martedì 24 maggio 2011

Federali Sera-24 maggio 2011. Cazzate oltre misura. San Marino non ha mai mancato agli appuntamenti con F.M.I. prosegue Arzilli, ne a Washington ne in Repubblica dove presto avverrà un’altra visita del Fondo per aiutarci a migliorare il nostro sistema di raccolta dati e la sua fruibilità a livello esterno e dove Banca Centrale continua a mantenere un intenso dialogo con il Fondo stesso.----Bozen. Gli italiani si confermano un popolo di pigri, ma gli altoatesini sono in controtendenza, con solo il 9% di sedentari.----Palermo. Il Msi vuole Scilipoti come «suo duce». Lui: «Vedremo, ne dobbiamo parlare».

Oltrepadani:
San Marino. Sciopero generale, lavoro giovanile e FMI sul tavolo del Congresso di Stato
Bozen. Bolzano: Monumento alla Vittoria, scelti i temi per il museo
Bozen. Salute: gli altoatesini sono i meno sedentari d'Italia
Bressanone. Turismo, record di ospiti italiani

Cazzate specifiche:
Veneto. Migranti e alimentazione, le nuove sfide della multiculturalità
Firenze. Tamarri... e pizzaioli
Palermo. L'Msi vuole Scilipoti come «suo duce»

Non cazzate:
Svizzera. L’Italia spreca le proprie energie migliori
La felicità (a spese altrui) dello statalista
Castellammare di Stabia. Napoli, Fincantieri gela i sindacati: chiuderemo Castellammare


San Marino. Sciopero generale, lavoro giovanile e FMI sul tavolo del Congresso di Stato
23/05/11 15:42
[c.s.] Il Congresso di Stato ha effettuato oggi un’attenta valutazione sullo sciopero generale previsto per giovedì prossimo, esaminando i temi prospettati dalle Organizzazioni sindacali che motivano questa mobilitazione e constatando, pur senza alcun intento strumentale, che una delle tre Organizzazioni non ha aderito all’iniziativa. Nel massimo rispetto dello strumento democratico dello sciopero, ha riferito il Segretario di Stato al Lavoro, Francesco Mussoni, il Governo intende manifestare la migliore buona volontà e operatività per essere vicino ai lavoratori e per dare risposte concrete alle questioni poste dal Sindacato. A questo scopo ha invitato tutte le Organizzazioni sindacali ad un incontro che si terrà domani alle ore 15,00, a Palazzo Mercuri, cui prenderà parte un’ampia delegazione di Governo, composta dai Segretari di Stato Arzilli, Mussoni, Podeschi, Ciavatta, Valentini e Berardi. In questo incontro, cui farà seguito una conferenza stampa, prevista alle ore 17,00 circa, l’Esecutivo intende sottolineare il grande impegno con cui vuole affrontare questo momento difficile per il mondo del lavoro, auspicando la prosecuzione del confronto e del dialogo costruttivo cui faranno seguito, la settimana prossima, altri incontri con i datori di lavoro per mettere a punto una serie di azioni concordate, da tradursi nel rinnovo dei contratti e in tutta quella serie di riforme in corso di realizzazione.
 Presentato anche, dallo stesso Segretario Mussoni, un decreto legge che introduce nuove norme per incentivare l’occupazione lavorativa dei giovani studenti. Le aziende e gli esercizi che li assumeranno nel periodo estivo o nei giorni pre festivi e festivi dell’anno solare, beneficeranno di uno sgravio sui contributi da versare allo Stato che va dal 70 all’80% e la retribuzione minima sarà allineata a quella prevista per la formazione professionale. Meno burocrazia poiché per l’assunzione basterà la successiva comunicazione del datore di lavoro all’Ufficio del Lavoro.
 Il Segretario di Stato all’Industria, Marco Arzilli, nel ribadire l’importanza che per i giovani ha l’accesso al mondo del lavoro anche durante il periodo della loro formazione, ha voluto poi soffermarsi su un articolo di stampa, apparso oggi su un quotidiano sammarinese, ove si afferma che San Marino avrebbe rifiutato di seguire le indicazioni del F.M.I (Fondo Monetario Internazionale) per portare il proprio sistema verso la trasparenza.
 Un articolo palesemente falso, afferma Arzilli, convinto che tale tesi non può essere assolutamente emersa in conseguenza del recente intervento a San Marino del Prof. Bossone. Arzilli ricorda come, nel 2009, proprio lui, l’allora segretario alle Finanze Gatti e gli allora vertici di Banca centrale Bossone e Papi avessero proposto l’adesione sammarinese al FSAP (Financial Sector Assesstement Program), organismo del F.M.I. preposto all’indagine dei sistemi finanziari degli Stati e all’identificazione delle carenze e delle criticità. San Marino non ha mai mancato agli appuntamenti con F.M.I. prosegue Arzilli, ne a Washington ne in Repubblica dove presto avverrà un’altra visita del Fondo per aiutarci a migliorare il nostro sistema di raccolta dati e la sua fruibilità a livello esterno e dove Banca Centrale continua a mantenere un intenso dialogo con il Fondo stesso.
 Un fatto grave e incomprensibile, conclude Arzilli riferendosi al citato articolo, che getta inutile discredito e fornisce una visione totalmente falsa dei rapporti che sono intercorsi ed intercorrono con il Fondo Monetari Internazionale.
Repubblica di San Marino
UFFICIO STAMPA DEL CONGRESSO DI STATO
Comunicato stampa

