venerdì 1 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 1 aprile 2011.

Napoli. Pianura tra i rifiuti e senz’acqua

Immigrazione: Centorrino,"docenti lampedusani rientrino nell'isola per continuita' "

I tunisini annunciano lo sciopero della fame.

Francia e Bossi “Via dalle palle”

Napoli. Mastella rinviato a giudizio per truffa

Pmi artigiane all'estero con 5 milioni

Il Governo tradisce Taranto. In arrivo altri 1.700 tunisini

Reggio Calabria. Scopelliti a Uno Mattina: ospiteremo 1.800 profughi


Napoli. Pianura tra i rifiuti e senz’acqua
NAPOLI. È Pianura l’emblema del disastro rifiuti. Montagne di spazzatura sparpagliate un po’ in tutte le strade. In più oggi le scuole resteranno deserte: il quartiere è senz’acqua per i lavori di posa di una condotta da parte dell’Arin. Esercenti e cittadini a secco. L’emergenza si fa sentire in tutta la città, nemmeno il Centro è escluso dai cumuli di immondizia. Sfiorano le 2mila tonnellate le giacenze a terra, la situazione rischia di precipitare per l’arrivo del caldo. Avvistati grossi topi tra i sacchetti. Nuovo scontro violento tra Palazzo Santa Lucia e il Comune di Napoli sulla bassa percentuale di raccolta differenziata. Accordo raggiunto, infine, tra i 18 Comuni del Vesuviano sulla “spartizione” dei siti: a Torre del Greco un impianto di trattamento del secco indifferenziato.

Immigrazione: Centorrino,"docenti lampedusani rientrino nell'isola per continuita' "
L'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, che rappresenta il governo regionale sull'isola, ha incontrato presso l'istituto "Luigi Pirandello" il personale docente e non docente.

"Ho voluto ringraziarli - ha esordito l'assessore - per la solidarieta' portata ai bambini tunisini in questi giorni. Hanno saputo creare momenti di integrazione che fanno onore alla scuola lampedusana. Una scuola che soffre dei problemi dell'insularita' nell'insularita' e verso i quali ci stiamo muovendo a tutto campo per cercare di risolverli".

Una legge che garantisca ai docenti di ruolo di tutte le isole minori che operano in altre regioni di potere rientrare a insegnare nella loro terra di residenza garantirebbe anche la continuita' didattica, l'assegnazione di un nuovo indirizzo, quello turistico, a partire dal prossimo anno scolastico, la manutenzione delle strutture scolastiche. Questi gli impegni presi da Centorrino che si attivera' subito con il ministro Gelmini, specie per la concretizzazione del primo punto richiesto.

All'incontro hanno partecipato anche il sindaco De Rubeis e la senatrice Maraventano.

I tunisini annunciano lo sciopero della fame. Lampedusa, 31-03-2011
Alcuni dei tunisini ancora presenti a Lampedusa hanno annunciato che attueranno uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere sull'isola. I tunisini nel pomeriggio hanno cominciato ad agitarsi perche' si era sparsa tra loro la convinzione che sarebbero stati rimpatriati. Dopo la protesta attuata nel porto vecchio questo pomeriggio, alcuni degli immigrati hanno detto ai giornalisti di voler cominciare un digiuno.

Berlusconi lunedì a Tunisi
Sara' la missione a Tunisi di lunedi', insieme a Roberto Maroni, l'occasione per per un faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e il premier tunisino, e altri rappresentanti del governo locale, per la definitiva messa a punto degli accordi e dell'impegno del governo tunisino per assicurare la sorveglianza delle coste e evitare cosi' ulteriori partenze. E' uno degli elementi, a quanto si apprende, emersi nel corso del vertice di questa sera a Palazzo Grazioli in vista della riunione di domani a Palazzo Chigi della 'cabina di regia' allestita dal governo per fronteggiare l'emergenza immigrazione.

