sabato 15 gennaio 2011

Il sottosegretario Scotti lancia un appello: niente masanielli! Il Meridione e’ il Sud, unita’ sudista!

Un appello a tutte le forze meridionaliste affinché ritrovino l’unità e si propongano come soggetto dialogante, con la società e con i partiti, con un solo obiettivo: puntare sulla logistica. È la posizione di Enzo Scotti, sottosegretario agli Esteri del governo Berlusconi e leader di Noi Sud, a Catania per presentare una iniziativa della Link Campus University of Malta di cui è presidente.


Certo, ha ragione Scotti a lanciare un appello all’unità, perché davvero in campo “sudista” la frammentazione la fa da padrona da tempo. Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, Forza del Sud di Gianfranco Micciché, Noi Sud appunto di Enzo Scotti e Io Sud dell’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, ex missina ed ex di Alleanza Nazionale. E per completare il quadro, anche il piccolo Partito del Sud di Antonio Ciano ed Erasmo Vecchio. «Una simile dispersione di energie è davvero una iattura per il Mezzogiorno – ha dichiarato Scotti a Sud – perché oggi credo che davvero ci sia lo spazio, sia nella società che in Parlamento, per un soggetto meridionalista adulto in grado di difendere gli interessi dei cittadini del Mezzogiorno».

Ma che numeri avrebbe questo ipotetico partito unitario a garanzia delle istanze meridionali? Per Scotti, «in linea teorica si può arrivare a parlare di un 7% circa». Su Noi Sud Scotti nutre qualche speranza: «potremmo mirare a raddoppiare i consensi del 2008». Allora l’Mpa raggranellò 1.2%. Si tratterebbe quindi del 2.4%. Obiettivo assai ambizioso.

Certo, i ragionamenti di Scotti non fanno una grinza. Con la Lega Nord ormai colosso del consenso, occorre un’entità sudista che faccia da contrappeso. Ma non è facile mettere insieme tutti i vari leader. Sulla rottura con il presidente della Regione Siciliana non ha dubbi: «io sono per un progetto che non sia mai urlato, che sia equilibrato e tenda sempre al dialogo. Al Sud non servono i Masaniello, anzi, troppi ve ne sono stati nella sua storia». I dissidi con Lombardo sono stati quindi per questioni di stile? «Anche ma non solo, per carità. Diciamo che dopo un certo percorso comune abbiamo ritenuto che non vi fossero più le condizioni per proseguire il cammino insieme».
Carlo Lo Re
 

Nessun commento: