescita è risultata in accelerazione, passando dal 4,1% di ottobre al 5,3% di dicembre. «Si tratta di un'impennata quasi doppia per i costi produttivi delle imprese agricole mentre i redditi degli agricoltori hanno subito una nuova sforbiciata pari al 6-7% nell'anno passato» afferma la Cia, la Confederazione italiana agricoltori.

Profughi a pensione completa
Emergenza Forse non saranno ospitati nella tendopoli a Campochiaro ma si dovrà trovare un hotel idoneo e così spunta l'ipotesi del Roxy. Aldo Ciaramella Il Molise è pronto a fare la sua parte per l'accoglienza dei profughi dell'Africa del nord ma le Regioni chiedono lumi al Governo su come accoglierli, con quali procedure e su questo orientare e organizzare i centri di permanenza o di smistamento. Ieri mattina il coordinatore regionale della Protezione civile regionale arch. Giuseppe Giarrusso insieme all'assessore al ramo Filoteo Di Sandro in rappresentanza del Governatore Iorio hanno partecipato a Roma a palazzo Chigi ad una riunione tra le Regioni e la presidenza del Consiglio dei ministri. Un confronto in cui doveva venir fuori qualcosa di concreto soprattutto sulla logistica e sulla preparazione dei siti per l'arrivo dei rifugiati di Manduria e Lampedusa che però si è trasformato in uno scontro tra le Regioni e lo stesso Governo. Non c'è ancora alcuna intesa sulle modalità dell'accoglienza e cioè se gli arrivati in Italia devono essere individuati, riconosciutone lo status e quindi assistiti, per poi essere smistati in altri paesi dell'Unione europea o rispedirli nei paesi d'origine soprattutto se clandestini. Il Molise comunque ha garantito la sua solidarietà e in particolare la messa a disposizione di siti per il riconoscimento e quindi la prima assistenza e poi per lo smistamento in altre strutture anche della regione. Rimane, quindi, in piedi la scelta di Campochiaro dove nei giorni scorsi è stato effettuato anche un sopralluogo e una valutazione estremamente come pure c'è stata la proposta del sindaco di Campobasso Di Bartolomeo per l'utilizzare dell'hotel Roxy di proprietà della Regione per l'accoglienza di oltre un centinaio di ospiti. Ogni decisione definitiva è quindi della Conferenza Stato Regioni di martedì prossimo dove Berlusconi riferirà delle determinazioni che verranno prese il giorno prima nell'incontro con le autorità tunisine.

Rifiuti, topi attaccano studenti
Paura in via Nuova Marina,dove tre grossi topi hanno attaccato un gruppo di studenti davanti alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II. I ratti sono fuoriusciti da un cumulo e si sono avvicinati voracemente ai giovani cercando di morderli. Per fortuna gli universitari sono riusciti a difendersi con borse e zaini ed a sfuggire all’assalto. Il fatto è arrivato alconsiglio studentesco che ha chiesto all’Asl ed al Comune l’immediata derattizzazione dell’area. In
strada restano oltre 1.800 tonnellate e ieri ci sono stati altri due blocchi
stradali a Fuorigrotta e Ponticelli a causa della “monnezza” non raccolta. Sulla vicenda di Chiaiano, intanto, i pm nominano tre esperti per accertare l’inquinamento della falda acquifera sottostante alla discarica in cui la magistratura ipotizza il coinvolgimento dei clan.
Rifiuti, topi attaccano studenti

Paura in via Nuova Marina,dove tre grossi topi hanno attaccato un gruppo di studenti davanti alla facoltà di Giurisprudenza della Federico II. I ratti sono fuoriusciti da un cumulo e si sono avvicinati voracemente ai giovani cercando di morderli. Per fortuna gli universitari sono riusciti a difendersi con borse e zaini ed a sfuggire all’assalto. Il fatto è arrivato alconsiglio studentesco che ha chiesto all’Asl ed al Comune l’immediata derattizzazione dell’area. In
strada restano oltre 1.800 tonnellate e ieri ci sono stati altri due blocchi
stradali a Fuorigrotta e Ponticelli a causa della “monnezza” non raccolta. Sulla vicenda di Chiaiano, intanto, i pm nominano tre esperti per accertare l’inquinamento della falda acquifera sottostante alla discarica in cui la magistratura ipotizza il coinvolgimento dei clan.

