mercoledì 24 novembre 2010

Annuario statistico italiano 2010


Ambiente e territorio 
Più raccolta differenziata in Trentino-Alto Adige e Veneto
Nel 2008 la raccolta di rifiuti urbani si attesta su 32,5 milioni di tonnellate, 542,7 chilogrammi per abitante; quella differenziata rappresenta il 30,6% dei rifiuti urbani a livello nazionale, sale al 45,5% al Nord, è al 22,9 al Centro mentre scende al 14,7 nel Mezzogiorno. Trentino-Alto Adige e Veneto sono le regioni in cui la raccolta differenziata ha superato la soglia del 50% rispetto a quella totale (rispettivamente 56,8 e 52,9%).
Traffico parcheggio smog i problemi più sentiti
Nel 2010 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono il traffico (42,6%), la difficoltà di parcheggio (39,6%), l'inquinamento dell'aria (38%), il rumore (32,9%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (32,8%), la sporcizia nelle strade (30,0%). All’ultimo posto si colloca l’irregolarità nell'erogazione dell'acqua, considerata un problema dal 10,8% delle famiglie, percentuale che sale al 33,4% in Calabria e al 28,3% in Sicilia.
Traffico, difficoltà di parcheggio e sporcizia nelle strade costituiscono un problema soprattutto nel Centro-Sud e nelle regioni con grandi centri metropolitani - Lazio, Campania e Lombardia - mentre l’inquinamento dell’aria è particolarmente sentito al Nord.
Rispetto a un anno prima cala la percentuale di famiglie che dichiarano la presenza del rumore (dal 35,5% al 32,9%), del traffico (dal 45,2% al 42,6%) e di altri problemi quali il rischio di criminalità (dal 29,7% al 27,1%) e l’inquinamento atmosferico (dal 39,3% al 38%). La percezione del rischio di criminalità si conferma un problema consistente per le famiglie residenti in Campania (40,2 per cento), seguite da quelle del Lazio (37,7 per cento).
La diffidenza nel bere acqua di rubinetto si manifesta elevata nel Paese: non si fida il 32,8 per cento delle famiglie. Tale fenomeno raggiunge i livelli più elevati in Sicilia (64,2 per cento), Calabria (52 per cento) e Sardegna (49,8 per cento).
Popolazione
Siamo oltre 60 milioni
Alla fine del 2009 l’Italia conta 60.340.328 residenti, circa 291.000 in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+318.066 unità) che, pur in calo, neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale
(-22.806 unità). Gli stranieri sono oltre quattro milioni (4.235.059), il 7% della popolazione totale, e provengono per la maggior parte dall’Unione europea (29,3%), dall’Europa centro-orientale (24,0%) e dall’Africa settentrionale (15,3%).
Battuta d’arresto della fecondità
La fecondità delle donne interrompe il ciclo crescente osservato dopo il 1995, anno in cui, con 1,19 figli per donna, ha toccato il punto minimo, attestandosi nel 2009 a 1,41 (1,42 del 2008). All’interno dell’Unione europea a 27 Paesi (dati 2008), Irlanda e Francia sono in cima alla graduatoria con rispettivamente 2,1 e 2,0 figli per donna mentre l’Italia, pur posizionandosi nella parte bassa, è comunque sopra Germania (1,38) e Portogallo (1,37) e alcuni paesi dell’Est europeo (Polonia, Ungheria e Romania). C’è da aggiungere che in Italia le donne diventano madri più tardi: 31,1 è l’età media al parto nel nostro Paese, il valore più alto dell’Ue27, lo stesso di Irlanda e Lussemburgo, contro 26,8 delle donne bulgare e 27,7 delle olandesi.
Ancora in calo i matrimoni
Prosegue nel 2009 il calo della nuzialità, già registrato l’anno precedente dopo la ripresa del 2007. Con circa 16.000 matrimoni in meno celebrati (230.859), il tasso di nuzialità scende dal 4,1 al 3,8 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (62,5%) ma sono in costante aumento le coppie che optano per il rito civile. È soprattutto nelle regioni meridionali a prevalere un modello di tipo tradizionale, la percentuale dei matrimoni celebrati con rito religioso è del 77,4% contro il 50,5% del Nord e il 55,4% del Centro.