Bozen. Bolzano: Monumento alla Vittoria, scelti i temi per il museo
''L'indice tematico che abbiamo approvato - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - spazia dalla prima alla seconda guerra mondiale, dal periodo nazi-fascista al successivo sviluppo della citta' capoluogo"
BOLZANO. La giunta provinciale di Bolzano ha espresso parere favorevole all'indice tematico sul percorso espositivo che verrà realizzato negli spazi sotterranei del Monumento alla Vittoria.
La lista dei temi e degli argomenti che troveranno posto nei 720 metri quadrati e nelle 13 sale della parte inferiore del monumento, è stata elaborata dall'apposita commissione insediatasi di recente.
A presiedere il gruppo di lavoro c'è il soprintendente alle belle arti, Ugo Soragni, i membri di nomina provinciale sono Christine Roilo e Andrea Di Michele, rispettivamente direttrice e storico dell'Archivio provinciale, mentre quelli di nomina comunale sono Silvia Spada e Hannes Obermair.
''L'indice tematico che abbiamo approvato - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - spazia dalla prima alla seconda guerra mondiale, dal periodo nazi-fascista al successivo sviluppo della citta' capoluogo. Vogliamo creare una struttura che spieghi in maniera seria e obiettiva alla popolazione, soprattutto alle fasce piu' giovani, cio' che e' accaduto in Alto Adige''. La commissione si occuperà ora di valutare ed elaborare delle proposte concrete, dal punto di vista sia tecnico che finanziario, sull'effettiva realizzazione del museo. 23 maggio 2011

Bozen. Salute: gli altoatesini sono i meno sedentari d'Italia
Le Regioni più pigre sono al Sud: se il record positivo appartiene alla Provincia Autonoma di Bolzano (appena il 9% di sedentari) il fanalino di coda è la Basilicata, con il 47%, in pratica metà della popolazione.
BOLZANO. Gli italiani si confermano un popolo di pigri, ma gli altoatesini sono in controtendenza, con solo il 9% di sedentari. La media nazionale di pigrizia è molto più alta: uno su tre, per l'esattezza il 30,7%, è totalmente sedentario (ossia non fa lavori pesanti e non svolge alcuna attività fisica nel tempo libero), mentre il 36,8% è ''parzialmente attivo'', ossia fa un po' di moto, ma il minimo indispensabile, lontano dai livelli raccomandati per salvaguardare la salute.