Sicilia. Regione: arredi d’oro e regali di lusso
di Massimo Mobilia
Sperperi. La Regione “nababba” spreca i soldi dei siciliani.
Sedie e poggiapiedi ergonomici. Undici mila euro spesi per 12 sedie ergonomiche a 500 € l’una e 50 poggiapiedi a 102 € l’uno, tra i più costosi attualmente sul mercato.
Climatizzatori super. In media un climatizzatore acquistato dalla Regione costa 2.300 €, considerato che per comprarne 10 l’anno scorso la Regione ha speso 23 mila €.
Cifre da far girare la testa, quelle che si leggono sulla Gurs del 18 marzo del 2011, per una sessantina di pagine. 856 € per un album di cuoio per la raccolta di fotografie, 4.800 € per mille gagliardetti con lo stemma della Regione, 9.144 € per otto lampade da terra, 11.836 € per 20 poltrone. Questi sono solo degli esempi dei soldi spesi dalla Regione siciliana per i propri dipendenti e per arredare gli uffici della Presidenza e di alcuni assessorati. Un insulto per i 236 mila disoccupati siciliani e per tutte quelle famiglie che hanno difficoltà ad arrivare alla quarta settimana ogni mese.
Una vera presa in giro, per l’elettorato, la direttiva programmatica del presidente Lombardo del marzo 2009 che invitava gli assessori e i dirigenti a contenere le spese di gestione.

Palermo. A rischio le produzioni di qualità isolane
di Michele Giuliano
Preoccupate le aziende agroalimentari siciliane e le organizzazioni di categoria per i problemi del settore. L’aumento dei costi di trasporto e i tempi lunghi di attraversamento dello stretto creano danni ai produttori
PALERMO - Le difficoltà degli agricoltori di fare arrivare in tempi utili la merce nei mercati, in particolare del Nord Italia e dei Paesi europei, superando i disagi dovuti alle iniziative di lotta del settore dell’autotrasporto, al momento impegnato in un tavolo di contrattazione con le istituzioni nazionali e locali, sta creando non pochi imbarazzi alle imprese siciliane. Specie ai grandi imprenditori del settore agroalimentare i quali hanno la necessità del servizio immediato per garantire la freschezza e la qualità del prodotto siciliano, soprattutto per quei marchi di eccellenza riconosciuti attraverso i Doc, Dop e Igp.
La mobilitazione dunque è d’obbligo in questi casi e fra i primi a muoversi in tal senso è stato il Consorzio di Tutela Igp “Pomodoro di Pachino” che ha avuto un confronto con il coordinamento della Camera di Commercio di Siracusa.

In realtà ad essere stati esposti sono i problemi che riguardano da vicino l’intera Sicilia: sul piatto le questioni dei costi di produzione e poi di inserimento delle produzioni nei mercati, nazionali ed esteri; le problematiche relative alla grande distribuzione, ma anche la necessità di essere competitivi, oltre che nella qualità, anche nella garanzia di collocazione del prodotto fresco nei mercati, in particolare del nord, attraverso i sistemi di trasporto che per lo più riguardano il gommato, evitando  il danno del deperimento delle merci. Sul tappeto anche le problematiche dell’autotrasporto, da tempo in agitazione e impegnato in un tavolo di contrattazioni con il governo centrale e regionale, per quanto riguarda la sicurezza, gli orari e i tempi di consegna delle merci, il continuo aumento dei costi di trasporto prima fra tutte il gasolio per autotrazione, soprattutto oggi con l’inasprirsi delle crisi libica e dei paesi del Nord Africa, e i tempi lunghi di attraversamento dello stretto di Messina, che pregiudicano per lo più il rispetto degli impegni di consegna delle merci.

“La Camera di Commercio – sottolinea il vice presidente della Cciaa di Siracusa, Giuseppe Gianninoto - deve diventare sempre più un luogo di discussione e di mediazione per il sistema delle imprese. Quindi in questo caso, compito primario è garantire la collocazione nei mercati dei prodotti agricoli di eccellenza del territorio anche attraverso accordi sinergici tra categorie produttive”.

La Coldiretti pone il suo accento maggiormente sull’eccessivo rialzo del costo del carburante: “In Sicilia il 90 per cento dei trasporti commerciali avviene su strada. L’aumento dei carburanti pesa notevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti, con il rischio concreto di una ripresa dell’inflazione. A subire gli effetti del caro benzina sono gli alimentari con ogni pasto che percorre in media quasi 2.000 chilometri prima di giungere sulle tavole. Il rischio che l’aumento del costo dei carburanti possa determinare un effetto valanga sulla spesa è particolarmente evidente per la crescente dipendenza per l’alimentazione dall’estero da dove arrivano prodotti che devono percorrere migliaia di chilometri prima di giungere in tavola”.