La carica degli over65
L’Italia continua ad invecchiare. Un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e i “grandi vecchi” (dagli ottanta anni in su) rappresentano ormai il 5,8% della popolazione italiana.
A fine 2009 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15) registra un ulteriore incremento, raggiungendo 143,8%. Nella graduatoria internazionale (dati 2008), la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma come il paese maggiormente investito dal fenomeno dell’invecchiamento, seguita da Italia (143,1), Grecia (130,3) e Bulgaria (129,6).
Conti della protezione sociale
Aumenta la spesa pubblica del settore
Ammonta a circa 453 miliardi di euro la spesa per la protezione sociale sostenuta in Italia nel 2009, il 29,8% del prodotto interno lordo. Quasi 424 miliardi (93,5% della spesa totale) sono stati spesi dalle amministrazioni pubbliche, destinati per 402 miliardi alle prestazioni per i cittadini, il 4,3% in più dell’anno precedente, con un’incidenza sul pil del 26,5%, quasi due punti percentuali in più rispetto al 2008.
Alla previdenza la fetta più grande di risorse
Quasi due terzi della spesa delle amministrazioni pubbliche si concentra nella previdenza (66,1%), alla sanità è destinato il 25,5% e all’assistenza il restante 8,4%.
L’incidenza delle tre voci sul prodotto interno lordo è pari al 17,5% per la previdenza, al 6,8% per la sanità, appena al 2,2% per l’assistenza.
Oltre metà della spesa è coperta da contributi sociali
Fra le fonti di finanziamento, i contributi sociali rappresentano il 54,4%. La seconda voce rilevante è quella delle contribuzioni diverse, costituita in gran parte da trasferimenti statali (71,2%). Fra il 2006 e il 2009 i contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro registrano un incremento medio dell’1,8% a fronte del 4,3% osservato per i contributi a carico dei lavoratori.
Sanità e salute
Sette italiani su dieci si sentono in buona salute
La percezione dello stato di salute rappresenta un indicatore globale dello stato di salute della popolazione, molto utilizzato in ambito internazionale. Nel 2010, sette residenti in Italia su dieci valutano positivamente il proprio stato di salute, gli uomini più delle donne (75% contro 66,5%).
Quanto alle patologie croniche, il 38,6% delle persone dichiara di esserne affetto, percentuale che sale all’86,7% fra gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi/artrite (17,3%), l’ipertensione (16,0%), le malattie allergiche (9,8%), l’osteoporosi (7,0%), la bronchite cronica e asma bronchiale (6,1%) e il diabete (4,9%).
Calano le strutture sanitarie
Nel 2007 sono circa 47.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, confermando un’offerta di assistenza sanitaria territoriale di 8 medici ogni 10.000 abitanti. I pediatri sono circa 7.700, 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni. Ammontano invece a circa 17 ogni 100.000 abitanti gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati, in lieve calo negli ultimi tre anni.
Colazione nutriente al mattino, pranzo a casa
Nel nostro Paese gli stili alimentari sono ancora fortemente legati alla tradizione: nel 2010 il pranzo si conferma il pasto principale per oltre due terzi della popolazione di 3 anni e più, molto spesso consumato a casa. È fortemente diffusa anche l’abitudine a fare una sana e corretta colazione al mattino: l’82,2% delle donne e il 76,5% degli uomini abbina al caffè o al tè alimenti più nutrienti come latte, biscotti, pane.

Più fumatori tra i giovani
L’abitudine al fumo risulta stabile negli ultimi anni. Nel 2010, gli “schiavi” della sigaretta rappresentano il 22,8% della popolazione di 14 anni e più, percentuale che sale al 32,3% fra i 25-34enni. A fumare sono soprattutto gli uomini (29,2%) rispetto alle donne (16,9%).
Giustizia
Sempre più diffuso il ricorso al giudice di pace
Nel confronto con l’anno precedente aumentano nel 2008 i procedimenti civili sopravvenuti in primo grado (+0,8%), mentre diminuiscono quelli esauriti (-0,7%) e i pendenti a fine anno (-0,3%). Oltre un terzo dei procedimenti sopravvenuti in primo grado viene trattato dal giudice di pace, i restanti casi sono in capo ai tribunali.
