mercoledì 24 novembre 2010

30 anni fa il sisma. Oggi ancora Bucaletto vergogna da nascondere


Sospesi nel’oblio. Bloccati nel tempo. Dimenticati da tutti.
di SANDRO MAIORELLA

Il quartiere simbolo del terremoto del 1980, quello dal quale doveva rinascere una città migliore, più vivibile, è stato praticamente ignorato durante le celebrazioni del trentennale del sisma che devastò Basilicata ed Irpinia. Strade vuote, poca gente in giro e non solo per le cattive condizioni economiche ma soprattutto pochissima voglia di parlare. Solo una troupe televisiva in giro per cercare di «capire» attraverso le testimonianze dei residenti, schivi ad ogni commento, come si vive in un quartiere nato per la «seconda » fase dell’emergenza (dove rimanere in piedi solo per un quinquennio) ventotto anni dopo (Bucaletto è sorta nel 1982) la sua costruzione.

Perchè Bucaletto era questo: una fase temporanea di emergenza dopo le tende, le roulottes e i containers. Domande fatte e rifatte che suonano quasi come una beffa per gente che da tempo si sente abbandonata al suo destino nonostante le tante promesse arrivate ma puntualmente mai mantenute.

«Come si vive a Bucaletto? - risponde Maria Villano - basta dare un’occhiata in giro per capirlo. Siamo nel più totale disinteresse delle istituzioni. Anche nella data del trentennale nessuno si è fatto vedere. Le cerimonie le hanno fatte da altre parti ma non nella Cittadella che di quel terremoto è il simbolo. Certe vergogne vengono tenute nascoste perchè non si saprebbe come spiegarle. Con tutti i soldi che sono arrivati negli anni per la ricostruzione sarebbe difficile infatti, spiegare questa situazione». Parole dure sintomo di una stanchezza «pesante» per una attesa ormai lunghissima.

«Sono venuti nel capoluogo - ha continuato Angelo Quar atino, presidente del Comitato spontaneo di cittadini in lotta per una casa - l’ex ministro Zamberletti, uno dei fautori insieme all’ex sindaco Fierro, di Bucaletto, è venuto anche il nuovo capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, il presidente del’Anci Chiamparino ma nessuno di loro è stato portato nella Cittadella. Come mai? Non si vuole far vedere che dopo trent’anni siamo ancora qui? Si vuole nascondere come si vive da precari, con prefabbricarti ormai marci, in condizioni igienico-sanitarie da far paura? Si ha paura di confrontarsi su questini legate alla riqualificazione dell’a re a che rimane una vera chimera? Di promesse siamo stanchi, ora vogliamo i fatti. E non solo riguardo la riqualificazione. Non si può lasciare un quartiere a marcire in questo modo senza fare niente».

Gente ormai al limite della sopportazione, stanca di denunciare le carenze con cui devono combattere quotidianamente. «Le cose vanno di male in peggio - ha concluso Maria Villano - con il tempo tutto peggiora ma qui non si vede un futuro. Le carenze sono tante, troppe, le denunce ancora di più. Riqualificazione zero, vivibilità sotto zero. Quest’anno è mancata anche la disinfestazione. Abbiamo dovuto fare da soli autotassandoci per tagliare le erbacce, curare il verde pubblico e combatere le invasioni di insetti tra i quali le zecche, pericolose per gli animali ma anche per gli uomini Per non parlare di topi ed altri roditori. Ma si può andare avanti così? Le fogne sono ormai intasate, d’estate l’aria è irrespirabile. Aggiungiamo anche i problemi legati all’amianto e alle conseguenze sulla salute della gente e il quadro che ne viene fuori fa paura».

E la riqualificazione dell’area? Oltre la nuova scuola, i primi trentaquattro alloggi e le due «torri» nulla di più è stato fatto. «I cento famosi alloggi - ha spiegato Quaratino - per il momento non si faranno. Almeno questo abbiamo inteso dall’ultima riunione con l’amministrazione. Motivo? Problemi nella documentazione relativa al nuovo lotto di lavori. Di quale genere non saprei intanto tutto slitterà all’anno prossimo.... se Dio vuole. Insomma per noi l’attesa a Bucaletto continua».
24 Novembre 2010
Fonte: 
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=384877&IDCategoria=12


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