lunedì 4 aprile 2011

Tremonti, un narciso perdente; uno dei tanti padani di successo

Marcegaglia: non ho nostalgia dell'Iri, il lascito è stato drammatico
di Claudio Tucci – il Sole 24Ore.
«Non ho nostalgia dell'Iri»: lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine del road show partito a Torino in vista delle Assise generali di maggio. «L'Iri - ha spiegato Marcegaglia in merito alle affermazioni rilasciate a Cernobbio dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha citato Iri e Mediobanca - è partito anche positivamente perché era un momento in cui bisognava ricostruire, ma il lascito è stato drammatico: imprese politicizzate, grandi perdite, manager che sussidiavano la politica, politici che nominavano i manager delle aziende».



Lo Stato non deve tornare nell'economia
«Tutto si faceva - ha osservato - tranne che portare avanti aziende di mercato. Non abbiamo bisogno di tornare all'Iri. Abbiamo bisogno certamente di fare sistema, di rendere le imprese più forti e più competitive. Dobbiamo fare una politica a medio termine di rafforzamento del nostro sistema imprenditoriale, non con logiche di protezione o di ritorno dello Stato nell'economia, ma con logiche che patrimonializzano le aziende e le rafforzino».

Sul nucleare non decidere «sull'onda del panico»
Parlando invece di nucleare, la numero uno di viale dell'Astronomia ha invitato il governo a non decidere «sull'onda del panico». «Dopo quanto accaduto in Giappone - ha detto Marcegaglia - comprendiamo le preoccupazioni. Venerdì sarò a Parigi all'incontro di tutte le confindustrie dei Paesi del G8 e da li verrà la richiesta di non prendere decisioni sulle politiche energetiche che sono a medio termine sull'onda del panico perchè se faremo scelte sbagliate pagheremo per molto tempo». «Rispettiamo - ha aggiunto - il fatto che si prenda un momento di pausa per capire quale sarà il reale impatto della centrale giapponese di Fukushima ma ragioniamo bene prima di prendere decisioni definitive».

Rapporti buoni con Fiat
Marcegaglia ha detto anche che i rapporti con Fiat sono buoni, «ma noi siamo una grande associazione che raggruppa 150mila imprese, abbiamo esigenze molto diverse all'interno del nostro sistema». «Abbiamo supportato tutto il loro ragionamento - ha detto Marcegaglia - che è utile anche per noi. Abbiamo compreso la loro logica che non è quella di uscire da Confindustria perché dentro non vi sono gli strumenti per le deroghe e le flessibilità, ma perchè hanno fatto una scelta sull'organizzazione del lavoro con le Rsa al posto delle Rsu. Stiamo ragionando su questo tema, dobbiamo capire quali sono le esigenze dell'intero sistema. Sul tema specifico dell'accordo del '93 siamo un'istituzione democratica e per arrivare all'eventuale decisione di cambiarlo devono pronunciarsi i nostri organi».

Positive le nomine del governo
La presidente di Confindustria ha giudicato poi «complessivamente positive» le indiscrezioni sulle nomine ai vertici delle grandi imprese. «C'è una continuità su alcuni manager e amministratori delegati che mi sembra abbiano dimostrato capacità di gestire secondo logiche di mercato queste grandi aziende, ma ci sono anche alcune innovazioni sulla presidenza di due grandi imprese con l'introduzione di due giovani capaci e di profilo internazionale». Rispondendo invece a una domanda sulla dichiarazione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, secondo il quale gli industriali di solito sono molto più concreti dei confindustriali, Marcegaglia ha tagliato corto: «Con il ministro Sacconi ci siamo sentiti, non si rivolgeva a me». Una battuta infine sull'intenzione di Luca Cordero di Montezemolo di scendere in politica: «Ognuno fa quello che vuole, non ci sono problemi. Noi però facciamo un altro mestiere, facciamo rappresentanza di impresa con un'ottica generale».
4 aprile 2011


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