L’approfondimento. Un Patto da “esportare” per superare la crisi
Il Consorzio di Tutela “Pomodoro Igp di Pachino” ha proposto alle associazioni datoriali agricole e alle associazioni degli autotrasportatori un Patto, attraverso la sottoscrizione di un protocollo aggiuntivo a quello nazionale e locale, a salvaguardia dell’economia del territorio, degli agricoltori così come del trasporto, che deve prevede, per i produttori, tempi certi ed adeguati di consegna della merce e, per gli autotrasportatori, l’impegno alla consegna rispettando i  tempi di apertura dei mercati. Il Patto dovrà  anche contenere l’impegno delle associazioni dei produttori e degli autotrasportatori a concordare insieme le forme e i tempi di lotta a sostegno delle legittime rivendicazioni dei due comparti, evitando cosi di danneggiare duramente le produzioni e le imprese del trasporto. Le associazioni agricole in questo modo saranno a fianco delle imprese dell’autotrasporto al fine di costruire una mobilità intermodale che permetta a queste imprese di trasportare le merci in condizione di massima sicurezza, rispettando i tempi e guadagni adeguati a coprire i costi. Una sinergia, della quale sarebbe ancora una volta garante la Camera di Commercio, quale Ente demandato alla tutela, alla crescita e alla promozione delle imprese.
Articolo pubblicato il 02 aprile 2011

Calabria. Alla Regione nove milioni di euro per il fondo di non autosufficienza
Sabato 02 Aprile 2011 06:29 Redazione desk
CATANZARO  - La Regione beneficerà di quasi nove milioni di euro, rientranti nell’ambito del Fondo di non autosufficienza che il Governo, con la finanziaria del 2011, aveva completamente azzerato. Il recupero di una parte delle somme - informa l’ufficio stampa della giunta regionale - è anche merito dell’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Francescantonio Stillitani, il quale in più occasioni aveva cercato di premere sul Governo, mettendo in evidenza come il taglio del Fondo avrebbe provocato una netto calo della qualità dei servizi di assistenza ai disabili e ai soggetti affetti da gravi malattie mentali. Per il 2009 e il 2010 alla Regione Calabria erano stati affidati quasi 30 milioni di euro, attualmente in fase di assegnazione. Quest’anno il Fondo sembrava dover scomparire a causa delle sforbiciate imposte dal documento di programmazione finanziaria. L’assessore Stllitani, invece, assieme ai suoi colleghi delle altre Regioni, si è fatto promotore di una serie di azioni davanti al Governo nazionale tese ad ottenere la restituzione di almeno una parte delle risorse. La conferma della volontà del Governo di ripristinare il fondo di non autosufficienza, sia pure in forma ridotta, è avvenuta durante l’incontro in Commissione politiche sociali, presieduta dal delegato ligure Lorena Rambaudi, che si è tenuta a Roma, nel corso della quale si è discusso sia della riapertura del fondo e sia delle somme da assegnare ad ogni Regione. Per la Calabria sono in tutto nove i milioni di euro che l’assessore Stillitani è riuscito a recuperare a sostegno delle persone non autosufficienti. «Un tassello importante - ha spiegato Stillitani - che permetterà all’assessorato alla Politiche sociali di programmare e mantenere attivi i servizi di base rivolti ai soggetti non autosufficienti, i quali con la legge finanziare del 2011 rischiavano di rimanere senza assistenza. L’obiettivo era quello ottenere la riapertura del Fondo, che rappresenta senza dubbio uno strumento importantissimo in ambito regionale per il mantenimento delle categorie svantaggiate e non autosufficienti. Il governo delle risorse - ha aggiunto l’assessore - sarà attuato controllandone la corretta ed uniforme redistribuzione su tutto il territorio Calabrese». In particolare, le risorse verranno destinate alla creazione ed il rafforzamento di Punti unici di accesso, per misure finalizzate all’inclusione sociale della persona non autosufficiente, per l’attivazione e il perfezionamento dei servizi di assistenza domiciliare di tipo socio-assistenziale ad integrazione delle prestazioni socio sanitarie attuate dai servizi di assistenza domiciliare. Particolare importanza verrà dedicata ai disabili che potranno beneficiare di un rafforzamento dei servizi di assistenza domiciliare anche ai pazienti tuttora privi di sostegno famigliare presso la propria abitazione. La Regione Calabria sta vivendo un processo di riforma del settore delle politiche sociali, che vede l’assessorato alle Politiche sociali al centro di una fitta rete costituita da Enti pubblici (Comuni, Provincie e Asp) e privati (associazionismo senza fini di lucro, cooperative sociali, Onlus e fondazioni). L’imponente mole di lavoro ha comportato una serie di profonde trasformazioni nel modo di gestire e concepire i servizi. Il governo delle Politiche sociali è stato restituito alle comunità locali, raggruppati in distretti sociosanitari. Il nuovo assetto territoriale e organizzativo opera una vera e propria rivoluzione nelle comunità locali, a cui la Regione Calabria ha cercato di far fronte con una serie di sperimentazioni che hanno anticipato l’attuazione per valutarne l’impatto nel territorio. «Sappiano quanto tutto ciò sia difficile - ha detto Stillitani - e proprio per far fronte ai problemi burocratici derivanti dal nuovo assetto, la Regione resta a disposizione per affiancare i comuni nella gestione delle risorse».