Aumentano anche i provvedimenti di urgenza a protezione del minore (+3,9%) e le adozioni (+7,9%), che risultano pari a 5.162, di cui 1.693 riguardanti minori italiani. Cresce la quota di adozioni per i minori stranieri, dal 62% del 2007 al 67,2 del 2008.
In crescita il numero dei protesti (+6,4%), che arrivano a 1.570.873 nel 2009 (erano 1.476.127). Il valore complessivo dei titoli protestati ammonta a 4,7 miliardi di euro (4,1 l’anno precedente), con un importo medio unitario di 2.991 euro (erano 2.784 euro).
Prende quota l’affido condiviso dei figli minori
Aumentano anche divorzi (+7,3%, per un totale di 54.351 nel 2008) e separazioni (+3,4%, pari a 84.165); nell’86,3% dei casi le coppie preferiscono sancire la fine del legame matrimoniale con una separazione consensuale. I figli minori coinvolti sono 26.592 nei divorzi e 65.727 nelle separazioni. L’affidamento condiviso cresce notevolmente, essendo scelto in oltre sei casi su dieci di divorzio (era la metà nel 2007) e in oltre otto su dieci di separazione (era 72,1%).
Reati in calo, specie i furti
Nel 2008 si contano 2.709.888 delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalle forze di polizia, in diminuzione (-7,6%) rispetto al 2007. I delitti contro il patrimonio sono quelli che hanno fatto registrare la flessione più significativa, da oltre 120 mila nel 2007 a 104 mila; si tratta di furti (-14,9%) e truffe e frodi informatiche (-13,7%). In calo anche rapine (-10,5%) e omicidi volontari (-2,5%), pressoché stabili le violenze sessuali. Aumentano invece le lesioni dolose e i tentati omicidi (+3,4 e +2,1%).
Cresce la popolazione carceraria, è straniero un detenuto su tre
Al 31 dicembre 2009 sono 64.791 i detenuti presenti negli istituti di prevenzione e pena, in crescita dell’11,5% rispetto a un anno prima. Si tratta di tossicodipendenti per un quarto dei casi, mentre appena il 4,2% è costituito da donne. Tra i detenuti gli stranieri rappresentano il 37,1%.
Ancora in forte calo i minorenni entrati nei centri di prima accoglienza, soprattutto quelli stranieri. Complessivamente sono 2.422 (-16,7%) nel 2009. Reati contro il patrimonio (62,6%), violazioni delle leggi sugli stupefacenti (25,5%) e reati contro la persona (6,8%) sono le imputazioni più frequentemente addebitate ai minori transitati per i centri.
Nel 2009 sono 1.222 gli ingressi negli istituti penali per minorenni, l’83,5% dei quali per custodia cautelare. Gli uffici di servizio sociale hanno invece preso in carico 18.443 minorenni, il 10% sono femmine. In comunità vivono 2.100 minorenni, il 4% in meno rispetto al 2008.

Istruzione
In leggero calo il tasso di scolarità nelle scuole superiori
Sono 8.952.852 gli studenti iscritti all’anno scolastico 2008/2009, 7.459 in meno rispetto a quello precedente, invertendo il trend positivo avviato nel biennio 2000/2001. Il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mentre subisce una modesta flessione per la secondaria di secondo grado, dal 93,2% del 2007/2008 al 92,7 del 2008/2009.
L’aumento della scolarizzazione ha prodotto, nel corso degli anni, un costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione italiana; la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore si attesta al 33,2%, mentre il 10,9% possiede un titolo di studio universitario.
La selezione scolastica è più forte nelle scuole superiori dove, nel passaggio dal primo al secondo anno, la percentuale di alunni respinti supera il 21%.
Gli esami di terza media sono invece superati dalla quasi totalità degli studenti (99,5%) ma uno studente su tre non ottiene più della sufficienza nella votazione finale.
All’università più giovani del Centro-Sud e donne
I giovani iscritti per la prima volta all’università nell’anno accademico 2008/2009 sono circa 296.000, circa 11.000 in meno rispetto all’anno precedente (-3,6%), confermando la fase di flessione delle immatricolazioni iniziata nel 2004/2005. La diminuzione riguarda tutte le tipologie di corsi: -4,1% per i corsi di laurea specialistica/magistrale a ciclo unico, -3,6% le immatricolazioni ai corsi triennali e -2,2% i corsi del vecchio ordinamento.
