mercoledì 24 novembre 2010

Le regioni del Nord privilegiano idroelettrico e raccolta differenziata, il Sud è più avanti nelle altre fonti alternative


08 Novembre 2010
La green economy riguarda in maniera trasversale tutto il territorio nazionale: lo ha recentemente evidenziato l'apposito Indice di green economy (Ige) stilato da Fondazione Impresa, secondo cui le regioni più “verdi” d'Italia sono Trentino Alto Adige, Toscana e Basilicata, seguite da Calabria, Valle d'Aosta e Veneto.

Più nel dettaglio, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fonti idriche sono le regioni settentrionali a distinguersi. I primi tre posti nella classifica relativa a questo specifico indicatore sono infatti occupati nell'ordine da Valle d'Aosta (24.657 KWh pro-capite), Trentino Alto Adige (9.684 KWh pro-capite) e Friuli Venezia Giulia (1.707 KWh pro-capite).

Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche (eolico, solare, geotermico, biomasse), le regioni centro-meridionali sono ben posizionate: Toscana (1.534 KWh pro-capite), Molise (1.427 KWh pro-capite), Basilicata (986 KWh pro-capite), Puglia (659 KWh pro-capite), Sardegna (651 KWh pro-capite) e Calabria (616 KWh pro-capite) occupano i primi sei posti nella classifica.

Le regioni meridionali eccellono anche negli indicatori relativi all'agricoltura biologica. Si posizionano infatti nei primi sei posti della classifica relativa agli operatori (agricoltori, trasformatori, commercianti) attivi nella partita del biologico, Basilicata (569,3 operatori/100 mila abitanti), Calabria (326,2), Puglia (153,8), Umbria (149,3), Sicilia (147,1) e Marche (144,8).
Anche della classifica relativa alla superficie destinata all'agricoltura biologica il Sud la fa da padrone: nei primi sei posti si trovano Basilicata (20,7 superficie di agricoltura biologica/SAU), Calabria (17,7), Sicilia (16,5), Lazio (11,8), Toscana (11,8) e Puglia (11,7).

Le regioni del Nord sono invece nettamente in testa relativamente all'indicatore sulla raccolta differenziata: i primi sei posti della classifica sono occupati da Trentino Alto Adige (56,8%/totale rifiuti urbani), Veneto (52,9%), Piemonte (48,5%), Lombardia (46,2%), Emilia Romagna (42,7%) e Friuli Venezia Giulia (42,6%). Rispetto all'indicatore sull'efficienza energetica, invece, Molise (14,1 €/KG di petrolio equivalente), Lazio (13,7), Calabria (12,9), Campania (12,9), Liguria (11,6) e Lombardia (10,3) occupano le prime posizioni della classifica italiana.

Il rapporto della Fondazione impresa prende anche in esame i diversi mix di fonti rinnovabili regionali: i più equilibrati risultano essere quelli di Sardegna, Molise e Basilicata, anche se in realtà in nessuna di queste tre regioni le fonti pulite sono particolarmente sviluppate. Più nel dettaglio in Sardegna, fatta cento la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l'incidenza dell'idrico è del 28,1%, dell'eolico del 47,0%, del fotovoltaico del 2,1% e delle biomasse del 22,9%. Nel Molise, il peso dell'idrico è del 35,8%, dell'eolico del 41,5%, del fotovoltaico dello 0,4% e delle biomasse del 22,3%. In Basilicata, l'incidenza dell'idrico è del 38,9%, dell'eolico del 42,7%, del fotovoltaico del 2,3% e delle biomasse del 16,1%. In altre regioni meridionali invece, il solo eolico garantisce la grande maggioranza della produzione da fonti alternative: in particolare, Sicilia (85,2%), Puglia (62,6%), Campania (51,2%). Nelle regioni settentrionali l'incidenza dell'eolico è ridotta ed inferiore all'1% e in alcune regioni pari a addirittura a zero (Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia).
Fonte: 
http://energia24club.it/01NET/HP/0,1254,51_ART_137350,00.html


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