sabato 15 gennaio 2011

Niki il taumaturgo. Auguri.

Vendola: liberiamo Napoli dai fantasmi
Il governatore: «Questa città ha bisogno di ricostruire la comunità attraverso un flusso di civiche virtù».

Presidente Vendola, perché ha scelto Libero Mancuso per le primarie del centrosinistra per il Comune di Napoli? (Questa mattina alle 11 la presentazione al teatro Augusteo con il governatore della Puglia e leader di Sinistra ecologia e Libertà)
«Non sono mica un cavaliere solitario della politica (sorride). Ho condiviso con tante napoletane e tanti napoletani una idea ed ho chiesto ad uno dei protagonisti della diaspora partenopea, della Grande Napoli, come Libero che ha completato la sua carriera a Bologna di tornare a Napoli per dare una mano alla città» .

Dare una mano principalmente per cosa?
«Per liberare Napoli dai suoi fantasmi e dalla crisi» .

Quali fantasmi?
«Le emergenze, tutte, ed un centrosinistra che non riesce a guardare in faccia la propria crisi» .

Libero Mancuso è stato assessore alla legalità e alla sicurezza al Comune di Bologna con sindaco Sergio Cofferati. In Emilia è ricordato come l’uomo delle regole, che ha dettato un particolare stile, norme, comportamenti urbani… Crede che a Napoli questo metodo potrebbe avere successo?
«Napoli ha bisogno di confrontarsi con la lotta alla povertà, ha bisogno di ricostruire la comunità attraverso un flusso di civiche virtù. E il racconto civile della città passa attraverso una idea di classe dirigente che sappia dare un futuro a Napoli. In questo quadro, le regole e la legalità rappresentano lo spettro di una filatura alla quale deve tenere sia chi governa che chi fa politica per ristabilire un principio di verità» .

E qual è il principio di verità per Napoli?
«A Napoli c’è una destra compromessa che governa alla Provincia e alla Regione, che ha ereditato la crisi del bassolinismo, inglobando nel suo ruolo di governo il male oscuro, quello che sì è manifestato dopo la prima consiliatura di Bassolino sindaco e la sua prima esperienza di governatore. La crisi del bassolinismo ma direi di tutto il centrosinistra avviene nel 2005» .

Perché, se lo è chiesto? E qual è la sua analisi?
«La crisi sta nell’idea politica di fare alleanze con il centro, quel centro che va da Nusco a Ceppaloni. L’aver negoziato con loro da parte della sinistra sui temi della gestione della sanità ed altro potere è stato un errore. Ora quel centro è nella pancia del centrodestra. Nusco e Ceppaloni sono andati con Berlusconi, dopo aver divorato il centrosinistra in termini di potere regionale trasparenza della provincia. Mi riferisco all’ente, eh, sia chiaro» .

Antonio Bassolino nel suo libro «Napoli Italia» scrive che il suo più grande errore è stata proprio la ricandidatura nel 2005. Dalle sue parole capisco che è d’accordo con questa valutazione.
«Quello è stato un atto di generosità, ma quando le ragioni della politica - e questo vale sia per Bassolino che per tutta la classe dirigente anche nazionale - soppiantano l’analisi delle forze in campo, il progetto diventa a rischio. Uno dei funzionari-simbolo della questione morale anni Settanta Ottanta, il titanico funzionario del Pci che ha sfidato Gava ed un intero sistema di potere si è poi trovato paradossalmente a negoziare con le corporazioni, le lobby, i padroni delle terre ed i signori degli appalti» .

Dunque un errore, quella ricandidatura?
«Sì, ma non buttiamo il bambino con l’acqua sporca. Il giudizio è più complessivo e passa attraverso il rinascimento del Plebiscito, la straordinaria visibilità della Campania degli anni Duemila» .

Nello schieramento per le primarie del 23 gennaio prossimo a Napoli c’è chi individua Libero Mancuso come espressione di un collegamento con Bassolino ed una saldatura con i partiti tradizionali. Una sorta di continuità…
«Ma dai! Libero ha costruito la sua carriera di magistrato e di amministratore a Bologna. C’è bisogno di qualcuno che rompa l’incantesimo in cui è finita Napoli» .

Quale incantesimo?
«C’è bisogno di qualcuno che denunci la crisi del centrosinistra, la guardi in faccia e prenda atto della necessità di dare risposte. Le primarie devono servire a questo, non ridursi ad una guerra dei capicorrente del centrosinistra, anzi del Pd. A me pare che questo argomento su Libero rischi di spostare i termini della questione» .

Che invece sono?
«Rifiuti, sanità, il profilo da tenere nella lotta alla camorra per la quale ci sono stati episodi da brivido anche nel centrosinistra. Uso il linguaggio della parabola evangelica. Non guardiamo però alla pagliuzza nel nostro occhio ignorando la trave Cosentino e Cesaro. Occorre ragionare per trovare un varco nuovo alla politica perché la Campania non è tutta Gomorra: è anche la terra di Angelo Vassallo e di tanti che amministrano bene. A me piange il cuore quando tutto il Sud viene ridotto alla metafora della monnezza» .

Eppure…
«Sì, lo so. Napoli però non va vissuta come una palla al piede, ma come una delle capitali del Mediterraneo. E per questo motivo non ho esitato un attimo a prendere in Puglia la parte più consistente dei rifiuti durante questa crisi. Un atto di solidarietà non generico, ma inserito in un quadro di responsabilità nazionale» .

Rifiuti, disoccupazione, problemi nella sanità. Temi che a Napoli generano violenza quotidiana. Che atteggiamento bisogna avere rispetto a comportamenti che saldano sempre più aree marginali ed esplosioni devastanti?
«Bisogna avere la massima tolleranza nei confronti della povertà e del disagio. Ma essere severissimi con chi percorre la strada dell’illegalità. Naturalmente ognuno costruisce le proprie priorità» .

A chi guardare per primo?
«Non si può guardare al singolo ambulante abusivo e dimenticare i problemi dei grandi commercianti delle strade nobili di questa città. E come non pensare che negli interstizi di Napoli le camorre spuntano come funghi. Come dimenticare l’urbanistica dell'assessore Vezio De Lucia, il dibattito sulla sicurezza in un ambiente in cui le scuole sono bomboniere all’amianto, le strade sono labirinti di buche ed il lavoro è un mito lontano. L’esercito non garantisce sicurezza se si vive in un’area in cui smotta il terreno o interi quartieri sono costruiti sulla falda o sulla monnezza» .

Come allora Napoli può risorgere?
«Ci vuole una grande alleanza civile e culturale tra gli imprenditori, i giovani per il lavoro soprattutto. Credo che sia questo il tema centrale dell’alleanza che istruisce al lotta alla precarietà urbana, che fa uscire Napoli dall’anomia» .
Carmine Festa 15 gennaio 2011

 
 

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