giovedì 19 maggio 2011

Federali Mattino-20 maggio 2011. Via dall'Italia che è sull'orlo della bancarotta: con questo slogan il partito di Eva Klotz, la Suedtiroler Freiheit, torna a chiedere l'autodeterminazione per l'Alto Adige.----In Italia scatta l'allarme povertà: vive sotto la 'soglia' 1 contribuente su 8.----Tremonti. E il sistema fiscale si é terribilmente complicato, ha mezzo secolo ed è stato pensato prima della diffusione sul territorio delle partite Iva; é cambiata la struttura sociale del Paese. Anche la struttura politica é cambiata da centrale a federale e il potere fiscale non é più concentrato.

Forza Giapponesi:
Giappone, Paese ripiomba nella recessione dopo tragedia Tsunami
Il Giappone è in recessione per effetto della tripla catastrofe

Via dalla poverta’ italiana:
Bozen. Eva Klotz, via dall'Italia sull'orlo della bancarotta
In Italia scatta l'allarme povertà: vive sotto la 'soglia' 1 contribuente su 8
Tremonti: pronti per la Riforma fiscale, cambiato sistema economico


Giappone, Paese ripiomba nella recessione dopo tragedia Tsunami
Nel primo trimestre pil -0,9%
ROMA - L'economia giapponese ripiomba nella recessione trascinata dalle conseguenze del terremoto e dello Tsunami che hanno colpito il Paese lo scorso 11 marzo. Nel primo trimestre il prodotto interno lordo della terza potenza economica mondiale è sceso dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, con una flessione su base annua del 3,7%. Nel trimestre precedente il calo era stato dello 0,8% e, in caso di due trimestri in negativo si parla appunto di recessione tecnica. Unica nota positiva, il dato dell'anno fiscale al 31 marzo che si è chiuso con un incremento del 2,3%.L'arretramento del primo trimestre è peggiore del previsto, anche se il disastroso sisma si è verificato solo verso la fine del periodo. "La caduta dell'attività è stata tale che ha cancellato l'andamento delle settimane precedenti. Quest'inversione è soprattutto dovuta alle ripercussioni del terremoto" ha commentato il ministro delegato alla politica economica, Kaoru Yosano. Secondo il ministro, l'economia giapponese dovrebbe restare debole ancora per qualche tempo scontando le conseguenze dell'11 marzo ma l'intero anno di chiuderebbe in crescita dell'1% grazie alle misure prese per rinvigorire l'economia. I primi segnali di ripresa dovrebbero iniziare a intravedersi tra luglio e settembre.A essere penalizzate sono state in particolare le esportazioni, vero motore dell'economia nipponica. Infatti, la distruzione di molte industrie e infrastrutture hanno indebolito la capacità produttiva mentre i timori legati alla radioattività sprigionatasi dalla centrale di Fukushima hanno frenato l'export.Secondo le stime governative i costi della catastrofe ammonterebbero a circa 25.000 miliardi di yen (circa 297 miliardi di dollari).
TM News
Giovedì 19 maggio 2011

Il Giappone è in recessione per effetto della tripla catastrofe
di Stefano Carrer
Giappone fa rima con recessione: è l'effetto non collaterale ma diretto della tripla catastrofe (terremoto, tsunami e crisi nucleare) del marzo scorso. Il prodotto interno lordo nel primo trimestre 2011 del Sol levante si è contratto oltre le previsioni degli analisti: meno 0,9% sul trimestre precedente, meno 3,7% a un tasso annualizzato e meno 5,2% in termini nominali.

Il crollo della produzione (-15,5% quella industriale a marzo) e dei consumi scattata negli ultimi 20 giorni del trimestre (ossia dopo il terremoto dell'11 marzo) ha annullato la netta ripresa di gennaio e febbraio, seguita a un ultimo trimestre 2010 che già aveva visto il segno negativo (oggi rivisto a un meno 0,8% sul terzo trimestre 2010 e un meno 3% su base annualizzata). Morale: il Sol Levante sperimenta un "double dip" nella recessione e rischia la regola del "4": quattro trimestri negativi (dopo la crisi innescata dal crack Lehman Brothers), quattro di recupero e ora, forse, altri quattro a passo del gambero. Il trimestre in corso, infatti, sarà sicuramente negativo per il protrarsi dell'effetto-terremoto sia sul versante manifatturiero (la "supply chain" non si è ancora ripristinata del tutto, specialmente nei settori dell'auto e dell'elettronica) sia su quello dei consumi (gli individui tendono a spendere meno, rinunciando soprattutto ai beni più voluttuari e costosi): il dubbio è se l'atteso recupero - che sarà stimolato dalle manovre pubbliche per la ricostruzione - dispiegherà i suoi effetti già in estate oppure a partire dall'ultimo periodo dell'anno.
È la terza recessione nel giro di un decennio. Dopo quella del 2001, il paese sembra essere andato incontro ad alcuni estremi: il periodo di espansione più lungo del dopoguerra, seguito dalla peggiore recessione post-bellica, poi da una ripresa e, oggi, dal "momento più grave dal dopoguerra" provocato dalla crisi nucleare, come affiorato anche nelle parole del premier Naoto Kan.

