martedì 3 maggio 2011

Federali Sera-3 maggio 2011. Padova: Si sposa il figlio del proprietario del "Wok sushi" di Cadoneghe.----Roma: I contratti sottoscritti tra le imprese italiane e il governo del colonnello Muammar Gheddafi risultano privi di efficacia.----Confindustria vuole ancora soldi dal Sud.

I conti non quadrano:
Conti pubblici, Bce: situazione in Europa rimane precaria
Un dopo Gheddafi nero per l'Italia
Roma. Fabbisogno settore statale del mese di aprile 2011

Gente particolare e gente disperata:
Dai fondi Ue la chance per il Sud
Bozen. Sfida italiana al vuoto della Svp
Belluno. Autonomia: la specificità di Belluno inserita nello statuto del Veneto
Belluno: demolito l'hotel della mafia sul Nevegal
Padova. Matrimonio vip cinese, 500 ospiti del ristoratore Marco
Brescia. Castiglione, si fa esplodere per evitare lo sfratto
Molise. Emergenza profughi: in Molise nuova ondata di nordafricani

Vasa vasa e' disoccupato:
Palermo. Totò Cuffaro licenziato dalla Regione Siciliana


Conti pubblici, Bce: situazione in Europa rimane precaria
Roma, 2 mag (Il Velino) - “Sebbene in numerosi paesi le prospettive per la finanza pubblica siano migliorate rispetto alle attese, la situazione dei conti pubblici dell’area euro rimane precaria, contribuendo ad accrescere le tensioni nei mercati dei titoli di Stato. I timori nei mercati finanziari, che si riflettono nei rendimenti dei titoli di Stato, si sono addirittura intensificati nel 2010 e agli inizi del 2011 per alcuni paesi nei quali l’evoluzione delle finanze pubbliche risulta oltremodo negativa”. È quanto rileva la Banca centrale europea (Bce) nel Rapporto annuale. Data la situazione di bilancio ancora precaria in numerosi paesi, prosegue l’istituto di Francoforte, “occorre sostenere l’impegno a risanare le finanze pubbliche. L’aggiustamento avviato con i bilanci per il 2011 è un primo passo nella giusta direzione. L’entità delle attuali sfide per i conti pubblici esige tuttavia un ambizioso sforzo pluriennale di riequilibrio nella maggior parte dei paesi. In ragione, non da ultimo, del vigoroso incremento della spesa in rapporto al Pil durante la crisi, in molti paesi sembra necessario attribuire grande rilevanza alla riduzione strutturale delle spese, anche attraverso una valutazione sistematica della portata e della qualità delle finanze pubbliche".

 Ciò, spiega la Bce, "è tanto più necessario alla luce degli attuali gravi squilibri di bilancio: i rapporti elevati tra debito sovrano e Pil e la prospettiva di un tasso di crescita tendenziale più basso accentuano i rischi per i conti pubblici connessi a un’ulteriore ristrutturazione del settore bancario e ai futuri costi attesi a causa dell’invecchiamento della popolazione, riguardanti i sistemi pensionistici a ripartizione e la spesa sanitaria. Una strategia di riforma credibile e organica concorre anche a sostenere la fiducia dei mercati, circostanza che potrebbe rivelarsi particolarmente importante in paesi con posizioni di bilancio vulnerabili. È probabile inoltre che tale strategia abbia un impatto favorevole sulle condizioni di finanziamento nel lungo periodo che compenseranno i costi nel breve periodo in termini di inferiore crescita economica”.
(red/cos) 2 mag 2011 17:55

Un dopo Gheddafi nero per l'Italia
 di Antonello Di Lella  
Le imprese italiane, prime esportatrici verso la Libia, iniziano a fare la conta dei danni provocati dai bombardamenti sul paese nordafricano. «Le nostre aziende erano regine in Libia, ma nel dopoguerra ripartiranno dietro a quelle francesi». Ne è certo Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale-Unioncamere, secondo il quale, irrimediabilmente e comunque vada a finire, l'Italia uscirà con le ossa rotte dal conflitto libico.
Alcune aziende italiane stanno continuando a lavorare, nonostante la guerra, mentre l'attività di circa 130 aziende risulta totalmente paralizzata.
«I contratti sottoscritti tra le imprese italiane e il governo del colonnello Muammar Gheddafi risultano privi di efficacia», ha affermato Cestari, «e affermare che essi sono sospesi è una bugia e alla fine della guerra difficilmente le nostre aziende rientreranno in Libia alle condizioni precedenti». In sospeso sull'asse Libia-Italia, nell'attività di import-export, vi è un giro d'affari di 100 miliardi di euro. È quanto stimato dalla Camera di Commercio ItalAfrica Centrale. «Per mitigare la beffa che si unirà al già enorme danno», conclude Cestari, «mi auguro che imprenditori e governo possano addivenire ad una comune stima delle perdite subite per avviare procedure risarcitorie a beneficio delle aziende assicurate presso la Sace contro il rischio-guerra».