Nel complesso la popolazione universitaria è composta da 1.812.454 studenti - valore in linea con quello dello scorso anno - con una mobilità territoriale piuttosto elevata. La partecipazione agli studi universitari risulta particolarmente elevata in Molise, Abruzzo, Basilicata, Lazio e Calabria, regioni in cui per 100 residenti di 19-25 anni, più di uno su due è iscritto a un corso accademico, spesso fuori sede.
Le donne sono più propense degli uomini a proseguire gli studi oltre la scuola secondaria (le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 69 su 100, i diplomati circa 57), ma anche a portare a termine il percorso accademico (le laureate sono circa 22 ogni 100 venticinquenni contro i 15 laureati ogni 100 maschi della stessa età).
Attività culturali e sociali varie
Dove l’ingresso è gratis, aumentano i visitatori
Oltre 32 milioni e 345.000 persone hanno visitato, nel 2009, i 419 luoghi di antichità e arte (di cui 207 musei e gallerie e 212 monumenti e aree archeologiche) presenti nel nostro Paese, con una contrazione rispetto all’anno precedente (-3,9%). In particolare, diminuiscono i visitatori degli istituti a pagamento - passando da poco meno di 15 milioni e 603 mila ingressi nel 2008 a circa 14 milioni e 613 mila nel 2009 - e aumentano quelli degli istituti con ingresso gratuito, quasi 17 milioni e 733 mila nel 2009.
Nel 2008 sono state pubblicate 58.829 opere (rispetto alle 59.129 dell’anno precedente) per una tiratura complessiva di oltre 213 milioni di copie.
Il cinema è sempre lo spettacolo fuori casa preferito
Nel 2010 oltre due terzi della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa (70,8% uomini e 62,8% donne). Il cinema si conferma in cima alle preferenze: infatti, oltre una persona su due è andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (30,1%), gli spettacoli sportivi (26,4%), il teatro (22,5%), la frequentazione di discoteche e balere (22,4%), le visite a siti archeologici e monumenti (23,2%), gli altri concerti di musica (21,4%) e, all’ultimo posto, i concerti di musica classica, che interessano appena il 10,5% della popolazione.
Il teatro è l’unica attività fuori casa, fra quelle considerate, in cui la partecipazione femminile è maggiore rispetto a quella maschile (24,4% delle donne contro il 20,5% degli uomini). Guardare la televisione è un’abitudine consolidata per il 93,5% della popolazione di tre anni e più, mentre il 59,1% ascolta la radio tutti i giorni.
Boom di giovani lettori
Meno diffusa è l’abitudine alla lettura di giornali e libri: nel 2010 legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 55% delle persone di 6 anni e più mentre il 46,8% si dedica alla lettura di libri, quest’ultimo valore è in aumento negli ultimi anni. Rimane invece sostanzialmente stabile al 15,2% la quota di lettori “forti”, cioè coloro che hanno letto 12 libri e più in un anno. I giovani di 11-14 anni sono i lettori più accaniti e continuano ad aumentare, il 71,3% di questa classe di età contro il 64,7 del 2009.
Gli uomini leggono di più i quotidiani (61% contro il 49,3% delle donne) mentre le donne preferiscono i libri (53,1% contro il 40,1% degli uomini) e ne leggono in maggior numero.
Cresce l’uso di Internet fra gli over 65
In costante crescita gli utilizzatori del personal computer e di Internet, ormai rappresentano rispettivamente il 51% (47,5 nel 2008) e 48,9 (44,4%) della popolazione di 3 anni e oltre. L’uso del pc tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (9 ragazzi su dieci) ma gli utilizzatori aumentano considerevolmente fra i 65-74enni (13,7% contro il 9,9% di un anno prima), per scendere al 2,7% fra gli ultra settantacinquenni. A livello territoriale, permane uno squilibrio sia nell’uso del pc (Nord e Centro 55% e 53,1%, Mezzogiorno 44,6%) che in quello di Internet (Nord e Centro rispettivamente 52,6% e 51,3%, Mezzogiorno 43%).
