sabato 14 maggio 2011

Federali Mattino-14 maggio 2011. Bozen: Il 50% delle famiglie fatica a risparmiare. Certo, i negozi possono evitare di aumentare i prezzi e migliorare ancora di più il servizio offerto ai clienti. Ma la situazione non è facile, anche se c'è da dire che rispetto ad altre realtà Bolzano ha comunque un punto di partenza a migliore.----Napoli. Le elezioni al tempo dei rifiuti: manifesti stracciati, cumuli e roghi. Chiaia, barricate di monnezza alla Riviera.

La monnezza e’ meglio del petrolio, non delle elezioni:
Napoli. Chiaia, barricate di monnezza alla Riviera
Roccarainola. Napoli. Il sindaco: «Una discarica a Roccarianola? Una bufala»
Napoli. Le elezioni al tempo dei rifiuti: manifesti stracciati, cumuli e roghi
Stop alle ruspe a Napoli, la Lega contesta Berlusconi

Varie, ed eventuali:
Bnl, sequestrati 17 milioni: ipotesi truffa ai Comuni di Messina e Taormina
Immigrzione, reato abrogato raffica di assoluzioni a Chiavari
Bozen. Il 50% delle famiglie fatica a risparmiare
Napoli. Chiaia, barricate di monnezza alla Riviera
Cassonetti ribaltati al centro della carreggiata come nel 2008. I cittadini: «È uno schifo, non andremo a votare»
NAPOLI - La spazzatura invade il salotto di Napoli. Dalla fine della Riviera di Chiaia fino all'ingresso di via Piedigrotta la strada è stracolma di sacchetti di rifiuti e cassonetti ribaltati: vere e proprie barricate di monnezza. La temperatura aumenta e con essa anche la puzza. Il traffico di piazza Vittoria è superiore alla media. Un auto supera il cumulo di immondizia e rimane intrappolata perché i sacchetti vanno a incastrarsi tra le ruote. Strade e marciapiedi sono ostruiti dai rifiuti e molti cittadini sono costretti a fare lo slalom tra i sacchi della spazzatura. Da un lato i rifiuti e dall'altro le transenne del cantiere della metropolitana.

La protesta scoppia tra i residenti. La sfiducia rischia di alzare il livello delle astensioni alle prossime amministrative. «Nessuno vada a votare» ha detto un cittadino. «E per chi dovremmo votare? - si lamenta una donna - Poi dicono che la gente abbandona le urne».

Roccarainola. Napoli. Il sindaco: «Una discarica a Roccarianola? Una bufala»
De Simone smentisce Berlusconi: non ci sarà nessuna apertura nel suo comune: «Solo uno spot elettorale»
NAPOLI – «Nessuna discarica, non c’è alcuna ipotesi. Si tratta di una bufala». Il sindaco di Roccarainola, Raffaele De Simone, smentisce Berlusconi. Il premier ieri aveva anticipato che venerdì a Napoli avrebbe annunciato l’apertura di una discarica nel nolano. Un modo per indossare di nuovo i panni, a lui cari, dell’uomo della Provvidenza, e per respingere le critiche di chi gli contesta il falso miracolo dei rifiuti. «Una autentica bufala – obietta il primo cittadino di Roccarainola – o uno spot elettorale. Infatti non esiste alcuna possibilità che vi sia una discarica in questo Comune, per vari motivi. Primo: non è stato sottoscritto alcun accordo tra la Provincia ed i Sindaci del nolano. Secondo, si parla, genericamente, di allocare la discarica in una cava nel Comune di Roccarainola. All'uopo si rappresenta che le cave dello stesso Comune sono in attività e, quindi, non si ritiene che possano essere dismesse per farne discariche. Cava Difesa, infine, come noto, è chiusa dalla Magistratura e non esistono altri siti. Terzo: Roccarainola è nel Parco del Partenio. Pertanto, si esclude categoricamente l'apertura di una discarica proprio a Roccarainola».