Prenditi lo schiaffo e dimmi grazie
di LINO PATRUNO
Cinque disoccupati di Vieste sono stati arrestati per vilipendio della bandiera italiana. O Dio, e allora perché è in libertà Bossi che la voleva usare come carta igienica? C’è un vilipendio nordista meno vilipendio di quello sudista? E perché non viene perseguita come eversiva e incostituzionale la Lega che per statuto vuole spaccare l’Italia? Perché è invece al governo del Paese che si propone di distruggere?
E chi la vota (meridionali inclusi) condivide il suo progetto di due Italie proprio mentre si celebra il compleanno di una sola?
Consueta risposta: la Lega mostra da tempo grande responsabilità, non facciamo polemiche sterili. In effetti la Lega ha, bontà sua, rinunciato alla secessione. Tanto una secessione c’è già: quella economica, quella che conta. Perché incasinarsi con una indipendenza che sotto sotto non le conviene? Anzi, visto che queste due Italie economiche ci sono già, e visto che tutti dicono che non c’è la secessione, tanto vale bloccare la situazione prima che qualcuno se ne accorga. Il federalismo: sistema rapido per far continuare a essere ricchi i ricchi e poveri i poveri. Anzi sempre più poveri i poveri, che senza nuove tasse dovranno andare a piedi perché non ci saranno più bus e lasciare i figli a casa perché non ci saranno più asili.

Però, questi meridionali, sempre a lamentarsi. Poi dice che li chiamano “cancro” del Paese (ministro Brunetta), “topi da derattizzare” (ministro Calderoli), “porci” (ministro Bossi), “puzzolenti” (europarlamentare Salvini). Anzi più glielo dicono più se ne sentono colpevoli, una pacchia. E invitano a pranzo chi li insulta, come a Roma. Metti ora, con la storia degli immigrati tunisini, altri meridionali della malora. Quel lord inglese di Bossi ha sentenziato: “Foeura di ball”. Fuori dalle balle. Anzi su Radio Padania che ha ripreso a trasmettere in Salento, un parlamentare leghista ha aggiunto: “Se li tengano siciliani e pugliesi, noi siamo occupati a lavorare”.

Siciliani e pugliesi non sono occupati a lavorare: vorrebbero. Anzi sono stati anch’essi tunisini e marocchini, emigrati che hanno arricchito il Nord. Ancòra oggi, regalati ogni anno 80 mila giovani laureati dal costo medio dell’istruzione di 100mila euro cadauno. Meridionali brava gente. Che però la smettano, ha scritto bacchettandoli come al solito un severo giornale di su, di dire che non hanno soldi: ne sono pieni. Tanto da sprecare milioni di soldi europei, anche se il giornale li definisce soldi “nostri”. Mah.

Solita tiritera, colorata di polemica politica perché non paia solo razzistica. Ogni anno buttate decine di milioni invece di spenderli. Magari pugliesi e campani, per dirne una, vorrebbero che la ferrovia Napoli-Bari fosse costruita con soldi nazionali, così come per la Milano-Torino, invece che con soldi europei. Però non lo dicono se no si lamentano sempre e poi devono anche invitare a pranzo per farsi perdonare. Dovrebbero dire che con gli sprechi occorrerebbe andare cauti in un Paese che per non far votare nello stesso giorno per le amministrative e il referendum antinucleare spreca 400 milioni di euro. Non lo dicono causa solito costo aggiuntivo del pranzo. Dovrebbero dire che i progetti con i fondi europei vanno finanziati anche con una quota di fondi nazionali e regionali mentre non c’è una lira. E dovrebbero dire che nessuno può tirare la prima pietra in un Paese col terzo debito pubblico del mondo e che invece di risparmiare ogni anno aumenta la spesa.