 Mantovano non ci ripensa
"Berlusconi mi ha chiesto di ripensarci, ma per il momento gli ho risposto di no". Così il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, uscendo da Palazzo Grazioli risponde a chi gli chiede se il premier, durante il vertice sui migranti di questa sera, abbia cercato di farlo recedere dalle sue dimissioni dovute a contrasti sulla gestione dell'emergenza immigrazione.

Francia e Bossi “Via dalle palle”
Il Blog del Direttore di Carlo Alberto Tregua
L’Unione europea è stata tacciata di egoismo quando non si è messa sulla scia italiana dell’ipocrito buonismo: accogliere i bisognosi extracomunitari. Un monito che proviene dalla Chiesa di oltreTevere il cui Stato del Vaticano, ovviamente per coerenza, non ha accolto neanche uno di questi bisognosi. Come dire: predicar bene e razzolar male.
La Francia, la Svizzera, l’Austria e la Slovenia, che circondano i confini nord dell’Italia, hanno detto a chiare lettere, e agito di conseguenza: dalle nostre frontiere non passa neanche un clandestino, comprendendo nella categoria anche gli eventuali profughi. Bossi ha aggiunto in modo spiccio e in dialetto lombardo: “Via dalle palle”.
Appena saputa la posizione dei Paesi confinanti con l’Italia, Francia in testa, i clandestini non si sono più ammassati a Ventimiglia, a Bardonecchia, a Chiasso, al Brennero o a Tarvisio e, anzi, hanno cominciato a ritornare sui loro passi. Dove? Naturalmente in Italia.

Il ridicolo della questione dei clandestini è che, da oltre un mese, autorevoli esponenti del governo Berlusconi ed altri esponenti di partiti di opposizione avevano previsto l’ondata di immigrazione, sbagliando però l’origine.
Infatti, loro pensavano che sarebbero arrivati libici, somali, eritrei ed egiziani. Sono arrivati pochi di essi, mentre c’è stata la valanga di tunisini. I quali non sono minacciati di morte né di restrizione della loro libertà. Quindi, non hanno nessuna ragione per lasciare il loro Paese.
Un governo energico, responsabile e tempestivo, avrebbe dovuto immediatamente predisporre una catena di navi militari al confine delle nostre acque territoriali, in modo da intercettare, salvare, identificare ed espellere subito i clandestini. Le navi militari potevano essere spostate dai porti ove sono ancorate in attesa di missioni.
Insomma, bisognava difendere il territorio italiano, di cui Lampedusa e la Sicilia fanno parte, da chi illegalmente lo ha aggredito. L’azione dianzi descritta sarebbe stata un deterrente e avrebbe sconsigliato i tunisini a partire dal loro territorio, vanificando la mercificazione umana della mafia di quel Paese.

Il Governo non ha messo in atto tempestivamente un’azione utile a prevenire quanto è accaduto e, per contro, ha messo in atto due provvedimenti dissennati: chiudere l’aeroporto civile di Trapani-Birgi e aprire il Villaggio di Mineo. Con un colpo solo, ha messo in ginocchio la comunità delle isole Pelagie, tutta la provincia di Trapani, comprese le isole Egadi ed il calatino, oltre ad avere creato un danno d’immagine a tutta la Sicilia.
Così si è attivato un processo di disdetta delle prenotazioni, anche nell’altra parte della Sicilia, nelle isole Eolie e persino a Taormina. Un vero disastro, che ci auguriamo sia contenuto in termini economici, ma il cui danno dovrà essere quantificato dalla Giunta regionale in termini monetari, con relativa richiesta di risarcimento al Governo centrale.
Com’è noto agli economisti, gli eventi, positivi o negativi, creano l’effetto domino. Se il processo è virtuoso, i benefici si moltiplicano. Se il processo è vizioso, i danni aumentano notevolmente.