Sul caso interviene anche Tommaso Sodano, consigliere provinciale delle Federazione della Sinistra. Dice: ”L’ennesima balla berlusconiana. La notizia è falsa e infondata. La discarica di Roccarainola è un vecchio invaso sotto sequestro. Furono arrestati alcuni appartenenti al clan Russo della zona che la utilizzavano. I pozzi sono inquinati fino in profondità. E’ un invaso che andrebbe bonificato e non potrebbe comunque accogliere nell’immediato rifiuti alcuni”. Tra l’altro, aggiunge, “ha una capacità di sole 200.000 tonnellate. Ancora: è una cava calcarea ed andrebbe impermeabilizzata, con costi esorbitanti”. Insiste l’ex presidente della commissione Ambiente al Senato: ”Nell’accordo del 4 gennaio 2011 il presidente della provincia Cesaro aveva detto di avere individuato tanti siti utili a piccole discariche sul territorio. Ebbene: che fine hanno fatto”” Sodano ne ha pure per la Regione:”Il piano Arena, quello varato dalla giunta e realizzato dal docente universitario, fino a qualche tempo fa assessore all’Ambiente in Provincia di Caserta, dice che nel 2013 non serviranno più discariche. C’è scritto che in questa fase temporanea non occorrono nuovi invasi, ma basta incrementare del 15%quelli esistenti. E’ il piano che hanno mandato a Bruxelles. Come si concilia con gli annunci, falsi, di Berlusconi?”.
Fabrizio Geremicca

Napoli. Le elezioni al tempo dei rifiuti: manifesti stracciati, cumuli e roghi
Quaranta incendi nella notte scorsa. Tra i quartieri più colpiti c'è Fuorigrotta. Polemiche tra Asìa e Regione
NAPOLI – Elezioni ai tempi dei rifiuti. I cartelloni della campagna elettorale stracciati si mescolano ai sacchetti e ai cumuli eterogenei che puntellano gli angoli della città. E ora si aggiunge il caldo primaverile che fa aumentare l'odore acre che si leva dai cumuli bruciati.

I ROGHI E IL RISCHIO DIOSSINA - Anche la scorsa notte sono stati oltre 40 i roghi di rifiuti a Napoli per cui è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. In diversi quartieri della città ci sono i resti di rifiuti bruciati. Le autorità sanitarie da giorni mettono in guardia dal pericolo di inquinamento da diossina. Ieri, nell’ambito dei controlli anti-roghi una persona è stata arrestata un’altra denunciata.

LA MAPPA DELLA MONNEZZA - Tra i quartieri più colpiti, Fuorigrotta: cumuli nelle strade e cassonetti ribaltati per evitare che la gente getti lì i propri sacchetti. Non va meglio nel centro della città: in piazza Sannazaro, poco distante dal lungomare, i sacchetti abbandonati su un lato della strada sono finiti anche sul marciapiedi, rendendo difficile il passaggio pedonale. I marciapiedi di via Acton sono invece pieni di manifesti elettorali finiti per terra. In via Marina, i cassonetti sono pieni, ma non colmi. Rifiuti in strada e sui marciapiedi anche in via Sant’Anna dei Lombardi così come in via dei Pellegrini. Cassonetti e campane per la differenziata puliti invece in piazza Dante e piazza Cavour, dove i rifiuti che i giorni scorsi si ammassavano sui marciapiedi e sullo spartitraffico sono stati raccolti. Va meglio anche in via Roma affollata di turisti. Non è lo stesso per le strade della cosiddetta city dove i cumuli sono ancora presenti anche sotto casa del sindaco e a pochi passi vicino alla sede di Equitalia.

POLEMICHE TRA ASÌA E REGIONE – Sul fronte della raccolta non mancano invece le polemiche tra la municipalizzata del Comune, Asìa-Napoli, e la Regione, in merito a 100 tonnellate di rifiuti. Per la Regione è Asìa che tra le 23 e le 24 della scorsa notte non avrebbe effettuato il trasporto delle cento tonnellate allo Stir di Giugliano nonostante sarebbero potute essere conferite nell’impianto. «Nell’impianto, a quell’ora - si legge in una nota della Regione - vi sarebbe stata la possibilità di smaltire altre 100 tonnellate di spazzatura proveniente dalla città di Napoli. Una opportunità che Asìa ha perso, nonostante in strada vi siano ancora circa 1250 tonnellate di rifiuti». «L’ affermazione ultima dell’Ufficio (flussi, ndr) è risibile e non meriterebbe commenti», la replica del presidente di Asia, Claudio Cicatiello. «Sanno bene – spiega all’Ansa - che in quella fascia oraria i mezzi sono ritirati per programmare l’uscita e i turni di raccolta». Per Cicatiello, infine, l’Ufficio flussi della Regione Campania è una realtà che «non ha riscontro in nessuna altra regione italiana». Per quanto riguarda la situazione impiantistica la discarica di Chiaiano ha invece riaperto e nell’impianto questa mattina i mezzi del Comune hanno scaricato 150 tonnellate. In mattinata dal capoluogo campano sono stati raccolte 800 tonnellate.
Francesco Parrella

