martedì 24 maggio 2011

Wall Street Journal: Italia, non c'è più la "bella vita"



di Elysa Fazzino – Il Sole 24 Ore
La bella vita? Non è più quella dell'Italia, sorvegliata speciale dei mercati finanziari e in ansia per i sacrifici della prossima manovra. La stampa estera ne prende atto: il Belpaese non è più così bello, almeno per chi ci vive e ci lavora. "In realtà, l'Italia è in difficoltà da anni, ma gli investitori se ne accorgono solo ora", nota il Wall Street Journal in un commento sul blog The Source intitolato "La non tanto bella vita dell'Italia".

A suonare il campanello d'allarme è stata l'agenzia di rating Standard & Poor's, avvertendo che l'Italia rischia il declassamento. Questo perché, spiega il Wsj, "la debole crescita economica rende difficile vedere come possa ragionevolmente ridurre il suo enorme debito pubblico".
Secondo quanto scrive Alen Mattich sul Wsj non c'è da sorprendersi che aumentino i timori di default italiano: "Senza crescita - che anche con cambiamenti strutturali non arriverà presto – o inflazione, la sola strada lasciata aperta per l'Italia è di fare default".
La decisione di S&P di modificare da "stabile" a "negativo" l'outlook per l'Italia ha "scioccato" molti, osserva sul Wsj Francesco Guerrera, che racconta di aver ricevuto dall'Italia telefonate esagitate di chi voleva lasciare il Paese e chi voleva ritirare tutti i soldi dalla banca.
Italia e Spagna, colpite dalla paura del contagio, se la prendono con la Grecia: lo mette in evidenza in prima pagina il New York Times, osservando che l'accentuarsi delle divisioni tra partner dell'eurozona "solleva nuovi dubbi sulla loro capacità di risolvere la crisi del debito che continua a sobbollire da oltre un anno".

Paesi in difficoltà come l'Italia e la Spagna – nota il Nyt - temono che un fallimento dei tagli alla spesa da parte della Grecia porti gli investitori a metterle nello stesso calderone. E quindi sono Italia e Spagna – e non tanto la Germania o la Banca centrale europea – a insistere sulla necessità di austerità.
Quando a Lussemburgo il 6 maggio fu convocata l'ormai risaputa riunione "segreta", la Grecia "probabilmente non si aspettava" che a rimproverarla di più fossero Italia e Spagna.
In Italia, osserva il Nyt, la modifica dell'outlook da parte di S&P ha "ravvivato la paura a lungo sopita" che, nonostante "il molto ammirato programma di tagli al deficit", l'invecchiamento della popolazione e la mancanza di competitività impediscano all'Italia di generare la crescita necessaria per intaccare il debito complessivo. "A quota 120 % del Pil, quel debito è tra i più alti d'Europa". A ridimensionare l'allarme sono arrivati i giudizi delle agenzie di rating concorrenti. Lo sottolinea un lancio Ap, ripreso dal Washington Post e da altri siti Usa: "Fitch e Moody's mantengono stabile il rating dell'Italia dopo che S&P ha abbassato l'outlook a negativo".

Ma i mercati dei bond italiani e spagnoli sono rimasti sotto pressione. E il Financial Times ha aperto stamattina il suo sito con il gran titolo "Le paure dell'euro-contagio colpiscono Spagna e Italia". "E' come un gruppo di scalatori legati insieme in cordata", scrive il Ft citando la frase coniata da un economista per spiegare come il contagio si diffonde nelle economie dell'eurozona. Il Ft vede al centro dei problemi dell'eurozona un "vuoto di leadership". "Bentornato rischio politico. Silvio Berlusconi sta certamente vivendo l'ultima delle sue nove vite politiche", scrive il quotidiano britannico nella rubrica Lex, aggiungendo che l'elettorato spagnolo ha appena sferrato un colpo a Zapatero, i francesi sono stufi di Sarkozy e il sostegno per Angela Merkel cala a ogni elezione locale tedesca. Il "vuoto di leadership al cuore dell'eurozona potrebbe ora avere gravi conseguenze per gli investitori". In evidenza sul Financial Times, il nuovo pacchetto di tagli al deficit che l'Italia ha in cantiere. Il governo sta preparando tagli e misure per aumentare le entrate con l'obiettivo di arrivare al pareggio di bilancio nel 2014.