 Solo un altro terzo, il 32,5%, si può definire attivo, ossia aderisce alle linee guida che prevedono 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno tre giorni.

 Sono i dati che emergono dal Rapporto Passi 2010 sull'attività fisica, promosso dall'Istituto Superiore di Sanità. Dati che fotografano un progressivo ''impigrimento''impigrimento degli italiani: nel 2007, anno della prima rilevazione, la quota di sedentari si fermava al 27,5%, arrivando al 30,8% del 2009 e rimanendo sostanzialmente stabile negli ultimi due anni.

 La sedentarietà cresce all'aumentare dell'età e risulta più frequente nelle donne, nelle persone con un minor grado di istruzione e con difficoltà economiche. Le Regioni più pigre sono al Sud: se il record positivo appartiene alla Provincia Autonoma di Bolzano (appena il 9% di sedentari) il fanalino di coda è la Basilicata, con il 47%, in pratica metà della popolazione.

 Ma sono ampiamente sotto la media anche la Sicilia (44,6%), l'Abruzzo (40,5%) e la Calabria (38,7% di sedentari). Più ''dinamiche'' la Lombardia (il 20,8% di sedentari), il Friuli (21%) e il Molise (21,8%). Rimane, si segnala nel rapporto, il problema del corretto ''instradamento'' a un'adeguata attività fisica da parte degli operatori sanitari: nel quadriennio 2007-2010, considerando solo le Asl che hanno partecipato alla sorveglianza per l'intero periodo, si osserva una diminuzione significativa della percentuale delle persone che hanno ricevuto l'attenzione dell'operatore sanitario, passando dal 33% nel 2007 al 32% nel 2008 fino al 30% del 2009 e del
2010.

 Rimane invece stabile il valore del consiglio da parte degli operatori sanitari di praticare regolare attività fisica (30% nel 2007, 31% nel 2008, 30% nel 2009, 31% nel 2010). La buona notizia è che se non altro aumenta la consapevolezza: dal 2007 diminuiscono le persone con stile di vita sedentario che percepiscono il proprio livello di attività fisica come sufficiente. Si tratta di un segnale positivo, si legge nel rapporto, forse primo frutto dell'attività di sensibilizzazione promossa a vari livelli, che lascia sperare in un successivo cambiamento nello stile di vita e quindi in un arresto del trend in crescita della sedentarietà. 23 maggio 2011