Stop alle ruspe a Napoli, la Lega contesta Berlusconi
 Sabato 14 Maggio 2011 09:27  Redazione desk
ROMA - C’è di nuovo aria di maretta nella coalizione di governo, per una nuova uscita del premier sulla quale il ferreo alleato leghista sembra trovare da ridire. Ma c’è da giurare che ci penserà di nuovo Umberto Bossi a intervenire per una di quelle operazioni da pompiere nelle quali si è spesso distinto. Silvio Berlusconi ha giocato carte pesanti per ’sfondare’ elettoralmente anche in Campania e ha fatto un annuncio choc: «Domani nel mio incontro con i cittadini di Napoli farò vedere che ho pronto il provvedimento che sospenderà gli abbattimenti delle case fino alla fine dell’anno». Una mossa a sorpresa - sia pure comprensibile in chiave elettorale - che però ha fatto insorgere le opposizioni - come prevedibile - ma anche il suo più  fedele alleato, la Lega che non gradisce affatto. «Sicuramente Berlusconi dovrà  parlarne anche con la Lega»,  ha replicato prontamente  Roberto Calderoli che ha aggiunto: «Indipendentemente dal luogo dove siano collocati gli immobili, il Carroccio è contrario a fermare abbattimenti già disposti di costruzioni abusive, che tra l’altro non avrebbero neppure potuto essere sanate nei precedenti condoni edilizi». Il presidente del Consiglio non vede solo aprirsi una nuova frattura con il principale alleato di governo, ma è duramente contestato dalla gran parte di gruppi e movimenti dell’opposizione, che gli rimproverano, senza mezzi termini, di cedere a forme di illegalità con un annuncio definito «indecente» (Legambiente), anche per «tempismo», dato che è stato fatto poche ore prima dell’apertura dei seggi elettorali. Per l’Italia dei valori, Berlusconi fa politica in «modo ributtante»: «È vergognoso - dice Massimo Donadi, capogruppo dei dipietrista alla Camera - che per una manciata di voti Berlusconi annunci l’ennesima immorale sanatoria sulle case abusive, costruite anche in parchi naturali e zone ad alta inedificabilità». Gli fa eco il suo vice alla Camera, Antonio Borghesi, che sostiene: il premier è «come Lauro», il politico napoletano che elargiva «la scarpa sinistra prima delle elezioni e quella destra dopo il voto, se veniva eletto». «L’attrazione di Berlusconi per l’illegalità è  indecente», sostiene Ermete Realacci: «È vero - afferma il responsabile ambiente del Pd - che in campagna elettorale il leader del Pdl sarebbe capace di fare qualunque tipo di promessa, ma quel che rimane è un segnale di tana libera tutti devastante per il Paese, un nuovo colpo micidiale nei confronti della lotta contro l’abusivismo edilizio, l’illegalità, le ecomafie». «Berlusconi vuole sospendere le demolizione delle case abusive a Napoli. Dice che lo decideranno - osserva Nichi Vendola, presidente di Sel - nel prossimo consiglio dei ministri. Questa frase dice il governatore della Puglia, è «un messaggio politico a quella zona grigia con la malavita rappresentata anche in certe liste». Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa avverte il premier: «Mi spiace per Berlusconi, ma sia i napoletani che i leghisti, ognuno per ragioni diverse, sono più furbi di lui». Va oltre la senatrice Pd Anna Finocchiaro, che fa un affondo in mezzo alle divisioni che emergono tra il partito del premier ed il Carroccio. «Come volevasi dimostrare, le promesse da marinaio di Berlusconi - sottolinea la presidente dei senatori Pd - non sono durate neanche l’arco di un giorno. A stretto giro di posta, la Lega ha rispedito al mittente l’idea di sospendere, a scopo elettorale, gli abbattimenti di case abusive». Nessun esponente della Lega è intervenuto "correggere" il disappunto di Roberto Calderoli; anzi, in serata, con il suo consueto linguaggio colorito, l’europarlamentare Mario Borghezio ha sentenziato che l’iniziativa di Berlusconi sullo stop alle demolizioni a Napoli è «una grandissima cazzata».