Poi, mercoledì, è arrivato Berlusconi a Lampedusa. Ancora una volta: “Faccio tutto io”. Poteva farlo un mese fa, ma non è mai troppo tardi. Neanche il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è stato tempestivo. Da poco ha fatto la voce grossa. Ma egli non ha messo in atto quelle iniziative giudiziarie contro il governo nazionale, che Costituzione e leggi ordinarie gli avrebbero consentito.
Inattivo anche Gianfranco Miccichè, leader di Forza del Sud, che parla di autonomia, ma non agisce di conseguenza. Questa sarebbe stata un’ottima occasione per spiegare che la Sicilia è stufa di restare bocconi.
Non se ne può più di questa falsa autonomia, peraltro spesso usata dal ceto politico siciliano per difendere i propri privilegi. Serve la vera autonomia. Il popolo siciliano può gestirsi da solo con una classe politica onesta e capace, utilizzando bene tutte le risorse proprie. Basta rinvii e scuse banali per non fare.

Napoli. Mastella rinviato a giudizio per truffa
A processo anche la moglie
L'ex ministro è accusato anche di appropriazione indebita
e abuso d'ufficio. Caduta l'accusa associazione a delinquere
NAPOLI - Cade l'accusa di associazione per delinquere contestata agli imputati coinvolti nell'inchiesta sulla gestione dell' Arpac, l'Agenzia regionale per l'Ambiente, in cui è coinvolto l'ex ministro, leader dei Popolari per Il Sud, e candidato a sindaco di Napoli, Clemente Mastella. Lo ha deciso il gup di Napoli Eduardo De Gregorio al termine dell'udienza preliminare. Diversi imputati, tra cui lo stesso Mastella, sono stati tuttavia rinviati a giudizio per altri reati.

Mastella è stato mandato a processo con le accuse di truffa, appropriazione indebita e abuso d'ufficio. I primi due capi di imputazione si riferiscono all'acquisizione al patrimonio familiare dell'europarlamentare di due appartamenti romani di proprietà dell'Udeur nonché della testata giornalistica Il Campanile. L'abuso d'ufficio è invece relativo all'assegnazione di incarichi da parte dell' Arpac.

Vanno a giudizio anche la moglie di Mastella, Sandra Lonardo, e l'ex assessore regionale Andrea Abbamonte. Il processo comincerà l'11 ottobre davanti alla I sezione del Tribunale.

Pmi artigiane all'estero con 5 milioni
Sarà Artigiancassa (Bnl-Gruppo Bnp Paribas) a gestire fondi pubblici per 5 milioni di euro per l'internazionalizzazione delle aziende artigiane. Le risorse sono destinate a consorzi all'esportazione e raggruppamenti temporanei di imprese per progetti che coinvolgano almeno tre imprese artigiane che dovranno avere sede legale o operativa in almeno due regioni. L'iniziativa prevede il contributo agevolato in conto capitale pari al 50% del costo complessivo del progetto, fino ad un massimo di 100 mila euro, elevabile a 150 mila euro se a partecipare sono almeno sette imprese. Ammissibili progetti di promozione all'estero, missioni commerciali settoriali, azioni pubblicitarie e di relazioni pubbliche per diffondere prodotti e marchi, conferenze di commercializzazione nel territorio in cui hanno sede i raggruppamenti beneficiari, destinate ad operatori esteri; studi e consulenze finalizzati alla messa in rete delle imprese per una migliore visibilità all'estero o investimenti commerciali, formazione in marketing. Domande, entro il 26 aprile 2011.

Il Governo tradisce Taranto. In arrivo altri 1.700 tunisini
Giovedì 31 Marzo 2011 14:02
TARANTO - Sono partiti alle 4.30 di stanotte dal porto di Lampedusa gli altri 1.720 tunisini che il premier Berlusconi ha indirizzato verso il centro di prima accoglienza allestito tra Manduria e Oria. L’arrivo al porto di Taranto è previsto per domattina. Probabilmente, come già avvenuto, attraccherà a Chiapparo.

