giovedì 31 marzo 2011

Federali-Mattino. 31 marzo 2011. Il Governo non ha fatto il necessario per la creazione del Gruppo europeo di collaborazione territoriale (Gect) delle regioni dell'ex Tirolo storico. Noi come Lampedusa. La soluzione padana: gli immigrati se li prenda il Papa. Sul comportamento dell’Ue, ha poi concluso il governatore del Piemonte, ci si chiede che tipo d’Europa sia un’Europa del genere che rompe le scatole sulla lunghezza dei cetrioli.

Forza Luis:
Merano. Durnwalder: per la creazione dell'Euregio il governo non si è mosso.
Merano. Nucleare: i consigli dell'Euregio dicono no alle centrali sulle Alpi.
Aostee'. Rollandin è il governatore più amato in Italia.
Regioni, Fullresearch: Zaia, Rossi e Formigoni governatori sul podio

Incubo padano:
Milano. La soluzione padana: gli immigrati se li prenda il Papa.
Libia, Cota: Clandestini vanno espulsi, Regioni aiuteranno su profughi
Venezia. Zaia: «Sì profughi Ma per ora qui niente siti idonei»
Verona. Coletto: «In Veneto mai negata l'assistenza».
Rivarolo. Profughi, voci di arrivi a Cuorgnè e Rivarolo ‘aspetta’.
Immigrati, sindaco di Ventimiglia: “Noi come Lampedusa”


Merano. Durnwalder: per la creazione dell'Euregio il governo non si è mosso. Il governatore altoatesino, alla riunione congiunta dei consigli di Alto Adige Trentino e Tirolo, accusa l'esecutivo di non aver mandato avanti la costituzione del cosiddetto "Gect", il gruppo europeo di collaborazione transfrontaliera fra le tre regioni del Tirolo storico. MERANO. ''Il Governo non ha fatto il necessario per la creazione del Gruppo europeo di collaborazione territoriale (Gect)'' delle regioni dell'ex Tirolo storico. Lo ha detto il presidente della Regione e governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder, intervenuto alla riunione congiunta dei consigli provinciali di Bolzano, Trento e della regione austriaca del Tirolo a Merano.

''Manca ancora il necessario decreto del Consiglio dei Ministri, e spero che esso arrivi prossimamente'', ha detto, parlando anche a nome dei suoi colleghi Lorenzo Dellai e Guenther Platter.''Comunque - ha sottolineato Durnwalder - il Gect non è lettera morta, dato che sono già stati avviati del programma congiunti, e c'è la dimostrazione che si vuole cooperare''.

''Abbiamo avviato anche iniziative per le Macroregioni, che in futuro avranno massima importanza nell'arco alpino, e a Bolzano è stato costituito un ufficio che si prepara all'attività della Gect che sarà implementata dopo il decreto istitutivo: convegni storici, cooperazione museale, nella sanità, nella formazione degli insegnanti e molto altro. Molto si vuole fare anche in campo energetico, con la volontà di scegliere fonti alternative''.

Tramite il Gect si potrà anche, secondo Durnwalder, approfondire la ricerca sulla storia comune. Egli ha invitato quindi a dimostrare che questa grande regione nel cuore dell'Europa ''non ha solo un bel paesaggio, ma  è in grado di dare un grande e moderno contributo allo sviluppo dell'Europa'

Merano. Nucleare: i consigli dell'Euregio dicono no alle centrali sulle Alpi. Documento approvato dai consigli di Alto Adige, Trentino e Tirolo nella riunione congiunta a Merano: "Dopo Fukushima bisogna cambiare rotta in Europa". No del Trentino alla candidatura olimpica transfrontaliera. MERANO. Un documento nel quale si chiede il definitivo abbandono delle centrali nucleari nell'area alpina è stato approvato dall'assemblea congiunta dei consigli del Trentino, dell'Alto Adige e del Tirolo (Austria) svoltasi a Merano.

''Dopo le scioccanti immagini della catastrofe nucleare di Fukushima - si legge nel documento - anche la politica energetica europea non potrà più proseguire come se nulla fosse''. L'assemblea ha dunque deciso che deve essere dato impulso alle fonti energetiche rinnovabili ed a quelle alternative.

La seduta congiunta di Merano è stata l'occasione per fare il punto dello stato di attuazione dell'Euroregione dell'ex Tirolo storico e da parte di tutti gli intervenuti è stato fatto un richiamo al governo italiano perché approvi il relativo Gruppo europeo di collaborazione territoriale.