Bnl, sequestrati 17 milioni: ipotesi truffa ai Comuni di Messina e Taormina
Indagati due dirigenti e sei funzionari dell'istituto
 La banca: accuse infondate, tutta colpa di fraintendimenti
ROMA - Un sequestro preventivo di oltre 17 milioni di euro alla Bnl per una presunta truffa ai Comuni di Messina e Taormina con strumenti di finanza derivata è stato eseguito dal Gico della Guardia di Finanza. Le indagini sono state avviate dalla procura della città dello Stretto nel 2009. Nei contratti stipulati dal 2002 al 2007, erano inserite, sostengono i magistrati, «clausole occulte che non erano state spiegate ai funzionari comunali».
Lo stesso tipo di prodotti sarebbe stato proposto anche al Comune di Giardini Naxos che, però, ha chiuso la pratica con una transazione, mentre gli altri due comuni hanno denunciato la truffa. Secondo gli investigatori, poi, gli enti pubblici avrebbero firmato i contratti convinti di ottenere benefici economici per le loro finanze invece, sempre secondo l'accusa, operazioni che dovevano essere di copertura rischio sono risultate vere e proprie speculazioni estranee alle finalità dell'ente.
Indagati per truffa aggravata, oltre alla stessa Bnl come soggetto giuridico, anche due dirigenti dell'istituto di credito, il responsabile della Direzione generale di Roma del settore Pubblica amministrazione, Giuseppe Pignataro, 53 anni, e il dirigente della Divisione Corporate, Roberto Antolini, 48 anni, e sei funzionari della filiale: Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di Malvagna (Messina); Fabio Cacia, 41 anni, di Catania; Angelo Squadrito, 53 anni, di Messina; Fabio Gallo, 43 anni, di Pescara; Carmelo Spina, 61 anni, di Sant'Alfio (Catania) ed Edoardo Catalano, 51 anni, di Napoli. Il danno per il Comune di Messina, sarebbe stato di ben 23 milioni di euro ed è derivato dal pagamento di alte commissioni e tassi elevati.
Bnl: accuse infondate. «Bnl ritiene il provvedimento infondato e basato su una serie di fraintendimenti normativi e concettuali che saranno chiariti nelle sedi giudiziarie competenti - sostiene Bnl in un comunicato - La Banca, nel confermare la correttezza dell'operato dei propri dipendenti impugnerà il provvedimento con richiesta di riesame al Tribunale di Messina. Bnl, che fin dall'avvio delle indagini ha collaborato con la massima trasparenza con gli inquirenti e fornito copiosa documentazione e consulenze tecniche, atte a dimostrare l'assoluta correttezza della propria operatività, confida nell'esito positivo dell'intera vicenda processuale».

Immigrzione, reato abrogato raffica di assoluzioni a Chiavari
Chiavari - Nove assoluzioni in una sola mattinata, e tutte per lo stesso reato, non s’erano mai viste a Chiavari. È accaduto ieri mattina, nell’aula al primo piano del palazzo di giustizia in piazza Nostra Signora dell’Orto. Un primato, quello registrato nel tribunale chiavarese, frutto di una sentenza della corte di Cassazione che cancella l’illecito di «omessa esibizione dei documenti di identità».

A firmare le sentenze di assoluzione è stato il giudice Roberto Pasca, ma a innescare la raffica di proscioglimenti è stata la documentazione presentata dall’avvocato Massimo Frugone. Il legale chiavarese era in udienza per assistere un suo cliente, straniero e irregolare, presente da tempo sul territorio italiano senza alcun permesso di soggiorno né un impiego contrattualizzato.

