martedì 24 maggio 2011

S&P rivede in negativo le prospettive di quattro banche italiane

Si tratta di Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Bnl, Findomestic. Confermati i rating



MILANO - Standard & Poor's resta in pressing sull'Italia e dopo aver rivisto da «stabile» a «negativo» l'outlook sul debito pubblico italiano, e anzi proprio in funzione di quella bocciatura, annuncia la rivisitazione al ribasso delle prospettive per quattro banche italiane: Mediobanca, Bnl, Findomestic e Intesa SanPaolo, i cui rating restano confermati.

LE MOTIVAZIONI - La decisione, viene spiegato in una nota, «riflette il fatto che S&P dovrà tagliare i rating nel caso di un declassamento sovrano, visti i profili prevalentemente domestici del business» delle banche interessate. Intesa Sanpaolo, sostiene S&P, sconta il rischio-paese, «un rischio economico è più elevato della media Ue», « una qualità degli asset in qualche modo inferiore rispetto a concorrenti simili in Europa», la forte concentrazione su un solo marchio, mentre a favore parlano «la leadership domestica di marchio nella maggior parte dei segmenti di mercato, l'alta diversificazione di business, la buona posizione a livello di liquidità e l'adeguata capacità di assorbimento delle perdite attraverso capitale e utili». Per Mediobanca, i fattori negativi sono «l'elevato focus delle attività in Italia, un alto livello di concentrazione del business e un profilo degli impieghi vulnerabile al rischio di eventi, così come un ampio portafoglio equity, la cui performance finanziaria è altamente correlata alla volatilità dei mercati dei capitali». A sostegno di Mediobanca sono, invece, «la solidità di capitale, l'esperienza accumulata nella gestione dei rischi di credito e di mercato».

FT, CHI SI RIVEDE, IL RISCHIO POLITICO - «Bentornato rischio politico» osserva il Financial Times, nella seguita Lex Column affrontando la questione delle rispercussioni sulla vita economica delle vicissitudini di politica interna di diversi paesi dell'area euro, tra i quali l'Italia. Il premier «Silvio Berlusconi sta sicuramente vivendo l'ultima delle sue nove vite», ma quotidiano amplia l'analisi alla Spagna di Jose Zapatero, alla Francia di Nicolas Sarkozy e alla Germania di Angela Merkel, mentre in Belgio sono ormai 13 mesi che non c'è un governo. Tutto questo «dice qualcosa sulla mancanza di leadership politica durante la crisi finanziaria in Europa alla quale finora (l'ex direttore) del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn aveva sopperito». Ma ora si è dimesso e «il vuoto di leadership che assilla l'area euro potrebbe avere gravi conseguenze per gli investitori».
Paola Pica


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