Tra i punti controversi c'è stata una mozione nella quale si chiedeva che per le Olimpiadi del 2020 la Regione europea presentasse una candidatura unitaria. La mozione è però stata respinta per il voto contrario del Trentino. Come ha spiegato il presidente dell'assemblea trentina Bruno Dorigatti, la motivazione è di carattere tecnico, visto che il Cio accetta candidature soltanto di singole città e non di intere regioni.

Nel corso della seduta sono stati affrontati punti di comune interesse nella politica transfrontaliera, dai trasporti, alla cultura, allo sviluppo della regione all'interno della Ue.

Aostee'. Rollandin è il governatore più amato in Italia. A dirlo è il rapporto 'Monitor regione'
Aosta - La settima edizione del rapporto prende in considerazione in particolare il periodo novembre-dicembre 2010. Dietro a Rollandin si trova il Presidente della regione Veneto Luca Zaia, terzo quello toscano, Enrico Rossi. Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, con il 69,3%, è secondo il rapporto 'Monitor regione' condotto da Fullresearch, il governatore più amato.

La settima edizione del rapporto prende in considerazione in particolare il  periodo novembre-dicembre 2010. Dietro a Rollandin si trova il Presidente della regione Veneto Luca Zaia con 59,4% mentre il gradino più basso spetta a quello toscano Enrico Rossi con il 56,7%. Quarto posto per il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni che perde l’1% rispetto alla rilevazione di settembre-ottobre, con il 56,5%.

La ricerca è stata condotta con 6.000 interviste a individui maggiorenni residenti nelle province italiane con interviste telefoniche realizzate nel periodo 8 Novembre – 17 Dicembre 2010.

Regioni, Fullresearch: Zaia, Rossi e Formigoni governatori sul podio
Per il Monitor Province in testa il presidente Alessandro Ciriani (Pordenone)
Roma, 30 mar (Il Velino) - È il presidente valdostano Augusto Rollandin, con il 69,3 per cento di consensi, il governatore regionale più amato dai propri cittadini. Lo rivela la settima edizione della ricerca Monitor Regione, di Fullresearch. Tra i presidenti con un +1,4 per cento continua l’ascesa di Luca Zaia (Veneto) che raggiunge un ottimo 59,4 per cento e di Enrico Rossi (Toscana) al 56,7 per cento a cui segue il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni che pur perdendo l’uno per cento rispetto alla rilevazione di settembre-ottobre, si mantiene in ottima posizione con il 56,5 per cento. Proseguendo con la classifica, in quinta posizione troviamo Vasco Errani (Emilia Romagna), scivolato dalla vetta della classifica rispetto alla precedente rilevazione, e Giuseppe Scopelliti (Calabria) con il 56 per cento, Nichi Vendola e Raffaele Lombardo con il 55,5 per cento in settima posizione e Catiuscia Marini (Umbria) con il 55,1 per cento al nono posto.

Sul fronte provinciale la società di ricerca ha pubblicato anche la quattordicesima edizione della ricerca “Monitor Provincia” che vede al vertice della classifica la conferma di Alessandro Ciriani (Pordenone) al 64,1 per cento, nonostante una perdita di consenso pari al -2,7 per cento rispetto al semestre precedente. Al secondo posto Domenico Zinzi (Caserta) al 63,6 per cento, mentre al terzo, perdendo quindi una posizione, Vincenzo Bernazzoli (Parma) al 62,4 per cento. Nella speciale classifica dei super presidenti di Fullresearch, sono 56 coloro che superano la soglia del 55 per cento di gradimento di cui otto donne capitanate da Wanda Ferro, quarta in classifica con il 62,4 per cento, inoltre 34 sono di centrodestra e 25 di centrosinistra, 30 del nord, 13 del Centro e 16 del Sud. Al primo posto nel gradimento dei servizi una novità, la provincia di Verbano-Cusio-Ossola che passa dal quinto al primo posto con il 55,7 per cento, al secondo posto Parma con il 55,1 per cento ed al terzo Biella con il 54,9 per cento. Anche per le province come per i comuni le prime 20 posizioni per qualità dei servizi spettano al Nord, ad eccezione di Siena. I dati pubblicati rappresentano la classifica delle prime 20 province, stilata sulla base di un indice medio ponderato relativamente al gradimento di 15 servizi: ambiente, rifiuti, agricoltura, caccia e pesca, centri per l’impiego, formazione, servizi alle imprese, cultura, turismo, viabilità, edilizia, urbanistica, protezione civile e sicurezza.
(ped) 30 mar 2011 11:41

Milano. La soluzione padana: gli immigrati se li prenda il Papa. Milano, 30-03-2011. C'è anche chi se la prende con Maroni: troppo buono, troppo 'molle' con gli immigrati. Una ascoltatrice di Verona racconta di aver "stracciato la tessera, l'ho spedita a Maroni; bisogna bloccarli in acque internazionali, altro che storie". Microfoni aperti a Radio Padania e spazio agli ascoltatori sul tema immigrazione. Con qualche sorpresa.

