giovedì 6 gennaio 2011

Meccanismo europeo di stabilita’

Barroso: «Se serve abbiamo gli strumenti per agire a favore di Spaglia e Portogallo»
di ROSSELLA LAMA ROMA - La Ue ha cominciato a mettere fieno in cascina per l'Irlanda. Ieri ha collocato con successo eurobond a cinque anni per 5 miliardi di controvalore, ad un rendimento che secondo fonti di mercato dovrebbe collocarsi intorno al 2,30-2,40%.


La domanda e’ stata tre volte l'offerta, d'altra parte le emissioni lanciate dal Meccanismo europeo di stabilita’ (Efsm) che fa capo alla Commissione Ue, gode della "tripla A", che vuoi dire giudizio di massima affidabilita’ da parte delle agenzie di rating. Investimento praticamente senza rischio per gli investitori e tasso di interesse appetibile: bond analoghi quinquennali emessi dalla Germania lo scorso ottobre vengono infatti scambiati ad un prezzo che corrisponde a circa l'1,77% di rendimento. Con questi ingredienti il successo e’ stato indubbio e tutti i titoli sono stati collocati. L'esecutivo europeo aveva gia’ indicato che nella prima meta’ dell'anno il mercato deve aspettarsi tre emissioni e che complessivamente nel 2011 la Ue raccogliera’ fino a 17,6 miliardi di euro. Secondo fonti di stampa un'altra, sempre per 5 miliardi di euro, potrebbe arrivare a fine mese. Sono due anni che la Ue’ emette obbligazioni per sostenere i paesi in difficolta’. Comincio’ a dicembre del 2008 a favore dell'Ungheria sull'orlo del fallimento, e ha proseguito l'anno scorso per partecipare al programma di aiuti alla Lettonia. Queste emissioni ovviamente non hanno niente a che vedere con il famoso Eurobond caldeggiato da Tremonti e dal suo collega lussemburghese Juncker come strumento per togliere acqua alla speculazione del mercato contro i paesi europei altamente indebitati. La proposta dei due ministri presuppone infatti la creazione di un'Agenzia europea del debito sovrano, alla quale la Germania continua ad opporre un fermo no. Le risorse raccolte ieri, insieme a quelle dell'Fmi concorrono a quell'ombrello di 85 miliardi di aiuti che l'Europa ha aperto per soccorrere l'Irlanda, indebitata fino al collo per i costosi salvataggi delle maggiori banche del paese. Ma a dover far fronte ad un rinnovo del debito in forte crescita per gli alti premi di rischio richiesti dal mercato ci sono anche altri paesi europei. E non a caso ieri ai giornalisti che chiedevano se i mercati nel 2011 attaccheranno Spagna e Portogallo, il presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, ha risposto che «a livello europeo abbiamo gli strumenti per agire e se necessario ne adotteremo altri. C'e’ una forte determinazione dell'eurozona a favore di Spagna e Portogallo». Barroso insomma cerca di rassicurare i mercati sui paesi iberici. Ma Lisbona, nella prima asta del 2001, e’ riuscita si’ a vendere tutti i titoli semestrali del debito pubblico che si era prefissato. Ma a costi, che gli operatori definiscono ormai insostenibili. Il Portogallo ha offerto un rendimento del 3,686%, un punto e mezzo sopra al collocamento di settembre, e sette volte piu’ alto di quello al quale la Germania rinnova il proprio debito. Secondo gli analisti il Portogallo sara’ costretto a gettare la spugna, come hanno gia’ fatto Grecia e Irlanda. Intanto la Bce continua a supportare la Grecia con ingenti acquisti di titoli di Stato emessi da Atene. E mentre anche per via delle incertezze legate alla crisi dei debiti pubblici europei l'euro ieri ha perso l'1,2% sul biglietto verde, ripiegando a quota 1,314dollari, c'e’ chi continua a vaticinare la fine dell'euro. Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz in un'intervista al quotidiano francese Libération ha detto che «senza politiche appropriate per raggiungere una stabilita’ finanziaria nel lungo termine l'euro potrebbe non sopravvivere».
 

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