martedì 30 novembre 2010

Università: ecco i punti della Riforma Gelmini


Lotta a sprechi e ”parentopoli” (no concorsi a chi ha parenti fino al quarto grado); stop ai rettori a vita; autonomia delle universita’ coniugata con una forte responsabilita’ finanziaria, scientifica, didattica; atenei autonomi ma che devono rispondere delle loro azioni, e se saranno gestiti male riceveranno meno finanziamenti; soldi solo in base alla qualita’ e fine dei finanziamenti a pioggia. Reclutamento e governance secondo criteri meritocratici e di trasparenza. Sono queste le novita’ principali della riforma dell’universita’ approvata in seconda lettura dalla Camera e che andra’ ora al Senato.

- ADOZIONE DI UN CODICE ETICO per evitare incompatibilita’ e conflitti di interessi legati a parentele. Alle universita’ che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero.
- LIMITE MASSIMO complessivo di 6 anni al MANDATO DEI RETTORI, inclusi quelli gia’ trascorsi prima della riforma. Un rettore potra’ rimanere in carica un solo mandato.
- DISTINZIONE NETTA DI FUNZIONI TRA SENATO E CDA: il Senato avanzera’ proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese.
- IL CDA avra’ almeno 3 membri esterni su 11. Il presidente potra’ essere esterno. Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.
- DIRETTORE GENERALE AL POSTO DEL DIRETTORE AMMINISTRATIVO: il direttore generale avra’ compiti di grande responsabilita’ e dovra’ rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell’ateneo.
- NUCLEO DI VALUTAZIONE D’ATENEO A MAGGIORANZA ESTERNA per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
- GLI STUDENTI VALUTERANNO I PROFESSORI e questa valutazione sara’ determinante per l’attribuzione dei fondi dal Ministero.
- FUSIONI ATENEI: ci sara’ la possibilita’ di unire o federare universita’ vicine, anche in relazione a singoli settori di attivita’, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualita’ di didattica e ricerca.
- RIDUZIONE DEI SETTORI scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla meta’ (consistenza minima di 50 ordinari per settore). No a micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.
- RIORGANIZZAZIONE INTERNA DEGLI ATENEI: riduzione molto forte delle facolta’ che potranno essere al massimo 12 per ateneo.
- RECLUTAMENTO DI GIOVANI STUDIOSI: introdotta l’abilitazione nazionale come condizione per l’accesso all’associazione e all’ ordinariato. L’abilitazione e’ attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualita’. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole universita’, cui potranno accedere solo gli abilitati. Tra i punti salienti: Commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri; cadenza regolare annuale dell’abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze; distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.
- ACCESSO DI GIOVANI STUDIOSI: Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l’accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Tra i punti salienti: revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti piu’ giovani; revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi; abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti; nuova normativa sulla docenza a contratto: riforma del reclutamento.
- GESTIONE FINANZIARIA: Introduzione della contabilita’ economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra Istruzione e Tesoro: i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.
- VALUTAZIONE DEGLI ATENEI: Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualita’ della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero di tutti i corsi e sedi distaccate per evitare quelli non necessari e valutazione dell’efficienza dei risultati da parte dell’Anvur.
- OBBLIGO PRESENZA DOCENTI A LEZIONE: avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attivita’ didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attivita’ di docenza e servizio.
- SCATTI STIPENDIALI SOLO AI PROFESSORI MIGLIORI. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell’attivita’ di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si puo’ partecipare come commissari ai concorsi.
- DIRITTO ALLO STUDIO E AIUTI AGLI STUDENTI MERITEVOLI Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni per spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilita’. Inoltre sara’ costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.
- MOBILITA’ DEL PERSONALE Sara’ favorita la mobilita’ all’interno degli atenei, perche’ un sistema senza mobilita’ interna non e’ un sistema moderno e dinamico. Possibilita’ per chi lavora in universita’ di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
30 novembre 2010 | 20:29
Fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/universita-punti-novita-riforma-gelmini-661750/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blitzquotidiano+%28Blitzquotidiano%29

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