sabato 7 maggio 2011

Tendenze di fondo dell’economia dell’Italia e del Sud

Avanza il terziario resiste il secondario
di GIANFRANCO VIESTI – La Gazzetta del Mezzogiorno
La recentissima presentazione alle Camere del “Rapporto sugli interventi realizzati nel 2010 nelle aree sottoutilizzate”, predisposto dal Dipartimento per la Coesione e lo Sviluppo, come allegato al Documento di economia e finanza, permette di fare il punto, con dati molto su alcune tendenze di fondo dell’economia dell’Italia e del Sud, oltre che sullo svolgersi delle politiche.


Proviamo a ripercorrere alcune delle trasformazioni che hanno riguardato il sistema italiano delle imprese. Fra il 2000 e il 2008, prima della grande crisi economica, si è osservato un aumento continuo del numero delle imprese; al Sud è stato nei primi anni più intenso della media italiana, anche se poi ha teso a rallentare. Al 2008, la fotografia delle sistema delle imprese italiane presentava le seguenti caratteristiche. In Italia erano attive oltre 4,5 milioni di imprese, per il 72% al Nord e per il 28% (circa 1 milione 269 mila) nel Mezzogiorno. Successivamente c’è stato un progressivo, forte rallentamento della crescita delle imprese: molte sono state chiuse nel 2009 e il numero complessivo non è aumentato. Nel 2010 c’è stata una forte ripresa (che è stata intensa ad esempio in Puglia), in tutti i settori tranne l’agricoltura e il manifatturiero.

Scarto
La densità imprenditoriale (intesa come numero di imprese per mille abitanti) è come noto in Italia particolarmente alta. Nel 2008 raggiungeva le 83,2 imprese per mille abitanti al CentroNord, contro 60,9 al Sud. Uno scarto sensibile, ma non enorme. La presenza di imprese al Sud non raggiunge la densità del CentroNord ma è comunque piuttosto elevata. Le tante imprese italiane sono mediamente piccole. La dimensione media è, daccapo, maggiore al CentroNord, con 4,3 addetti, e inferiore al Sud (3 addetti). Nello scorso decennio la dimensione media delle imprese non è significativamente mutata. Vi è stato però un interessante fenomeno di crescita delle società di capitali (che sono più strutturate) e un declino relativo delle società di persone e delle imprese individuali. Il dato forse più interessante di evoluzione nel sistema delle imprese nel decennio è la crescita delle società cooperative. Sono aumentate molto di numero e di peso economico negli ultimi anni. Esse ormai occupano il 6% degli addetti italiani, e sono quindi significative per il totale dell’economia; la loro dimensione media (21 addetti) è notevolmente superiore a quella delle altre imprese. Ad aprile 2010 vi erano in Italia oltre 84mila società cooperative. Di queste il 43% era nel Mezzogiorno: una quota assai superiore a quella relativa al totale delle imprese. Dopo Lazio, Lombardia e Sicilia, la Puglia, con circa ottomila cooperative, è una delle regioni più importanti.

In che ambiti lavorano le imprese italiane e meridionali?
I dati più recenti confermano tendenze ampiamente note. Nell’insieme dell’economia italiana vi è forte processo di terziarizzazione. Il peso dell’industria rimane però in Italia, così come in Germania, e a differenza di altri paesi europei come il Regno Unito, notevole. Le imprese manifatturiere occupano nel CentroNord il 24% degli addetti totali; tale quota è del 18,7% nel Sud; una percentuale come sempre più bassa, ma ancora una volta nient’affatto marginale. Al Sud l’industria manifatturiera continua per fortuna ad esistere e ad essere significativa. Rilevante è anche il peso dell’edilizia, che è storicamente più alto – come peso sul totale dell’economia – al Sud. Gli addetti alle costruzioni sono il 14% del totale nel Mezzogiorno e il 10% nel CentroNord. Il terziario fa la parte del leone sul totale dell’occupazione. Il suo peso è oltre il 60% nel CentroNord, e supera il 65% nel Mezzogiorno.

Consumo
All’interno del manifatturiero restano molto significativi al Sud i settori tradizionali di consumo, anche se negli ultimi anni hanno subito una significativa contrazione occupazionale; ma anche l’industria dei mezzi di trasporto, che ha presenza industriali in molte ragioni del Mezzogiorno con un peso molto elevato sul totale nazionale. Nell’ambito del terziario è naturalmente molto importante il settore della distribuzione commerciale, anche se negli ultimi anni sono i servizi relativamente più avanzati ad avere mostrato il maggiore sviluppo. Questo riguarda sia i comparti di servizio alle imprese, sia, molto i settori di servizi per le persone. Ad esempio i trasporti pesano ormai per oltre il 6% dell’occupazione in entrambe le grandi circoscrizioni del paese, come pure tutte le attività che sono raggruppate nel settore dei noleggi, delle agenzie di viaggio, dei servizi di supporto. Cresce anche il peso dei servizi di cura e di intrattenimento e divertimento per le famiglie, che ormai rappresentano una parte significativa dell’occupazione terziaria e totale.
05 Maggio 2011
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=424720&IDCategoria=2682

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