Bressanone. Turismo, record di ospiti italiani
Sono cresciuti del 4%. Widmann: «Tra 4 mesi il progetto per la Plose»
di Massimiliano Bona
BRESSANONE. Boom di italiani (+4,30%), che ora rappresentano il primo mercato in assoluto davanti ai tedeschi (-0,72%), e pernottamenti in crescita (630 mila, pari al +1%): questi sono i dati salienti dell'assembea dell'Apt di Bressanone, conclusasi con una promessa dell'assessore provinciale Widmann: «Entro 4 mesi presenteremo le varie opzioni per il collegamento in funivia con la Plose, perché senza mobilità non c'è turismo».  I DATI. Gli arrivi e i pernottamenti, dal 2006 in poi, sono in lieve ma costante crescita. Nel 2010 le presenze sono arrivate a quota 630.690, con una crescita dell'1% (nel 2009 erano 621.633). A fare la parte del leone sono stati gli italiani, arrivati a 271.407 pernottamenti con un incremento significativo del 4 per cento. Seguono, per importanza, i tedeschi (257.859, -0,72%), gli austriaci (25.653, -5,43%), gli svizzeri (16.561, -0,92%), gli ospiti della Repubblica Ceca (13.257, +2,68%), gli olandesi (7.946, -4,77%), i francesi (5.584, +4,29%), i polacchi (4.970, +67,84%) e gli americani (3.520, +9,92%).  CITTÀ E PERIFERIA. Nessun dubbio, sul fatto, che gli ospiti prediligano soggiornare in città. A Bressanone nel 2010 si sono registrati 108.276 arrivi e 340.311 presenze. Per importanza segue la Plose con 35.845 arrivi e 166.562 presenze, mentre più staccati ci sono Varna e Novacella con 26.573 arrivi e 83.595 presenze, Fortezza con 6.552 arrivi e 18.128 presenze e Monteponente con 4.801 arrivi e 21.794 presenze.  SPESA GIORNALIERA. È significativo lo studio fatto sulla suddivisione della spesa giornaliera da parte dei turisti, che nei mesi invernali è di 140 euro e nei mesi estivi di 104 euro. Nei mesi freddi le voci più significative sono lo shopping (26 euro), il cibo (27€), l'alloggio (57€), la mobilità (16€) e le attività ricreative e culturali (8€). D'estate le spese per lo shopping scendono a 23 euro, mentre per mangiare l'esborso è di 18 € e per l'alloggio di 49 €. Insignificanti le uscite per la mobilità e gli spostamenti (6€) 
e per le attività culturali e ricreative (3€).   IL
DIRETTIVO. Dopo l'uscita di scena di Pepi Thaler, rimasto ai veritici per 16 anni, l'Apt ha un nuovo direttivo: Markus Knapp, Martin Huber, Heinrich Clara, Robert Peintner, Hermann Goller, Marion Weissteiner, Christa Fischer, Andreas Kahl, Martin Oberrauch e Thomas Wieland. Sarà cooptato Stefano Tonon in rappresentanza del gruppo italiano. Per la presidenza è lotta a due tra Markus Huber e Markus Knapp, il più votato.  I SOCI. A fine di dicembre i soci dell'associazione turistica di Bressanone erano 301, di cui 175 esercizi ricettivi, 50 commercianti, 33 fra bar e ristoranti, 25 artigiani e 19 del settore terziario. L'80% dei contributi dei soci viene versato dagli hotel. 

Veneto. Migranti e alimentazione, le nuove sfide della multiculturalità
Cinque grandi esperti parlano di cibo. Il sociologo Bernardi (Ca' Foscari): «Dobbiamo tutelare ciò che abbiamo ricevuto e a quel punto possiamo scambiarlo con gli altri».
«Mai come prima, oggi il mutamento sociale sta correndo, anche grazie alla multiculturalità. Questa multiculturalità porta al reciproco adattamento e quindi al cambiamento». Lo ha detto il sociologo trevigiano Ulderico Bernardi, docente all’università Ca’ Foscari di Venezia a «Ciboduemilaventi», la giornata organizzata dal Friuli Future forum, il nuovo soggetto della Camera di commercio di Udine. Cinque esperti internazionali si sono alternati all’interno di una sorta di set televisivo per dare vita a uno show multimediale, che comprendeva anche streaming video e diretta Twitter. Il luogo scelto era il vecchio municipio di Venzone (Udine), ricostruito pietra dopo pietra dopo il terremoto del 1976. «Ciboduemilventi» è stata una tappa fondamentale nel percorso con cui Friuli Future Forum promuoverà le eccellenze del territorio friulano. Per contestualizzare l’intervento è stato chiamato il sociologo trevigiano Ulderico Bernardi.

«Il bisogno di identità è molto forte – ha aggiunto – è molto forte perché tende a mantenere il rapporto con gli avi ma nella diversità c'è ricchezza. Noi dobbiamo tutelare ciò che abbiamo ricevuto e a quel punto possiamo scambiarlo interculturalmente, Sempre meno si mangia per soddisfare un bisogno fisiologico – ha aggiunto - sempre più si cerca soddisfazione di carattere culturale». Bernardi ha anche ricordato che la realtà alimentare dei migranti è un fattore essenziale per capire un possibile scenario futuro, come già in passato. La tradizione non deve andare in conflitto con quelle esterne, deve piuttosto cercare un equilibrio con essi. «La stessa Europa – ha concluso - è fatta di moltissime diversità ma questo non significa ostilità tra i diversi». Bernardi è stato il primo relatore a prendere la parola all’interno del «set» era ricavato all’interno della sala consigliare di Venzone. Con un gioco di luci venivano illuminate le postazioni in mezzo al pubblico dei relatori, mentre da una parte e dall’altra del set gli schermi trasmettevano la diretta Twitter in corso oppure clip di film sul cibo, da Woody Allen a Charlie Chaplin che anticipavano il discorso dei relatori. Dopo di lui sono intervenuti il food designer catalano Marti Guixé, il docente di Teoria dell’organizzazione della Bocconi Giuseppe Soda, il presidente e ad di Illycaffè Andrea Illy e il presidente della Triennale di Milano Davide Rampello. Info:
Antonino Padovese