Un programma "in linea con le consultazioni Ue": al ministero delle Finanze negano che sia stato anticipato per calmare i mercati ansiosi dopo la decisione S&P, fa sapere il Ft. Alcuni economisti – prosegue il quotidiano - stimano che il governo debba ridurre il deficit di 35-40 miliardi di euro entro il 2014. Un funzionario ha concordato con la stima, ma un altro ha detto che la cifra è troppo alta e che i tagli saranno molto inferiori, con maggiori introiti attesi dalla lotta all'evasione fiscale. Oltre a riferire il giudizio negativo del presidente dell'Istat Enrico Giovannini, che vede il sistema italiano "più vulnerabile di prima", il Ft cita alcuni aspetti positivi rilevati da economisti Barclays: "L'Italia è stata uno dei Paesi dell'eurozona dove i conti pubblici si sono deteriorati di meno dall'inizio della crisi economica".

I punti a favore dell'Italia sono elencati in un commento della Bbc dal titolo: "Crisi dell'eurozona, cosa abbiamo imparato?". E' vero che le prospettive di crescita dell'Italia sono deboli. Ma ultimamente sta facendo le cose bene e la politica non ha impedito all'Italia di fare tagli di bilancio "impressionanti" quando è stato necessario. Un altro grande vantaggio è che l'Italia "è semplicemente troppo grande da salvare". Ed è importante il fatto che abbia livelli di risparmio privato più alti e livelli di debito privato "relativamente bassi". Conclusione: "L'Italia potrebbe anche avere una crisi finanziaria in futuro, ma per ora questa resta nel futuro. Non si è avvicinata a causa degli eventi delle ultime settimane".

Anche l'Economist – nonostante il secco titolo "Negativo" – riconosce all'Italia che la finanza pubblica è stata ben gestita ultimamente e che quindi "il Paese gode della fiducia dei mercati". Ma l'Italia ha un problema di crescita. Secondo l'Economist, dovrebbe intraprendere un programma di riforme di liberalizzazione. "Ma non succederà. E, per inciso, la maggior parte degli italiani sono abbastanza a proprio agio con questa situazione".

L'Independent vede l'Italia aggiungersi alla "lista dei sospetti" dell'eurozona, con l'aumento della pressione dei mercati finanziari.

Il Telegraph invita a prendere con un bel po' di sale quello che le agenzie di rating dicono sulla crisi dei debiti sovrani europei.

L'imminente maxi-manovra italiana è alla ribalta anche sulla stampa francese. Les Echos oggi rilancia subito quanto affermato dalla Corte dei Conti: "L'Italia dovrà ridurre il suo debito di 46 miliardi l'anno". Il debito pubblico italiano è "uno dei più alti del mondo in valore assoluto", puntualizza l'Afp ripresa dal quotidiano francese, che ieri aveva dato spazio alle notizie sui preparativi per una manovra da 40 miliardi di euro. E quanto a crescita, parlano i dati Istat: "L'Italia è al traino in Europa".
Le Figaro analizza in un video i punti di forza e di debolezza del "vicino transalpino": per quanto riguarda la crisi del debito, "L'Italia non è né la Grecia né l'Irlanda".

Viene segnalata sul sito di Le Figaro anche una nota esplicativa di S&P, che ha precisato: "L'Italia non avrà bisogno di aiuto" per risolvere i suoi problemi finanziari. D'altra parte, aggiunge l'agenzia di rating, la dimensione del deficit di bilancio rende "difficile" un intervento della comunità internazionale.
Anche sullo spagnolo El Mundo, il servizio Reuters che parla di una manovra tra i 35 e i 40 miliardi di euro: "L'Italia accelererà il piano per ridurre il deficit dopo la minaccia S&P".
 24 maggio 2011
 

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