Lavoro
La flessione dell’occupazione dopo 14 anni di crescita
Nel 2009 sono 23.025.000 gli occupati, in calo, per la prima volta dal 1995, di 380.000 unità rispetto all’anno precedente (-1,6%). Questo risultato è la sintesi di una riduzione marcata della componente italiana, controbilanciata dall’aumento di quella straniera (+147.000 unità), il cui ritmo di crescita è comunque inferiore rispetto agli anni precedenti. La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati raggiunge l’8,2% (7,5% nel 2008).
La flessione più marcata (-2%) riguarda gli uomini, ma anche le occupate risultano in calo (-1,1%), interrompendo un andamento sempre positivo negli ultimi dieci anni.
A diminuire sono soprattutto gli addetti dell’industria in senso stretto (-4,3%, pari a 214.000 unità in meno), seguono quelli dell’agricoltura (-2,3%, pari a -21.000 unità), delle costruzioni (-1,3%, pari a -26.000 unità) e del terziario (-0,8%, pari a -119.000 unità). Nella media del 2009, 300.000 occupati sono stati coinvolti dalla Cassa integrazione, un valore quattro volte superiore a quello registrato l’anno precedente.
La discesa dell’occupazione nel 2009 riguarda sia i lavoratori dipendenti (-1%, pari a -169.000 unità) sia soprattutto gli indipendenti (-3,5%, pari a -211.000 unità).
L’occupazione standard (dipendenti permanenti a tempo pieno) registra una flessione dello 0,2% rispetto all’anno precedente (-33.000 unità) ma le conseguenze più pesanti della crisi produttiva riguardano i dipendenti a termine (-7,3%, pari a -171.000 unità).
Il tasso di occupazione scende dal 58,7% del 2008 al 57,5%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto del dato medio dell’Ue (64,6%); quello maschile si attesta al 68,6% mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,4%, pur con rilevanti divari regionali: si passa dal 61,5% dell’Emilia-Romagna al 26,3% della Campania.

Salgono disoccupati e inattivi
Per il secondo anno consecutivo aumentano le persone in cerca di occupazione, sono 1.945.000, 253.000 in più rispetto al 2008 (+15%). Il tasso di disoccupazione sale al 7,8% dal 6,7%, quello di inattività al 37,6% dal 37% di un anno prima.
Famiglie e aspetti sociali vari
Nelle Asl i tempi di attesa più lunghi
Nel 2010 le famiglie denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità, in particolare per il pronto soccorso (55,1%), le forze dell’ordine (38,5%), gli uffici comunali (34,9%), i supermercati (28,6%) e gli uffici postali (26,8%). Permangono differenze a livello territoriale: le famiglie meridionali hanno più problemi nell’accesso ai servizi, ma il divario diventa più contenuto nel caso dei negozi di generi alimentari e dei mercati.
La popolazione di 18 anni e più che ha utilizzato almeno una volta nell’anno i servizi di sportello varia dal 72,3% degli uffici postali al 44,9% degli uffici anagrafici. In una situazione intermedia (50,5%) si collocano gli uffici amministrativi delle Asl. Per l’erogazione dei servizi dalle Asl la percentuale di cittadini che lamenta tempi di attesa oltre i 20 minuti è ben superiore a quella relativa agli uffici anagrafici: 46,7% (in discesa dal 48,6% del 2009) contro 17,4% (18,9% nel 2009).
Al Nord più diffuse le attività di volontariato
Risulta sostanzialmente stabile rispetto a un anno prima la partecipazione dei cittadini ad attività sociali e di volontariato. Il 10% delle persone di 14 anni e più è impegnato in attività gratuite di volontariato, il 9,6% in associazioni culturali, mentre il 17,6% si limita a versare soldi ad un’associazione. Le attività di volontariato coinvolgono il 13% dei cittadini over14 al Nord, il 9,2% al Centro e il 6,4% nel Mezzogiorno.
Sedentari molto più numerosi degli sportivi
Nel 2010, il 22,8% della popolazione di 3 anni e più pratica uno sport con continuità mentre il 10,2% vi si dedica saltuariamente. I sedentari rappresentano il 38,3%, con le donne più numerose degli uomini (42,8% contro 33,5%). In posizione intermedia si colloca un’importante fetta di popolazione (28,2%) che svolge almeno qualche attività fisica, come fare passeggiate, nuotare o andare in bicicletta.