Roma. Fabbisogno settore statale del mese di aprile 2011
Il fabbisogno del settore statale del mese di aprile 2011 è risultato pari, in via provvisoria, a circa 8.800 milioni, inferiore di circa 6.000 milioni rispetto a quello registrato nel mese di aprile del 2010, pari a 14.880 milioni.
Nei primi quattro mesi del 2011 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 40.100 milioni, inferiore di circa 1.900 milioni a quello dell'analogo periodo 2010, pari a 41.996 milioni.
Commento
Il miglioramento del saldo del mese di aprile, rispetto a quello dello stesso mese dello scorso anno, è da attribuirsi ad un buon andamento del gettito fiscale, ad una minore spesa per interessi e ad una contenuta dinamica dei pagamenti, in particolare per le amministrazioni territoriali.
Roma, 2 maggio 2011

Dai fondi Ue la chance per il Sud
Nicoletta Picchio ROMA
Una riflessione sul Mezzogiorno e su come poter rilanciare quest'area del paese, il cui ritardo pesa su tutto lo sviluppo nazionale. Una necessità, quella di riportare il Sud a crescere, ancora più impellente nella prospettiva del federalismo.
 Sarà uno dei temi delle Assise di Confindustria che si terranno il 7 maggio, a Bergamo. Un dibattito a porte chiuse, dove il mondo delle imprese si interrogherà su come diventare più forti e più competitivi, lavorando su se stesso, e lancerà proposte alla politica e ai sindacati su come intervenire per rendere il paese più moderno e in grado di crescere di più.
 È un evento eccezionale, come ha spiegato la presidente Emma Marcegaglia, che si è reso necessario in questa fase di grande discontinuità, dopo una crisi che ha modificato gli equilibri globali. E venerdì 6 sarà preceduto, sempre a Bergamo, dal Comitato centrale della Piccola industria, che ha unito in questa formula straordinaria anche il tradizionale appuntamento biennale di riflessione pubblica.
 Il Sud è cruciale, quindi, in una strategia di sviluppo. Pubblica amministrazione, scuola, giustizia, servizi, scarsa produttività, basso livello di infrastrutture: i mali del Mezzogiorno sono gli stessi del resto d'Italia, più accentuati, purtroppo, dalla presenza dell'illegalità. L'utilizzo inefficace dei fondi strutturali europei, come sottolinea la documentazione preparata per il dibattito delle Assise, non ha consentito di recuperare il gap, come sono riusciti a fare altri paesi, creando posti di lavoro. Invece proprio un uso mirato di queste risorse potrebbe favorire un innalzamento dei servizi, un potenziamento delle infrastrutture, spingere la ricerca e l'innovazione.
 I dati del Sud sono preoccupanti. È l'area più grande dell'Unione europea che presenta un ritardo di sviluppo: quasi 21 milioni di cittadini che vi risiedono hanno un reddito medio di 17mila euro, inferiore al 70% della media comunitaria. Proprio per questo ritardo il Sud è anche uno dei maggiori beneficiari dei fondi Ue. Per il periodo 2007-2013 le cinque Regioni interessate all'Obiettivo convergenza hanno a disposizione circa 43,6 miliardi di euro tra fondi strutturali e relativo cofinanziamento.
 Ma il Sud non riesce a usarli: a dicembre 2010 i pagamenti rendicontati ammontavano al 9,6% del totale, rispetto ad una media Ue del 18 per cento. Capacità di spesa, ma anche qualità: in passato l'impatto dei fondi strutturali sul territorio è stato scarso. Nel periodo 2000-2006 sono stati finanziati al Sud oltre 250mila progetti, di cui circa un quarto relativi alle imprese. Ma la capacità competitiva delle aziende non è migliorata e resta un divario di produttività rispetto al centro-nord si circa 20 punti. Secondo il Centro studi di Confindustria per recuperare lo scarto servirebbe che al Sud la produttività del lavoro salisse del 16% e aumentasse di 3 milioni il numero degli occupati (da 6,5 a 9,8). Per raggiugnere questo obiettivo in un arco ragionevole di tempo, 15 anni, il Sud dovrebbe crescere di quasi il 6% all'anno.
 I fondi strutturali sono una chance importante. L'esperienza degli altri paesi, sottolinea il documento, dimostra che grazie ai fondi strutturali con il precedente ciclo di programmazione nella Ue è stato creato un milione di posti di lavoro, di cui l'80-90% nelle pmi; oltre 1,3 milioni di piccole e medie imprese hanno ricevuto forme di sostegno, sono stati costruiti 4.700 chilometri di autostrade e 1.200 chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità. Ciò che servirebbe al nostro paese che complessivamente ha un gap di strade e ferrovie in rapporto alla popolazione del 75% della media Ue.
 Anche sui servizi pubblici e funzionamento della Pa il divario Nord Sud è consostente. Da una ricerca del Censis, presentata al convegno organizzato da Confindustria in occasione del Centenario, "Il Sud aiuta il Sud", emerge che solo il 7,5% degli intervistati considera buono il funzionamento dell'amministrazione sul territorio, mentre per il 47,9% è inefficiente e per il 44,7% scarso. Per il 50% degli intervistati il male peggiore del Mezzogiorno è nella «pervasività delle logiche clientelari che governano il rapporto tra pubblico e privato, tra istituzioni e società». E ancora: solo il 13,3% dà una valutazione positiva della giustizia, soprattutto civile, mentre per il resto è o scarsa o insuffuciente.