Per la verità, i meridionali lo ricordino, il Sud è pieno anche di soldi per le aree svantaggiate. Ma non è che possono stare a rinfacciare che li si utilizza per la cassa integrazione al Nord o per pagare le multe dei lattai padani: un po’ di generosità ci vuole. E poi non possono rischiare che per farsi perdonare della rapina subìta debbano offrire non solo il pranzo ma anche la cena.

Ma poi, che il Sud sia pieno di soldi, è vero, nessuno più del Nord lo sa. Mettiamo una casalinga meridionale che fa la spesa. Va con auto torinese, indossa abbigliamento veneto, ha scarpe marchigiane, preleva soldi in banca lombarda, acquista formaggio emiliano, vino toscano e olio con etichetta umbra anche se è pugliese. Ogni giorno il Sud acquista quasi il 90 per cento dei prodotti del Nord. E ogni anno il Sud passa al Nord 61 miliardi di euro ricevendone dal Nord solo 50.

Se il Sud comprasse solo Sud, Bossi diverrebbe un agnellino. E magari ci penserebbe sul federalismo del “ciascuno si tenga il suo” visto che non potrebbe più tenersi anche il “nostro” (nel senso del Sud). Ma il Sud è generoso anche di schiaffi che si dà da solo. Anzi è ammirevole l’atmosfera di pace pre-pasquale di questi giorni, con Bossi che ringrazia il Partito Democratico per avergli fatto passare il federalismo regionale. A dimostrazione che, quando si tratta di danneggiare il Sud, il Paese disunito si riunifica di nuovo. Pace e bene.
01 Aprile 2011

Immigrati, la Calabria dice "No" alle tendopoli ma apre alle strutture d'accoglienza
Anche se la Calabria è contraria all'allestimento di tendopoli non chiude le porte in faccia ai migranti ma avvia un ricognizione per individuare strutture d'accoglienza
02/04/2011 La Protezione civile regionale, guidata dal sottosegretario Franco Torchia, ha già avviato una ricognizione delle strutture più adeguate ad ospitare i circa 1800 profughi libici che, in base al piano stilato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, dovrebbero arrivare nella nostra regione.
Sino ad oggi i vertici della Prociv hanno individuato una decina di punti su tutto il territorio regionale, fra strutture sanitarie dismesse ed altre curate dalle associazioni di volontariato, che potrebbero dare ospitalità agli immigrati in arrivo dal Nord Africa. Queste strutture verranno visitate dai tecnici della Protezione civile che ne verificheranno le capacità strutturali e lo stato di fatto, prima di dare corpo al piano definitivo per le dislocazioni. Per il momento la Regione Calabria è molto abbottonata sui siti individuati, la paura è quella di creare un allarmismo ingiustificato fra la popolazione dei comuni in cui sono stati individuati i punti di interesse.
Ieri a Catanzaro si è tenuto un incontro fra il sottosegretario Franco Torchia (nella foto) ed i rappresentanti della Protezione civile delle cinque province calabresi. E’ stata l’occasione per fare il punto sullo stato di fatto della ricerca e della verifica in atto predisposta dalla Prociv regionale, dopo le disposizioni ricevute al termine del primo vertice romano. Martedì prossimo, poi, il sottosegretario Franco Torchia sarà di nuovo nella Capitale per affrontare la problematica, anche alla luce delle risultanze del viaggio del Presidente del consiglio in Tunisia finalizzato a verificare la tenuta degli accordi con il paese africano in tema di controllo dell’immigrazione clandestina.
La posizione della Calabria, i cui organi di governo regionale hanno ribadito un secco no alla realizzazione di tendopoli sul territorio di competenza, non collima con la decisione del ministro Maroni che, proprio all’interno delle tendopoli, vorrebbe trasferire gli immigrati provenienti dalla Tunisia.
Sono sette le strutture sanitarie dismesse, poco meno quelle gestite dalle associazioni di volontariato, sotto osservazione. Comunque, secondo quando affermato da Torchia, intende farlo non in contrasto con la popolazione calabrese.
«Sono convinto - ha detto il sottosegretario che guida la Protezione civile regionale - ogni scelta debba essere assecondata dal consenso dei sindaci e delle popolazioni interessate. Non possiamo accettare decisioni che piovano dall’alto sulla nostra regione. Senza il consenso dei nostri concittadini non muoveremo un passo».

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