Il ministro delle politiche economiche, Kaoru Yosano, ha invitato all'ottimismo: si tratterebbe di una fase temporanea di flessione per una economia in grado di riprendersi presto. Del resto, la Borsa (-0,43% il Nikkei) e il mercato obbligazionario non hanno reagito in modo significativo a dati pur peggiori delle attese. E la perdurante forza dello yen - se pure rappresenta un certo peso per alcuni settori dell'economia - favorisce la proiezione all'estero della Corporate Japan: proprio oggi, ad esempio, il gruppo farmaceutico Takeda ha annunciato l'accordo da 9,6 miliardi di euro per rilevare l'europea Nycomed, mentre il colosso tecnologico Toshiba comprerà la svizzera Landis+Gyr per 2,3 miliardi di dollari.
 19 maggio 2011

Bozen. Eva Klotz, via dall'Italia sull'orlo della bancarotta
"Via dall'Italia che è sull'orlo della bancarotta": con questo slogan il partito di Eva Klotz, la Suedtiroler Freiheit, torna a chiedere l'autodeterminazione per l'Alto Adige
BOLZANO. "Via dall'Italia che è sull'orlo della bancarotta": con questo slogan il partito di Eva Klotz, la Suedtiroler Freiheit, torna a chiedere l'autodeterminazione per l'Alto Adige. Lo fa con un opuscolo che confronta l'Italia e l'Austria da vari punti di vista. Il debito dell'Italia - si legge - ammonta al 120% del Pil, in Austria solo al 72%. L'economia in Austria, tra il 2005 e 2010, è cresciuta del 1,5%, in Italia è calata dello 0,4%. Il partito confronta anche gli oneri fiscali complessivi: 59,1% in Austria e 70,5% in Austria. A sud del Brennero la benzina costa 1,580 e a nord invece 1,387. Nel ranking democratico - scrive infine la Suedtiroler Freiheit - l'Austria si trova all'undicesimo e l'Italia al 26 posto. In queste settimana il partito della pasionaria del Sudtirolo sta raccogliendo firme in valle Aurina per una petizione locale per l'autodeterminazione, che - afferma - "non è utopia, ma solo una questione di volontà politica, come dimostrano gli ultimi avvenimenti in Scozia".
19 maggio 2011

In Italia scatta l'allarme povertà: vive sotto la 'soglia' 1 contribuente su 8
Roma, 19 maggio 2011 - Rimini, Massa, Brescia, Verbania, Carrara e alcune piccole citta’ della Sardegna quali Villacidro, Sanluri e Tortoli’ sono i comuni che, assieme al capoluogo delle nuove province di Barletta e Fermo, presentano il maggior numero di soggetti con reddito inferiore alla soglia di poverta’.

 In totale, circa un contribuente su 8 in Italia si colloca sotto la soglia. Il dato emerge da una ricerca effettuata dal Centro Studi Sintesi di Venezia sul “rischio poverta’” a livello territoriale. In particolare, l’indice del rischio di poverta’ locale esprime la percentuale di contribuenti che dichiarano un reddito inferiore ad una determinata soglia critica: tale soglia e’ variabile da comune a comune, in quanto dipende sostanzialmente dai differenti livelli di spesa per consumi delle famiglie, dalla dimensione media familiare e dal numero medio di percettori di reddito per ciascun nucleo familiare.

Considerando i 117 comuni capoluogo di provincia, si nota che nel 2008 circa il 12,2% dei contribuenti (1,2 milioni di individui) dichiara un reddito inferiore alla soglia media di poverta’ locale pari a 9.893 euro annui, a fronte del quale il reddito medio e’ di 26.434 euro. L’analisi per singoli comuni evidenzia che Barletta, citta’ di oltre 90.000 abitanti, capoluogo di una delle province istituite di recente, e’ il comune piu’ esposto al rischio “poverta’”, in quanto il 30,4% dei contribuenti presenta un livello di reddito inferiore alla soglia di poverta’ locale.