Bozen. Sfida italiana al vuoto della Svp
di Sergio Baraldi
 Nel sistema politico dell'Alto Adige si è aperto un vuoto: il deficit di progettualità della Svp. Non è solo Durnwalder che governa con il fantasma del progetto, è tutto il suo partito che, da tempo, si muove senza una vera bussola che non sia quella identitaria. Il vuoto al centro del sistema è insieme un vincolo per la società e un'opportunità per la politica: apre uno spazio di movimento alle forze che intendono competere. Difatti, la Svp lascia a destra un ampio margine, che le forze radicali stanno cercando di colmare, senza essere riuscita a controbilanciarlo con un posizionamento che trovi una sintesi politica convincente. Ma uno spazio si schiude anche per la politica italiana, che oggi compie i primi passi in una sorta di terreno post ideologico. Per la prima volta, tutti ritengono necessaria la collaborazione con la Svp. Anche il centrodestra è arrivato, sconfitta dopo sconfitta, alla medesima conclusione, fino a strafare con l'ex ministro Bondi e il governo Berlusconi. Sta di fatto che il centrodestra potrebbe concorrere con il centrosinistra, e il Pd in particolare, al rango di alleato. E' vero che in questo percorso le contraddizioni del centrodestra non mancano. Ma la biografia dei partiti è un cantiere sempre aperto e quello che conta sono le prossime competizioni elettorali. E la novità, oggi, è che tutto il mondo politico italiano ritiene necessaria l'alleanza con la Svp. Sbagliano?
 A mio avviso, non sbagliano. Il sistema qui non è strutturato per un' alternativa, dato che è difficile immaginare di governare con la destra radicale tedesca. C'è contraddizione tra l'affermazione che la Svp è priva di un progetto e sostenere che occorre allearsi con quel partito? La contraddizione, naturalmente, c'è. Si può
superare in una dialettica nuova. Inoltre, proprio questa antinomia crea l'opportunità per la politica italiana.
 Il partito di maggioranza di lingua tedesca è preso dalle sue manovre interne e non riesce a esprimere una politica che sappia parlare a tutta la società. E' come se la Svp non riuscisse a liberarsi del complesso di sentirsi minoranza in Italia, un pensiero che rispecchia un dato reale.
 La Svp sembra avere difficoltà a concepirsi minoranza nazionale e a viversi come maggioranza territoriale, assumendosi la responsabilità di avanzare una proposta di governo valida per l'intera società altoatesina. Magnago seppe farlo con l'idea dell'autonomia. Per il resto, la Svp parla quasi sempre a se stessa, vale a dire solo «al» e «per» il mondo tedesco. Tuttavia, settori di quel mondo oggi cominciano a non riconoscersi nel suo attendismo. Ieri il nostro Maurizio Dallago ha raccontato nomi e alleanze che si agitano dentro il partito di raccolta in vista del 2013. Colpisce che le correnti della Svp girino attorno a candidati e posizioni di potere, mai attorno a una visione del futuro. E' certamente positivo che la Svp programmi un ricambio generazionale, ma si ferma alle persone senza includere la cultura politica. Il dopo Durnwalder, se ci sarà, è immaginato in termini di nomi, di rapporti di forza, non di una leadership per un progetto. Il conflitto è su chi comanda non sulla strategia per il domani. La Svp si schiera attorno al "chi" quasi mai al "che cosa". Quando il che cosa compare, in genere. si tratta di interessi elettorali localizzati. La debolezza attuale della Svp sta in questa impossibilità di trasformarsi da "partito di raccolta" in "partito politico", sia pure di origine etnica, in grado di guidare la società sulla base di una visione. La maggioranza tedesca ha difficoltà a pensarsi maggioranza, ma re-agisce come minoranza.
 I partiti italiani soffrono del difetto uguale e contrario: si pensano come minoranza demografica, e in effetti lo sono; ma sono anche i rappresentanti di una maggioranza nazionale. Anch'essi faticano a uscire dal confine, esattamente come la Svp. Entrambi si rinforzano a vicenda nella paura di essere minoritari, e non pochi esponenti politici italiani danno l'impressione di avere introiettato un'idea di subalternità, che impedisce loro di immaginare una convivenza sul piano dell'eguaglianza. Le due crisi sono speculari: la politica tedesca e quella italiana soffrono lo stato di minoranza, una nazionale l'altra locale, che non ha consentito di rielaborare il senso del confine etnico. Ma oggi la situazione sta cambiando anche in Alto Adige. Quello che peserà non sono solo i numeri della popolazione, diventa cruciale la capacità di orientare la società, di interpretarne i bisogni e le domande, di far riscuotere ai cittadini (qualunque lingua parlino) un riconoscimento dei diritti individuali, di rispondere a emozioni collettive. 2 maggio 2011
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2011/05/02/news/sfida-italiana-al-vuoto-della-svp-4091206