Firenze. Tamarri... e pizzaioli
Prima «giornata di servizio» da garzoni di pizzeria per i protagonisti del reality americano: Mike The Situation distribuisce volantini, Snooki inforna
Prima «giornata di servizio» da garzoni di pizzeria per i tamarri di Jersey Shore, in trasferta a Firenze per girare la quarta serie del loro seguitissimo reality. Avvistati in mattinata a prendere un gelato in piazza del Duomo, gli italoamericani sono poi entrati al lavoro nel pomeriggio in una pizzeria a pochi passi da piazza della Signoria, con la quale era stato stretto, in precedenza, un accordo per garantire un periodo di apprendistato agli otto protagonisti della trasmissione statunitense. Mentre Mike the situation ha trascorso il pomeriggio impiegato come buttadentro e volantinatore all’esterno del locale, alcune delle ragazze, tra le quali la minuscola Snooki, sono state subito messe a fare le pizzaiole e a badare al forno.

Rigido il servizio d’ordine stretto intorno alla pizzeria per impedire l’assalto dei fan e dei fotografi. I clienti veri, per entrare in pizzeria, hanno dovuto servirsi di una porta secondaria, dopo aver ovviamente firmato la liberatoria per consentire di essere filmati durante le riprese. Benchè da tempo si fosse diffusa la notizia che i tamarri sarebbero stati in stage nella pizzeria durante la loro permanenza fiorentina, i gestori del locale fino ad oggi hanno smentito la notizia: il contratto firmato con la trasmissione, a quanto si è appreso, prevede infatti penali salatissime (fino a 200 mila euro) qualora trapelino dallo staff dell’esercizio ospitante informazioni di qualsiasi tipo sulla presenza e sull’attività dei tamarri in tirocinio. Proprio questo motivo ha spinto, nelle scorse settimane, molti negozi del centro di Firenze, contattati dal management di Jersey Shore, a rifiutare l’offerta di apprendistato per gli otto celebri italoamericani.

Palermo. L'Msi vuole Scilipoti come «suo duce»
Lui: «Vedremo, ne dobbiamo parlare»
Il leader dei Responsabili con il voto di fiducia a Berlusconi evitò la caduta del governo: «Ha così riscattato decenni di servilismo parlamentare»

PALERMO - L’Msi, il Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale fondato nel 1946 da alcuni reduci della Repubblica Sociale Italiana tra cui Giorgio Almirante e gli ex fascisti Arturo Michelini e Biagio Pace vorrebbe come proprio segretario nazionale il «Responsabile» Domenico Scilipoti. È quanto si legge in una lettera inviata ieri, 22 maggio, dal presidente dell’Msi-Dn Gaetano Saya al deputato che il 14 dicembre scorso salvò il governo Berlusconi votandogli la fiducia. Nella lettera, recante il tradizionale simbolo della fiamma tricolore sul trapezio, si elogia Scilipoti come «uomo probo, onesto» che con «il suo gesto ha riscattato decenni di servilismo parlamentare».

