giovedì 5 maggio 2011

Federali Sera-5 maggio 2011. San Marino: tassa etnica sui frontalieri.---- Bologna: Basta con i kebab in ogni angolo. Stretta sui negozi etnici, Bernardini (Lega nord) firma la proposta di legge regionale.----La Basilicata produrrà il 10% del fabbisogno petrolifero nazionale.

Oltrepadani:
Da settembre in Grecia energia a un centesimo a Kwh
San Marino. Banca Centrale e ABS: “Profondo disappunto e rammarico per la decisione assunta da Iccrea”
San Marino. Tassa “etnica”, il Pd chiede atto al Governo italiano: «si convochi l’ambasciatore»

Battaglie padane:
Belluno, la Lega: «L'azienda Tib va tutelata»
Bologna. La battaglia della Lega: "Basta con i kebab in ogni angolo"

Battaglie perse:
La Basilicata produrrà il 10% del fabbisogno petrolifero nazionale


Da settembre in Grecia energia a un centesimo a Kwh
Di questo è convinto Andrea Rossi, l'inventore dei reattori a fusione fredda, in onda oggi e domani sera su Radio 24
04 Maggio 2011
 "Da settembre in Grecia energia a 1 centesimo a Kwh . A Novembre il primo apparecchio ". Lo annuncia Andrea Rossi, l'inventore dei reattori a fusione fredda, durante Mr Kilowatt a Radio 24. Sarebbero 147 gli E-Catalizer, i reattori a fusione fredda inventati da Andrea Rossi e Sergio Focardi, già realizzati e funzionanti.
147 unità su un totale di 330 che verranno assemblate in Grecia, a partire da settembre, dove è in costruzione un grande reattore da 1 Mw, che diventerà operativo a ottobre e che nelle intenzioni dell'inventore dovrebbe rappresentare la prova del nove che la tecnologia funziona. I reattori verranno realizzati tra gli Stati Uniti e Bologna e, secondo le stime, produrrebbero energia a un costo stimato, almeno per i primi anni, in 1 centesimo a Kwh, circa un quinto dei costi attuali, mentre il primo apparecchio dovrebbe essere disponibile sul mercato a partire da Novembre.
Dopo le prime applicazioni dedicate al riscaldamento e al raffrescamento, dovrebbero arrivare i primi sistemi per navi e treni, mentre sembra molto lontana l'applicazione di questo sistema alle automobili.
Andrea Rossi farà il punto della situazione nel corso della trasmissione Mr Kilowatt di Maurizio Melis, in onda su Radio 24 alle ore 21.00, che proseguirà domani sera (5 maggio, sempre alle 21.00 ) con la seconda parte dell'intervista. L'ultima, secondo le intenzioni dell'inventore, finché non verrà attivato l'impianto greco. Per l'ascolto http://www.radio24.ilsole24ore.com/

San Marino. Banca Centrale e ABS: “Profondo disappunto e rammarico per la decisione assunta da Iccrea”
4/05/11 18:04
[BCSM] Con nota pervenuta nella giornata di ieri, Iccrea Banca ha comunicato alle sei banche sammarinesi tramitate la decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione di esercitare il recesso dal contratto di tramitazione. In proposito, si rammenta come l’accordo stipulato il 1 giugno 2009 con le banche tramitanti italiane sia stato oggetto di un lungo e complesso confronto tra le delegazioni sammarinesi e italiane in sede ABI nonche’ di approfondito vaglio da parte delle Autorita’ di vigilanza di entrambi i Paesi. Grazie a tale accordo e’ stata finora assicurata continuita’ nella prestazione dei servizi di pagamento da parte delle banche sammarinesi alla propria clientela.
 In conformita’ agli impegni assunti, gli intermediari sammarinesi hanno assicurato nel tempo una piena collaborazione alle controparti italiane e hanno sostenuto ingenti investimenti volti a garantire la piena trasparenza alle operazioni di pagamento cross border.
 Cio’ ha consentito alle banche tramitanti di adempiere agli obblighi previsti dalla normativa italiana in materia di antiriciclaggio, avvalendosi delle informazioni presenti nell’Archivio Anagrafico istituito presso la Banca Centrale, che opera in qualita’ di garante del buon funzionamento delle procedure instaurate.
 La Banca Centrale e l’Associazione Bancaria Sammarinese esprimono profondo disappunto e rammarico per la decisione assunta da Iccrea Banca – del tutto inaspettata, tenuto conto del rapporto di reciproca fiducia e collaborazione fin qui instaurato – che arreca un grave danno di immagine per la Repubblica di San Marino e il suo sistema bancario.
 Peraltro, il recesso non appare riconducibile a carenze di collaborazione e trasparenza da parte sammarinese, come confermato dalle verifiche ex post condotte dalle stesse tramitanti.
 Sono in corso i necessari approfondimenti volti a chiarire le motivazioni sottostanti la deliberazione adottata da Iccrea Banca e al tempo stesso si stanno approntando le opportune contromisure e soluzioni alternative per garantire la continuità operativa dei servizi di pagamento.