Al secondo posto si colloca Villacidro, piccola realta’ della provincia di Medio Campidano in Sardegna, con una quota di contribuenti con reddito sotto la soglia di poverta’ locale del 26,1%. Rimini si conferma ai primi posti, con una quota di contribuenti con reddito al di sotto della soglia di poverta’ locale del 25,1%: il capoluogo romagnolo, infatti, in virtu’ della sua peculiarita’ a forte vocazione turistica fa registrare una spesa per consumi sostenuta che di fatto fa innalzare la soglia di poverta’ ben oltre il riferimento medio generale. Allo stesso tempo la presenza di numerosi soggetti impiegati in lavori stagionali, quindi con redditi normalmente piu’ bassi, determina un livello di reddito di circa 4.600 euro inferiore alla media nazionale, con una forte presenza di contribuenti con reddito inferiore ai 10.000 euro (il 17,2% dei contribuenti, a fronte di una media del 12,2%).

Dopo Rimini nella parte alta della graduatoria troviamo soprattutto citta’ del nord e del centro Italia, ad eccezione delle due piccole citta’ sarde di Sanluri e Tortoli’ (rispettivamente col 19,7% e 18,7% di soggetti a “rischio poverta’”) e quella di Crotone (19,2%). In particolare Massa e’ quarta con il 20,8% dei contribuenti “a rischio”, Brescia e’ quinta (20,0%), Verbania e’ settima (19,4%), Fermo e’ ottava (19,3%) e Carrara e’ nona (19,2%). Quote minori di contribuenti al di sotto della soglia di poverta’ locale si registrano soprattutto nella citta’ del Mezzogiorno infatti, la graduatoria dell’indice si chiude con le realta’ di Avellino (7,0%), Potenza (7,4%), Matera (8,0%) e Caserta (8,6%).

Restringendo l’osservazione alle grandi citta’, Torino (17,5%; 16ma posizione) risulta in una situazione piu’ rischiosa di Napoli (16,3%; 34ma posizione); inoltre, Roma (12,9%; 80ma posizione) sembra stia molto meglio di Milano (17,5%; 17ma posizione), mentre Genova (14,4%; 54mo posto) appare piu’ “tranquilla” rispetto a Venezia (16,8%; 25mo posto).

“Dallo studio - afferma Catia Ventura direttrice del Centro Studi Sintesi - si evince che tendenzialmente le citta’ del Mezzogiorno presentano basse percentuali di contribuenti a rischio rispetto ai comuni del Settentrione: tra le 20 citta’ con gli indici di poverta’ locale piu’ elevati ben 15 appartengono alle regioni del Centro-Nord. Tale fenomeno e’ imputabile al maggiore costo della vita riscontrabile nei comuni settentrionali, che erode il reddito delle persone fisiche in proporzione maggiore di quanto non avvenga al Sud.
 Piu’ semplicemente, disporre di un reddito in linea con la media nazionale di per se’ non mette i cittadini al riparo dal rischio ‘poverta’’, poiche’ molto dipende dal costo della vita della citta’ in cui si vive e si lavora”.

Tremonti: pronti per la Riforma fiscale, cambiato sistema economico
Eccesso di ganasce fiscali, serve un limite
Roma, 19 mag (Il Velino) - "Un limite all'applicazione delle ganasce fiscali" perché “c'è un eccesso”; “meno interessi passivi addebitati”; e un “un sistema più vicino alla condizione reale di tanti cittadini”. “Correzioni che non dipendono dall'amministrazione ma dal legislatore”. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - intervenendo in Campidoglio al convegno per il decennale delle quattro agenzie fiscali (Entrate, Territorio, Dogane e Demanio) - ha gettato dunque le base dell’attesa riforma fiscale. Una riforma per la quale “siamo pronti”. “Il sistema economico é radicalmente cambiato – ha ricordato Tremonti -. E il sistema fiscale si é terribilmente complicato, ha mezzo secolo ed è stato pensato prima della diffusione sul territorio delle partite Iva; é cambiata la struttura sociale del Paese. Anche la struttura politica é cambiata da centrale a federale e il potere fiscale non é più concentrato”.
(red) 19 mag 2011 14:28

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