SUL MANIFESTO DELL'MRN- «Leggiamo su vari organi di stampa», così è scritto nella lettera, «che il manifesto fondativo del Movimento di Responsabilità Nazionale voluto da Scilipoti, un gentiluomo d’altri tempi, probo, onesto, fervente credente in Dio Padre Onnipotente, un uomo che con il suo gesto ha riscattato decenni di servilismo parlamentare, avrebbe origini dal Gentiliano programma fascista del 1925». «Noi», aggiunge Saya, «non troviamo nulla di disdicevole in questo manifesto. Per la prima volta da decenni qualcuno osa parlare di Nazione, di Patria, d’Italia.... Bene, approviamo integralmente siffatto proclama. Anzi lo facciamo nostro come partito storico e come italiani».

SCILPOTI NUOVA GUIDA DELL'MSI - «Ma facciamo di più», spiega ancora Saya nella lettera, «essendo consci del lento, ma inesorabile scivolamento della nostra amata Patria verso l’abisso, ben consci della pochezza umana che alberga nei palazzi del potere romano, invitiamo ufficialmente l’onorevole Domenico Scilipoti a guidare la direzione nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, assumendone il coordinamento nazionale, portando di nuovo tra i banchi del Parlamento il partito storico MSI-DN voluto da Almirante e da Gianfranco Fini, iniquamente tentato di sopprimere, non sapendo che stava firmando la sua morte politica». «Un tentativo», conclude Saya, «comunque fallito grazie alle migliaia di Missini che ancora oggi sono pronti a scendere in campo sotto la ventata di libertà avviata da Domenico Scilipoti il 14 dicembre 2010».

LA RISPOSTA DEL «RESPONSABILE» - «La proposta di Saya di diventare io segretario del Msi-Dn? Vedremo, ne dobbiamo parlare. Ci sto riflettendo». Il deputato dei Responsabili Domenico Scilipoti così risponde ai cronisti che gli chiedono quale sarà la sua scelta di campo in relazione alla lettera di Gaetano Saya. Di più non si sbilancia. L’unica cosa che si apprende, da ambienti siciliani, è che Scilipoti da giovane militò nel Fuan (Fronte Universitario d'Azione Nazionale). Ma al momento non si capisce se abbia davvero voglia di guidare la direzione nazionale dell’Msi-Dn.