San Marino. Tassa “etnica”, il Pd chiede atto al Governo italiano: «si convochi l’ambasciatore»
5/05/11 07:26
[c.s.] Tassa “etnica” sui frontalieri, i parlamentari Pd Elisa Marchioni, Franco Narducci e Massimo Vannucci incalzano il governo italiano e depositano alla Camera dei Deputati una risoluzione perché il ministero degli Esteri avvii dei passi formali a tutela dei lavoratori italiani a San Marino. «Abbiamo atteso, purtroppo inutilmente, nei giorni scorsi, una presa di posizione formale del Governo italiano dopo la sentenza del Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme (l’equivalente dell’italiana Corte Costituzionale) che ha confermato la legittimità dell’art 56 della Finanziaria sammarinese – spiega la deputata riminese Elisa Marchioni – insieme ai colleghi Narducci e Vannucci abbiamo depositiamo una risoluzione in commissione Affari esteri per chiedere che il ministro degli Esteri Franco Frattini si faccia carico della situazione dei nostri cittadini, di lavoratori che ogni mattina varcano il confine con la repubblica del Titano per lavorare. Nella risoluzione chiediamo di intervenire a difesa dei lavoratori italiani, con una nota ufficiale o convocando l’ambasciatore sammarinese».

La parlamentare riminese, autrice dell’interpellanza parlamentare che per prima ha “svelato” i motivi della crisi tra i due stati, nei giorni scorsi aveva sollecitato il governo sammarinese, durante un incontro pubblico a Dogana di San Marino, organizzato dalla Centrale Sindacale Unitaria a rivedere le proprie posizioni e a ritirare l’art. 56. «Colpire i lavoratori italiani – aveva spiegato la deputata Pd – significa in qualche modo colpire un territorio che si è sempre sentito a fianco di San Marino, significa colpire chi condivide opportunità come l’aeroporto, o benessere come il sistema turistico, chi condivide risorse e servizi pubblici e sopratutto chi ha chiesto, con forza, che l’Italia torni a dialogare nella reciproca chiarezza con il Titano». Poi è arrivata la sentenza del Collegio. “La tensione molto alta fra Italia e San Marino è un dato di fatto – dice Elisa Marchioni – ma non possiamo restare solo a guardare, mentre gli effetti di questa tensione si scaricano solo sui più deboli, i lavoratori, che vedono a rischio il proprio posto (900 licenziamenti nell’ultimo anno, hanno coinvolto anche 400 frontalieri), e la serenità del proprio lavoro. Ora questa discriminazione introdotta con la tassa etnica: fra lavoratore e lavoratore, fra colleghi che svolgono la stessa mansione, lo stesso compito, che lavorano insieme. Il ministro Frattini non può rimanere ancora silenzioso, e noi non aspettiamo più».