Il popolo leghista è d'accordo con il proprio leader Umberto Bossi e lo sintetizza un
ascoltatore che spiega: "Ha ragione Umberto - spiega - 'Foera di ball', che tornino a casa loro gli immigrati". Più articolata, ma il senso non cambia, una ascoltatrice che
chiama dall'Emilia Romagna: "Perché il Vaticano, invece di predicare, non apre i suoi grandi e bei giardini? Le tendopoli potrebbero essere sistemate anche li'....".

Una anziana ascoltatrice lombarda interviene e ne ha anche per Berlusconi: "Ha una bella e grande villa, con un grande e bel parco perché non dà una mano?".

Laura, da Rovagnate, spiega invece: "Potremmo mandarli tutti in Europa gli immigrati, i profughi, cosi' magari intascano loro i sussidi previsti". Chiama anche un rappresentante del gruppo leghista di Pantelleria: "Abbiamo caserme a Pantelleria, quasi quasi potremmo dare ospitalita' agli immigrati in cambio di servizi: siamo senza ospedale, siamo senza servizi. Non vogliamo soldi ma essere trattati da persone civili". Pietro, di Gallarate, dice: "C'e' uno spreco di denaro  pubblico che ha trasformato Lampedusa in una discarica a cielo aperto: Berlusconi che ha azionisti arabi lo capisco, ma invito Maroni a dimettersi a lasciare questi mascalzoni da soli".

C'è poi chi propone ancora un "censimento delle camere libere in Vaticano e magari oltre al Vaticano ne mandiamo un po' ad Arcore da Berlusconi che oggi a Lampedusa ha detto 'poveri cristi'. Ha centinaia di case sparse per il mondo e può dire a Maroni
'dammene un po' che li sistemo io..."'.

Libia, Cota: Clandestini vanno espulsi, Regioni aiuteranno su profughi
 Roma, 30 mar (Il Velino) - “Esiste una differenza tra i clandestini e i profughi: i clandestini sono quelli che arrivano dalla Tunisia e vanno rimpatriati. Il ministero dell’Interno e il governo non hanno chiesto la collaborazione delle regioni per quanto riguarda la gestione dei clandestini. I clandestini, infatti, devono essere identificati e rimpatriati. Il governo ha chiesto l’aiuto delle regioni per quanto riguarda la gestione di un altro fenomeno che ancora non si è sostanzialmente verificato e cioè quello dei profughi che potrebbero provenire dalla Libia”. È quanto ha affermato il governatore del Piemonte Roberto Cota intervistato a “Mattino Cinque” il programma condotto da Maurizio Belpietro su Canale 5 in merito alla possibilità e alla disponibilità del Piemonte, ma anche di altre regioni, a ospitare immigrati. Cota ha aggiunto di essere d’accordo con la posizione dei ministri Umberto Bossi e Roberto Maroni “perché chi è clandestino non può rimanere sul nostro territorio va identificato e rimpatriato”. Mentre su quanto si sta verificando a Ventimiglia, dove gli immigrati vengono respinti dalla Francia e rimandati in Italia, Cota si interroga sull’utilità del trattato di Schengen e sul ruolo dell’opposizione: “Bisognerebbe fare fronte comune – ha sottolineato il governatore del Piemonte – e dire perché l’Europa non fa nulla. Soprattutto – ha aggiunto – capire che comportamento è quello della Francia. Esiste il trattato di Schengen che dovrebbe permettere la libera circolazione delle persone, oltretutto in riferimento a paesi che sono stati sotto l’influenza francese. Quindi, a maggior ragione, si tratta di un comportamento assolutamente incomprensibile. Avevamo ragione noi anche su questo e abbiamo ragione noi nel dire che l’Europa non può far finta di niente e che sull’intervento in Libia ci voleva cautela”. Cota ha poi spiegato che verrà chiesto al governo di intraprendere “un’azione nei confronti dell’Europa, l’ha già detto il ministro Maroni e l’ha detto anche il presidente della Repubblica”. Sul comportamento dell’Ue, ha poi concluso il governatore del Piemonte, “ci si chiede che tipo d’Europa sia un’Europa del genere che rompe le scatole sulla lunghezza dei cetrioli e poi quando si tratta di prender posizione su situazioni del genere fa finta di niente”.
(asp) 30 mar 2011 09:30

