martedì 17 maggio 2011

Sardegna, referendum sul nucleare. Cappellacci: «E’ la vittoria di tutti i sardi»

17.05.2011
Il governatore rilancia la sfida energetica: «Il nostro futuro è nelle fonti alternative»
Stop all’eolico, offende troppo il territorio Meglio puntare sul fotovoltaico UMBERTO AIME - LA NUOVA SARDEGNA


CAGLIARI. È entusiasta fino alla commozione. Sulla scena del trionfo, il governatore si butta a capofitto, ci mancherebbe altro, ma lo fa con classe: «Questa è la vittoria della Sardegna», dice con voce ferma. Nel giorno di una Sardegna anti-nucleare come non mai, fino all’ultimo seggio, Ugo Cappellacci non mette le mani in un piatto che si è fatto ricco, ma ha l’intelligenza di spartire a piene mani, a reti unificate, la felicità provata da solo, nel suo studio, appena cinque minuti dopo l’apoteosi. «Sono fiero e orgoglioso della nostra terra - è l’esordio ad effetto quando scende di un piano, a Villa Devoto - Abbiamo dato all’Italia una grande prova di maturità e democrazia, che adesso nessuno si può permettere di brutalizzare con interpretazioni politiche». È la vittoria di tutti e per tutti, aggiunge col piglio del condottiero, che troverà anche l’occasione per miscelare nel discorso un ingrediente immancabile, il trionfalismo popolare. «Abbiamo vinto - ribadisce - una sfida importante e l’abbiamo vinta compatti, dal primo all’ultimo, nel nome di una Sardegna in cui vogliamo essere noi decidere e che vogliamo diversa». Il nemico nucleare è stato sconfitto e adesso «è arrivato il momento di giocarci le altre partite importanti». Sono quelle contro il sottosviluppo economico, oppure le altre destinate al rilancio delle infrastrutture, dei trasporti marittimi e di tutto quello che serve per rifare grande la Sardegna. Ogni capitolo del libro Cosa chiedono i sardi al governo, lui vorrebbe che da oggi fosse sostenuto con la stessa forza del movimento anti-nucleare. Forza che il governatore riassume con una parola: è la compattezza. Ma perché negarlo: lo sventolio monocolore di questi giorni, sarà più complicato da ottenere nel resto della vertenza con lo Stato. Eppure, Cappellacci ci mette subito del suo, per dare credibilità all’auspicio messo in piazza: «Io non mi tirerò indietro. Insieme ai sardi, anch’io ho detto un no secco a questa energia che abbiamo rifiutato. E sono pronto a ridirlo subito a livello nazionale». Ricorda (senza essere sollecitato) di essere un dirigente nazionale del Pdl, che si sa ha ben altre idee sull’energia, ma aggiunge, con i gomiti piantati sul tavolo e il tono della voce più alto del solito: «Su certi principi non possono esserci deroghe e io non faccio deroghe. Quello che ho detto in Sardegna, sono pronto a ripeterlo, in ogni occasione, anche a Roma. Con la coesione sociale, i sardi hanno confermato che vogliamo essere noi a decidere il nostro futuro. E questa fierezza sarò il primo a portarla immediatamente sui tavoli del confronto col governo». Quella di Cappellacci, a questo punto, pare essere proprio una sfida a tutto campo, senza se e senza ma: «Dobbiamo guardare - dice ancora - oltre la siepe e vorrei che lo facessimo sempre tutti insieme. Ebbene sì, sono convinto che attorno ai grandi temi noi sardi abbiamo il dovere di ritrovare la stessa coesione dimostrata in occasione del referendum». Se per lui queste parole sono anche un appello alle opposizioni, lo si capirà meglio nelle prossime sedute del Consiglio regionale. Per adesso, godiamoci insieme - fa sapere ancora - il grande entusiasmo provato per questo successo andato al di là delle aspettative, perché nessun referendum aveva mai raggiunto i picchi bulgari di questa volta. «Sull’energia - dice il governatore - abbiamo detto senza ombra di dubbio, e io dubbi non ne ho mai avuto, che la Sardegna non vuole il nucleare e pretende invece lo sviluppo attraverso le energie alternative». Che non sono soltanto il criticato e grigio eolico: «A cui dico basta, perché satura e ferisce fin troppo la terra». C’è dell’altro e vale molto di più: dal fotovoltaico al carbone pulito, dalle bio-masse alle maree che producono energia, al metano. «Su queste dobbiamo puntare - sono le parole del governatore - per realizzare quello sviluppo eco-sostenibile che i sardi, col referendum, hanno detto di volere. Così e soltanto con questi interventi decisi possiamo sconfiggere la dipendenza insostenibile dal petrolio». La sfida energetica, questo è l’ultimo grido di battaglia, per Cappellacci. Che sul tavolo ridà forza, nel momento della gloria, soprattutto al progetto «Sardegna CO2.0», vuol dire zero emissioni nell’atmosfera. «È il modello in cui dobbiamo credere, per difendere quello che siamo: un’isola anti-nucleare». Che adesso però vuole molto di più dallo Stato.

 

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