L’avvocato Frugone ha presentato copia di una sentenza depositata dalle sezioni unite della Cassazione lo scorso 27 aprile. Con quella decisione, i giudici della Suprema corte hanno dichiarato abolito il reato previsto dall’articolo 6 della “Bossi-Fini” poiché, scrivono a Palazzo dei Marescialli, lo straniero che è entrato illegalmente in Italia o qui è rimasto nonostante la scadenza del titolo di soggiorno, non può, per ciò stesso, essere titolare di permesso di soggiorno da esibire». Il giudice Pasca ha quindi assolto l’imputato e alla fine, senza nemmeno dar luogo alla cosiddetta fase della discussione, ha pronunciato una vera e propria raffica di assoluzioni, primo caso nel Tigullio.

Bozen. Il 50% delle famiglie fatica a risparmiare
La Camera di commercio: in calo la fiducia dei consumatori altoatesini. Cala ancora la fiducia dei consumatori altoatesini dopo la prima frenata registrata nella rilevazione di gennaio.
di Mirco Marchiodi
BOLZANO. Cala ancora la fiducia dei consumatori altoatesini dopo la prima frenata registrata nella rilevazione di gennaio. Le famiglie fanno sempre più fatica a risparmiare e temono per i posti di lavoro. Preoccupati anche i commercianti: «Il calo dei consumi si sente sempre di più». Il presidente della Camera di commercio Michl Ebner smorza gli entusiasmi sulla ripartenza economica: «Solo quando la fiducia sarà consolidata sia tra le imprese che tra i consumatori, potremo finalmente parlare di una ripresa solida dell'economia altoatesina», avverte commentando il calo del clima di fiducia dei consumatori.

L'INDICE. L'indice del clima di fiducia dei consumatori dipende da quattro fattori: l'andamento economico del proprio territorio, le possibilità di risparmio nei prossimi 12 mesi, le aspettative relative alle opportunità di lavoro e la situazione economica della propria famiglia nel prossimo anno. «Dopo la crisi finanziaria internazionale - spiega Ebner - si era registrata una ripresa durata fino alla fine del 2010». L'indice era tornato in territorio positivo, ma a gennaio è di nuovo sceso. Ora il nuovo calo rilevato in aprile. «In ogni caso - chiude Ebner - il livello di fiducia degli altoatesini si colloca sopra la media nazionale e dell'Unione Europea, anche se è inferiore a quello registrato in Germania». Sono ancora lontani i livelli di record negativo fatti segnare a inizio 2009, ma il miglioramento messo a segno nell'ultimo semestre del 2010 è stato già tutto bruciato in questi primi mesi dell'anno.

I PROBLEMI. Stefano Perini, economista dell'istituto di ricerca economica della Camera di commercio, rileva come «sono scesi leggermente tutti i quattro indici rilevanti, in particolare le previsioni dei consumatori sull'andamento economico dell'Alto Adige e le aspettative sulle proprie capacità di risparmio». Prevale infatti il numero di famiglie che pensa che nei prossimi 12 mesi potrà risparmiare meno rispetto ai 12 mesi appena trascorsi. C'è un altro elemento da considerare: «È interessante osservare - spiega Perini - che mentre la
fiducia delle imprese altoatesine sale, quella dei consumatori risulta in calo».

I COMMERCIANTI. Il calo del clima di fiducia dei consumatori si è inevitabilmente trasformato in un calo dei consumi. «È così, i bolzanini hanno meno voglia di comprare», conferma il presidente della Confesercenti Domenico Sacco. La statistica trova d'accordo anche il fiduciario bolzanino dell'Unione commercio Luciano Defant: «Le famiglie fanno sempre più fatica a mettere da parte dei soldi e il potere d'acquisto diminuisce di continuo. Difficile trovare una ricetta, anche se il vero problema in questo momento è la tassazione enorme sugli stipendi. Le imprese altoatesine devono fronteggiare costi del lavoro altissimi, eppure ai loro dipendenti poi resta meno rispetto a quello che guadagnano i lavoratori di altri Paesi, perché la parte che resta allo Stato è molto più elevata. Ridurre il cuneo fiscale sarebbe una misura importante che darebbe anche una spinta ai consumi. I negozi, invece, purtroppo possono fare poco: se ai clienti mancano i soldi, è difficile invogliargli a comprare di più». Sacco la vede in maniera simile: «Certo, i negozi possono evitare di aumentare i prezzi e migliorare ancora di più il servizio offerto ai clienti. Ma la situazione non è facile, anche se c'è da dire che rispetto ad altre realtà Bolzano ha comunque un punto di partenza a migliore».

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