Belluno. Autonomia: la specificità di Belluno inserita nello statuto del Veneto
BELLUNO. E' entrata a far parte della bozza di nuovo statuto della Regione Veneto la specificità della provincia di Belluno.
Il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Dario Bond, dichiara la propria soddisfazione in questo senso per il via libera dato dalla commissione Statuto all'articolo 16ter, che riconosce la specificità bellunese.
''Ciò significa - afferma - che la stragrande maggioranza delle forze politiche ha capito la necessità di un riconoscimento di questo tipo ed e' pronta a sostenere le ragioni del nostro territorio in Consiglio regionale''.
Compiaciuto del passaggio in commissione anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Matteo Toscani (Lega). ''Si tratta - dice - di un altro importante passo avanti verso il definitivo riconoscimento della specificità della provincia di Belluno e delle zone di montagna all'interno del nuovo statuto regionale''.
Ora, secondo Toscani, ''non dobbiamo perderci in discussioni e polemiche sull'inserimento dell'elenco delle competenze da trasferire dalla Regione alla Provincia''.
''Oggi - afferma da parte sua il consigliere Sergio Reolon (Pd) - è stato fatto un altro importante passo in avanti per il riconoscimento dell'autonomia della Provincia di Belluno, passando dall'intesa preliminare all'ufficialità del voto''. 2 maggio 2011

Belluno: demolito l'hotel della mafia sul Nevegal
BELLUNO. Sono iniziate sul Nevegal, nel bellunese, le operazioni di demolizione dell'albergo ''San Martino'', sequestrato perchè realizzato con fondi della mafia. Il Prefetto di Belluno Maria Laura Simonetti, presente ai lavori, ha detto come sia ''motivo di soddisfazione per tutti'' assistere all'inizio della demolizione dell'Hotel San Martino, trasferito al Comune di Belluno nel 2009.

''Il risultato raggiunto - ha proseguito - è frutto dell'impegno sinergico di tutte le istituzioni coinvolte nel procedimento all'insegna di tre elementi fondamentali: continuità, concretezza e concertazione''.

''E' largamente condiviso - ha concluso Simonetti - come l'aggressione ai patrimoni mafiosi ed il loro effettivo utilizzo per finalità istituzionali e sociali costituisca lo strumento piu' efficace di lotta alla criminalità organizzata''. 2 maggio 2011

