mercoledì 24 novembre 2010

Irpinia, ricostruzione in corso

Dopo 30 anni la regione Campania continua a chiedere soldi 
di Sergio Luciano - 24/11/2010 
Anche oggi alcuni milioni di italiani si sono tassati per la ricostruzione dell'Irpinia terremotata. Oggi, 24 novembre, primo giorno del trentunesimo anno successivo al terremoto che il 23 novembre del 1980 sconvolse Campania e Basilicata. Si sono tassati inconsapevolemente facendo il pieno di benzina, perché sulla componente fiscale del prezzo dei carburanti grava appunto, ancora, un'accisa da 4 centesimi al litro destinata a coprire i costi di quel sisma.
Ancora? Altrochè.
Perché la ricostruzione è incompiuta. Almeno, lo è stando all'ordine del giorno che proprio ieri, in occasione del trentesimo anniversario del disastro, il consiglio regionale della Campania ha approvato un ordine del giorno «per sollecitare il governo e il parlamento ad intraprendere ogni iniziativa legislativa utile a chiudere il capitolo della ricostruzione dopo il Sisma del 1980». Possibile? Possibile: al punto che la Regione Campania snocciola «cinque idee per una legge». E precisamente: «La possibilità di consentire ai comuni l'utilizzo delle giacenze finanziarie anche oltre il limite delle assegnazioni di competenza, attingendo alla cassa unica; il restringimento del numero dei comuni terremotati all'area che ha effettivamente subito il danno; interventi strutturati per i centri storici e per la tutela e il rilancio del patrimonio storico artistico; la sostituzione del contributo per la ricostruzione con un indennizzo da parte dello Stato; la previsione di disposizioni speciali per la definizione del patrimonio antisismico».

Da non credersi, eppure è cronaca di ieri. Lo Stato non riesce a chiudere l'emergenza rifiuti, non trova i soldi per ripianare i danni causati dall'alluvione in Veneto e deve ancora completare la ricostruzione in Irpinia? Pane per i denti del federalismo. Tanto più se si vanno a rifare i conti dei soldi pubblici spesi – alias sperperati – per una ricostruzione che, all'atto pratico, è ancora largamente incompleta.

I comuni ammessi alle sovvenzioni della ricostruzione, inizialmente 280, sono negli anni lievitati a 687, cioè all'8,5 per cento di tutti i comuni italiani. I costi delle infrastrutture cantierate sono lievitati di 27 volte rispetto a quelli indicati nelle convenzioni originarie. Il valore approssimativo stimato del totale dei soldi pubblici spesi è di 32 miliardi di euro in valori del 2000, oggi quasi 60 mila miliardi di lire, pari a sette volte quanto speso per il Friuli, che però – almeno – è stato ricostruito presto e bene. La stima iniziale dei danni in denaro avanzata da Palazzo Chigi nel 1981 fu di 8000 miliardi di vecchie lire di allora, pari a quattro miliardi di euro.

Per quella scossa devastante, iniziata alle 19:34 di domenica 23 novembre 1980, la terra tremò 90 secondi, con una magnitudo di 6,5 sulla scala Richter, la più forte mai registrata in Italia nei 95 anni precedenti, distruggendo case e infrastrutture in un'area di 17 mila metri quadrati, facendo 2914 vittime, ferendo 9000 persone e lasciando senzatetto 280 mila cittadini.

Eppure tanto lutto è stato inquinato dalla speculazione al punto da far passare alla storia quel sisma come il terremoto della camorra.

Sul fronte della ricostruzione abitativa i 542 comuni della Campania hanno ricevuto stanziamenti per 7 miliardi di euro, quasi 4 miliardi sono andati ai 119 Comuni dell'Irpinia (in parte in territorio di Basilicata), ma nella metà dei casi (il 48,52%, secondo la valutazione della Corte dei Conti) i progetti finanziati non sono stati portati a termine. Stessi fallimenti sul fronte del rilancio produttivo: per 20 zone industriali tra le due regioni vennero stanziati 7.762 miliardi di lire (8 miliardi di euro di oggi) giungendo poi al ritiro per inadempienza del 48,5% delle concessioni industriali rilasciate (146 casi). Uno sfascio, un disonore nazionale. La relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta insediata nell'89 con la presidenza di Oscar Luigi Scalfaro, identificò in 50.620 miliardi di lire la somma totale dei fondi stanziati dal governo per quel terremoto.
Fonte: 
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1688203&codiciTestate=1&sez=hgiornali

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