Belluno, la Lega: «L'azienda Tib va tutelata»
L'invito al sindaco Prade: «Prorogare la gestione del teatro per poter studiare un bando ad hoc»
di Francesco Saltini
BELLUNO. Ribadire il ruolo centrale di Belluno (come capoluogo e maggior finanziatore) all'interno della Fondazione Teatri delle Dolomiti; riconoscere l'importanza del Tib, unica impresa bellunese produttrice di spettacoli; mantenere il pluralismo; valorizzare le realtà provinciali.
 La Lega Nord si muove. Una delegazione comunale (composta dal capogruppo consiliare Andrea Stella, dal vice sindaco Leonardo Colle - in rappresentanza anche di Paolo Costa e del segretario cittadino Jacoppo Savasta - e da Oreste Cugnach, ora nel gruppo misto, ma già tesserato per il carroccio) ha incontrato lunedì il sindaco Antonio Prade e ieri il presidente Michele Romanelli.
 Sul tavolo, oltre al pensiero dei padani bellunesi circa la gestione del teatro di Belluno e della Fondazione, anche una proposta: concedere una proroga di un anno e mezzo alla gestione del Tib, in modo da rimettere al prossimo mandato amministrativo, se necessario, la stesura di un bando. «Il tutto tenuto conto del fatto che l'elevato clima di tensione sull'argomento e i tempi stretti di manovra, possono portare alla redazione di un bando non adeguato alle esigenze del capoluogo e della Fondazione stessa».
Il ruolo di Belluno. Per i leghisti il ruolo di Belluno all'interno della Fondazione deve essere dominante per tre motivi: l'essere capoluogo, il maggior apporto economico e la presenza in citta del più grande contenitore culturale: il Teatro Comunale. «Escludendo la Fondazione Cariverona», sottolineano Colle, Cugnach e Stella, «gli altri soci - Comune di Feltre, Provincia e Regione - devolvono meno risorse rispetto al comune capoluogo. Non capiamo, quindi, perché il voto di Belluno debba valere come quello degli altri soggetti. Per noi è giusto che dal capoluogo partano le linee di indirizzo per le attività della Fondazione. E il sindaco dovrà battersi per
far sì che questo accada».
Il ruolo della Fondazione. Dalla delegazione comunale arriva anche una riflessione sull'opportunità di mantenere in vita la Fondazione, considerate la carenza di fondi e la diversità delle esigenze degli enti partecipanti, "potenzialmente inconciliabili": «Se vogliamo mantenerla in vita, oltre a finanziamenti ben superiori a quelli erogati ultimamente dai quattro soci pubblici, la Fondazione dovrà trasformarsi da collettore di finanziamenti pubblici a soggetto di indirizzo dell'attività culturale. Dovrà essere un soggetto che decide, non una scatola vuota dove arrivano i fondi, che poi vengono concessi senza cognizione».
Il ruolo del Tib. Mantenimento del pluralismo; riconoscimento del Tib e tutela delle sue maestranze; valorizzazione delle realtà culturali provinciali. Questi i tre punti cardine del ragionamento del carroccio bellunese: «Ultimamente», sottolineano i tre, «qualcuno si è messo a fare la guerra al Tib, cercando di disperdere nella nebbia delle polemiche un dato di fatto inconfutabile: il Tib è l'unico soggetto strutturato in provincia che produce cultura, un'azienda che ci viene invidiata da fuori provincia. E' vero, nessuno è mai profeta in patria, ma se non ci fosse questa assurda guerra, il Tib potrebbe essere il nostro Teatro Stabile. Anche gli altri soggetti lavorano bene e sono importanti, ma sono una cosa completamente diversa: non sono produttori come il Tib, bensì intermediari; comprano spettacoli, per poi rivenderli. Il compito della politica è trovare la soluzione ad hoc per far sì che queste realtà possano convivere. E ultimamente le cose funzionavano a dovere».
 I tre padani non partono dal presupposto che il Tib abbia ragione e gli altri siano nel torto: «In passato hanno sbagliato tutti, a partire dal Tib, che andava avanti come se le altre associazioni non esistessero. Ora si è giunti a una sorta di equilibrio, cancellarlo con un colpo di spugna sarebbe un delitto. Noi politici dobbiamo capire cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare: solo allora potremo decidere a chi affidare la gestione della cultura. E' sbagliato dare vita a un bando, per accontentare chi vuole cancellare un altro soggetto. La politica non deve dare spazio a queste faide».
Serve una proroga. «Basta con la "guerra di religione" che è in atto. Serve una pausa di riflessione e per fare ciò dovremo prorogare per un anno e mezzo la convenzione in essere col Tib, riducendo le condizioni economiche e salvaguardando il pluralismo. In questo tempo dovremo arrivare alla soluzione di questa diatriba, trovando un equilibrio che possa accontentare tutti gli attori della cultura bellunese. In alternativa, potremo ragionare su un bando adeguato alle esigenze del capoluogo e della Fondazione stessa».