Padova. Matrimonio vip cinese, 500 ospiti del ristoratore Marco
Si sposa il figlio del proprietario del "Wok sushi" di Cadoneghe: scene da un matrimonio a Mestre
MESTRE. Cinquecento ospiti, limousine, miss e vip: un sì da favola per Francesco Hu, 24 anni, residente a Borgoricco, figlio di Lishuang Hu detto Marco, gestore del ristorante "Wok Sushi" di Cadoneghe. La sposa è Valentina Zhang, 22 anni, nata e sempre vissuta a Udine, anche lei è figlia di ristoratori.
Un matrimonio da favola, "officiato" in modo non ufficiale dall'ex presidente della Provincia Vittorio Casarin. Tanti gli ospiti del mondo della politica, in una cerimonia che servirà quasi a sigillare l'amicizia tra la comunità cinese e le istituzioni locali venete.
Assente il presidente della Regione Luca Zaia (amico del ristoratore del "Wok Sushi") era presente però il suo portavoce, Giampietro Beltotto. Tra i politici presenti anche il senatore Maurizio Saia. 2 maggio 2011

Brescia. Castiglione, si fa esplodere per evitare lo sfratto
Ore: 20:53
lunedì, 2 maggio 2011
Un morto. Cinque feriti. Una casa distrutta. Dodici persone senza un tetto. E' il bilancio terribile del tragico gesto compiuto pochi minuti dopo le 19 da un 50enne di origini nigeriane in via Chiassi, un vicolo a pochi passi dal duomo, a Castiglione delle Stiviere.
All'origine delle due esplosioni, provocate a quanto pare da bombole di gpl appositamente fatte saltare, il gesto disperato dell'uomo, rimasto ucciso sul colpo, che si opponeva allo sfratto.
Due le esplosioni udite, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra. Innescate quando l'uomo, che si era asserragliato in casa da alcuni giorni per non farsi sfrattare, ha visto giungere sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco per applicare il provvedimento. A restare feriti, non a caso sono tre Vvf e due Cc, per fortuna in modo non grave.
Ora i tecnici del Comune stanno valutando i danni provocati agli appartamenti e agli edifici vicini. In particolare stanno cercando di appurare se l'uomo avesse da tempo saturato l’ambiente di gas, provocando l’esplosione non appena qualcuno ha suonato il campanello e provocato una scintilla.
Quando i soccorritori, tra cui personale del 118, hanno raggiunto l’alloggio, dopo che l’esplosione aveva investito i tre vigili de fuoco e i due carabinieri, hanno trovato il cinquantenne morto, sotto le macerie.

Molise. Emergenza profughi: in Molise nuova ondata di nordafricani
Riaprirà nei prossimi giorni la Tendopoli di Campochiaro.
Giungeranno, infatti, in Molise migranti provenienti da Lampedusa arrivati in Italia dall'Etiopia dalla Libia dall'Eritrea e dalla Somalia. L'accoglienza viene preparata e curata come al solito dalla Protezione civile della Regione Molise titolare del campo e coordinata dalle Forze dell'ordine che avranno il compito di individuare e schedare gli arrivi e quindi selezionarne i permessi i gli stati di immigrazione. Gli arrivi che si profilano questa volta a Campochiaro secondo indiscrezioni potrebbero essere cittadini africani che chiedono l'asilo politico e non tunisini come è capitato con i primi migranti a cui poi è stato concesso il permesso temporaneo di 6 mesi dal Governo italiano. Un provvedimento quest'ultimo che ha permesso loro di lasciare la Tendopoli e quindi di sistemarsi per la maggiorparte fuori dai confini nazionali in Germania, per lo più, e in Francia. Dei 216 ospiti trattenuti in Molise per qualche settimana nel mesi marzo-aprile solo pochissime unità sono rimaste in Molise ospitate in case e stabili della Caritas o dei Comuni dove vengono seguiti e assistiti da programmi regionali di integrazione socioeconomica. Quanti ne verranno assegnati al Molise in questa seconda fase, probabilmente da subito una ventina, verrà stabilito oggi a Roma. Al.Cia. 03/05/2011

Palermo. Totò Cuffaro licenziato dalla Regione Siciliana
 di Redazione
2 maggio 2011 -
 Totò Cuffaro non è più un dipendente della Regione Siciliana.
E’ stata la firma apposta dal direttore del Personale  Giovanni Bologna sulla pratica che riguarda l’ex presidente della Regione a porre fine al rapporto di lavoro dopo che, un mese fa, era partita la richiesta alla Corte di appello di Palermo del dispositivo dell’ultima sentenza e gli atti relativi al procedimento relativo a Cuffaro, che lo ha visto condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato.
Il licenziamento è obbligatorio per reati connessi a rapporti con la mafia o con una pena superiore a 3 anni.
Cuffaro, dipendente dell’Ispettorato regionale alla Sanità dal 1989, dal 1991 era in aspettativa per ragioni politiche. Fol

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