Venezia. Zaia: «Sì profughi Ma per ora qui niente siti idonei»
0GGI NUOVO VERTICE A ROMA. «Regioni: o tutte coinvolte o nessuna». Antonella Benanzato. VENEZIA. Il Veneto ha una posizione ferma sull'emergenza profughi a Lampedusa: sì ai rifugiati politici, donne e bambini, no ai clandestini soprattutto se provenienti dalla Tunisia. Sarà questa la linea che il governatore, Luca Zaia metterà oggi sul tavolo del ministro dell'Interno, Roberto Maroni con tutte le Regioni convocate a Palazzo Chigi. La "regola" per il presidente del Veneto dovrà essere una e una sola: «I clandestini, secondo la legge italiana in vigore , vanno identificati ed espulsi o accolti provvisoriamente nei Cie, una terza via di ospitalità non esiste».
Ma c'è anche un'altra "regola" che deve essere chiara e lampante e riguarda la distribuzione dei profughi sul territorio: "o tutti o nessuno". Che tradotto significa, spiega sempre Zaia, che tutte le Regioni dovranno fare la propria parte sulla questione, fatti salvi i "correttivi" che il ministro Maroni vorrà introdurre per le problematiche di ogni regione. Il presidente del Veneto, come al solito, va dritto al dunque e nei giorni scorsi la sua tesi ha avuto modo di ribadirla e scandirla perché non ci fossero fraintendimenti. E di fronte ai giornalisti, nel consueto appuntamento del post-Giunta lo ripete: «Siamo a fianco del ministro Maroni per quanto riguarda i profughi e i rifugiati politici in arrivo dalla Libia: chi scappa dal genocidio e dalle guerre civili deve essere accolto. Ma non per i tunisini che stanno arrivando a Lampedusa e che stanno offrendo un'immagine raccapricciante».
Immagine "raccapricciante" che ha infastidito nel profondo il governatore. «Mi ha stizzito avere visto a Lampedusa dei tunisini gettare via il cibo perché non era di loro gradimento». Per il presidente del Veneto, se si pagano 2 mila euro per attraversare il mare «con addosso un giubbotto firmato non si può invocare lo status di profughi o rifugiati». Del resto in Tunisia, dalle informazioni in possesso di Zaia, si è ripresa una vita normale e anche le imprese hanno riaperto i battenti: «Me lo dicono gli imprenditori veneti che operano in quel Paese. Benetton in Tunisia dà lavoro a 14 mila persone».
I continui sbarchi a Lampedusa dipendono anche, nell'opinione di Zaia, da un'immagine irreale che viene diffusa dalle televisioni italiane e per cui servirebbe «un'operazione Pubblicità Progresso». «Bisogna far capire ai tunisini - si infervora il governatore - che qui non è l'El Dorado e che quando ci si imbarca sei finito». In ogni caso, oggi è la giornata chiave per definire gli ambiti di collaborazione e gli spazi territoriale disponibili all'accoglienza. Anche su questo punto, la linea del presidente della giunta regionale è orientata a un'unitarietà del tavolo e a una «massima solidarietà nei confronti di donne e bambini in fuga da violenze e guerre»: il Veneto saprà fare la sua parte.
Entrando nel merito delle strutture messe a disposizione sul territorio regionale, l'ipotesi delle caserme dismesse tende ad essere esclusa dal governatore, che preferisce glissare. «Esiste solo un censimento fatto dal prefetto di Venezia, Luciana Lamorgese - sottolinea - la quale conferma che nel breve-medio periodo non ci sono stabili in Veneto in grado di accogliere i profughi. Soprattutto voglio rassicurare che non ci sono soluzioni previste nelle aree cittadine. Non c'è nulla di deciso, c'è un tavolo con le Regioni e la regola sull'accoglienza è: o tutti o nessuno». Zaia ammette anche che «ci sono regioni che hanno oggettivi problemi» e che comunque i 50 mila profughi indicati dal ministero dell'Interno rappresentano una cifra preventiva. «L' invito del ministro Maroni è a prepararsi all'eventualità, poi magari non ne arriveranno 50 mila».
In sintesi, conclude il presidente del Veneto , è assolutamente "inutile" alambiccarsi in presunte ripartizioni aritmetiche. «Non si fanno i conti della serva - avvisa - sulla suddivisione dei profughi».