Bologna. La battaglia della Lega: "Basta con i kebab in ogni angolo"
Stretta sui negozi etnici, Bernardini (Lega nord) firma la proposta di legge regionale
BOLOGNA, 5 MAGGIO 2011 - VALORIZZARE le nostre botteghe tradizionali. Ed «evitare, in alcune parti della città, la proliferazione di esercizi e locali gestiti da stranieri». Insomma, niente più piccole Chinatown, «come alla Bolognina»; niente più zone in cui, nelle vetrine, sfrigolano soltanto kebab, come in zona universitaria; o in cui le uniche luci sono quelle dei frutta-e-verdura pakistani aperti non stop.
 Manes Bernardini, candidato sindaco della Lega nord (appoggiato dal Pdl), è il primo firmatario di un progetto di legge regionale del Carroccio, pensato per «evitare che intere zone delle città siano caratterizzate da eccessive concentrazioni di negozi gestiti da extracomunitari». Un fenomeno che «induce alla ghettizzazione di intere zone urbane», spiega il leghista, causando «preoccupazione negli italiani». Ed essendo inoltre motivo «di oggettiva difficile integrazione di stranieri e attività straniere nel nostro tessuto sociale e urbano».
 Non si tratta, va da sé, di chiudere negozi già esistenti. Ma i sindaci, afferma Bernardini, dovrebbero essere dotati di «strumenti efficaci per evitare eccessive concentrazioni di esercizi gestiti da stranieri».
 
IL COMUNE, insomma, dovrebbe potere porre — sentite le associazioni di categoria — dei precisi paletti in merito all’apertura di nuovi esercizi etnici in zone già sature. Tra i requisiti richiesti per le nuove gestioni c’è anche, per esempio, «l’obbligo, per i commercianti stranieri, di conoscere la lingua italiana e di affiggere indicazioni e cartelli pubblicitari e informativi comprensibili», che diano la priorità alla nostra lingua.
 Il giro di vite sui negozi etnici lascia perplesso l’urbanista Pierluigi Cervellati, già assessore Pci nella giunta di Guido Fanti, di recente vicino a Bernardini — dando scandalo a sinistra — nella lotta contro il Civis. «Limitando la regolamentazione più restrittiva ai negozi etnici, si rischia di scivolare nel razzismo», frena Cervellati. Che, da parte sua, estenderebbe i provvedimenti «a tutti i generi di esercizi commerciali».
 Dal punto di vista urbanistico, spiega l’architetto, «la liberalizzazione (la cosiddetta Legge Bersani, ndr) è controproducente nei centri delle città storiche». L’iniziativa di Bernardini «sarebbe quindi giusta se venisse appunto estesa a tutte le attività commerciali. Dalle boutique di lusso ai bar, dalle jeanserie alle banche».

La Basilicata produrrà il 10% del fabbisogno petrolifero nazionale
L'incremento è atteso nel 2015, quando entrerà in funzione il giacimento di Tempa Rossa
Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, il sottosegretario all'Istruzione, Guido Viceconte, e quello allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, hanno sottoscritto il Memorandum d'intesa Stato-Regione per promuovere lo sviluppo della Basilicata, legato al previsto aumento della produzione d'idrocarburi. “Il documento - si legge in una nota ufficiale - pone le basi a una collaborazione strategica tra Governo e Regione, tesa a rafforzare la competitività del sistema produttivo e formativo della Basilicata, come riconoscimento dell'incisivo contributo della regione all'approvvigionamento energetico nazionale".

Il giacimento petrolifero della Val d'Agri copre oggi il 6% del fabbisogno nazionale; si dovrebbe salire al 10% nel 2015 quando entrerà in produzione il giacimento di Tempa Rossa. L'intesa, "in coerenza con il Piano Nazionale per il Sud e con gli altri strumenti della programmazione comunitaria, nazionale e regionale, punta a definire e attuare gli interventi ritenuti strategici per lo sviluppo industriale locale, la ricerca, le infrastrutture e la formazione, con l'obiettivo di assicurare un'effettiva ricaduta occupazionale sul territorio e il rendimento sostenibile agli investimenti delle compagnie petrolifere, garantendo nel contempo la massima prevenzione e tutela dell'ambiente del territorio e della salute pubblica".

"Con spirito di servizio - ha dichiarato il presidente della Regione De Filippo - la Basilicata è pronta a fare la sua parte in favore del Paese su un tema delicato quale è quello dell'energia. Di contro, ci aspettiamo altrettanta disponibilità a riconoscere il nostro ruolo, favorendo occasioni di sviluppo quale forma di compensazione per quanto la Basilicata darà in un settore così importante per l'economia nazionale". "I recenti fatti internazionali - ha aggiunto Saglia - dimostrano che è tempo di una rivalutazione delle produzioni nazionali di olio e gas e di porsi in un'ottica di sistema. Con questa prospettiva si sviluppa l'iniziativa di collaborazione tra il Governo e la Regione Basilicata, strategica per l'approvvigionamento energetico del nostro Paese".

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