Svizzera. L’Italia spreca le proprie energie migliori
di Gianfranco Fabi
Sabato scorso l’agenzia di rating Standard & Poor’s annunciava la revisione al ribasso, da stabile a negativo, del giudizio sui titoli del debito pubblico italiano. In pratica un avvertimento: se continuate così, con una bassa crescita e una spesa pubblica che resta elevata per la mancanza di riforme, sarà inevitabile nei prossimi mesi declassare il vostro Paese facendolo scendere nelle classifiche di affidabilità.
La risposta da parte del Governo e della maggioranza è stata esplicita. Ad essere inaffidabili non siamo noi, ma sono le agenziedi rating. E qualcuno si è spinto a ricordare che la stessa S&P aveva dato un giudizio di massima affidabilità alla banca d’affari Lehman Brothers fino a poche ore prima che questa fallisse. E lo stesso ministro dell’economia, Giulio Tremonti, si affrettava a rassicurare: i conti italiani sono in ordine e saremo in grado di rispettare tutti gli impegni assunti in sede europea e internazionale. (...) Ieri mattina, nell’austera cornice della Camera dei deputati, l’Istituto centrale di statistica rendeva noto il proprio rapporto annuale sull’Italia con un’analisi che sembra essere la perfetta motivazione del giudizio negativo dell’agenzia di rating.
Secondo l’Istat infatti «l’Italia arranca, stenta a uscire dalla crisi e le famiglie, il cui potere di acquisto e’ sceso del 3,1% nel 2009 e dello 0,6% nel 2010, per salvaguardare il livello dei consumi hanno avviato una progressiva erosione del tasso di risparmio, sceso per la prima volta al di sotto di quello delle altre grandi economie dell’Uem».
Quindi, almeno sotto il profilo dei consumi, l’Italia è un Paese sostanzialmente fermo anche perché ha subìto, per effetto della recessione del 2009, la maggior caduta del Prodotto interno lordo insieme alla Germania, ma mostrando poi, al contrario di Berlino, un recupero molto modesto: il Pil in Italia è ancora inferiore di oltre 5 punti percentuali rispetto a prima della crisi.
Negli ultimi due anni è cresciuta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, ed è cresciuto il disagio finanziario, cioè la quota di famiglie che non sono in grado, con il loro reddito, di far fronte regolarmente alle proprie spese correnti e sono obbligate ad attingere ai risparmi o a indebitarsi.
Uno dei pochi parametri che è invece aumentato è quello della pressione fiscale, che rimane ai livelli più alti d’Europa sia per le famiglie che per le imprese. Unendo tutti questi elementi si ha allora l’immagine di un’Italia economicamente e socialmente ferma: un Paese che non cresce più dal profilo demografico (senza gli immigrati la popolazione italiana sarebbe in netto calo) e che non riesce ad attuare le riforme di struttura che sarebbero indispensabili per rendere efficiente una spesa pubblica necessariamente limitata per i vincoli del debito accumulato nei decenni passati. In questa prospettiva la politica sembra parlare d’altro rispetto alle necessità di vere riforme. Sarebbe necessario infatti alleggerire la spesa burocratica anche per tagliare quelli che vengono chiamati “i costi della politica”: e invece si propongono interventi come lo spostamento dei ministeri da Roma ad altre città, come Milano, che non farebbero che aumentare il peso del settore pubblico.
Ma al fondo e al di là delle cifre l’Italia appare avere perso l’elemento più importante che può spingere la crescita: la speranza di un benessere più diffuso e più sicuro soprattutto per le prossime generazioni. Un Paese in cui la politica è dominata dagli scontri verbali, in cui il populismo e la demagogia sono all’ordine del giorno, in cui un bipolarismo schematico e retorico ha ormai escluso parole come concordia, collaborazione, rispetto.
E allora hanno ragione le agenzie di rating ad essere preoccupate. Proprio perché l’Italia in questa fase sta sprecando le proprie energie migliori. Deludendo le attese dei giovani, le prospettive delle famiglie e la voglia di lavorare di tutti.