Sulla nave “Excelsior”, un traghetto da 202 metri di lunghezza, viaggiano anche carabinieri e polizia per oltre 200 unità al fine di mantenere l’ordine pubblico durante il viaggio ed all’arrivo in porto. Ma il numero dei profughi destinati a Manduria potrebbe crescere ancora perchè da Lampedusa è partito stamattina anche il traghetto “Catania” con a bordo altri 600 profughi probabilmente diretti sempre alla città messa¬pica. Intanto l’annuncio di ieri sera del Presidente del Consiglio dei Ministri, che da Lam-pedusa rassicurava la locale popolazione sul trasferimento dei nuovi immigrati a Man¬duria, ha sconvolto non poco la comunità mes¬sapica dove, il sindaco Paolo Tomma¬sino, in quel momento a colloquio con il Ministro Maroni, ha rassegnato le dimissioni che protocollerà entro stasera. Con lui si è dimesso anche il sottosegretario agli Interni, Alfredo Manto¬vano che a Manduria aveva garantito che non sarebbero arrivati altri immigrati. Si è scatenato un terremoto politico che in queste ore sta mobilitando tutte le forze, a vario livello, dai parlamentari agli amministratori locali. La situazione è di estrema tensione. E’ fuoco incrociato tra gli schieramenti. Ma è soprattutto tra la gente che si registra preoccupazione.

Reggio Calabria. Scopelliti a Uno Mattina: ospiteremo 1.800 profughi
Venerdì 01 Aprile 2011 06:34 Redazione desk
REGGIO CALABRIA - Dalla questione immigrati passando per la sanità, dalla depurazione al turismo. Questi alcuni argomenti affrontati dal presidente della Regione Giuseppe Scopelliti intervistato da Rai Uno, nella rubrica "Question time" condotta da Franco Di Mare, all’interno del programma "Uno Mattina". «La Calabria - ha detto - è pronta a fare la sua parte. Lo abbiamo ribadito ieri a Roma nel corso di una riunione a Palazzo Chigi, ospiteremo circa 1800 immigrati, ripartiti sulle 5 province. Abbiamo già un piano ed utilizzeremo, ad esempio, strutture sanitarie dismesse. La nostra regione è una terra di grande accoglienza, dalla Locride e da altre zone della Calabria, sono arrivati già segnali di disponibilità». Il Presidente ha anche parlato di turismo e depurazione: «In passato c’è stato un deficit di comunicazione, dalla lettera ad un quotidiano nazionale in cui il precedente governo regionale chiedeva scusa per la qualità delle acque, che non ho condiviso poiché era una sorta di spot negativo, al caso della nave dei veleni, sul terreno cosentino, che poi si scoprì che non era per nulla radioattiva. Per quanto concerne la depurazione ad oggi abbiamo recuperato, in termini di mare pulito, un ulteriore 15% rispetto allo scorso anno e contiamo, prima dell’avvio dell’estate di compiere ulteriori progressi, stiamo lavorando molto sul tema della depurazione e contiamo di ampliare le zone con le cosiddette bandiere blu. C’è uno sforzo congiunto tra l’assessorato regionale ed i sindaci dei comuni interessati». Sulla questione mafia e pizzo, il Presidente della Regione ha evidenziato che «da Sindaco ho avviato un tavolo di confronto. Abbiamo segnali positivi, alcuni imprenditori hanno denunciato gli estortosi facendo arrestare i malavitosi. Come Regione Calabria abbiamo approvato un progetto di legge attraverso il quale, chi denuncia il pizzo, farà parte di una short list, d’accordo con Ministero e Prefetture, e la stessa Regione, assieme agli altri enti sub regionali, le province ed i comuni, potranno dare delle commesse sotto soglia. In pratica se si denuncia, gli enti non lasceranno soli gli imprenditori». Scopelliti ha concluso parlando di sanità. «Lunedì mattina a Cosenza presenterò i dati relativi ai primi 7 mesi di gestione, di tagli agli sprechi, alla razionalizzazione delle spese, alla buona sanità; una grande inversione di tendenza rispetto al passato. La settimana scorsa, girando per la Calabria, ho dimostrato come, nonostante lo scetticismo dei più, ho chiuso ospedali, che tutto erano tranne ospedali, che saranno riconvertiti in case della salute e punti di primo intervento. E’ stata una tappa storica per la mia regione».

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