Tre italiani su quattro hanno casa di proprietà
Nel 2009, il 74,3% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive, mentre il 17,2% paga un canone d’affitto. Tra le famiglie in affitto tre su quattro vivono in abitazioni di proprietà di un privato (74,4%, nel 2008 erano il 74,1%), il 19% in case di proprietà di enti pubblici (erano il 20,1% nel 2008).
Cellulare presente in nove famiglie su dieci
Prosegue nel 2009 il processo di diffusione di alcuni beni durevoli, dal telefono cellulare (presente nell’87,8% delle famiglie), al personal computer (52,3% dal 48,7%), alla lavastoviglie (44,5%), ai condizionatori d’aria (33,5%).
Trasporti e telecomunicazioni
Ancora prevalentemente su strada il traffico merci
Nel 2008 oltre 802 milioni di passeggeri hanno utilizzato il trasporto ferroviario, per un totale di oltre 49 miliardi di passeggeri-chilometro. Rispetto all’anno precedente i passeggeri risultano in aumento del 3,6% mentre i passeggeri-chilometro scendono dello 0,5%.
Sono circa 96 milioni le tonnellate di merci trasportate via ferrovia, il 9% in meno di un anno prima (dati 2008). Ammontano invece a 1 miliardo e 496 milioni le tonnellate di merci trasportate su strada (dati 2007).
La quota prevalente del trasporto continua dunque ad indirizzarsi verso il traffico su strada: sono oltre 41 milioni gli autoveicoli circolanti e fra questi si contano più di 36 milioni di autovetture (dati 2009).
Andare in automobile resta la passione degli italiani
Non a caso, tra i mezzi di trasporto privato il più utilizzato è ancora l’automobile. Nel 2009 oltre due occupati su tre la usano come conducenti negli spostamenti per recarsi al lavoro e lo stesso fa uno studente su tre come passeggero per andare a scuola.
Nel 2010 poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani, il 16,7% quelli extra-urbani mentre il 29,9% ha preso almeno una volta il treno.
Rispetto alla qualità del servizio erogato, in particolare per quel che riguarda la frequenza delle corse, la puntualità e il posto a sedere, gli utenti dei pullman extra-urbani sono più soddisfatti di coloro che utilizzano autobus e treno.
La puntualità dei treni è ancora l’aspetto che incontra la percentuale di soddisfazione più bassa fra gli utenti, appena il 44% (44,2% nel 2009).
Internet più diffuso al Nord
Alla fine del 2007 sono attive 90,2 milioni di linee telefoniche mobili e 80,4 milioni di carte telefoniche prepagate. Le utenze Internet sono oltre 12 milioni. Per queste ultime, la maggiore diffusione si registra nell’Italia nord-occidentale (3,6 milioni) e nel Mezzogiorno (3,3 milioni).
Credito e assicurazione
Un popolo più “formica” che “cicala”
In Italia si contano 34.036 sportelli bancari, 5,7 ogni 10.000 abitanti. La distribuzione territoriale risulta piuttosto differenziata: dai 9,5 del Trentino-Alto Adige (10,6 a Trento e 8,3 a Bolzano) ad appena 2,6 ogni 10.000 abitanti in Calabria.
Alla fine del 2009, l’ammontare dei depositi bancari ha superato i 906 miliardi di euro, circa 90 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Di questi, oltre due terzi appartengono a famiglie e istituzioni sociali e private, il 19,1% a società non finanziarie, il 3,5% ad amministrazioni pubbliche e l’8,8% a società finanziarie.
Quanto al settore assicurativo, nel 2008 i risultati delle gestioni danni e vita sono pari rispettivamente a +365 e -2.949 milioni di euro. Il peso dell’attività del settore vita sul totale dei premi raccolti continua ad attestarsi su livelli superiori a quello del ramo danni (rispettivamente, 59,3% e 40,7%). Le uscite per sinistri, in riferimento al portafoglio italiano, ammontano nel 2008 a circa 92,5 miliardi di euro; di questi, oltre 66 miliardi hanno interessato l’assicurazione vita e capitalizzazione e 26,4 miliardi l’assicurazione contro i danni.
fonte: http://www.istat.it/


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