La felicità (a spese altrui) dello statalista
Alessandro De Nicola
Dicano quel che si vuole, ma bene come in Italia non si vive da nessuna parte. Noi statalisti, soprattutto, ce la passiamo alla grande. Tanto per cominciare, mentre qualcuno ha scritto che i liberisti sono un po' grigi, noi siamo gioviali. Avete mai visto un politico, un boiardo di Stato o un imprenditore ammanicato alle commesse pubbliche mogio? No, sono sereni, sorridenti, a volte smargiassi.
 Inoltre siamo abbastanza scaltri. Sappiamo che socialismo, statalismo e dirigismo per strani motivi suonano male. E allora ci siamo reinventati l'economia sociale di mercato, che ai tempi del miracolo economico tedesco del dopoguerra significava la protezione sociale dei ceti più deboli all'interno di una vibrante economia privata, da noi vuol dire la protezione sociale dei privilegiati all'interno di una vibrante spesa pubblica. E in effetti, per definirsi liberisti o dirigisti non c'è bisogno di tirare in ballo da una parte le barzellette del premier o le sue feste eleganti e dall'altra le zingaropoli. Ciò che mi rende uno statalista felice è prima di tutto la spesa pubblica: 52% del Pil nel 2009, 51% nel 2010. Certo, m'infastidisce un po' il fatto che Tremonti ne tagli qualche fettina, ma sono rassicurato dalla massa enorme d'interessi costituiti che a un certo punto ne fermeranno la discesa. E mi consolo con le entrate dello Stato, sempre tra il 46 e il 47%; tolta l'economia sommersa, dunque, gli onesti versano quasi il 60% dei loro redditi al mio amico, il Leviatano. I soldi sono importanti: grazie a loro noi possiamo intermediare, creare connivenze, far sì che ognuno abbia interesse a mantenere salda la presa sulla sua fettina di sussidi non accorgendosi che il loro totale soffoca tutti.
 Che altro fa sorridere lo statalista? Beh, la possibilità di ficcare il naso nelle decisioni economiche altrui. Prendiamo i mercati finanziari: se arriva un acquirente sgradito di una società, il Governo subito s'infila a cambiare le norme e creare ostacoli. Persino il presidente della Consob, invece che fare l'arbitro, ha cominciato a teorizzare la differenze tra Opa buone e cattive, sottintendendo che la pubblica autorità debba bloccare le cattive. E nel frattempo ecco che il Parlamento generosamente si prende carico di obbligare le società private a inserire le quote rosa nei consigli d'amministrazione. Per i liberisti è un provvedimento iniquo e inefficiente, per noi no: è un'altra occasione affinché lo Stato asserisca la sua lungimiranza.
 D'altronde chi le vuole tutte queste imprese private? Dopo un decennio di lieve sbandamento, fortunatamente né destra né sinistra hanno la benché minima intenzione di mollare la presa sulla miriade di aziende pubbliche che, a detta dei liberisti, fanno concorrenza sleale, generano corruzione e distruggono valore. Poveretti, loro scribacchiano il Manifesto per le privatizzazioni (www.adamsmith.it), noi facciamo le leggi che danno la possibilità alla Cassa depositi e prestiti di diventare un grande fondo di public equity: nazionalizzazioni-chic.
 Siamo vincenti, non c'è che dire. Il Governo approva una timida riforma per consentire la gestione dell'acqua ai privati, visto lo stato disastroso degli acquedotti e le perdite enormi sopportate da contribuenti e utenti? Noi facciamo un bel referendum abrogativo, strilliamo che il Capitale ci asseta e persino in piazza San Pietro il 9 giugno ci sarà una bella manifestazione dei preti anti-privatizzazione. Tonache assetate di giustizia, beate loro. Non c'è da preoccuparsi, siamo in tanti: docenti delle scuole pubbliche che non vogliono la concorrenza delle private, magistrati, accademici, burocrati, sindacalisti che, al contrario di quel che pensano quei fessi di liberisti, e cioè che il nostro mercato del lavoro sia il più ingessato, protettivo e discriminatorio del mondo, sollecitano norme ancor più inclusive e protettive.
 Vi stupite se noi statalisti ce la godiamo? Noi siamo gli italiani veri, gli allegroni che hanno capito la lezione di Frédéric Bastiat, secondo il quale il socialismo è quella finzione in cui tutti vivono alle spalle degli altri. In Italia solo alcuni, e sono i più felici!

Castellammare di Stabia. Napoli, Fincantieri gela i sindacati: chiuderemo Castellammare
Napoli, 23 mag (Il Velino/Il Velino Campania) - Lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia chiuderà. Questo, in sintesi, è il piano prospettato dall'amministratore delegato della società pubblica, Giuseppe Bono, durante un incontro tenutosi poche ore fa nella sede romana di Confindustria con le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil. Il piano industriale prevede esuberi per 2.551 unità su una forza lavoro di circa 8.500 persone e, dunque, la chiusura dell'impianto campano e di quello di Sestri Ponente. La proposta dell'ad di Fincantieri giunge come un vero e proprio fulmine a ciel sereno, visto che fino a poche settimane fa in città si era fatto largo un timido ottimismo in merito alla chiusura, in senso positivo, della vertenza. L'annuncio di Bono, invece, cambia tutto il quadro rendendo le posizioni in campo sempre più distanti. È bene ricordare, inoltre, che lo scorso 25 marzo si era tenuta a Castellammare una manifestazione, indetta da sindacati e forze sociali, al fine di chiedere l'intervento della Regione nelle delicate trattative che i vertici aziendali portavano avanti sia con le parti sociali che con le istituzioni locali. Gli operai, apprende il VELINO, dopo un presidio davanti la sede di Confindustria in viale dell'Astronomia, sono in questo momento diretti verso Castellammare per organizzare presidi di protesta.
 (rep/fmc) 23 mag 2011 16:36

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