Verona. Coletto: «In Veneto mai negata l'assistenza». «Nessuno ha negato assistenza a nessuno. In Veneto chiunque, e sottolineo chiunque, abbia bisogno di assistenza sanitaria la riceve e la riceverà sempre. E non è mai esistita alcuna legge regionale che limiti l'erogazione di cure ai cittadini residenti nella regione».
Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità del Veneto Luca Coletto riferendo sugli esiti dell'indagine interna avviata a seguito delle polemiche sul presunto diniego da parte della guardia medica di Abano Terme di assistere una scolaresca di Reggio Emilia, in gita nella località turistica. «La verifica è stata rigorosa ed approfondita - ha detto Coletto - e ne è emerso un comportamento corretto da parte dei sanitari. In particolare, la dottoressa di turno ha dapprima valutato telefonicamente i sintomi che le venivano riferiti dando i consigli del caso e successivamente, ricevuta una seconda telefonata che descriveva sintomi simili in molti ragazzi, ha valutato di trovarsi di fronte ad una possibile intossicazione di gruppo, di certo non trattabile in un ambulatorio di guardia medica o a domicilio, ed ha indirizzato i pazienti al vicinissimo ospedale di Abano».
Per quanto riguarda la fantomatica «legge regionale», Coletto ha ribadito con forza che «Non esiste. Esiste invece un Accordo Collettivo Nazionale sindacale (23 marzo 2005 integrato il 29 luglio 2009) in cui è previsto che "il medico di continuità assistenziale assicura le prestazioni sanitarie non differibili ai cittadini residenti nell'ambito territoriale afferente alla sede di servizio". Un accordo sindacale valido in tutta Italia». «Il Veneto - ha aggiunto Coletto - ospita annualmente milioni e milioni di turisti ed a tutti garantisce assistenza in caso di bisogno. Se così non fosse saremmo subissati da milioni di proteste, cosa che invece non avviene e testimonia meglio di tutto quale sia la realtà».

Rivarolo. Profughi, voci di arrivi a Cuorgnè e Rivarolo ‘aspetta’. RIVAROLO. Non arriveranno, per ora, extracomunitari provenienti da Lampedusa a Rivarolo e Cuorgnè, ma le maggiori città dell’Alto Canavese faranno bene a tenersi pronte. La piccola isola scoppia, la Sicilia è livida di rabbia, ed è evidente che in un contesto simile tutti sono e saranno chiamati a fare la loro parte.

Cuorgnè ha già avuto esperienza di profughi (nel caso odierno, bisognerà capire se si tratta ancora di rifugiati politici, di migranti, o di ‘semplici’ cittadini che intendono lasciare il loro Paese per ricongiungersi, magari, con familiari all’estero). E non è stato un bel momento. Nella primavera di cinque anni fa giovani del Darfur inscenarono una protesta clamorosa bloccando il traffico cittadino, sdraiati a terra nell’incrocio tra via Torino e via Ivrea.

A Rivarolo notizie di ‘sbarchi’ non sono trapelate, ma disponendo la città di un Polo di protezione Civile la notizia rimbalzata è che la struttura potrebbe proprio essere destinata ad accogliere gli extracomunitari. Il sindaco, Fabrizio Bertot, liquida l’argomento dichiarando che “si atterrà alle eventuali disposizioni del Prefetto, se e quando verranno”.

Immigrati, sindaco di Ventimiglia: “Noi come Lampedusa”
di Markez 30 marzo 2011 -
“Se continua così è un disastro, servono dei respingimenti”. Per il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, interpellato da Radio 24 , la situazione immigrati “non è più gestibile”, perche’ la città ligure “è diventata un tappo, dopo che i francesi hanno intensificato i controlli ai valichi dei tunisini”.
“Noi siamo come Lampedusa, fatte le dovute proporzioni”, dice a Radio 24 il primo cittadino, che paventa “un’emergenza turistica e socio-sanitario: vanno fermati prima. Intravedo il rischio anche di una protesta della gente, perchè l’insofferenza è già alle stelle”.

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